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Sergione

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  1. L'edizione odierna di Repubblica titola così stamattina: "Ricci alla Juve, Gatti al Milan. Gennaio è il mese degli scambi". I rossoneri sono alla ricerca di un difensore e Max Allegri vorrebbe Federico Gatti, giocatore della Juventus che può giocare in tutti e tre i ruoli della difesa. Un tentativo verrà fatto e non è da escludere che i bianconeri, che stanno cercando un regista, propongano uno scambio con Samuele Ricci. Arrivato a Milanello in estate dal Torino per 25 milioni di euro, l'ex centrocampista granata sta faticando a trovare spazio nella mediana milanista dove i titolarissimi sono Fofana, Modric e Rabiot
  2. McKennie ha parlato a margine di un evento all’oratorio Salesiano Michele Ru, le parole riprese da Tuttojuve: “E’ un grande momento per me, per la mia famiglia, per la gente in America, per tutti. Soprattutto per me, sono molto felice alla Juventus che è un grande club. È difficile stare qua e fare 200 presenze, però l’ho fatto, meno male. Speriamo di fare altro pezzetto. Rinnovo? Non lo so, io lascio fare questo al mio agente, lui parla con me. Però speriamo rimanere qua. Spalletti? E’ sempre bene quando il tuo allenatore parla bene da te. Io sono sempre disponibile per la mia squadra, per l’allenatore e per la mia squadra. Sì, speriamo che quest’anno vada bene”.
  3. «Se qualcuno vuole vendere, secondo le regole di mercato, noi possiamo comprare e non ritiriamo l’offerta», ha spiegato il manager del colosso delle stablecoin. «Riteniamo che la Juventus possa fare molto meglio e vorremmo contribuire a un cambiamento positivo, anche senza necessariamente controllarla interamente». Lo ha detto il CEO di Tether Paolo Ardoino, in una intervista rilasciata al quotidiano svizzero Il Corriere del Ticino. «Io e Giancarlo Devasini siamo grandi tifosi della Juventus, ma crediamo anche che oggi abbia un enorme potenziale inespresso: 200 milioni di fan nel mondo, molti nei mercati emergenti che noi serviamo con Tether – ha aggiunto -. Possiamo aiutare il club a interagire meglio con questi fan e portare tecnologie avanzate, al pari dei grandi big della tecnologia, dall’intelligenza artificiale all’analisi delle performance. Se qualcuno vuole vendere, secondo le regole di mercato – la Juventus è una società quotata in Borsa – noi possiamo comprare e non ritiriamo l’offerta. Riteniamo che la Juventus possa fare molto meglio e vorremmo contribuire a un cambiamento positivo, anche senza necessariamente controllarla interamente». Calcio e Finanza
  4. Juventus-Roma sarà un crocevia importantissimo per la stagione di entrambe le squadre. I padroni di casa dovranno dare seguito ai tre punti ottenuti a Bologna per continuare nella rincorsa europea, mentre i giallorossi (approfittando della Supercoppa) proveranno ad agganciare l'Inter in testa alla classifica. Gasperini questa estate era tra i nomi caldi per prendere il posto di Tudor sulla panchina dei bianconeri, ma alla fine l'ex Atalanta ha scelto la Roma: "Qui la sfida era più difficile. Sono contento di quello che poi è cominciato. La Juventus rimane una grandissima squadra, sicuramente forte, che ha sempre la possibilità di continuare a rinforzarsi", ha dichiarato in conferenza stampa Sportmediaset
