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Juventus_addicted

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  1. Moderatori, siate clementi: non sto bestemmiando, sto solo ricordando. Non bannatemi. Lo so, dovremmo parlare di calcio giocato, di moduli, di mercato. Ma ogni tanto, davanti all’ennesima secchiata di fango riciclato, viene voglia di alzare la mano e dire: “Scusate eh, ma anche basta.” In un mondo dove chi comanda è spesso un mix ben shakerato tra criminale e *, fa sorridere (amaramente) vedere che certi teatrini si ripetono. E noi juventini? Dovremmo stare zitti, magari ringraziare per il Mondiale 2006? Ecco, no. Personalmente, del trofeo alzato da chi ci ha pugnalato alle spalle fregava e frega meno di zero. Calciopoli resta una farsa. Un golpe sportivo, servito freddo a tavola da chi aveva fame di potere e zero dignità. E anche se sappiamo che sul campo non tornerà nulla, io auguro lunga e invidiabile vita al Dottor Giraudo e al Direttore Moggi, che almeno possano vivere abbastanza da leggere su qualche sentenza europea che quello che hanno subito era una porcheria bella e buona. E se poi dovessero anche riuscire a restituire simbolicamente due schiaffi (metaforici, eh!) a chi orchestrò quel teatrino – tipo Carraro, Moratti, Tronchetti e il resto del cast – prima che quest' ultimi raggiungano il sodale Guido Rossi beh… diciamo che non mi scandalizzerei. Anzi, offrirei pure da bere.
  2. Il "trattamento non proprio di favore" che la Juventus riceve in ambito calcistico italiano è un tema sentito da tanti tifosi bianconeri, e non senza motivo. Ma va detto che una parte della responsabilità di questo clima ostile deriva anche da anni di narrazione tossica e spesso prevenuta da parte di alcuni media, come Sportmediaset e altri, che hanno contribuito a costruire un'immagine distorta della Juve. Quando l'informazione sceglie di alimentare il sospetto e il discredito piuttosto che cercare l'obiettività, finisce per contribuire all'odio, dentro e fuori dal campo. E questo è un danno non solo per la Juventus, ma per tutto il calcio italiano. A chi in questi anni ha costruito consenso cavalcando l’antijuventinismo, auguriamo la stessa trasparenza, correttezza e coerenza che spesso è stata chiesta (e pretesa) solo da una parte. E se un giorno arriveranno momenti di crisi anche per certa informazione, forse sarà l’occasione per riflettere su come si è scelto di raccontare il calcio in Italia.
  3. Juventus_addicted

    Buon compleanno, Wes!

    Guarda, ho solo qualche anno in meno di te, e i campioni che hai citato li ricordo benissimo. Anzi, aggiungo anche altri nomi che ho avuto la fortuna di vedere con la nostra maglia: gregari preziosi come Bonini e Galia, ottimi giocatori come Conte, Paulo Sousa, Deschamps (il mio preferito), Davids e via dicendo. Tutti, a modo loro, hanno lasciato qualcosa, anche solo un ricordo, una giocata, un'identità. Ed aggiungo: messi singolarmente nel contesto attuale, non possiamo dire con certezza se renderebbero meglio o peggio di McKennie. Anzi, viene quasi il dubbio che anche loro, in questa Juve, finirebbero per affondare nella stessa mediocrità. E magari, al contrario, McKennie in una Juve solida, costruita bene e piena di qualità, sembrerebbe un giocatore straordinario. Tutto è relativo. Ma il punto è un altro: io non sto dicendo che lo prenderei a pedate, né che sia inutile. Semplicemente, a oggi, nella Juve che vorremmo vedere, una squadra ambiziosa, dominante, piena di talento e personalità, lui (come gli altri) mi sembra fuori posto. Non è colpa sua, ma nemmeno un merito particolare. Quindi, più che “Forza Wes”, direi: Forza Juve, torna presto ad essere quella Juve. Buon pomeriggio
  4. Juventus_addicted

    Buon compleanno, Wes!

    dipende da come la leggi, tu la vedi come l'amico zebra qui sotto: Capisco il ragionamento, e onestamente non è tra i peggiori, su questo posso anche essere d’accordo. Però, a me continua a non dire assolutamente nulla. Non mi entusiasma, non mi lascia nulla, non mi dà mai la sensazione di essere un valore aggiunto. Forse il problema è che ormai ci stiamo lentamente abituando alla mediocrità, e finiamo per accontentarci di chi semplicemente "non sfigura".
  5. Juventus_addicted

    Buon compleanno, Wes!

