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Giannij Stinson

SPECIALE CdS - Non basta una Signora. Con la Juventus Women ricomincia il futuro (rosa) del nostro calcio: "Noi donne siamo la purezza che ha perduto"

Post in rilievo

La voglia di vincere bianconera ha trovato un altro terreno fertile su cui crescere

 

di Walter Veltroni

 

Forse ci sarà un campionato di calcio a cui l'Italia parteciperà. Si deciderà nei prossimi mesi. Per ora la nazionale azzurra è al primo posto nel girone eliminatorio. Ha vinto tutte e 4 le partite senza subire un solo gol. Dovremo, ad Aprile, affrontare il Belgio, squadra forte, e il ritorno con Moldavia e Portogallo. Sarebbe un grande risultato perchè manchiamo da quasi 20 anni. Il mondiale si terrà in Francia nel 2019 e sicuramente sarà un grande spettacolo, un inno al calcio ritrovato. Perchè a giocare a pallone saranno le donne. 

 

A più riprese ho tessuto le lodi di questo fenomeno emergente in tutto il mondo, il calcio femminile. In tutta Europa gli stadi sono sempre pieni quando giocano le ragazze. In tutta Europa i principali club di calcio maschile si sono dotati di una squadra femminile: Real, Barça, Bayern, Psg, Chelsea. In Italia dopo la fortunata esperienza della Fiorentina, si sono aggiunte tra le squadre di Serie A maschile, Atalanta, Chievo e Sassuolo. Ma anche la Juventus, che ora domina il campionato con 11 vittorie su 11, seguita da presso dal Brescia, grande artefice del calcio femminile italiano, squadra anch'essa sempre vittoriosa in tutte le gare salvo proprio quella contro le bianconere. 

Sono andato a Torino per conoscere le ragazze della Juve. Il progetto, nato dalla volontà di Andrea Agnelli e Beppe Marotta, è seguito e diretto da Stefano Braghin. Ho seguito in questi mesi alcune partite delle ragazze bianconere e sono rimasto colpito dalla qualità del loro gioco. Se Omar Sivori rinascesse, per giocare il suo calcio dovrebbe essere donna. Il gioco delle ragazze infatti non è figlio di isteria tatticista ed iperfisicità. Come mi dice l'allenatrice Rita Guarino, grandissima ex calciatrice: "Nel calcio femminile ci sono più spazi, più tempi di gioco e questo consente di verticalizzare più rapidamente e non essere ossessionati da tatticismi esasperati"

Martina Rosucci, centrocampista di valore europeo, definisce nella maniera migliore la specificità del gioco al femminile: "Noi siamo lo stato originario del calcio, c'è una purezza, una nitidezza che in generale si sono perse". Cecilia Salvai, difensore, aggiunge, senza spocchia: "C'è cura e passione tecnica. Certo, rispetto agli uomini c'è meno potenza, forse più lentezza nei movimenti, ma di sicuro più velocità della palla". Barbara Bonansea ha segnato 9 volte in questo campionato e ora confessa che per lei il gioco si chiama così non per caso: "Mi accusano ogni tanto di passare poco la palla. Forse è vero, ma non è certo egoismo. Io punto la porta perchè nel nostro calcio ci si diverte a cercare il gol in tutti i modi. Questo non significa leggerezza tattica ma ritorno alla natura del calcio che è fatta di estro, talento, fantasia. Se lei guarda una nostra partita noterà che non ci rotoliamo a terra 10 minuti se qualcuno ci sfiora perchè perdiamo tempo, se stiamo vincendo, nelle rimesse laterali o dal fondo. Noi ci divertiamo a giocare. Vincere è e deve essere il prodotto di questo divertimento, per noi e per il pubblico".