  5. Nessuna intenzione di disimpegnarsi dalla Juve, ritenuto da sempre un gioiello di famiglia. Dal quartier generale di Exor, la holding della famiglia Agnelli, arriva una secca smentita rispetto alle ultime indiscrezioni circolate: "Non sono in corso negoziazioni riguardanti la vendita di una quota della Juventus", il chiarimento di un portavoce del maggior azionista del club bianconero, al fine di annullare "categoricamente recenti rumors di stampa". GdS Il principe ereditario Mohammed Bin Salman sarebbe pronto a investire nella Juventus. L’indiscrezione arriva dal quotidiano “Domani”, che sta seguendo da vicino le trattative per la cessione del gruppo editoriale Gedi all’imprenditore greco Theo Kyriakou. Per il momento i rumor non scaldano il titolo della Juve, che a Piazza Affari cede lo 0,7%. BIN SALMAN INTERESSATO ALLA JUVENTUS? Il quotidiano cita “fonti a conoscenza del dossier” la famiglia Elkann starebbe cercando di alleggerire il peso della Juventus nella holding di famiglia Exor. Tra i possibili compratori ci sarebbe, appunto, il principe saudita. Voci che, secondo il quotidiano, troverebbero conferma anche dal fatto che il fondo sovrano dell’Arabia Saudita (Pif) possiede una quota di minoranza di Antenna, il gruppo greco che sta trattando l’acquisizione delle testate di Gedi. GLI INVESTIMENTI DI PIF NEL CALCIO L’interesse dell’Arabia Saudita per il calcio è noto ed è parte del progetto Vision 2030, pensato per aprire il Paese al mondo e superare la storica dipendenza dell’economia dal petrolio. La Fifa ha assegnato i mondiali del 2034 all’Arabia Saudita e la Saudi Premier League ha investito miliardi di dollari per portare nel campionato locale campioni come Cristiano Ronaldo e Neymar. Inoltre, nel 2021 Pif ha acquisito il Newcastle, club di prima fascia della ricchissima Premier League inglese. Un investimento nel mondo del calcio e nella Juventus, quindi, non sarebbe una novità. GLI INDIZI PER L’AFFARE JUVENTUS-BIN SALMAN Guardando in casa Juventus, nell’ultima assemblea dei soci (che ha votato un bilancio in rosso di 58 milioni di euro) John Elkann ha ribadito che la società non è in vendita. Ma ha anche dichiarato che la Juve è “aperta a collaborazioni con altri investitori”. E visto che attualmente Exor detiene il 65% delle quote, lo spazio per far entrare altri soci di minoranza non manca. L'eventuale investimento del fondo sovrano saudita andrebbe ad aggiungersi alla quota di circa il 10% detenuta dal colosso cripto Tether. Inoltre, fa notare sempre “Domani”, tramite il Jmedical la Juventus ha già messo in piedi una partnership con il ministero della Sanità dell’Arabia Saudita.
  6. Weston McKennie ha parlato ai microfoni di Sky Sport: Nel secondo tempo c’è stato uno scatto di orgoglio? “No penso che il mister ha cambiato un po’ a livello tattico ed è stato un bene per noi. Abbiamo giocato un po’ di più, abbiamo avuto più occasioni. Trovare il goal contro una squadra così apre il campo, dopo noi ci abbiamo provato di più, loro ci hanno lasciato più spazio e dopo è arrivato il secondo goal che è stato troppo importante”. Ci racconti il tuo goal? “Andrea è un grande giocatore, lui riesce a vedere questo buco e mi dà bene la palla sul mio piede sinistro, così ho potuto girarmi e tirare. Sì è stata una bella azione”.