    Insomma, un gol e un assist ogni dieci partite: roba da fuoriclasse assoluto! Comunque, auguri a McKennie. E tanti auguri di buon compleanno anche a Michele Padovano, lui sì che ha lasciato un segno indelebile. Ah già, oggi tocca anche a Thiago Motta… buon compleanno pure a te, mister, anche se spero sinceramente di dimenticarti in fretta.
  6. Juventus_addicted

    Buon Campionato

    SI RICOMINCIA, FRATELLI BIANCONERI! Nuova stagione, nuova battaglia... ma sempre la stessa fede: quella per la Vecchia Signora. Quest'anno si parte con una speranza chiara e rotonda come il pallone: vedere finalmente una Juve affamata, cattiva, compatta. Una Juve che non entra in campo per partecipare, ma per dominare. Basta passeggiate: vogliamo le randellate giuste, quelle sul campo, ovviamente 😏 Soprattutto contro quelli che si atteggiano a élite del calcio, che si sentono "internazional-chic", ma alla fine sono solo tanto fumo, poco arrosto... e pure bruciacchiato. Che sia l’anno in cui Tudor prende lo spogliatoio e gli dice chiaro e tondo: “O si fa la Juve, o si va a casa!” Servono grinta, gambe, cuore, e un bel ripasso del vocabolario bianconero: Coraggio Rispetto ma non paura Fino alla fine Piangina... no grazie, quella è roba d’altri! 😉 Depressione? facciamocela venire per altre cose Speriamo di vincere, sì… ma soprattutto speriamo di tornare ad essere quella Juve che quando entra in campo, gli altri già tremano. Fino alla fine… FORZA JUVE! 🖤🤍 Buona giornata
  7. Ci provo, anche se il solo scrivere il nome di certe squadre provoca sommovimenti a livello intestinale... Scamacca (atalanta) Politano (napoli) Gimenez (milan) Barella (inter) Bremer (Juventus)
  8. Caro Loca, le parole possono motivare, ma in campo servono i fatti. È finito il tempo dei proclami e delle promesse vuote: questa Juventus deve arare il campo, ogni maledetta domenica. Devono mangiare l'erba, rincorrere ogni pallone come fosse l'ultimo, sporcarsi la maglia e metterci l’anima. Non ci interessa solo il risultato: vogliamo vedere la fame negli occhi, la voglia di sbranare l’avversario, ogni singolo minuto. Perché si può anche perdere una partita, il calcio è fatto anche di questo, ma non si può uscire dal campo (come succede da diversi anni, ormai) con la sensazione di non averci nemmeno provato. Non si può dare l’idea di essere una squadra molle, senza identità, senza fuoco dentro. Quella maglia pesa, e chi la indossa deve onorarla. Sempre. Locatelli è il capitano ora, e le sue parole devono tradursi in esempio, in corsa, in tackle, in sudore. Il DNA della Juve non è solo vincere: è meritarselo. Ogni giorno. E se Tudor chiede intensità e disciplina, allora è da lì che si deve ripartire. Non ci serve gente che passeggia, ci serve gente che combatte. E se non possono vincere, devono almeno farsi temere. Fateci sentire fieri
  9. Juventus_addicted

    TV, Radio, Giornali, Web: come e quanto seguite il calcio oggi?

