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Post in rilievo

4 hours ago, garrison said:

Da Formiche.it

 

Il Cremlino alza la posta, Francia e Germania vedono, sperando sia un bluff. La Russia ha approntato un sistema di conversione con Gazprombank per salvare la faccia e la credibilità del suo ultimatum, che scadeva oggi. Ma non si tratta solo di gas: il viaggio di Lavrov a Nuova Delhi dimostra che Mosca intende minare il potere del dollaro (e dell’euro) sui mercati mondiali. Il prossimo nodo saranno le materie prime

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Oggi, 31 marzo, sarebbe il d-day per gli Stati “ostili alla Russia” che Mosca vuole costringere a pagare le forniture energetiche in rubli. Vladimir Putin ha firmato un decreto apposito, che impone (da venerdì primo aprile) di pagare il gas solamente in rubli e prevede che i contratti esistenti vengano congelati in caso di violazione.

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“Per comprare gas naturale russo, [i Paesi ostili] devono aprire conti in rubli in banche russe. È da quei conti che verranno eseguiti i pagamenti per il gas consegnato a partire da domani,” ha annunciato Putin in tv. Per poi aggiungere: “nessuno ci vende nulla gratis, e neppure noi facciamo carità. Quindi”, in caso di inadempienza, “i contratti esistenti saranno fermati”.

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Francia e Germania hanno reagito subito respingendo la mossa unilaterale, definendola un ricatto e reiterando che pagheranno le forniture nella valuta concordata. Al termine di una conferenza bilaterale con l’omologo tedesco, Robert Habeck, il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire ha invitato a “prendere in considerazione tutti gli scenari” avvertendo di “prepararsi, perché domani potrebbe non esserci più gas russo”. Habeck ha sottolineato la necessità di “non dare segnali riguardo all’essere oggetto di ricatto da parte di Putin” e avvertito che bisogna contemplare anche lo stop completo delle importazioni di gas.

Frattura reale o di facciata?

Si tratta di un’altra giravolta da parte del Cremlino, che ieri – via il portavoce Dmitry Peskov – aveva fatto un passo indietro rispetto all’ultimatum iniziale di Putin, sostenendo che il nuovo regime di pagamento non sarebbe “assolutamente” iniziato oggi. Ma vale la pena esplorare le meccaniche del meccanismo annunciato da Mosca, perché all’atto pratico potrebbe comunque garantire lo status quo – consentendo a Putin di continuare a incassare gli euro e salvarsi la faccia allo stesso tempo.

Leggendo il comunicato del Cremlino, Tass spiega che Gazprombank – l’istituto del colosso dell’energia che non è soggetto a sanzioni – aprirà dei “conti speciali” in rubli per gli acquirenti di gas e si occuperà della conversione delle valute. La Banca centrale russa ha dieci giorni per stabilire la procedura di creazione di questi conti, secondo il documento.

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In altre parole, i Paesi occidentali sarebbero comunque in grado di pagare nelle loro valute (solitamente euro o dollari) direttamente a Gazprombank, cosa che avrebbero fatto comunque: c’è solo un passaggio in più, ideato per rafforzare il potere del rublo. Del resto le forniture sono un’arma a doppio taglio: se è vero che l’Ue dipende dagli idrocarburi russi, è vero anche che la Russia, che barcolla sotto i colpi delle sanzioni, dipende dai pagamenti europei, che secondo gli analisti di Bruegel ammontano a 800 milioni di euro al giorno.

 

Insomma in sostanza per noi non cambia nulla, sono solo manovre per tentare (abbastanza disperatamente) di rafforzare il rublo.

Tra l'altro giocando una partita a poker con in mano carte scadenti, perché se davvero l'Europa comincia a non importare più il gas russo Putin farebbe ben fatica a venderlo agli stessi prezzi ai nuovi amici cinesi e non si capisce come potrebbe continuare a finanziare una guerra già iper costosa ed abbastanza fallimentre di suo.

si peccato che rinunciare al gas russo significa comprare quello americano a tre o quattro volte il prezzo di quello russo.

E non si capisce ancora che volume possano fornire gli americani. Senza dimenticare la mancanza di infrastrutture in Italia.

Non so come sono messi in Germania...

 

Mentre i russi il loro gas e petrolio possono venderlo all'altro 50% del globo...

Direi che quelli che hanno più da perderci siamo noi. Sempre che gli americani non vendano il gas liquido al prezzo di quello russo.