 

L'UFFICIO. E il pubblico accorre ovunque. Ovunque nel mondo gli stadi sono pieni e le giocatrici sono trattate come delle vere e proprie star. In Italia non è così, proprio no. Nella federazione, mi ricorda Sara Gama, forte ed impegnata rappresentante delle giocatrici presso il consiglio federale, si è negata "ogni forma di autonomia gestionale, lasciando il calcio femminile nella confusione. Senza un progetto adeguato, senza una visione strategica. Oggi il calcio femminile è un ufficio della Lega Dilettanti. Non importa quale ma una forma di autonomia e di coordinamento è necessaria". Tutto è infatti gestito in modo superficiale, distratto. Basti dire che lo sponsor ufficiale del campionato è fallito dopo 3 mesi e si fa fatica e si fa fatica ad avere perfino le più elementari certezze, compresa quella del calendario degli impegni, a cominciare dalla Coppa Italia. 

 

L'arrivo nel campionato della Juve ha richiamato attenzione e pubblico. Basterebbe, come sottolinea Rita Guarino, "che si stabilisse una norma che obbliga tutte le squadre di Serie A maschile ad avere una formazione femminile. L'obbiettivo deve essere quello di portare anche Milan, Roma ecc a fare come i grandi club europei". Queste ragazze si allenano 6 volte a settimana e il loro stipendio è un paio di migliaia di euro al mese. La Bonansea guadagna 200 volte meno di Higuain. Sarebbe ora che si consentisse loro lo standard di professioniste delle loro colleghe europee. Ma il calcio femminile decollerà solo quando le tv si accorgeranno del grande potenziale che racchiude. Il gioco è bello, divertente, come un calcio riportato al suo dna essenziale. Le protagoniste sono ragazze di grande qualità: intelligenti, simpatiche, schiette, entusiaste. Non hanno i tatuaggi arabescati sul collo, sono forse meno vanitose dei loro colleghi maschi e vivono intensamente quel calcio che hanno faticato a fare, fin da bambine. 

 

SPIRITOSI. Cecilia Salvai ha cominciato andando a vedere suo cugino. Finchè non ha provato anche lei. Ha giocato, unica bambina, coi maschi. Lei aveva dei lunghi capelli che facevano si che gli avversari la prendessero in giro. Prima. Perchè poi in campo era più forte di loro. Martina Rosucci racconta una storia che sembra quella di Billy Elliot. Andava a danza con suo fratello gemello che fu tolto da lì per lo stesso pregiudizio che animava il padre di Billy. Lui si mise a giocare a calcio. Lei andava a vedere le sue partite, come una mascotte, e regalava una gomma da masticare "Goleador" a chi, a suo giudizio, era stato il migliore in campo. Anche Barbara Bonansea bambina, seguiva suo fratello, al di la della rete che separava il campo dagli spettatore e tifava con passione. Finchè l'allenatore non le chiese se volesse giocare. Aveva 5 anni. Quando le dissero di entrare in campo voleva scappare per la vergogna. Anche Sara Gama, a Trieste, cominciò così, in una squadretta di maschi. Benedetta Glionna, la ragazza più giovane del gruppo, la prima voltà che giocò, anche lei unica femmina, non vide mai la palla. 

Anche lei veniva sfottuta dagli avversari, mentre i suoi compagni avvertivano loro di fare poco gli spiritosi perchè la bambina era forte e se ne sarebbero accorti. Rita Guarino racconta che quando giocava, quattordicenne, l'allenatore le ripeteva costantemente di stare attenta al fuorigioco. Finchè lei gli disse: "ma cos'è il fuorigioco?" perchè per lei, bambina "il calcio era un istinto. Era muoversi, competere, un modo per stare con gli altri, un mezzo sociale" i suoi volevano facesse pattinaggio o uno sport "con tutù e paillettes". Ha scelto il calcio. 

In altri casi, i padri, fanatici del pallone erano favorevoli. Le madri meno, preoccupate dai pregiudizi altrui. Laura Giuliani, oggi portiere della nazionale, gioca da numero uno perchè da bambina i suoi amici pensavano che li facesse meno danni. Lei racconta anche di una bambina che conosceva, Giada, alla quale la mamma impediva di giocare. Poi lei convinse la madre a lasciarla giocare e Giada fu felice di fare ciò che il suo cuore e la sua mente le suggerivano, senza dover sbattere contro muri invisibili. 

