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Juventus_addicted

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    ex juventino milanese

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  1. tranquilli, torna in tempo per la finale di Champion's. Rimango comunque sempre un po’ basito nel vedere quanto siano fragili certi giocatori. Ok, a quei livelli i muscoli lavorano come motori da Formula 1, niente da dire. Però io ricordo partite (mie e dei miei amici) su campi dove l’erba era più un miraggio che una realtà, e quando tiravamo in porta rischiavamo di sradicare mezzo orto: patate, cicorie e magari pure qualche radice secolare. Eppure, settimana dopo settimana, eravamo sempre lì… a fare i calciatori. O forse i contadini, dipende dai punti di vista!
  2. Verissimo: non chiudiamo una partita nemmeno per sbaglio. E il dramma è che fuori casa peggioriamo pure: 17 partite, 5 sconfitte, 7 pareggi e solo 5 vittorie… di cui zero con due gol di scarto. È chiaro perché guardare la Juve ultimamente è un’esperienza mistica tra sofferenza, rosari e speranze infrante. Numeri lontani anni luce dalla Juve che vogliamo: quella che entra, comanda e fa soffrire gli avversari, non solo i propri tifosi.
  3. È assurdo come funzioni il cervello umano: se penso alla Juve, mi sembra di ricordare solo sofferenza, pareggi interminabili e partite da nervoso puro. Forse perché nelle altre competizioni abbiamo fatto ridere, e finiamo per fare di tutta l’erba un fascio. E invece, guardando la Serie A, nell’anno solare 2025 abbiamo giocato 16 partite con appena 3 pareggi e una sola, per quanto umiliante, sconfitta. Numeri da grande squadra, sembrerebbe... Il problema è che quello che abbiamo davanti agli occhi è un gruppo (tolti un paio di giocatori) impaurito, senza personalità e incapace di imporsi. Ecco perché l’obiettivo non può essere solo rivedere una Juve che vince: vogliamo una Juve che domina, che entra in campo e detta legge. Solo così torneremo davvero ad essere la Juve.
  4. Caro amico, lo so benissimo che i giocatori di oggi non sono paragonabili a quelli di una volta; infatti ho scritto “ chi dovrebbe” proprio per quello. Ma al di là dei paragoni, degli sfoghi e delle delusioni, una cosa non cambia mai: il nostro attaccamento a quella maglia. Siamo qui, ancora oggi, a discuterne, a ricordare Tokyo ’85 come fosse ieri, a confrontare passato e presente… proprio perché quella passione ce l’abbiamo dentro, indipendentemente da chi scende in campo. I campioni cambiano, le epoche pure, ma l’amore bianconero resta. Ed è quello che ci tiene ancora qui a parlarne, nel bene e nel male.
  5. Fa sorridere (e un po’ impressione) pensare che i giocatori di oggi, nel 1985, non erano nemmeno nei progetti dei loro genitori. Chissà se hanno mai guardato davvero le immagini di quella storica finale di Tokyo, un pezzo di DNA juventino che tutti dovrebbero conoscere a memoria. Vedere i campioni di allora fianco a fianco con i protagonisti di oggi è stato come aprire una porta nel tempo: da una parte chi ha scritto pagine leggendarie, dall’altra chi dovrebbe portare avanti quella stessa eredità. Per un attimo passato e presente si sono abbracciati sullo stesso prato, ricordandoci cos’è la Juventus, sia nei momenti belli come in quelli meno luminosi: storia, orgoglio e… il nostro eterno amore bianconero.
  6. Sono andato a leggere il regolamento: "Il comma 1 dell’art. 29 alla lettera b stabilisce che la società non risponde dei comportamenti dei propri sostenitori (cori offensivi, discriminatori, violenti, ecc.) se ha concretamente cooperato con le Forze dell’ordine e le altre Autorità competenti per l’adozione di misure atte a prevenire i fatti violenti o discriminatori, ponendo in essere gli atti di prevenzione e vigilanza concordati e prescritti dalle norme di settore." In pratica se dagli altoparlanti avvisano di non fare *, si parano il sedere. mi pare di ricordare che allo stadium squalificarono le curve per cori discriminatori contro i napoletani . Ancora una volta, due pesi e due misure. Che schifo
  7. Mamma mia Garry, che imbarazzo… “Lo ha detto anche la maestra”.... mancava solo un GNE GNE e avremmo completato l’opera d’arte. Peccato però che ci siano altri moderatori che non la pensano come Angrijuve; a loro cosa dici? Come mai non li tratti da “fessi” come fai di solito con chi osa avere un’opinione diversa dalla tua?