30 minutes ago, jolly88 said:

Gli Stati Uniti sono aperti a una presenza permanente di truppe in Europa

In vista del conflitto con la Russia, il governo degli Stati Uniti non esclude un aumento permanente della presenza delle truppe statunitensi in Europa. "Indipendentemente da come finirà questa guerra e quando finirà, l'ambiente di sicurezza in Europa sarà cambiato", ha detto giovedì il portavoce del Pentagono John Kirby a Washington. Devi reagire a questo. "Non sappiamo come sarà", ha detto. Ma si è aperti a discutere se ci dovrebbe essere una presenza permanente più ampia delle truppe statunitensi in Europa. A tempo debito, quindi, il governo degli Stati Uniti si riunirà con gli alleati per discuterne. Grazie ai rinforzi delle truppe per la guerra in Ucraina, ora ci sono più di 100.000 soldati statunitensi in Europa, di cui circa 40.000 in Germania.

Bild

cioè mi stai dicendo che negli ultimi 70anni non hanno sempre avuto truppe nel continente??

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15 minuti fa, AAAVLR ha scritto:

si peccato che rinunciare al gas russo significa comprare quello americano a tre o quattro volte il prezzo di quello russo.

E non si capisce ancora che volume possano fornire gli americani. Senza dimenticare la mancanza di infrastrutture in Italia.

Non so come sono messi in Germania...

 

Mentre i russi il loro gas e petrolio possono venderlo all'altro 50% del globo...

Direi che quelli che hanno più da perderci siamo noi. Sempre che gli americani non vendano il gas liquido al prezzo di quello russo.

cioè mi stai dicendo che negli ultimi 70anni non hanno sempre avuto truppe nel continente??

Parla di aumento delle truppe us in maniera permanente ,rispetto a quelle del passato.

 

La vedo come il togliere dalla testa l'idea , di costituire prima o poi, il famoso esercito europeo

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Ucciso un miliziano italiano che combatteva nel Donbass

Un miliziano italiano di 46 anni, Edy Ongaro, che combatteva con le forze separatiste del Donbass, è rimasto ucciso ieri in battaglia, nel villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk. La notizia, diffusa stasera con un post dal Collettivo Stella Rossa Nordest, è stata confermata da un amico di Ongaro, in contatto con esponenti della 'carovana antifascista' che si trova nella regione. Bozambo - questo il suo nome di battaglia - si trovava in trincea con altri soldati durante uno scontro, quando è stato colpito da una bomba a mano. Ongaro era nato a Portogruaro, Venezia, e aveva raggiunto il Donbass nel 2015. Il Collettivo ha annunciato così la sua morte: "Edy si è gettato sull'ordigno facendo una barriera con il suo corpo. Si è immolato eroicamente per salvare la vita ai suoi compagni. Bozambo è caduto da combattente per difendere il popolo libero di Novorossia dal regime fascista di Kiev"

 

La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola in viaggio per Kiev

La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, è in viaggio verso Kiev. Lo rende noto lei su Twitter. E' la prima leader Ue a recarsi nel paese in guerra. Lo scopo della sua missione: "Portare all'Ucraina un messaggio di supporto e di speranza a nome del Parlamento europeo"

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Zelenskyi licenzia due alti funzionari della sicurezza

 

Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, due membri di alto rango dei servizi di sicurezza sono stati licenziati. Come spiega Zelenskyy in un videomessaggio, sono il capo generale della sicurezza interna e il capo della filiale dell'agenzia nella regione di Kherson: "Non ho tempo per occuparmi di tutti i traditori, ma stanno diventando tutti piccoli puniti a poco a poco”. I due uomini hanno infranto il giuramento di difendere l'Ucraina. Non ha fornito dettagli esatti.

 

 

 

 

Il ministro dell'Economia Habeck annuncia tempi difficili

Nuova paura della povertà – Il ministro dell'Economia Habeck annuncia tempi difficili. L'attacco russo all'Ucraina e la conseguente crisi energetica costeranno alla Germania molti soldi e prosperità!

 

BILD

 

Sempre sul sito Bild leggevo che la germania ,ha attivato un piano emergenza su tre livelli.

 

► 1° livello: livello di allerta precoce. La situazione dell'approvvigionamento rischia di deteriorarsi notevolmente. Viene convocata una squadra di crisi. È successo mercoledì.

 

► 2° livello: livello di allerta. La fornitura è interrotta. Gli operatori di rete mantengono la fornitura, ad esempio interrompendo temporaneamente le consegne alle aziende.

 

► 3° livello: livello di emergenza. Acuta mancanza di gas. Lo Stato interviene. L'Agenzia federale di rete sta razionando l'offerta. Gli ospedali, i vigili del fuoco, la polizia e le abitazioni private hanno la priorità.

 

 

 

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Interessante articolo di Paolo Guzzanti (sì il papà dei comici....) , specie sulle relazioni inglesi/russe....

