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Sylar 87

Qualificazioni Mondiale 2026 • Gruppo I: Norvegia-Italia 3-0

Post in rilievo

6 ore fa, todienomore ha scritto:

Accidenti, mi dispiacerebbe se giorgiop fosse stato bannato.

Era un po' monomaniacale, però non l'ho mai visto offendere o insultare.

Concordo, se a qualcuno poteva non piacere la sua lunga tiritera sul marcamento moderno visivo, bastava non leggere i suoi sermoni e andare avanti. GiorgioP non ha mai offeso nessuno. 

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Ho letto tutti gli interventi delle ultime ore.

Quello che più mi ha colpito è il ripetuto rimpiangere l’assenza di un “blocco Juve”, ci ho riflettuto e la mia conclusione è che c’è molto di vero in questa riflessione, ma anche parecchio di “datato”.

Sicuramente manca il “sistema Juve”, che partiva storicamente dalla selezione dell’uomo (delle sue qualità morali, della sua modestia, della sua capacità di lavorare e sacrificarsi per la squadra), prima ancora del calciatore, e passava poi per la creazione di un gruppo intriso di mentalità vincente, come da storico motto che tutti voi ben conoscete.

Un “blocco” di calciatori selezionato prima, e “cresciuto” dopo, con tali valori manca come il pane alla Nazionale.

Il problema è che la Juventus stessa, storicamente motore del calcio italiano, oltre ad aver subito i torti giudiziari dei quali non è il caso di parlare, ha da qualche tempo deciso di deviare dalla sua storia e dalla sua tradizione, dapprima portando in squadra campioni egoisti e strapagati (come Ronaldo), e questo sarebbe il minimo, ma poi coltivando idee “moderniste” di calcio rivedibili attraverso personaggi raccomandati, improbabili, presuntuosi se non addirittura di matrice e cultura interista; per cui mi chiedo se un nuovo “blocco Juve” potrebbe oggi valere uno dei vecchi, e mi rispondo che forse no, quei tempi non torneranno mai più (purtroppo per la Nazionale) senza un deciso ritorno alle antiche formule vincenti.  

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1 ora fa, Turellone78 ha scritto:

All'Europeo c'erano ancora Bonucci e Chiellini che furono strepitosi. 

Più Chiesa che era al tuo top e il solito Donnarumma che nei grandi appuntamenti si esalta. 

Vero. Basta confrontare la BBC con quello che passa ora il convento là dietro (Di Lorenzo Mancini e Bastoni? Ma stiamo scherzando o cosa?).
E poi c’era anche una buona parte di fattore C che fece sì che i pianeti si allineassero.

Dal gol dell’Austria in fuorigioco millimetrico ai rigori falliti da gente che solitamente li segna quasi sempre.

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5 ore fa, marcomazzoli87 ha scritto:

Sì,ma Valcareggi perse contro Pelè e Garrincha,non contro Franco e Fulvio della Norvegia e ciò nonostante fu preso a pomodorate al ritorno in Italia.Era per dire che ormai ci stiamo abituando alla mediocrità.

Garrincha era ormai da anni fuori dal giro della nazionale in quanto alcolizzato, ma ciò non toglie che quella squadra di mostri aveva davanti gente come Tostao, Rivellino, Gerson, Jairzinho e un certo Pelé. In quel mondiale di mancò Gigi Riva che, come disse in seguito, risenti’ pesantemente dell’altura in cui si giocavano le partite.

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21 minuti fa, capitanBilly ha scritto:

Concordo, se a qualcuno poteva non piacere la sua lunga tiritera sul marcamento moderno visivo, bastava non leggere i suoi sermoni e andare avanti. GiorgioP non ha mai offeso nessuno. 

Credo che fu bannato perché andava perennemente OT,gli era stato concesso un topic tutto suo ma spesso lo trovavi a spammare il tante altre discussioni

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non riesco a gioire per una sconfitta della Nazionale.

