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Laura1965

Per non dimenticare, cinque anni fa la tragedia di piazza San Carlo

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Tragedia di piazza San Carlo a Torino, dieci anni di carcere in appello  alla banda dello spray - La Stampa

 

Cinque anni fa, 3 giugno 2017. Finale di Champions League Juventus - Real Madrid. Afa. Bottiglie di birra. Quarantamila persone in piedi, sedute sul pavé, sdraiate sul porfido rovente che fissano le immagini sul maxi schermo montato nella piazza più bella della città per una partita che sembra un sogno stavolta possibile da acciuffare.

Tre gol in 60 minuti. La maglia bianconera di Cristiano Ronaldo non fa ancora parte della storia del club. E lui va in rete due volte. La Juve annaspa. Tifosi delusi.

Poi, improvvisamente la scena cambia. A Cardiff ancora si gioca. A Torino la piazza impazzisce. La gente si sposta, si spinge, inizia correre. Spaventata da qualcosa che ancora non si comprende. È la paura che si ruba la festa. Che si prende tutti. E tutti iniziano a correre. A gridare. A spingersi cercando di andare via, veloci, da lì. Da quella piazza in cui si doveva celebrare un rito e adesso sembra essere diventata una trappola. Via veloci dalla paura di essere finiti al centro di un attentato. Dalle voci: tante- troppe, che andranno avanti per ore. Le immagini di Londra ferita dal terrorismo sono recenti. Di Manchester che gronda sangue al concerto di Ariana Grande ancora di più. L’Isis. Il subconscio che diventa realtà: «C’è gente col mitra che spara sotto i portici».

Chi quella notte era lì ricorda due cose: il rombo della folla in fuga che - diranno - «sembrava quello di un terremoto». E il sangue, sulle gambe scoperte, sulle braccia, sul viso di centinaia di persone. Sangue in terra. Sui muri. Sui vestiti imbrattati di chi non s’è fatto niente, ma ha sfiorato, toccato, soccorso chi s’è fatto male. L’Isis non c’entra, è tutto molto più banale e prevedibile. Più doloroso. Ma questo si scoprirà soltanto dopo. Ed è questo che fa soffrire ancora di più.

Quella notte, il 3 giugno di cinque anni fa, Torino ha avuto la sua guerra. Mille e 600 feriti. Due morti. Una catena di responsabilità accertate in tribunale. Quella notte Torino ha squarciato un’altra volta la sua pelle. L’ha incisa con una ferita che alla fine ha travolto tutti. Chi era lì e chi quell’appuntamento lo aveva organizzato. Chi ha aiutato centinaia di uomini e donne coperti di sangue, in preda a crisi isteriche, e chi ha temuto di morire. E chi non ce l’ha fatta.

 

Ci sono momenti in ogni città che sono una cerniera tra il prima e il dopo. Torino ha contato i morti una domenica di carnevale, dentro un cinema divorato dal fuoco. Era il 13 febbraio del 1983. E le 64 bare sulla strada sono un’altra ferita che ha cambiato la città e suoi riti. L’aereo che trasportava la squadra simbolo dello sport cittadino, che si schianta sulla basilica di Torino è un altro strappo nella carne viva. Era il 4 marzo del 1949.

Ecco, Torino quella notte ha visto crollare molte delle sue certezze e alcuni suoi aggettivi sfoderati ogni tre per due: sabaudi, precisi, ordinati, meticolosi. Torino s’è scoperta fragile. Ha capito che quella era la festa di chi - impunito - vendeva abusivamente birra, e c’era un tappeto di vetri sul selciato della piazza dove - normalmente - se abbandoni una carta arriva qualcuno a protestare. Ha scoperto di avere in pancia persone pronte a tutto pur di far soldi: anche terrorizzare 40 mila persone, per poi derubarle mentre scappano. Infischiandosene delle conseguenze. E che non sempre il rigore sabaudo è capace di battere la faciloneria. E di lì a poco ha scoperto che anche ai fuochi artificiali del santo patrono d’ora in poi avrebbe dovuto andare inquadrata. Per evitare un’altra piazza San Carlo.

