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29 MAGGIO 1985

1901-1906: quando il Fair Play può decidere le sorti del Campionato e la Juventus lo ha vissuto sulla propria pelle

Post in rilievo

8 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Grazie a te , Amico mio, che non manchi mai di onorarmi con la tua graditissima presenza  in questi " viaggi a ritroso " nella infinita Leggenda Bianconera ! 

 

Serena Notte e Buon Fine Settimana a te e famiglia ! 

 

.salveStefano 

 

3 minuti fa, italiauno61 ha scritto:

Grazie Stefano per l'ennesima pagina di storia bianconera dimenticata dai più...

Hai pensato di cominciare a riunire in un diario bianconero tutti i tuoi interventi?

Sarebbe cosa graditissima

 

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10 ore fa, Pavel Christ Superstar ha scritto:

Da genovese, non potere capire quanto siano odiosi i genoani.

Hanno vinto scudetti giocando solo la finale, in quanto campioni in carica, con gli avversari esausti.

E se ne vantano come fossero Champions League.

 

Non potete capire.

...... lo so ... lo so : in quel " ginepraio di stoltezze " che da sempre sono i " gemellaggi  " ( .. di norma, ciò che fa da collante in queste " intese " , non è la reciproca simpatia e/o la comune e semplice passione per il " Giuoco del Calcio " .... ciò che unisce, e così è sempre stato, è il più becero ed insensato " Odio " nei confronti del tale o talaltro " Club " .... della serie " UNIAMOCI PER DARE IL PEGGIO DI NOI STESSI " ....  .doh ! Personalmente sono orgoglioso di non essermi mai sentito " gemellato con nessuno " : per me è sempre contata, solo ed esclusivamente, la JUVENTUS F.C. 1897 ! ) per anni ed anni gli (in)degni " Compagni di merende " sono stati i supporters , loro pari , del Toro e del Napoli ... ca va sans dire ... in " chiave " anti - Juve " ! 

 

....... oltretutto, sono ancora convinti di essere, " storicamente " parlando, gli unici veri custodi di tutto ciò che rimanda al " Giuoco del Calcio " fin da quando esso fece " capolino " su, più o meno regolari e conformi, terreni di gioco siti sull'Italico suolo ! 

 

Grazie per aver letto e partecipato ! 

 

Buon fine settimana a te e famiglia !   .salve Stefano ! 

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10 ore fa, johnmalkovich ha scritto:

C’è da dire una cosa a cui nessuno credo abbia fatto caso, nel 1906 la cartonese era ancora parte integrante del milanismo, la scissione avverrà 2 anni dopo, dunque non c’è nulla da meravigliarsi della vittoria a tavolino di quel campionato del mafian, la prima di cartone nella storia del nostro calcio, guarda caso con l’altra mafianese coinvolta. .ghgh 
L’anima parassitaria sfinterica, evidentemente, iniziava a venir fuori prepotentemente dal bucho del chulo zozzonero, pronta ad esser evacuata nella fogna, da lì a non troppo tempo dopo!  .ehm.ghgh 

In tutti i casi, siamo, sin dal principio, neanche più di livello, ma di un’altra dimensione proprio, in confronto alla desertica miseria della cultura calcistico-sportiva italiota! 


Impagabile Stefano, come al solito. ;).juve 

...... No .... No .... Amico mio .... SONO PAGABILE .... ECCOME SE SONO PAGABILE .... .sisi 

 

( tra poco, in privato, ti passerò il mio " codice iban " : per " l'importo " non c'è problema, 

non sono affatto esoso, va benissimo anche una " modesta cifra " pari alla " paghetta quotidiana " 

che CR7 percepisce dalla Juventus .... .ghgh ) 

 

Grazie per aver partecipato !  Buon fine settimana a te e famiglia ! 

 

.salveStefano

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8 ore fa, ronny80 ha scritto:

È troppo affascinante la storia di questo club, anche in questa occasione ho letto molti aneddoti interessanti, grazie Stefano !!

 Grazie a te amico mio che, come al solito, di fronte a questo genere di topic, sempre e comunque rispondi .... " PRESENTE " ! 

 

Buon fine settimana a te e famiglia !  

 

.salveStefano

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8 ore fa, Sal94FinoAllaFine ha scritto:

I valori della nostra amata Juventus sono secolari.

 

MAI abbiamo cercato scorciatoie, alibi, nemmeno agli albori della nostra storia.

uum Come non essere totalmente d'accordo con te ? Altro non hai .scrittorescritto che la .... " SACROSANTA VERITA' " ... .sisi 

 

Grazie per aver letto e partecipato ! 

