Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

Kenanshirō  ケンシロウ

Allineamento dei Capitani della Juventus

Post in rilievo

Il 06/09/2025 Alle 15:43, Kenanshirō ケンシロウ ha scritto:

Se i capitani della Juventus fossero nel mondo di Dungeons & Dragons, che allineamento avrebbero?

 

Permettimi, se parli di capitani intesi come leader ci può stare. Se parli di capitani con la fascia ti dico che Bettega non l'ho mai visto indossare da capitano. Poi dimentichi qualche altra leggenda come Dino Zoff e Capitan Billy Sandro Salvadore 

  • Grazie 1

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
5 minuti fa, gobbone ha scritto:

Permettimi, se parli di capitani intesi come leader ci può stare. Se parli di capitani con la fascia ti dico che Bettega non l'ho mai visto indossare da capitano. Poi dimentichi qualche altra leggenda come Dino Zoff e Capitan Billy Sandro Salvadore 

Condivido che Zoff sia una grave mancanza.

Riguardando effettivamente negli anni di Bettega i capitani sono stati Salvadore, Anastasi, Furino, Morini, Clausio... Pare sia stato solo terzo capitano nelle stagioni 80/81 e 81/2

 

Farò una versione corretta con Boniperti al posto suo!

9 minuti fa, gobbone ha scritto:

Permettimi, se parli di capitani intesi come leader ci può stare. Se parli di capitani con la fascia ti dico che Bettega non l'ho mai visto indossare da capitano. Poi dimentichi qualche altra leggenda come Dino Zoff e Capitan Billy Sandro Salvadore 

Ci puoi dire qualcosa di Salvadore? Purtroppo per motivi anagrafici non l'ho visto giocare

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
13 ore fa, bergamo83 ha scritto:

Perché Conte lo penso come Allenatore e non calciatore?

Eccolo negli allenatori:

 

14 minuti fa, Kenanshirō ケンシロウ ha scritto:

Se gli allenatori della Juventus fossero nel mondo di Dungeons & Dragons, che allineamento avrebbero?

 

Dopo il "successo" del post sull'allineamento dei Capitani, ecco l'analogo lavoro per gli allenatori più emblematici, in un senso o nell'altro, della nostra storia!

 

Progetto-senza-titolo.png

 

Giovanni Trapattoni: Legale Buono
Giovanni Trapattoni è la quintessenza del Legale Buono, un personaggio che si impegna a fare la cosa giusta, rispettando le regole, le tradizioni e un profondo codice d'onore. La sua figura è stata quella di un padre per i giocatori e di un "mister" vecchio stampo, le cui due lunghe e vincenti ere alla guida della Juventus (dal 1976 al 1986 e dal 1991 al 1994) si basavano su disciplina, lealtà e un senso etico del lavoro.

Il suo stile di gioco, pur essendo solido e difensivo, non era un dogma, ma l'espressione di una mentalità che anteponeva il bene della squadra al singolo. Il suo rapporto paterno con i giocatori è leggendario, come dimostra la famosa frase "Platini è come un figlio per me", che riassume il suo approccio umano e protettivo.

La sua saggezza, radicata in un profondo pragmatismo, si riflette in un'altra celebre frase: "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco". Un detto che, con la sua prudenza e la sua semplicità, incarna perfettamente l'anima di un uomo che ha vinto tutto in maniera onesta e misurata, restando sempre fedele a sé stesso e ai valori più profondi dello sport.

 

Carlo Ancelotti: Neutrale Buono
Carlo Ancelotti incarna alla perfezione l'allineamento di Neutrale Buono, un personaggio che agisce per il bene degli altri, senza essere vincolato da leggi o dogmi, ma seguendo un proprio senso di giustizia e umanità. Il suo è un approccio al calcio basato sulla leadership emotiva e sulla gestione umana dello spogliatoio.

Il suo periodo alla Juventus fu un paradosso vivente, un "uomo del Milan" in una squadra dal DNA freddo e pragmatico. Fin dal suo esordio, fu accolto da uno striscione con la scritta "Un maiale non può allenare", una frase che riassume l'ostilità di una parte della tifoseria che lo vedeva come un corpo estraneo. In quell'ambiente, Ancelotti non vinse lo Scudetto, ma mostrò la sua vera natura: non reagì con rabbia o vendetta, ma con la sua solita calma, dimostrando di essere un "maestro di tranquillità" in grado di sopportare le pressioni più estreme. Il suo motto era quello di costruire un rapporto di fiducia con i giocatori, concedendo loro libertà in campo e dimostrando empatia, un approccio che lo differenziava dai tecnici più rigidi.