    Non do più un euro alle TV a pagamento dai tempi di Tele+. Da allora, le partite le ho sempre viste a casa di amici o conoscenti, nei locali o quando passavano in chiaro. Ora, a volte, nemmeno so chi le trasmette. Tempo fa, in un’altra discussione, si parlava se fosse meglio, in caso di contemporaneità, guardare un’amichevole Juve–Carmagnola o un Real Madrid–Manchester City in Champions. E non pochi di voi — alcuni sono qui anche adesso — dicevano: meglio l’amichevole della Juve. Oggi scopro che quelle stesse persone si sono allontanate dal calcio. Ecco, io continuo a pensare che, se la Juve tornasse davvero ai vertici, molti tornerebbero ad abbonarsi. Nonostante tutto quello che ci è toccato vivere: silenzi assordanti fuori dal campo, alleanze inspiegabili, dirigenti smarriti, scarponi in campo e panchine affidate a gente improbabile, e una società spesso lontana anni luce dai tifosi. Io, però, senza Juve non ci so stare. Appena posso mi collego, evito i soliti siti nemici, e cerco notizie. Ma una cosa l’ho decisa: mai più un pagamento diretto a chi ha infangato la nostra storia. Dico "diretto" perché spesso, senza nemmeno saperlo, si finanzia chi non ci rappresenta. E anche sapere che i soldi del merchandising finiscono in mani sbagliate fa solo male. A volte mi chiedo: quella passione che ti stritolava lo stomaco prima e durante una partita... quella rabbia, quel dolore dopo una sconfitta… è finita per sempre? E cosa ci vorrebbe per farla tornare? Forse non serve un nome o un volto. Forse basta una Juve che torni a essere Juve. Quella vera. Quella che non chiede scusa per voler vincere sempre. Comunque vada, il sangue resta bianconero. E non si cambia. Mai.
  10. Ah, Stefano... che dire? Grazie ancora per questo ulteriore viaggio nel tempo che ci hai regalato; un racconto che trasuda passione, orgoglio e quella sana, poetica ossessione che solo i veri juventini sanno coltivare. Eppure, non posso non chiederti, esterrefatto e con il massimo rispetto possibile... Ma eri già lì nel 1905?! Sulla panchina di corso Re Umberto? O magari a distribuire telegrammi con la notizia dello scudetto? 😄 Oppure eri tu quello che massaggiava Forlano all'alba quando dormiva sulle scale? Scherzi a parte, hai firmato un post che andrebbe stampato e incorniciato, perché non è solo un tributo a Forlano, a Durante, ai pionieri della maglia bianconera (rosa o no!), ma è un atto d’amore verso la Vecchia Signora, quella dei baffoni e dei pantaloni larghi, quando il calcio era ancora tutto cuore e fango. Grazie davvero. E già che ci siamo... Forza Juve, oggi come allora. Con Forlano e tutti gli altri nel cuore e (forse) Stefano in panchina! 💪⚪⚫ Un saluto juventino!
  11. Carissimo Stefano, sono davvero contento (e un po’ sollevato!) che il mio messaggio ti sia piaciuto. Ti confesso che leggere il tuo apprezzamento mi ha fatto un grande piacere… ma, allo stesso tempo, mi ha anche messo un filo in imbarazzo: su questo forum ci sono fratelli bianconeri che scrivono con una passione, una lucidità e una profondità che, sinceramente, ammiro e invidio tantissimo. Io cerco solo di metterci impegno e cuore (non sempre, a volte mi abbandono alla rabbia, al pregiudizio, anche al cazzeggio), e spesso le parole faticano a seguire il ritmo del pensiero. E ti svelo un piccolo segreto: quel messaggio che hai letto, in apparenza “di getto”, in realtà è stato limato, corretto e riscritto più volte. Altro che ispirazione improvvisa! Se scrivessi solo d'impulso, probabilmente lascerei per strada qualche congiuntivo, infilerei due o tre refusi e magari qualche frase sbilenca, qualche strafalcione, degni dei peggiori "scendi il cane" o "se io farei" che ogni tanto si sentono in giro. Per quella risposta, invece, ho impiegato diverse ore, cercando di rendere omaggio, nel mio piccolo, alla bellezza e all’intensità del tuo racconto. Racconto che, lo dico sinceramente, è stato per