 

Buon fine settimana a te e famiglia !  

 

.salveStefano

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2 ore fa, italiauno61 ha scritto:

 

Grazie Stefano per l'ennesima pagina di storia bianconera dimenticata dai più...

Hai pensato di cominciare a riunire in un diario bianconero tutti i tuoi interventi?

Sarebbe cosa graditissima

 

Grazie a te per la tua usuale .. gradita ... preziosa Presenza in queste mie " immersioni " nel nostro " Glorioso Passato " ! 

 

Riguardo al tuo " cordiale invito " ... chissà, forse, un giorno ... a Dio piacendo, potrei anche prendere in considerazione 

una ipotesi del genere ... .sisi 

 

Buon fine settimana a te e famiglia ! 

 

.salveStefano

 

 

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1 ora fa, eternobianconero ha scritto:

La classe non è acqua e signori si nasce, non si diventa!

 

Grazie 1000 Stefano per questa ennesima chicca!

 

.juve

Grazie , ed ancora , Grazie per tua costante e graditissima presenza nelle mie " Rimembranze " a tinte bianconere !

 

Buon fine settimana a te e famiglia ! 

 

.salveStefano

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3 ore fa, Black&White17 ha scritto:

ecco perché  si nasce gobbi.   @@

..... uum ed è anche forse per questo che, al di là delle decadi bianconere che mi porto sulle spalle, 

che, ciclicamente, mi fa male la schiena ....  .ghgh

 

Grazie a te per aver partecipato ! 

 

Un Cordiale saluto , .salveStefano !

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53 minuti fa, jimmyw ha scritto:

I primi campionati erano dei trofei birra moretti sefz

 

 

... difatti, amico, anch'io nel mio post d'apertura ho .scrittore scritto che .... .ehm " pomposamente "  vengono definiti " Campionati " , ma d'altronde, se ci uum pensiamo bene ... al di là de numero di " partecipanti " ... da qualche parte, ed in qualche maniera,  bisognava pur  cominciare ...  .sisi 

 

..... basti pensare che, sui cosiddetti " Giornali d'Epoca "  ( una e/o due paginette al massimo ) ... magari con diversi giorni di ritardo rispetto alla data

dell' evento, al " FOOT-BALL " ( com'era nominato e scritto il " CALCIO " ai Tempi ) erano riservate, sì e no, 4/5 misere righe ! 

 

 

Grazie per aver letto e partecipato ! 

 

Buon fine settimana a te e famiglia ! 

 

.salveStefano

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3 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

...... No .... No .... Amico mio .... SONO PAGABILE .... ECCOME SE SONO PAGABILE .... .sisi 

 

( tra poco, in privato, ti passerò il mio " codice iban " : per " l'importo " non c'è problema, 

non sono affatto esoso, va benissimo anche una " modesta cifra " pari alla " paghetta quotidiana " 

che CR7 percepisce dalla Juventus .... .ghgh ) 

 

Grazie per aver partecipato !  Buon fine settimana a te e famiglia ! 

 

.salveStefano

Hahahah ok ok provvederò subito :d 

Ciao, ricambio! .amici.juve 

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4 minuti fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

... difatti, amico, anch'io nel mio post d'apertura ho .scrittore scritto che .... .ehm " pomposamente "  vengono definiti " Campionati " , ma d'altronde, se ci uum pensiamo bene ... al di là de numero di " partecipanti " ... da qualche parte, ed in qualche maniera,  bisognava pur  cominciare ...  .sisi 

 

..... basti pensare che, sui cosiddetti " Giornali d'Epoca "  ( una e/o due paginette al massimo ) ... magari con diversi giorni di ritardo rispetto alla data

dell' evento, al " FOOT-BALL " ( com'era nominato e scritto il " CALCIO " ai Tempi ) erano riservate, sì e no, 4/5 misere righe ! 

 

 

Grazie per aver letto e partecipato ! 

 

Buon fine settimana a te e famiglia ! 

 

.salveStefano

Lo sport più in voga a quei tempi, eccetto le isole britanniche, non soltanto in Italia, es. in Francia, era il ciclismo, poi soppiantato dal calcio nel giro di qualche decennio.

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3 ore fa, johnmalkovich ha scritto:

Lo sport più in voga a quei tempi, eccetto le isole britanniche, non soltanto in Italia, es. in Francia, era il ciclismo, poi soppiantato dal calcio nel giro di qualche decennio.

Amico, sperando di farti cosa gradita, visto che di " SPORT " tra l'800 ed il 900 stiamo narrando, ti passo questo .. INTERESSANTISSIMO APPROFONDIMENTO .. riguardo l'argomento in questione ! 

