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    JUVENTUS F.C. e GNOCCA.

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  1. Secondo fonti inglese, il Tottenham sarebbe deciso a chiudere la trattativa in breve tempo per Chiesa, per battere la concorrenza e anche per spazzare i dubbi del giocatore che vorrebbe giocare la Champions mentre gli spurs giocheranno in Europa League.
  2. Annatar

    FT Norimberga-Juventus 3-0 | commenti post partita

    Juventus sconfitta a Norimberga. Come sempre quando ci sono di mezzo i processi. Unfair Play
  3. cessioni dei ciofani ERGO sostenibilità! Juvexor F.C.
  4. S O S T E N I B I L I T A' parole del padrone per diritto di nascita.
  5. Ma onestamente, chi li ha mai considerati? Credono ,loro,di essere nostri rivali!!! La rivalità esiste tra le strisciate. Il loro target sono le romane, fiorentina,torino e le altre nullità del panorama calcistico italiano. INFERIORI e non si danno pace!
  6. Un scatto deciso per regalare a Thiago Motta Juan Cabal. La Juventus è a un passo dal definire l’acquisto del difensore colombiano classe 2001 dal Verona, operazione che il club bianconero vorrebbe chiudere per una cifra che dovrebbe aggirarsi sui 10/12 milioni di euro di euro bonus compresi. Trovano conferma dunque le indiscrezioni svelate dal giornalista dell'Equipe Loic Tanzi: la Juventus sta definendo in queste ore l’operazione con il Verona, anche se la trattativa non è ancora chiusa, ma è comunque vicinissima alla fumata bianca. La Juventus, come raccontato nei giorni scorsi anche su Sky Sport, già seguiva con attenzione il ragazzo che però era trattato dall’Inter. I nerazzurri però negli ultimi due giorni non hanno affondato il colpo con il Verona, con la Juventus che si è inserita e adesso è a un passo dal chiudere l’affare. Sorpasso sui nerazzurri compiuto dunque. Autore: Gianluca Di Marzio
  7. A Gravina chiudo è stato lanciato un salvagente. L'emendamento firmato dal parlamentare di Forza Italia, Mulè, è stato approvato con pesante variazione. La Lega di Serie A conterà di più in ambito federale: dal 12%, pare, passerà al 20%. Roba da ridere, considerato che i Dilettanti di Abete pesano per il 34%. E allenatori e giocatori hanno già il medesimo “status” che andrà (pare) ad indossare la Lega di Casini. Insomma (nonostante i peana di goduria da una parte e gli alti lai di “attentato” all'autonomia dello sport dall'altra) va in scena (ancora) la conosciuta pièce di Pirandello: “Molto rumore per (quasi) nulla”. Il calcio italiano non avrà futuro fino a quando in sella resterà Gabriele Gravina. Che neppure è un Principe di Salina (il quale, nel suo pragmatico cinismo, aveva una visione e una certa qual nobiltà). Gravina è solo un gattoparducolo interessato al potere per il potere. Se questi sono gli esiti, Casini e Mulè potevano risparmiarsi la fatica. Una Federazione che elegge il proprio presidente grazie ai voti (preponderanti) dei Dilettanti è una Federazione malata. Una Federazione che fa votare persino gli arbitri (vale a dire i propri dipendenti: ve lo vedete Rocchi & Co. che votano contro Gravina?) è una Federazione di cacicchi che mai cambierà una virgola dell'esistente. Quanto alle minacce di Ceferin (di escludere la Federazione, ergo i club della Serie A, dall'Uefa) sono roba da ridere. Avete mai visto qualcuno provocare danni armato con una pistola ad acqua? Ceferin (dopo la sentenza del tribunale di Madrid) non manterrà ancora a lungo la corona. Gliela toglieranno. Ci vorrà qualche tempo, lui urlerà “guai a chi me la tocca”, ma la vedrà volare dalla sua testa a terra. Come è sempre capitato ai tiranni. Niente è eterno. È caduto l'Impero Romano (e hai detto poco), figuriamoci se non cadrà il sultano Ceferin. Solo Gravina può pensare di durare “da qui all'eternità”. Ma