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Giannij Stinson

Milena Bertolini: "il calcio femminile sta cambiando in positivo manca però lo status da professionista"

Post in rilievo


Milena Bertolini, CT della Nazionale Femminile, spiega il delicato momento che sta attraversando l’Italia, con la possibilità della qualificazione ai Mondiali di Francia 2019 e dell’ingresso dei club maschili nel calcio femminile.
Il CT della nazionale Milena Bertolini ha parlato a margine  impegnata nella sua prima lezione a Coverciano agli allievi del corso per ‘Allenatori professionisti UEFA A’ – riservato nello specifico a tecnici di calcio femminile – ha parlato di Mondiali e delle possibilità per l’Italia di qualificarsi: “Per noi il difficile viene adesso, se manchiamo ai Mondiali da vent’anni un motivo deve esserci. Si sta cercando una mentalità diversa, negli ultimi tempi in Italia ci sono segnali diversi che incoraggiano la crescita del movimento e ci proviamo. Ci giochiamo le possibilità con il Belgio, che è la favorita, e il Portogallo: il girone è complicato, passa la prima classificata e poi c’è un meccanismo ancor più difficile di quello della Nazionale maschile”

Il CT ha poi parlato delle differenze con le altre nazionali e dell’ingresso delle società maschili nel movimento: “La mia squadra è molto motivata, c’è entusiasmo e voglia di arrivare. Con la Nazionale maschile fuori dai Mondiali, adesso c’è anche un’attenzione mediatica nei nostri confronti che forse non ci sarebbe stata. L’Italia negli anni ’90 era tra le più forti – spiega sempre Bertolini – poi c’è stata una situazione di stallo per 15 anni, mentre le altre sono andate avanti aumentando gli investimenti. Noi siamo rimasti fermi. Adesso c’è qualcosa di diverso: ci sono i club più grandi che si stanno occupando di calcio femminile, come la Fiorentina e quest’anno anche la Juventus. Inter e Milan stanno programmando per l’anno prossimo, la Roma ci sta pensando. Qualcosa è cambiato e sta cambiando in positivo, manca però lo status da professionista. Da noi le giocatrici sono considerate dilettanti sebbene facciano la vita da professioniste con 6-7 allenamenti a settimana e gli impegni”.

 

L Football 

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Perché la federcalcio conceda lo status da professionista (istituendo magari una serie A1, come si è fatto per il basket), è prima necessario che esista un numero di squadre, sufficienti a organizzare un campionato, che lo richieda.

Mi sa che bisognerà aspettare che altri club maschili si aggreghino (sperando poi che ci sia l'effettiva volontà di sostenere i maggiori costi che il professionismo comporterebbe).

 

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Il 13/3/2018 Alle 08:34, JUVEXIT ha scritto:

Perché la federcalcio conceda lo status da professionista (istituendo magari una serie A1, come si è fatto per il basket), è prima necessario che esista un numero di squadre, sufficienti a organizzare un campionato, che lo richieda.

Mi sa che bisognerà aspettare che altri club maschili si aggreghino (sperando poi che ci sia l'effettiva volontà di sostenere i maggiori costi che il professionismo comporterebbe).

 

quelle squadre, infatti, devono essere pronte a sobbarcarsi gli stipendi di una ventina di calciatrici professioniste

in Francia, per dire, lo stipendio medio di una calciatrice di prima divisione è di 42.000/anno, scendendo di livello comunque abbiamo stipendi da 37k (Germania) o 30 (UK). Vuol dire mettere in piedi un budget di almeno almeno un milione circa solo per gli stipendi delle ragazze

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4 ore fa, Loz ha scritto:

quelle squadre, infatti, devono essere pronte a sobbarcarsi gli stipendi di una ventina di calciatrici professioniste

in Francia, per dire, lo stipendio medio di una calciatrice di prima divisione è di 42.000/anno, scendendo di livello comunque abbiamo stipendi da 37k (Germania) o 30 (UK). Vuol dire mettere in piedi un budget di almeno almeno un milione circa solo per gli stipendi delle ragazze

Se gli stipendi sono quelli possiamo prendere anche le top player.

Se non sbaglio anche in Italia il limite è 30.000

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1 ora fa, Juventus1977 ha scritto:

Se gli stipendi sono quelli possiamo prendere anche le top player.

