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giacomostingo

Vivai e Corte UE

Post in rilievo

A titolo informativo faccio presente questo pronunciamento di una corte UE.

 

Da quello che ho capito, leggendo anche altre fonti, si dice che in teoria le norme che impongono un minimo di giocatori dei vivai (penso alle liste Champions) potrebbero essere discriminatorie (perchè di un vivaio faranno parte più probabilmente i ragazzi del posto, quindi è discriminatorio nei confronti di altri cittadini UE).

 

Tuttavia si dice che, data l'importanza sociale del calcio e dell'attività sportiva, è legittima la presenza di norme che incentivino la formazione dei giovani calciatori.

 

Quello che viene dichiarato incoerente è il fatto che ci sia la possibilità di considerare come parte del proprio vivaio giocatori presi dal vivaio di squadre della stessa nazione: non persegue l'obiettivo della formazione e sarebbe discriminatorio nei confronti degli appartenenti alle altre nazioni.

 

 

PER FARLA BREVE:

Faccio un esempio di possibile applicazione

 

Nelle liste Champions da 25 giocatori bisogna avere, mi sembra, almeno 8 giocatori che provengano dai vivai di squadre della stessa nazione, di cui 4 dal proprio (diciamo 17+4+4)

 

Per la corte va bene il limite minimo dei 4 giocatori del proprio vivaio, ma non degli 8 del vivaio di squadre della stessa nazione. O fai tutti e otto (o qualsiasi altro numero) dal tuo vivaio, o niente (Quindi o fai 17+8 solo del tuo vivaio, o 20+5, o 21+4 ecc)

Screenshot_20230310-095221_Mastodon.jpg

 

Quoto

E se dove non sono riuscite Real MadridBarcellona e Juventusriuscisse l’Anversa? La spallata che il club belga ha assestato all’Uefa è infatti molto più violenta e pericolosa del progetto Superlega. Probabilmente non sono in molti ad aver letto tutto il parere del primo avvocato generale della Corte di Giustizia EuropeaMaciej Szpunar, sul caso posto dal club belga e da un suo giocatore (che rimane anonimo). Eppure meriterebbe la massima attenzione, perché contiene riflessioni e suggerimenti alla Corte potenzialmente esplosivi come l’affermazione, perentoria, nella quale si dice che «l’Uefa e l’Urbsfa (la federcalcio belga) esercitano funzioni sia regolamentari che economiche e, poiché queste funzioni non sono separate, è inevitabile che sorgano conflitti di interesse». Sembra di leggere un discorso di Berndt Riechart, amministratore delegato della Superlega, ma è un estratto del parere del primo avvocato generale della Corte depositato qualche giorno fa. Passo indietro: il ricorso alla Corte di Giustizia Europea da parte del calciatore e del club fiammingo si incentra sulle regole per la compilazione delle liste per le competizioni domestiche e internazionali. Nella fattispecie sulla norma dei quattro “home trainend player” (detti anche home grown) obbligatori: si tratta di quei giocatori che l’Uefa definisce come «formati localmente» ovvero quelli che «indipendentemente dalla loro nazionalità, sono stati formati dal loro club o da un altro club della stessa federazione nazionale per almeno tre anni, tra i 15 e i 21»

Tuttosport

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50 minuti fa, F_Scirea ha scritto:

Immagino che la corte UE non abbia altri problemi più importanti da affrontare vero?!

Si occupa di quello che le chiedono. Questo caso derivava da una richiesta di una squadra belga, l'Anversa, che è andata alla corte UE per contestare la norma

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6 ore fa, giacomostingo ha scritto:

questo pronunciamento di una corte UE.

Bhé dell'Unica corte, cioé la CGUE.

Comuqnue non è ancora un pronunciamento ma solo il parere dell'avvocato generale, come hai giustamente fatto notare.

Potrebbe essere un'ulteriore spallata agli equilibri Uefa, perché a questo punto nulla impedirebbe di avere nelle liste sino a 21 giocatori UE diversi da quelli della nazionalità della squadra di appartenenza.