Quoto

 

Ammesso e per niente concesso che la grande macelleria Ucraina si avvii a chiusura, grazie ai negoziati promossi dal Sultano di Ankara, ci si aspetta che dopo quel triste e tremendo groviglio insanguinato di invasi, invasori, carri d’acciaio, missili e bambini morti il cammino sarà lungo, tortuoso e pieno di inganni: ieri sera Mosca ha raggelato le attese fiorite troppo presto e lo stesso Putin ha fermato le macchine dicendo: «Da questi colloqui non è uscito niente di promettente». E gli ucraini hanno risposto: «Ci hanno ingannato, non esiste alcun segno di ritiro da Kiev e da Chernihiv». Quanto a noi europei che non vedevamo l’ora di chiudere la partita, non resta che morderci la lingua.

 

Per ora si capisce che la veloce operazione militare è fallita perché figlia di una totale sottovalutazione russa e non soltanto a causa della preparazione degli ucraini. Ciò che ha sorpreso tutto il mondo, russi per primi ma non gli ucraini, è e resta la tenuta davanti a tutte le telecamere di una popolo accusato di non esistere ma che mentre combatte mantiene in ordine le stazioni della metropolitana in cui i bagni sono in condizioni igieniche perfette, i medici passano fra la gente e il cibo che arriva è sistemato secondo criteri di età, o genere. Putin ha dovuto prendere atto con frustrazione e con ira quanto i rapporti di intelligence fossero corrotti dall’intenzione di compiacere il capo con notizie inventate. È stato lo stesso Vladimir Putin a mostrare al mondo la sua scenata al capo dell’intelligence militare, il Gru, che aveva miseramente fallito. Il comportamento delle truppe di Mosca si è rivelato quello di una armata di vecchi carri armati e di poveri ragazzi spaventati e inclini a piangere, arrendersi e comparire davanti alle televisioni ucraine per raccontare la loro storia di adolescenti scaraventati in un mattatoio anziché in una esercitazione.

 

L’Occidente ha così imparato che le truppe russe spedite in Ucraina, salvo alcuni reparti speciali di tagliagole o comunque di assalto, non erano motivate: dal momento che non sapevano ciò che stavano facendo, quando hanno capito che stavano facendo una guerra contro i civili così come ottanta anni fa avevano fatto i tedeschi durante la Grande Guerra Patriottica anche nell’Ucraina occupata, si sono sentiti traditi. Un altro grave elemento di geopolitica che non era stato valutato è la lingua. I russi hanno scoperto con sgomento che gran parte dei soldati ucraini che combatteva ferocemente contro di loro, indossando uniformi pressoché identiche, parlavano russo anziché ucraino, oppure entrambe le lingue insieme. Questa circostanza ha costituito un fattore psicologico rovinoso per le truppe di Mosca perché i militari hanno avuto la sensazione di combattere contro un nemico che era però anche un fratello. L’apparente fratellanza linguistica avrebbe solo in parte dato ragione a Putin quando sosteneva che gli ucraini come popolo non esistono perché l’Ucraina è semplicemente russa. Putin appare stretto in un circolo di ufficiali del Kgb da cui lui stesso proviene, convinti che il fattore imperiale potesse sempre schiacciare quello nazionale, come era accaduto sotto Stalin e Gorbaciov. Ma il principio si è dimostrato sbagliato. I popoli non evolvono per comunità linguistiche ma per comunità di visione del presente e del futuro.

 

Questa – fatti alla mano – risulta essere la principale questione geopolitica. Non si tratta di romanticismi nazionali o di poesia, ma di realtà. Putin pensava, o così gli hanno fatto anche credere, che sarebbe stato sufficiente far sferragliare i cingoli dei carri ed emettere fumo di nafta dai camion lanciamissili perché la genetica dell’impero recuperasse i suoi sudditi. Invece, gli ucraini stanno battendo militarmente i russi: hanno armi difensive per frenare la marcia dei carri, hanno difese per intercettare molti dei missili che gli piovono sulla testa, hanno attrezzature elettroniche che richiedono molto addestramento. Ad addestrare gli ucraini sono stati per lo più gli inglesi. E i canadesi. Boris Johnson si trovava, boots on the ground, uomini con stivali sul terreno prima che Biden fosse eletto. Gli ufficiali inglesi che hanno assistito ai combattimenti hanno detto che “quei ragazzi stanno lavorando talmente bene da sembrare i nostri ragazzi”. E questo perché c’è una guerra fra russi e ucraini ma anche una fra inglesi e russi che dura da quasi un secolo e non si è mai fermata.

 

Il Regno Unito ha una memoria che parte da prima della Guerra fredda perché inizia con gli anni Trenta e il grande tradimento dei “Cinque di Cambridge” capitanati da Kim Philby e che, essendo aristocratici bolscevichi inglesi, minarono l’intelligence del Regno Unito proprio per causa della rete sovietica che Philby, ufficiale del Mi6 introdusse nel servizio di sua Maestà con Anthony Blunt, Donald Maclean, Guy Burgess e John Cairncross, prima di rifugiarsi a Mosca dove fu uno dei ristrutturatori del Kgb e dove mori nello squallore. Negli anni più recenti Londra è stata il terreno di scontro con le storie degli avvelenamenti (io stesso sono stato ospite per due giorni a Scotland Yard per il processo sul caso Litvinenko) e del confronto diretto con le armi in pugno, mentre in Italia i giornali si giravano in genere dall’altra parte. che non è mai terminato, né con Tony Blair che fece levare i suoi caccia quando il mio amico Sasha Litvinenko morì avvelenato proprio nel giorno in cui riceveva cittadinanza e passaporto britannico.

