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Juventus_addicted

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    ex juventino milanese

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    Milano
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    JUVE, Springsteen, viaggi, buon cibo, grande cinema

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  1. @andreasv Buongiorno, mi rivolgo a te in quanto membro del team di VecchiaSignora. Domani ricorre l’anniversario della tragedia, un momento sempre molto delicato per tutti noi. Credo sarebbe significativo che foste voi ad aprire un topic dedicato, così da raccogliere in modo ordinato i pensieri e i ricordi di chi vorrà lasciare un contributo, evitando che si disperdano tra i vari messaggi. Avete già pensato a qualche iniziativa o gesto collettivo per commemorare insieme?
  2. Quando il Napoli vinse lo scudetto con Spalletti, dissi – con la sicumera tipica del bar sport – che non avrebbero più vinto nulla per almeno dieci anni. E invece… hanno rivinto quest’anno. Nel frattempo cos’è successo? Beh, intanto ho scoperto che anch’io posso fregiarmi del titolo di fenomeno da tastiera (specializzazione in gufate boomerang). E poi è successo che il Napoli ha chiamato l’unico essere umano capace di motivare pure i soprammobili, cavare sangue dalle rape e trasformare l’acqua in Barolo: Antonio Conte. Ecco, lo dico senza vergogna: un suo ritorno alla Juve lo accetterei. Eccome. Certo, con un misto di speranza e terrore, perché negli ultimi anni la nostra panchina è diventata un tritacarne per le illusioni: – "Con Pirlo giocheremo champagne football!" – "Con Allegri questa la portiamo a casa anche dormendo!" – "Con Motta vedremo finalmente il bel gioco!" Risultato? Un documentario horror in più stagioni, stile Juveflix. Quindi sì, ridatemi pure Conte... ma magari portategli anche un esorcista.
  3. Per chi non ha la pazienza di leggere tutto il malloppone, un piccolo riassunto: L’inchiesta giornalistica andata in onda su Rai3 il 19 maggio ha svelato inquietanti legami tra dirigenti dell’Inter, in particolare Javier Zanetti, e ambienti malavitosi legati alla Curva Nord, tra cui Antonio Bellocco e Davide Scarfone, coinvolti in reati gravissimi (estorsioni, usura, minacce). Le intercettazioni e le testimonianze confermano un rapporto confidenziale, altro che “un solo incontro fuori dal ristorante”. Eppure, la giustizia sportiva ha chiuso tutto con un ridicolo patteggiamento: 14.500 euro per Zanetti, 70.000 per l’Inter, zero per Marotta. Una farsa. La Procura Federale, insieme agli altri organi competenti, ha dato l’ok a sanzioni simboliche, ignorando il clamoroso disvalore dei fatti e la portata dell’indagine. Gli stessi organi che nel 2017 avevano massacrato la Juventus per rapporti con gli ultras ben meno gravi, oggi tacciono e si nascondono dietro un garantismo a corrente alternata. A me, ogni volta, sale il crimine. Ma come si fa a parlare ancora di calcio giocato? E, a tal proposito, che fa la proprietà bianconera? Silenzio assoluto. Non una presa di posizione, non una richiesta di equità. È solo codardia o c’è complicità? Elkann & Co. dove sono?. I tifosi juventini, ancora una volta, vengono trattati come sudditi da spremere solo quando c’è da vendere magliette. Se non si alza la voce ora, quando? Questo è un attacco alla credibilità dello sport. E il silenzio della Juventus è un tradimento.
  4. Apprezzo sempre i tuoi contenuti, civili e rispettosi del forum che ti ospita, ben diversi da quelli dei tuoi compagni di tifo nel mondo reale, sempre pronti a rovesciarci addosso tonnellate di guano, ma vorrei metterti in guardia. Che vincesse il Napoli o l’Inter, francamente, mi scivola addosso come una buccia di banana sotto gli scarpini di un arbitro in gita premio a San Siro. A livello di disprezzo sportivo, per me pari e patta: stessa monnezza, colori diversi. Però se fossi un napoletano – popolo che, va detto, in quanto a furbizia, scaltrezza e “creatività amministrativa” sta anni luce avanti a tutti – qualche domandina inizierei a farmela. Perché, diciamolo: il potere della cupola nerazzurra è ancora fortissimo. Altro che malafede arbitrale, qui siamo al livello “consiglio dei saggi dell’ombra”, con tanto di toga e compasso. Se i cartonati dovessero toppare la Champions, occhio, perché il teatrino potrebbe spostarsi su altri palcoscenici. E a quel punto, guarda caso, tornerebbe a galla “l'affare Osimhen”: operazione da manuale del contrabbando calcistico internazionale. Lì ci sono più ombre che in un thriller balcanico, e se servisse un diversivo, quale miglior occasione per far partire una bella inchiesta “casualmente” a stagione conclusa? Insomma, amici partenopei, occhio: il vento può cambiare in fretta, e quando succede, non guarda in faccia nessuno. E se davvero dovesse piovere una penalizzazione a Napoli… altro che fuochi d’artificio. Qui si rischia una guerra aperta, di quelle con striscioni, carte bollate e assalti a colpi di dichiarazioni infuocate. Preparate i pop corn, ma pure l’elmetto.
  5. Juventus_addicted

