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Sylar 87

Serie A • 9ª Giornata: Lecce-Napoli, Atalanta-Milan, Como-Verona, Roma-Parma, Bologna-Torino, Genoa-Cremonese, Inter-Fiorentina, Cagliari-Sassuolo, Pisa-Lazio

Post in rilievo

8 ore fa, Minerva X ha scritto:

Mi domando come non siano ancora saltate le panchine di Vieira, Di Francesco e Pioli.

Di Francesco deve battere il record di tre retrocessioni consecuitive

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sono andato a cercare il gol di sucic aspettandomi una cosa mirabolante.

e niente, sono un * a credere a sti articoli. 😁

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7 ore fa, Sylar 87 ha scritto:

nLFIlEq.png

 

Giustamente dopo MaraPio adesso è la volta si Zizucic .sisi 

Io l'unico che gli prenderei è Chalanoglu, giocatore con ottima tecnica e quasi una sentenza sul tiro da fuori area; quando non rinnovò col Milan avevo detto che avremmo dovuto approfittarne perché non stava facendo benissimo ma le qualità ce le aveva tutte

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8 ore fa, marcomazzoli87 ha scritto:

E intanto,Pioli rimane ancora ben saldo sulla panchina della Fiorentina .ghgh.ghgh.ghgh 

Tra un mesetto siamo a Firenze… chissà se li faremo rinascere noi a quelli

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19 ore fa, Livorno🌟Bianconera ha scritto:

Ma il primo anno di Spalletti al Napoli i tifosi erano soddisfatti?

Perché se la memoria non mi inganna il Napoli lasciò per strada punti importanti perdendo in casa con Spezia ed Empoli,anche se poi raggiunse l'obiettivo Champions.

Ma la tifoseria azzurra come sta prendendo il passaggio di Spalletti alla Juve?

Vi sentite "traditi" come nel caso di Sarri quando passò ad allenare la Juve?

Salve, provo a rispondere punto per punto.

 

1. Nel primo anno di Spalletti c'era qualche dubbio iniziale, visto il succedersi di due allenatori in seguito a una spiacevole situazione che aveva bisogno di essere definitivamente risolta. Gattuso aveva preso il posto di Ancelotti, esonerato. Ancelotti era molto stimato e sembrava il segno della volontà della società di mirare in alto (però la prima campagna acquisti per lui non era stata veramente all'altezza delle aspettative, imho)  ma fu esonerato quando il campionato non era ancora veramente compromesso e malgrado i buoni risultati che stava ottenendo in Champions. Si era determinata una situazione esplosiva nello spogliatoio causata, a mio avviso (e di diversi altri tifosi), da un'ingerenza di De Laurentiis nella gestione della squadra. Scintilla scatenante, un ritiro stabilito dall'alto, che Ancelotti non trovava utile, ma al quale poi si era sentito costretto a cedere, mentre alcuni giocatori si erano ammutinati. Fu sostituito da Gattuso, in corso d'opera, che non so come riuscì a vincere una Coppa Italia, ma non sembrava chissà cosa. Dopo Gattuso arrivò Spalletti, che serviva anche per ridare un po' di ordine alle scorie ancora esistenti del pasticcio di cui sopra: azzerare e ripartire.

 

Spalletti riuscì a imporsi quasi subito, ottenendo risultati sorprendenti, da una rosa che vantava qualche ottimo giocatore degli anni precedenti, ma anche calciatori come Petagna, che comunque Spalletti riuscì a motivare e a fare rendere al meglio, quando gli servì. Per diverse giornate, quasi fino alla fine del campionato, fu in lizza per il primo posto. I tifosi ne erano ampiamente soddisfatti: aveva ridato al Napoli ordine, disciplina tattica e comportamentale, un gioco fluido, a tratti spettacolare, e ambizioni.

 

Perse qualche partita che sembrava alla portata nelle ultime giornate, in casa con la Fiorentina, in maniera rocambolesca, e a Empoli, in maniera ancora più rocambolesca (da un vantaggio di 2-0 a una sconfitta per 3-2 con un clamoroso errore di Meret su rinvio). Quei punti persi significarono la fine della lotta per il primo posto, ma comunque si piazzò al terzo posto, se ben ricordo. Ottimo risultato, considerando le premesse e stima aumentata nei confronti dell'allenatore dalla maggioranza della piazza. Malumori sparsi fra tifosi che di calcio non capiscono poi tanto e vogliono solo vincere. Sarebbe stato un piccolo miracolo sportivo. Molti meriti a Spalletti, che aumentarono nella seconda stagione, in cui sembrava avere meno frecce al suo arco (erano andati via diversi "senatori"), ma fu invece capace di assemblare un mix straordinario fra vecchi (tipo Osimhen, Di Lorenzo, Politano, ecc.) e nuovi, come Kvara e Kim. Fu bravo a gestire l'addio di beniamini del pubblico, come Insigne e Mertens, un po' come aveva fatto, con minor tatto, a Roma, con Totti e all'Inter con Icardi.