  7. Sergione

    Bollettino medico: Vlahovic, intervento riuscito

    Bollettino medico | Vlahovic, intervento riuscito Questo pomeriggio Dusan Vlahovic è stato sottoposto ad intervento chirurgico di riparazione dell’avulsione tendinea dell’adduttore sinistro. L’intervento, eseguito dall’equipe dei prof. Ernest Schilders e Rowena Johnson, alla presenza del medico del Club Marco Freschi, presso Mayo Clinic Healthcare di Londra e il Wellington Hospital è perfettamente riuscito e da domani il calciatore inizierà il programma riabilitativo Juventus.com
  8. Lo scorso 8 novembre, in occasione della partita Juventus-Torino disputata presso l’Allianz Stadium, quattro persone situate nei settori Est e Nord hanno mimato ripetutamente, verso il settore ospiti, il gesto dell’aeroplano con evidente riferimento alla tragedia di Superga. Oltre a quanto emerso attraverso i social media, il Club ha infatti individuato altri tre soggetti che si sono resi protagonisti di questo gesto oltraggioso. Juventus si è fin da subito attivata, collaborando con le forze dell’ordine per individuare e identificare i responsabili. Il Club, infatti, condanna con fermezza ogni manifestazione e comportamento di oltraggio e discriminazione, riaffermando ancora una volta che non c’è spazio per tali gesti dentro e fuori dal campo, all’interno di tutti gli ecosistemi bianconeri. Per questo motivo, una volta avvenuta l’identificazione da parte delle forze dell’ordine, Juventus ha deciso di applicare nei loro confronti il "Gradimento" ai sensi del "Codice di Condotta", che prevede il divieto di accesso alle manifestazioni calcistiche dalla stessa organizzate. Ancora una volta, si sono rivelati fondamentali il sistema di videosorveglianza all’avanguardia dell’Allianz Stadium - che comprende le telecamere di sicurezza multifocali Panomera, deterrente efficace contro comportamenti contrari ai valori del Club - e la tempestiva collaborazione con le forze dell’ordine, grazie alla quale è stato possibile individuare e identificare i responsabili. Juventus.com
  9. La Juventus ha chiuso un aumento di capitale lampo da 97,8 milioni di euro a sostegno del piano strategico. Sono state emesse 37.912.181 nuove azioni, pari a circa il 9,1% del capitale sociale: Il prezzo di emissione delle azioni, riservare a investitori istituzionali, è stato fissato a 2,58 euro per azione. Ai soci Exor e Tether, che detengono rispettivamente circa il 65,4% e l'11,5% del capitale sociale della Juventus, (pari a circa il 78,9% e il 7% dei diritti di voto), sono state allocate nuove azioni pro quota alla rispettiva partecipazione. Il collocamento sarà regolato, mediante consegna dei titoli e pagamento del corrispettivo, il 25 novembre. Dei 97.813.426,98 euro di controvalore complessivo lordo delle nuove azioni, ci sono 1.516.487,24 euro di valore nominale e 96.296.939,74 euro a titolo di sovrapprezzo, ammesse a quotazione e alle negoziazioni dalla data di emissione su Euronext Milan. Il capitale sociale complessivo della società risulta così di 16.731.359,80 euro, suddiviso in 417.033.996 azioni ordinarie, prive dell'indicazione del valore nominale. I proventi dell'aumento di capitale saranno utilizzati dalla società per la realizzazione del piano strategico 2024/2025 - 2026/2027 volto al rafforzamento della struttura patrimoniale, al sostegno del raggiungimento degli obiettivi, tra cui l'ulteriore rafforzamento del brand a livello internazionale e la progressiva riduzione dell'indebitamento, infine al mantenimento della massima competitività sportiva a livello italiano e internazionale. UniCredit Bank, Milan Branch ha agito quale global coordinator e sole bookrunner. Juventus ha assunto un impegno di lock-up nei confronti di UniCredit di 90 giorni in linea con la prassi di mercato in operazioni analoghe. Sky Sport La Juventus, tramite una nota ufficiale, ha comunicato che il Cda bianconero ha approvato un