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6 ore fa, garrison ha scritto:

Bhé dell'Unica corte, cioé la CGUE.

Comuqnue non è ancora un pronunciamento ma solo il parere dell'avvocato generale, come hai giustamente fatto notare.

Potrebbe essere un'ulteriore spallata agli equilibri Uefa, perché a questo punto nulla impedirebbe di avere nelle liste sino a 21 giocatori UE diversi da quelli della nazionalità della squadra di appartenenza.

Hai ragione, ma non sono molto esperto di diritto dell'UE😅

 

Ma come nazionalità anche adesso si può.

Nel senso: io nel mio vivaio posso avere anche ragazzi stranieri (mi pare per essere del vivaio bisogna aver fatto 3 anni prima dei 19 nella società). 

 

Il tutto, se non ho capito male è nato da questo concetto espresso dalla squadra dell'Anversa:

"8 giocatori dei miei 25 devono provenire del vivaio di una squadra della mia nazione, di cui 4 dal mio; va bene per i 4 del mio vivaio...però gli altri 4 io li posso scegliere solo dai vivai del Belgio, quando invece una squadra inglese, o tedesca, ha una scelta molto più ampia della mia, essendoci molta più popolazione, squadre e settori giovanili in Germania o Inghilterra rispetto al Belgio"

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Avevo già postato nel thread sulla superlega, che è stato chiuso (e vabbè...)

 

Per sapere leggete qui:

 

https://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2023-03/cp230045it.pdf

 

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/?uri=CELEX:62021CC0680

 

IL comunicato stampa della CGUE:

 

Conclusioni dell’avvocato generale nella causa C-680/21 | Royal Antwerp Football Club
 

Calcio: secondo l’avvocato generale Szpunar, le norme dell’UEFA sui
giocatori del vivaio sono parzialmente incompatibili con il diritto
dell’Unione


Sistemi in cui tra i giocatori del vivaio rientrano non solo quelli formati dal club interessato ma anche quelli di
altri club della stessa lega nazionale non sono compatibili con le norme sulla libera circolazione


A partire dalla stagione 2008/2009 l’Unione delle federazioni calcistiche europee (UEFA) ha imposto ai club di
iscrivere nell’elenco che reca i limiti delle dimensioni della rosa un numero minimo di otto cosiddetti giocatori del
vivaio, su un numero massimo di 25. I giocatori del vivaio sono definiti come giocatori che, indipendentemente dalla
cittadinanza, tra i 15 e i 21 anni per almeno tre anni sono stati formati dal loro club o da un altro club della
medesima lega nazionale. Di questi otto giocatori, almeno quattro devono essere stati formati dal club di cui
trattasi.

Sulla base di tali norme, l’Union royale belge des sociétés de football association (Federazione calcistica del Belgio;
«URBSFA») ha adottato prescrizioni sostanzialmente analoghe per i club calcistici che partecipano alle divisioni del
calcio professionistico. Tuttavia, al contrario delle norme dell’UEFA, quelle belghe non impongono che quattro
giocatori del vivaio su otto siano stati formati dal club di cui trattasi.

Dinanzi al Tribunale di primo grado di Bruxelles di lingua francese (Belgio), UL (un calciatore professionista) e il Royal
Antwerp (una società di calcio professionistico) affermano, in sostanza, che le norme dell’UEFA e dell’URBSFA sui
giocatori del vivaio violano la libertà di circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione. Secondo dette parti, tali
norme limitano la possibilità per un club di calcio professionistico di ingaggiare giocatori che non soddisfano il
requisito di radicamento locale o nazionale, e di schierarli in campo in una partita. Le stesse norme limitano anche
la possibilità per un giocatore di essere ingaggiato e schierato in campo da un club rispetto al quale non può far
valere tale radicamento. Il giudice belga ha proposto alla Corte di giustizia questioni pregiudiziali su questo aspetto.