Pur comprendendo le ragioni di tanti utenti, pensare di passare l'ennesima estate a rimpiangere gli anni '90-'00 in cui tifavi con gli amici/familiari davanti al televisore mi mette una tristezza...

 

Non so se la situazione sia recuperabile, so di certo che Spalletti non può restare: la situazione è tossica e si è incancrenita, non può restare per nessuna ragione.

Dopodiché se falliremo l'accesso, Gravina se ne andrà e probabilmente muoveranno finalmente il cul.o con riforme e un altro approccio: vergognoso non vedere un Mondiale per 16 anni (2014-2030).

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29 minuti fa, Romanistaquasigobbo86 ha scritto:

Mi sembra che il problema lo abbia già denunciato Allegri tempo fa, oggi si lavora troppo sulla tattica a discapito della tecnica.

Ottima riflessione.

 

Non c’ entra nulla, ma se dovessero esonerare Spalletti dopo la Moldavia, lo chiamerei per un biennio alla Juventus. 

 

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50 minuti fa, SuperEagle ha scritto:

Ho letto tutti gli interventi delle ultime ore.

Quello che più mi ha colpito è il ripetuto rimpiangere l’assenza di un “blocco Juve”, ci ho riflettuto e la mia conclusione è che c’è molto di vero in questa riflessione, ma anche parecchio di “datato”.

Sicuramente manca il “sistema Juve”, che partiva storicamente dalla selezione dell’uomo (delle sue qualità morali, della sua modestia, della sua capacità di lavorare e sacrificarsi per la squadra), prima ancora del calciatore, e passava poi per la creazione di un gruppo intriso di mentalità vincente, come da storico motto che tutti voi ben conoscete.

Un “blocco” di calciatori selezionato prima, e “cresciuto” dopo, con tali valori manca come il pane alla Nazionale.

Il problema è che la Juventus stessa, storicamente motore del calcio italiano, oltre ad aver subito i torti giudiziari dei quali non è il caso di parlare, ha da qualche tempo deciso di deviare dalla sua storia e dalla sua tradizione, dapprima portando in squadra campioni egoisti e strapagati (come Ronaldo), e questo sarebbe il minimo, ma poi coltivando idee “moderniste” di calcio rivedibili attraverso personaggi raccomandati, improbabili, presuntuosi se non addirittura di matrice e cultura interista; per cui mi chiedo se un nuovo “blocco Juve” potrebbe oggi valere uno dei vecchi, e mi rispondo che forse no, quei tempi non torneranno mai più (purtroppo per la Nazionale) senza un deciso ritorno alle antiche formule vincenti.  

Ho paura che ( per noi ) in futuro potrebbe andare pure peggio vedi Comolli 

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40 minuti fa, Walking Around ha scritto:

Io la butto lì. Questa estate ritorna Mancini 

FIGC = 🤡

 

Non penso che quei pagliacci arriveranno fino a questo punto. Sicuramente Mancini ha le amicizie giuste (altrimenti la sua carriera non si spiegherebbe) però....

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Il problema principale qual è ?

Allenatore, i nostri giocatori sono veramente scarsi oppure perché non c'è più una squadra che fornisce un blocco solido ?

Credo che anche l'ultima non sia di poco conto in quanto gli allenamenti in nazionale sono diciamo "discontinui " ed avere una squadra che ti fornisce un blocco solido dove i giocatori si conoscono a memoria ed attorno ci metti altri ottimi giocatori non è poca cosa.

Qui oltre a non avere campionissimi abbiamo giocatori non abituati a giocare assieme quindi per forza di cose difficile fare squadra. 

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1 ora fa, Romanistaquasigobbo86 ha scritto:

Mi sembra che il problema lo abbia già denunciato Allegri tempo fa, oggi si lavora troppo sulla tattica a discapito della tecnica.

Per me l'immagine emblematica della partita di ieri è stata quando Orsolini (forse il miglior italiano della stagione e naturalmente relegato in panchina) ha fatto il secondo tiro verso la porta dell'Italia all'87mo o giù di lì. Inquadrato, il gesuita Spalletti gli dice chiaramente "gioca con la squadra", nel senso che ha fatto malissimo a cercare l'azione personale e tirare.