anche lui cadrà. Non ci è riuscito Mulè a farlo cadere. Ma prima o poi accadrà. È assurdo che il calcio dei dilettanti prevalga su quello dei professionisti. Sono mondi diversi. Il calcio dei dilettanti è una questione sociale. Al calcio dei dilettanti deve provvedere lo stato. La Lega di Serie A deve essere autonoma. Ha i suoi problemi. E a risolverli non deve essere la Federazione, che infatti non li ha mai risolti. La Lega di Serie A, se vuole risultare competitiva, non deve elargire una montagna di soldi allo sport italiano. Bastano e avanzano quelli che versa allo Stato. Lo deve comprendere anche il Coni. Un paese civile deve avere una politica (e un fondo) per lo sport. Non può pretendere che club professionistici, che sono imprese private, grazie alla mutualità provvedano ai bisogni di tutto il sistema. Gli effetti si sono visti: club con i bilanci in rosso (grazie anche a gestioni dissennate), campioni che non arrivano più, impoverimento dei vivai, giovani che scappano all'estero. Un presidente federale degno di questo nome avrebbe fatto le riforme: da quella della giustizia sportiva alla riduzione del numero (esorbitante) dei club professionistici. Avrebbe messo il governo dietro a un tavolo per cercare una strada per ammodernare gli indecorosi stadi italiani. Avrebbe messo un limite all'impiego contemporaneo degli stranieri in campo. Le leggi europee non consentono di limitare le rose, ma l'impiego in campo, quella è una faccenda federale. Ma a Gravina questa roba non interessa. Gli interessa lo scranno. E Mulè, che aveva parlato di “calcio che vive nel Medioevo”, alla fine ha dovuto abbozzare. La sua maggioranza gli ha segato l'emendamento. Perché a parole la maggioranza di governo è “super-liberale”: a parole è persino “liberista”. Ma poi ci sono “i voti”. E quelli dei dilettanti, con le infinite realtà territoriali del Paese, sono “voti”. Voti ai quali la politica non può e non vuole rinunciare. E quindi l'emendamento Mulè, che doveva essere un “tornado”, in realtà è stato un “refolo”. Il 20% che ha ottenuto la Lega di Serie A è ridicolo rispetto al 34% dei dilettanti. La percentuale che consente ai Gravina di essere rieletti con maggioranze bulgare. Il calcio italiano non è liberale. La “riforma Melandri”, con la scusa di Calciopoli, ha depotenziato il sistema. Che infatti ha prodotto gli gli Abete, i Tavecchio (che neppure fu il peggiore: gaffeur, ma le riforme aveva provato a farle) e i Gravina. È questo che non vi dicono. Vi “drogano” con la “fiera delle vanità”. Ma non vi dicono come funziona la satrapia federale. E soprattutto non vi dicono come “veramente” funziona il bubbone giustizia sportiva. Vi risulta che la procura federale stia lavorando sulle “plusvalenze” di altri club dopo aver fatto “carne di *” con quelle della Juventus? O vi siete bevuti la storiella di Chiné “che non può indagare” perché le procure non gli passano gli atti? Vi risulta che l'inchiesta di Perugia stia procedendo? Vi risulta che a Milano, il capo di quella procura (l'interista Viola) si stia occupando di LionRock? Neppure sto a perdere tempo per ricordarvi di che razza di “buffo” sia stato e su come sia “evaporato”: società, investitori e soldi. Per la cronaca: 150 milioni, dissolti. E incredibile (o forse no) nessuno li ha reclamati. Forse Viola è troppo occupato ad andare a pranzo con Ausilio e Marotta per occuparsi dei misteriosi (e mai svelati) investitori di LionRock. Società sparita persino dagli elenchi delle Isole Vergini, là dove era iscritta. Questo è il calcio italiano. E tutti siamo colpevoli di parlare (invece che di questo) in continuazione della mezz'ala, del centravanti e del terzino. Io per primo. Mi confesso colpevole. IL TACKLE DI ANDREA BOSCO di ANDREA BOSCO
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