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Sabato a Nettuno il "Board of Dreams Day"

 

In collaborazione con Baseballmania, Marco Pieri presenta il suo gioco da tavolo sul baseball nella cittadina tirrenica. Alle 17 conferenza stampa e a seguire un torneo ufficiale

 

 

Sarà una giornata di grande divertimento, una giornata con il baseball, una giornata intera con Board of Dreams il gioco da tavolo con cui si potrà disputare una vera e propria partita di baseball con carte, dadi e movimenti dei giocatori in stile Subbuteo.

 

Sabato 15 dicembre nel “Board of Dreams Day”, il gioco ideato da Marco Pieri verrà presentato a Nettuno in una giornata evento interamente dedicata a questa Real Baseball Experience.

Marco Pieri, con Board of Dreams, in compagnia del testimonial ufficiale Paolino Ambrosino, fresco Campione 28052.jpgd’Europa, e con tanti ospiti del mondo del batti e corri nettunese, aspettano tutti gli appassionati della Città del Baseball nella Libreria Fahrenheit 451, in Via Carlo Cattaneo 33. Si potrà conoscere il gioco creato da Marco Pieri, con cui si potrà simulare una vera partita di baseball. Naturalmente ci saranno le scatole complete di Board of Dreams con già alcune espansioni che sono state presentate per la prima volta a Ludica Roma 2012 la scorsa settimana. Quindi le ultimissime evoluzioni disponibili che sono tre nuovi stadi, Boston, Los Angeles e San Francisco e squadre con i colori delle franchigie di San Francisco, Los Angeles e Chicago.

 

L’evento “Board of Dreams Day” è organizzato in collaborazione con la redazione di Baseballmania.it che seguirà da vicino tutta la giornata, in cui si disputerà anche il primo torneo ufficiale di Board of Dreams.

 

Si inizierà dalla mattina, dalle ore 10,00, e nel pomeriggio, dalle ore 17,00, conferenza stampa aperta al pubblico per la presentazione del gioco aai media e poi il via al primo torneo ufficiale.

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Mattia Mercuri inizia l'avventura nel baseball dei professionisti

 

L'interno del Nettuno, dopo aver sostenuto un provino a Tenerife in dicembre, ha firmato un contratto con gli Atlanta Braves: "Ai soldi non penso, ma è una grande opportunità". Il giocatore si sta allenando a Tirrenia, che è sempre la prima scelta per la preparazione off season dei professionisti che lì hanno iniziato il loro percorso

 

 

di Riccardo Schiroli

Mattia Mercuri ha firmato un contratto da professionista per gli Atlanta Braves.

"Corono un sogno" dice convinto l'interno al telefono da Tirrenia, dove si sta allenando "Penso che sia una grande opportunità per me".

Classe 1994, nato e cresciuto a Nettuno, Mercuri ha frequentato l'intero programma di 3 anni dell'Accademia FIBS. Ha esordito nella prima divisione IBL a 18 anni nemmeno compiuti e, nella stagione 2012, ha accumulato 11 presenze con la maglia della Danesi, giocando sia come seconda base che come interbase.

28518.jpg"I Braves mi hanno preso dopo che ho sostenuto un provino come interbase" spiega Mercuri.

La sua avventura è iniziata dopo la fine del Mondiale Juniores: "Al torneo in Corea c'era un capo scout dei Braves, che mi ha segnalato. In autunno mi è arrivato l'invito di Nestor Perez senior ad andare a Tenerife per un provino. Sono andato e, dopo il provino, è arrivata una proposta che ho accettato subito".

Ti hanno convinto i soldi? "Non direi. Non ho un bonus importante. Mi ha convinto l'opportunità. Se sarò abbastanza bravo, i soldi arriveranno dopo".

Tutti contenti, quelli che ti stanno attorno? "La società certo perde un giocatore di scuola italiana, ma tutti mi hanno incoraggiato. Anche in famiglia, a parte mia madre, che avrebbe preferito vedermi ultimare gli studi".

A che punto sei? "Sto frequentando la quinta ragioneria, ma non potevo dire di no. Se dovessi ritornare presto in Italia, potrei sempre andare alla Maturità da privatista. Ma adesso come adesso, sinceramente non ci penso. In futuro, vedremo".

Nessuna preoccupazione, per la nuova avventura? "Mah, l'idea di stare così tanti mesi lontano da casa un po' di timore me lo da. Stando in Accademia, ero lontano da casa, ma volendo potevo tornare ogni fine settimana... Comunque, sono così motivato a fare questa nuova esperienza che sono sicuro di superare ogni problema".

In cosa pensi di dover migliorare? "Sinceramente, in tutto. Ma ho già ricevuto un input preciso dai Braves per quel27280.jpg che riguarda la parte atletica".

Ti chiedono una crescita muscolare? "No, in verità mi chiedono di migliorare la mia velocità, abbassando di un paio di decimi il mio tempo sulle 60 yard".

Ci dicevi che questo era il tuo sogno: "Sì, da sempre. La mia meta finale è sempre stata giocare negli Stati Uniti".

Quindi, anche il Mattia poco più che bambino che è entrato all'Accademia, la pensava così? "Assolutamente. Anzi, diciamo che sono entrato all'Accademia con questa idea. Ero convinto che a Tirrenia mi sarei preparato a sfruttare al meglio eventuali opportunità".

Cosa che è regolarmente successa. Consiglieresti questa esperienza? "Se un ragazzo gioca a baseball con lo scopo di firmare da professionista, passare da Tirrenia è sicuramente la soluzione migliore. L'Accademia ti prepara in campo, grazie a Bill Holmberg e al suo staff, e ti prepara anche ad affrontare un'esperienza del genere fuori dal campo".

Quindi, tu parti sentendoti pronto? "Diciamo che l'Accademia mi ha dato tutti gli strumenti per fare bene, sia come atleta che come ragazzo".

L'avventura di Mattia Mercuri inizierà a marzo: "Mi hanno spiegato che ci sono 2 possibilità: potrei iniziare dallo Spring Training in Florida e poi essere assegnato a una squadra di Rookie League oppure volare in Repubblica Dominicana e giocare nella loro Summer League. Mi hanno detto che al 60% andrò in Florida".

Come detto, Mercuri si sta allenando in questo momento a Tirrenia. Il nettunese non è l'unico professionista ad aver lavorato con lo staff dell'Accademia quest'anno. A Tirrenia si sono preparati Alessandro Maestri (che ora è allo Spring Training degli Orix Buffaloes in Giappone) e Alberto Mineo (che è sotto contratto con i Cubs di Chicago). Entrambi sono ex Accademisti.

Potrebbero invece far parte dei residenti dell'Accademia in un prossimo futuro altri 2 atleti: il nettunese Simone Fontana e Pietro Paolo Cadoni della Catalana di Alghero

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Mercoledì 20 febbraio inizia l'operazione World Baseball Classic

 

Marco Mazzieri inizia il cammino verso il torneo presso il Camel Back Ranch di Glendale (Arizona) con 25 giocatori. La prima fase di preparazione prevede 4 amichevoli. Al lavoro ci saranno 25 giocatori e chi è nella rosa di Major League si aggregherà entro il 3 marzo

 

 

di Riccardo Schiroli

Il manager della nazionale di baseball Marco Mazzieri ha convocato 26 giocatori per il pre raduno in vista del World Baseball Classic, che si svolgerà dal 21 febbraio al 2 marzo presso il

Camel Back Ranch, il centro di preparazione primaverile condiviso a Glendale (Arizona) da Los Angeles Dodgers e Chicago White Sox.

Questi sono i giocatori convocati:

LANCIATORI (14) Panerati, Pugliese (Fortitudo BO) , Da Silva, Cooper (San Marino), Mariotti (Quebec Capitales-Can Am League), Giovanni D'Amico, Richetti (Nettuno), Grifantini, Cicatello (Parma), Torra (Washington Nationals), Sweeney (Seattle Mariners), Crabbe (Cincinnati Reds), Burkard (Cleveland Indians), Serafini (Bridgeport Bluefish-Atlantic League)



RICEVITORI (2) Reginato (San Marino), Sabbatani (Fortitudo BO)

INTERNI (6) Vaglio, Infante (Fortitudo BO), Santora (Rimini), Granato, Costanzo (Cincinnati Reds), Pantaleoni (San Marino)

ESTERNI (4) Avagnina (San Marino), Desimoni (Parma), Ambrosino (Nettuno), Chiarini (Rimini)

28281.jpgLo staff tecnico di Mazzieri è composto dai coach Holmberg, Gerali, D'Auria, Trebelhorn, Vecchi e Medina. Mike Piazza raggiungerà il gruppo il giorno 24. Invece di Frank Catalanotto (che è nello staff del Classic, ma sarà disponibile dal 3 marzo), seguirà la fase di preparazione Sam Perlozzo, esperto coach di Grande Lega e suggeritore di terza dei Philadelphia Phillies nell'ultima stagione.

Lo staff medico è composto dal dottor Andrea Pellegrini, dal Fisioterapista Massimo Baldi, dallo Psicologo Rafi Colon e dal Preparatore Atletico Gianni Natale.

Il Capo Delegazione è Mario Falaschi.

Dal 21 al 25 febbraio la mattina sarà dedicata alla preparazione atletica, mentre al pomeriggio la nazionale lavorerà sulla tecnica.