Nelle conclusioni presentate oggi, l’avvocato generale Maciej Szpunar ricorda innanzi tutto che le attività sportive
che fanno parte della vita economica rientrano nelle libertà fondamentali del Trattato.

L’avvocato generale afferma che le norme sui giocatori del vivaio possono determinare una discriminazione
indiretta nei confronti dei cittadini di altri Stati membri
. È infatti noto che più un giocatore è giovane, più è
probabile che risieda nel suo luogo d’origine. Pertanto, sono necessariamente i giocatori di altri Stati membri a
subire il pregiudizio delle disposizioni impugnate. Nonostante la neutralità della formulazione, le disposizioni
impugnate pongono i giocatori locali in una posizione di vantaggio rispetto ai giocatori di altri Stati membri.

Una siffatta discriminazione indiretta potrebbe tuttavia essere giustificata: l’avvocato generale ammette la tesi
secondo cui le disposizioni impugnate sono, per definizione, idonee a raggiungere l’obiettivo della formazione e del
reclutamento di giovani giocatori. Per quanto attiene allo sport professionistico, l’avvocato generale ricorda che, a
partire dalla fondamentale sentenza Bosman, la Corte ha già affermato che, considerata la notevole importanza

sociale dell’attività sportiva e, specialmente, del gioco del calcio nell’Unione, si deve riconoscere la legittimità
dell’obiettivo consistente nell’incentivare l’ingaggio e la formazione di giovani giocatori.

Tuttavia, l’avvocato generale nutre dubbi sulla coerenza generale delle disposizioni impugnate per quanto
riguarda la definizione di giocatore del vivaio
. Se, come disposto sia nel regolamento dell’UEFA sia in quello
dell’URBSFA, un giocatore del vivaio non è solo un giocatore formato dal club stesso, ma anche quello formato da un
altro club del campionato nazionale, egli si chiede se le disposizioni impugnate giovino davvero al raggiungimento
dell’obiettivo dei club di formare giovani giocatori.

Tali dubbi ovviamente aumentano se la lega nazionale di cui trattasi è una lega importante. Se un club di una lega
nazionale importante potesse «comprare» fino alla metà dei giocatori del vivaio, verrebbe vanificato l’obiettivo di
incentivare quel club a formare giovani giocatori.

Di conseguenza, se da un lato l’avvocato generale ritiene giustificato l’obbligo di inserire nel relativo elenco un
numero predefinito di giocatori del vivaio, dall’altro egli non vede la logica dal punto di vista della formazione di
estendere la definizione di giocatore del vivaio a giocatori al di fuori di un determinato club, ma all’interno del
relativo campionato nazionale.

Le stesse considerazioni valgono per l’obiettivo di migliorare l’equilibrio competitivo delle squadre. Se tutti i club
fossero obbligati, attraverso le disposizioni impugnate, a formare giovani giocatori, probabilmente l’equilibrio
competitivo complessivo delle squadre aumenterebbe. Anche in questo caso, l’obiettivo è vanificato nella misura in
cui i club possono ricorrere ai giocatori del vivaio di altri club dello stesso campionato.

L’avvocato generale conclude, pertanto, che le disposizioni impugnate non sono coerenti e, quindi, non sono
idonee a raggiungere l’obiettivo della formazione di giovani giocatori: i giocatori del vivaio non dovrebbero
comprendere giocatori provenienti da club diversi da quello di cui trattasi.

 

IMPORTANTE: Le conclusioni dell’avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia. Il compito dell’avvocato
generale consiste nel proporre alla Corte, in piena indipendenza, una soluzione giuridica nella causa per la quale è
stato designato. I giudici della Corte cominciano adesso a deliberare in questa causa. La sentenza sarà pronunciata
in una data successiva.


IMPORTANTE: Il rinvio pregiudiziale consente agli Stati membri, nell’ambito di una controversia della quale sono
investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto
dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa
conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga
sottoposto un problema simile.


