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Juventus_addicted

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    ex juventino milanese

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    Juventus
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    Milano
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    JUVE, Springsteen, viaggi, buon cibo, grande cinema

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  1. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Capisco il tuo punto di vista, ma stai spostando la discussione su un piano diverso da quello che stavo affrontando. Io non ho mai negato che negli ultimi anni la Juventus abbia avuto un rendimento insufficiente, sia in Champions che in campionato. Né ho difeso l’organizzazione societaria attuale. Il mio intervento riguardava un’altra cosa: il nesso tra competitività, ricavi e gestione strategica. Quello che sto dicendo è molto semplice: 1. Se esci stabilmente dalla Champions, i ricavi crollano. Non di 5 milioni: di decine e decine. E questo, piaccia o no, condiziona tutto: mercato, monte ingaggi, capacità di trattenere i migliori. Quindi la scelta non è “voglio o non voglio la Champions”, ma “mi posso permettere di rinunciarci?” 2. Una rosa poco competitiva + meno ricavi = peggioramento ulteriore. È un circolo vizioso. Non c’è nessuna magia che ti permette di diventare più forte mentre incassi meno. 3. Il paragone con Milan e Napoli non regge. Contestavo proprio questo: non esistono modelli “virtuosi” costruiti senza la Champions. – Il Milan tornerà in alto, ai livelli che ha sempre avuto, dopo aver ripreso stabilmente il quarto posto. – Il Napoli ha una gestione prudente, ma i risultati europei restano sporadici. Nessuno dei due rappresenta ciò che la Juventus dovrebbe essere. 4. Criticare Spalletti o la dirigenza è legittimo, ma non c’entra con la mia osservazione. Possiamo discutere degli errori (e ce ne sono stati molti), ma questo non cambia la realtà economica del calcio moderno: se vuoi stare stabilmente ai vertici, devi mantenere competitività e ricavi. Non puoi sacrificare entrambi sperando che “il reset totale” ti riporti in alto per magia. In sintesi: non stavo difendendo la Juve degli ultimi anni; stavo spiegando perché abbandonare la Champions di proposito sarebbe un suicidio sportivo ed economico. E non darebbe garanzie per un ritorno in tempi brevi a quanto vorremmo. Se poi vogliamo affrontare anche il discorso “responsabilità e gestione”, lo facciamo volentieri, e quei pochi che mi conoscono sanno che vedo JE come un male assoluto, ma rimane un tema diverso da quello che stavo trattando.
  2. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Intanto scusami per il ritardo nella risposta, ho visto però che altri amici hanno già risposto. Dico la mia: Il Milan, da diversi anni, si muove in una fascia di rendimento compresa tra il discreto e il mediocre, almeno in rapporto al prestigio del club. Se la memoria non inganna, nelle ultime dieci stagioni ha centrato la qualificazione alla Champions soltanto in quattro occasioni. Lo scudetto vinto di recente rimane un episodio singolare, favorito anche da fatto che quegli altri riescono a perdere campionati anche quando vengono palesemente favoriti. Il discorso è diverso per il Napoli, società che gestisce investimenti e monte ingaggi con maggiore attenzione. L’eccellenza, tuttavia, a quelle latitudini resta un evento sporadico. Negli ultimi dieci anni la squadra ha spesso concluso il campionato tra le prime quattro, è vero (sei o sette volte, probabilmente) ma i percorsi in Champions League non sono stati particolarmente significativi. È questa la direzione che vogliamo per la Juventus? Personalmente ritengo che il club non debba mai rinunciare alla propria identità: quella di una società stabilmente ai vertici del calcio italiano, capace di competere con continuità anche in campo europeo. Quello che, purtroppo, stanno facendo altri.
  3. Ah beh, meno male che “è solo calcio”. Dev’essere per questo che negli ultimi anni (dove ci siamo qualificati alla Champions per il rotto della cuffia) anche la società stessa continui a parlare di sostenibilità. E un paio di punti buttati qua e là possono fare la differenza tra farcela o restare fuori… e perdere milioni. Roba da niente, vero? Per fortuna ci sei tu a ricordarci che indignarsi per un rigore tolto a caso è da complottisti che “invocano il Papa”, mentre fare finta che vada tutto bene è la via illuminata per costruire una squadra vincente. Magari un giorno capiremo che essere buoni samaritani a intermittenza non porta esattamente vantaggi , soprattutto quando gli altri, invece, fanno di tutto tranne che restare zitti e sorridenti. Io continuo a pensare che difendere i propri diritti, dentro e fuori dal campo, faccia parte del gioco. A quanto pare però qualcuno preferisce fare gli equilibristi morali… salvo poi lamentarsi quando a fine stagione ti mancano quei due punti. Ma sì, “è solo calcio”. Fino a che non ti presenta il conto.
  4. Per chi sostiene che abbiamo comunque giocato male: va bene, può essere, anzi è sicuramente vero. Però intanto quel rigore lo devi dare, e poi vediamo come va la partita. Per anni ci hanno accusato di ricevere favori arbitrali, e tutte quelle accuse, accumulate nel tempo, hanno finito per partorire Calciopoli. Bisogna difendersi, in campo e fuori. Rimanendo muti, abbiamo capito che la giustizia non arriva.
  5. Juventus_addicted