Se non sbaglio anche in Italia il limite è 30.000

Quelli citati all’estero non sono all’anno ma al mese mentre più o meno è corretto il massimale della lnd che hai scritto tu.

 

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2 minuti fa, mameofan ha scritto:

Quelli citati all’estero non sono all’anno ma al mese mentre più o meno è corretto il massimale della lnd che hai scritto tu.

 

L’utente sopra diceva all’anno e che le squadre americane (in altro topic) hanno il budget limitato a 300/400.000 all’anno per tutta La Rosa.

Se è così non siamo così distanti 

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4 ore fa, mameofan ha scritto:

Quelli citati all’estero non sono all’anno ma al mese mentre più o meno è corretto il massimale della lnd che hai scritto tu.

 

4 ore fa, Juventus1977 ha scritto:

L’utente sopra diceva all’anno e che le squadre americane (in altro topic) hanno il budget limitato a 300/400.000 all’anno per tutta La Rosa.

Se è così non siamo così distanti 


Occhio  che  i  dati  citati  da  Loz   erano  riferiti  alla  MEDIA  degli  stipendi  dei  vari  campionati  ... quindi  direi  che  quelle  possono  essere  cifre  piuttosto  attendibili  se  si  parla in  generale ,  ma  se  si  guardano  in  particolare i  top  teams  bisogna  fare una  ulteriore  distinzione  ...  e  , a  questo   proposito ,   credo  potrebbe  essere  interessante  questo  articoletto  pubblicato  nello  scorso  Novembre  da  LFootball  :


Analisi sugli stipendi nel calcio femminile. Enorme il divario con i maschi. Il solo Neymar guadagna come tutte le calciatrici dei 7 principali campionati femminili:
 

La disparità salariale di genere nel calcio è più netta che nella politica, business e medicina  secondo un sondaggio che ha comparato lo status dei dipendenti e i salari di migliaia di calciatori e calciatrici in tutto il mondo. 

 
La ricerca viene pubblicata ogni anno da Sporting Intelligence e analizza le società sportive sotto il punto di vista degli stipendi ai tesserati. Un’ampio capitolo è dedicato allo sport “in rosa” e in particolare al calcio femminile, sempre più un tema centrale nel panorama sportivo europeo. 
 
Sporting Intelligence ha constato che il guadagno annuo di Neymar, circa 37 milioni di euro, è di poco superiore a quello combinato di 1693 giocatrici tesserate in Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Svezia, Australia e Messico, sette dei maggiori campionati al mondo (36 milioni di euro). Bisogna sottolineare che oltre allo stipendio percepito dal PSG, Neymar ha delle ingenti entrate commerciali da sponsor e partner, a differenza delle ragazze.  

 

stipendi%2Bcalciatrici%2Bcalcio%2Bfemminile.png
Analizziamo la disparità salariale di genere prendendo come misura di confronto lo stipendio medio di giocatori e giocatrici in Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti. I quattro paesi scelti sono di primissimo livello nel calcio femminile dal punto di vista tecnico ed economico, in cui giocano le calciatrici più forti e remunerate. 
 
La disparità maggiore si manifesta in Inghilterra. Una calciatrice della Women’s Soccer League guadagna mediamente 29,9 mila euro annui, mentre un suo collega uomo percepisce 2,6 milioni di euro. La D1 Feminine, il massimo campionato femminile francese, presenta un salario medio per giocatrice maggiore (42 mila euro), mentre un calciatore della Ligue 1 maschile guadagna mediamente 944 mila euro. 
 
In Germania il salario medio nella Frauen Bundesliga è di 37,1 mila euro, mentre nel campionato maschile è di 1,25 milioni. La distanza minore è percepita negli Stati Uniti: le stelle americane della National Women’s Soccer League hanno uno stipendio medio di 23,3 mila euro, mentre i giocatori della MLS guadagnano “solamente” 251 mila euro. 
 
