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Arcifanfano

Informazioni biglietti su FINALE CHAMPIONS LEAGUE - JUVENTUS - REAL MADRID - Sabato 3 giugno 19.45 (20.45 in Italia) - CARDIFF - LEGGETE IL PRIMO POST

Post in rilievo

Volo da Verona per Cardiff messo in piedi....partenza ore 13:15 del 3 giugno, numero volo AZ09509 Alitalia...vista la compagnia potrebbe essere anche gratis....😱

un po' tardino, direi...

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Nel tragitto ci imbattemmo in diversi tifosi del Liverpool fuori come balconi: chi ci chiedeva di fare foto insieme/( ce l' ho ancora da qualche parte in casa dei miei), chi voleva scambiare le sciarpe.

Questa è una cosa vera, ma come fai a spiegarla senza venire frainteso. Per la maggior parte della giornata, gli inglesi furono molto simpatici e amichevoli.

Non solo, ma con noi juventini, non c'erà rivalità. Ricordo anche un aspetto che molti hanno subito dimenticato. Una volta, le rivalità del campo avevano molto valore. Dopo che il Liverpool battè la Roma (mai visto festeggiare in piazza a Milano interisti, milanisti e juventini tutti insieme, solo per dire quanto la Roma stava antipatica allora), e dato che in Supercoppa a Torino a gennaio non vi furono incidenti, si parlò anche di gemellaggio. La curva di allora (Fighters, soprattutto) però si oppose per quanto era successo nel '79 con l'Arsenal in CoppaCoppe e soprattutto agli Europei '80 in Italia-Inghilterra a Torino.

Il casino fu generato da una banalità (che non vuol dire giustificare). Gli inglesi volevano "solo" prendere possesso di quello spicchio di curva, una faccenda squisitamente territoriale. In parole semplici, fare sloggiare chi c'era. Purtroppo l'intimidazione pesante (tirare sassi) generò il panico in un pubblico fra il quale pochissimi erano mai stati in una curva di quelle violente degli anni '80.

È stato detto mille volte (ed è vero) che se in quel settore ci fossero stati i nostri ultras, lo scontro si sarebbe risolto con una ventina di contusi e forse un accoltellato.

 

Una delle cose che mi rimase più impresse fu una sorta di piramide formata dalle scarpe che coloro avevano perso cercando di mettersi in salvo.

Le scarpe. Come fai a spiegare che le scarpe possono fare la differenza?

Chi ha vissuto gli anni '80 sa che quelle partite non erano per tutti. Andare a certe partite significava mettere in conto di dover correre, o anche scappare, perchè no. Si era pur sempre nella coda degli anni di piombo, chi andava ai cortei politici di fine anni '70 lo sapeva bene. Ci furono donne che andarono con le scarpe coi tacchi. Altri con le mitiche "espadrillas" (una specie di ciabatte). Allo stadio, allora, bisognava andare con le scarpe "da tennis", e pure ben legate.

 

Assurdamente, perchè la polizia manganellava coloro che per salvarsi avevano sì fatto crollare quel maledetto muretto, ma quella fu la via per arrivare sulla pista di atletica dell' Heysel e salvare la pelle. Ma per i poliziotti quelle persone scampate alla morte era gente che invadeva il campo. Non ti dico quello a cui assistette questo poliziotto di Avellino e che ci raccontò una volta che ci ritrovammo a fine partita.......Impressionante fu poi vedere una piramide altaun tre metri sulla pista d' atletica formata dalle scarpe che i tifosi persero durante la fuga per la.....salvezza.

Il muro (fatiscente, come i gradoni) crollò per la pressione della calca. Nessuno mai disse che se non fosse crollato, sarebbero rimaste schiacciate molte più persone.

Sotto la pressione, incominciò a cedere anche la rete di recinzione verso la pista. I gendarmi a piedi (gli steward di oggi) credettero che fosse un tentativo di invasione e invece di aprire immediatamente i cancelli (che per sicurezza furono chiusi anche con lucchetti) si misero a manganellare le prime file attraverso la rete, creando un effetto di "respinta" che fu fatale alle persone appena dietro, che furono pressate da dietro ma trovando un cordone di altre persone davanti. Molte persone non vennero schiacciate. Vennero calpestate, da coloro che venivano dietro.