nuovo aumento di capitale: "Juventus F.C. S.p.A. – si legge nella nota del club bianconero -, comunica che il Consiglio di Amministrazione, riunitosi in data odierna, ha deliberato di dare esecuzione alla delega di cui all’art. 2443 cod. civ. conferita dall’assemblea straordinaria in data 7 novembre 2025, aumentando, in via scindibile, a pagamento, il capitale sociale per un importo massimo nominale di Euro 1.516.487,24, mediante emissione di massime n. 37.912.181 nuove azioni ordinarie di Juventus, prive di valore nominale espresso, pari a circa il 10% delle azioni emesse (pre-aumento), con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’art. 2441, quarto comma, secondo periodo, cod. civ., da offrire in sottoscrizione a investitori qualificati (come definiti ai sensi dell’art. 2, paragrafo 1, lettera e), del Regolamento (UE) 2017/1129, come successivamente modificato e integrato, ovvero del Regolamento (UE) 2017/1129 in quanto trasposto nella legge nazionale del Regno Unito in forza dello European Union Withdrawal Act del 2018) in Italia, nello Spazio Economico Europeo e nel Regno Unito; a investitori istituzionali all’estero, con esclusione di Stati Uniti d’America, Canada, Giappone, Australia e di qualsiasi altro Paese o giurisdizione nei quali l’offerta o la vendita delle azioni oggetto del Collocamento (come infra definito) siano vietate ai sensi di legge o in assenza di esenzioni, nonché negli Stati Uniti d’America esclusivamente a investitori istituzionali qualificati c.d. “QIBs” in applicazione delle esenzioni dagli obblighi di registrazione ai sensi della normativa statunitense”. La Juventus lancia un aumento di capitale da circa 100 milioni e, secondo indiscrezioni, anche Tether parteciperà al rafforzamento patrimoniale. Il club ha annunciato l’operazione che verrà effettuata attraverso un accelerated bookbuilding, ossia tramite una vendita accelerata di azioni sul mercato che potrebbe concludersi già in serata. A curarla è Unicredit. Il collocamento dei titoli sarà riservato a investitori istituzionali ed Exor, controllante della Juventus, si è detta disponibile a coprirlo integralmente e, comunque, intende sottoscriverlo in misura almeno sufficiente a mantenere l’attuale quota del 65,4% nel capitale del club. A differenza di quanto emerso nei giorni scorsi, tuttavia, la holding degli Agnelli-Elkann lascerà spazio anche ad altri investitori. Fra questi Tether, il gruppo emittente della più diffusa stablecoin, che detiene l’11,5% del capitale del club e potrebbe anche incrementare la sua quota se gli altri investitori dovessero lasciare «libera» una parte dell’aumento di capitale (corriere della sera)
  10. Al Social Football Summit, evento dedicato all’innovazione e alla strategia nel mondo del calcio svoltosi a Torino, ha preso la parola Giorgio Chiellini, Director of Football Strategy della Juventus. L’ex difensore bianconero ha condiviso la propria visione sulla gestione sportiva e le scelte strategiche del club bianconero. “Non sono un amante dei titoli, quello che mi sento e un supporto di quello che è stata la Juventus e quella che deve continuare a essere, a livello trasversale”, ha esordito. Sul ruolo: “C’è Vinovo, che è il nostro futuro: ci teniamo e sappiamo che il futuro della Juventus dipende molto da ciò che facciamo a Vinovo. Ho persone che mi aiutano a crescere, se la Juventus è stata così vincente il merito è delle persone che ci hanno lavorato per tutti questi anni. Sono qui da 20 anni tolta una parentesi di due anni di distacco, anche per non cadere da zero a cento dal campo alla scrivania; quello stacco è stato molto importante per vivere le partite in modo diverso”. I momenti difficili ci sono: “Prendere le scelte fa parte delle responsabilità, non si fidi a che uno non sia dispiaciuto per le scelte. Sono stato parte delle scelte condivise, non sono il numero uno, ma Damien (Comolli, ndr) è una persona che