    Espulsioni a favore, ormai una rarità per la Juventus

    Grazie per le statistiche. Eppure, secondo la vulgata popolare, siamo sempre noi quelli sistematicamente favoriti dagli arbitri. Ho voluto vederci chiaro, stilando una mia statistica personale sui rigori assegnati alle sei squadre che hanno vinto lo Scudetto dal 1994-95 fino alla scorsa stagione. Non solo ho considerato la quantità complessiva, ma anche quanti di quei rigori sono risultati decisivi per ottenere punti e in quali circostanze sono stati concessi (a punteggio di parità o in svantaggio). Ebbene, i dati parlano chiaro: NON SOLO le accuse risultano ridicole e infondate, MA i numeri raccontano una storia molto diversa. Una storia che, guarda caso, nessuno si prende la briga di raccontare. Curioso notare come, in tutte le medie, il Milan ci preceda. Che l’Inter sia inferiore solo nei rigori concessi quando siamo noi a vincere il campionato. E che persino le romane vantino quasi sempre medie superiori alla nostra. La narrazione popolare, però, continua a descrivere una Juventus "favorita". Perché, si sa, quando un marchio d’infamia viene appiccicato, è difficile toglierlo. Personalmente trovo ormai insopportabile essere ancora accusati. Viviamo in un’epoca in cui i dati sono accessibili a tutti: la vera battaglia andava (e va) combattuta contro chi da sempre controlla la narrazione. "Io sono un'autorità su come far pensare la gente." (Cit. Quarto Potere)
  6. Metà del forum lo vorrebbe presidente, lui intanto si diploma allenatore: in tempi di austerity, Del Piero potrebbe fare tutto — presidente, mister, team manager, magazziniere… e già che c'è, rimettersi la 10 e battere le punizioni, ché almeno da fermo qualcuno la mette ancora sotto l'incrocio. Alla Juve dei plenipotenziari, Alex sarebbe il candidato perfetto: manca solo che apra anche lo Juventus Store nel tempo libero.
  7. Jürgen Klopp, sì, proprio quel Klopp, il santone del gegenpressing, l’apostolo del carisma col cappellino, ha detto “sì” alla Roma? Applausi, trombette, caroselli preventivi e panini con la porchetta. La notizia ha mandato in tilt più gente qua dentro che nei social giallorossi. Ma fermiamoci un attimo, che qui serve una riflessione seria. Klopp è un signor allenatore, mica lo neghiamo. A Liverpool ha vinto tutto: Premier, Champions, FA Cup, Community Shield e, probabilmente, pure il torneo di briscola del Merseyside. Ma sapete dopo quanto? Dopo quattro anni di costruzione, sacrifici, mercato mirato e fiducia cieca da parte del club. Quattro anni. Non quattro giornate, quattro anni. A Roma, dopo quattro partite storte, ti aspettano all’uscita di Trigoria con l’olio bollente e la lista dei sostituti. Klopp è uno che lavora sul lungo periodo, che ha bisogno di tempo per costruire, sbagliare, riprovare. A Roma, dopo due pareggi e una sconfitta in casa col Frosinone, parte la contestazione “perché con Spalletti si giocava meglio”. I Friedkin potranno anche avere pazienza, ma l’ambiente? I tifosi? La stampa che ogni lunedì mattina sforna editoriali sulla “crisi giallorossa”? E poi diciamolo: Klopp è un tipo passionale, ma pure lui ha i suoi limiti. Non so voi, ma io me lo immagino già alla conferenza post-partita dopo un derby perso: occhiaie, barba incolta, e un “This is too much for me” o un "'gna faccio" detto in mezzo a una nube di sarcasmo e rimpianti. Ma sapete qual è la parte migliore? Che in tutto questo, noi juventini possiamo sederci comodi, popcorn alla mano, e goderci lo spettacolo. Perché mentre loro sognano il Liverpool de Trastevere, noi – pur con le nostre magagne – sappiamo bene che certi processi richiedono stabilità. E la stabilità, a Roma, è una leggenda metropolitana, come la metro C o il fair play finanziario rispettato. Insomma, nel caso auguri a Klopp. Ne avrà bisogno. Perché vincere a Liverpool è difficile. Ma vincere a Roma, e restarci più di due stagioni senza uscirne pazzo, è roba da supereroi. E neanche la Marvel è pronta per questo film. Forza Juve, sempre. E che il prossimo “Klopp day” arrivi tra… diciamo, 18 mesi. Giusto in tempo per l’ennesimo “nuovo progetto tecnico”.
  8. Juventus_addicted