Martedì 26 e mercoledì 27 febbraio l'Italia giocherà (alle 14 locali, le 23 in Italia) a Peoria contro una selezione di prospetti dei Mariners.

Il 28 febbraio è prevista una sola seduta d'allenamento (al pomeriggio).

Venerdì 1 e sabato 2 marzo la nazionale giocherà (orario da definire) altre 2 amichevoli a Glendale, contro una selezione di prospetti dei Dodgers.

I giocatori invitati ai Camp di Major League non parteciperanno a questo raduno. Non saranno disponibili prima del 3 marzo, giorno del raduno ufficiale che precede l'inizio del World Baseball Classic, ma ci sono buone probabilità di vederli nella rosa finale: i catcher Butera (Minnesota Twins), La Torre (San Francisco Giants); gli interni Rizzo (Chicago Cubs), Colabello (Twins), Liddi (Seattle Mariners), Bianchi (Milwaukee Brewers); l'esterno De Norfia (San Diego Padres); i lanciatori Grilli (Pittsburgh Pirates) e Venditte (New York Yankees).



Il lanciatore Alessandro Maestri è l'unico della rosa azzurra che gioca in Giappone. Dovrebbe raggiungere il gruppo il giorno 25.

Il programma di avvicinamento alla partita d'esordio con il Messico (giovedì 7 marzo alle 15 locali, mezzanotte in Italia, a "Salt River Field" di Phoenix) prevede una seduta d'allenamento il 4 marzo e 2 amichevoli: martedì 5 marzo contro gli Oakland A'S e mercoledì 6 marzo contro i Los Angeles Angels.

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Olimpiadi 2020: 8 sport per un posto

 

L'Esecutivo del CIO ha deciso che il wrestling non occuperà uno dei 25 posti principali per il programma dei Giochi. La FILA dovrà quindi concorrere con le altre 7 Federazioni della shortlist (inclusa la candidatura unica tra baseball e softball) per entrare. Le presentazioni a maggio a San Pietroburgo, il Congresso a settembre a Buenos Aires.

 

 

di Riccardo Schiroli

L'Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha deciso: il wrestling è fuori dai 25 sport principali del programma delle Olimpiadi del 2020 e si aggiunge ai 7 della lista ristretta (la candidatura unica tra11787.jpgbaseball e softball, karate, pattinaggio a rotelle, sport di arrampicata, squash, wakeboarding e wushu) che concorre alla posizione, a questo punto unica, di sport aggiuntivo.

Golf e rugby a 7, che saranno sport aggiuntivi nel 2016, manterranno il loro status anche nel 2020. I Giochi avranno quindi in quella edizione 28 sport in totale.

La riunione di martedì 11 febbraio ha decretato che i 25 sport principali saranno: atletica, cannottaggio, badmington, basket, boxe, canoa, ciclismo, equitazione, scherma, calcio, ginnastica, sollevamento pesi, pallamano, hockey, judo, nuoto, pentathlon moderno, taekwondo, tennis, ping pong, tiro, tiro con l'arco, triathlon, vela e pallavolo.

Ognuno degli 8 sport candidati a entrare nel programma dovrà presentare la sua candidatura a maggio all'Esecutivo CIO in una riunione in programma a San Pietroburgo. L'Esecutivo proporrà un solo sport per l'inclusione nel programma delle Olimpiadi del 2020 al 125esimo Congresso del CIO, in programma a Buenos Aires dal 7 al 10 settembre.

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Marco Mazzieri: "Per il Classic abbiamo una rosa che mi convince"

 

Il manager della nazionale parla a pochi giorni dalla partenza per il pre raduno di Phoenix e dall'annuncio dei 28 prescelti: "Ormai quasi tutte le scelte sono fatte, il rammarico è non aver potuto attendere la fine dello Spring Training. L'Italia può giocarsela con tutti"

 

 

di Riccardo Schiroli

 

Marco Mazzieri si prepara al suo secondo World Baseball Classic prendendo atto che non potrà contare su molte delle sue prime scelte, né nella composizione dello staff tecnico né per quanto riguarda la rosa.



"In effetti è vero" conferma il manager azzurro "Nello staff tecnico abbiamo avuto le rinunce di Hargrove e Nanni, dovute a motivi diversi. Ma mi preme sottolineare che chi ha preso il loro posto fa parte di uno stesso gruppo di lavoro. Parlo di Frank Catalanotto e Gibo Gerali, che sono già stati con noi in passato e, naturalmente, garantiscono grande qualità e conoscenza del gioco. Dello staff farà parte da quest'anno anche Sam Perlozzo, che ci porterà la sua grande esperienza di veterano delle Grandi Leghe, in campo nel primo periodo di preparazione e come scout durante il torneo".

23444.jpgPer la squadra, magari è diverso: "Penso che andremo al Classic con una squadra piuttosto competitiva".

Intendo, qualche assenza di peso c'è: "Posso confermarlo, ma preferisco non fare nomi. Ripeto: abbiamo una rosa che mi convince. Piuttosto, vorrei esprimere qualche perplessità sul sistema di selezione. Ci siamo trovati a compilare una lista preliminare praticamente al buio, senza aver potuto chiedere le disponibilità. Non è stato un lavoro facile, né per noi tecnici né per gli uffici federali".

C'è stato anche qualche taglio doloroso: "Lo ripeto dal 2007: io lavoro su un gruppo allargato, poi in occasione di ogni torneo devo fare delle scelte, perché il numero di giocatori in rosa è limitato. Ma chi non è stato convocato non è fuori dalla nazionale. Per questo Classic abbiamo scelto di partire da una formazione titolare che avevamo in mente, poi abbiamo riempito le altre posizioni del roster dando priorità ai giocatori che hanno vinto l'Europeo 2012 e buttando naturalmente un occhio al futuro".

Parli di rosa, ma non sono ancora stati ufficializzati 28 nomi: "Ormai i dubbi sono quasi tutti risolti, ma la rosa ufficiale la divulgheremo solo durante i primi giorni di raduno in Arizona, secondo le direttive degli organizzatori. Certo, avremmo preferito fare le scelte dopo lo Spring Training, ma la tempistica non la decidiamo noi".

Che tipo di lavoro svolgerete al Camel Back Ranch? "I primi giorni saranno essenzialmente di preparazione, con uno sguardo particolare al lavoro atletico. Poi inizieremo le amichevoli, visto che i Mariners e i Dodgers ci hanno dato disponibilità a giocare contro i loro giocatori che sono al Pre Camp".

L'Italia giocherà il 26 e 27 febbraio contro i Mariners e l'1 e 2 marzo contro i Dodgers.

In questa prima fase non avrai quasi nessuno della formazione titolare: "I giocatori che sono al Camp di Grande Lega si uniranno solo il 3 marzo. Però avremo a disposizione quasi l'intero gruppo dei pitcher. Visto che Maestri e Venditte ci raggiungeranno il giorno 25, nella prima fase di preparazione mancherà il solo Grilli, che è un veterano che conosco bene e so cosa mi può dare. Non è un vantaggio da poco".

Superare il turno è impossibile? "Penso che l'Italia possa giocarsela con tutti. Ma sono anche estremamente realista e so che vincere 2 partite su 3 da giocare contro Messico, Stati Uniti e Canada non sarà facile. Il Canada è vero che lo abbiamo già battuto, ma il Messico ha sempre superato il turno nelle prime 2 edizioni e lo affronteremo all'esordio, con buone probabilità di trovarci contro il loro miglior pitcher".

In conclusione, cos'è per te il World Baseball Classic? "E' il massimo torneo a livello mondiale, un'occasione per misurarsi con i migliori, sia sul campo di gioco che nell'organizzazione. E' un momento che spero possa compattare tutti gli appassionati attorno a questa nazionale".

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I 28 convocati per il World Baseball Classic

 

La rosa azzurra è in prevalenza un mix tra giocatori IBL (11) e MLB (14), ma ci sono anche 2 giocatori dalle leghe 'indipendenti' e uno (Maestri) dalle Majors giapponesi. Sono 14 i Campioni d'Europa in rosa, dei quali 9 sono atleti di 'scuola italiana'. La squadra di Marco Mazzieri debutterà nel torneo il 7 marzo contro il Messico

 

 

Sono ufficiali le rose delle 16 partecipanti al World Baseball Classic. Le ha rese note la Major League28327.jpg Baseball MLB) con una nota stampa.

 

A questo elenco di 28 giocatori potranno essere fatte modifiche solo in caso di infortuni o gravi motivi personali. In ogni caso, sarà la MLB ad approvare eventuali cambiamenti.

 

Questa la rosa dell'Italia.