condivide, c’è bisogno di un confronto di idee per arrivare a certe decisioni: i prossimi saranno mesi difficili ma anche stimolanti. Dopo un decennio d’oro, l’ultimo triennio è stato più difficile di altri, ma c’è la luce. Secondo me questa società riuscirà a superare tutti i cambiamenti, c’è una luce molto più grande di ciò che si può vedere ora. Per forza è più faticoso, ma vedo fino alla fine di questo percorso un treno che va lontano e che riporterà la Juventus a quella normalità del saper vincere, accettare la sconfitta e apprendere da quello stimolo”. Su Luciano Spalletti: “Voler vincere è già un passo importante, Spalletti l’ha detto a tutti dal primo giorno e lo sta ribadendo. Se uno guarda la classifica uno dice “perché no?”. Ci sono ancora due terzi di campionato, tutto è in ballo: consapevoli delle difficoltà ma anche delle opportunità, se ci guardiamo intorno tutti abbiamo difficoltà, nessuno sta prendendo una via verso uno scudetto in solitaria come magari abbiamo fatto noi negli anni scorsi”. Parentesi anche sul rinnovo di Kenan Yildiz: “Con calma, c’è la volontà di tutti di farlo. Manca il DS? Ci penseranno Comolli e Modesto”. Sull’allenatore bianconero ha continuato: “È uno che abbraccia tutti, ha bisogno di trasferire questo suo affetto a tutte le persone. C’è una persona che si prende cura di noi in mensa, la prima cosa che ha fatto è abbracciarla. Ha questa empatia verso le persone, a prescindere che siano più o meno importanti in un’organizzazione. Ci siamo visti nel 2024 in una tournée americana, quando lui era CT, e mi ha detto: “Faresti una riunione ai difensori?” Allora ha chiamato 8-10 difensori e mi ha detto di parlare con i ragazzi. Poi siamo rimasti a parlare di calcio e mi ha chiesto se ci saremmo potuti risentire”. Sulle parole di Perin: “In spogliatoio c’è meno dialogo rispetto a prima, ma ci sta: i ragazzi vivono un mondo diverso, sono più raggiungibili, hanno più strumenti su mental health, nutrizione, performance… Prima c’era solo conoscenza diretta. La cosa più importante è l’adattabilità: più ti adatti in fretta, meglio performerai. Io ho imparato da persone diverse per migliorare e sono arrivato a giocare a 37 anni in un modo che a 25 non avrei potuto. Mi mancano ancora skill manageriali che voglio sviluppare con calma; la fretta spesso è cattiva consigliera. Sport e vita non sono paralleli”. GDM
  11. A margine del Social Football Summit, Mattia Perin ha parlato ai microfoni di Sky per analizzare il momento vissuto dalla Juventus L'ARRIVO DI SPALLETTI "Il mister sta provando a portarci dei nuovi concetti a livello tecnico, è meticoloso, attentissimo, quasi maniacale. Ci serviva una scossa da questo punto di vista, dal punto di vista emotivo sta cercando di farci capire che se indossiamo questa maglia è perché lo meritiamo e dobbiamo dimostrarlo un po' di più" PERIN SULL'ESONERO DI TUDOR "Sono momenti difficili perché non so se da fuori si percepisce ma quando un allenatore viene cambiato ci sentiamo i primi responsabili, perché l'allenatore conta molto ma in campo ci andiamo noi. E' un fallimento, ma da questi si può rinascere e costruire qualcosa di importante se si hanno delle basi solide". il bianconero Le parole di Mattia Perin, intervenuto al Social Football Summit in corso di svolgimento a Torino, allo Juventus Stadium. IMPORTANZA DELLA MENTE - "Questo è un tema cui sono affezionato. Ho capito quanto possa essere importante l'aspetto mentale non solo nello sport ma nella vita quotidiana. Ho iniziato con Nicoletta Romanazzi grazie al mio agente Alessandro Lucci. Stavo attraversando un periodo delicato, pensavo di smettere dopo tanti infortuni e non trovavo più la felicità nel giocare a calcio. Lucci mi disse: 'Appoggio questa tua scelta, datti una possibilità e fai una chiacchierata con Nicoletta'. Da quel giorno è iniziato un viaggio, un sentiero. Ho imparato a conoscermi, so quello di cui ho