 

Ti assicuro che vale assolutamente la pena .giornale leggerlo  .... 5 minuti che, più che " spesi " bene ... sono " spesi " benissimo

il tutto per la serie ... ed io per primo ... " NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE " ... e quando non avvertiamo più questa " necessità ",

allora sta a significare che, ahimè, sta per iniziare il " NOSTRO DECLINO " ! 

 

Veramente " curioso " l'aneddoto che riguarda D'Annunzio ed il suo, breve, accostamento al " FOOT-BALL " !

 

Cordiali Saluti, .salveStefano !

 

 

LUCA CONDINI 
 
 12 GIUGNO 2018

Il movimento sportivo in Italia non fiorisce solo in ambito scolastico o militare: sarà il processo di industrializzazione nelle principali città italiane a favorire la nascita e lo sviluppo dell’associazionismo.
Dall'ultimo numero de «La ricerca», “Corpi intelligenti”.
Sul retro della foto è riportato il seguente titolo: “Ginnastica in aula durante l’intervallo”. L’immagine mostra gli alunni di una scuola elementare di Vanzago (Milano) intenti in semplici  esercizi !

  • x  
 

Il movimento sportivo italiano nasce e prende forma in anticipo rispetto al 1861, anno dell’Unità nazionale.
È il 1833 quando il conte Cesare di Saluzzo, ministro della Guerra del Regno di Sardegna, che tre anni prima aveva ricevuto dal re sabaudo Carlo Alberto l’incarico di prendersi cura dell’educazione del principino Vittorio Emanuele (il futuro re Vittorio Emanuele II), convoca a Torino il maestro dello sport Rudolf Obermann, svizzero. Scopo della chiamata: incaricarlo della preparazione fisica degli allievi della Reale Accademia Militare di Torino.
Undici anni più tardi, nel 1844, lo stesso Obermann, coadiuvato da appassionati sostenitori dell’attività fisica, fonda il primo club sportivo italiano, la Reale Società Ginnastica di Torino, fra i cui iscritti figurano, oltre al re, gli eredi e i reali di casa Savoia. Detta così, sembrerebbe trattarsi di un club ristretto alla casa regnante. Di fatto, invece, gli scopi e i principi in base ai quali esso viene fondato sono totalmente e unicamente civili e vanno dalla diffusione degli esercizi ginnici all’organizzazione di una scuola gratuita per fanciulli e, ancora, alla formazione di maestri dello sport. 

Diciassette anni prima dell’Unità d’Italia, quindi, nasce sul suolo nazionale la ginnastica. Contemporaneamente, a centinaia di chilometri di distanza e ben al di fuori dei confini dello Stato sabaudo, vale a dire a Napoli, capoluogo di quel Regno delle Due Sicilie diretto avversario dei Savoia, Ferdinando II di Borbone istituisce una Commissione per la riforma della pubblica istruzione a capo della quale mette Francesco De Sanctis. Il letterato e studioso si mostra molto attento all’educazione fisica in quanto è seriamente preoccupato del «sistema pessimo di costringere i fanciulli inquieti e mobili per loro natura a una continua attenzione e immobilità», per i quali predispone esercizi ginnici proprio per ovviare a tale problema.

La nascita delle società e delle federazioni

Se a Torino lo sport si afferma in ambito militare, a Napoli lo sviluppo prende piede tra le mura scolastiche. Nel frattempo, anche in altre città si affaccia l’attività sportiva: società e palestre sorgono a Genova, Venezia, Pisa. E non si tratta della sola ginnastica: si praticano anche l’equitazione, il tiro e la scherma.
Con l’avvenuta unità nazionale, la legge Casati sull’istruzione, già vigente dal 1859 nel Regno di Sardegna e adottata dal neonato Stato italiano, impone nelle scuole l’insegnamento della ginnastica, oltre che l’istituzione di un magistero per la formazione di istruttori scolastici: insomma, l’attività fisica deve essere sì svolta dagli studenti, ma sono i maestri a essere tenuti a insegnarla in modo corretto e, pertanto, devono essere a loro volta formati.
Sulla scia di queste disposizioni, qualche anno più tardi, nel 1877, la legge Coppino (che va famosa per aver finalmente imposto l’istruzione obbligatoria) sancisce l’introduzione dell’educazione fisica in tutte le scuole, dalle elementari alle superiori: è la messa in pratica, nelle aule del Regno d’Italia, dell’idea fortemente propugnata anni prima nel Regno delle Due Sicilie da De Sanctis.
È un cammino lento e irto di ostacoli, ma inesorabile. Nelle scuole entrano varie discipline sportive con i relativi attrezzi: la palla e il volano alle elementari, il tiro a bersaglio, la scherma, il giavellotto e il disco alle superiori. Dal canto loro, le ragazze si dedicano al volano e saltano alla corda. Si tratta di esercizi obbligatori, che vengono insegnati e valutati. 