Bisogna tenere conto anche della disparità tra budget stipendi nei top club e società di medio-basso livello. In Francia, il Lione femminile garantisce uno stipendio medio di 162 mila euro annui, il PSG femminile di 127 mila, oltre a benefit come auto e alloggio. Le disponibilità dei due club rappresentano circa il 50-60% delle spese totali in stipendi della Division 1. Le giocatrici del Wolfsburg in Germania guadagnano circa mediamente 100 mila euro a stagione, con un budget di 3,5 milioni. Cinque squadre su dodici dichiarano di avere un budget annuo per i salari delle giocatrici di 1 milione di euro e garantiscono mediamente 15-18 mila euro a giocatrice. 
 
Varie sono le iniziative che mirano a ridurre la disparità economica di genere. La Federazione calcistica norvegese ha garantito alla selezione femminile la stessa remunerazione percepita dagli uomini, grazie ad un sacrificio dei connazionali. In Inghilterra, il Lewes FC ha annunciato un’iniziativa simile e ora le ragazze sono pagate quanto la squadra maschile. 
 
In tutto questo l’Italia dove si pone? La Legge sul professionismo degli Anni 80′ non permette alle donne di svolgere attività sportiva a livello professionistico. Questo impedisce alle società di tesserarle come lavoratrici subordinate, problema affrontato dai club maschili, e garantirle una remunerazione maggiore di 28 mila euro annui lordi. Come possono le società italiane a competere a livello europeo se i competitor maggiori in Champions League possono offrire 4/5 volte quanto permesso dalla Legge? 
 

Laura Brambilla

Fonte  :  LFootball.it 


 

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@Juventus1977 appunto, di certo non vado a paragonare la Juve con l’ultima squadra francese e l’articolo dice chiaramente come il 50/60% dell’importo totale derivi da Lione e Psg. Il Lione, squadra di riferimento per competere in europea, ha una media di 162.000 euro annuì. 162.000 contro i nostri 28.000 con benefici che credo saranno simili ovvero vitto e alloggio. Sono 6 volte tanto.

Quindi assolutamente niente top finché alle giocatrici in Italian non si concede almeno il semi-professionismo con regole e massimali su misura.

Anche perché se facciamo la media di tutte le giocatrici italiane di serie A, probabilmente non arriveremmo neanche a 7.000/8000 lordi a giocatrice perchè molte atlete prendono 0 e gli viene garantito al massimo solo un rimborso spese.

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8 ore fa, Paolo Bosco ha scritto:

La Legge sul professionismo degli Anni 80′ non permette alle donne di svolgere attività sportiva a livello professionistico.

Cara Laura Brambilla di LFootball.it, come potrebbe mai una legge dello Stato italiano impedire alle donne di praticare sport (o qualsia altra attività) a livello professionistico?

Ammesso (e assolutamente non concesso) che la legge in questione preveda una tale enorme discriminazione, lo sai che esistono le interpretazioni costituzionalmente orientate?

 

E' a dire poco ovvio che se il dato normativo si riferisce solo agli atleti (e non anche alle atlete), il buon senso prima, e l'art. 3 della nostra Costituzione poi,  impongono di intendere quel vocabolo in senso neutro e comprensivo di entrambi i sessi.

 

La mancanza di professionismo in alcuni sport e leghe (non è importante se maschili o femminili) è una scelta discrezionale delle relative federazioni, permessa dalla legge. E' questa la ragione che non consente alle società sportive di tesserare le calciatrici come lavoratrici subordinate.

 

P.S.

Scusa Paolo Bosco se approfitto di un tuo post per chiarire questo concetto, ma secondo me parlare di legge che non permette alle donne di praticare sport da professioniste è una cosa fuori dal mondo. Capisco che siamo un Paese arretrato, però...

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12 ore fa, mameofan ha scritto:

Quelli citati all’estero non sono all’anno ma al mese mentre più o meno è corretto il massimale della lnd che hai scritto tu.

 

all'anno!!

giusto per renderci conto dello squilibrio tra maschi e femmine...30k è la metà dello stipendio mensile del meno pagato alla Juve maschile.