Le ragazze con le quali ho parlato sono coscienti delle discriminazioni subite ma sono anche fiere di averle combattute e vinte. Le loro colleghe straniere, come la finlandese Tuija Hyryynen e la neozelandese Katie Rood che giocava addirittura a Rugby, raccontano di altre culture più aperte, meno familistiche e maschilite nelle quali hanno iniziato il loro cammino sportivo. Alla domanda "Cosa c'è di femminile nel calcio?" Laura Giuliani risponde "E cosa c'è di maschile?", lei ha giocato anni in Germania e li nessuno dice "Ah, giochi a calcio. O sei un maschiaccio o sei lesbica". Da noi permangono pregiudizi di culture figlie del passato secondo i quali in tutto la donna viene dopo l'uomo. 

Per Martina Rosucci "le discriminazioni iniziano dentro casa quando si ha paura di far giocare le bambine a calcio per timore dei mormorii altrui. C'è un salto da fare. Lo sport non ha genere. Come nella vita, la passione non ha genere". Alle donne, dice Rita Guarino, "è sempre chiesto di dimostrare qualcosa di più, da una società squilibrata dal segno del dominio maschile nella storia. Nel calcio le donne portano un di più di determinazione, di attenzione e di rigore nella conoscenza di se e delle avversarie, di coinvolgimento emotivo". Simona Sodini, mentre giocava in serie A ha fatto la commessa, l'impiegata, la segretaria in ufficio. Oggi lei uno dei talenti tecnici più rilevanti del calcio femminile italiano, ha un bambino di un anno e mezzo che viene spupazzato da tutta la squadra. Tre mesi dopo il parto era in campo "perchè il calcio è la mia vita e tutti i sacrifici che ho fatto sono ripagati dalla gioia, che non finisce a 35 anni, di giocare con le mie compagne". Compagne che spesso con i loro compagni progettano maternità dilazionate, come un passaggio di gioie nella vita. Dal gioco che amano a una vita che generano, senza soluzione di continuità. 

Le ragazze vogliono vincere lo scudetto. Non avranno premi per questo, temo. Ma si divertono a giocare e vincere. Laura Giuliani fa il portiere cosciente del fatto che non si può sbagliare "perchè dietro di te non c'è nessuno", un ruolo che Cecilia Salvai definisce da sociopatici, anche perchè lei grande difensore della nazionale sopporta in ogni partita le urla della Giuliani. "Io parlo, anzi strillo. Mi serve a restare concentrata per tutta la partita". 

 

MERAVIGLIOSO E FOLLE. Martina Rosucci che le compagne definiscono regina dei social ha scelto di fare la centrocampista di regia "perchè anche a me piace parlare in campo, mi piace essere dove il gioco ha origine, mi piace pensare ed immaginare geometrie. Il mio ruolo è la proiezione della mia personalità". Barbara Bonansea dice che "è difficile conoscere giocatrici senza personalità, anche per la fatica che ciascuna di noi ha fatto per arrivare fin qui. Anche io gioco come sono. Un po' lunatica, mi piace il tutto o il niente. Sono, forse ora meno, un po' timida ed introversa. Per cui mi affido al mio istinto, prendo la palla e parto". Ed è così che ha segnato qualche anno fa contro la Torres un gol meraviglioso e folle, attraversando il campo e dribblando tutti, avversari e pubblico. Cercatelo su Youtube... 

Se dovessi consigliare agli strateghi e ai decisori della televisione qualcosa di nuovo, nello sport, su cui investire, suggerirei loro di investire su queste giovani donne e il loro calcio puro, tecnico, libero, gioioso e serenamente competitivo. Mentre parlavo con queste ragazze fiere di possedere ogni bellezza possibile e portatrici della saggezza delle donne, le immaginavo bambine. Immaginavo Laura, Cecilia, Martina, Barbara, Sara, Benedetta e Simona mentre guardavano fratelli, cugini e amici giocare al gioco al quale anche loro avrebbero voluto giocare, hanno faticato , lottato e sono il futuro di uno sport che non ha genere. E' a loro che oggi qualcuno, maschio o femmina che sia, dovrebbe portare una gomma da masticare. Marca "Goleador" 

 

CdS 

 

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Bellissimo articolo, per una volta scritto dalle giocatrici e non da giornalisti che vogliono dimostrare di sapere ma in realtà non sanno niente.