Documento non ufficiale ad uso degli organi d’informazione che non impegna la Corte di giustizia.
Il testo integrale delle conclusioni è pubblicato sul sito CURIA il giorno della lettura.
Contatto stampa: Cristina Marzagalli (+352) 4303 8575.
Immagini della lettura delle conclusioni sono disponibili su «Europe by Satellite" (+32) 2 2964106

  • Grazie 1

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14 minuti fa, Ste71 ha scritto:

Avevo già postato nel thread sulla superlega, che è stato chiuso (e vabbè...)

 

Per sapere leggete qui:

 

https://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2023-03/cp230045it.pdf

 

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/?uri=CELEX:62021CC0680

 

IL comunicato stampa della CGUE:

 

Conclusioni dell’avvocato generale nella causa C-680/21 | Royal Antwerp Football Club
 

Calcio: secondo l’avvocato generale Szpunar, le norme dell’UEFA sui
giocatori del vivaio sono parzialmente incompatibili con il diritto
dell’Unione


Sistemi in cui tra i giocatori del vivaio rientrano non solo quelli formati dal club interessato ma anche quelli di
altri club della stessa lega nazionale non sono compatibili con le norme sulla libera circolazione


A partire dalla stagione 2008/2009 l’Unione delle federazioni calcistiche europee (UEFA) ha imposto ai club di
iscrivere nell’elenco che reca i limiti delle dimensioni della rosa un numero minimo di otto cosiddetti giocatori del
vivaio, su un numero massimo di 25. I giocatori del vivaio sono definiti come giocatori che, indipendentemente dalla
cittadinanza, tra i 15 e i 21 anni per almeno tre anni sono stati formati dal loro club o da un altro club della
medesima lega nazionale. Di questi otto giocatori, almeno quattro devono essere stati formati dal club di cui
trattasi.

Sulla base di tali norme, l’Union royale belge des sociétés de football association (Federazione calcistica del Belgio;
«URBSFA») ha adottato prescrizioni sostanzialmente analoghe per i club calcistici che partecipano alle divisioni del
calcio professionistico. Tuttavia, al contrario delle norme dell’UEFA, quelle belghe non impongono che quattro
giocatori del vivaio su otto siano stati formati dal club di cui trattasi.

Dinanzi al Tribunale di primo grado di Bruxelles di lingua francese (Belgio), UL (un calciatore professionista) e il Royal
Antwerp (una società di calcio professionistico) affermano, in sostanza, che le norme dell’UEFA e dell’URBSFA sui
giocatori del vivaio violano la libertà di circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione. Secondo dette parti, tali
norme limitano la possibilità per un club di calcio professionistico di ingaggiare giocatori che non soddisfano il
requisito di radicamento locale o nazionale, e di schierarli in campo in una partita. Le stesse norme limitano anche
la possibilità per un giocatore di essere ingaggiato e schierato in campo da un club rispetto al quale non può far
valere tale radicamento. Il giudice belga ha proposto alla Corte di giustizia questioni pregiudiziali su questo aspetto.

Nelle conclusioni presentate oggi, l’avvocato generale Maciej Szpunar ricorda innanzi tutto che le attività sportive
che fanno parte della vita economica rientrano nelle libertà fondamentali del Trattato.

L’avvocato generale afferma che le norme sui giocatori del vivaio possono determinare una discriminazione
indiretta nei confronti dei cittadini di altri Stati membri
. È infatti noto che più un giocatore è giovane, più è
probabile che risieda nel suo luogo d’origine. Pertanto, sono necessariamente i giocatori di altri Stati membri a
subire il pregiudizio delle disposizioni impugnate. Nonostante la neutralità della formulazione, le disposizioni
impugnate pongono i giocatori locali in una posizione di vantaggio rispetto ai giocatori di altri Stati membri.