Tuttavia, quello scolastico non è il solo ambito in cui fiorisce il movimento sportivo italiano, così come non è prerogativa unicamente del mondo militare, in cui era nato in seno al Regno sabaudo allo scopo di addestrare i ragazzi di oggi per farne validi soldati per il domani. Infatti, l’attività fisica coinvolge gran parte della società del neonato Stato unitario raggiungendo prima i ceti sociali più elevati, che possono giovarsi di una grande disponibilità di tempo libero, per poi estendersi alla borghesia e al nascente movimento operaio.
È proprio il processo di industrializzazione (sia ben chiaro, nelle principali città italiane) a favorire la nascita e lo sviluppo dell’associazionismo: stando ai più recenti studi, nei primi anni del Novecento in Italia sarebbero state attive circa cinquemila società sportive con un numero di praticanti pari a oltre centomila unità. 

Al contempo, sorgono le federazioni, chiamate a vigilare sull’attività delle singole discipline. La prima federazione a nascere è quella della ginnastica, nel 1869, seguita, per quanto riguarda i principali sport, dal ciclismo (1885) e dal canottaggio (1888). Bisogna rilevare una certa difficoltà delle federazioni nell’organizzare eventi e manifestazioni di sport: a soccorso delle carenze degli organi federali intervengono i giornali sportivi, cui si deve la promozione di un’infinità di gare e di competizioni. 

Certo, il tempo da dedicare alle attività al di fuori dell’ambito professionale risulta essere limitato, la giornata media lavorativa si protrae dall’alba al tramonto. Eppure lo sport prende sempre più piede: il suo scopo è principalmente quello di svagare, divertire: del resto lo dice la parola stessa sport, derivante dall’antico francese se déporter, “svagarsi”, “divertirsi”. Ma non solo: compito dello sport è di far svolgere una sana attività motoria al maggior numero di persone.

  • x Ginnastica di Torino, Biblioteca della regione Piemonte.
  • .
 

Corsi, gare e concorsi

Un esempio ci viene dalla società ginnica Mediolanum, sorta nel 1896 nel capoluogo lombardo: la sua missione è quella di «promuovere l’apertura di pubblici piazzali per gli esercizi fisici e i giuochi, stabilire le norme per l’esecuzione di detti esercizi e renderle popolari con opportune ed economiche pubblicazioni, raccomandare alle società di ginnastica e di sport di favorire la pratiche dei giuochi e di dare ad essi posto nei concorsi». Come si nota, mancano impianti adeguati e ci si arrangia come si può nei «pubblici piazzali». 

Accanto ai concorsi di ginnastica (nel 1901 le società affiliate alla federazione sono ben 120), sempre più numerose sono corse e marce organizzate su medie e lunghe distanze, in molte città si corrono i giri dei bastioni e delle mura urbane, diverse competizioni prevedono premi anche in denaro per invogliare la partecipazione di quanta più gente possibile. E parecchie manifestazioni sportive vengono battezzate come popolari, segno evidente che lo scopo è quello di renderle aperte a tutti, senza distinzione alcuna. Il canottaggio si pratica nei fiumi, in mare, nei laghi, persino nelle acque dei canali cittadini, così come il nuoto che, in assenza di piscine e impianti adeguati, viene praticato nei bacini e nei corsi d’acqua naturali. 

Non a caso è il lago di Bracciano a ospitare, nell’agosto del 1898, il primo campionato italiano di nuoto (se di campionato si può parlare, visto che si tenne un’unica specialità, quella del miglio marino, in cui prevalse Arturo Saltarini). Bisognerà attendere 25 anni, il 1923, prima che un campionato italiano venga disputato in una piscina, l’impianto del Centro di Educazione Fisica di Roma alla Farnesina. Nelle città del Nord, in particolare a Torino, si organizzano escursioni in montagna, alle quali partecipano, numerose, anche le donne. 

Per quanto riguarda lo sport attualmente più popolare nel nostro Paese, ovvero il calcio, pare che Gabriele D’Annunzio sia stato il primo cronista di un match di pallone, al quale prese parte in prima persona: nel novembre del 1887 raccontò in una lettera di aver giocato sulla spiaggia di Francavilla, nei pressi della sua Pescara, con «una palla di cuoio, con camera d’aria inglese», un regalo portatogli da un amico da Londra. La partita non andò bene al Vate: durante l’incontro cadde e perse due denti. Da quel giorno diede addio al calcio non senza prima, però, averne descritto gesti e movimenti. 