Dovrebbe far riflettere comunque la differenza di pensiero che c'è in Italia con il resto d'Europa, e leggendo quello le parole di Hyyrynen, Rood e Giuliani dovremmo farci un'idea di perchè da loro il calcio femminile sia professionistico e da noi no...

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1 ora fa, Giannij Stinson ha scritto:

Se lei guarda una nostra partita noterà che non ci rotoliamo a terra 10 minuti se qualcuno ci sfiora perchè perdiamo tempo, se stiamo vincendo, nelle rimesse laterali o dal fondo

Una cosa che proprio non sopporto nel calcio è questa, armadi di 1 e 90 che vanno a terra appena sfiorati (vero chiellini?) e poi fanno scene indegne...

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Dovendo riportare questo articolo, ho avuto modo di scandagliarlo parola per parola e devo ammettere che oltre alla lodevole stesura da parte di Veltroni, a tratti nel suo contenuto mi ha anche emozionato perchè è la risposta alla domanda "Ma cosa ci trovi nel calcio femminile?" che spesso mi viene rivolta. Ci trovo purezza, rispetto e divertimento prima di tutto, e in più una grande limpidità tecnica. Non si vedono mai isterie tattiche, sotterfugi o fisicità estrema. 

Sono ragazze che hanno meritato davvero ogni passo avanti che sono riuscite a compiere, tra mille difficoltà. E come dico spesso, noi siamo estremamente fortunati ad averne più di qualcuna di grande spessore morale come si legge dalle riflessioni riportate qui sopra. E l'immagine di Martina che regala la "Goleador" al migliore in campo, è bellissima .piangi 
 

Da quando seguo la JW il mio approccio al calcio è cambiato. Già in partenza non mi crucciavo più di tanto, ma adesso vivo il calcio in generale ancora meglio. Anzi a volte questo posto per me rappresenta un'isola felice dove rifugiarmi e staccarmi dalle isterie del calcio moderno. Gente che sclera per il calciomercato, un passaggio sbagliato o una sconfitta, che arriva a dirsi le peggio cose in base al colore della maglia e che scomoda complotti massonici in base agli errori arbitrali .doh 

E a questo proposito mi fa estremamente piacere aver letto in un altro topic che qui sembriamo "dei lord inglesi che discutono sorseggiando del the anche quando non sono della stessa opinione" (cit.) .the 

 

Per esperienza personale nei miei trascorsi calcistici non ho mai avuto pregiudizi verso le ragazze, nella mia prima squadra ogni tanto veniva a giocare con noi la nipote del mister ed era fortissima, infatti facevamo a gara per averla in squadra nella partitella di fine allenamento. E credo che in questo abbia anche influito il fatto di essere cresciuto in una famiglia in cui la stragrande maggioranza è rappresentata dall'altro sesso, infatti insegnai a giocare a calcio sia a mia sorella (in porta era fortissima) che alle mie cugine e non solo... .ghgh 

 

 

 

 

 

P.S.: Non mi sono affatto stupito che nessuno abbia mai preso in giro la Giuliani, se no quella li avrebbe gonfiati come una zampogna .asd 

 

P.P.S.: Anche io voglio Martina che mi regala una "Goleador" .uff 

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Bè ,  all'interno  dell'articolo  ci  sono  indubbiamente  delle  imprecisioni  classiche  di  chi  ancora  se  ne  intende  poco  , tipo  :

3 ore fa, Giannij Stinson ha scritto:

In tutta Europa gli stadi sono sempre pieni quando giocano le ragazze

cosa  che  non  è  comunque  vera  , salvo  rari  casi   ....  oppure :

 

3 ore fa, Giannij Stinson ha scritto:

In tutta Europa i principali club di calcio maschile si sono dotati di una squadra femminile: Real, Barça, Bayern, Psg, Chelsea

il  Real  Madrid   in  realtà   ancora  non  possiede   alcuna  squadra  femminile  ...