30k all'anno è lo stipendio medio di un italiano...la sola differenza è che l'italiano medio spera di mantenere quello stipendio per tutta la sua vita lavorativa, una calciatrice può sperare - sensatamente - di mantenerlo una decina d'anni, per cui nel frattempo deve inventarsi qualche altro lavoro per sperare di campare una volta appese le scarpette al chiodo

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sono contento di aver fatto un calcolo spannometrico giusto quando ho detto che sensatamente per fare una squadra professionistica bisognava pensare di mettere a budget 1 milione per i soli stipendi delle calciatrici

e parlavo, ovviamente, di mera sopravvivenza, perché per ambire ad avere squadre in grado di resistere a livello europeo (il che poi porta a diventare un bacino per la nazionale e all'acquisizione di giocatrici forti dall'estero, con tutto il volano positivo che poi ne deriva - e, sia detto per inciso, questo è il motivo per cui la Juve maschile dovrebbe essere l'esempio da imitare e da "coccolare", mentre con calciopoli hanno devastato sia la Juve che l'intero calcio italiano) bisogna ragionare su cifre ben diverse.

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4 ore fa, Loz ha scritto:

sono contento di aver fatto un calcolo spannometrico giusto quando ho detto che sensatamente per fare una squadra professionistica bisognava pensare di mettere a budget 1 milione per i soli stipendi delle calciatrici

e parlavo, ovviamente, di mera sopravvivenza, perché per ambire ad avere squadre in grado di resistere a livello europeo (il che poi porta a diventare un bacino per la nazionale e all'acquisizione di giocatrici forti dall'estero, con tutto il volano positivo che poi ne deriva - e, sia detto per inciso, questo è il motivo per cui la Juve maschile dovrebbe essere l'esempio da imitare e da "coccolare", mentre con calciopoli hanno devastato sia la Juve che l'intero calcio italiano) bisogna ragionare su cifre ben diverse.

Posso dirti con certezza assoluta che il budget dedicato alla sezione femminile del Lione, un paio di anni fa era vicino ai 10milioni di euro.

Quindi se aggiustano sta cavolo di legge e ci permettono di essere competitivi, per la Juve un budget del genere da destinare alle ragazze è ridicolo, è circa il 2% dei ricavi attuali bianconeri (e gli investimenti sul settore femminile sono scorporati dal FPF)

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Per chiunque fosse interessato ad approfondire il tema del professionismo nello sport, c'è un interessante articolo di dottrina pubblicato dalla rivista giuridica on-line "Altalex" a firma dell'avv. Gabriele Nicolella, il quale spiega in dettaglio la famigerata (e molto equivocata) legge del 23 marzo 1981, n.91, focalizzando, in particolare, l'attenzione sui requisiti soggettivi e oggettivi necessari ad ottenere lo status di professionista sportivo nel nostro Paese.

 

Come è evidente (e come è ovvio che sia), l'idea che fra i requisiti soggettivi  debba figurare anche il sesso maschile dell'atleta (o dell'allenatore, direttore tecnico-sportivo, preparatore atletico) non viene neppure presa in considerazione.

 

Qui di seguito il link:

http://www.altalex.com/documents/news/2011/12/07/la-legge-23-marzo-1981-n-91-sul-professionismo-sportivo

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Il 15/3/2018 Alle 22:11, Paolo Bosco ha scritto:


Occhio  che  i  dati  citati  da  Loz   erano  riferiti  alla  MEDIA  degli  stipendi  dei  vari  campionati  ... quindi  direi  che  quelle  possono  essere  cifre  piuttosto  attendibili  se  si  parla in  generale ,  ma  se  si  guardano  in  particolare i  top  teams  bisogna  fare una  ulteriore  distinzione  ...  e  , a  questo   proposito ,   credo  potrebbe  essere  interessante  questo  articoletto  pubblicato  nello  scorso  Novembre  da  LFootball  :


Analisi sugli stipendi nel calcio femminile. Enorme il divario con i maschi. Il solo Neymar guadagna come tutte le calciatrici dei 7 principali campionati femminili:
 

La disparità salariale di genere nel calcio è più netta che nella politica, business e medicina  secondo un sondaggio che ha comparato lo status dei dipendenti e i salari di migliaia di calciatori e calciatrici in tutto il mondo. 

 
La ricerca viene pubblicata ogni anno da Sporting Intelligence e analizza le società sportive sotto il punto di vista degli stipendi ai tesserati. Un’ampio capitolo è dedicato allo sport “in rosa” e in particolare al calcio femminile, sempre più un tema centrale nel panorama sportivo europeo. 
 