L’incidente di gioco capitato a D’Annunzio rimarca che in questi primi match calcistici si dà scarsa importanza alla correttezza e gli scontri di una certa violenza sono all’ordine del giorno. Le prime partite di calcio vengono disputate nelle principali città marittime (Genova, Livorno, Napoli, Palermo) e questo obbedisce a una logica: i primi a promuovere incontri calcistici, disputati spesso sui moli dei porti, sono i marinai inglesi, perché inglese è, come parecchie altre discipline sportive, il “football”, che sarà chiamato “calcio” soltanto parecchi anni più tardi. Il primo club a essere fondato è il Genoa, nel 1893, ed è proprio il Genoa ad aver inaugurato l’albo d’oro del campionato italiano, nel 1898. È a cavallo fra i due secoli che sorgono i grandi club che tuttora militano nel calcio professionistico italiano: la Juventus nel 1897, il Milan nel 1899, la Lazio nel 1900, il Torino nel 1906, l’Inter nel 1908, senza dimenticare l’Udinese nel 1896 e l’Hellas Verona nel 1903. Ma non si gioca solo a calcio: le cronache del tempo, a cavallo fra Ottocento e Novecento, descrivono e commentano anche incontri di scherma, match di lotta, prove di sollevamento pesi, regate veliche e le prime gare di ciclismo. 

Nonostante alcuni sport si confermino discipline di nicchia, come l’equitazione e gli sport motoristici (del resto, auto e moto risultano inaccessibili ai più), l’attività fisica prosegue il suo cammino, sia pure attraverso ostacoli e difficoltà, fra la popolazione italiana. Per quanto riguarda le donne, la “rivoluzione” sportiva verificatasi a cavallo fra Ottocento e Novecento interessa anche il pianeta femminile. Questa, però, è un’altra storia.

 

Luca Condini

si occupa da trent’anni della storia e delle origini dello sport, soprattutto in Italia. Ha scritto il saggio “La Coppa Scarioni di nuoto. Propaganda sportiva e attività natatoria nel ventennio”, raccolto nel volume “Sport e fascismo” (Franco Angeli, Roma 2009), ed è autore di un saggio sull’affermazione dello sport femminile nel nostro Paese tra fine Ottocento e inizio Novecento, contenuto in “Donna e sport”, opera in corso di pubblicazione presso Franco Angeli. Nel 2011 è stato curatore scientifico della mostra “Sportèdonna” (1861-2011) e coautore dei testi raccolti nell’omonima pubblicazione di supporto all’esposizione stessa, lungo racconto del cammino e dell’affermazione dello sport femminile nel nostro Paese dalle origini ai nostri giorni, allestita in occasione del 150° anniversario dell’Unità.

 

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14 minuti fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Amico, sperandoti di farti cosa gradita, visto che di " SPORT " tra l'800 ed il 900 stiamo narrando, ti passo questo .. INTERESSANTISSIMO APPROFONDIMENTO .. 

riguardo l'argomento in questione ! 

 

Ti assicuro che ne vale assolutamente la pena .giornale leggerlo  .... 5 minuti che, più che " spesi " bene ... sono " spesi " benissimo

il tutto per la serie ... ed io per primo ... " NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE " ... e quando non avvertiamo più questa " necessità ",

allora sta a significare che, ahimè, sta per iniziare il " NOSTRO DECLINO " ! 

 

Veramente " curioso " l'aneddoto che riguarda D'Annunzio ed il suo, breve, accostamento al " FOOT-BALL " !

 

Cordiali Saluti, .salveStefano !

 

 

LUCA CONDINI 
 
 12 GIUGNO 2018

Il movimento sportivo in Italia non fiorisce solo in ambito scolastico o militare: sarà il processo di industrializzazione nelle principali città italiane a favorire la nascita e lo sviluppo dell’associazionismo.
Dall'ultimo numero de «La ricerca», “Corpi intelligenti”.
Sul retro della foto è riportato il seguente titolo: “Ginnastica in aula durante l’intervallo”. L’immagine mostra gli alunni di una scuola elementare di Vanzago (Milano) intenti in semplici  esercizi !