    [Topic Unico] Serie B 2024/2025

    La notizia è la disparità di trattamento, chi è sacrificabile e chi non lo è, chi è una piccola realtà e chi regala "emozioni". Comunque, ecco una ricostruzione.Fonte: repubblica.it Serie B, Brescia verso il -4 per mancati pagamenti: la Samp adesso può salvarsi La procura federale, ricevuti gli atti dalla Covisoc, ha riscontrato delle irregolarità nel bilancio presentato il 28 febbraio dal club di Cellino. Sospeso il play-out di lunedì tra i ciociari e la Salernitana in attesa della sentenza di primo grado del processo sportivo, attesa in 12-15 giorni ROMA – Il fondo della classifica di serie B rischia di essere riscritto. Il Brescia potrebbe essere penalizzato di 4 punti per illecito amministrativo. La procura federale ha chiuso in queste ore l’indagine e tra i 12-15 giorni si arriverà al processo sportivo di primo grado. La serie B ha immediatamente sospeso il play-out in programma lunedì: se accertate le irregolarità la classifica finale del campionato sarebbe da riscrivere. Il Brescia retrocederebbe quindi direttamente in serie C. Ma la vera notizia è che la Sampdoria, oggi retrocessa in serie C, si troverebbe a giocare i play-out con la Salernitana, mentre il Frosinone sarebbe salvo. Tutto è iniziato il 28 febbraio, quando la Covisoc – la commissione che verifica la regolarità dei conti delle società professionistiche – ha inviato una pec all’Agenzia delle Entrate per verificare i crediti di imposta iscritti dal Brescia nella relazione di bilancio per estinguere debiti fiscali e previdenziali della società. Venerdì scorso, a distanza di due mesi e mezzo, è arrivata la risposta: quelle dichiarazioni, secondo le Entrate, non sarebbero veritiere. Quindi, per la Covisoc, il club di Cellino non avrebbe assolto all’obbligo di versare le ritenute Irpef e e i contributi Inps relativi alle mensilità di novembre, dicembre, gennaio e febbraio, entro il termine del 17 febbraio scorso, per quasi un milione e mezzo (1.439.676 euro). Immediatamente dunque la Covisoc ha inviato gli atti alla procura federale che, in 24 ore, li ha analizzati e ha disposto la chiusura indagini, contestando la slealtà sportiva, la violazione dell’articolo 31 (illecito amministrativo) per la dichiarazione falsa e dell’articolo 33 (infrazioni sugli emolumenti)_ il Brescia quindi potrebbe essere penalizzato di 4 punti. Ora il procuratore Giuseppe Chinè invierà gli atti alle difese per le memorie e entro 12-15 giorni si dovrebbe arrivare al processo sportivo di primo grado. Il problema è la regolarità del campionato: la serie B ha subito sospeso il play-out in programma lunedì tra Frosinone e Salernitana. L’idea è quella di disputarlo solo dopo il processo di primo grado.
  9. Amici, vi porto indietro nel tempo, a cavallo tra il '90 e il '91. Era inverno, ero in attesa della chiamata per il militare e, nell’attesa, lavoravo in un negozio in centro a Milano. Lavoro in nero, sottopagato, sfruttato… ma quei quattro spiccioli mi davano l’illusione di non essere totalmente a carico di mamma e papà. All’epoca ero un giovanotto carino (giuro!), educato, rispettoso, di quelli che oggi verrebbero scambiati per uno scout vegano. Per questo quello che sto per raccontarvi non mi provocò il legittimo istinto di tirare un diretto al naso a qualcuno. Ma avrei dovuto. Era sera, quasi orario di chiusura. Io e la collega – che ai miei occhi di ventenne era "anziana" (aveva 30 anni), ma era anche una gran gnocca – stavamo sistemando il negozio. Difetto? Sì, grave: interista sfegatata. Ma uno a vent’anni certe cose le tollera... soprattutto se sono in minigonna. Entra un cliente. Eleganza d’altri tempi, cappotto che sembrava uscito da un film di Visconti. Ma la faccia… mamma mia. Uno di quei visi talmente brutti da provocare, più che schifo, una certa tenerezza. Un contrasto grottesco, surreale. E mentre pensavo “ma dove