 

LANCIATORI (13) Panerati, Pugliese (Fortitudo Bologna), Maestri (Orix Buffaloes-NPB), Mariotti (Quebec Capitals-CanAm League), Grilli (Pittsburgh Pirates-MLB), Cooper, Da Silva (San Marino), Sweeney (Seattle Mariners-MLB), Torra (Washington National-MLB), Crabbe (Cincinnati Reds-MLB), Venditte (New York Yankees-MLB), Serafini (Bridgeport Blue Fish-Atlantic League), Cicatello (Parma)

RICEVITORI (2) Butera (Minnesota Twins-MLB) e Latorre (San Francisco Giants-MLB)

INTERNI (9) Rizzo (Chicago Cubs-MLB), Colabello (Minnesota Twins-MLB), Punto (Los Angeles Dodgers-MLB), Vaglio, Infante (Fortitudo BO), Liddi (Seattle Mariners-MLB), Bianchi (Milwaukee Brewers-MLB), Granato, Costanzo (MLB-Washington Nationals)

ESTERNI (4) Avagnina (San Marino), Denorfia (San Diego Padres-MLB), Chiarini (Rimini), De Simoni (Parma)

27357.jpgCome è noto, un primo gruppo di azzurri è al lavoro al Camel Back Ranch di Phoenix e martedì 26 febbraio inizierà la serie di partite di preparazione.

L'Italia è inserita nel gruppo 'D' con Stati Uniti, Canada e Messico e debutterà alle 21 italiane di giovedì 7 marzo contro il Messico.

Gli Stati Uniti sono certamente l'avversario più temibile del girone, vista la rosa che include 3 ex MVP (Ryan Braun, Jimmy Rollins e Joe Mauer) e l'attuale detentore di premio di miglior lanciatore (Cy Young) della National League R.A. Dickey. Gli stessi Messico (che ha in rosa gli All Star Yovani Gallardo e Adrian Gonzales) e Canada (gli ex MVP Joey Votto e Justin Mourneau e l'All Star Russel Martin) sono avversari di assoluto valore.

Presenteremo le rose delle avversarie degli azzurri nel corso dei prossimi giorni.

 

Il World Baseball Classic si apre sabato 2 marzo a Fukuoka.

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Da Lecce a New York City per tifare Italia

 

Si chiama Pierluigi Mandoi il rappresentante italiano nella MLB Fan Cave World Baseball Classic Edition. Ha 22 anni, studia legge ed è tifoso degli Yankees

 

 

Sarà il leccese Pierluigi Mandoi a rappresentare la nazionale italiana a New York in occasione dell'iniziativa MLB Fan Cave che si terrà durante il World Baseball Classic 2013. Sedici tifosi, uno in rappresentanza di ciascun Paese partecipante al World Baseball Classic, supporteranno infatti da New York le rispettive nazionali durante la competizione, grazie all'iniziativa MLB Fan Cave: World Baseball Classic Edition.

28635.jpgIl ventiduenne Mandoi si innamorò del baseball dieci anni fa, guardando in televisione i New York Yankees e uno spettacolare home-run di Aaron Boone. Fan sfegatato dei New York Yankees, dal 2006 vola tutti gli anni a New York per vederli giocare allo Yankee Stadium, anche in occasione di gara 6 delle World Series 2009, quando gli Yankees vinsero il 27° titolo della loro storia. Studente in legge, Pierluigi Mandoi gioca a baseball nel ruolo di prima base e ogni settimana tiene una trasmissione radio sugli sport americani.

"Sono molto emozionato di rappresentare l'Italia nella MLB Fan Cave”, ha commentato Mandoi. “e anche molto orgoglioso di appartenere alla comunità italiana del baseball, che riunisce sinceri appassionati e grandi esperti di questo sport. Avrò il piacere di tifare per l’Italia dando visibilità agli Azzurri in occasione del più grande evento internazionale del baseball, il World Baseball Classic, quando la squadra proverà a mettere in risalto tutte le qualità e le potenzialità che le hanno permesso di aggiudicarsi gli ultimi due Campionati Europei. Faccio il conto alla rovescia in attesa di vivere questa incredibile e sono certo, indimenticabile esperienza!”.

Durante i 18 giorni dell'iniziativa MLB Fan Cave: World Baseball Classic Edition, i tifosi selezionati assisteranno in diretta a ogni match del torneo a tutte le ore del giorno e della notte. Oltre a sostenere i propri colori nazionali, incontreranno celebrità del baseball e condivideranno le proprie esperienze online attraverso video, blog e social media. Man mano che i vari team verranno eliminati dal torneo, i rispettivi tifosi lasceranno la MLB Fan Cave. I sostenitori delle quattro squadre finaliste parteciperanno quindi al Championship Round di San Francisco per assistere alla fase finale del World Baseball Classic Championship.

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Il World Baseball Classic su ESPN America

 

Sul canale 214 della piattaforma di SKY è prevista un'ampia copertura del torneo, a partire dai gironi che si aprono il 2 marzo a Fukuoka e Taichung. E' già in palinsesto la diretta di tutte e 3 le partite che la nazionale italiana disputerà nella prima fase contro Messico, Canada e Stati Uniti

 

 

E' tutto pronto per il World Baseball Classic 2013. Il torneo prenderà il via il 2 febbraio a Fukuoka (Giappone) con Brasile-Giappone alle 11 italiane (Cina e Cuba sono le altre partecipanti al girone) e a Taichung (Taiwan) con Australia-Taiwan alle 5 italiane (Corea e Olanda sono le altre componenti di questo gruppo).

 

ESPN America (visibile, in HD, in Italia sul canale 214 della piattaforma SKY) si è assicurata i diritti per trasmettere le partite del torneo e prevede una massiccia copertura, che include tutte le fasi del torneo, fino alla gara per il titolo in programma a San Francisco il 19 marzo.

ESPN America trasmetterà le 3 partite della prima fase che vedono impegnata, nel girone di Phoenix, la nazionale italiana. Questo è il calendario (orari italiani).

 

giovedì 7 marzo ore 21 Messico-Italia

venerdì 8 marzo ore 20.30 Italia-Canada

notte tra sabato 9 e domenica 10 marzo ore 3 Italia-Stati Uniti

 

Il girone di San Juan (Porto Rico) si apre con un intrigante Venezuela-Repubblica Dominicana a mezzanotte e mezza della notte tra venerdì 7 e sabato 8 marzo.

Questo è comunque il calendario completo delle trasmissioni (in diretta e differita) previste da ESPN12350.jpg America

Taipei – Australia, in diretta sabato 2 marzo alle ore 5.00

Giappone – Brasile, in diretta sabato 2 marzo alle ore 11.00

Olanda – Corea, in differita sabato 2 marzo alle ore 22.00

Taipei – Olanda, in diretta domenica 3 marzo alle ore 7.30

Giappone – Cina, in diretta domenica 3 marzo alle ore 11.00

Cuba – Cina, in diretta lunedì 4 marzo alle ore 8.30

Australia – Corea, in diretta lunedì 4 marzo alle ore 11.30

Australia – Olanda, in diretta nella notte tra lunedì 4 e martedì 5 marzo alle ore 5.30

Cina – Brasile, in diretta martedì 5 marzo alle ore 9.30

Corea – Taipei, in diretta martedì 5 marzo alle ore 12.30

Cuba – Giappone, in diretta mercoledì 6 marzo alle ore 11.00

Italia – Messico, in diretta giovedì 7 marzo alle ore 21.00

Repubblica Dominicana – Venezuela, in diretta nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 marzo alle ore 00.30

Italia – Canada, in diretta venerdì 8 marzo alle ore 20.30

Porto Rico – Spagna, in diretta venerdì 8 marzo alle ore 23.30

Usa – Messico, in diretta nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 marzo alle ore 3.00 (in replica, sabato 9 marzo alle ore 14.00)

Spagna – Repubblica Dominicana, in diretta sabato 9 marzo alle ore 17.00

Italia – Usa, in diretta nella notte tra sabato 9 e domenica 10 marzo alle ore 3.00

Canada – Messico, in differita domenica 10 marzo alle ore 14.30

Usa – Canada, in diretta domenica 10 marzo alle ore 21.00

Porto Rico – Repubblica Dominicana, in diretta nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 marzo alle ore 00.30

Come è noto, il torneo prosegue con i 2 gironi della seconda fase (Tokyo, Giappone, dall'8 al 16 marzo e Miami, Stati Uniti, dal 12 al 16 marzo), la cui copertura verrà annunciata successivamente.

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Fuoricampo, sorrisi e tanto lavoro

 

Il primo homer di Alex Liddi nello spring training dei Mariners vale una visita speciale: quella nella locker room azzurra, prima che l’Italia giochi la sua prima amichevole, proprio contro una selezione di giovani prospetti di Seattle

 

 

da Peoria, Arizona, Michele Gallerani

 

Alex Liddi è già focalizzato sul World Baseball Classic, anche se il suo impegno, in questi giorni di vigilia è ancora con i Seattle Mariners. La Cactus League gli farà indossare la divisa dei Mariners fino a domenica. Da quel momento in poi, però, il terza base sanremese si concentrerà su ciò che dovrà fare con la divisa azzurra. Tutto ciò però non significa che la I sul cap dell’Italia non sia sempre nella sua mente e così, dopo aver trascinato i Mariners alla vittoria nella sfida contro gli Angels di lunedì a Peoria, tra una fase di batting practice e il trasferimento al campo dei Brewers per un’altra partita, c’è il tempo per fare un salto al volo nello spogliatoio dell’Italia. Liddi, infatti, con un fuoricampo da due punti al settimo inning della partita di lunedì ha scatenato la rimonta dei Mariners contro gli Angels: “era una bella palla dritta che non potevo lasciarmi scappare” ha detto l’azzurro mentre chiacchierava con i suoi compagni di nazionale “finalmente sono riuscito a battere la prima valida della stagione: proprio una gran legnata”…non c’è che dire, è andata fuori dallo stadio.