E poi va detta una cosa, ma anche questa non va fraintesa, se no sembra una giustificazione degli inglesi. Il panico trasforma le persone. Gli fa perdere la dignità. Quello di salvarsi è un istinto animale, ma ho visto gente mollare gomitate in faccia ad altri, non esitare un attimo a camminare in faccia alle persone a terra. Il mio non è un giudizio morale. Io con poca pressione alle spalle ho avuto la possibilità di scegliere, e sono riuscito a non camminare in faccia alle persone. Non ho potuto fermarmi perche avevo una persona con me da portare via di peso. Altri forse non hanno potuto scegliere perchè esitare un attimo significava venire travolti.

Fu tutto molto più maledettamente semplice di come è stato raccontato. Tutti quegli italiani semplicemente non dovevano essere lì, in quel settore.

Perchè furono lì? Perchè la richiesta dei biglietti era folle, che oggi non è niente a confronto. E qualcuno in Italia riuscì ad acquistare quel settore destinato ai belgi (sarebbe rimasto probabilmente quasi vuoto) per poi distribuire quel contingente a club e agenzie di viaggio.

Tutte queste cose vanno dette con cautela, altrimenti possono sembrare una giustificazione degli inglesi. Non è così ovviamente, ma il confine fu molto labile. Fu un cumulo di leggerezze e di omissioni veramente incredibile, anche per l'epoca.

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Volo da Verona per Cardiff messo in piedi....partenza ore 13:15 del 3 giugno, numero volo AZ09509 Alitalia...vista la compagnia potrebbe essere anche gratis....

spiegami meglio, per favore. e il ritorno?

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Questa è una cosa vera, ma come fai a spiegarla senza venire frainteso. Per la maggior parte della giornata, gli inglesi furono molto simpatici e amichevoli.

Non solo, ma con noi juventini, non c'erà rivalità. Ricordo anche un aspetto che molti hanno subito dimenticato. Una volta, le rivalità del campo avevano molto valore. Dopo che il Liverpool battè la Roma (mai visto festeggiare in piazza a Milano interisti, milanisti e juventini tutti insieme, solo per dire quanto la Roma stava antipatica allora), e dato che in Supercoppa a Torino a gennaio non vi furono incidenti, si parlò anche di gemellaggio. La curva di allora (Fighters, soprattutto) però si oppose per quanto era successo nel '79 con l'Arsenal in CoppaCoppe e soprattutto agli Europei '80 in Italia-Inghilterra a Torino.

Il casino fu generato da una banalità (che non vuol dire giustificare). Gli inglesi volevano "solo" prendere possesso di quello spicchio di curva, una faccenda squisitamente territoriale. In parole semplici, fare sloggiare chi c'era. Purtroppo l'intimidazione pesante (tirare sassi) generò il panico in un pubblico fra il quale pochissimi erano mai stati in una curva di quelle violente degli anni '80.

È stato detto mille volte (ed è vero) che se in quel settore ci fossero stati i nostri ultras, lo scontro si sarebbe risolto con una ventina di contusi e forse un accoltellato.

 

 

Le scarpe. Come fai a spiegare che le scarpe possono fare la differenza?

Chi ha vissuto gli anni '80 sa che quelle partite non erano per tutti. Andare a certe partite significava mettere in conto di dover correre, o anche scappare, perchè no. Si era pur sempre nella coda degli anni di piombo, chi andava ai cortei politici di fine anni '70 lo sapeva bene. Ci furono donne che andarono con le scarpe coi tacchi. Altri con le mitiche "espadrillas" (una specie di ciabatte). Allo stadio, allora, bisognava andare con le scarpe "da tennis", e pure ben legate.

 

 

Il muro (fatiscente, come i gradoni) crollò per la pressione della calca. Nessuno mai disse che se non fosse crollato, sarebbero rimaste schiacciate molte più persone.

Sotto la pressione, incominciò a cedere anche la rete di recinzione verso la pista. I gendarmi a piedi (gli steward di oggi) credettero che fosse un tentativo di invasione e invece di aprire immediatamente i cancelli (che per sicurezza furono chiusi anche con lucchetti) si misero a manganellare le prime file attraverso la rete, creando un effetto di "respinta" che fu fatale alle persone appena dietro, che furono pressate da dietro ma trovando un cordone di altre persone davanti. Molte persone non vennero schiacciate. Vennero calpestate, da coloro che venivano dietro.