Una siffatta discriminazione indiretta potrebbe tuttavia essere giustificata: l’avvocato generale ammette la tesi
secondo cui le disposizioni impugnate sono, per definizione, idonee a raggiungere l’obiettivo della formazione e del
reclutamento di giovani giocatori. Per quanto attiene allo sport professionistico, l’avvocato generale ricorda che, a
partire dalla fondamentale sentenza Bosman, la Corte ha già affermato che, considerata la notevole importanza

sociale dell’attività sportiva e, specialmente, del gioco del calcio nell’Unione, si deve riconoscere la legittimità
dell’obiettivo consistente nell’incentivare l’ingaggio e la formazione di giovani giocatori.

Tuttavia, l’avvocato generale nutre dubbi sulla coerenza generale delle disposizioni impugnate per quanto
riguarda la definizione di giocatore del vivaio
. Se, come disposto sia nel regolamento dell’UEFA sia in quello
dell’URBSFA, un giocatore del vivaio non è solo un giocatore formato dal club stesso, ma anche quello formato da un
altro club del campionato nazionale, egli si chiede se le disposizioni impugnate giovino davvero al raggiungimento
dell’obiettivo dei club di formare giovani giocatori.

Tali dubbi ovviamente aumentano se la lega nazionale di cui trattasi è una lega importante. Se un club di una lega
nazionale importante potesse «comprare» fino alla metà dei giocatori del vivaio, verrebbe vanificato l’obiettivo di
incentivare quel club a formare giovani giocatori.

Di conseguenza, se da un lato l’avvocato generale ritiene giustificato l’obbligo di inserire nel relativo elenco un
numero predefinito di giocatori del vivaio, dall’altro egli non vede la logica dal punto di vista della formazione di
estendere la definizione di giocatore del vivaio a giocatori al di fuori di un determinato club, ma all’interno del
relativo campionato nazionale.

Le stesse considerazioni valgono per l’obiettivo di migliorare l’equilibrio competitivo delle squadre. Se tutti i club
fossero obbligati, attraverso le disposizioni impugnate, a formare giovani giocatori, probabilmente l’equilibrio
competitivo complessivo delle squadre aumenterebbe. Anche in questo caso, l’obiettivo è vanificato nella misura in
cui i club possono ricorrere ai giocatori del vivaio di altri club dello stesso campionato.

L’avvocato generale conclude, pertanto, che le disposizioni impugnate non sono coerenti e, quindi, non sono
idonee a raggiungere l’obiettivo della formazione di giovani giocatori: i giocatori del vivaio non dovrebbero
comprendere giocatori provenienti da club diversi da quello di cui trattasi.

 

IMPORTANTE: Le conclusioni dell’avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia. Il compito dell’avvocato
generale consiste nel proporre alla Corte, in piena indipendenza, una soluzione giuridica nella causa per la quale è
stato designato. I giudici della Corte cominciano adesso a deliberare in questa causa. La sentenza sarà pronunciata
in una data successiva.


IMPORTANTE: Il rinvio pregiudiziale consente agli Stati membri, nell’ambito di una controversia della quale sono
investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto
dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa
conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga
sottoposto un problema simile.


Documento non ufficiale ad uso degli organi d’informazione che non impegna la Corte di giustizia.
Il testo integrale delle conclusioni è pubblicato sul sito CURIA il giorno della lettura.
Contatto stampa: Cristina Marzagalli (+352) 4303 8575.
Immagini della lettura delle conclusioni sono disponibili su «Europe by Satellite" (+32) 2 2964106

Grazie!

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10 ore fa, giacomostingo ha scritto:

Hai ragione, ma non sono molto esperto di diritto dell'UE😅

 

Ma come nazionalità anche adesso si può.

Nel senso: io nel mio vivaio posso avere anche ragazzi stranieri (mi pare per essere del vivaio bisogna aver fatto 3 anni prima dei 19 nella società). 