 

Pur  detto  questo  (  e  pur  ammettendo  che  al  suo  interno  c'è  anche   un  pizzico  di  "romanzatura"  forse  un  pochino  eccessiva  )   si  tratta  sicuramente  di  un  altro  articolo   importante   sia  perché   da  voce  direttamente  in  prima  persona   a  molte  giocatrici  ,  sia  perché   è  scritto  da una  personalità   importante  ,  e su  un  giornale  importante  , e  quindi  ben  venga  se  aiuterà  in  qualche  modo  a  spostare/aumentare  un  certo  tipo  di  attenzione  sul  calcio  femminile  ..
 

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6 minuti fa, Paolo Bosco ha scritto:

Bè ,  all'interno  dell'articolo  ci  sono  indubbiamente  delle  imprecisioni  classiche  di  chi  ancora  se  ne  intende  poco  , tipo  :

cosa  che  non  è  comunque  vera  , salvo  rari  casi   ....  oppure :

 

il  Real  Madrid   in  realtà   ancora  non  possiede   alcuna  squadra  femminile  ...

 

Pur  detto  questo  (  e  pur  ammettendo  che  al  suo  interno  c'è  anche   un  pizzico  di  "romanzatura"  forse  un  pochino  eccessiva  )   si  tratta  sicuramente  di  un  altro  articolo   importante   sia  perché   da  voce  direttamente  in  prima  persona   a  molte  giocatrici  ,  sia  perché   è  scritto  da una  personalità   importante  ,  e su  un  giornale  importante  , e  quindi  ben  venga  se  aiuterà  in  qualche  modo  a  spostare/aumentare  un  certo  tipo  di  attenzione  sul  calcio  femminile  ..
 

Dai, meglio un po' di romanzo e un paio di errorini che le castronerie pure grammaticalmente discutibili che si leggono su altri giornali uhuh 

L'articolo è chiaramente dello stesso stampo che aveva il suo docu-film sui bambini, mi piace molto. E' di questo che il calcio femminile ha bisogno oltre della sua messa in regola e autonomia burocratica, per attirare quanta più gente possibile. Anche di più di uno stadio aperto a prezzi stracciati, perchè lì ci vanno gli ignoranti che sabato scorso ad Udine fischiavano ed insultavano le avversarie, mentre queste cose le capisce chi è in grado di comprendere i valori che le ragazze hanno raccontato e sa comprendere quanto scritto da una personalità di un certo spessore e di una certa cultura ;) 

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Ma una curiosità, queste ragazze possono fare figli in età ancora da sport, specie di sport di squadra? Cioè se una delle nostre rimanesse incinta la perderemmo per buona parte della prossima stagione... Lungi da me dire o pensare che debba essere loro vietata questa cosa, ma come ci si regola in questi casi?

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7 minuti fa, blue76 ha scritto:

Ma una curiosità, queste ragazze possono fare figli in età ancora da sport, specie di sport di squadra? Cioè se una delle nostre rimanesse incinta la perderemmo per buona parte della prossima stagione... Lungi da me dire o pensare che debba essere loro vietata questa cosa, ma come ci si regola in questi casi?

Secondo me, finchè verranno pagate "poco", penso che nel caso verrebbero aspettate... Se poi la cosa dovesse cambiare e dovessimo iniziare a pagarle qualcosa in più come delle vere e proprie professioniste forse si potrebbero fare dei ragionamenti più da azienda (perchè alla fine questo siamo) piuttosto che ragionamenti lato umano... Ma sono sicuro che per le giocatrici la maternità sia un pensiero che viene dopo la carriera che è una e difficilmente decidi di "buttare" un anno... Per i figli e la maternità hai una vita davanti che va dai 35 anni in poi, per la carriera hai 15-16 anni e poi basta...