 

E da allora non un solo Prime Minister ha avuto fiducia in chiunque sedesse sul trono del Cremlino, con la cauta eccezione di Michail Gorbaciov, che però era stato passato al setaccio dai servizi britannici grazie alla collaborazione di Oleg Gordiewky, ex capo della “residentura” del Kgb a Londra e che ho avuto la fortuna di incontrare nella sua piccola casa in mezzo al verde e a un discreto numero di bottiglie di Chianti. Appena cominciata l’invasione, i servizi militari del Gru si sono resi conto sia dell’efficienza militare che della compattezza civile di un popolo e di un esercito che non erano stati in grado di valutare. Di qui i licenziamenti, gli arresti, le sparizioni e le uccisioni mirate di sette generali russi mandati in prima linea per espiare la colpa della loro approssimazione. Quando i russi hanno fatto trapelare la buona notizia dei “passi avanti” mentre seguitavano a bombardare e uccidere, inglesi e americani hanno subito detto – come vuole il copione della vecchia Guerra fredda – che i russi non sono mai affidabili perché non considerano la verità un valore logico. Ieri, inglesi e americani, mentre il mondo esprimeva un minuscolo sospiro di sollievo, dichiaravano in piena sincerità di non credere a una parola sull’imminente conclusione dei negoziati.

 

Ciò spiega anche il diverso atteggiamento umano rispetto a noi vecchi continentali e specialmente di noi italiani sempre felici di correre ad accendere un cero alla * cantando “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato”. Il “guerrafondaio” Boris Johnson non fa eccezione, come non ne avrebbe fatta Theresa May. Gli americani sono invece relativamente nuovi a questo che è stato per decenni il teatro delle spie, degli agenti doppi e tripli, degli scambi di prigionieri i quali, se vivi, sono tutti ancora in campo, o sono i loro figli: ciò che accade nel teatro della periferia dell’Impero fa parte della letteratura di un maestro di Espionage come John le Carré, e non di quella di Tolstoj.

 

Un esito certo di questa guerra seguita all’invasione è che gli ucraini – che sono come i russi – hanno voluto dichiarare davanti al mondo che non sono russi, salvo quelli del Donbass. E anche se lo fossero stati nel passato, rifiutano sia l’impero che il ritorno all’impero di Mosca e che anzi sono pronti a morire pur di non tornare sotto il Cremlino. Chi pensa che questi siano temi romantici, o emotivi, o anche frutto di una scaltra propaganda, impedisce a sé stesso di comprendere una situazione umana che non è meno geopolitica di quella che riguarda il gas. Del resto, Graham Greene, maestro della letteratura di intelligence titolò il suo libro di spionaggio più famoso Il fattore umano e sul fattore umano, anche, si sta giocando la sanguinosa partita ucraina.

 

 

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18 minuti fa, garrison ha scritto:

Interessante articolo di Paolo Guzzanti (sì il papà dei comici....) , specie sulle relazioni inglesi/russe....

 

raramente si leggono tante boiate tutte insieme

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Articolo del Post che fa molta chiarezza sul decreto russo (per quanto possibile...) sul pagamento del gas e che spiega che per noi molto probabilmente non cambia granché, per ora

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Quoto

 

Giovedì pomeriggio il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che obbliga Gazprombank, la banca di stato russa che gestisce i pagamenti per le forniture di gas ai paesi europei, a convertire in rubli la totalità dei pagamenti ricevuti per il gas dai paesi “ostili”, cioè tutti i paesi occidentali. Il decreto è l’ultimo passaggio di uno scontro tra il governo russo e i governi europei durato vari giorni, e cominciato quando Putin aveva annunciato che avrebbe obbligato i paesi “ostili” a pagare in rubli per le forniture di gas, in violazione dei contratti che prevedono che i pagamenti siano fatti in euro o in dollari.

 

I paesi europei – che nonostante la guerra in Ucraina pagano alla Russia tra i 300 e i 600 milioni di euro ogni singolo giorno in cambio del gas – si erano rifiutati di effettuare i pagamenti in rubli, cosa che vedevano come una pericolosa violazione dei contratti.

 
 

Il decreto firmato da Putin giovedì sera è una soluzione in un certo senso di compromesso, perché non impone ai paesi europei di pagare in rubli, ma ottiene lo stesso effetto imponendo a Gazprombank di convertire tutti i pagamenti. Non è ancora chiaro, tuttavia, se e come i paesi europei accetteranno di stare alle condizioni imposte da Putin, e cosa succederà nel frattempo.