Ma non c’è tempo di soffermarsi troppo su quanto fatto, siamo solo alle prime uscite e tutto è ancora da fare. Liddi, come del resto la nazionale azzurra di Mazzieri, sta lavorando duro per arrivare all’esordio nel Classic contro il Messico, nella migliore condizione possibile. La visita nello spogliatoio azzurro è stata velocissima. Giusto il tempo di abbracciare il capitano Mario Chiarini, in nome di tutta la squadra e scambiare due battute con tutti: “adesso è ora di scappare” ha detto dopo essersi concesso anche alla macchina fotografica “abbiamo fatto una prima parte di allenamento qui, ora andiamo a Glendale per giocare contro i Brewers”. Un invito ai compagni: “mi raccomando, oggi, dateci dentro!” e poi via per tornare in campo, mentre gli azzurri cominciavano il BP, per la loro prima amichevole.

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Riscatto azzurro contro i Mariners

 

Italia 6, Seattle 4: è il risultato finale della seconda amichevole pre-Classic che la formazione di Mazzieri ha sostenuto a Peoria, contro una selezione di giovani prospetti della franchigia americana. Buona prestazione del monte di lancio, nello specifico del partente Alessandro Maestri, e del box di battuta

 

 

da Peoria, Arizona, Michele Gallerani

 

Maestri comincia e Chiarini rifinisce; in mezzo: tanti esperimenti, sia sul mound, sia nel box di battuta, e un’ottima prestazione di squadra. La vittoria azzurra, nella seconda amichevole contro una selezione di giovani prospetti dei Seattle Mariners, porta la firma dei due riminesi, ma non solo. La squadra di Mazzieri dimostra di essere in crescita e che l’occhio sulla palla comincia a essere sempre più allenato.

Il gruppo è ancora un cantiere (i major leaguers arriveranno domenica), il lavoro tosto di condizionamento atletico, proiettato verso le partite del World Baseball Classic, inevitabilmente si fa sentire ma il progetto progredisce e migliora sempre di più. Il line-up presenta qualche lieve variazione rispetto a quello della partita di martedì, la rotazione dei lanciatori è completamente diversa, proprio per continuare ad allenarsi giocando. Di fronte i Mariners fanno la stessa cosa, questa volta però gli azzurri sono molto più precisi e cinici, scaltri nell’approfittare delle occasioni che si presentano e portano a casa una vittoria 6-4.

I primi due inning (Mazzieri in accordo con il suo staff decide di dare più di una ripresa solo ad Alessandro Maestri) sono letteralmente dominati dalla drittae dal set-up slider del pitcher degli Orix Buffaloes, che sembra già ad un ottimo livello di forma, visto anche lo spring-training effettuato in Giappone, dove tornerà dopo il suo terzo Classic in carriera. Nel frattempo il capitano Mario Chiarini porta in vantaggio l’Italia: triplo più productive-out di Pantaleoni.

Allungo al quinto, con il punto del 2-0 segnato da Ambrosino, anche in questa seconda partita molto presente e solido, sia in difesa, sia in attacco. Intanto i lanciatori si alternano sul monte (Serafini, Sweeney, Cooper, Crabbe) e, seppure ci sia qualche momento di difficoltà, i Mariners non riescono a produrre. Al settimo inning il margine si allunga fino al 5-1, Santora (entrato al posto di Granato), ancora Chiarini e Reginato (sostituto di Sabbatani) segnano e alla fine della ripresa lo score recita altre due valide. L’ottavo è l’inning più duro per la difesa azzurra, che subisce tre punti e il tentativo di rimonta: Richetti, comincia bene (strike-out e volata al centro), ma poi subisce tra valide (e altrettanti punti) consecutive che fanno anticipare l’ingresso di Torra: per lui alla fine non una ripresa completa, ma un solo uomo eliminato (su due affrontati) con un K. Chiude Pat Venditte che, per dare la possibilità ai Mariners di far fare turni in battuta a tutti i giocatori, su accordo dei Manager, addirittura ne deve eliminare quattro in una sola ripresa.

Ora il programma degli azzurri prevede un giorno off, per quanto riguarda le partite, dedicato comunque al condizionamento atletico e alla tecnica in campo e poi si tornerà a giocare in amichevole contro una selezione dei Los Angeles Dodgers (anche in questo caso di tratta di giovani prospetti) nelle giornate di venerdì e sabato, 1 e 2 marzo.

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Armonia, lavoro e motivazione: i segreti dell'Italia di Mazzieri

 

Il Manager azzurro traccia un primo parziale bilancio dopo le prime due amichevoli giocate a Peoria, contro i Mariners. In attesa che arrivino i giocatori di Major League, che si aggregheranno domenica 3 marzo, Mazzieri si dice soddisfatto della grande abnegazione dei suoi ragazzi

 

 

da Glendale, Arizona, Michele Gallerani

 

Cinque giorni di allenamento e due amichevoli, una settimana dello Spring Training della Nazionale Italiana è passata. È tempo di cominciare a ragionare sul lavoro fatto e su quanto si deve ancora fare per arrivare pronti all’esordio contro il Messico, nel World Baseball Classic.

La prima partita è fissata alle 13.00 di giovedì 7 marzo (in Italia le ore 21, in diretta su ESPN America) e il Manager, Marco Mazzieri non si ferma mai un attimo. Sempre il primo ad arrivare al campo (il Camelback Ranch, casa dei Chicago White Sox, ma soprattutto dei Los Angeles Dodgers, dei quali l’allenatore azzurro è anche scout internazionale), ultimo ad andarsene, cerca di non lasciare alcunché al caso. In un attimo di sosta, mentre i ragazzi svolgono la fase di condizionamento atletico agli ordini di Gianni Natale, proviamo a rubargli qualche secondo per capire quale sia il grado di soddisfazione, dopo i primi sette giorni di attività in Arizona.

L’Italia nelle prime due uscite ha fatto registrare una sconfitta e una vittoria, ma è tutto nella normalità: “nella prima partita, la prima dall’Europeo vinto a Rotterdam, non potevamo aspettarci niente di più” afferma molto sereno il Manager Azzurro “l’idea è quella di cercare di migliorarci giorno per giorno. Siamo molto confortati dalla prova che abbiamo fornito nel match che abbiamo vinto, perché i ragazzi si sono mossi molto bene, sia dal punto di vista atletico, sia dal punto di vista tecnico”.

Ora però bisogna pensare che questo gruppo cambierà molte delle pedine, visto che domenica arriveranno i giocatori che hanno partecipato ai camp di Major League… “Non sarà un problema il loro inserimento. Molti di loro hanno già fatto parte di questo gruppo, i nuovi sono solo cinque o sei, ma io parlo quotidianamente con loro e, se possibile, sono ancora più motivati di quelli che invece hanno lavorato finora”.

Qualche giorno fa dicesti di essere molto fiducioso, ora a che grado di consapevolezza siete arrivati? “Sono ancora più fiducioso, perché il lavoro che abbiamo fatto, in grande armonia, è veramente di alta qualità, anche grazie ai consigli di Tom Trebelhorn e Sam Perlozzo. La voglia della squadra è tanta. Domenica si chiuderà la prima fase della preparazione, inizierà la seconda…”

Apparentemente potrebbe sembrare un discorso in sospeso; invece è solo l’inizio della sfida a Messico, Canada e Stati Uniti.

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Chiusa la prima fase di preparazione al Classic

 

Italia sconfitta dai Dodgers nell'ultima amichevole prima dell'arrivo di tutti i giocatori di Major League. Da domenica si cambia la sede del "ritiro" e si comincerà a pensare alle grandi sfide contro Messico, Canada e Stati Uniti

 

 

da Glendale, Arizona, Michele Gallerani

 

La prima fase della preparazione azzurra, in vista del World Baseball Classic, è terminata con la quarta amichevole in cinque giorni, giocata su uno dei campi secondari del Camelback Ranch di Glendale, contro una formazione dei Los Angeles Dodgers.

Da domenica si aggregano alla squadra i giocatori di Major League, che finora hanno sostenuto lo Spring Training con le rispettive franchigie, il ritiro azzurro cambia sede, trasferendosi a Phoenix downtown e l’attenzione dei ragazzi di Mazzieri comincerà a trasferirsi sull’imminente avvenimento che metterà la nazionale di fronte a Messico (esordio giovedì 6 marzo, alle 21 ora italiana), Canada (venerdì 6, ore 20.30) e Stati Uniti (sabato 7, ore 3.00).

L’ultima amichevole “non ufficiale”, il programma dello Spring Training, infatti, prevede due appuntamenti calendarizzati nell’ambito della Cactus League contro Oakland A’s (martedì) e Los Angeles Angels (mercoledì), ha portato una sconfitta, molto più difficile da digerire rispetto alle due rimediate contro Mariners e Brewers: 11-2, il risultato finale (su undici inning), anche se al nono il risultato sarebbe stato 5-2.