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1 ora fa, blue76 ha scritto:

Ma una curiosità, queste ragazze possono fare figli in età ancora da sport, specie di sport di squadra? Cioè se una delle nostre rimanesse incinta la perderemmo per buona parte della prossima stagione... Lungi da me dire o pensare che debba essere loro vietata questa cosa, ma come ci si regola in questi casi?

Certo che possono.

Ovviamente la carriera praticamente termina a quel punto, tranne eccezioni rarissime di supercampionesse.

È così per tutti gli sport femminili

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3 ore fa, Giannij Stinson ha scritto:

Dai, meglio un po' di romanzo e un paio di errorini che le castronerie pure grammaticalmente discutibili che si leggono su altri giornali uhuh 

L'articolo è chiaramente dello stesso stampo che aveva il suo docu-film sui bambini, mi piace molto. E' di questo che il calcio femminile ha bisogno oltre della sua messa in regola e autonomia burocratica, per attirare quanta più gente possibile. Anche di più di uno stadio aperto a prezzi stracciati, perchè lì ci vanno gli ignoranti che sabato scorso ad Udine fischiavano ed insultavano le avversarie, mentre queste cose le capisce chi è in grado di comprendere i valori che le ragazze hanno raccontato e sa comprendere quanto scritto da una personalità di un certo spessore e di una certa cultura ;) 

Sicuramente  ti  do  ragione  in  pieno  su  questo  discorso  e  sono  contento  di  leggere  in  questo  articolo  molte  considerazioni   che  sicuramente  condivido  (  specie  sulla  "diversità "  dello  spirito  del  calcio  femminile  rispetto  all'attuale  stato  del  calcio  maschile ,  come   d'altronde  ho  già  scritto  e  ripetuto  anche  io  qui  tante  volte )    ...  però   sinceramente   , nello  stesso  tempo ,  non  riesco  a  non  considerare  il  fatto  che  comunque  tutte  le  cose  ammirevoli   ed   i  valori   che  Veltroni  ( giustamente )  riporta  nel  suo  articolo   ( magari  con  un  tantinello  di  "enfasi " -  peraltro  anche  giustificabile ,  per  carità )  esistevano  ANCHE  PRIMA   che  la  Juventus   facesse  il  suo   ingresso  nel  movimento  calcistico  femminile  ...  e  come  mai  allora   al   Sig.  Veltroni   prima  di  oggi   non  è  mai  passato  per  la   testa  di  scrivere  un  articolo  simile ?  ... purtroppo ,  come  si  dice  ,  " la  domanda  mi   nasce  spontanea"   hihi ..ih..ih..   :    non  sarà  che  in  verità   ,  di  per  sé ,  del  calcio  femminile   fino  a  soltanto  6  mesi  fa  non  gliene  era  mai  fregato  un  emerito  tubo   e  che   si  è  "svegliato "  soltanto  ora   per  il  fatto  che  adesso  c'è  anche  la  Juve  ( di  cui  è  notoriamente  tifoso  )  di  mezzo  ??...   

Ripeto   che  in  ogni  caso   mi   fa  molto  piacere  leggere  certe  cose  ,  e  non  voglio  passare   per  il  "cronico  malpensante"  di  turno ,  ma  ti/vi  domando  questo :   secondo   te/voi   se  la  Juve  non   partecipasse  al  campionato ( e  tra  l'altro  con  gran  successo   di  risultati ) ,  l'onorevole  Veltroni   si  sarebbe  dato  lo  stesso  tanto  da  fare  (  e  con  la  stessa  enfasi )  per  "sponsorizzare "  e   "  osannare "   il  " purissimo   ed  immacolato "  calcio  femminile  ??  ...  io  sinceramente  mi  permetto  di  dubitarne   fortemente  ...  

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1 ora fa, Paolo Bosco ha scritto:

 e  come  mai  allora   al   Sig.  Veltroni   prima  di  oggi   non  è  mai  passato  per  la   testa  di  scrivere  un  articolo  simile ?  ... purtroppo ,  come  si  dice  ,  " la  domanda  mi   nasce  spontanea"   hihi ..ih..ih..   :    non  sarà  che  in  verità   ,  di  per  sé ,  del  calcio  femminile   fino  a  soltanto  6  mesi  fa  non  gliene  era  mai  fregato  un  emerito  tubo   e  che   si  è  "svegliato "  soltanto  ora   per  il  fatto  che  adesso  c'è  anche  la  Juve  ( di  cui  è  notoriamente  tifoso  )  di  mezzo  ??...   