 

Il decreto prevede che dal 1° aprile i compratori di gas (cioè i paesi occidentali) aprano due speciali conti presso Gazprombank, uno in valuta straniera e uno in rubli. I compratori verseranno il pagamento per il gas nel conto in valuta straniera, come previsto dai contratti.

A quel punto, però, secondo il nuovo decreto, Gazprombank convertirà in rubli gli euro o i dollari versati dai compratori e sposterà il denaro sul secondo conto del compratore, quello in rubli. Infine Gazprombank verserà il pagamento dal conto in rubli del compratore al proprio conto, facendo figurare in questo modo che il pagamento sia avvenuto in rubli, anche se inizialmente i compratori avevano versato degli euro o dollari.

 

Dal punto di vista formale, per i compratori (cioè i paesi europei) cambia poco. Con il nuovo sistema continueranno a versare euro a Gazprombank e a ricevere gas in cambio: alla conversione in rubli ci pensa Gazprombank, e benché tutti questi passaggi siano piuttosto irrituali (soprattutto perché i compratori sono obbligati ad aprire due nuovi conti speciali) non è chiaro se ci sia o meno una violazione contrattuale.

Il fatto è che anche per Gazprombank e per l’economia russa cambia poco: già adesso, tutti gli esportatori russi (compresi l’azienda di stato Gazprom e la sua Gazprombank) sono obbligati a convertire in rubli l’80 per cento delle loro entrate in valuta straniera. Con il nuovo decreto, Gazprombank si limiterà a convertire il 100 per cento: la differenza del 20 per cento non è tale da avere effetti significativi sull’economia.

 

Se i paesi europei avessero ceduto alle richieste iniziali di Putin e avessero pagato il gas direttamente in rubli, allora le conseguenze sarebbero state importanti, soprattutto perché avrebbe significato un cambiamento di paradigma nel mercato energetico, dove da decenni gli affari si fanno quasi esclusivamente in dollari o euro. Limitare l’utilizzo di queste valute avrebbe significato minacciarne il dominio su uno dei mercati più importanti, quello delle commodity (cioè di beni come idrocarburi e metalli) e, sul lungo periodo, forse perfino ridurne la centralità nell’economia globale.

Con questo nuovo sistema, però, i paesi europei continuano a pagare in euro, e gli effetti sui mercati saranno limitati.

Secondo alcune analisi, il decreto di Putin serve soprattutto a “salvare la faccia”, cioè a far figurare formalmente che il pagamento per il gas sia avvenuto in rubli anche se i paesi europei continuano a pagare in euro. Il decreto, in questo senso, dimostra che la Russia ha bisogno dei pagamenti occidentali più di quanto i paesi occidentali abbiano bisogno di gas: senza le centinaia di milioni di euro che arrivano ogni giorno dall’Occidente, un’economia già profondamente danneggiata come quella russa non sarebbe più in grado di sostenersi, anche considerando le ingenti spese di guerra.

Altre analisi, come per esempio quella del Financial Times, ritengono inoltre che con questa mossa Putin abbia voluto cercare di garantire la posizione di Gazprombank come mediatore dei pagamenti per il gas. Gazprombank, attualmente, è una delle pochissime banche russe non colpite dalle sanzioni occidentali, proprio perché è il tramite dei pagamenti per il gas.

Ma i pagamenti europei per il gas stanno di fatto finanziando e sostenendo l’economia di guerra russa, e nelle ultime settimane sono state avanzate varie ipotesi su come ridurre il loro impatto. Ovviamente il metodo più efficace sarebbe interrompere i pagamenti e fare a meno del gas russo, ma vista l’alta dipendenza di molti paesi europei dalle fonti di energia che arrivano dalla Russia (in particolare Germania e Italia) alcune alternative potrebbero riguardare per esempio l’utilizzo di sistemi di pagamento differenti, più controllabili dall’Occidente.

Contro l’Iran, per esempio, a un certo punto fu escogitato un sistema di sanzioni che vincolava i pagamenti per il petrolio in fondi speciali a cui il governo iraniano aveva accesso soltanto per pagare i beni di base, come il cibo, e non per le spese militari. Uno strumento simile consentirebbe di evitare che la Russia finanzi l’invasione dell’Ucraina con i soldi dell’Europa.

In questo senso il decreto di Putin, che impone ai governi europei di aprire due nuovi conti con Gazprombank, cerca di isolare il più possibile la banca da questo genere di iniziative, facendo di Gazprombank un intermediario obbligato. L’intenzione di Putin non sarebbe tanto quella di imporre pagamenti in rubli, ma di proteggere il ruolo della banca.