Un aneddoto significativo è l'incontro con Paolo Montero: Ancelotti voleva imporre il suo rigido 4-4-2, ma il difensore gli disse "Tu non capisci", riferendosi alla necessità di adattarsi a campioni come Zidane. In quel momento, Ancelotti comprese che il suo sistema non era la cosa più importante, e da lì in poi decise di adattarsi ai giocatori, non il contrario. Questa sua capacità di mettere da parte il dogma per il bene della squadra e per il benessere dei giocatori, lo ha reso uno degli allenatori più vincenti e rispettati del mondo, un perfetto Neutrale Buono che ha fatto della sua umanità la sua più grande forza.

 

Andrea Pirlo: Caotico Buono

Andrea Pirlo è senza dubbio il candidato più corretto per l'allineamento di Caotico Buono. Questo allineamento si adatta a chi agisce in base a un'etica personale che va oltre le regole e le convenzioni, con l'intenzione di fare del bene. Per Pirlo, questo "bene" era l'idea romantica e idealistica di un calcio propositivo, estetico e moderno, contrapposto al pragmatismo storico della società. La sua stessa nomina fu un atto di profondo caos, un'esperienza al limite del "suicidio" sportivo, che la dirigenza accettò per provare a ritrovare la sua anima.

Il suo calcio era un'arte più che una scienza, un insieme di intuizioni geniali e di caos che non si è mai tradotto in una tattica coerente. La sua costante sperimentazione di moduli e giocatori, che non si è mai conclusa con un'idea di gioco ben definita, è l'espressione massima della sua natura caotica. L'aneddoto decisivo è la sconfitta per 0-3 contro il Milan, una partita che ha mostrato il totale collasso tattico della squadra e la sua incapacità di adattarsi.

Nonostante tutto, Pirlo non può essere considerato un "malvagio". Il suo è stato un progetto fallito, ma il suo intento era "buono". E a testimoniare questo intento c'è la vittoria in Coppa Italia del 2021 contro l'Atalanta. Quella sera, in una partita frenetica, riuscì a conquistare un trofeo, dimostrando che il suo caos, per quanto imprevedibile, aveva un cuore e una finalità "buona". Il suo essere un "poeta" in un ambiente di "ingegneri" lo ha portato a lasciare un segno inaspettato, dimostrando che le sue intenzioni, per quanto fuori dagli schemi, avevano un fondo di bontà.

 

Marcello Lippi: Legale Neutrale

Marcello Lippi è l'incarnazione del Legale Neutrale. Questo allineamento si adatta a chi si concentra su legge, tradizione e onore, agendo secondo un codice rigido e pragmatico per ottenere il risultato, senza badare al bene o al male. Lippi ha costruito un'epoca di successi basata sulla disciplina ferrea e sulla mentalità vincente, trasformando la Juventus in una vera e propria macchina da guerra.

La sua carriera è costellata di successi, dalla vittoria della Champions League nel 1996 alle tre finali perse, a testimonianza di una mentalità che ha sempre puntato al massimo risultato. Le sue dimissioni, onorevoli e dignitose, al termine del primo ciclo, e il suo successivo ritorno a Torino per vincere ancora, dimostrano la sua professionalità e la sua incrollabile dedizione al dovere. Il suo successo culminò con la vittoria al Mondiale del 2006 con un blocco di giocatori della Juventus, a riprova della sua capacità di creare un sistema vincente basato sulla disciplina. Non a caso, molti dei suoi ex calciatori, come Conte e Deschamps, sono diventati allenatori di primo piano, a testimonianza della sua influenza.

Tuttavia, il suo lato "legale" e rigido si è manifestato in alcuni passaggi in chiaroscuro, come il rapporto con Roberto Baggio. La sua scelta di escludere un fuoriclasse come Baggio per una questione di equilibrio tattico e di rispetto delle gerarchie, dimostra la sua natura pragmatica che antepone il sistema al singolo. La sua frase "La vittoria non ha colore, è solo un'operazione matematica" riassume perfettamente la sua filosofia, che non ammetteva sentimentalismo, ma solo risultati.