me come una boccata d’ossigeno puro: noi che viviamo di bianconero abbiamo bisogno di certi ricordi, certe immagini, certe emozioni, proprio come l’aria. E i tuoi interventi qui sul forum sono esattamente questo: ossigeno. Una linea diretta con la memoria, con il sentimento, con l’orgoglio di far parte di una storia, quella juventina, che non è solo calcistica, ma anche umana. Quindi, se posso permettermi: continua a scrivere. Continua a raccontarci quella Juventus che hai visto con i tuoi occhi, vissuto con la tua pelle, amata con il tuo cuore. Noi che siamo cresciuti a pane e Juve , con qualche capello in meno e qualche nostalgia in più, siamo qui ad ascoltare. Con rispetto, con attenzione, e con una gratitudine che , almeno nel mio caso, non è affatto di circostanza. Un grande, sincero abbraccio. Alla prossima, con la speranza di poter leggere presto un altro dei tuoi bei racconti. Fino alla fine! Un fratello juventino (non poi così giovane, ma orgoglioso di condividere questa passione con chi, come te e come altri qui dentro, ne custodisce la memoria). Buonanotte a tutti
  12. Carissimo Stefano, è sempre una meraviglia leggere le tue parole! È come aprire un vecchio album di fotografie in bianco e nero, sentire il gracchiare delle radioline accese la domenica pomeriggio e rivedere quei visi segnati dalla passione e dalla storia. Tu dici di avere "le gomme a terra", ma il tuo racconto ha più cavalli di un’Alfa Romeo Giulia Super lanciata in autostrada negli anni '70! (riferimento ad un'automobile che il mio papà apprezzava moltissimo, senza potersela permettere) Io, per darti un'idea, sono arrivato qualche mese dopo quella partita contro il Cagliari, e quando tu ti beccavi le perquisizioni della polizia jugoslava, mi preparavo ad andare all'asilo, probabilmente già con una sciarpa bianconera immaginaria al collo! Hai toccato corde profonde con la storia di Gigi Riva. Un mito assoluto del nostro calcio. Un campione che ha scelto il cuore alla gloria, la sua isola al palcoscenico più scintillante. Forse è vero, con lui in campo a Belgrado le cose sarebbero potute andare diversamente… Ma in fondo, parte del fascino del calcio è proprio questo: le sliding doors, i “se” e i “ma” che ci portiamo dietro come vecchie cicatrici da raccontare con un sorriso amaro davanti a un bicchiere di vino e due olive. Il botta e risposta a distanza tra Boniperti e Riva è poesia pura. Due uomini d'altri tempi, di quelli che oggi ci mancano come l’acqua nel deserto. Onesti, leali, duri ma con il cuore in mano. E quel “ti aspettavo 50 anni fa” è una coltellata dolce, che lascia il segno e ci ricorda che certe telefonate arrivano tardi, ma mai troppo tardi. E poi, quel racconto di Juventus-Cagliari, del rigore ripetuto, di Lo Bello, di Albertosi che piange… La curva divisa in due, i salumi e i formaggi sardi condivisi tra tifosi… che tempi! E oggi litighiamo per un fuorigioco semiautomatico… Ah, e che chicca il riferimento a Niccolai! Un giocatore generoso davvero… più con gli attacchi avversari che con la propria difesa (anche se leggo abbia infilato la propria rete solo cinque volte) ma sempre con grande spirito! Ogni tanto penso che anche noi avevamo Morini, un altro grandissimo che qualche volta faceva gol nella porta sbagliata. Per finire: Altafini che perde l’ossigeno a Belgrado, Bettega che si mangia un gol fatto… eh, quelle partite ce le portiamo dentro come una ferita che non brucia più, ma che ogni tanto ci viene voglia di grattare. Grazie per questo viaggio, davvero. Cura quelle gomme a terra con la Tachipirina se serve, ma sappi che la tua memoria, la tua passione e il tuo spirito sono ben più gonfiati di quelli che si vedono in campo oggi. Un grande abbraccio bianconero, con stima, affetto e un pizzico di sana invidia per tutto ciò che hai vissuto. Fino alla fine, un fratello juventino (di qualche anno più giovane).
  13. Juventus_addicted