 

2. Reazioni miste alla notizia del passaggio alla Juve: molti, incluso il sottoscritto, gli fanno gli auguri per la sua nuova avventura e lo ringraziano per quanto fatto a Napoli. Gli sono grati per le soddisfazioni che ha dato, per il campionato vinto e per il gioco spettacolare che raccolse applausi anche in Europa. Tantissimi però sottolineano una condotta a dir poco ipocrita, ripercorrendo le tappe del suo abbandono: disse - e lo ha perfino scritto in un libro pubblicato da poco - che andava via per dissidi con De Laurentiis, ma che non riusciva a immaginare sé stesso con indosso la tuta di un'altra società calcistica. Smentì anche il sospetto attribuito a De Laurentiis che volesse andare con Giuntoli alla Juventus.

 

3. La sensazione provata all'epoca di Sarri fu di gran lunga peggiore rispetto a quella di cui leggo ora. Sarri faceva il capopolo, additando il "palazzo" come la sede del potere che lui, da proletario, tentava di battere sul campo. Si mostrava come una sorta di Masaniello e proprio come Masaniello i suoi seguaci lo videro poi farsi ammaliare dal medesimo potere che diceva di voler combattere, sportivamente parlando. Anche Sarri, però, se ben ricordo, non andò direttamente alla Juventus, ma fece una sorta di pausa prima del passaggio alla Juventus, andando a vincere qualcosa in Inghilterra, con il Chelsea.

 

In definitiva, quello di Sarri fu sentito come un tradimento di ideali che egli stesso aveva elaborato e propagandato, mentre Spalletti non ha mai indicato la Juventus come l'avversario specifico contro il quale combattere. Per lui era solo, come doveva essere, un forte avversario sportivo. Viene comunque ringraziato per quanto fatto a Napoli e gli si riconosce il pieno diritto di tornare ad allenare, chiunque, come accade per ogni professionista e come è accaduto per Conte, del resto.

 

Piccola differenza: Conte non ha mai rinnegato il suo passato juventino e la sua fede calcistica che lo lega alla squadra bianconera, così come considera Torino la sua città di adozione, senza che questo lo condizioni nello svolgimento della sua professione. Sarri invece sosteneva di essere tifoso del Napoli, di essere fiero di essere nato a Napoli, ecc. Insomma era un po' più para**lo e soprattutto questo diede fastidio. Così come ora si ricordano i proclami di amore eterno di Spalletti per il Napoli, come se dovesse essere l'ultima squadra di club che avrebbe allenato. Un'esagerazione, una sorta di dichiarazione di amore eterno per una donna da cui poi si divorzia senza rimorsi, perché non c'è più accordo fra i coniugi.

 

Last but not least: proprio perché a Spalletti si riconosce la capacità di guidare con mano ferma ed efficace un gruppo (escludendo quello della nazionale, ma questa è un'altra storia), ottenendo il meglio dai giocatori a disposizione, c'è anche un po' di timore per quanto potrebbe ottenere alla Juventus, che diventa, per molti tifosi napoletani, un'ulteriore avversario da considerare per la lotta ai primi 4 posti di questa stagione e forse anche per qualcosa di più. Insomma, stima e riconoscenza per l'allenatore, forse un po' meno per l'uomo, e un po' di preoccupazione perché l'ammirato allenatore di un tempo passato ora diventa un avversario molto temibile.

 

 

 

 

 

 

  • Grazie 1

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12 ore fa, Roger Keith Barret ha scritto:

Ma la fiorentina....tutto bene?

Solo a me viene in mente il 1993?

Direi di sì. E forse a qualche tifoso viola particolarmente timoroso.

Quella retrocessione è irripetibile: punto primo, era un campionato a 18 squadre con 4 retrocessioni; punto secondo, i viola andarono giù con una media punti molto alta (media che li porterebbe, oggi, a chiudere il campionato a ben 42 punti); punto terzo, all’epoca i competitors (squadre arrivate appaiate) avevano gente come Balbo (Udinese) e Hagi (Brescia).

Non ci mettete proprio il pensiero, bastano i soli De Gea e Kean per farli salvare in pantofole.

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1 ora fa, Vivafootball ha scritto:

Insomma, stima e riconoscenza per l'allenatore, forse un po' meno per l'uomo, e un po' di preoccupazione perché l'ammirato allenatore di un tempo passato ora diventa un avversario molto temibile.