 

Massimiliano Allegri: Neutrale Puro

Massimiliano Allegri è il prototipo del Neutrale Puro, un personaggio che agisce secondo il proprio istinto, senza allinearsi a bene o male, legge o caos. La sua filosofia è l'antitesi di qualsiasi dogma calcistico: non si cura del bel gioco, della tattica o della filosofia, ma solo del risultato. "Il bel gioco non vince i trofei" è una frase che incarna perfettamente la sua essenza.

La sua natura vincente si è palesata fin da subito. È subentrato ad Antonio Conte, che aveva dichiarato che la Juventus non poteva "mangiare nel ristorante da 100 euro", e invece Max ha portato quella stessa squadra a giocare due finali di Champions League in tre anni. Ha dimostrato che la sua mentalità e la sua capacità di adattarsi erano superiori a qualsiasi preconcetto.

Allegri è un camaleonte che si adatta alle situazioni, trovando sempre il modo di vincere, senza seguire un codice preciso. La sua creatività tattica, il suo saper cambiare ruolo in maniera sorprendente a un giocatore, e la sua capacità di ribaltare una partita con le "allegrate", sono la prova del suo camaleontismo. È l'allenatore aziendalista che allena i giocatori che gli vengono dati, senza mai fare polemica con la società. Ma è anche il personaggio che dà spettacolo nelle conferenze stampa, come nella diatriba dialettica con Adani e i "giochisti", dimostrando che il suo pragmatismo ha una vena di caos e teatralità. Fuori dal calcio, la sua passione per l'ippica e il suo atteggiamento non convenzionale, lontano dai cliché, lo rendono un personaggio unico. Un suo tratto distintivo è il suo approccio umano verso i giocatori, con i quali instaura un rapporto di stima e fiducia, come nel caso del video in cui gioca a basket con Pogba, che dimostra come la sua leadership sia basata sulla relazione umana.

I suoi due addii sono la perfetta sintesi della sua natura. Il primo, al termine del suo ciclo vincente, fu condito da una conferenza stampa al fianco del presidente, dove le sue parole polemiche furono un'evidente frecciata al suo successore, Sarri. Il secondo, invece, lo ha visto fare da parafulmine per una società allo sbando, portando la squadra in Europa nonostante la penalizzazione, culminando nella vittoria della Coppa Italia e in un licenziamento inaspettato. I suoi gesti, come il "dov'è Rocchi?" urlato in campo o il dito puntato verso il dirigente Giuntoli, dimostrano come la sua "neutralità" non sia passiva, ma una reazione diretta e pragmatica alle ingiustizie percepite.

 

Luifi Maifredi: Caotico Neutrale

Luigi "Gigi" Maifredi incarna alla perfezione l'allineamento di Caotico Neutrale. Questo archetipo si adatta a un individualista che segue le proprie regole, agendo in modo imprevedibile e disordinato, senza un'intenzione morale precisa, ma che spesso finisce per distruggere ciò che lo circonda.

La sua nomina alla Juventus fu l'atto inaugurale della "rivoluzione di Montezemolo", un tentativo di rottura con il passato e il "calcio champagne" del "profeta di Brescia" si scontrò con la tradizione pragmatica dei bianconeri. Maifredi, con la sua fede nel gioco a zona e la sua natura di sperimentatore, si è trovato in un ambiente che non era pronto per il suo caos. Il suo approccio "neutrale", che non si curava delle vecchie abitudini, lo ha portato a non adattarsi a una squadra di campioni e ad avere difficoltà nel rapporto con lo spogliatoio. Celebre è l'aneddoto in cui dovette entrare in campo per portare via a braccia un esuberante Di Canio dopo una provocazione.

Il suo spirito caotico e idealista si è scontrato con la realtà dei fatti, portando a un disastro sportivo che la Juventus non conosceva da decenni. La sua squadra, pur mostrando a tratti un bel gioco, si rivelò imprevedibile e instabile, fallendo la qualificazione alle coppe europee dopo 28 anni. Il suo atteggiamento noncurante della tradizione e della storia del club si riassume perfettamente in un aneddoto del suo primo incontro con Gianni Agnelli. A una domanda dell'Avvocato sull'abitudine di firmare solo contratti annuali, Maifredi rispose: "Se le cose vanno bene, rinnovo; se vanno male, me ne vado", al che Agnelli replicò: "Maifredi, lei abbandona la nave quando sta affondando". Questa frase, insieme al fallimento del suo progetto, riassume perfettamente l'essenza di un allenatore che ha perseguito un suo ideale di gioco senza un reale senso del dovere, portando al disastro e lasciando una ferita profonda nella storia della Juventus.

