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Sergione

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  1. Conferenza stampa di Maurizio Sarri prima di Lazio-Juventus con l'allenatore biancoceleste che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni alla vigilia del match dell'Olimpico "Mi aspetto una partita difficile, affrontiamo una squadra che tre giorni fa ha giocato alla pari col Real Madrid. Ho pochi ricordi alla Juventus, sono stato una sola stagione tra l'altro particolare perché da marzo si giocava a porte chiuse. Soddisfazione per aver vinto uno Scudetto con un gruppo a fine ciclo".
  2. Affidare la fascia di capitano (in assenza di Locatelli, come per esempio successo a Madrid) al giovane talento Kenan Yildiz non ha trovato il favore di un'icona della Juventus e del calcio italiano come Dino Zoff. L'ex portiere, Campione del Mondo e leggenda della Vecchia Signora, ha espresso forti perplessità sulla decisione, definendola un errore che potrebbe appesantire il percorso di crescita del calciatore. L'analisi di Zoff sulla scelta del capitano Zoff ha espresso chiaramente il suo disaccordo, sollevando un interrogativo preciso sulla strategia adottata dal club nel conferire un ruolo di tale responsabilità a un calciatore giovanissimo. "Perché la fascia a Yildiz? Non l'ho capito" La critica mossa da Dino Zoff parte da una domanda secca: "Questa cosa non l’ho affatto capita. Perché gli hanno dato la fascia a capitano?". Secondo l'ex numero uno della Juventus, la scelta di investire un ragazzo così giovane di un onere così grande è sbagliata in linea di principio. "Per me è un errore dare la fascia da capitano a un ragazzo così giovane, caricandolo di responsabilità e pressioni esagerate" ha detto Zoff a Tuttosport. Responsabilità e pressioni eccessive per la crescita Il punto centrale del pensiero di Zoff riguarda l'eccessivo carico di responsabilità che il ruolo di capitano impone, rischiando di rallentare o condizionare il normale percorso di crescita di Yildiz. Zoff suggerisce che la rosa bianconera disponga di profili più adatti: "Oltretutto in rosa ci sono sicuramente elementi più esperti che possono ricoprire il ruolo senza appesantire il percorso di crescita di Yildiz". La critica è dunque sia tattica che psicologica, mirata a tutelare il futuro del talentuoso giocatore turco. Sportmediaset
  3. Pavel Nedved è arrivato a Roma per seguire da dt delle nazionali ceche la sfida del Viktoria Plzen ai giallorossi. Ma ha anche parlato della "sua "Juve. "Credo che con il Real ci sia stata una prestazione d'orgoglio, so quanto è difficile vestire quei colori, bisogna essere al 100% sempre altrimenti non si può sopravvivere, hanno bisogno di tempo per tornare la Juve vera", ha detto a Sky
  4. Cosa potrebbe accadere davanti a nuovi passi falsi? Una rivoluzione tattica, Luciano Spalleti piace, e non da ora: il suo nome è tra quelli in pole per l’eventuale sostituzione del tecnico croato e l’ex ct azzurro non direbbe di no come accaduto, nelle scorse settimane, alle offerte dall’Arabia. Roberto Mancini si giocherebbe le sue carte: ha detto no al Nottingham Forest e accetterebbe volentieri la chiamata da Torino. In lista c’è anche il profilo Palladino, più economico e il più vicino al direttore tecnico Modesto con cui ha lavorato a Monza. L'ex allenatore del Borussia Dortmund Terzic una suggestione nell’agenda Comolli.