    Ci deve essere ancora domani

    Parole vere, sentite, che toccano corde profonde. Perché è vero: la Juventus non è solo una squadra di calcio, è una parte viva della nostra identità, qualcosa che ci è stato trasmesso spesso in famiglia, insieme ai primi ricordi, ai primi abbracci davanti a una radio o una TV in bianco e nero, o allo stadio con gli occhi sgranati. La Juve si eredita, si racconta, si vive. E nei momenti difficili – e ce ne sono stati – la gran parte di noi non ha mai mollato. Anzi, è proprio lì che si riconosce la differenza tra chi "tifa" e chi "appartiene". Abbiamo cantato anche nelle sconfitte, abbiamo trovato orgoglio anche nelle stagioni più buie. I colori bianconeri non si spengono: scorrono nel sangue, fanno parte della nostra storia personale. Ma proprio per questo, per tutto ciò che la Juve rappresenta nella nostra vita, sentiamo il diritto – e il dovere – di chiedere rispetto. Ai vertici, a chi ne detiene la proprietà, vogliamo dire con chiarezza: mostrateci passione, visione, competenza. Non chiediamo miracoli, chiediamo impegno e coerenza. Perché la Juventus non è una semplice "azienda", e noi non siamo solo "stakeholders" da bilancio. La Juve è un’eredità collettiva. E mantenerla viva, forte, orgogliosa, non è solo compito nostro, che ci siamo sempre stati. È anche responsabilità di chi oggi la guida. Dateci segnali veri. Perché noi siamo pronti, come sempre, a continuare a colorare il mondo di bianconero. Ma ora tocca anche a voi. Con amore, non solo con calcoli.
  14. Hai ragione. A noi, però, volevano persino penalizzarci per un esame di lingua farlocco sostenuto da un giocatore che non era nemmeno della Juventus. Siamo sempre al solito copione: quando si parla di Juve, il tono è subito accusatorio, inquisitorio, quasi fosse un dovere morale puntare il dito. Quando invece si tratta di personaggi legati all’Inter, o si minimizza, o peggio ancora si fa finta di nulla. Nel nostro Paese funziona così: se sei sotto l’ombrello dei poteri forti, puoi permetterti qualsiasi cosa, tanto sei intoccabile. Ma se non sei allineato o, peggio ancora, se sei finito in disgrazia, allora vieni trattato peggio di un criminale incallito. Due pesi, due misure. E la credibilità va a farsi benedire.
  15. Anticiclo è un neologismo meraviglioso. Ah, se solo lo avessero avuto le mie ex quando ero giovane… quanti meno periodi senza vittorie avrei dovuto sopportare! scherzi a parte, Chiello ha centrato il punto: la Juve non è immune ai momenti difficili, ma a differenza di altri... noi abbiamo anticicli corti e scudetti doppi. Tradotto: mentre gli altri restano in crisi per un decennio, noi ce ne usciamo con 9 scudetti consecutivi. Una “pausa” in stile Juventus, insomma. E adesso? VOGLIO ESSERE FIDUCIOSO: si riparte, si ricostruisce, e con gente come Comolli (che non è solo “l’uomo dell’algoritmo”, ma scopriamo che è uno che si siede a tavola e ti fa pure ridere) e Chiellini stesso, il nuovo ciclo vincente sembra più una questione di tempo che di fortuna. Forza Juve