bisogno, so come trovare l'equilibrio. Nicoletta riesce spesso a trovare la chiave di volta per sbloccarmi e permettermi di essere performante nello sport e nella vita. Episodi? Ce ne sono tanti. Quello che ci permette di raggiungere gli obiettivi è quanto siamo determinati a lavorare su di noi. Durante gli infortuni che ho avuto, le volte che credevo di meritare di giocare e non venivo messo in campo, trovare l'equilibrio, accettare la frustrazione e le emozioni che percepiamo come negative. Ho imparato che tutte le emozioni con equilibrio possono portarci qualcosa di buono. Quello che ho imparato cerco di metterlo a piccole dosi nella vita dei miei figli e mi riempie di orgoglio vedere come funzioni. Ogni volta che commettevo un errore, pur di non pensare, guardavo ore di documentari su qualsiasi cosa: dagli Egizi all'arte. Adesso accetto l'errore e lo analizzo. Lo accetto e cerco la soluzione per risolverlo". RUOLO DI PORTIERE - "Io sono il mio più grande critico e il più grande fan. Ho scavato in profondità, sono arrivato ad avere un'intimità, mi conosco come non mi conosce nessun altro. Quando fai questo ti metti davanti a situazioni che ti fanno conoscere come non ti conoscevi prima. Quando ti conosci così, qualsiasi critica può essere un feedback. Io so quando faccio grandi partite o degli errori. Sui social media, prima quando giocavo bene postavo una foto e se sbagliavo no. Poi ho capito che ormai i commenti non mi toccavano più. Quello che voglio dire è che questo mi ha dato la libertà, sono libero dai condizionamenti esterni. Mi trovo spesso con i compagni più giovani che magari sono giù di morale dopo i commenti e le critiche della stampa: io cerco sempre di fargli capire questa cosa. Devi fare un percorso. Mi sono meritato questa libertà dopo il percorso che ho fatto e di questo sono molto felice. La parola è una magia. Uno dei problemi della società è che siamo meno empatici e dialoghiamo meno, i non detti creano frizioni, poi allontanamenti. Lo stesso vale nello spogliatoio e l'ho detto anche ai miei colleghi più giovani. C'è stato un grandissimo passo indietro. Quando ho iniziato giocavo con gente del 74-75-76, ora del 2005, 2006... c'è stato un passo indietro dello standing umano. Adesso si fa fatica a trovare il tempo e il momento per dialogare tra noi, per condividere gli stati d'animo. Anche solo, beviamo un caffè insieme. Stiamo perdendo dialogo ed empatia tra di noi". JUVE - "La Juve mette a disposizione Beppe Vercelli, un grandissimo psicologo e anche nel settore giovanile ci sono degli psicologi. Un consiglio per i più giovani? Può far la differenza essere affamati, non perdete la voglia di guardare le cose da diverse prospettive. Appassionatevi a più cose possibili, non rimanete fermi. L'importante è non rimanere fermi e fare azione. Se abbiamo la forza di muoverci arriverà il premio. L'obiettivo è la ciliegina sulla torta, il trofeo è il cambiamento durante il percorso". calciomercato.com
  12. Luciano Spalletti porta a Torino la stessa filosofia di lavoro che lo ha accompagnato a Napoli: vivere immerso nel proprio ambiente professionale, vicino al centro sportivo, per concentrarsi al massimo sulla squadra e sugli obiettivi. La scelta del J|Hotel: concentrazione e vicinanza al lavoro A soli quindici giorni dalla firma del contratto con la Juventus, Spalletti ha deciso di stabilirsi al J|Hotel, struttura direttamente collegata al centro sportivo della Continassa. Una scelta che ricorda la sua esperienza a Napoli, dove la cameretta di Castel Volturno era diventata il quartier generale della sua quotidianità di allenatore: «Vivere vicino al campo ti permette di respirare il lavoro in ogni momento. Per me è una necessità, non un lusso». Contratto breve, ma dedizione totale La permanenza dell’allenatore di Certaldo al J|Hotel è legata anche alla durata iniziale del suo contratto: 8 mesi fino a giugno 2026, rinnovabili in caso di qualificazione alla Champions League. Questa vicinanza al centro sportivo consente a Spalletti di gestire al meglio allenamenti, riunioni tattiche e osservazione dei giocatori, in vista di un calendario fitto e impegnativo. Prossimità al centro sportivo, immersione totale nel lavoro e massima concentrazione. È così che l’allenatore prepara le imprese e cerca di portare la Juventus ai vertici in tutte le competizioni, con l’obiettivo di lasciare un’impronta indelebile già dal primo capitolo torinese. GdS