  5. “Che cosa rappresenta per me vestire la maglia numero dieci della Juve? All’inizio ho pensato: “Oh mio Dio, sarò in grado di farcela con il numero dieci?” Ma dopo, non gli ho dato troppo peso. Semplicemente, volevo quel numero, per brillare e divertirmi. E se devo essere sincero, il numero non gioca, sono io che lo faccio. Perciò voglio sempre dare tutto e mostrare ciò di cui sono capace. Spero che finora sia andata bene e voglio continuare così”. Sono le parole di Kenan Yildiz in un’intervista concessa al sito della Uefa alla vigilia della sfida tra Real Madrid e Juve valida per il terzo turno della fase campionato della Champions League 2025-26. “Uno stimolo essere considerato tra migliori talenti in Europa? Certo, è una grande motivazione, ma io mi concentro sempre su me stesso. Non amo molto i paragoni. Io sono io, non sono simile a nessuno. Ecco perché guardo solo a me stesso. Mi entusiasma l’idea di potermi confrontare con i più grandi nomi del calcio mondiale? Assolutamente sì. Mi entusiasma perché da bambino sognavo di essere lì e ora c'è anche il mio nome tra quello dei protagonisti. Quindi, sì, è un grande orgoglio e un’enorme emozione” ha aggiunto il talento turco dei bianconeri. Sulla sfida al Real Madrid e sulla sua prima volta al Santiago Bernabeu contro i blancos: “Ogni bambino sogna di giocare in quello stadio. Credo sia uno dei più belli del mondo e poterci giocare ora è come un sogno che si avvera. E affrontare un club del genere in Champions League è semplicemente incredibile. Spero che andrà tutto al meglio e mi auguro di giocare una grande partita”. Infine, il paragone con Del Piero, che proprio al Santiago Bernabeu realizzò una fantastica doppietta il 5 novembre 2008 in Champions: “Una sensazione fantastica. La maglia numero dieci è il sogno di ogni bambino e ora la indosso sulle mie spalle, in un club del genere. Dico sempre che non mi piacciono i paragoni tra me e Del Piero, perché lui è una leggenda, ha finito la sua carriera, mentre io sono appena all'inizio. Voglio costruire la mia storia. Però sì, lui è uno di quelli che ho sempre ammirato, e ora sono orgoglioso di poter indossare la sua maglia in questo club”. Kenan Yildiz, attaccante della Juventus e della Nazionale turca, ha ricevuto oggi a Roma il Premio Internazionale 'Eccellenza del Mediterraneo' 2025, riconoscimento ormai noto come il vero e proprio Oscar del Mediterraneo. Considerato uno dei più promettenti talenti del calcio europeo, Yildiz è stato premiato non solo per le sue qualità sportive, ma anche per il suo ruolo simbolico nel promuovere inclusione, dialogo interculturale e identità mediterranea. “È un grande onore per me ricevere questo premio. Mi dispiace non essere lì con voi di persona, ma tra due giorni affronteremo il Real Madrid in Champions League”, ha dichiarato il calciatore in un videomessaggio. "Giocare per la Juventus e indossare la maglia numero 10, seguendo le orme di Alessandro Del Piero, è una grande responsabilità. Farò del mio meglio per onorarla e contribuire al successo della squadra", ha aggiunto. Nato in Germania da una famiglia turca e cresciuto nel cuore dell’Europa calcistica, oggi Kenan Yildiz rappresenta un ponte tra culture. Con le maglie della Juventus e della Nazionale turca ha già conquistato l’attenzione internazionale per tecnica, visione di gioco e maturità, nonostante la giovane età. "Il mio sogno è partecipare al prossimo Mondiale e rappresentare la Turchia al massimo livello. Ogni volta che scendo in campo provo un grande senso di responsabilità. Ringrazio i miei compagni, l’allenatore e tutti coloro che credono in me. Lavorerò sodo per dare il massimo, sia in Serie A che in Champions League", ha aggiunto. Il premio è stato conferito a Yildiz per "l’eccellenza sportiva e il contributo positivo al Mediterraneo", riconoscendone il valore non solo come atleta, ma anche come esempio per le nuove generazioni. La cerimonia si è svolta sotto l’alto patrocinio del Ministero della Cultura, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Coni, di Aips Europa, Ussi Nazionale e di altre istituzioni italiane e internazionali, con il coinvolgimento di numerose rappresentanze diplomatiche dei Paesi del Mediterraneo. Tuttosport
  6. Siparietto tra Del Piero e John Elkann. In occasione della serata di gala della National Italian American Foundation, si sono trovati insieme l'amministratore delegato di Exor e numero uno della Juventus John Elkann e Alessandro Del Piero che hanno rilasciato delle breve dichiarazioni. Uno scambio di battute tra i due sul possibile ritorno di Del Piero in società come riportato da Class CNBC LE PAROLE DI ELKANN "Del Piero non ha mai lasciato la Juventus", così il numero uno del club bianconero ha risposto alla domanda sulla possibilità che la leggenda bianconera possa tornare in società. DEL PIERO: "MI SENTO CON CHIELLINI" "Il rapporto con la Juventus come ho sempre citato anche io, e non parlo solo dei fans ma di tutto l'ambiente è che siamo sempre stati vicini. Chiellini lo sento ma non abbiamo mai parlato di presidenza".