l’ho già vista sta faccia?”, sento la collega tutta pimpante: “Buonasera, Dottor Moratti!” Ah, ecco. Il quadro si completa. Quattro chiacchiere, lui cortese, la gnocca lo coccola verbalmente. Poi lei spara: “Quand’è che compra l’Inter?” Non ricordo cosa rispose – il mio interesse per l’argomento era pari a quello per il curling nordcoreano – ma poi lei rincara: “Il mio collega non è molto interessato, lui è juventino!” Ragazzi, ve lo giuro: in un attimo il Dottor Jekyll si trasforma in Mr Hyde. La faccia, già penalizzata dalla genetica, si contorse in una smorfia d’odio puro. Il tono gentile si fece acidulo, passivo-aggressivo, quasi minaccioso. Da “cliente signore” a “tifoso invasato in curva”. Io zitto. Lì per lì non dissi niente, ma quella trasformazione mi rimase impressa. A cena raccontai tutto a mio padre, gobbo DOC. Mi disse: “Quel rancore lì se lo portano da bambini. Sono cresciuti odiando la Juve e gli Agnelli. Tutto ciò che loro non saranno mai.” Oggi, dopo anni, lavoro in tutt’altro ambito, ho qualche capello grigio in più (quei pochi rimasti) e molta pazienza in meno. E sì, lo ammetto: sono diventato un livoroso. Farsopoli mi ha rubato la grazia. E confesso che, quando il suddetto soggetto tirerà le cuoia, un pensierino al negozio lo farò: entrerò, saluterò con educazione e, da perfetto juventino, chiuderò il cerchio con classe. Forza Juve, sempre. E per i Moratti di turno… compassione. Nient’altro
  10. Qualche giorno fa ho aperto una discussione chiedendomi, con un po’ di amaro in bocca, se questi cinque anni di digiuno tricolore fossero il tramonto definitivo di una gloriosa dinastia... oppure, più romanticamente, l'alba di una nuova rinascita. Concludevo dicendo che, al di là dei risultati, una cosa non possiamo accettare: farci mettere i piedi in testa, soprattutto fuori dal campo. Perché è evidente che certe “attenzioni” a noi riservate, quando toccano altre società, spariscono come neve al sole. Non mi fanno paura gli anni senza vittorie, i momenti bui che anch'io ricordo, quelli li abbiamo già superati in passato a testa alta. Quello che mi preoccupa è vedere un proprietario che fa colazione con i potenti della Terra e poi si fa bullizzare — sì, bullizzare — da personaggi come Chiné o Gravina, con il silenzio complice di chi dovrebbe difenderci. I signori che hai mostrato nella foto, quelli che ci hanno insegnato cosa significhino onore e stile, non avrebbero mai permesso che la nostra Juve fosse usata come merce di scambio per giochi di palazzo. E a proposito di stile Juve, lasciatemi ricordare un episodio che mi è rimasto impresso. Era nei minuti finali della partita oggetto di questa discussione, non stavamo creando granché, ma ci stavamo provando con tutto il cuore. Pessotto, il nostro Gianluca, recupera una palla a metà campo: rimessa laterale per noi, pensai, dai, battiamola in fretta! E invece no. Lui si avvicina all’arbitro (quella figura mefistofelica...), e gli dice: “L’ultimo tocco è mio.” Rimessa al Perugia. Avevo trent'anni e avrei voluto urlare, ma in quell’istante capii: quella era la Juventus. Superiore agli altri, anche nella sconfitta. Fiera. Pulita. Diversa. Oggi i tempi sono cambiati. Non voglio giocatori isterici o violenti, sia chiaro, ma serve qualcuno — là fuori, nelle stanze dove si decide — che sappia farsi rispettare. Non solo una figura forte, ma una guida. Perché una cosa è certa: se lo stile è eterno, la rassegnazione non è roba da juventini. Con la consueta stima, buona serata a te ed a tutti voi
  11. Mi sa che sarebbe stata diversa solo la sua (di Ancelotti): vista la nostra maledizione in Champions, non avrebbe vinto nulla nemmeno lui. In fondo a lui è andata bene. Stefano @29 MAGGIO 1985, amico caro, certo che rivangare certe disgrazie in questo momento storico è come tenere la testa sott'acqua a chi sta affogando. TU QUOQUE...
  12. Juventus_addicted