Il Manager azzurro, ancora una volta, ha voluto vedere tutti i lanciatori che – non essendo saliti sul monte il giorno prima contro Milwuakee – erano a disposizione. L’inizio è affidato ad Alessandro Maestri, uno dei probabili partenti del Classic e subito si è visto che la giornata non sarebbe stata delle più propizie. Un paio di imprecisioni e situazioni sfortunate, un errore e l’Italia si trova subito in svantaggio 2-0. Con Maestri che alla fine chiude le tre riprese complete che Mazzieri avrebbe voluto vedere, Desimoni e Avagnina, con la collaborazione di Granato e Pantaleoni, al terzo costruiscono il pareggio.

28694.jpgL’equilibrio dura poco, nonostante una buona prestazione di Chris Cooper (secondo a salire sul mound e ritratto nella foto di a fianco di MG-Oldmanagency). Tra il quarto e il sesto inning – quando in pedana c’è Brian Sweeney – arrivano i tre punti che darebbero il risultato finale se il match si chiudesse al nono.

Si arriva però fino all’undicesimo: salgono sul monte anche Torra e Serafini (0.2 ciascuno), D’Amico e Richetti e Venditte. Mentre D’Amico e Richetti non sembrano essere nella loro giornata migliore (la stanchezza di questa prima fase di preparazione si fa chiaramente sentire), l’ambidestro pitcher degli Yankees dà dimostrazione di essere un validissimo closer e con la sua performance si dà l’addio al Camelback Ranch, da domenica si entrerà ufficialmente nel clima della grande lega e si avvierà l’operazione World Baseball Classic.

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Italia, iniziata l'ultima preziosa fase di rifinitura

 

Tra un arrivederci e un benvenuto, il gruppo della nazionale azzurra ha perso qualche pedina che aveva partecipato allo spring training e si è arricchito dei giocatori di Major League. Ora comincia la settimana più difficile, ma anche bella. L'operazione World Baseball Classic ha ufficialmente preso il via

 

 

da Phoenix, Arizona, Michele Gallerani

 

Il paesaggio cambia, le prospettive no.

 

L’Italia si è definitivamente trasferita a Phoenix, dove giovedì esordirà nel World Baseball Classic. Dopo aver completato la preparazione ora è tempo di concentrarsi sulla rifinitura, in vista delle partite che contano. La squadra, ancora senza i giocatori che finora si sono allenati nello Spring Training di Major League, ha preso possesso di Papago Field. In questo complesso nascono e si alimentano le speranze dei giocatori di minor league degli Oakland A’s, per capirci meglio: è training camp il complesso dove nasce la storia del “Billy Bean” di Brad Pitt, raccontato nel film Moneyball.

Al gruppo si è aggiunto anche 28721.jpgFrank Catalanotto (ndr ultimo a sinistra nella foto a fianco, mentre Marco Mazzieri tiene a rapporto la squadra), che aveva già vestito la casacca azzurra nelle due precedenti edizioni del Classic (2006 e 2009), ma da giocatore; ora il suo ruolo è cambiato e sarà il coach di terza base.

Il manager azzurro, Marco Mazzieri, prima di cominciare a lavorare nel nuovo impianto ha voluto far sapere alla squadra di non aver assolutamente apprezzato la prestazione fornita nel corso dell’ultima partita amichevole contro una selezione di giovani prospetti dei Los Angeles Dodgers: una partita nella quale è stato fatto poco di produttivo, troppi sono stati gli strike-out subiti senza dimostrare la vera pasta di una squadra che, come dice lo stesso Mazzieri, fin dal Galà dei Diamanti dello scorso 8 dicembre, “può battersi ad armi pari con tutti”. Nel breve discorso alla squadra lo skipper azzurro ha chiesto ai ragazzi di ripensare all’ultima amichevole e da lì ripartire cercando di avere un atteggiamento maggiormente aggressivo.

 

Poi è giunto il momento di lavorare, anche se ancora a ranghi ridotti. Condizionamento atletico, comandato da Gianni Natale, e poi i lanciatori hanno lavorato su una sessione di lanci, senza forzare, mentre i giocatori di posizione si sono alternati nel batting cage per il più classico dei batting practice. La giornata è terminata con il trasferimento definitivo nel nuovo hotel, sede del ritiro azzurro, situato al centro di Phoenix, dove in serata sono arrivati anche tutti gli altri componenti della delegazione, tra i quali tutti i giocatori di Major League.

 

Nel frattempo si è chiusa l’avventura di quattro giovani, che Mazzieri aveva portato con sé per lo spring training. Marco Sabbatani, Andrea Starnai, Giovanni Pantaleoni e Alessandro Grimaudo si sono imbarcati per l’Italia, un po’ più tristi, ma arricchiti di una grande esperienza che servirà loro per crescere e chissà, puntare a far parte del gruppo tra quattro anni. Saranno i primi tifosi degli azzurri dall’Italia.

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L'Italia ha un tifoso molto speciale

 

Il Presidente del Chievo Verona, Luca Campedelli racconta il suo amore nei confronti del baseball. Una confessione in piena regola, dalla quale emergono competenza e tifo. Il suo in bocca al lupo particolarmente sentito agli azzurri per il World Baseball Classic

 

 

di Michele Gallerani

 

Chi l’avrebbe mai detto? Eppure è vero! Luca Campedelli, presidente del Chievo Verona, un uomo dai mille interessi, un imprenditore illuminato, un presidente di una società calcistica che è diventata famosa nel mondo per essere un modello, quando può si ferma e si fa rapire dal baseball. Lo farà anche in questi giorni, nella sua casa di Verona, per gustarsi il World Baseball Classic, tifando ovviamente Italia.

 

Una passione vera, lo si capisce da come parla e da quante cose conosca del baseball, italiano e MLB. Un interesse, quasi una dedizione, che quest’anno si è trasformata concretamente nella scelta di far scendere in campo i suoi giocatori con una maglia che ricordasse una divisa da gioco. Molti pensavano che fosse quella gialla e verde (la seconda maglia del Chievo stagione 2012-2013) in onore dei colori degli Oakland A’s, ritratti da Brad Pitt nel film Moneyball, che dipinge la vera storia di uno dei General Manager più riformatore degli ultimi anni, invece no: “è la terza maglia, quella che ho scelto in onore del baseball”, ci racconta. “Però quel film mi è piaciuto molto. Mi ha fatto pensare che purtroppo quel sistema in Italia, nel nostro sport, non sia applicabile, se non per quel che riguarda la ricerca dei giocatori. Non certo per come è costruita la società”.

In che senso, Presidente? “Nel senso che negli Stati Uniti il sistema sportivo è completamente diverso: non ci sono le retrocessioni, le società sono aziende di grandi dimensioni, che muovono tantissimi soldi, ma soprattutto tantissime persone; una infinità di giocatori. Dove si possono prendere rischi. Un colpo di 28741.jpggenio, come quello che è raccontato nel film, può diventare un progetto altamente vincente, ma avere certi colpi di genio è molto meno rischioso che da noi. Al massimo, per una stagione fallimentare, si può essere sbertucciati dai tifosi avversari, criticati dalla stampa, ma finisce tutto lì. Il nostro è un sistema che funziona in maniera molto diversa”.

Crede che si possa cambiare qualcosa? “Non si può certo dire di no, in maniera categorica. Noi, per esempio, stiamo cercando di costruire un centro sportivo come quello in cui vi trovate voi in questi giorni per preparare il WBC; un progetto ambizioso, ma che spesso trova ostacoli: per noi, come per altre società. L’ostacolo più duro da superare è quello della burocrazia, che negli Stati Uniti, invece funziona molto meglio. Ma un giorno spero ci si possa arrivare. Ci vuole follia però, nel senso che bisogna avere idee geniali, al limite del folle e partire. Investire, progettare, costruire e alla fine si potrebbero raggiungere grandissimi risultati”.

Il caso vuole che, in questi giorni, la squadra di Marco Mazzieri si stia allenando proprio in uno di quei punti vitali della storia degli Oakland A’s, Papago Field (a sinistra l'esterno azzurro Chris Denorfia ex A's, mentre lavora nella palestra del centro sportivo a est di Phoenix), da dove ha preso spunto la sceneggiatura e l’ambientazione di Moneyball e dove la prima amichevole ufficiale, inserita nel calendario della Cactus League, vedrà l’Italia sostenere il penultimo test prima dell’esordio al Classic, contro i gialloverdi.