  16. Domani ricorre l'anniversario di un altro “glorioso” capitolo di quella vergognosa farsa chiamata Calciopoli. Riporto un estratto dell’articolo del 22/07/2006: era il giorno in cui, davanti alla Corte Federale, si riapriva il maxiprocesso con la Juventus, già condannata alla B dalla CAF, che cercava di far valere le proprie ragioni Ricordiamo tutti le "battaglie" legali dell’epoca, come quella memorabile dichiarazione dell’avvocato Zaccone: "Ci sono amplissimi margini per ridurre la penalizzazione…” “La Serie A? Vediamo, non esageriamo.” Eh già, una difesa davvero impavida… quasi commovente. E mentre noi ci indignavamo, soffrivamo, qualcun altro — il proprietario del club — decideva deliberatamente di non difendersi. A lui, con tutto il cuore, auguro un bel cagotto perpetuo, giusto per ricordargli ogni giorno cosa ha lasciato andare.
  17. Non solo il celebre scatto di Platini sdraiato sul prato di Tokyo, ma un'intera vita dietro l'obiettivo per raccontare la Juventus. Migliaia di foto per Hurrà Juventus, scatti iconici che hanno accompagnato generazioni di tifosi bianconeri. E poi l'inferno dell'Heysel, dove tante delle immagini del settore Z ridotto a brandelli, tra oggetti inanimati e vite spezzate, sono le sue. "Ma anche di tanti altri fotografi come me – diceva – che hanno immortalato la storia affinché quella tragedia assurda non venga mai dimenticata." Non fu facile: "Perché in quel momento – aggiungeva Totò – dentro di me c’era l’uomo che voleva fuggire dalla morte, e dall’altra parte il professionista che sentiva il dovere di raccontarla." Un altro pezzo della Juventus che ho amato se ne va. Riposa in pace, Salvatore Giglio.
  18. Trovate le differenze con quanto successo quasi vent'anni fa in Italia: TORINO - Mercoledì 14 giugno, ore 14,30. John Elkann e Carlo Sant'Albano si pre­sentano di fronte alla stampa, nella corni­ce di Atrium nel bel mezzo di Torino, e an­nunciano il nuovo corso juventino. I nove componenti del Consiglio di Amministra­zione, il codice etico cui tutti i tesserati dovranno attenersi, i comitati che nasce­ranno all'interno della struttura societaria per regolarne la vita e la quotidianità. LA SOCIETA' - «Voltiamo pagina» , è stato il messaggio lanciato dal vice-presidente di Fiat Auto e dall'attuale amministratore delegato della Juventus. «Chiudiamo qui un capitolo triste della nostra storia - ave­va ammesso senza difficoltà Elkann -. Ci sono stati comportamenti riprovevoli: adesso però abbiamo deciso di ripartire dalla serietà, dalla no­stra storia e dai nostri straordi­nari tifosi. Ripartiamo per dare stabilità e grandi prospettive alla Juventus, garantendo mas­sima collaborazione a chi è chiamato a decidere sul futuro del calcio » GiudaIscariota
  19. Juventus_addicted

