stewie B e W

l’allenatore della Juve che in tre anni non vince nulla non può mai avere una valutazione sufficiente, perché allenare la Juve non è come allenare l’Atalanta. Sennò poi non sciacquiamoci la bocca dicendo che per un calciatore giocare alla Juventus non è come giocare all’Udinese.

Ti vorrò sempre bene mister, ma ne abbiamo fatte 4 insieme.

Si vabbè, tant’è che a Madrid appena tolse un giocatore offensivo piazzando Casemiro a dare equilibrio davanti alla difesa vinse tutto. Non vinci tre coppe dei campioni di fila limitandoti a sceglierne 11 da mandare in campo.

Miretti ha l’innata caratteristica di farsi trovare tra le linee, pensa in verticale e ha dei grandi tempi senza palla. Il suo problema è quando il pallone poi lo riceve, deve migliorare nelle scelte e nella cattiveria per diventare grande. A me ricorda tanto il primo Marchisio che però ebbe la fortuna di trovare Antonio Conte e Andrea Pirlo sul suo cammino.

Tutto molto bello ma alla Juve nessun allenatore è mai restato più di due anni senza vincere. O almeno, così dovrebbe essere. Altrimenti, se la Juventus avesse ragionato come dici tu, avrebbe dovuto tenersi delneri perché poverino, che colpe aveva se a centrocampo doveva mettere Felipe melo e aquilani?

Giuntoli che tra l’altro non è il direttore generale.

Mi auguro di non scoprirlo mai e che stia lontano dalla Juve.

Guarda su questo non credo, per me la sua esperienza gli ha insegnato che l’unico posto che lui potrà mai davvero chiamare casa è la Juventus. Lo ha capito sulla sua pelle, nonostante abbia fatto di tutto per togliersi di dosso l’etichetta di juventino ha il bianconero tatuato sul cuore. Posto ciò, per quanto mi riguarda, mi auguro stia lontano da Torino uno che è arrivato a rinnegare se stesso andando da chi lo ha definito per una vita ladro e dopato.

Secondo me Conte maledice il giorno e l’ora in cui non è stato in grado di tenere il * piantato sulla panchina della Juve, con la società che lo aveva già riconfermato. Tra l’altro aveva questa paura maledetta di non ripetersi, nonostante l’ambiente fosse complessivamente ben disposto nei suoi confronti e probabilmente un passaggio a vuoto glielo si sarebbe perdonato. Ora invece, se tornasse, non avrebbe più margini di errore perché nessuno gli perdonerebbe più niente. Conte è stato poco furbo, davvero poco furbo. Gli avevano appena preso Tevez e si lamentava che gli avevano venduto Matri.

È sempre un piacere, a prescindere da tutto, sentir parlare Del Piero di Juventus, anche se si conferma il solito cerchiobottista

Mi auguro davvero sia così.

Se la squadra si disunisce a febbraio dopo un passaggio a vuoto invece il primo responsabile è proprio l’allenatore.

Be insomma, a gennaio la squadra sembrava sul pezzo e pronta finalmente ad un salto di qualità anche in termini di proposta di gioco. La mia preoccupazione invece è che il piano fosse proprio quello di partire a razzo tra gennaio e febbraio ma che l’incidente con l’Empoli e la sconfitta di Milano abbiamo svuotato una squadra fragile, che si è disunita alla prima difficoltà.

Sperando che riesca di nuovo a pescare “il jolly” come fu per Marotta, con l’augurio per un futuro ancora più lontano che l’erede di casa Agnelli-Elkann non abbia la faccia di uno a cui stiano somministrando un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo quando viene a vedersi le partite.

Come può essere altrimenti? È proprietario di una squadra che brucia centinaia di milioni per arrivare a 15 punti dalla prima proponendo un calcio stitico e scheletrico. Se poi aggiungiamo anche il fatto che a lui il calcio proprio non piace e che non è neanche facile individuare le figure giuste a cui affidarsi in toto, la frittata è fatta.

Più che altro continua a mancare la figura forte in società, perché giuntoli a me sembra il classico “dirigente-operaio”.

“Allenatore di turno”? Negli ultimi cinque anni di evidente e vistoso calo, l’unico a non aver vinto nulla è uno solo. Persino Pirlo che aveva a malapena il patentino ha raggranellato due trofei.

Indifendibile.

Ha perso la bussola (anche quest’anno), temo che il peggio debba ancora venire.

Chi pensava che vincere contro Empoli e Udinese avrebbe voluto dire dare lo strappo per il titolo sbagliava di grosso, questa non è una squadra costruita per vincere e credo che ogni discussione debba partire da questa considerazione. Però non ci può essere questo errore nell’approccio, nella preparazione, nell’atteggiamento. Faccio un parallelismo con la prima Inter di Conte, quella che arrivò ad un punto dalla Juve ma che perse lo scudetto di fatto gia con 4-5 giornate di anticipo: quel finale in crescendo, quella voglia, l’allenatore che ha tenuto tutti sul pezzo li ha permesso poi di avere quella spinta per il campionato successivo. Non so se mi sono spiegato, ma al di là dei voli pindarici sul titolo è fondamentale nel percorso di crescita giocare un girone di ritorno come si deve, e non alla “tanto ormai è andata”.

No. La qualità dei calciatori andrebbe al centro di questa discussione se contro Empoli e Udinese la squadra fosse scesa in campo con la giusta mentalità e con il giusto atteggiamento e avesse steccato nonostante tutto. Così non è stato, sono state due partite completamente sbagliate nell’approccio, nella gestione, nella compattezza, tutte cose che sono appannaggio della guida tecnica.

Esatto. La squadra si è disunita improvvisamente.

Se stecchi due partite di fila in casa contro Empoli e Udinese l’allenatore c’entra eccome, se sbagli due gare casalinghe consecutive contro squadre da ultimi 4-5 posti in classifica non te lo perdonano neanche a Frosinone. Tra l’altro, il caso Alex Sandro è l’emblema: si lamenta della scarsa esperienza della squadra e poi il gol nasce da un’amnesia del calciatore più scudettato in campo, suo alfiere, che non ha esitato a riproporre titolare appena rientrato.

Be ieri ha lasciato in panchina Miretti, Kostic e il nuovo acquisto per buttare dentro Cerri e Nicolussi, dopo che contro l’Inter ha messo Sandro sotto di un gol. Poi merita una menzione a parte la gestione di Yildiz, visto che non fa altro che sciacquarsi la bocca sulla gestione e la “protezione” dei giovani: non lo mette dall’inizio per la seconda partita casalinga di fila, dopo averlo messo titolare a San Siro, salvo buttarlo nella mischia con la squadra sotto di un gol con lo Stadium che emotivamente lo invocava come quello che, a 18 anni, doveva caricarsi la squadra sulle spalle. Dopo il bagno di umiltà di inizio campionato, con la squadra in evidente crescita di risultati (e a tratti anche nella proposta di calcio) è ritornato l’Allegri delle due scorse stagioni: presuntuoso e in confusione.

Be rispetto al secondo, quando ha iniziato a mettere in campo giocatori a casaccio, il primo tempo direi che è stato ottimo.