E poi va detta una cosa, ma anche questa non va fraintesa, se no sembra una giustificazione degli inglesi. Il panico trasforma le persone. Gli fa perdere la dignità. Quello di salvarsi è un istinto animale, ma ho visto gente mollare gomitate in faccia ad altri, non esitare un attimo a camminare in faccia alle persone a terra. Il mio non è un giudizio morale. Io con poca pressione alle spalle ho avuto la possibilità di scegliere, e sono riuscito a non camminare in faccia alle persone. Non ho potuto fermarmi perche avevo una persona con me da portare via di peso. Altri forse non hanno potuto scegliere perchè esitare un attimo significava venire travolti.

Fu tutto molto più maledettamente semplice di come è stato raccontato. Tutti quegli italiani semplicemente non dovevano essere lì, in quel settore.

Perchè furono lì? Perchè la richiesta dei biglietti era folle, che oggi non è niente a confronto. E qualcuno in Italia riuscì ad acquistare quel settore destinato ai belgi (sarebbe rimasto probabilmente quasi vuoto) per poi distribuire quel contingente a club e agenzie di viaggio.

Tutte queste cose vanno dette con cautela, altrimenti possono sembrare una giustificazione degli inglesi. Non è così ovviamente, ma il confine fu molto labile. Fu un cumulo di leggerezze e di omissioni veramente incredibile, anche per l'epoca.

mi hai ricordato incredibilmente un aneddoto. Mio padre racconta sempre che per fortuna aveva ai piedi (volutamente) un paio di Adidas legate col doppio nodo. Quella fu una salvezza.

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ma da ciò che mi fu raccontato la maggior parte di quei 39 angeli sono morti perchè calpestati da chi fuggiva terrorizzato. chi non sa certe cose non sa spiegarsi il perchè di cotanto panico, ma quegli hooilgans erano peggio delle peggiori belve ai tempi dei romani....

Da chi cercava di non prendersi sassi in testa o ferito con i colli delle bottiglie rotte. È vero che il comando degli attacchi venne da capi hooligans, e questo è stato dimostrato al processo. Tuttavia senza l'effetto "booster" del panico non si sarebbe arrivati a tanto.

Sono concetti difficili da capire oggi che le capienze degli stadi sono ridicole e ci sono i seggiolini, ma chi andava al comunale negli anni '70 e '80 ricorda quei derby dove non si riusciva quasi a muovere le braccia, dalla calca che c'era.

 

mi hai ricordato incredibilmente un aneddoto. Mio padre racconta sempre che per fortuna aveva ai piedi (volutamente) un paio di Adidas legate col doppio nodo. Quella fu una salvezza.

Assolutamente vero.

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Da chi cercava di non prendersi sassi in testa o ferito con i colli delle bottiglie rotte. È vero che il comando degli attacchi venne da capi hooligans, e questo è stato dimostrato al processo. Tuttavia senza l'effetto "booster" del panico non si sarebbe arrivati a tanto.

Sono concetti difficili da capire oggi che le capienze degli stadi sono ridicole e ci sono i seggiolini, ma chi andava al comunale negli anni '70 e '80 ricorda quei derby dove non si riusciva quasi a muovere le braccia, dalla calca che c'era.

 

 

non solo nei derby... ricordo certe partite tipo juve-real 1986-87 oppure juve-psg e juve-colonia 1989-90... che calca indescrivibile! chi non l'ha provato non può capire.

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che dirti.......Anche telefonare era assai difficile. tranne mia sorella, a casa non sapevano che fossi lì.

Eh, non c'erano telefoni. Lo stadio era in mezzo ad un parco, non c'erano bar o cabine telefoniche pubbliche. E poi chi avrebbe avuto una pila di monete di valuta belga per fare una chiamata internazionale in Italia? Ci volevano almeno 2-3000 lire solo per prendere la linea.

Lasciamo poi perdere il casino che fece la televisione italiana. Senza aver capito nulla, parlavano genericamente di stadio mettendo in ansia tutti i parenti dei tifosi.

Fra l'altro il numero di telefono che passava in sovrimpressione verso la fine della partita, non funzionava.