Gli schemi sulla lavagna, prima di tutto.

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Ragazzi, parliamoci chiaro: il problema non è solo tattico, né una questione di moduli ne di government. È qualcosa di molto più profondo.

In Italia, oggi, ci sono letteralmente migliaia di ordinanze comunali che vietano di giocare a pallone in piazza e, a pensarci bene è assurdo: stiamo togliendo il calcio proprio dai luoghi in cui è sempre stato.

Una volta si imparava a giocare per strada. Tra buche, tombini e motorini. Con i pali fatti con due giacche o due bottiglie. Il calcio di strada non era solo un passatempo: era una scuola vera. Molto più formativa di tante scuole calcio moderne.

Perché lì imparavi davvero a giocare. Dovevi gestire spazi stretti, adattarti a campetti improvvisati, cortili, parcheggi, dribblare tra i motorini, saltare il marciapiede, evitare il tombino scivoloso, dovevi pensare e decidere con la tua testa qual'era la cosa migliore da fare, se passarla o tirare: era tecnica, visione di gioco, equilibrio, istinto.Imparavi a resistere fisicamente,  perché il cemento\asfalto non perdona. Se cadevi, ti facevi male. E allora imparavi a stare in piedi, a evitare i contrasti inutili, a leggere l’avversario prima che ti buttasse giù e a sgusciare via.

E soprattutto, si giocava per sé stessi. Non per l’istruttore, né per i genitori a bordo campo. Oggi invece c’è il sintetico, il completino nuovo che nemmeno in serie A, l’allenatore che ti rincoglionisce con gli schemi già a 10 anni, il papà che filma tutto con lo smartphone. Si fanno ore di schemi… ma senza aver mai giocato una vera partita di strada.

Poi ci chiediamo perché arriviamo agli Europei o alle qualificazioni Mondiali senza idee, senza intensità, senza estro.

È semplice: non stiamo più facendo crescere calciatori. Li stiamo addestrando come figurine da manuale.

Possiamo parlare di Spalletti, di Gravina, di gegenpressing quanto vogliamo. Ma finché ai bambini togliamo le piazze la libertà  e la gioia di giocare, non stupiamoci se tra dieci anni saremo ancora qui a commentare l’ennesimo 3-0 subito da una squadra 30 posizioni sotto di noi nel ranking FIFA.

Perché noi giocavamo dove capitava e con mezzi di fortuna, ma per la nostra felicità. Oggi si tolgono gli spazi a quella felicità e si gioca confinati su campi di ultima generazione, con scarpini da 200 euro, ma per la felicità dei genitori… e dei proprietari delle scuole calcio.

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21 minuti fa, rasputin26 ha scritto:

Ragazzi, parliamoci chiaro: il problema non è solo tattico, né una questione di moduli ne di government. È qualcosa di molto più profondo.

In Italia, oggi, ci sono letteralmente migliaia di ordinanze comunali che vietano di giocare a pallone in piazza e, a pensarci bene è assurdo: stiamo togliendo il calcio proprio dai luoghi in cui è sempre stato.

Una volta si imparava a giocare per strada. Tra buche, tombini e motorini. Con i pali fatti con due giacche o due bottiglie. Il calcio di strada non era solo un passatempo: era una scuola vera. Molto più formativa di tante scuole calcio moderne.

Perché lì imparavi davvero a giocare. Dovevi gestire spazi stretti, adattarti a campetti improvvisati, cortili, parcheggi, dribblare tra i motorini, saltare il marciapiede, evitare il tombino scivoloso, dovevi pensare e decidere con la tua testa qual'era la cosa migliore da fare, se passarla o tirare: era tecnica, visione di gioco, equilibrio, istinto.Imparavi a resistere fisicamente,  perché il cemento\asfalto non perdona. Se cadevi, ti facevi male. E allora imparavi a stare in piedi, a evitare i contrasti inutili, a leggere l’avversario prima che ti buttasse giù e a sgusciare via.