  7. L'esclusione di Giorgio Chiellini dai candidati per il nuovo Consiglio di amministrazione della Juventus non è una bocciatura. Anzi. L'ex difensore e oggi Director of Football Strategy, ricoprirà un ruolo sempre più chiave all'interno della squadra dirigenziale bianconera, ma sarà più vicino al campo e soprattutto alle istituzioni. Chiellini, infatti, prenderà il posto di Consigliere federale nella Figc, subentrando a Francesco Calvo, passato da pochi mesi all'Aston Villa. Toccherà a lui, insomma, occuparsi dei rapporti tra la Vecchia Signora e gli enti calcistici. Per lui niente Cda, quindi, soprattutto per evitare di caricarlo di impegni extra sportivi e poterlo affiancare sempre di più al plenipotenziario Damien Comolli nella gestione della squadra. Lui, il dt Modesto e il prossimo ds, infatti, saranno figure chiave per la Juve che verrà. Sportmediaset
  8. Dall’Ajax alla Juventus, dal Bayern Monaco al Manchester United, la carriera di Matthijs de Ligt procede spedita e conta solo grandi club. Se però le premesse sembravano entusiasmanti, negli ultimi anni l’olandese si è un po’ perso. Invischiato nelle pessime stagioni dei Red Devils, De Ligt non si è sottratto alle tante critiche che gli sono piovute addosso. In un’intervista a The Telegraph, ha ripercorso le sue esperienze precedenti e, in particolare, quella in bianconero. Ecco le sue parole: "Quando vai alla Juventus per 75 milioni di euro, con tutte quelle aspettative, è finita: non puoi commettere errori. È normale diventare più ansioso. Sei giovane e a volte è difficile perché non sei abituato a quella pressione. È sempre facile giudicare dall'esterno, tipo 'Oh, non sta facendo quello che dovrebbe'. Ma alla fine siamo tutti esseri umani. Quando hai 19 anni e raggiungi i traguardi che ho ottenuto io all'Ajax, vincendo il Golden Boy, il trofeo Kopa ed entrando nella squadra dell'anno, la gente pensa che continuerai sempre solo a crescere. A quell'età ti affidi all'intuito e a me andava bene. Poi in Italia ho capito di dover ragionare di più e all'inizio ho avuto tanti problemi".
  9. Giovanni Bia parla del proprio assistito Andrea Cambiaso. L'agente del nazionale italiano della Juventus ha dichiarato a Stile TV nel corso della trasmissione 'Salite sulla giostra' condotta da Raffaele Auriemma: "Guardiola era molto interessato a lui, poi sono capitate cose e la trattativa non si è trasformata in trasferimento perché il Manchester City ha avuto diversi infortunati ed ha dovuto mettere soldi su altri giocatori". "È un po' come Maldini, Cambiaso è talmente straordinario che si mette a disposizione sempre per la Juventus. Spesso la Juve non lo fa giocare nel proprio ruolo, ma si mette a disposizione ed è giusto che sia così". calciomercato.com
  10. Undici anni dopo, Beppe Bozzo riavvolge il nastro e torna al 2014, quando Alvaro Morata lasciò il Real Madrid per vestire la maglia della Juventus. Intervistato da Tuttosport l'agente di mercato ha raccontato i retroscena di quella trattativa Bozzo ha spiegato che tutto nacque dal suo rapporto con Juanma Lopez, storico procuratore dello spagnolo: "Lo conosco dal 2010, lo considero uno di famiglia. Mi parlava tanto di Alvaro, che allora era n prospetto di campione ma ancora giovanissimo e non troppo inflazionato. Quando iniziai a seguirlo, fu facile innamorarmi di lui: è un ragazzo fantastico, con sani principi, e anche il padre Alfonso gli ha trasmesso molto". La scelta della Juventus, racconta, non fu casuale. Bozzo e Lopez sapevano che il club bianconero, in quel momento storico, poteva offrirgli spazio e continuità. "Siamo andati a colpo sicuro - spiega - e Alvaro è cresciuto in maniera esponenziale" La trattativa non fu semplice: "La Juve era interessata, ma