Ma, in questa storia c’è anche il cuore e c’è la generosità. Che passa dai medici richiamati al lavoro - e da quelli che sono andati di loro spontanea volontà - a suturare ferite, che arriva ai taxisti che hanno trasformato le loro auto in ambulanze. Gratis. C’è tutto e il contrario di tutto in questa storia. Anche i bus, adoperati per evacuare da lì i feriti. Come si fa in una città in guerra.

 

Chi ha sbagliato? E perché? Chi non aveva messo abbastanza steward per aiutare la gente a fuggire, oppure chi non ha controllato o impedito che non ci fosse quel tappeto di vetri spaccati sparsi ovunque? Oppure chi non ha bloccato i venditori? Chi ha sbagliato? Il Comune che ha consentito l’evento? O chi non ha rispettato tutte le prescrizioni?

Le polemiche hanno travolto tutti: la sindaca Chiara Appendino, quella notte lontana dalla città, ma a Cardiff per la partita. La polizia. I vigli urbani, il Comune, i tecnici. Tutti. I processi hanno portato a dodici condanne e un patteggiamento. Il monito è chiaro: si poteva fare meglio, evitare quel disastro. E salvare la vita a due donne: Erika Pioletti e Marisa Amato, le due vittime di quella notte.

E poi ci sono loro, i ladri. Una masnada di ragazzini abituati a far così, a spruzzare spray urticante nei locali, creare caos, e nel marasma saccheggiare tutto il saccheggiabile. Li hanno presi un anno dopo. Li hanno condannati. Hanno pianto e detto che non volevano far del male. Ma quello è stato solo l’inizio. Poi sono arrivate le condanne eccellenti. La sindaca, il questore, i vertici del Comune. Ci saranno ancora appelli, e altri processi. Ma, alla fine, la storia è già scritta.

Tra qualche anno i nomi dei condannati non li ricorderà più nessuno, se non i diretti interessati. Di quella ferita alla città che ha cambiato la vita di tanti, resteranno due cose. Una lapide buona per un fiore il primo novembre. E un dolore che ogni tanto si rifà sentire. Un dolore entrato a far parte della storia di Torino. —

 

 

 

 

la stampa

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Per me che ero lì quella sera, una delle scene più allucinanti di sempre. Vedere il centro di Torino ridotto in stile Beirut è un'immagine che non mi toglierò mai dalla testa

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Ero lì. 
 

non dimenticherò mai. Una serata che aspettavamo con passione e gioia, organizzata malissimo e finita in tragedia. Che sia d’esempio per sempre 

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più che altro siamo arrivati al punto in cui i controlli di sicurezza ti bloccano per qualsiasi cosa tu abbia (lo avevamo già raggiunto all'epoca del fattaccio) e poi scopri che era pieno di vetri per terra, che non erano state previste delle uscite di sicurezza per far uscire le persone, che erano presenti venditori ambulanti che vendevano di tutto, che dentro c'erano persone che nulla avevano a che fare con il tifo verso la propria squadra del cuore, etc etc.. ... ...

 

 

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Ero andato ai bagni chimici dopo il gol del 2-1 

 

Mentre ero nel bagno, Ronaldo ha segnato il 3-1, e a quel punto ho deciso di andarmene 

 

Mentre ero a 50-100 metri dalla piazza, iniziano tutti a correre nella mia direzione 

 

Ero proprio nella zona dove è iniziato il parapiglia 

 

 

 

Cristiano Ronaldo mi ha salvato, quella sera

 

 

 

18 minuti fa, 8Fabuloso ha scritto:

Ero lì. 
 

non dimenticherò mai. Una serata che aspettavamo con passione e gioia, organizzata malissimo e finita in tragedia. Che sia d’esempio per sempre 

 

Sarebbe bastato aprire lo stadio e metterci i maxi schermi 

 

Persino la Roma lo ha fatto...