La lettura del tuo post è anche gradevole, però poi mi soffermo al succo e penso “Conte grande uomo perché non ha mai rinnegato, Spalletti meno”;

ogni scarrafone è bell’a mamma soje.

 

Ci hanno rovinati e con noi l’intero calcio italiano (parlo di Tronchetti, Moratti, Guido Rossi e compagnia) pilotando tutto con precisione chirurgica (Anno Domini 2006),

tanto che le intercettazioni sull’inda vennero fuori a babbo morto, e mi taccio su Meani e sul posto regalato al Milan che permise loro di andare a vincere la Champions’ nella stagione seguente.

Conte accettò di risollevare le loro sorti (come pure quelle della FIGC, senza riuscirci in quel caso), per pura ripicca nei confronti di Agnelli (ricorderai lo scambio di “opinioni” tra lui, Nedved e Conte allo stadio), e qualche mese fa ci ha rifiutati per restare a Napoli, portandoci a spasso un’intera estate.

Napoli, un’altra piazza antijuventina che ancora pensa, in buona parte, che la Juventus rappresenti i piemontesi ladroni che ci han tolto le ricchezze dei Borboni.

Lui è un professionista e come tale dichiarò ai tempi di essere “il primo tifoso della squadra che allena”.

Non credo che abbia mai tifato Juve, ha sempre tifato per sé stesso; persona dall’ego ipertrofico.

E penso che questo sia del tutto legittimo, perché, appunto, lo fa per soldi.

 

Che un tifoso, invece, mi venga a fare discorsi su ciò che sia moralmente giusto, o opportuno/accettabile, sapendo tutto quel che è successo in questi anni (non metto dentro l’addio a ritiro iniziato, penso sia irrilevante rispetto al resto), in riferimento ad un banale “non riesco ad immaginarmi in un’altra squadra”, frase detta da Spalletti a caldo in periodo molto diverso da quello attuale, come se una persona debba mantenere lo stesso stato d’animo a vita, una frase detta da parte di chi:

1) non è mai stato un giocatore del Napoli

2) non è mai stato capitano del Napoli

3) non è mai stato tifoso del Napoli

4) forse non era neanche mai stato a Napoli prima di quella esperienza, chissà .ghgh

la dice lunga sul pregiudizio, o bias cognitivo come si dice oggi, a monte del tuo intervento.

 

L’ “uomo” Conte pretende ingaggio faraonico pluriennale, mercato su dettatura (salvo poi prendere granchi come Lucca a 40 milioni, Ashley Young, Zappacosta, Isla e Asamoah, ma anche De Bruyne senza sapere cosa farne), altrimenti minaccia di andarsene a mezzo stampa.

 

L’uomo Spalletti accetta un contratto di otto mesi, con opzione rinnovo perché “deve essere lui a meritarsi la Juventus”, senza pretendere alcunché sul mercato.

 

Forse sarebbe il caso di osservare il calcio senza l’occhio dell’ultrà (che notoriamente, non ne azzecca mezza neanche per sbaglio).

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33 minuti fa, SuperEagle ha scritto:

Direi di sì. E forse a qualche tifoso viola particolarmente timoroso.

Quella retrocessione è irripetibile: punto primo, era un campionato a 18 squadre con 4 retrocessioni; punto secondo, i viola andarono giù con una media punti molto alta (media che li porterebbe, oggi, a chiudere il campionato a ben 42 punti); punto terzo, all’epoca i competitors (squadre arrivate appaiate) avevano gente come Balbo (Udinese) e Hagi (Brescia).

Non ci mettete proprio il pensiero, bastano i soli De Gea e Kean per farli salvare in pantofole.

Mah

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1 ora fa, ico83 ha scritto:

La lettura del tuo post è anche gradevole, però poi mi soffermo al succo e penso “Conte grande uomo perché non ha mai rinnegato, Spalletti meno”;

ogni scarrafone è bell’a mamma soje.

 

Ci hanno rovinati e con noi l’intero calcio italiano (parlo di Tronchetti, Moratti, Guido Rossi e compagnia) pilotando tutto con precisione chirurgica (Anno Domini 2006),

tanto che le intercettazioni sull’inda vennero fuori a babbo morto, e mi taccio su Meani e sul posto regalato al Milan che permise loro di andare a vincere la Champions’ nella stagione seguente.

Conte accettò di risollevare le loro sorti (come pure quelle della FIGC, senza riuscirci in quel caso), per pura ripicca nei confronti di Agnelli (ricorderai lo scambio di “opinioni” tra lui, Nedved e Conte allo stadio), e qualche mese fa ci ha rifiutati per restare a Napoli, portandoci a spasso un’intera estate.