Non è ancora del tutto chiaro cosa faranno i governi europei nei prossimi giorni. I mercati, ha scritto Bloomberg, stanno ancora analizzando il decreto russo, che è piuttosto scarno di particolari, e lo stesso vale probabilmente per i governi, che dovranno decidere se i nuovi obblighi (cioè l’apertura di due nuovi conti presso Gazprombank) costituiscano o meno una violazione contrattuale.

 

 

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14 ore fa, AAAVLR ha scritto:

si peccato che rinunciare al gas russo significa comprare quello americano a tre o quattro volte il prezzo di quello russo.

E non si capisce ancora che volume possano fornire gli americani. Senza dimenticare la mancanza di infrastrutture in Italia.

Non so come sono messi in Germania...

 

Mentre i russi il loro gas e petrolio possono venderlo all'altro 50% del globo...

Direi che quelli che hanno più da perderci siamo noi. Sempre che gli americani non vendano il gas liquido al prezzo di quello russo.

cioè mi stai dicendo che negli ultimi 70anni non hanno sempre avuto truppe nel continente??

I russi possono vendere il loro gas solo all'Europa. 

Per cina e india non ci sono abbastanza gasdotti. 

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2 minutes ago, effe1986 said:

I russi possono vendere il loro gas solo all'Europa. 

Per cina e india non ci sono abbastanza gasdotti. 

 

Immagino ci metteranno tanto a costruire gasdotti

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Buzzella (Confindustria Lombardia): "Tetto europeo al gas o aziende chiudono"

"Si può pensare ad un tetto europeo ai prezzi. O in alternativa ad uno scostamento di bilancio straordinario per l'Italia. Ma l'emergenza del gas va risolta subito, altrimenti le aziende chiudono". Così Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia, parla della crisi energetica. "Forse le gravità della situazione non era percepita fino in fondo: ad essere a rischio, oggi, e' il futuro industriale dell'Europa. E i numeri, del resto, parlano chiaro - aggiunge - negli Usa il gas oggi costa 13 dollari al MWh, in Asia 30-40, da noi in Europa anche 120. Reggere in queste condizioni, per un sistema economico che punta sulla trasformazione, e' impossibile: come si può continuare a produrre?".
 
 

Gas, vola prezzo in Europa. Ad Amsterdam apre a 132 euro

Vola il prezzo del gas in Europa con la posizione di Vladimir Putin sul pagamento delle forniture in rubli mentre la guerra in Ucraina prosegue senza sosta. In avvio le quotazioni ad Amsterdam segnano un balzo a 132 euro al Mwh, in rialzo del 4,8% rispetto alla chiusura di ieri. A Londra il prezzo sale a 305 penny al Mmbtu, in aumento dell'1,9%.

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17 ore fa, jolly88 ha scritto:

Parla di aumento delle truppe us in maniera permanente ,rispetto a quelle del passato. 

 

La vedo come il togliere dalla testa l'idea , di costituire prima o poi, il famoso esercito europeo 

ecco esatto! nell'idea degli Stati Uniti è quella di mettere un freno alla Russia e un avvertimento all'Europa, che per la cronaca dovrebbe, secondo me, mandare via le truppe americane dal territorio e costituire veramente un esercito europeo, ma in quel caso l'Europa diventerebbe la quarta grande potenza mondiale, se non addirittura la seconda, dopo l'America(Russia e Cina a livello militare e tecnologico per me non sarebbero all'altezza con gli armamenti europei). In quel caso sarebbe impossibile per gli americani tenerci sotto controllo come fanno ora....

uno è lo scopo: impedire all'Europa di ritornare quella di un tempo e tenere a distanza le 3 grandi potenze, cercando cmq di mantenere buoni rapporti, con tutti 3 e non solo con uno.

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7 minuti fa, Cro88 ha scritto:

ecco esatto! nell'idea degli Stati Uniti è quella di mettere un freno alla Russia e un avvertimento all'Europa, che per la cronaca dovrebbe, secondo me, mandare via le truppe americane dal territorio e costituire veramente un esercito europeo, ma in quel caso l'Europa diventerebbe la quarta grande potenza mondiale, se non addirittura la seconda, dopo l'America(Russia e Cina a livello militare e tecnologico per me non sarebbero all'altezza con gli armamenti europei). In quel caso sarebbe impossibile per gli americani tenerci sotto controllo come fanno ora....

uno è lo scopo: impedire all'Europa di ritornare quella di un tempo e tenere a distanza le 3 grandi potenze, cercando cmq di mantenere buoni rapporti, con tutti 3 e non solo con uno.

A me non sembra affatto che gli Stati Uniti ci tengano "sotto controllo"....

Siamo, per fortuna, alleati con loro.

Se l'Europa non ha fatto grandi progressi verso l'Unità/Unione é per resistenze e gelosie tutte interne, su tutto l'ostilità/diffidenza dei paesi del Nord verso i paesi del Sud.