noi la vedevamo come una missione impossibile. Morata aveva appena vinto la Champions, e Florentino Perez stravedeva per lui. La differenza l’ha fatta Alvaro: volle andare via a tutti i costi, cercava un grande club dove poter giocare con continuità". Fu allora che nacque un modello contrattuale destinato a cambiare il mercato italiano: la recompra. "Undici anni fa era una frontiera inedita Senza quella clausola non avremmo mai potuto portarlo a Torino. Fu un’operazione innovativa, di cui beneficiarono tutti: la Juve si godette il giocatore per due anni e poi incassò quando il Real tornò a prenderlo. Da lì in poi, molte società hanno seguito quell’esempio: basti pensare al Como con Nico Paz". Bozzo ha poi svelato un retroscena poco noto: nel 2017, Morata fu a un passo dal Milan. "La proprietà cinese lo voleva fortemente, ma i ritardi nel closing bloccarono tutto. Lui desiderava tornare in Italia, ma non fu possibile" E il futuro? Bozzo conferma che nel 2023 Morata è stato vicino a un terzo ritorno a Torino: "Lo voleva Giuntoli, eravamo d’accordo su tutto. Ma davanti c’era troppo affollamento e non si riuscì a trovare la quadra. Alvaro ci sperava davvero"
  11. Nell'intervista al Corriere della Sera, infatti, Gianluca Frabotta racconta: "Dal giocare sotto il condominio con gli altri bambini mi sono ritrovato a farlo con Cristiano Ronaldo, perché dovrei smettere di crederci?". E a proposito di Ronaldo, Frabotta non ha dimenticato un episodio in particolare che la dice lunga sullo status del calciatore portoghese. Professionista esemplare, Cristiano in allenamento raggiungeva vette di attenzione ai dettagli quasi maniacali. L'esterno ha raccontato di come il campione portoghese non trovava necessarie le indicazioni di mister Sarri: "Ronaldo era un esempio quotidiano. Mi è rimasto impresso un suo gesto. Durante un’esercitazione tattica, Sarri gli mostrava i movimenti che avrebbe dovuto fare nei calci piazzati. Lui era un po’ contrariato. Era diverso, non aveva bisogno di indicazioni, sentiva dentro dove sarebbe finita la palla. Per farlo capire all’allenatore aveva strappato dell’erba e l’aveva masticata e annusata. ‘A me piace capire il campo, capire dove arriverà il pallone’". E quando ripensa alla Juventus, i ricordi si accavallano, come quando si preparava a entrare in campo in un Milan-Juventus. Al suo fianco le stelle bianconere: "Ero nel tunnel, la tensione era forte. Mi si avvicina un compagno: ‘Gianlu, stai tranquillo, sei forte. Oggi fai un partitone, li mangi’. Era Dybala. Mi aveva trasmesso una carica incredibile. Avevo dei campioni al mio fianco: Cristiano Ronaldo, Bonucci, Dybala, Chiellini, Buffon sono solo alcuni". E non può che provare gratitudine Frabotta nei confronti di Andrea Pirlo, che decise di lanciarlo nella mischia alla sua prima da allenatore della Juventus: "Sarò sempre grato al mister. Ha avuto fiducia in me, aiutandomi a gestire la tensione. Nel suo esordio in panchina contro la Sampdoria mi aveva fatto giocare titolare. Ricordo ancora l’allenamento precedente. Ero in autostrada, stavo tornando a casa. Mi aveva chiamato il team manager per dirmi di tornare indietro, Pirlo mi voleva parlare. Ho saputo che sarei partito dall’inizio". Oggi, al Cesena, Gianluca Frabotta può giocare al fianco di un suo amico d'infanzia, Andrea Ciofi. Non ha motivi per non guardare alla sua carriera — tra l'altro condizionata anche dagli infortuni — con positività: "Ciò che conta è mantenere un proprio equilibrio. E ora so apprezzare le piccole cose. Un esempio? L’allenamento di oggi, sotto un bel sole, con il pallone e insieme ad Andrea. Ho giocato alla Juve in Champions League, è vero. Ma anche ritrovarsi a giocare con uno dei tuoi migliori amici è un successo".