 

Metti un biglietto, fosse anche a 20 euro, e via 

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Sempre con noi, mi piace ricordare 39+3… piena solidarietà anche a chi si è ritrovato in quel casino senza rendersi conto di nulla quella sera, deve essere stata in esperienza difficilmente superabile a livello psicologico 

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Adesso, Styno91 ha scritto:

Sempre con noi, mi piace ricordare 39+3… piena solidarietà anche a chi si è ritrovato in quel casino senza rendersi conto di nulla quella sera, deve essere stata in esperienza difficilmente superabile a livello psicologico 

La prima cosa che ho fatto fu chiamare casa 

 

"Se sentite qualcosa al telegiornale non vi preoccupate, non mi sono fatto niente" 

 

 

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2 minuti fa, Doktor Flake ha scritto:

La prima cosa che ho fatto fu chiamare casa 

 

"Se sentite qualcosa al telegiornale non vi preoccupate, non mi sono fatto niente" 

 

 

E ti credo, deve essere stata una sensazione bruttissima 

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Adesso, Styno91 ha scritto:

E ti credo, deve essere stata una sensazione bruttissima 

Più che altro ai tempi erano ancora freschi gli attentati dell'ISIS 

 

Il primissimo pensiero fu quello, almeno per me .uhm 

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Come l'Heysel.

Per colpa di un gruppetto di criminali una serata di tifo si è trasformata in una tragedia immane, dove le vittime sarebbero potute essere molte di più e solo il fato ha permesso di cavarsela con cifre così esigue. Ma i familiari della vittima della serata, i familiari della povera donna che ha subito mesi di ospedale prima di lasciare questo mondo, quel poveretto che ha subito dolore per due anni e mezzo prima di morire ed i millesettecento feriti avrebbero tanto da ridire sul termine esiguo.

Io so solo che come società, come famiglia (perchè ritengo i miei compagni di tifo dei fratelli e delle sorelle) abbiamo pagato nel tempo un tributo di sangue incredibile ed inaccettabile.

Le vittime dell'Heysel, le vittime di Piazza San Carlo, Ale e Ricky, Gaetano Scirea.

Questa è la vera maledizione, altro che le finali di coppa. 

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4 minuti fa, Eugenio Canfari ha scritto:

Come l'Heysel.

Per colpa di un gruppetto di criminali una serata di tifo si è trasformata in una tragedia immane, dove le vittime sarebbero potute essere molte di più e solo il fato ha permesso di cavarsela con cifre così esigue. Ma i familiari della vittima della serata, i familiari della povera donna che ha subito mesi di ospedale prima di lasciare questo mondo, quel poveretto che ha subito dolore per due anni e mezzo prima di morire ed i millesettecento feriti avrebbero tanto da ridire sul termine esiguo.

Io so solo che come società, come famiglia (perchè ritengo i miei compagni di tifo dei fratelli e delle sorelle) abbiamo pagato nel tempo un tributo di sangue incredibile ed inaccettabile.

Le vittime dell'Heysel, le vittime di Piazza San Carlo, Ale e Ricky, Gaetano Scirea.

Questa è la vera maledizione, altro che le finali di coppa. 

Io ho fatto un paio di considerazioni 

 

La piazza innanzitutto, che praticamente è un quadrato circondato da mura chiuse, Piazza Vittorio o Piazza Castello sarebbero state più ampie e ariose

 

E poi il famoso "Maxi Schermo" che praticamente era un 60 pollici o qualcosa del genere, uno e uno solo con la gente che si accalcava per vederci qualcosa 

 

 

E vabbè poi la questione dei legalissimi venditori di bevande in vetro che facevano i loro comodi mentre ai comuni mortali veniva confiscato di tutto  

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Mia sorella era lì e ha rischiato anche lei di rimanere calpestata dalla folla..  per fortuna se l'è cavata con qualche punto sulla schiena e con la maglia di Dani Alves che indossava insanguinata. 