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non solo nei derby... ricordo certe partite tipo juve-real 1986-87 oppure juve-psg e juve-colonia 1989-90... che calca indescrivibile! chi non l'ha provato non può capire.

Vero. Ma già un filo di meno, perchè lì era già post-Heysel.

Tuttavia la capienza maggiore sarebbe stata per un derby... mai disputato. Vale a quello per lo spareggio del campionato 1976/77 se non avessimo vinto a Milano o a Genova le ultime. Chissà cosa sarebbe stato. Manco farlo apposta, sarebbe stato domenica 29 maggio 1977.

E poi va beh, il pubblico tracimato in campo sulla pista in quel famoso Juve-Inter del'61 che poi portò alla ripetizione del 9-1.

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E quella tragedia portò alla squalifiche delle squadre inglesi che all epoca dominavano. Non tutti lo ricordano o lo scrivono che l aver cancellato il calcio inglese rese più semplice la conquista della coppa campioni. Il tanto decantato Milan di sacchi non ebbe mai un avversario inglese....

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cos'era successo a Torino con l'inghilterra a euro 80? e con l'arsenal sempre nel 1980? (non 1979 :) )

Sì è vero, stagione 79/80.

L'Arsenal ci eliminò con gol di tale Waessen attorno al '90 (e comprammo Brady). Vennero molti tifosi inglesi e ci furono risse e accoltellamenti. Come sapete, però allora, vale a dire negli anni d'oro degli hooligans, le tifoserie inglesi si mischiavano con altre inglesi al preciso scopo di fare "missioni" all'estero.

Qualcuno ebbe l'idea geniale di far giocare Italia-Inghilterra a Torino, per cui ci fu un regolamento di conti.

Finalmente poi, dieci anni dopo in occasione dei mondiali, pensarono bene di mandare l'Inghilterra a fare il gironcino a Cagliari. E non è vero che il fenomeno hooligans era già sconfitto nel '90. Anzi, non vedevano l'ora di tornare dopo l'esclusione di 5 anni dopo l'Heysel, in pratica quella che permise al Milan di Sacchi di vincere due CoppeCampioni che probabilmente non avrebbe vinto, non tutte e due almeno.

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Sì è vero, stagione 79/80.

L'Arsenal ci eliminò con gol di tale Waessen attorno al '90 (e comprammo Brady). Vennero molti tifosi inglesi e ci furono risse e accoltellamenti. Come sapete, però allora, vale a dire negli anni d'oro degli hooligans, le tifoserie inglesi si mischiavano con altre inglesi al preciso scopo di fare "missioni" all'estero.

Qualcuno ebbe l'idea geniale di far giocare Italia-Inghilterra a Torino, per cui ci fu un regolamento di conti.

Finalmente poi, dieci anni dopo in occasione dei mondiali, pensarono bene di mandare l'Inghilterra a fare il gironcino a Cagliari. E non è vero che il fenomeno hooligans era già sconfitto nel '90. Anzi, non vedevano l'ora di tornare dopo l'esclusione di 5 anni dopo l'Heysel, in pratica quella che permise al Milan di Sacchi di vincere due CoppeCampioni che probabilmente non avrebbe vinto, non tutte e due almeno.

poi però nel 90 venirono a Torino per la semifinale con la germania. botte da orbi in centro. ero presente al delle alpi quella sera.

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E quella tragedia portò alla squalifiche delle squadre inglesi che all epoca dominavano. Non tutti lo ricordano o lo scrivono che l aver cancellato il calcio inglese rese più semplice la conquista della coppa campioni. Il tanto decantato Milan di sacchi non ebbe mai un avversario inglese....

Telepatia, l'ho appena scritto sopra senza aver letto il tuo post.

E aggiungo anche: quelli che contano le coppe (Galliani). Nessuno ricorda che ci privò di una Supercoppa Europea (bastava giocarla con l'Austria Vienna, che aveva perso la finale di CoppaCoppe con l'Everton). Lui invece andava a giocarle anche al posto del Marsiglia. Per fortuna beccarono sia dal Parma sia nell'Intercontinentale.

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Questa è una cosa vera, ma come fai a spiegarla senza venire frainteso. Per la maggior parte della giornata, gli inglesi furono molto simpatici e amichevoli.