 

Il tutto, se non ho capito male è nato da questo concetto espresso dalla squadra dell'Anversa:

"8 giocatori dei miei 25 devono provenire del vivaio di una squadra della mia nazione, di cui 4 dal mio; va bene per i 4 del mio vivaio...però gli altri 4 io li posso scegliere solo dai vivai del Belgio, quando invece una squadra inglese, o tedesca, ha una scelta molto più ampia della mia, essendoci molta più popolazione, squadre e settori giovanili in Germania o Inghilterra rispetto al Belgio"

Si hai ragione, intendevo 21 giocatori UE di cui nessuno di formazione nazionale.

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9 ore fa, giacomostingo ha scritto:

Hai ragione, ma non sono molto esperto di diritto dell'UE😅

 

Ma come nazionalità anche adesso si può.

Nel senso: io nel mio vivaio posso avere anche ragazzi stranieri (mi pare per essere del vivaio bisogna aver fatto 3 anni prima dei 19 nella società). 

 

Il tutto, se non ho capito male è nato da questo concetto espresso dalla squadra dell'Anversa:

"8 giocatori dei miei 25 devono provenire del vivaio di una squadra della mia nazione, di cui 4 dal mio; va bene per i 4 del mio vivaio...però gli altri 4 io li posso scegliere solo dai vivai del Belgio, quando invece una squadra inglese, o tedesca, ha una scelta molto più ampia della mia, essendoci molta più popolazione, squadre e settori giovanili in Germania o Inghilterra rispetto al Belgio"

Appunto. Se ci si riflette sopra, ci si renderà conto che l'Anversa ha posto una questione estremamente importante.

 

L'avvocato dice: o tutti o nessuno. O si tolgono tutte le limitazioni, oppure è necessario imporre il principio che solo i giocatori formati dal club sono giocatori "vivaio" e quindi deve sparire il concetto di "giocatore proveniente dalla propria federazione nazionale".

 

Se la corte accetta le indicazioni dell'avvocato, la sentenza diventerà la Bosman dei vivai. Chi segue U23 e Primavera può immaginarne l'impatto.

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In ottica superlega, sottolineo questo passaggio:

 

"l’avvocato generale Maciej Szpunar ricorda innanzi tutto che le attività sportive che fanno parte della vita economica rientrano nelle libertà fondamentali del Trattato."

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Speriamo che cambi davvero il regolamento.....in tal modo la juventus potrebbe acquistare solo giocatori dall estero e portare in prima squadra i giocatori del vivaio. Si potrebbe cosi' non immettere mai 1 euro sul mercato italiano a differenza di quello che si e' fatto in passato.....in questo momento abbiamo 7 giocatori dai vivai italiani(bonucci perin rugani gatti locatelli vlahovic e chiesa) pagati circa 240 milioni di euro in totale.

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Il fatto che giocatore del vivaio=giocatore del luogo non è mica vero

Nelle nostre giovanili abbiamo avuto ragazzi di Torino e dintorni (Giovinco, Marchisio, Ariaudo, Cassani, Marrone, Lanzafame) ma anche giocatori come Masiello, Immobile, Nocerino, Mirante, Gastaldello, Aronica, Ekdal, Sorensen, tutti nati svariate centinaia lontano da Torino

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15 ore fa, Juvecentus84 ha scritto:

Il fatto che giocatore del vivaio=giocatore del luogo non è mica vero

Nelle nostre giovanili abbiamo avuto ragazzi di Torino e dintorni (Giovinco, Marchisio, Ariaudo, Cassani, Marrone, Lanzafame) ma anche giocatori come Masiello, Immobile, Nocerino, Mirante, Gastaldello, Aronica, Ekdal, Sorensen, tutti nati svariate centinaia lontano da Torino

Oggi per giocatore formato nel vivaio si intende qualunque cittadino UE che abbia fatto almeno 3 anni prima dei 20 anni di età nel team.

La provenienza geografica c'entra poco 

Sono norme fatte più che altro per cercare di salvaguardare le nazionali.

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15 ore fa, Juvecentus84 ha scritto:

Il fatto che giocatore del vivaio=giocatore del luogo non è mica vero

Nelle nostre giovanili abbiamo avuto ragazzi di Torino e dintorni (Giovinco, Marchisio, Ariaudo, Cassani, Marrone, Lanzafame) ma anche giocatori come Masiello, Immobile, Nocerino, Mirante, Gastaldello, Aronica, Ekdal, Sorensen, tutti nati svariate centinaia lontano da Torino

E quindi?