Ripeto   che  in  ogni  caso   mi   fa  molto  piacere  leggere  certe  cose  ,  e  non  voglio  passare   per  il  "cronico  malpensante"  di  turno ,  ma  ti/vi  domando  questo :   secondo   te/voi   se  la  Juve  non   partecipasse  al  campionato ( e  tra  l'altro  con  gran  successo   di  risultati ) ,  l'onorevole  Veltroni   si  sarebbe  dato  lo  stesso  tanto  da  fare  (  e  con  la  stessa  enfasi )  per  "sponsorizzare "  e   "  osannare "   il  " purissimo   ed  immacolato "  calcio  femminile  ??  ...  io  sinceramente  mi  permetto  di  dubitarne   fortemente  ...  

Sicuramente Veltroni precedentemente non avrebbe fato un articolo del genere, ma secondo me non è una cosa del tutto negativa, anzi...

Questo è l'effetto Juve e da tifoso della Juve non posso far altro che esserne orgoglioso. Esiste un calcio femminile italiano pre e post avvento della Juve. I valori erano gli stessi, purissimi ed immacolati (alcune storie le conoscevo anche prima), l'attenzione sicuramente no. 

In questi mesi abbiamo potuto constatare come molti di noi si sono avvicinati al calcio femminile grazie alla Juve. Io stesso da seguirlo en passant sono passato a seguirlo approfonditamente. E' un merito che va dato alla Juve che oltre ad essere entrata nel movimento lo sta migliorando con estrema perizia. 

 

Tornando in merito all'articolo, è titolato appunto "Con la JW ricomincia il futuro rosa del nostro calcio", quindi la nemesi di tutto ciò che ho detto sopra. Il panegirico sull'Italia e le realtà estere serve da preambolo ma anche per dire, nell'ordine che: 

 

- Nessuno prima della Juve era riuscito a trattare queste ragazze come accade all'estero.

- I valori che hanno andrebbero ritrovati da quelli che pur guadagnando 200 volte di più non sono in grado di qualificarsi ad un mondiale, ma se c'è da farsi qualche tatuaggio o fare qualche pubblicità inutile, sono sempre in primissima linea. 

- In Italia va cambiato il modo di fare le cose, sempre soggetto a pregiudizi.

 

E' un elogio alla Juve che da risalto ad un movimento purissimo ed immacolato, riuscendo a lavorare come succede all'estero, non il contrario. Questo è scontato ma altrettanto giusto così. 

 

4 ore fa, blue76 ha scritto:

Ma una curiosità, queste ragazze possono fare figli in età ancora da sport, specie di sport di squadra? Cioè se una delle nostre rimanesse incinta la perderemmo per buona parte della prossima stagione... Lungi da me dire o pensare che debba essere loro vietata questa cosa, ma come ci si regola in questi casi?

Esclusa Sodini che ha quasi 36 anni e un figlio ce l'ha già, la più grande delle altre ne ha 28, il resto tutte da 26 a scendere fino ai 18, quindi considerando anche il fatto che sono delle atlete, direi che è un attimino presto per loro per pensare ad una cosa del genere.  

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Bravo Veltroni, articolo attento e con la giusta dose di entusiasmo.

L'unica cosa che differenzia il calcio femminile da quello maschile è, ovviamente, l'aspetto fisico. Una ragazza - e non si prenda questa mia affermazione come sessista - semplicemente non coprirà il campo come un ragazzo, non tirerà così forte, non salterà così in alto, non scatterà così veloce. Ma la cosa importante è capire, come in altri sport, che non ha senso il paragone, non ha senso aspettarsi Matuidi che in 2 secondi passa dal coprire un interno al coprire un'ala, né Cuadrado che in 5 falcate è davanti al portiere. Se guardo la pallavolo maschile e quella femminile so di trovarmi di fronte ad atleti diversi, ma non è che uno sia "meglio" dell'altro.