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15 minuti fa, garrison ha scritto:

A me non sembra affatto che gli Stati Uniti ci tengano "sotto controllo"....

Siamo, per fortuna, alleati con loro.

Se l'Europa non ha fatto grandi progressi verso l'Unità/Unione é per resistenze e gelosie tutte interne, su tutto l'ostilità/diffidenza dei paesi del Nord verso i paesi del Sud.

 

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Adesso, Cro88 ha scritto:

ecco esatto! nell'idea degli Stati Uniti è quella di mettere un freno alla Russia e un avvertimento all'Europa, che per la cronaca dovrebbe, secondo me, mandare via le truppe americane dal territorio e costituire veramente un esercito europeo, ma in quel caso l'Europa diventerebbe la quarta grande potenza mondiale, se non addirittura la seconda, dopo l'America(Russia e Cina a livello militare e tecnologico per me non sarebbero all'altezza con gli armamenti europei). In quel caso sarebbe impossibile per gli americani tenerci sotto controllo come fanno ora....

uno è lo scopo: impedire all'Europa di ritornare quella di un tempo e tenere a distanza le 3 grandi potenze, cercando cmq di mantenere buoni rapporti, con tutti 3 e non solo con uno.

Non se può fare,mica puoi sbaraccarli.

Ci sarà un motivo se,solo noi abbiamo 120 basi sefz

 

Già mettendo le mani  avanti oggi, parlando di un aumento delle truppe sul nostro territorio,la vedo come un taglio netto  all'idea di un espanzione e rafforzamento della difesa autonoma europea.

Anche perchè la Nato, a quel punto non avrebbe più senso di esistere e con essa anche il controllo usa.

 

Fabbri dice  anche che,le pressioni  americane sull'aumento delle spese militari al 2% ,siano anch'esse correlabili a quanto detto precedentemente,cioè il contrario dell'esercito europeo,mettendo a priori dei paletti.

Anche perchè il 2% per quanto se ne parli ,in realtà è un bazzeccola.

 

Credo che,semmai i leader europei invece intendano (ci credo poco) proseguire ,ci sia il rischio di andare a muro conto muro ,con tutti i pericoli del caso.

 

 

 

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38 minuti fa, Cro88 ha scritto:

ecco esatto! nell'idea degli Stati Uniti è quella di mettere un freno alla Russia e un avvertimento all'Europa, che per la cronaca dovrebbe, secondo me, mandare via le truppe americane dal territorio e costituire veramente un esercito europeo, ma in quel caso l'Europa diventerebbe la quarta grande potenza mondiale, se non addirittura la seconda, dopo l'America(Russia e Cina a livello militare e tecnologico per me non sarebbero all'altezza con gli armamenti europei). In quel caso sarebbe impossibile per gli americani tenerci sotto controllo come fanno ora....

uno è lo scopo: impedire all'Europa di ritornare quella di un tempo e tenere a distanza le 3 grandi potenze, cercando cmq di mantenere buoni rapporti, con tutti 3 e non solo con uno.

Per carità!...Lascia stare gli americani lì dove stanno perché, purtroppo direi io, per almeno le prossime due generazioni l'Unione Europea non si considererà e quindi non potrà essere considerata come una vera e propria nazione. Troppe differenze in tutto, per cui, proprio per non fare tornare in mente brutti pensieri a qualcuno, la presenza della NATO e delle truppe americane è fondamentale.

 

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6 minuti fa, Giampy88 ha scritto:

Per carità!...Lascia stare gli americani lì dove stanno perché, purtroppo direi io, per almeno le prossime due generazioni l'Unione Europea non si considererà e quindi non potrà essere considerata come una vera e propria nazione. Troppe differenze in tutto, per cui, proprio per non fare tornare in mente brutti pensieri a qualcuno, la presenza della NATO e delle truppe americane è fondamentale.

 

Questo è vero

Senza la NATO tornerebbe la guerra in Europa (non subito, ma nel tempo)

Ma è altrettanto vero che finché c'è la NATO, non ci sarà mai l'UE unita

 

E' un cane che si morde la coda

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Cremlino: stop al gas non sarà immediato, pagamento dovuto a fine mese e inizio maggio 
La mancata conferma del pagamento del gas in rubli «non significherà» che le forniture di gas saranno interrotte da oggi, spiega il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «Il decreto firmato ieri dal Presidente non lo prevede. Il pagamento delle forniture in corso non viene effettuato oggi, è effettuato alla fine della seconda metà del mese, aprile, o anche all'inizio di maggio», ha aggiunto, citato dall'agenzia Tass

 

Pagamento gas in rubli, l'Eni: "Stiamo analizzando comunicazione Gazprom"

"Abbiamo ricevuto la comunicazione da parte di Gazprom e la stiamo analizzando. Per il momento non abbiamo altri commenti". Ad affermarlo è l'Eni in merito alla notifica che il colosso russo del gas ha inviato ai propri clienti per quanto riguarda il nuovo meccanismo per i pagamenti del gas in rubli

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Adesso, Giampy88 ha scritto:

Per carità!...Lascia stare gli americani lì dove stanno perché, purtroppo direi io, per almeno le prossime due generazioni l'Unione Europea non si considererà e quindi non potrà essere considerata come una vera e propria nazione. Troppe differenze in tutto, per cui, proprio per non fare tornare in mente brutti pensieri a qualcuno, la presenza della NATO e delle truppe americane è fondamentale.