 

Maurizio Sarri: Legale Malvagio

Maurizio Sarri è l'incarnazione del Legale Malvagio, un personaggio che persegue i propri obiettivi con una disciplina incrollabile e un codice rigido, imponendoli agli altri senza curarsi del loro benessere o delle loro sensazioni. Il suo "Sarrismo" non è una semplice filosofia di gioco, ma un dogma, una legge assoluta che deve essere rispettata.

Il suo arrivo alla Juventus, dopo il ciclo di Massimiliano Allegri, fu un atto di rottura, un tentativo di imporre la propria visione a un ambiente abituato al pragmatismo. La sua intransigenza tattica, che lo portava a voler adattare i giocatori al suo sistema piuttosto che il contrario, si scontrò con la natura di uno spogliatoio di campioni. I conflitti con i senatori della squadra non furono solo un problema di coesistenza, ma la testimonianza di una lotta tra la sua rigida "legge" e le abitudini consolidate di un gruppo vincente. A un certo punto, pare che rivolse frasi poco piacevoli ai suoi giocatori, che resero il rapporto insostenibile.

Il suo allineamento "malvagio" si è rivelato in modo palese quando, dopo aver capito di non poter imporre il suo gioco, ha scelto di fare buon viso a cattivo gioco. Invece di dimettersi o di continuare a battersi per i suoi principi, ha scelto la via più pragmatica per mettere in bacheca il suo primo e unico Scudetto. Questo compromesso, che ha sacrificato la sua anima calcistica per il risultato, è il lato oscuro e calcolato del suo allineamento. La sua vittoria non è stata un trionfo, ma la fine di un percorso, un'operazione matematica che ha portato al titolo ma che ha lasciato una squadra senza anima, un'eredità tattica confusa e un esonero inevitabile.

 

Thiago Motta: Neutrale Malvagio

Thiago Motta, con la sua filosofia di "calcio posizionale", incarna l'allineamento di Neutrale Malvagio. Questo archetipo si adatta a chi agisce in modo calcolato e spietato, senza seguire un codice morale, ma unicamente per il proprio tornaconto. Le sue decisioni non sono dettate dal caos, ma da una fredda logica che antepone il proprio progetto a tutto il resto.

Il suo arrivo alla Juventus, salutato come un nuovo inizio, si è presto rivelato un disastro, una "lunga caduta". La sua "fluidità posizionale" si è tradotta in una squadra senza un'identità chiara, con i giocatori persi in campo e una generale mancanza di coesione. A dispetto delle sue dichiarazioni che attestavano le sue scelte alla volontà dei giocatori, le sue decisioni, spesso irrazionali, sembravano dettate da un fare dispotico che ha distrutto la squadra. Le sue scelte, come accantonare Vlahovic o cedere un capitano come Danilo senza un adeguato saluto ai tifosi, non sembrano dettate da un intento "buono", ma da una spietata logica di distruzione per ricostruire, un po' come un "malvagio" che brucia la foresta per costruirci un grattacielo.

I suoi esperimenti, le sue scelte discutibili e la sua incapacità di adattarsi alla realtà si sono scontrati con la Juventus, e il risultato è stato il fallimento. La sua avventura si è conclusa con un esonero burrascoso, lasciando la squadra senza un trofeo e con un rapporto rotto con lo spogliatoio. La qualificazione in Champions League è arrivata solo grazie al subentro di Tudor. Il suo "Fa male ma rifarei tutto", pronunciato dopo la sconfitta contro il Norimberga, non denota l'orgoglio di un artista, ma l'arroganza di un personaggio convinto di essere nel giusto a prescindere dal risultato. La sua storia alla Juventus è un esempio di come un'idea, quando è sostenuta da un'assenza di empatia e da una fredda ambizione, può diventare una forza distruttiva e malvagia.