  • x  
 

Il movimento sportivo italiano nasce e prende forma in anticipo rispetto al 1861, anno dell’Unità nazionale.
È il 1833 quando il conte Cesare di Saluzzo, ministro della Guerra del Regno di Sardegna, che tre anni prima aveva ricevuto dal re sabaudo Carlo Alberto l’incarico di prendersi cura dell’educazione del principino Vittorio Emanuele (il futuro re Vittorio Emanuele II), convoca a Torino il maestro dello sport Rudolf Obermann, svizzero. Scopo della chiamata: incaricarlo della preparazione fisica degli allievi della Reale Accademia Militare di Torino.
Undici anni più tardi, nel 1844, lo stesso Obermann, coadiuvato da appassionati sostenitori dell’attività fisica, fonda il primo club sportivo italiano, la Reale Società Ginnastica di Torino, fra i cui iscritti figurano, oltre al re, gli eredi e i reali di casa Savoia. Detta così, sembrerebbe trattarsi di un club ristretto alla casa regnante. Di fatto, invece, gli scopi e i principi in base ai quali esso viene fondato sono totalmente e unicamente civili e vanno dalla diffusione degli esercizi ginnici all’organizzazione di una scuola gratuita per fanciulli e, ancora, alla formazione di maestri dello sport. 

Diciassette anni prima dell’Unità d’Italia, quindi, nasce sul suolo nazionale la ginnastica. Contemporaneamente, a centinaia di chilometri di distanza e ben al di fuori dei confini dello Stato sabaudo, vale a dire a Napoli, capoluogo di quel Regno delle Due Sicilie diretto avversario dei Savoia, Ferdinando II di Borbone istituisce una Commissione per la riforma della pubblica istruzione a capo della quale mette Francesco De Sanctis. Il letterato e studioso si mostra molto attento all’educazione fisica in quanto è seriamente preoccupato del «sistema pessimo di costringere i fanciulli inquieti e mobili per loro natura a una continua attenzione e immobilità», per i quali predispone esercizi ginnici proprio per ovviare a tale problema.

La nascita delle società e delle federazioni

Se a Torino lo sport si afferma in ambito militare, a Napoli lo sviluppo prende piede tra le mura scolastiche. Nel frattempo, anche in altre città si affaccia l’attività sportiva: società e palestre sorgono a Genova, Venezia, Pisa. E non si tratta della sola ginnastica: si praticano anche l’equitazione, il tiro e la scherma.
Con l’avvenuta unità nazionale, la legge Casati sull’istruzione, già vigente dal 1859 nel Regno di Sardegna e adottata dal neonato Stato italiano, impone nelle scuole l’insegnamento della ginnastica, oltre che l’istituzione di un magistero per la formazione di istruttori scolastici: insomma, l’attività fisica deve essere sì svolta dagli studenti, ma sono i maestri a essere tenuti a insegnarla in modo corretto e, pertanto, devono essere a loro volta formati.
Sulla scia di queste disposizioni, qualche anno più tardi, nel 1877, la legge Coppino (che va famosa per aver finalmente imposto l’istruzione obbligatoria) sancisce l’introduzione dell’educazione fisica in tutte le scuole, dalle elementari alle superiori: è la messa in pratica, nelle aule del Regno d’Italia, dell’idea fortemente propugnata anni prima nel Regno delle Due Sicilie da De Sanctis.
È un cammino lento e irto di ostacoli, ma inesorabile. Nelle scuole entrano varie discipline sportive con i relativi attrezzi: la palla e il volano alle elementari, il tiro a bersaglio, la scherma, il giavellotto e il disco alle superiori. Dal canto loro, le ragazze si dedicano al volano e saltano alla corda. Si tratta di esercizi obbligatori, che vengono insegnati e valutati. 

Tuttavia, quello scolastico non è il solo ambito in cui fiorisce il movimento sportivo italiano, così come non è prerogativa unicamente del mondo militare, in cui era nato in seno al Regno sabaudo allo scopo di addestrare i ragazzi di oggi per farne validi soldati per il domani. Infatti, l’attività fisica coinvolge gran parte della società del neonato Stato unitario raggiungendo prima i ceti sociali più elevati, che possono giovarsi di una grande disponibilità di tempo libero, per poi estendersi alla borghesia e al nascente movimento operaio.
È proprio il processo di industrializzazione (sia ben chiaro, nelle principali città italiane) a favorire la nascita e lo sviluppo dell’associazionismo: stando ai più recenti studi, nei primi anni del Novecento in Italia sarebbero state attive circa cinquemila società sportive con un numero di praticanti pari a oltre centomila unità. 