Tra l'altro, con il miglioramento del movimento, ci saranno sempre più ragazze in grado di giocare ad alti livelli, di ridurre le pause, di accorciare i tempi di gioco: già oggi vedere le 11 in bianconero e le 11 delle avversarie mostra un livello diverso di atletismo (che poi fa rima con professionismo, inevitabilmente).

 

Il passaggio della Salvai per il 2-0 contro l'Atalanta è un simbolo di cosa si può fare con i piedi e con la testa, e questo lo può fare una ragazza come un ragazzo, e questo può esaltare il pubblico tanto quanto un'apertura di Pjanic.

Far vedere le partite è il modo migliore per far apprezzare il calcio femminile. Far vedere una progressione della Martens o i trick di Marta Vieira può far venir voglia a una bambina di dedicarsi al calcio...le storie delle nostre ragazze, che sostanzialmente si sono avvicinate al calcio solo perché ci giocavano i parenti (fratelli o cugini) mi fa pensare che ci sono migliaia di piccoli talenti ancora da scoprire.

 

Io quando vado a giocare a calcetto la sera incrocio sempre, all'uscita, un gruppetto di ragazze che gioca nello stesso impianto, qualche campo più in là, e penso che sia bello che queste ragazze abbiano voglia di perdere tempo e denaro per divertirsi allo stesso modo mio.

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Bravo Veltroni, articolo attento e con la giusta dose di entusiasmo.
L'unica cosa che differenzia il calcio femminile da quello maschile è, ovviamente, l'aspetto fisico. Una ragazza - e non si prenda questa mia affermazione come sessista - semplicemente non coprirà il campo come un ragazzo, non tirerà così forte, non salterà così in alto, non scatterà così veloce. Ma la cosa importante è capire, come in altri sport, che non ha senso il paragone, non ha senso aspettarsi Matuidi che in 2 secondi passa dal coprire un interno al coprire un'ala, né Cuadrado che in 5 falcate è davanti al portiere. Se guardo la pallavolo maschile e quella femminile so di trovarmi di fronte ad atleti diversi, ma non è che uno sia "meglio" dell'altro.
Tra l'altro, con il miglioramento del movimento, ci saranno sempre più ragazze in grado di giocare ad alti livelli, di ridurre le pause, di accorciare i tempi di gioco: già oggi vedere le 11 in bianconero e le 11 delle avversarie mostra un livello diverso di atletismo (che poi fa rima con professionismo, inevitabilmente).
 
Il passaggio della Salvai per il 2-0 contro l'Atalanta è un simbolo di cosa si può fare con i piedi e con la testa, e questo lo può fare una ragazza come un ragazzo, e questo può esaltare il pubblico tanto quanto un'apertura di Pjanic.
Far vedere le partite è il modo migliore per far apprezzare il calcio femminile. Far vedere una progressione della Martens o i trick di Marta Vieira può far venir voglia a una bambina di dedicarsi al calcio...le storie delle nostre ragazze, che sostanzialmente si sono avvicinate al calcio solo perché ci giocavano i parenti (fratelli o cugini) mi fa pensare che ci sono migliaia di piccoli talenti ancora da scoprire.
 
Io quando vado a giocare a calcetto la sera incrocio sempre, all'uscita, un gruppetto di ragazze che gioca nello stesso impianto, qualche campo più in là, e penso che sia bello che queste ragazze abbiano voglia di perdere tempo e denaro per divertirsi allo stesso modo mio.
Vabbè io sono favorevolissimo al calcio femminile è contento che la Juve investa. Ma dire che l'unica cosa che differenzia è la forza etc. etc. prima di tutto non è vero c'è un abisso tecnico e di atletismo che non si limita solo alla forza. Il calcio non è uno sport in cui il gap possa mai diventare minimo, ciò non toglie che una partita ben giocata a livello femminile è godibile, anche se sono obiettivamente poche perché per ora non c'è equilibrio

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