    Auguri Gianluca. Per sempre Capitano

    Assolutamente d'accordo: quella corsa verso il centrocampo è l’essenza della Juve. Però lasciatemi dire una cosa… io a quella partita c’ero, e anche se sono passati quasi 30 anni, la ricordo come fosse ieri. Altro che "miracolo" il nostro gol della bandiera… il vero miracolo fu la Fiorentina in vantaggio 2-0! Chi c’era lo sa: la Juve dominò dall'inizio, fu sempre padrona del campo. La Viola segnò due volte quasi dal nulla, ma nel secondo tempo fu un assedio. Un tambureggiare continuo. Un massacro sportivo. Il classico pugile all'angolo che prende colpi da ogni direzione, senza via di scampo. Fisicamente, tatticamente, tecnicamente: li abbiamo annientati. Quella non fu solo una rimonta: fu una lezione di forza. E quel nostro Capitano che prende il pallone dopo il 2-2 e corre verso il centrocampo… quello sì che è il simbolo della Juve. Mai mollare, mai accontentarsi. Alla Juve si gioca per vincere. Sempre. Grazie Capitano. Oggi come allora, con te, per sempre. ⚪⚫💪
  20. 23 o 24 ottobre. Stasera altra scarica adrenalinica, altro che il torpore della Juve degli ultimi anni
  21. Anca mi sun strach. E mi piacerebbe avere soddisfazioni dalla mia squadra del cuore. E invece.... Meno male che sta settimana ho ricaricato le batterie con il Boss
  22. Per quanto riguarda la giustizia sportiva – e anche quella ordinaria – si può legittimamente essere d’accordo o meno con le sentenze emesse. Personalmente, ad esempio, non ho mai pensato che Moggi e Giraudo fossero dei santi. E nemmeno AA e compagnia. Per non andare per le lunghe, evito di citare tutte le porcherie delle altre squadre, l'evidente disparità di trattamento, che mi sale la pressione e con questo caldo non va bene. Ma entrare in questa discussione accusando la Juve o i suoi dirigenti di essere dei “ladri” è qualcosa che lascia seriamente perplessi sulla natura di chi scrive o di chi parla. Si può discutere di responsabilità, si può parlare di colpe, ma usare certi termini è solo il riflesso di pregiudizi tossici, tipici di certi ambienti, napoletani in primis, interisti a seguire, stron.zi anti juventini di ogni risma. Chi crede che la giustizia – soprattutto in ambito sportivo – sia sempre e solo sinonimo di equità, o è un ingenuo cronico, o un romantico fuori tempo massimo. Non a caso si dice: "la legge, per gli amici si interpreta, per i nemici si applica". È un detto amaro, ma reale, che ci ricorda quanto anche i sistemi giudiziari possano essere influenzati da rapporti, interessi e logiche di potere. Forza Juve, sempre. Invito tutti a ripeterlo 100 volte come un mantra, ai neoiscritti anche di scriverlo. Anche in questi tempi non felici.
  23. Allora, facciamo due conti. Ex dirigenti che patteggiano — colpevoli o innocenti, chi lo sa — mentre le altre squadre continuano a fare i loro giochetti sotto il naso di tutti, senza alcun problema. La società attuale? Invisibile, praticamente un fantasma: l’unica apparizione è stata settimana scorsa, quando hanno fatto gli indossatori di pigiama alle spalle di Trump (perché, si sa, la Juve ora fa anche sfilate di moda), mentre quest'ultimo annunciava bombardamenti e faceva discorsi sessisti. La squadra? Beh, a oggi fa semplicemente schifo. E il contorno? Un nuovo presidente del CONI che è una “napolecchia” tifosa del Napoli, cresciuto a Milano, sposato con una fiorentina e che vive a Roma — insomma, un vero e proprio concentrato di... “attaccamento antijuventino”. Cosa potrebbe andare peggio? «Potrebbe piovere», come direbbe il mitico Igor di Frankenstein Jr. Ma magari! dico io, invece no: ci becchiamo un caldo torrido e una sfilza di brutte notizie in tv. Insomma, ci vuole più che fegato, serve un miracolo per continuare a sostenere la Juve in questi tempi.
  24. Aho Garry, sei sempre un gran furbacchione.. Partiamo dal fatto che non conosci approfonditamente il progetto, ma finiamo subito a parlare di Report come se fosse un talent show tra testate giornalistiche... un bel cambio di marcia, devo ammetterlo. Capisco la preferenza per un giornalismo “asciutto e obiettivo”, peccato che la realtà spesso sia un po’ più complessa e che dietro “le tesi” ci siano dati, indagini e testimonianze. Non è una fiction, ma una questione concreta che riguarda un’intera comunità. Poi, se il problema è “fondamentalmente di costi e difficoltà di intervenire sulla struttura vecchia”, mi chiedo: perché allora non si considera il progetto alternativo già esistente che modernizzava lo stadio senza demolirlo? Forse costava troppo poco, e questo non torna troppo con la logica del “fare le cose per bene e con cervello”. Sul fatto che Milano e Roma debbano avere stadi moderni sono completamente d’accordo — ma proprio per questo servono scelte ponderate e non operazioni che rischiano solo di fare danni, speculando pure, come sottolineato nel servizio. Quanto ai vincoli architettonici, concordo che debbano avere senso (e con questo rispondo anche all'amico @Tarmako78) e non essere un ostacolo fine a sé stesso, o peggio. Però, se impediscono il caos e salvaguardano il patrimonio che rende l’Italia unica, allora ben vengano, anche se a volte qualcuno si innervosisce. Insomma, il tema è serio e merita più attenzione e meno “fretta da tifoso”. Magari alla prossima partita al nuovo stadio, potremo tifare non solo per la squadra, ma anche per un progetto fatto davvero bene. Buona serata a tutti
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