 

Antonio Conte: Caotico Malvagio

Antonio Conte incarna la perfetta essenza del Caotico Malvagio, un allineamento che si addice a chi persegue i propri scopi a discapito di qualsiasi lealtà o morale, usando il caos e la sua imprevedibilità per ottenere il potere.

La sua natura egoistica e distruttiva si è manifestata con la sua lamentela costante nei confronti della proprietà. Alla Juventus, questo atteggiamento è simboleggiato dalla celebre metafora del "ristorante da 100 euro", con cui ha lamentato la mancanza di investimenti per la squadra. A cementare la sua immagine di Caotico Malvagio ci sono anche i suoi addii inaspettati. Il suo passaggio alla panchina dell'Inter, storica rivale, è stato percepito come un vero e proprio tradimento, un'azione guidata dal desiderio di rivalsa personale e dal gusto di infliggere un colpo alla sua ex-squadra. Ma il suo atto più eclatante è arrivato nell'estate del 2025, quando, mentre giornalisti e tifosi si aspettavano il suo ritorno a Torino per risollevare la squadra, ha rinnovato inaspettatamente con il Napoli. Un episodio vissuto come un versare sale sulla ferita ancora aperta dell'addio del 2014. Si ipotizza che Conte abbia sfruttato l'interesse della Juve solo per ottenere da De Laurentiis il potere assoluto e illimitato a Napoli: questa sì che è un'azione caotica e malvagia!

Il suo lato "malvagio" si è espresso anche nella ricerca ossessiva di record personali, come i 102 punti in campionato. Questo traguardo, più importante per lui che per la società, ha portato a sacrificare il cammino europeo, culminato nell'eliminazione ai gironi di Champions League e nella sconfitta in semifinale di Europa League, perdendo l'occasione storica di giocare la finale a Torino.

 

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
6 ore fa, Kenanshirō ケンシロウ ha scritto:

Condivido che Zoff sia una grave mancanza.

Riguardando effettivamente negli anni di Bettega i capitani sono stati Salvadore, Anastasi, Furino, Morini, Clausio... Pare sia stato solo terzo capitano nelle stagioni 80/81 e 81/2

 

Farò una versione corretta con Boniperti al posto suo!

Ci puoi dire qualcosa di Salvadore? Purtroppo per motivi anagrafici non l'ho visto giocare

Io non lo ricordo benissimo perché andò via dalla Juve che avevo 10 anni. Da come me lo descriveva mio Padre era un difensore elegantissimo, forse il primo libero a non rimanere nella propria area a spazzare via palloni. Personalmente me lo ricordo come molto abile sia nei piedi, cosa particolare per il ruolo in quel periodo, e col colpo di testa. Me lo ricordo anche capace ad uscire dalla propria area palla al piede. Penso che il buon @29 MAGGIO 1985, nostra grande memoria storica lo possa raccontare molto meglio di me. Per il poco che ho visto, spero di non essere blasfemo, se la giocava alla pari con il grandissimo Gaetano Scirea al quale passò il testimone.

Piccola modifica. Per quanto riguarda Bettega, anche se non è mai stato capitano, era, praticamente dal debutto, uno dei leader indiscussi del periodo. 

 

  • Grazie 1

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Il 06/09/2025 Alle 23:28, il marsigliese ha scritto:

 

Del piero true neutral

Ecco la variante!

 

Il 06/09/2025 Alle 15:43, Kenanshirō ケンシロウ ha scritto:

Le varianti proposte da voi

 

WhatsApp%20Image%202022-11-08%20at%2011.

 

Alessandro Del Piero: Neutrale Vero

Nell'epica del calcio, poche figure incarnano l'archetipo del Neutrale Vero con la grandezza di Alessandro Del Piero. Il suo percorso non è stato quello di un guerriero spinto da un codice rigido, né di un rivoluzionario guidato dal caos, ma quello di un equilibrio perfetto, un'anima solitaria in un mondo di estremi, capace di conciliare la genialità con la disciplina, la lealtà con l'indipendenza.

Il suo cammino è iniziato come quello di un predestinato, un'ascesa che lo ha visto ereditare la pesante eredità di Roberto Baggio. Con il suo tiro "alla Del Piero", una perfetta fusione di arte e precisione, e il soprannome "Pinturicchio" datogli da Gianni Agnelli, si è imposto come l'artista di un calcio che necessitava di un tocco di genio. La sua carriera, però, non è stata una linea retta, ma un'epica di rinascita, simboleggiata dal grave infortunio che lo ha costretto a un'assenza prolungata, un momento che avrebbe spezzato chiunque, ma che ha fortificato la sua natura.