Sporting Intelligence ha constato che il guadagno annuo di Neymar, circa 37 milioni di euro, è di poco superiore a quello combinato di 1693 giocatrici tesserate in Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Svezia, Australia e Messico, sette dei maggiori campionati al mondo (36 milioni di euro). Bisogna sottolineare che oltre allo stipendio percepito dal PSG, Neymar ha delle ingenti entrate commerciali da sponsor e partner, a differenza delle ragazze.  

 

stipendi%2Bcalciatrici%2Bcalcio%2Bfemminile.png
Analizziamo la disparità salariale di genere prendendo come misura di confronto lo stipendio medio di giocatori e giocatrici in Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti. I quattro paesi scelti sono di primissimo livello nel calcio femminile dal punto di vista tecnico ed economico, in cui giocano le calciatrici più forti e remunerate. 
 
La disparità maggiore si manifesta in Inghilterra. Una calciatrice della Women’s Soccer League guadagna mediamente 29,9 mila euro annui, mentre un suo collega uomo percepisce 2,6 milioni di euro. La D1 Feminine, il massimo campionato femminile francese, presenta un salario medio per giocatrice maggiore (42 mila euro), mentre un calciatore della Ligue 1 maschile guadagna mediamente 944 mila euro. 
 
In Germania il salario medio nella Frauen Bundesliga è di 37,1 mila euro, mentre nel campionato maschile è di 1,25 milioni. La distanza minore è percepita negli Stati Uniti: le stelle americane della National Women’s Soccer League hanno uno stipendio medio di 23,3 mila euro, mentre i giocatori della MLS guadagnano “solamente” 251 mila euro. 
 
Bisogna tenere conto anche della disparità tra budget stipendi nei top club e società di medio-basso livello. In Francia, il Lione femminile garantisce uno stipendio medio di 162 mila euro annui, il PSG femminile di 127 mila, oltre a benefit come auto e alloggio. Le disponibilità dei due club rappresentano circa il 50-60% delle spese totali in stipendi della Division 1. Le giocatrici del Wolfsburg in Germania guadagnano circa mediamente 100 mila euro a stagione, con un budget di 3,5 milioni. Cinque squadre su dodici dichiarano di avere un budget annuo per i salari delle giocatrici di 1 milione di euro e garantiscono mediamente 15-18 mila euro a giocatrice. 
 
Varie sono le iniziative che mirano a ridurre la disparità economica di genere. La Federazione calcistica norvegese ha garantito alla selezione femminile la stessa remunerazione percepita dagli uomini, grazie ad un sacrificio dei connazionali. In Inghilterra, il Lewes FC ha annunciato un’iniziativa simile e ora le ragazze sono pagate quanto la squadra maschile. 
 
In tutto questo l’Italia dove si pone? La Legge sul professionismo degli Anni 80′ non permette alle donne di svolgere attività sportiva a livello professionistico. Questo impedisce alle società di tesserarle come lavoratrici subordinate, problema affrontato dai club maschili, e garantirle una remunerazione maggiore di 28 mila euro annui lordi. Come possono le società italiane a competere a livello europeo se i competitor maggiori in Champions League possono offrire 4/5 volte quanto permesso dalla Legge? 
 

Laura Brambilla

Fonte  :  LFootball.it 


 

per favore, la prox. volta puoi postare il link completo della pagina citata? GRAZIE :)

 

https://www.lfootball.it/2017/11/analisi-sugli-stipendi-nel-calcio-femminile-enorme-il-divario-con-i-maschi-il-solo-neymar-guadagana-come-tutte-le-calciatrici-dei-7-principali-campionati-femminili

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Il 13/3/2018 Alle 08:34, JUVEXIT ha scritto:

Perché la federcalcio conceda lo status da professionista (istituendo magari una serie A1, come si è fatto per il basket), è prima necessario che esista un numero di squadre, sufficienti a organizzare un campionato, che lo richieda.

Mi sa che bisognerà aspettare che altri club maschili si aggreghino (sperando poi che ci sia l'effettiva volontà di sostenere i maggiori costi che il professionismo comporterebbe).

 

la "federcalcio" non può concedere lo status di professionismo; lo dice la LEGGE 23 marzo 1981, n. 91

 

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1981;91

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