E soprattutto, si giocava per sé stessi. Non per l’istruttore, né per i genitori a bordo campo. Oggi invece c’è il sintetico, il completino nuovo che nemmeno in serie A, l’allenatore che ti rincoglionisce con gli schemi già a 10 anni, il papà che filma tutto con lo smartphone. Si fanno ore di schemi… ma senza aver mai giocato una vera partita di strada.

Poi ci chiediamo perché arriviamo agli Europei o alle qualificazioni Mondiali senza idee, senza intensità, senza estro.

È semplice: non stiamo più facendo crescere calciatori. Li stiamo addestrando come figurine da manuale.

Possiamo parlare di Spalletti, di Gravina, di gegenpressing quanto vogliamo. Ma finché ai bambini togliamo le piazze la libertà  e la gioia di giocare, non stupiamoci se tra dieci anni saremo ancora qui a commentare l’ennesimo 3-0 subito da una squadra 30 posizioni sotto di noi nel ranking FIFA.

Perché noi giocavamo dove capitava e con mezzi di fortuna, ma per la nostra felicità. Oggi si tolgono gli spazi a quella felicità e si gioca confinati su campi di ultima generazione, con scarpini da 200 euro, ma per la felicità dei genitori… e dei proprietari delle scuole calcio.

 

Senza offesa ma questo é il classico discorso che si fa al bar, da persone nostalgiche.

 

Come se poi in Germania, Francia, Spagna, etc, non abbiamo le scuole calcio e i ragazzini non hanno i kit buoni.

Come se da loro i ragazzini giocano per strada e poi arrivano nelle scuole calcio a 15 anni. 

 

Yamal, fin da bambino, ha giocato nell'academy del Barcelona ed é cresciuto in maniera fenomenale, dubito che avesse il tempo per giocare per strada. 

 

Piuttosto pensiamo a cambiare metodi e strategie, quello si.

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16 minuti fa, Gengar1001 ha scritto:

 

Senza offesa ma questo é il classico discorso che si fa al bar, da persone nostalgiche.

 

Come se poi in Germania, Francia, Spagna, etc, non abbiamo le scuole calcio e i ragazzini non hanno i kit buoni.

Come se da loro i ragazzini giocano per strada e poi arrivano nelle scuole calcio a 15 anni. 

 

Yamal, fin da bambino, ha giocato nell'academy del Barcelona ed é cresciuto in maniera fenomenale, dubito che avesse il tempo per giocare per strada. 

 

Piuttosto pensiamo a cambiare metodi e strategie, quello si.

Capisco il punto su Yamal, ma resta un caso molto particolare e non rappresentativo della realtà generale. In Spagna, dove la cantera del Barcellona è un modello di eccellenza, i bambini hanno comunque la possibilità di giocare liberamente per strada o nei parchi fin da piccoli, perché gli spazi urbani sono progettati per favorire il gioco spontaneo. Questo aiuta a sviluppare tecnica, creatività e senso del gioco in modo naturale, prima ancora di entrare nelle accademie.

In Italia invece, la maggior parte delle scuole calcio non è realmente formativa ma punta più a vincere tornei per attrarre iscritti e guadagnare, mentre gli spazi pubblici per giocare liberamente sono carenti o vietati da tante ordinanze. Questo limita moltissimo l’esperienza pratica, quella che si faceva giocando per strada, che era fondamentale per formare generazioni di calciatori completi.

Quindi non si tratta solo di metodi o strategie dentro le scuole calcio, ma anche di ripensare la cultura sportiva, gli spazi e le opportunità di gioco libero fin da piccoli, che nei paesi esteri  da te citati sono un pilastro fondamentale.

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3 ore fa, atlante68 ha scritto:

Nel 1966 ci fu un diretto intervento della politica (anche da parte di Andreotti). La sconfitta in Inghilterra venne considerata una vergogna nazionale

E fecero bene

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