E qui torniamo al discorso iniziale: “non è la maglia gialloverde” continua Luca Campedelli “che ha un significato di amore verso il baseball. Quella è stata fatta in onore del Manchester City. È la terza, quella bianca con le righine blu (ndr stile New York Yankees) quella che ho voluto per ricordare questa mia grande passione. E non mi faccia dire che sono tifoso della squadra più famosa del mondo perché non è vero…”

A questo punto ci deve dire qual è… “ma sì, lo posso anche svelare” dice dopo un po’ di titubanza28742.jpg “d’altronde non si tratta di calcio. Sono un grandissimo tifoso dei San Francisco Giants, una squadra grandiosa, che dopo tanti anni di difficoltà, negli ultimi tre anni è arrivata a vincere le World Series 2 volte. E poi perché nel 2011 si è infortunato il giocatore più talentuoso che abbia mai visto negli ultimi dieci anni: Buster Posey, se no avrebbero vinto anche quell’anno”. Non facciamo in tempo a fermarlo per porgli qualche domanda su predilezione, che Campedelli prosegue come fosse un fiume in piena. La sua è una cultura baseballistica quasi smisurata. “Posey è uno, ma ho anche altri grandi idoli: Brian Wilson e Sergio Romo, anche per il loro estro, la loro capacità di essere personaggi anche fuori dal campo, mi piacciono tantissmo”. Eh no! Caro presidente, non può tifare Romo… “lo so che sarà nostro avversario nella partita di esordio, ma so anche che la squadra di Mazzieri è pronta per affrontare qualsiasi avversario. Mi sto preparando ad accendere ESPN America (ndr canale 214 del pacchetto Sky) giovedì e venerdì sera, compatibilmente con i miei impegni. Magari farò un po’ più fatica sabato notte, contro gli Stati Uniti, ma credo che gli azzurri ce la possano fare. Abbiamo grandi campioni che hanno fatto la storia di questo sport, come Mike Piazza che sapranno dare un grande contributo alla squadra e poi so che c’è un giocatore azzurro che è un Giants come me (ndr Tyler Latorre, che tatuato sulla schiena ha un tricolore a forma di scudetto, è sotto contratto con la franchigia dei Giants) che saprà dare qualcosa di più… Sa….noi Giants”.

L’intervista è quasi agli sgoccioli, ma il presidente Campedelli, in quanto a baseball, sarebbe da tenere al telefono per ore, ore e ore. La sua è una passione vera, che addirittura nasce dal cricket, una predilezione quasi maniacale, ma forse questo è un po’ il difetto, o meglio, il pregio di tutti noi che amiamo il baseball e che da oggi sappiamo di avere un insospettabile compagno di viaggio in più.

L’ultima domanda è quasi obbligata, scontata: quindi, presidente Campedelli, la sua è una promessa? Guarderà le partite della nazionale contro Messico, Canada e Stati Uniti in tv? “Ovvio! Le guarderò e tiferò, sperando che si possa andare a Miami. In bocca al lupo Italia, FORZA AZZURRI!

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Pat Venditte: "Amo la maglia azzurra"

 

Il pitcher della franchigia degli Yankees è l'unico al mondo in grado di salire sul monte e lanciare con entrambe le braccia. Al Classic, però, giocherà da mancino. La sua storia suscita grande interesse tra i media americani, ma lui dichiara l'amore per l'Italia

 

 

da Phoenix, Arizona, Michele Gallerani

 

Uno yankee che veste la maglia azzurra. Dopo Cervelli, che quest’anno ha rinunciato alla convocazione di Mazzieri, per cercare di conquistarsi un posto da titolare con New York, Pat Venditte è entrato nella locker room azzurra, arrivando proprio dal camp di spring training degli Yankee a Tampa. Il ventottennte lanciatore di Omaha nel Nebraska, ma con i bisnonni che arrivano da Vinchiaturo, provincia di Campobasso, è già molto famoso nel mondo del baseball: gioca in Triplo A, a Scranton, ma soprattutto è l’unico pitcher al mondo che lancia con entrambe le braccia e che ha perfino fatto cambiare le regole del baseball. Dopo una

,quando con la maglia degli Staten Island Yankees affrontando i Brooklyn Cyclones vi fu una incredibile sequenza di cambi (suoi) sul monte e del battitore che stava affrontando nel box, è infatti stata scritta la regola che prima del match deve decidere con quale braccio lanciare. Prima di allora era in grado di cambiare a partita in corso, a seconda del battitore che si trovava ad affrontare.

Sorride quando cominciamo a fargli raccontare di questa stranezza: “prima potevo cambiare, adesso non più. Devo decidere io, comunicarlo e poi i battitori hanno questo vantaggio di poter scegliere. È una regola che non mi piace, ma c’è”.

Chiaramente nasce spontanea la curiosità di capire perché sia cresciuto allenando entrambe le braccia… “non so perché mio padre abbia avuto questa idea quando ero un ragazzino” comincia a raccontare, 28781.jpgabbastanza eccitato “Fu mio papà a decidere che avrei dovuto allenarmi sia di destro sia di sinistro e oggi, a essere sinceri, gli sono molto grato. Ho lavorato molto, ma mi ha dato grandi possibilità e se sono qui adesso è proprio grazie a lui”. (nella foto a sinistra Pat ritratto con il suo prezioso guanto a "sei dita" che gli permette di utilizzare indifferentemente la mano destra o quella sinistra).

È arrivato in alto, molto in alto. Per un ragazzo che inizia a giocare a baseball, ci sono due sogni, probabilmente: giocare in Major League e farlo per gli Yankees. Il secondo è quasi totalmente concretizzato. La sua carriera, infatti, finora si è sviluppata proprio nella franchigia con le pin-stripes, ora manca l’ultimo salto, quello verso la grande lega: “sono veramente molto contento di far parte di questa organizzazione. È un onore fare parte di una franchigia così importante nel mondo del baseball e riconosciuta in tutto il mondo”.

Anche se c’è un terzo sogno, in questo caso già realizzato entrando nello spogliatoio dell’Italia, che pervade la mente di Venditte : “Sono estremamente orgoglioso di vestire la casacca azzurra. È vero, è un sogno che diventa realtà. Qualcuno dovrebbe svegliarmi. Sto vivendo una esperienza incredibilmente affascinante e non vedo l’ora che arrivi il momento di iniziare a giocare nel World Baseball Classic”.

Ormai ci siamo, il tuo esordio è vicino: quando hai cominciato a pensare che saresti potuto arrivare fino a qui con la divisa dell’Italia? “Nel 2009, dopo aver visto le partite che l’Italia giocò a Toronto, vincendo anche contro il Canada, mi sono detto: lavorando duro e dando tutto me stesso, un giorno potrei arrivare lì anche io. Sarebbe il mio sogno e quando un anno fa Mazzieri mi ha chiamato e mi ha detto che rientravo nel progetto WBC ho subito iniziato le pratiche per poter avere il passaporto”.

Hai parlato del sogno di vestire la divisa dell’Italia, ma quello di diventare un giocatore di Major League in pianta stabile è forse più importante? “Non direi più importante. È un altro sogno che vorrei realizzare, ma si equivalgono. Anche in questo caso però so che devo lavorare tantissimo, perché non è una cosa semplice. Ma quello verrà, adesso sono veramente concentratissimo su questa avventura bellissima, che sto vivendo. Sono molto eccitato dalla maglia della nazionale, dal fatto di essere qui con tutti questi grandi campioni di Major League, che possono insegnarmi tanto “.

Ma non hai mai pensato che avresti potuto giocare anche con gli Stati Uniti? “No, mai! L’Italia è stata la prima chiamata che ho ricevuto, amo questa casacca e non la cambierei con nessuno”.

Una dichiarazione di amore che gli fa brillare gli occhi che potrebbero inumidirsi ancora di più se l’Italia dovesse procedere nel World Baseball Classic: “non pensiamo a quello, adesso” dice, anticipando la domanda “Pensiamo solo partita per partita: prima vogliamo battere il Messico, poi penseremo alla partita contro il Canada e infine agli Stati Uniti”.

In bocca al lupo, Pat. In bocca al lupo, Italia… pochi giorni nello spogliatoio azzurro e ha già imparato la risposta: “Crepi il lupo!”

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Una spiegazione per chi frequenta "Baseball su VS", che magari uno che segue il baseball da per scontata, ma che in realtà è opportuna, anche per ben capire cosa sia in realtà il World Baseball Classic.

Una volta il Campionato del Mondo era torneo sotto l'egida I.BA.F. (International Baseball Federation), ossia per noi calciofili l'equivalente della FIFA.

La MLB - Major League Baseball, la massima espressione del baseball professionistico mondiale, ha però voluto questo torneo, per dar modo anche ai giocatori professionisti di vestire la casacca del proprio Paese, considerato poi che quando si disputava il Mondiale IBAF (stessa cosa purtroppo per il torneo Olimpico), gli atleti di MLB erano impegnati in campionato (inizio in marzo, con le World Series a ottobre/novembre), e quindi non potevano prendervi parte. Si pensi che il Campionato USA di MLB non si fermò neppure per la II Guerra Mondiale.

Pertanto il World Baseball Classic, giunto alla 3^ edizione, in seguito ad un accordo tra MLB ed IBAF, assegna di fatto il titolo di Campione del Mondo.

Gli Stati Uniti si affidano quest'anno alla guida di Joe Torre, ex manager dei New York Yankees e dei Los Angeles Dodgers. Inutile dire che sono i grandi favoriti, inseriti nel girone dell'Italia, insieme al Messico ed al Canada.

La rosa azzurra è composta da 15 Campioni d'Europa, titolo conseguito lo scorso anno in Olanda, integrati da 13 nostri rappresentanti in MLB, tra i quali oltre Alex Liddi ed Alessandro Maestri, figurano i lanciatori Crabbe (Cincinnati Reds), Venditte (New York Yankees, unico lanciatore ambidestro, ma che con l'Italia lancerà da mancino) e Sweeney (Seattle Mariners, compagno di squadra di Liddi).

Altra grande favorita è il Giappone, se non altro per aver vinto le prime due edizioni di questa importante manifestazione.

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Una spiegazione per chi frequenta "Baseball su VS", che magari uno che segue il baseball da per scontata, ma che in realtà è opportuna, anche per ben capire cosa sia in realtà il World Baseball Classic.