Non solo, ma con noi juventini, non c'erà rivalità. Ricordo anche un aspetto che molti hanno subito dimenticato. Una volta, le rivalità del campo avevano molto valore. Dopo che il Liverpool battè la Roma (mai visto festeggiare in piazza a Milano interisti, milanisti e juventini tutti insieme, solo per dire quanto la Roma stava antipatica allora), e dato che in Supercoppa a Torino a gennaio non vi furono incidenti, si parlò anche di gemellaggio. La curva di allora (Fighters, soprattutto) però si oppose per quanto era successo nel '79 con l'Arsenal in CoppaCoppe e soprattutto agli Europei '80 in Italia-Inghilterra a Torino.

Il casino fu generato da una banalità (che non vuol dire giustificare). Gli inglesi volevano "solo" prendere possesso di quello spicchio di curva, una faccenda squisitamente territoriale. In parole semplici, fare sloggiare chi c'era. Purtroppo l'intimidazione pesante (tirare sassi) generò il panico in un pubblico fra il quale pochissimi erano mai stati in una curva di quelle violente degli anni '80.

È stato detto mille volte (ed è vero) che se in quel settore ci fossero stati i nostri ultras, lo scontro si sarebbe risolto con una ventina di contusi e forse un accoltellato.

 

 

Le scarpe. Come fai a spiegare che le scarpe possono fare la differenza?

Chi ha vissuto gli anni '80 sa che quelle partite non erano per tutti. Andare a certe partite significava mettere in conto di dover correre, o anche scappare, perchè no. Si era pur sempre nella coda degli anni di piombo, chi andava ai cortei politici di fine anni '70 lo sapeva bene. Ci furono donne che andarono con le scarpe coi tacchi. Altri con le mitiche "espadrillas" (una specie di ciabatte). Allo stadio, allora, bisognava andare con le scarpe "da tennis", e pure ben legate.

 

 

Il muro (fatiscente, come i gradoni) crollò per la pressione della calca. Nessuno mai disse che se non fosse crollato, sarebbero rimaste schiacciate molte più persone.

Sotto la pressione, incominciò a cedere anche la rete di recinzione verso la pista. I gendarmi a piedi (gli steward di oggi) credettero che fosse un tentativo di invasione e invece di aprire immediatamente i cancelli (che per sicurezza furono chiusi anche con lucchetti) si misero a manganellare le prime file attraverso la rete, creando un effetto di "respinta" che fu fatale alle persone appena dietro, che furono pressate da dietro ma trovando un cordone di altre persone davanti. Molte persone non vennero schiacciate. Vennero calpestate, da coloro che venivano dietro.

E poi va detta una cosa, ma anche questa non va fraintesa, se no sembra una giustificazione degli inglesi. Il panico trasforma le persone. Gli fa perdere la dignità. Quello di salvarsi è un istinto animale, ma ho visto gente mollare gomitate in faccia ad altri, non esitare un attimo a camminare in faccia alle persone a terra. Il mio non è un giudizio morale. Io con poca pressione alle spalle ho avuto la possibilità di scegliere, e sono riuscito a non camminare in faccia alle persone. Non ho potuto fermarmi perche avevo una persona con me da portare via di peso. Altri forse non hanno potuto scegliere perchè esitare un attimo significava venire travolti.

Fu tutto molto più maledettamente semplice di come è stato raccontato. Tutti quegli italiani semplicemente non dovevano essere lì, in quel settore.

Perchè furono lì? Perchè la richiesta dei biglietti era folle, che oggi non è niente a confronto. E qualcuno in Italia riuscì ad acquistare quel settore destinato ai belgi (sarebbe rimasto probabilmente quasi vuoto) per poi distribuire quel contingente a club e agenzie di viaggio.

Tutte queste cose vanno dette con cautela, altrimenti possono sembrare una giustificazione degli inglesi. Non è così ovviamente, ma il confine fu molto labile. Fu un cumulo di leggerezze e di omissioni veramente incredibile, anche per l'epoca.

scusa solo una cosa: il settore degli iglesi era però separato dal settore dove c' erano i gruppi di italiani (anche tante famiglie, cosa che una volta appresa spinse il mio socio a praticamente obbligarmi ad andare nella curva opposta. Gli inglesi la recinzione la abbatterono totalmente ed andarono all' assalto degli italiani del settore Zeta. Io sono quansi certo che quelle belve erano piene d' alcool fino all' inverosmile, perchè non posso pensare che degli hooligans per quanto violenti si siano potuti spingere a commettere le atrocità perpetrate.