  13. Il nuovo amministratore delegato della Juventus, Damien Comolli, è stato ospite principale a Hudl Performance Insights 2025, prestigiosa conferenza londinese dedicata all’analisi dei dati nello sport. Intervenendo sul palco – come riportato da La Gazzetta dello Sport – ha affrontato i temi centrali della sua filosofia gestionale: cultura, metodo e uso avanzato dei dati. Comolli ha spiegato come la trasparenza iniziale sia fondamentale nel rapporto con un nuovo tecnico: «Durante i colloqui, tutti gli allenatori presentano il loro progetto come ideale, salvo cambiare idea una volta iniziato a lavorare. Per questo oggi inserisco nel contratto ciò che dichiarano in fase di colloquio, così se lo ricordano. Io dico subito: questo è il nostro modo di lavorare, i processi sono chiari, i dati guidano mercato, calci piazzati, prevenzione degli infortuni e molto altro. Se va bene, bene; altrimenti ci stringiamo la mano e ci salutiamo. Il coach deve abbracciare questa filosofia». Il dirigente francese ha insistito sul peso della cultura come leva per i risultati: «Dedico il 30% del mio tempo a pensare alla cultura del club, perché senza cultura non si vince. Ho chiesto a ex calciatori come Matuidi e Trezeguet quale sia il DNA della Juve, e tutti hanno risposto: vincere. Ma la cultura è un’altra cosa: non arriva dall’alto, si costruisce dal basso. Nel meeting di questa mattina ho detto a tutti: siamo noi a decidere chi siamo; io posso solo dare delle linee guida, ma i valori vengono dal gruppo. La cultura è l’insieme dei valori che condividiamo». Parlando del suo metodo, Comolli ha ricordato l’esperienza al Tolosa sotto la proprietà RedBird: «Mi scelsero per guidare il club attraverso i dati. La Juventus sapeva perfettamente quale fosse il mio approccio. Per usare i dati in modo efficace serve allineamento dall’amministratore delegato in giù. Il vero punto critico è spesso la relazione tra management e allenatore: serve un ponte, una figura che conosca i dati ma sappia parlare il linguaggio del coach. Se l’allenatore è aperto, tutto funziona; altrimenti no». Ha raccontato inoltre pratiche innovative adottate in Francia: «Al Tolosa misuravamo quotidianamente lo stato mentale dello staff: stress, motivazione, voglia di lavorare. Ci ha permesso di non assumere persone non motivate. In campo, avevamo vietato cross e tiri da lontano». Comolli ha sottolineato quanto sia importante l’esempio quotidiano: «Se entri in ufficio con un atteggiamento negativo, lo trasmetti. Voglio persone che mi correggano. Dicevo sempre al mio staff: se esco dalla cultura del club, ditemelo; se compro un giocatore che la tradisce, ditemelo. La coerenza è fondamentale». Il dirigente ha anche parlato del suo metodo di studio e di lavoro su di sé: «Non sono un grande scrittore, forse per un trauma passato. Ho persone che cercano innovazioni per me, e io studio costantemente: ho paura di perdere un’evoluzione dell’industria. Non leggo di calcio, è noioso; leggo articoli scientifici sui dati, sul recupero dagli infortuni, libri sulla leadership o sulla negoziazione. Imparo dagli altri sport, non dal calcio. In una riunione voglio essere il meno intelligente nella stanza: se sono io quello con le idee migliori, c’è un problema. Non sopporto l’arroganza: ho visto tante persone fallire perché talentuose ma prive di umiltà».
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