Speriamo che cose del genere non accadino più.

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2 ore fa, Lau65 ha scritto:

Una masnada di ragazzini abituati a far così, a spruzzare spray urticante nei locali, creare caos, e nel marasma saccheggiare tutto il saccheggiabile.

non voglio entrare nelle lacune che possono esserci state nelle istituzioni e in chi ha permesso, organizzato e che doveva controllare un simile evento. Non ne ho né le competenze, né la conoscenza dei fatti

 

Però una cosa la posso dire: anche se ci sono state omissioni delle istituzioni, tutto è nato da una combriccola di veri figli di *, esseri ignobili che meriterebbero le peggiori punizioni.

Perchè posso capire che vuoi rubare, ma scatenare un simile putiferio per 4 catenine e 2 telefonini è un vero sfregio alla vita, a tutto ciò che è umano.

E con tali esseri, non c'è da essere umani.

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essendo di Torino fui "invitata" da due miei cugini  ad andare a vedere la finale in Piazza

dissi di no, non so nemmeno io perchè....

("maddai, non abbiamo più l'età, ma se dovessimo alzarla noi venitemi a prendere che si fa mattino in centro"

Ecco, a me è andata così  :(

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10 minutes ago, Buffon75 said:

 

 

Però una cosa la posso dire: anche se ci sono state omissioni delle istituzioni, tutto è nato da una combriccola di veri figli di *, esseri ignobili che meriterebbero le peggiori punizioni.

Perchè posso capire che vuoi rubare, ma scatenare un simile putiferio per 4 catenine e 2 telefonini è un vero sfregio alla vita, a tutto ciò che è umano.

E con tali esseri, non c'è da essere umani.

Il putiferio è nato anche da un'isteria collettiva, gente che correva calpestando altre persone scappando da un pericolo che non esisteva.

Paragonarlo all'heysel è una mancanza di rispetto per le vittime e i famigliari di quella tragedia.

 

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Tutto per non aver aperto lo stadio e fare invece la sagra di paese in piazza. 'Ste cose non le capirò mai.

 

RIP.

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15 minuti fa, davjuve ha scritto:

Tutto per non aver aperto lo stadio e fare invece la sagra di paese in piazza. 'Ste cose non le capirò mai.

 

RIP.

Sta cosa mi fa impazzire 

 

Tutte le altre big europee lo hanno fatto in occasione delle loro finali 

 

Lo ha fatto LA ROMA per la Conference League

 

 

Noi no, sia mai gli sporcavamo il salotto 

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36 minuti fa, El Pistolero ha scritto:

Il putiferio è nato anche da un'isteria collettiva, gente che correva calpestando altre persone scappando da un pericolo che non esisteva.

Paragonarlo all'heysel è una mancanza di rispetto per le vittime e i famigliari di quella tragedia.

 

Isteria collettiva?
Questi malviventi hanno spruzzato spray al peperoncino sulla folla con l'intento di farsi un varco e coprire la loro fuga.

E' normale che i primi ad essere investiti dallo spray abbiano cercato di fuggire e di conseguenza si sia messo in moto un meccanismo a catena, dove uno spinge l'altro.

Non è isteria, è l'effetto domino innescato da questi *

 

 

E poi non capisco il tuo riferimento all'Heysel (dove per altro la dinamica è simile). Io non ho parlato di Heysel

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Morire per il calcio è una cosa priva di ogni logica.

 

Però io voglio dire... di gente in piazza a guardare le partite ce n'è sempre stata, in ogni parte d'Italia e del mondo e mi sembra non sia mai successo nulla.

 

Ma basta un unico pezzo di m***a.

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