Al contempo, sorgono le federazioni, chiamate a vigilare sull’attività delle singole discipline. La prima federazione a nascere è quella della ginnastica, nel 1869, seguita, per quanto riguarda i principali sport, dal ciclismo (1885) e dal canottaggio (1888). Bisogna rilevare una certa difficoltà delle federazioni nell’organizzare eventi e manifestazioni di sport: a soccorso delle carenze degli organi federali intervengono i giornali sportivi, cui si deve la promozione di un’infinità di gare e di competizioni. 

Certo, il tempo da dedicare alle attività al di fuori dell’ambito professionale risulta essere limitato, la giornata media lavorativa si protrae dall’alba al tramonto. Eppure lo sport prende sempre più piede: il suo scopo è principalmente quello di svagare, divertire: del resto lo dice la parola stessa sport, derivante dall’antico francese se déporter, “svagarsi”, “divertirsi”. Ma non solo: compito dello sport è di far svolgere una sana attività motoria al maggior numero di persone.

  • x Ginnastica di Torino, Biblioteca della regione Piemonte.
  • .
 

Corsi, gare e concorsi

Un esempio ci viene dalla società ginnica Mediolanum, sorta nel 1896 nel capoluogo lombardo: la sua missione è quella di «promuovere l’apertura di pubblici piazzali per gli esercizi fisici e i giuochi, stabilire le norme per l’esecuzione di detti esercizi e renderle popolari con opportune ed economiche pubblicazioni, raccomandare alle società di ginnastica e di sport di favorire la pratiche dei giuochi e di dare ad essi posto nei concorsi». Come si nota, mancano impianti adeguati e ci si arrangia come si può nei «pubblici piazzali». 

Accanto ai concorsi di ginnastica (nel 1901 le società affiliate alla federazione sono ben 120), sempre più numerose sono corse e marce organizzate su medie e lunghe distanze, in molte città si corrono i giri dei bastioni e delle mura urbane, diverse competizioni prevedono premi anche in denaro per invogliare la partecipazione di quanta più gente possibile. E parecchie manifestazioni sportive vengono battezzate come popolari, segno evidente che lo scopo è quello di renderle aperte a tutti, senza distinzione alcuna. Il canottaggio si pratica nei fiumi, in mare, nei laghi, persino nelle acque dei canali cittadini, così come il nuoto che, in assenza di piscine e impianti adeguati, viene praticato nei bacini e nei corsi d’acqua naturali. 

Non a caso è il lago di Bracciano a ospitare, nell’agosto del 1898, il primo campionato italiano di nuoto (se di campionato si può parlare, visto che si tenne un’unica specialità, quella del miglio marino, in cui prevalse Arturo Saltarini). Bisognerà attendere 25 anni, il 1923, prima che un campionato italiano venga disputato in una piscina, l’impianto del Centro di Educazione Fisica di Roma alla Farnesina. Nelle città del Nord, in particolare a Torino, si organizzano escursioni in montagna, alle quali partecipano, numerose, anche le donne. 

Per quanto riguarda lo sport attualmente più popolare nel nostro Paese, ovvero il calcio, pare che Gabriele D’Annunzio sia stato il primo cronista di un match di pallone, al quale prese parte in prima persona: nel novembre del 1887 raccontò in una lettera di aver giocato sulla spiaggia di Francavilla, nei pressi della sua Pescara, con «una palla di cuoio, con camera d’aria inglese», un regalo portatogli da un amico da Londra. La partita non andò bene al Vate: durante l’incontro cadde e perse due denti. Da quel giorno diede addio al calcio non senza prima, però, averne descritto gesti e movimenti. 

L’incidente di gioco capitato a D’Annunzio rimarca che in questi primi match calcistici si dà scarsa importanza alla correttezza e gli scontri di una certa violenza sono all’ordine del giorno. Le prime partite di calcio vengono disputate nelle principali città marittime (Genova, Livorno, Napoli, Palermo) e questo obbedisce a una logica: i primi a promuovere incontri calcistici, disputati spesso sui moli dei porti, sono i marinai inglesi, perché inglese è, come parecchie altre discipline sportive, il “football”, che sarà chiamato “calcio” soltanto parecchi anni più tardi. Il primo club a essere fondato è il Genoa, nel 1893, ed è proprio il Genoa ad aver inaugurato l’albo d’oro del campionato italiano, nel 1898. È a cavallo fra i due secoli che sorgono i grandi club che tuttora militano nel calcio professionistico italiano: la Juventus nel 1897, il Milan nel 1899, la Lazio nel 1900, il Torino nel 1906, l’Inter nel 1908, senza dimenticare l’Udinese nel 1896 e l’Hellas Verona nel 1903. Ma non si gioca solo a calcio: le cronache del tempo, a cavallo fra Ottocento e Novecento, descrivono e commentano anche incontri di scherma, match di lotta, prove di sollevamento pesi, regate veliche e le prime gare di ciclismo. 