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Anche io ero lì nel settore Z.

Entrai prima delle 19.00 e mi misi al centro del settore, verso gli inglesi, a mezz’altezza.

Quando iniziò il lancio di tutto e di più mi spostai verso destra (lato muro caduto) stando attento a rimanere in un corridoio limitato a destra e sinistra da tubolari ad U rovescia che consentirono a chi era li di subire una minore (si fa per dire) pressione della massa di persone. Nonostante ciò mi sentii soffocare per instanti interminabili. Si ruppero anche gli occhiali facendomi sanguinare la fronte (niente di grave solo un po’ di sangue).

Quando la pressione si allentò scesi nel campo come un automa, senza capire cosa fosse successo. Ricordo solo di aver visto scendendo dai gradoni tante scarpe, bandiere, sciarpe. Dei morti non mi resi conto.

Una volta nel campo qualcuno mi fece entrare nella tribuna centrale inferiore (tribuna d’onore?) con molti posti vuoti, poi mi fecero sedere dandomi da bere. Li restai fino al termine (per altro con una frattura del 5° metatarso di un piede). All’uscita dopo tutto il faticoso giro dello stadio ritornai, fra gli ultimi, al bus: ricordo con i brividi un compagno di viaggio occasionale che mi venne incontro abbracciandomi e dicendomi che pensava che non mi avrebbe più visto.

Da allora, per 30 anni, anni non sono più entrato in uno stadio.

 

 

 

Eh, non c'erano telefoni. Lo stadio era in mezzo ad un parco, non c'erano bar o cabine telefoniche pubbliche. E poi chi avrebbe avuto una pila di monete di valuta belga per fare una chiamata internazionale in Italia? Ci volevano almeno 2-3000 lire solo per prendere la linea.

Lasciamo poi perdere il casino che fece la televisione italiana. Senza aver capito nulla, parlavano genericamente di stadio mettendo in ansia tutti i parenti dei tifosi.

Fra l'altro il numero di telefono che passava in sovrimpressione verso la fine della partita, non funzionava.

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Salve ansiosi! Vi ho abbandonato per 4/5 ore, avete novità? :lol:

 

Inviato dal mio SM-G850F utilizzando Tapatalk

Sì...che Alessandro Rosso ha confermato l'incredibile anticipazione fatta da noi di VS il 10 maggio nonostante non avessimo contatti con amici e parenti di fonti più che certe.

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mi hai ricordato incredibilmente un aneddoto. Mio padre racconta sempre che per fortuna aveva ai piedi (volutamente) un paio di Adidas legate col doppio nodo. Quella fu una salvezza.

allora andavano di moda le Superga di tela. In quella maledetta piramide ce ne erano tantissime. Molti persero le scarpe perchè chi travolto dalla calca, una volta a terra si aggrappava ai piedi di chi era rimasto in piedi, cercando di risollevarsi. Tutte cose che mi furono raccontate da chi tornò indietro sul pulmann incolume, magari scalzo, ma incolume.

 

Da chi cercava di non prendersi sassi in testa o ferito con i colli delle bottiglie rotte. È vero che il comando degli attacchi venne da capi hooligans, e questo è stato dimostrato al processo. Tuttavia senza l'effetto "booster" del panico non si sarebbe arrivati a tanto.

Sono concetti difficili da capire oggi che le capienze degli stadi sono ridicole e ci sono i seggiolini, ma chi andava al comunale negli anni '70 e '80 ricorda quei derby dove non si riusciva quasi a muovere le braccia, dalla calca che c'era.

 

 

Assolutamente vero.

l' omicidio della ragazza di cui ti dicevo.

 

non solo nei derby... ricordo certe partite tipo juve-real 1986-87 oppure juve-psg e juve-colonia 1989-90... che calca indescrivibile! chi non l'ha provato non può capire.

c' ero, perdemmo ai rigori. ero militare e presi un permesso speciale.

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Che dire... grazie per le testimonianze. Io avevo meno di dieci anni e ricordo di aver iniziato a festeggiare davanti alla tv a fine partita, con mio padre che mi fermò spiegandomi le cose.

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