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Lavoro o partita: le campionesse del calcio femminile Permac – la squadra nata per amore – rinunciano alla sfida di Coppa Italia

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L’ASD Permac Vittorio Veneto – una delle squadre di calcio femminile di più lunga tradizione: ha giocato anche in serie A nel 2015 – ha annunciato di non essere in grado di disputare la partita di ritorno della semifinale di Coppa Italia Serie C Riozzese-Permac, in programma per mercoledì 17 aprile 2019. “Gli impegni lavorativi di diverse (troppe) ragazze non ci consentono di affrontare la trasferta in terra lombarda. Ricordiamo che già per i quarti di finale la nostra società è stata costretta ad una trasferta massacrante a Genova un mercoledì lavorativo – partenza alle 5 di mattino, con rientro alle 3 di notte -, anche in quell’occasione con numerose assenze”, spiega la società in un comunicato.

 

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La maggior parte delle giocatrici ha intorno ai 26 anni: fresche di studi universitari, molte ragazze hanno appena trovato un lavoro, e chiedere continui permessi diventa impossibile. Altre ancora sono ancora studentesse. Si era cercato, tramite un gentlemen’s agreement pre-sorteggio, di evitare questo disguido in diversi modi, con lo spostamento dell’andata dal sabato alla domenica e della partita di mercoledì al sabato pre-pasquale.

“Dopo il sorteggio, con l’andata di nostra competenza, abbiamo provveduto subito al cambio giornata, facendo anticipare il maschile al sabato per aver libero il campo alla domenica, e rispettare l’impegno preso. Per il ritorno, purtroppo, non c’è stata la stessa disponibilità da parte della squadra avversaria a spostare la partita”, fa sapere la società. “Ci rammarica moltissimo di dover prendere la decisione di non prendere parte all’incontro. Una sconfitta per lo sport in generale e soprattutto per il movimento e la crescita del calcio femminile. Non si può costringere ragazze che studiano e lavorano ad impegni infrasettimanali di tale importanza. È stato deprimente, commovente e molto, molto doloroso, guardare negli occhi in lacrime le ragazze costrette a dare forfait. Sentendosi  quasi colpevoli, con la loro assenza, di aver infranto il sogno delle compagne di giocarsi un traguardo storico, sudato e combattuto tutto l’anno…o tutta la vita!”.

 

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Una situazione che potrebbe portare a un cambiamento: “Speriamo almeno che questo sacrificio posso essere utile in futuro ad una maggiore attenzione, considerazione e soprattutto rispetto per questo meraviglioso mondo chiamato Calcio Femminile ed alle sue splendide, appassionate protagoniste”.

 

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La Permac – che porta nel nome lo sponsor, una azienda di resine per pavimenti – è una squadra con molte storie da raccontare. A cominciare da quella – d’amore – fra il fondatore, Franco Fattorel, detto “il Baffo” e la moglie, grande appassionata di calcio. Per lei, nel 1982, è nata la squadra, che debuttò in aprile con un immancabile “scapole contro ammogliate”. In ottobre dello stesso anno l’esordio nel campionato di serie D, per poi arrivare alle C per meriti sportivi.

Oggi il team delle rossoblù è portato avanti dalla signora Patrizia, pensionata e un passato da portiere, e dai suoi figli. E proprio uno di loro, Sergio, in qualità di allenatore, ha portato le tose alla vittoria “La differenza tra il calcio maschile e il calcio femminile è notevole – ha raccontato in una intervista -. Nel calcio femminile esistono ancora dei sentimenti importanti…passione, sacrificio e senso di appartenenza. Questi sono i valori che fanno la differenza”.

 

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barbaraganz.blog.ilsole24ore.com

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Bisognerebbe sentire la controparte, la squadra che non ha accettato lo spostamento, per capire se c'è un motivo o se è stato un mero calcolo speculativo. Nel qual caso sarebbero inqualificabili.

E comunque chi stila i calendari dovrebbe avere più intelligenza.

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2 ore fa, leoforzajuve ha scritto:

Bisognerebbe sentire la controparte, la squadra che non ha accettato lo spostamento, per capire se c'è un motivo o se è stato un mero calcolo speculativo. Nel qual caso sarebbero inqualificabili.

E comunque chi stila i calendari dovrebbe avere più intelligenza.

Per esperienza posso dirti che una soluzione si trova sempre fra due società serie. Una sola volta mi è successo quando ero dirigente ed è stato solo per un mero calcolo speculativo dell’altra squadra (che poi fra l’altro hanno pagato perdendo la gara, il karma...)

 

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Certo che la FIGC qua in Veneto ti mette gli appuntamenti a certi orari, come se la gente non avesse altro da fare.
Ne so qualcosa per esperienza, specie nel settore giovanile.
Succede anche in altre federazioni e altri sport.
Tipo mia figlia a volley ....1 divisione da Torino fino all altissimo canavese il martedì sera inizio ore 21.00.
200 km andata e ritorno.
Con ragazze fra i 16 e i 23 anni .
Le piccole che devono andare a scuola e alcune grandi al lavoro.

Perché l altra squadra che ricevette la cortesia alla andata di fare il tutto al sabato non ricambio il favore.

Alcuni dirigenti andrebbero presi a sberle .


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