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    C'hanno fatto l'inganno della cadrega. E noi: "mmh, buona questa cadrega". Un solo responsabile: JE, il gran visir di tutti i mali
  13. Juventus_addicted

    Popolo juventino, svegliati!!!

    Da quando c'è l'algido lungagnone dal cognome straniero, le blatte nerazzurre hanno portato a casa 7 scudetti (1 in segreteria) e quest'anno non è ancora finita. Come contorno 6 coppe Italia e 6 supercoppe italiane. Fuori dai confini, una Champions (e ho il vomito a pensare cosa potrebbe succedere a fine mese) ed un mondiale per Club. Non mi si venga a dire che con la Juventus ha vinto di più, perché quando vincevamo noi al timone c'era Andrea Agnelli, le decisioni (giuste o sbagliate) non le prendeva quel mollaccione invertebrato. È pura statistica: Elkann ha fatto vincere l'Inter più di Moratti, in coppia e da solo.
  14. Juventus_addicted

    È difficile, ma proviamo a cambiare prospettiva?

    Quindici anni fa eravamo ancora nel pieno post farsa. Non sapevamo se e come saremmo tornati vincenti. Adesso siamo nella stessa situazione, con l'aggravante che nel frattempo ci hanno azzoppato una seconda volta con un'altra farsa clamorosa (anche i nostri prodi ci hanno messo del loro, hai ragione). Ma, almeno in Italia, quelle che tu hai citato come squadre virtuose (o quasi) ne hanno combinate anche di peggio. Ti stimo tantissimo per l'ottimismo, io vedrò buio fino a quando quel pennellone dal cognome straniero, erede di un potere immenso senza averne le capacità di gestione, non pretenderà parità di trattamento per tutte. buona giornata
  15. Domandone proprio, queste. Noi siamo incazzati e preoccupati, vogliamo sentire dichiarazioni che ci facciano riconciliare con questa società di peracottari.
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