Una volta il Campionato del Mondo era torneo sotto l'egida I.BA.F. (International Baseball Federation), ossia per noi calciofili l'equivalente della FIFA.

La MLB - Major League Baseball, la massima espressione del baseball professionistico mondiale, ha però voluto questo torneo, per dar modo anche ai giocatori professionisti di vestire la casacca del proprio Paese, considerato poi che quando si disputava il Mondiale IBAF (stessa cosa purtroppo per il torneo Olimpico), gli atleti di MLB erano impegnati in campionato (inizio in marzo, con le World Series a ottobre/novembre), e quindi non potevano prendervi parte. Si pensi che il Campionato USA di MLB non si fermò neppure per la II Guerra Mondiale.

Pertanto il World Baseball Classic, giunto alla 3^ edizione, in seguito ad un accordo tra MLB ed IBAF, assegna di fatto il titolo di Campione del Mondo.

Gli Stati Uniti si affidano quest'anno alla guida di Joe Torre, ex manager dei New York Yankees e dei Los Angeles Dodgers. Inutile dire che sono i grandi favoriti, inseriti nel girone dell'Italia, insieme al Messico ed al Canada.

La rosa azzurra è composta da 15 Campioni d'Europa, titolo conseguito lo scorso anno in Olanda, integrati da 13 nostri rappresentanti in MLB, tra i quali oltre Alex Liddi ed Alessandro Maestri, figurano i lanciatori Crabbe (Cincinnati Reds), Venditte (New York Yankees, unico lanciatore ambidestro, ma che con l'Italia lancerà da mancino) e Sweeney (Seattle Mariners, compagno di squadra di Liddi).

Altra grande favorita è il Giappone, se non altro per aver vinto le prime due edizioni di questa importante manifestazione.

Quindi per gli Stati Uniti ci saranno tutti i giocatori professionisti?

Immagino che allora non ci sarà storia, no?

Comunque sto guardando la partita, l'Italia so che è campionessa d'Europa in carica, ma a livello mondiale com'è messa?

 

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L'Italia è monumentale

 

Nella partita d'esordio al World Baseball Classic gli azzurri hanno battuto il Messico 6-5 alla fine di un'altalena di punteggio sconsigliabile ai deboli di cuore. In vantaggio per primi, sotto 2 volte, i ragazzi di Mazzieri si sono dimostrati una grande squadra. L'ultimo out è stato Jorge Cantu, che era in battuta con tutte le basi occupate e il conto pieno

 

 

da Scottsdale, Riccardo Schiroli

 

A Scottsdale è successo di tutto, a cominciare da una blown save (e partita persa) di Sergio Romo, il closer dei San Francisco Giants che hanno trionfato alle World Series. Ma la cosa più importante che è successa è che l’Italia ha battuto (6-5) il Messico nella partita di apertura del World Baseball Classic. Quella degli azzurri è un’impresa memorabile, anche perché non è arrivata in una giornata di grazia. L'Italia, che era passata in vantaggio colpendo al primo attacco, ha sprecato qualcosa sulle basi e avuto qualche leggera sbavatura in difesa. Nulla di davvero grave, ma si è sempre detto che per vincere a questi livelli l’Italia deve essere perfetta. Non lo è stata e ha vinto comunque. Dimostrando prima di tutto di appartenere a questo livello. E poi, di avere il cuore di un grandissimo gruppo.

28818.jpgSi gioca in una splendida giornata a al "Salt River Field", con una temperatura attorno ai 23 gradi. Il pubblico è quasi tutto, ma era prevedibile, per il Messico. L'Inno di Mameli cantato da Pietro Rainone, che si accompagna alla chitarra, emoziona.

Come annunciato, Rodrigo Lopez inizia la partita in pedana e gli azzurri rispondono con John Mariotti.

Lopez usa la palla veloce solo per rendere più efficaci i lanci. La strategia ha successo contro Nick Punto, che guarda il terzo strike. De Norfia lavora il conto fino ai 3 ball e 2 strike, poi spedisce una linea tra esterno destro ed esterno centro per un doppio. I singoli in sequenza di Rizzo e Liddi valgono il primo punto. Dopo l'eliminazione al piatto di Colabello, Costanzo tocca una radente tra prima base e seconda base che vale la seconda segnatura azzurra. I 4 ball a Chiarini riempiono le basi per Bufera che, sul conto pieno, tocca 2 volte in foul e poi gira a vuoto una palla ad effetto esterna che sarebbe facilmente stata il quarto ball.

Il Messico risponde subito con gli interessi. L'esterno centro Arredondo guadagna la base per ball e il28834.jpg seconda base Pena spara una cannonata al centro. De Norfia evita che la palla arrivi alla recinzione e quindi obbliga Arredondo a fermarsi in terza. Il terza base Cruz è al volo in zona di foul dal catcher. L'Italia perde una grossa occasione di ottenere il secondo out quando il Messico pasticcia sulle basi: su una palla che sfugge a Butera, Pena arriva fino in terza con Arredondo inchiodato al cuscino, ma riesce a tornare in seconda prima che arrivi l'assistenza del catcher azzurro. Le basi poi si riempiono per il designato Jorge Cantu con i 4 ball ad Adrian Gonzalez. Sul primo lancio di Mariotti, Cantu manda un missile tra Chiarini e De Norfia che sparecchia le basi e porta il Messico in vantaggio. Il partente italiano si riprende e chiude la ripresa mettendo al piatto in sequenza l'esterno destro Karim Garcia e Edgar Gonzalez, l'esterno sinistro.

Al secondo, con 2 out, la partita di Mariotti finisce sul singolo di Arredondo, che poi arriva in seconda a 28823.jpgcausa di una incertezza di De Norfia. In pedana sale Tiago Da Silva. Pena incassa 2 ball e poi batte una volata corta a destra che gli vale il secondo doppio del pomeriggio e permette al Messico di allungare sul 4-2. Anche Cruz tocca bene, nel buco tra terza base e interbase. Granato però ci arriva e, in torsione, assiste in tempo nel guanto di Rizzo in prima, chiudendo la ripresa.

Al quarto Alfredo Aceves, dei Boston Red Sox, rileva Rodrigo Lopez sul monte del Messico. L'Italia però non si fa impressionare. Con un out, Chiarini tocca un singolo a sinistra. Butera scodella il terzo lancio di Aceves (una curva che resta alta) dietro la recinzione a sinistra per il fuoricampo che vale il pareggio.

Al quinto gli azzurri hanno anche l'occasione di passare in vantaggio. Con un out, Liddi e Colabello battono valido in sequenza. Con i corridori agli angoli, Costanzo però finisce al piatto e la ripresa si chiude sulla rimbalzante di Chiarini.

Al cambio campo è il Messico che riprende in mano le redini della partita. Arredondo (che sembra ineliminabile) apre con un singolo al centro e arriva in seconda sul sacrificio di Pena. Cruz picchia un gran doppio tra esterno destro ed esterno centro e porta Arredondo a casa. Dopo la base intenzionale ad Adrian Gonzalez, Da Silva mette al piatto in sequenza Cantu e Karim Garcia dominandoli con il suo cambio di velocità.

Dopo l'occasione mancata al quinto, l'Italia arriva in base solo una volta (per ball, con Liddi al settimo) contro Oscar Villareal e Fernando Salas. Sotto di un punto, gli azzurri arrivano quindi a giocarsi il tutto per tutto nella prima metà del nono contro Sergio Romo, il closer che ha vinto le World Series con i San Francisco Giants. Mentre lo stadio (4.478 spettatori) intona uno stentoreo "Mexico-Mex28832.jpgico", Avagnina (pinch hitter per Granato) è il primo eliminato. Punto, che era l'unico azzurro a secco, colpisce duro a sinistra. La palla scavalca Edgar Gonzalez e vale a Punto un doppio. Entra De Simoni a correre per Punto e De Norfia va sotto di 2 strike nel conto. L'esterno centro azzurro guarda 3 slider in ball di Romo, poi tocca 3 volte in foul e quindi picchia un singolo sopra il guanto, inutilmente proteso, dell'interbase Velazquez. De Simoni, che non si attenta a rischiare che la linea venga presa al volo, si ferma in terza. Sotto di 2 strike, Rizzo alza una volata lunghissima. Gonzalez arriva a toccare la palla ad un passo dalla recinzione, ma non la tiene nel guanto. Segnano sia De Simoni che De Norfia e Rizzo arriva in seconda. Il prima base azzurro tocca la terza su palla mancata poi, con il diamante messicano avanzato, viene intrappolato sulla battuta di Liddi verso il terza base. Anche se Liddi sulla trappola arriva in seconda, comunque il nono attacco italiano si chiude sulla battuta di Colabello verso Romo.