  8. Come è altrettanto giusto augurarvi un cagotto a spruzzo. A te, a Guida, a Doveri, e a chi dico io
  9. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Capisco il tuo punto di vista, ma stai spostando la discussione su un piano diverso da quello che stavo affrontando. Io non ho mai negato che negli ultimi anni la Juventus abbia avuto un rendimento insufficiente, sia in Champions che in campionato. Né ho difeso l’organizzazione societaria attuale. Il mio intervento riguardava un’altra cosa: il nesso tra competitività, ricavi e gestione strategica. Quello che sto dicendo è molto semplice: 1. Se esci stabilmente dalla Champions, i ricavi crollano. Non di 5 milioni: di decine e decine. E questo, piaccia o no, condiziona tutto: mercato, monte ingaggi, capacità di trattenere i migliori. Quindi la scelta non è “voglio o non voglio la Champions”, ma “mi posso permettere di rinunciarci?” 2. Una rosa poco competitiva + meno ricavi = peggioramento ulteriore. È un circolo vizioso. Non c’è nessuna magia che ti permette di diventare più forte mentre incassi meno. 3. Il paragone con Milan e Napoli non regge. Contestavo proprio questo: non esistono modelli “virtuosi” costruiti senza la Champions. – Il Milan tornerà in alto, ai livelli che ha sempre avuto, dopo aver ripreso stabilmente il quarto posto. – Il Napoli ha una gestione prudente, ma i risultati europei restano sporadici. Nessuno dei due rappresenta ciò che la Juventus dovrebbe essere. 4. Criticare Spalletti o la dirigenza è legittimo, ma non c’entra con la mia osservazione. Possiamo discutere degli errori (e ce ne sono stati molti), ma questo non cambia la realtà economica del calcio moderno: se vuoi stare stabilmente ai vertici, devi mantenere competitività e ricavi. Non puoi sacrificare entrambi sperando che “il reset totale” ti riporti in alto per magia. In sintesi: non stavo difendendo la Juve degli ultimi anni; stavo spiegando perché abbandonare la Champions di proposito sarebbe un suicidio sportivo ed economico. E non darebbe garanzie per un ritorno in tempi brevi a quanto vorremmo. Se poi vogliamo affrontare anche il discorso “responsabilità e gestione”, lo facciamo volentieri, e quei pochi che mi conoscono sanno che vedo JE come un male assoluto, ma rimane un tema diverso da quello che stavo trattando.
  10. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Intanto scusami per il ritardo nella risposta, ho visto però che altri amici hanno già risposto. Dico la mia: Il Milan, da diversi anni, si muove in una fascia di rendimento compresa tra il discreto e il mediocre, almeno in rapporto al prestigio del club. Se la memoria non inganna, nelle ultime dieci stagioni ha centrato la qualificazione alla Champions soltanto in quattro occasioni. Lo scudetto vinto di recente rimane un episodio singolare, favorito anche da fatto che quegli altri riescono a perdere campionati anche quando vengono palesemente favoriti. Il discorso è diverso per il Napoli, società che gestisce investimenti e monte ingaggi con maggiore attenzione. L’eccellenza, tuttavia, a quelle latitudini resta un evento sporadico. Negli ultimi dieci anni la squadra ha spesso concluso il campionato tra le prime quattro, è vero (sei o sette volte, probabilmente) ma i percorsi in Champions League non sono stati particolarmente significativi. È questa la direzione che vogliamo per la Juventus? Personalmente ritengo che il club non debba mai rinunciare alla propria identità: quella di una società stabilmente ai vertici del calcio italiano, capace di competere con continuità anche in campo europeo. Quello che, purtroppo, stanno facendo altri.
  11. Ah beh, meno male che “è solo calcio”. Dev’essere per questo che negli ultimi anni (dove ci siamo qualificati alla Champions per il rotto della cuffia) anche la società stessa continui a parlare di sostenibilità. E un paio di punti buttati qua e là possono fare la differenza tra farcela o restare fuori… e perdere milioni. Roba da niente, vero? Per fortuna ci sei tu a ricordarci che indignarsi per un rigore tolto a caso è da complottisti che “invocano il Papa”, mentre fare finta che vada tutto bene è la via illuminata per costruire una squadra vincente. Magari un giorno capiremo che essere buoni samaritani a intermittenza non porta esattamente vantaggi , soprattutto quando gli altri, invece, fanno di tutto tranne che restare zitti e sorridenti. Io continuo a pensare che difendere i propri diritti, dentro e fuori dal campo, faccia parte del gioco. A quanto pare però qualcuno preferisce fare gli equilibristi morali… salvo poi lamentarsi quando a fine stagione ti mancano quei due punti. Ma sì, “è solo calcio”. Fino a che non ti presenta il conto.
  12. Per chi sostiene che abbiamo comunque giocato male: va bene, può essere, anzi è sicuramente vero. Però intanto quel rigore lo devi dare, e poi vediamo come va la partita. Per anni ci hanno accusato di ricevere favori arbitrali, e tutte quelle accuse, accumulate nel tempo, hanno finito per partorire Calciopoli. Bisogna difendersi, in campo e fuori. Rimanendo muti, abbiamo capito che la giustizia non arriva.
  13. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Uno de tanti passi falsi commessi dai nostri eroi, purtroppo. Penso che l'amico qui sotto abbia ben integrato il mio messaggio precedente: Con me sfondi una porta aperta. Per me l'algido lungagnone dal cognome straniero è la peggiore sciagura che potesse capitare dopo la morte dei due veri Agnelli. Ma qui dentro ci sarà sempre chi lo idolatrerá, "ci mette i soldi", "ripiana le perdite"... Grazie al *, se mettevi mia mamma ti sistemava il bilancio senza spendere tutti quei miliardi, faceva le scelte giuste e puliva persino la sede. Manica di incompetenti
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