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Adesso, Juvecentus84 ha scritto:

E quindi il motivo scritto nel thread non è del tutto vero

D'accordo, ma mi sembra che stai obiettando a un'interpretazione contenuta in un inciso personale di chi ha aperto il thread.

 

Concentriamoci piuttosto su quello che dice l'avvocato e il comunicato stampa della Corte.

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1 ora fa, garrison ha scritto:

Oggi per giocatore formato nel vivaio si intende qualunque cittadino UE che abbia fatto almeno 3 anni prima dei 20 anni di età nel team.

La provenienza geografica c'entra poco 

Sono norme fatte più che altro per cercare di salvaguardare le nazionali.

Solo UE ?

Quindi Illing (per fare un esempio) non diventerà mai ctp ?

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3 minuti fa, SenzaDiTe ha scritto:

Solo UE ?

Quindi Illing (per fare un esempio) non diventerà mai ctp ?

Bella domanda...

Se non sbaglio ci sono comunque accordi che consentono di considerare i britannici come cittadini UE in ambito sportivo, ma non sono sicuro.

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3 ore fa, garrison ha scritto:

Bella domanda...

Se non sbaglio ci sono comunque accordi che consentono di considerare i britannici come cittadini UE in ambito sportivo, ma non sono sicuro.

La nazionalità di un atleta non è elemento necessario per l'eleggibilità a una nazionale. Suppongo non lo sia neppure per essere considerato ctp.

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4 ore fa, SenzaDiTe ha scritto:

Solo UE ?

Quindi Illing (per fare un esempio) non diventerà mai ctp ?

Iling qualche mese fa ha giocato in champions ed era in lista b, quella che e' l' anticamera dei ctp, 2 anni invece che 3. Non era in lista A. Quindi se non cambia il regolamento a fine stagione iling sara' ctp.

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Il 10/3/2023 Alle 16:35, garrison ha scritto:

Bhé dell'Unica corte, cioé la CGUE.

Comuqnue non è ancora un pronunciamento ma solo il parere dell'avvocato generale, come hai giustamente fatto notare.

Potrebbe essere un'ulteriore spallata agli equilibri Uefa, perché a questo punto nulla impedirebbe di avere nelle liste sino a 21 giocatori UE diversi da quelli della nazionalità della squadra di appartenenza.

Che bello una Juventus senza italiani, soprattutto senza nazionali italiani.

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4 ore fa, gufo bianconero ha scritto:

Che bello una Juventus senza italiani, soprattutto senza nazionali italiani.

Speriamo.....pero' per me durera' poco.....se lo fa la juventus la figc dira' che giocare senza italiani e' un crimine e cambiera' le regole.

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9 ore fa, Sugarleonard ha scritto:

Speriamo.....pero' per me durera' poco.....se lo fa la juventus la figc dira' che giocare senza italiani e' un crimine e cambiera' le regole.

La FIGC non può cambire niente se lo dice la CGUE, é come la sentenza Bosman, prevale il diritto dell'Unione.

Speriamo, sarebeb per me anche una spallata all'assurda importanza che viene data, nel 2023, alle nazionali.

In pratica queste regole attuali servono per salvaguardare la formazione di giocatori utili per le nazionali e basta (a discapito dei club che non possono cercare giocatori ovunque).

Io trovo impensabile ed assurdo che in un calcio dominato e portato avanti dalle spese dei club, si facciano regole in funzione del calcio delle nazionali che non interessa a nessuno se non nei tornei estivi, che restano dei bei baracconi.

  • Grazie 1

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10 ore fa, RogerWaters ha scritto:

Sentivo l'analisi di vaciago. Secondo lui questa pronuncia critica duramente il monopolio uefa

Dove si può reperire?

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