Napoli, un’altra piazza antijuventina che ancora pensa, in buona parte, che la Juventus rappresenti i piemontesi ladroni che ci han tolto le ricchezze dei Borboni.

Lui è un professionista e come tale dichiarò ai tempi di essere “il primo tifoso della squadra che allena”.

Non credo che abbia mai tifato Juve, ha sempre tifato per sé stesso; persona dall’ego ipertrofico.

E penso che questo sia del tutto legittimo, perché, appunto, lo fa per soldi.

 

Che un tifoso, invece, mi venga a fare discorsi su ciò che sia moralmente giusto, o opportuno/accettabile, sapendo tutto quel che è successo in questi anni (non metto dentro l’addio a ritiro iniziato, penso sia irrilevante rispetto al resto), in riferimento ad un banale “non riesco ad immaginarmi in un’altra squadra”, frase detta da Spalletti a caldo in periodo molto diverso da quello attuale, come se una persona debba mantenere lo stesso stato d’animo a vita, una frase detta da parte di chi:

1) non è mai stato un giocatore del Napoli

2) non è mai stato capitano del Napoli

3) non è mai stato tifoso del Napoli

4) forse non era neanche mai stato a Napoli prima di quella esperienza, chissà .ghgh

la dice lunga sul pregiudizio, o bias cognitivo come si dice oggi, a monte del tuo intervento.

 

L’ “uomo” Conte pretende ingaggio faraonico pluriennale, mercato su dettatura (salvo poi prendere granchi come Lucca a 40 milioni, Ashley Young, Zappacosta, Isla e Asamoah, ma anche De Bruyne senza sapere cosa farne), altrimenti minaccia di andarsene a mezzo stampa.

 

L’uomo Spalletti accetta un contratto di otto mesi, con opzione rinnovo perché “deve essere lui a meritarsi la Juventus”, senza pretendere alcunché sul mercato.

 

Forse sarebbe il caso di osservare il calcio senza l’occhio dell’ultrà (che notoriamente, non ne azzecca mezza neanche per sbaglio).

Probabilmente ho scritto tanto, ma senza il dono della comunicazione efficace. Forse non mi sono spiegato: ho tentato di riportare ciò che dicono i tifosi, in generale. Io non ho nulla contro Spalletti, anzi, sono fra quelli che lo hanno rimpianto quando se n'è andato e serbo sempre un bellissimo ricordo del suo Napoli.

 

Ho sempre detto - e anche scritto sul vostro forum - che a me il modo di giocare di Conte non è mai piaciuto, anche se vincente. È un vincente, questo non si può negare. Non mi piacciono nemmeno le sue lamentele continue, il modo in cui gestisce le interviste post-partita, per esempio. Farà parte di una sua strategia, non lo so. Non discuto delle scelte che ha fatto in passato, in altre società, dove comunque ha vinto. Devo però riconoscergli coerenza: non ha tentato di accattivarsi le simpatie dei napoletani. Ha detto - e lo ripeto - che lui non rinnegherà mai il suo trascorso juventino. Non ha dichiarato esplicitamente di essere tifoso della Juventus, ma ha messo da subito i puntini sulle i quando - arrivato da poco a Napoli - si ritrovò in un gruppo di tifosi che cantavano "chi non salta juventino è" e lui rispose: "Non mi chiedete di fare cose che non farò mai". Per me significa solo una cosa e non ci vedo nulla di male. Anzi, in quell'occasione è stato schietto, diretto. Questo non significa affermare che sia "un grande uomo", che magari potrà pure essere per chi lo conosce davvero, personalmente. Io non mi permetterei mai di esprimere un giudizio sulla persona Conte, né in bene né in male. Al massimo sul tipo di allenatore.

 

Per quanto riguarda Spalletti: è stato lui a fare certe dichiarazioni. Nessuno gliele aveva chieste. Alla maggioranza dei tifosi sarebbe bastato quello che ha fatto con la squadra, i risultati che ha raggiunto. Forse in quel momento ci credeva davvero in ciò che diceva. Non lo so e nemmeno mi interessa saperlo. Se ti vuoi togliere qualche dubbio in proposito a quanto detto da Spalletti, però, puoi leggere il libro "Il paradiso esiste... ma quanta fatica", di Luciano Spalletti e Giancarlo Dotto, pubblicato da Rizzoli. Su Amazon costa 18 euro: tutto scritto, nero su bianco.

 

Io mi ritengo distante anni luce dalla visione ultrà  del calcio e non osservo il calcio dalla loro prospettiva.

 

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