    Fiorentina Juve Designazioni Arbitrali

    Ma il fenomeno non ha commentato?
  6. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Uno de tanti passi falsi commessi dai nostri eroi, purtroppo. Penso che l'amico qui sotto abbia ben integrato il mio messaggio precedente: Con me sfondi una porta aperta. Per me l'algido lungagnone dal cognome straniero è la peggiore sciagura che potesse capitare dopo la morte dei due veri Agnelli. Ma qui dentro ci sarà sempre chi lo idolatrerá, "ci mette i soldi", "ripiana le perdite"... Grazie al *, se mettevi mia mamma ti sistemava il bilancio senza spendere tutti quei miliardi, faceva le scelte giuste e puliva persino la sede. Manica di incompetenti
  7. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Se non entri in Champions, perdi 60-100 milioni di ricavi. Per compensare, devi tagliare i costi, ma tagliare costi (vendere quei pochi giocatori con appeal) peggiora la competitività. È un circolo vizioso. Squadra meno competitiva → meno risultati → meno appeal → meno sponsor. Se vendi i talenti e tieni i mediocri, per “fare cassa”, e poi paghi vagonate di milioni per giocatori più maturi ma di basso/medio livello non è sostenibilità: è gestione a breve termine. È contabilità, non strategia. La vedo male
  8. Scusate eh, ma una cosa non mi torna. Da una parte si critica chi “è ancorato al passato”… …e poi, due righe dopo, si tira fuori la nostalgia per Gianni e Umberto Agnelli, che (con tutto il rispetto) ci hanno lasciato più di vent’anni fa. Se questo non è guardare al passato, allora non so cosa lo sia. Che Andrea Agnelli abbia commesso errori è fuori discussione, nessuno lo nega. Ma non si può nemmeno raccontarla come se avesse agito per qualche smisurata mania personale: anche lui, nel bene e nel male, voleva una Juve grande e competitiva. Poi alcune scelte sono andate storte, alcune molto, altre meno, ma l’intenzione non era certo “farla a pezzi”. Capisco le opinioni diverse, ci mancherebbe, ma almeno cerchiamo di essere coerenti: se guardare troppo indietro è un limite, allora vale per tutti… anche per chi rimpiange un’epoca che non tornerà più.
  9. Juventus_addicted