 

Senza polemica ,ma per me sto modo di pensare è propio quello che impedisce all'unione europea di affermarsi come potenza in tutto.Ed è quello che vogliono fondamentalmente.

 

Non credo che l'europa ,abbia bisogno una supervisione\controllo us ,perchè sennò chissà che succede.Non credo neanche che, senza esso ci faremmo la guerra,anzi vedo piuttosto la possibilità che venga portata da noi.

 

 

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Ucraina: von der Leyen: 'Con Cina questione di fiducia, in gioco investimenti a lungo termine'

"Il mondo degli affari sta guardando con grande attenzione quello che succede e sta valutando come i Paesi si stanno posizionando" di fronte alla guerra condotta dalla Russia contro l'Ucraina. "E' una questione di fiducia, di affidabilità e naturalmente di decisioni su investimenti di lungo termine". E' l'avvertimento della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, al termine del summit Ue-Cina in videoconferenza, a Bruxelles. 
 

Fonti Ue: governi uniti su no a rubli per il gas

I governi europei sono compatti nel rifiutare il ricatto di Vladimir Putin di pagare in rubli le forniture di gas e stanno valutando quali siano le vere intenzioni del Cremlino a riguardo. E' quanto si apprende a Bruxelles da fonti vicine al dossier, che mettono in luce un clima di incertezza e perplessità sul decreto russo. Questa mattina gli ambasciatori Ue si sono incontrati per discutere la questione e, da quanto riferito, dalla riunione è
emersa una chiara indicazione da parti di tutti i 27 sul fatto che i contratti debbano essere osservati e rispettati nelle valute previste, vale a dire euro o dollari.

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Adesso, SuperTalismano ha scritto:

 

 

Pagamento gas in rubli, l'Eni: "Stiamo analizzando comunicazione Gazprom"

"Abbiamo ricevuto la comunicazione da parte di Gazprom e la stiamo analizzando. Per il momento non abbiamo altri commenti". Ad affermarlo è l'Eni in merito alla notifica che il colosso russo del gas ha inviato ai propri clienti per quanto riguarda il nuovo meccanismo per i pagamenti del gas in rubli

Ma quindi tutti sti articoli usciti in queste 24 ore ,su come si baserà il tutto erano basati sul nulla?

Visto che ancora chi si occupa direttamente di questa faccenda,sta ancora analizzando le comunicazioni del cremilino?

Fonti Ue: governi uniti su no a rubli per il gas

I governi europei sono compatti nel rifiutare il ricatto di Vladimir Putin di pagare in rubli le forniture di gas e stanno valutando quali siano le vere intenzioni del Cremlino a riguardo. E' quanto si apprende a Bruxelles da fonti vicine al dossier, che mettono in luce un clima di incertezza e perplessità sul decreto russo. Questa mattina gli ambasciatori Ue si sono incontrati per discutere la questione e, da quanto riferito, dalla riunione è
emersa una chiara indicazione da parti di tutti i 27 sul fatto che i contratti debbano essere osservati e rispettati nelle valute previste, vale a dire euro o dollari.

 

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Da quello che intuisco,secondo me le pressioni sull'embargo del gas\petrolio russo stanno avendo effetto

 

Anche se tramite gazprom si potrà continuare a pagare in euro\dollaro,l'europa (o parte di essa) spinta dall'esterno ,in questi mesi non lo acquisterà più.

 

Su reuters ,pare che l'italia abbia aumentato il pompaggio rispetto a marzo dell'anno scorso.

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Germania, media tedeschi: Gazprom vuole cedere la sua filiale tedesca

La compagnia russa Gazprom ha annunciato di voler cedere la sua filiale tedesca Gazprom Germania GmbH e le sue partecipazioni. Questo quanto si legge su Handelsblatt che cita la stessa azienda. Gazprom Germania si occupa del commercio, trasporto e stoccaggio di gas naturale e non è al momento colpita da sanzioni.Non è chiaro se l'annuncio avrà conseguenze sulle forniture di gas dalla Russia alla Germania. Proprio ieri si erano diffuse voci sul fatto che il ministero dell'Economia tedesco, per scongiurare eventuali possibili fallimenti, stesse considerando la nazionalizzazione o l'esproprio delle filiali tedesche di Gazprom e Rosneft.

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