La sua neutralità si è rivelata in tutta la sua forza nei momenti decisivi. In campo, era il collante che univa un blocco juventino disciplinato e vincente con la sua genialità individuale, un equilibrio che lo ha portato a vincere il Mondiale del 2006 con la sua Nazionale. Il suo gesto più significativo, però, è arrivato dopo la condanna della squadra alla Serie B. In un'epoca di mercenari, Del Piero scelse di restare, una decisione che andava oltre la logica del bene o del male. Era un atto di lealtà puro e disinteressato che lo spinse a riportare la sua amata squadra in Serie A, vincendo il titolo di capocannoniere. Con 705 presenze e 290 gol, Del Piero detiene i record di presenze e gol con la maglia della Juventus, a riprova di una carriera passata in equilibrio tra la fedeltà e il proprio talento.

La sua carriera si è conclusa con un ultimo trionfo, la vittoria dello scudetto, e un addio amaro voluto da Andrea Agnelli. La sua figura non poteva convivere con il nuovo pragmatismo della società, e il suo addio è stato il finale di un eroe che ha completato il suo ciclo, lasciando dietro di sé un'eredità di lealtà, talento e un perfetto equilibrio tra il bene e il male.

 

  • Grazie 1

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Il 07/09/2025 Alle 11:07, Kenanshirō ケンシロウ ha scritto:

Aimé l'abbiamo già fatta 🤣 questo è il mio momento di evasione quando riesco a sfuggire a moglie e figlie 🙈

Ognuno ha le sue valvole …. Io falcio l’erba e qualsiasi cosa incontro con il trattorino 🤩

  • Haha 1

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
14 ore fa, gobbone ha scritto:

Io non lo ricordo benissimo perché andò via dalla Juve che avevo 10 anni. Da come me lo descriveva mio Padre era un difensore elegantissimo, forse il primo libero a non rimanere nella propria area a spazzare via palloni. Personalmente me lo ricordo come molto abile sia nei piedi, cosa particolare per il ruolo in quel periodo, e col colpo di testa. Me lo ricordo anche capace ad uscire dalla propria area palla al piede. Penso che il buon @29 MAGGIO 1985, nostra grande memoria storica lo possa raccontare molto meglio di me. Per il poco che ho visto, spero di non essere blasfemo, se la giocava alla pari con il grandissimo Gaetano Scirea al quale passò il testimone.

Piccola modifica. Per quanto riguarda Bettega, anche se non è mai stato capitano, era, praticamente dal debutto, uno dei leader indiscussi del periodo. 

 

Carissimo, vai a questo link ... .ehm 

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/11/sandro-salvadore.html 

 

SANDRO SALVADORE .. GRANDE GIOCATORE .. GRANDE UOMO .. GRANDE JUVENTINO .. 

 

UNO & TRINO .. E' SEMPRE STATO .. E SEMPRE SARA' .. UNO DEI GIOCATORI CHE PIU' HA ONORATO ED AMATO LA " MAGLIA BIANCONERA " 

 

IN MANIERA MAGISTRALE " BILLY " SEPPE ELEVARE ALLA " MASSIMA POTENZA " I RUOLI CHE .. CON MAESTRIA E TENACIA .. DI VOLTA IN VOLTA ..

NEL CORSO DEI 90 MINUTI DI GIOCO .. PIU'  FORTEMENTE SENTIVA PULSARE NEL SUO INNATO " DNA " .. ergo .. LIBERO - TERZINO - MEDIANO -

STOPPER - E - ALLA BISOGNA - IN PIU' OCCASIONI - SEPPE VIOLARE LA PORTA ALTRUI - IO .. PER LUI .. STRAVEDEVO - AVERNE AL GIORNO D'OGGI

 

GIOCATORI DI TENACIA E QUALITA' TECNICA COME IL GRANDISSIMO .. Caduta di un libero - Calcio Romantico .. SANDRO SALVADORE 

 

Ti auguro una serena notte, .salveStefano !

  • Grazie 2

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.