Per difendere il vantaggio azzurro, Mazzieri manda in pedana Jason Grilli. Entrano in campo Santora28826.jpg (interbase) e Vaglio (in seconda). La contromossa del Messico è il pinch hitter mancino Efren Navarro. Dopo essere andato sotto di 2 strike, Navarro batte un singolo a sinistra e poi lascia il posto di corridore a Walter Ibarra. Arredondo gioca per il bunt e porta Ibarra in seconda. Con Pena in battuta, l'incitamento del pubblico messicano è assordante. Una veloce a 96 miglia orarie di Grilli spezza la mazza di Pena e vale in secondo out al volo da Santora. Cruz va sotto di 2 strike, poi recupera fino al conto pieno. Il lancio sul filo esterno di Grilli viene chiamato ball dall'arbitro Jim Reynolds. Grilli se la deve vedere con Adrian Gonzalez. La superstar va sotto di 2 strike (il secondo, un siluro che semina il panico tra il pubblico sopra il dug out dell'Italia, è un foul ball), poi incassa 2 ball. Sul quinto lancio, spara un missile che gela l'Italia ma è in foul a destra. Poi Gonzalez viene colpito. La partita si decide con Jorge Cantu in battuta. Il conto è ancora una volta pieno. Cantu batte una radente su Vaglio, che ha tutto il tempo per controllare e assistere in prima a Rizzo. L'Italia ha vinto. Grilli è nella storia del baseball italiano: è salito in pedana in tutte e 3 le vittorie azzurre al World Baseball Classic.

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Quindi per gli Stati Uniti ci saranno tutti i giocatori professionisti?

Immagino che allora non ci sarà storia, no?

Comunque sto guardando la partita, l'Italia so che è campionessa d'Europa in carica, ma a livello mondiale com'è messa?

Si giocano i professionisti per gli USA come per tutte le altre squadre. A livello Mondiale l'Italia se la può giocare con molte Nazionali, considerando che abbiamo colto i 2 titoli europei in sequenza, contro l'Olanda che è Campione del Mondo in carica, battendola poi per 4 partite su 4.

Se hai visto la gara di ieri sera, penso ti sarai emozionato, perchè gli azzurri sono stati bravissimi, contro un Messico che vantava diverse stelle di MLB, una su tutte il closer ROMO dei San Francisco Giants.

Speriamo ora questa sera contro il Canada, già battuto da noi nella 2^ edizione del Classic, ma sarà durissima.

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Mazzieri: "Rendiamoci conto, abbiamo battuto il closer della squadra che ha vinto le World Series"

 

Il Manager della Nazionale è entusiasta della vittoria dei suoi ragazzi, di una squadra che ha saputo soffrire e ottenuto dodici valide contro un monte di lancio veramente di grande spessore. Una vittoria da dedicare a tutti gli appassionati di baseball italiani, in Italia e nel mondo e adesso si guarda ancora più avanti

 

 

da Scottdsale, Arizona, Michele Gallerani

 

Alla fine della "tremendous win", per citare i commentatori di MLB Network che hanno chiuso così la loro telecronaca da Salt River Field at Talking Stick, la conferenza stampa nella lounge degli Arizona Diamond Bakcs è affollatissima di giornalisti messicani che vogliono sapere dal seconda base Ramiro Pena e dal Manager Eric Renteria i perché di una sconfitta. Uno di loro, alle fine, quando ormai le conferenze stampa sono terminate ha perfino detto "questa sconfitta del Messico si chiama Edgar Gonzalez" accusando l'esterno dei Cubs, per aver perso una palla (ndr se anche l'avesse tenuta, sarebbe stato un punto a casa e quindi pareggio), ma questa è una vittoria di una squadra che si chiama Italia, che ha un cuore e un'anima che non hanno dimensioni normali.

E così, prima di dare spazio ai perdenti, che per regolamento sono comunque i primi a occupare il tavolo della conferenza stampa, è giusto ascoltare le parole di un raggiante Marco Mazzieri: "ragazzi, ma ci rendiamo conto!? Abbiamo battuto il closer della squadra che ha vinto le World Series". Una dichiarazione che da sola dà la dimensione dell'impresa che ha saputo portare a termine la sua squadra. "Una vittoria" continua Mazzieri "che arriva a coronamento di una prestazione esemplare da parte di tutti. Lo sforzo è stato grande da parte di tutti. Ognuno ha dato il suo contributo e credo che non ringrazieremo mai abbastanza i ragazzi per quello che hanno dato, per come lo hanno dato e la vittoria che hanno ottenuto". Una vittoria, ne è convinto Mazzieri, che non rischia assolutamente di appagare: "questo è un gruppo talmente maturo che già adesso, quando il match è finito da poco, sta pensando alla partita contro il Canada. Un gruppo veramente eccezionale, che credo meriterebbe qualcosa di più. Mi riferisco a coloro che storcono la bocca e criticano il metodo con cui vengono effettuate le convocazioni".

Il fatto di uscire da una vittoria così importante e sapere che il prossimo avversario è il Canada, che l'Italia ha già battuto quattro anni fa, cambia qualcosa nel tipo di atteggiamento che si dovrà tenere venerdì a Chase Field? "No, assolutamente. La nostra filosofia in questo torneo è di giocare nove partite da un inning ciascuna, quindi quello che dovremo fare è vincere l'inning. Solo così possiamo andare avanti e andare molto lontano. Anche perché una vittoria come questa comunque non deve fare pensare di aver raggiunto chissà cosa. Noi siamo venuti qui con uno scopo e questa è solo una prima tappa di un lungo viaggio che siamo desiderosi di fare. È vero che siamo molto eccitati in questo momento, ma questa è solo la prima partita".

I momenti chiave della partita sono stati tanti, ma se dovessi fermare in una istantanea il momento che ricorderai per sempre di questa vittoria, qual è? "L'out di Alessandro Vaglio, il ventisettesimo, quello che innescato da Jason Grilli, ha costretto Cantu a battere una rimbalzante. Durante il nono stavamo parlando con Tom Trebelhorn nel dug-out e lui mi ha detto che l'ultima eliminazione sarebbe andata come poi è esattamente andata. Questa è la mia fotografia della partita".

 

Un altro dei momenti chiave è stato il fuoricampo di Drew Butera (ndr l'Italia non batteva un fuoricampo 28845.jpgal Classic dalla vittoria contro l'Australia del 2006, furono addirittura due: Saccomanno e Sinisi): "Si può dire così" afferma il catcher dei Minnesota Twins "ma in realtà è stata una vittoria della squadra, come ha già detto il nostro Manager. È vero che quel fuoricampo ha dato una certa fiducia, in un momento molto importante della partita: ci ha portato al pareggio, ma questa vittoria è della squadra e del pitching staff, che aveva preparato alla perfezione ogni dettaglio della partita, sia per quel che riguardava le chiamate da fare quando eravamo noi sul monte, sia per come avremmo dovuto affrontare i loro lanciatori". Bene in attacco, Butera, bene in difesa e molto bene anche come uomo squadra. È stato lui a dire all'arbitro capo di non preoccuparsi della reazione di Jason Grilli sul quarto ball chiamato nel turno nel box di Adrian Gonzalez al nono: "è abbastanza normale che uno come Jason, convinto di aver tirato strike, in un momento caldo come quello, si possa arrabbiare. Ma io sapevo che l'arbitro aveva chiamato bene, è per quello che gli ho detto che sarei andato io sul monte a cercare di far calmare Jason. Alla fine è andato tutto per il verso giusto".

Un altro giocatore chiave per la vittoria è Alex Liddi, su di lui erano ovviamente riposte molte aspettative e non ha deluso. Due valide su tre turni, quattro su cinque gli arrivi in base, ma non pensa a sé stesso, bensì alla squadra: “Credo che questo torneo non sia nell’interesse di un solo giocatore, di una sola squadra, ma è qualcosa che riguarda tutta l’Italia. È per questo che quando hai la possibilità di rappresentare il tuo Paese al più alto livello possibile, devi dare tutto te stesso. Ed è quello che abbiamo fatto noi oggi. Tutti abbiamo dato il massimo che potevamo e alla fine è uscita questa splendida prestazione, questa splendida vittoria”.

Sulla stessa linea di Liddi è anche Anthony Rizzo, sua è la battuta sulla quale è arrivato il punto della vittoria, ma non si scompone e fa i complimenti a tutto il gruppo: “Dal primo momento in cui sono arrivato qui con questa squadra, parlando con i ragazzi che sono qui da più tempo di me, come Alex, Grilli, Punto, Chiarini o Denorfia, ho capito che questo è un gruppo veramente speciale e che giocare per la maglia azzurra sarebbe stato eccitante. Quella di oggi è stata una partita veramente stupenda. Si viveva una atmosfera incredibile e alla fine abbiamo trasformato tutta l’energia che c’era in una vittoria speciale contro il Messico”.

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Se l'Italia vince anche questa è automaticamente passata giusto?

E per ora direi che siamo sulla buona strada per vincerla :)

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Canada asfaltato 14 a 4. :d

Questa nazionale mi sta facendo appassionare al baseball :)

Quando comincerà il secondo turno?

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Canada asfaltato 14 a 4. :d

Questa nazionale mi sta facendo appassionare al baseball :)

Quando comincerà il secondo turno?

fermata la partita per manifesta inferiorita al 8 tempo, per quel poco che capisco cosi cosi in difesa attacco devastante su 6 a 4 rischiavamo l'eliminazione e invece è girata la partita. :)

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Bellissima la vittoria sul Canada, me la sono potuta godere tutta. Colabello mi sembra sia stato uno dei migliori, batteva come un forsennato!

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Bellissima la vittoria sul Canada, me la sono potuta godere tutta. Colabello mi sembra sia stato uno dei migliori, batteva come un forsennato!

colabello è un italo americano o nostro.

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