    20 Novembre 2025 - Termina la squalifica di Andrea Agnelli

    Senti, invece di iscriverti e farti bloccare ogni cinque minuti, perché non provi a dedicarti a qualcosa di più produttivo ed alla tua portata? Non so… risolvere un puzzle da due pezzi, seguire le istruzioni per aprire una bottiglia, fare un esercizio di unire i puntini, oppure leggere un tutorial su come si chiude una porta. Davvero, trova un passatempo migliore.
  10. Chiellini dice che c’è la luce. Se la vede lui, beh, allora siamo ufficialmente vicini alla fine del tunnel… e speriamo che non sia “esperienza di premorte”, ma semplicemente la Juve che prova a tornare viva e vegeta! Dopo tutte le battaglie che ha visto, se lui parla di spiragli allora forse davvero stiamo riemergendo. Dai, un ultimo sprint e magari quella luce non è un tir che ci viene addosso… ma il ritorno ai giorni belli!
  11. Che ricordi che mi avete fatto tornare in mente. Come qualcuno ha già ricordato, è celebre il siparietto Inzaghi /Negrouz: Inzaghi: «Paolo, questo continua a toccarmi il sedere…» Montero: «Smettila di lamentarti: da adesso non è più un tuo problema.» L’allusione è chiara: Montero avrebbe “sistemato” la faccenda con i suoi metodi... (Come molte storie da spogliatoio, non è un episodio verificato, ma una battuta diventata leggenda.)
  12. Ragazzi, io sarò all’antica, ma tutto questo approccio “ingegneristico” di Comolli mi lascia parecchio perplesso. Anzi, mi fa venire il dubbio che Cobolli non esista, che sia solo una sorta di IA messa lì per testare il nostro grado di incredulità. Capisco i dati, capisco i processi, capisco la modernità… ma alla fine nel calcio conta la competenza vera, quella che nasce dal campo, non da un foglio Excel. È come quando hai fame: se vuoi mangiare bene vai da tua mamma, che ti fa il ragù che profuma da due isolati, non dal ristorante stellato dove ti portano un chicco di riso in un piatto enorme e ti presentano il conto come se avessero cucinato l’intera Pianura Padana. E se ti si rompe la macchina? Vai all’officina dove il meccanico ti guarda la Ritmo 60s e sa già cos’ha solo dal rumore, mica dal redattore di Quattroruote che può pure essere bravissimo… a scrivere articoli, però. È come quando devi tagliarti i capelli: ti affidi al barbiere sotto casa, quello che ti sistema in dieci minuti mentre chiacchieri della partita, non al parrucchiere super modaiolo che ti fa pagare 80 euro per “l’esperienza sensoriale”. O come se ti si rompe il lavandino: chiami l’idraulico, non il tizio che ha visto due tutorial su YouTube e pensa di sapere tutto perché ha fatto “ricerche”. Insomma… va bene la cultura, va bene la filosofia, va bene il mindset, ma in una squadra come la Juve serve gente che capisce di calcio, non solo di metriche e procedure. Tutto questo schema iper-gestionale mi sembra più adatto a un laboratorio che a un club che deve tornare a vincere. Spero davvero che oltre ai dati ci sia anche parecchia sostanza, perché qui non c’è Excel che tenga: alla Juve contano risultati, competenza e uomini veri. E su questo, permettetemi, qualche dubbio mi rimane…
  13. Probabilmente altrove non indossava la fascia semplicemente perché era più giovane e perché c’erano figure già affermate e più carismatiche davanti a lui nelle gerarchie. Alla Juventus, invece, la leadership se l’è guadagnata sul campo, stagione dopo stagione. E non è certo una sua responsabilità se, dopo i primi due anni chiusi con due scudetti, l’inevitabile cambio generazionale abbia portato una rosa complessivamente più scarsa: in quel contesto è naturale che chi mostra affidabilità e personalità diventi un punto di riferimento. Dopo di lui il capitano è diventato Locatelli. Gente alla Buffon, evidentemente, non c'era. Non ce l'ho certamente con te per aver espresso il tuo parere, ma dovremmo tutti quanti mostrare meno ostilità verso i nostri (ex) giocatori
  14. Juventus_addicted

    Tifo Juve perché

    Come tanti, tifo Juve perché la passione me l’ha trasmessa mio papà. Probabilmente, dopo “mamma” e “papà”, “Juve” è stata una delle prime parole che ha cercato di farmi dire… anche se non sono proprio sicuro dell’ordine di importanza. . Per me la Juventus è un’eredità collettiva, una passione che passa di generazione in generazione e che unisce le famiglie come poche altre cose sanno fare. Ed è proprio per questo che chi oggi la guida dovrebbe proteggerne lo spirito, alimentarne la fierezza e conservarne quell’eleganza che l’ha sempre resa unica. Perché tifare Juve, alla fine, significa portare avanti il rispetto per chi, prima di noi, ci ha messo il cuore e ci ha trasmesso questa passione. Leggere due messaggi così vicini, in cui si citano giocatori di epoche tanto diverse, ti fa davvero capire quanto sia immensa la storia di questa squadra. Da Anzolin a Del Piero, da Cinesinho a Davids, fino ai più recenti campioni… cambiano i nomi, le maglie, i tempi, ma la passione resta sempre la stessa, forte e viva, come il primo giorno. È questa la vera grandezza della Juve: un filo che unisce generazioni, ricordi e cuori bianconeri.
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