  12. Sergione

    Ufficiale: Maurizio Scanavino lascia la Juventus

    Il prossimo 7 novembre, alla scadenza naturale del suo mandato, l'AD di Juventus Maurizio Scanavino terminerà il suo incarico in Società. Juventus, nella persona del Presidente Gianluca Ferrero e a nome di tutto il Consiglio di Amministrazione, ringrazia Scanavino per il lavoro svolto con passione e dedizione in questi anni, mettendo basi solide per l'avvio di una nuova fase di crescita. A Maurizio vanno gli auguri di pieno successo per le sue prossime sfide professionali. IL SALUTO DI MAURIZIO SCANAVINO «Tre anni fa ho accettato questo prestigioso incarico in un momento estremamente critico per il Club e non privo di rischi per chi avrebbe avuto la responsabilità di guidarlo. L’obiettivo era chiaro: avviare un percorso fondato sulla sostenibilità economica e sulla competitività sportiva. Col sostegno della proprietà, degli amministratori e di colleghi e colleghe di talento abbiamo affrontato e superato numerose sfide con determinazione, nonostante le difficoltà. Porterò sempre con me il ricordo di emozioni uniche, vissute e condivise con i giocatori e le giocatrici, gli allenatori, i direttori sportivi e tutto lo staff. Momenti che resteranno indelebili. Oggi più che mai, guardo al futuro della Juventus con grande fiducia: sono certo che ci saranno altre pagine importanti da scrivere» Juventus.com
  13. Riccardo Gaucci, figlio dell'allora patron del Perugia Luciano, è tornato a parlare dell'epilogo del campionato di Serie A 1999/2000, quello che portò allo scudetto della Lazio. Il focus delle sue parole, ovviamente, è su Perugia-Juventus, match che finì 1-0 e che, indirettamente, consegnò la vittoria del titolo ai biancocelesti. Quel pomeriggio del 14 maggio 2000 un nubifragio si riversò sullo stadio Curi costringendo alla sospensione della partita che poi si riprese a giocare su un campo ai limiti dell'impraticabilità dopo oltre un'ora di stop. "Collina (l'arbitro di Perugia-Juve 2000, ndr) ebbe l'ordine di far giocare per forza quella partita, altrimenti il giorno dopo sarebbe successo il finimondo" le parole di Gaucci junior al podcast Pro Football. Il problema sarebbe stato di ordine pubblico: "La Lazio con l'1-1 aveva già vinto il campionato e, se si fosse giocato il giorno dopo, sarebbe stato un caos perché immaginate quanti tifosi biancocelesti sarebbero venuti a Perugia invadendo la città". "Ricordo che Collina cercava disperatamente un pezzo di erba dove la palla potesse rimbalzare" continua Gaucci parlando delle immagini divenute famose, con l'arbitro che, ombrello in mano, durante la sospensione camminava per il campo col pallone in mano per capire se fosse effettivamente praticabile. Lo stop era arrivato sullo 0-0, poi alle 18 si riprese a giocare e al 49' Calori segnò la rete che poi risultò decisiva. "Sembrava un segno del destino: la Juve quel giorno non doveva vincere lo scudetto. Però aveva una squadra talmente forte che, se avesse pensato meno alla pioggia e più a giocare, magari avrebbe segnato due-tre gol" chiude Riccardo Gaucci. Sportmediaset
  14. Svelati i 25 finalisti per il riconoscimento individuale organizzato da Tuttosport. Il futuro è adesso. Nella Badia di Sant’Andrea – a Genova – è andata in scena la kermesse del Golden Boy organizzato da Tuttosport. Come ogni anno sono stati selezionati i migliori talenti del calcio europeo. C’è anche il numero 10 che veste bianconero: stiamo parlando di Kenan Yildiz. Ecco la lista completa. European Golden Boy, absolute best Mamadou Sarr, Strasburgo Archie Gray, Tottenham Lucas Bergvall, Tottenham Eliesse Ben Seghir, Monaco Victor Froholdt, Porto Nico O’Reilly, Manchester City Senny Mayulu, PSG Leny Yoro, Manchester United Estevao, Chelsea Geovanuy Quenda, Sporting CP Ethan Nwanerim Arsenal, Franco Mastantuono, Real Madrid Jorrel Hato, Chelsea Warren Zaire-Emery, PSG Arda Guler, Real Madrid Myles Lewis-Skelly, Arsenal Desire Doue, PSG Pau Cubarsì, Barcellona Kenan Yildiz, Juventus Dean Huijsen, Real Madrid Ci sono anche cinque wild card che vanno a completare la lista. Due di queste sono italiane: Francesco Pio Esposito, Inter Giovanni Leoni, Liverpool Rodrigo Mora, Porto Aleksandar Stankovic, Club Brugge Jobe Bellingham, Borussia Dortmund
  15. Il difensore coreano non ha più il posto assicurato al Bayern Monaco e potrebbe lasciare la Germania a gennaio. Sull'ex Napoli ci sarebbe anche l'interesse della Juventus per sostituire Bremer. Il nuovo infortunio al ginocchio e la conseguente operazione di Gleison Bremer hanno fatto scattare l'allarme nella difesa della Juventus. Senza il brasiliano, d'altronde, i bianconeri hanno spesso ballato dietro. E considerati i tempi di recupero incerti la società potrebbe tornare sul mercato già a gennaio per correre ai ripari. In tal senso uno dei nomi che vengono accostati alla Juventus da 'La Gazzetta dello Sport' è quello di Min-jae Kim, più noto in Italia semplicemente come Kim. Il sud-coreano d'altronde conosce già la Serie A dove ha giocato e vinto uno Scudetto col Napoli. Inoltre non sta vivendo un gran momento al Bayern Monaco. Ma su Kim ci sarebbero anche gli occhi del Milan che già in estate aveva cercato un difensore d'esperienza da regalare a Max Allegri Goal
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