Nonostante alcuni sport si confermino discipline di nicchia, come l’equitazione e gli sport motoristici (del resto, auto e moto risultano inaccessibili ai più), l’attività fisica prosegue il suo cammino, sia pure attraverso ostacoli e difficoltà, fra la popolazione italiana. Per quanto riguarda le donne, la “rivoluzione” sportiva verificatasi a cavallo fra Ottocento e Novecento interessa anche il pianeta femminile. Questa, però, è un’altra storia.

 

Luca Condini

si occupa da trent’anni della storia e delle origini dello sport, soprattutto in Italia. Ha scritto il saggio “La Coppa Scarioni di nuoto. Propaganda sportiva e attività natatoria nel ventennio”, raccolto nel volume “Sport e fascismo” (Franco Angeli, Roma 2009), ed è autore di un saggio sull’affermazione dello sport femminile nel nostro Paese tra fine Ottocento e inizio Novecento, contenuto in “Donna e sport”, opera in corso di pubblicazione presso Franco Angeli. Nel 2011 è stato curatore scientifico della mostra “Sportèdonna” (1861-2011) e coautore dei testi raccolti nell’omonima pubblicazione di supporto all’esposizione stessa, lungo racconto del cammino e dell’affermazione dello sport femminile nel nostro Paese dalle origini ai nostri giorni, allestita in occasione del 150° anniversario dell’Unità.

 

Grazie Stefano per la segnalazione di questo bell’articolo.
È proprio vero, non si finisce mai di imparare! .sisi 
Buon fine settimana. ;) 

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15 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Caro Amico, per prima cosa, Grazie a te per aver partecipato, e presumo, gradito ! 

 

Se tutti facessero " appunti ", come tu hai fatto nei miei confronti in questa occasione, ricorrendo ad un garbo che permea ed accompagna la tua richiesta, il " Forum ", ma soprattutto i rapporti interpersonali tra " esseri umani " godrebbero di quel piacevole e fondamentale " valore aggiunto " che distingue gli " animali " ( quali peraltro noi siamo ) dalle " bestie ", e la differenza è sia nella forma .. ma soprattutto .. nella sostanza : Complimenti !

 

E' per me un onore il tentare di esaudire in maniera consona la tua cordiale e civile richiesta ! 

 

Vedi, io sono cresciuto con un " Mentore Bianconero ", mio Padre, che fin dalla pubertà mi ha " istruito " , ma soprattutto , " insegnato " ad amare la  Juventus in senso lato, senza limite alcuno, senza fermarmi al " presente " e/o al " passato prossimo ".. ma .. di " coltivare e nutrimi ", nel limite delle mie capacità e possibilità, di tutto ciò che, in maniera più o meno diretta, speciale o meno speciale che esso sia ( ed anche qui ... bisognerebbe fare una " disamina " su cosa si intende per " speciale ", anche se, io ritengo che, poichè ogni individuo è diverso da tutti gli altri, ciascuno di noi ha insita la "propria sensibilità " .. e sulla scorta di essa, si muove ed agisce di conseguenza nelle poliedriche mansioni/vicissitudini , siano esse più o meno " ludiche e/o seriose ", che la Vita ogni giorno ci propina ) anche perchè, è solo ed esclusivamente attraverso una matura e profonda conoscenza del nostro  " Passato Remoto " che, in maniera più oggettiva e consapevole, possiamo meglio comprendere il perchè, ancora oggi, nell'A.D. 2019 la " JUVENTUS F.C. " E' UN CLUB CALCISTICO CHE, PER TRADIZIONE E STORIA, NON  HA EGUALI AL MONDO ! 

 

La " JUVENTUS " è  " anche " una  .. SQUADRA DI CALCIO .. ma non solo : è " anche " uno  .. STILE DI VITA ..  e come più e più volte ho scritto, 

è anche un metaforico PORTO FEDELE  in cui approdare quando i ciclici marosi della nostra esistenza tentano di sopraffarci !  

 

E tutto ciò, va ben al di là del dato oggettivo di aver o meno vissuto in prima persona determinati eventi : ciò che non mi è stato narrato da chi li ha vissuti sulla propria pelle ... li ho cercati .. riscoperti .. annessi al mio ( modesto ) bagaglio personale di eventi a tinte bianconere frutto di infinite e perpetue ricerche tra millanta e millanta pagine intrise di semplice ma intensa juventinità ! 

 

Onde per cui, magari sbagliando, mi sento di poter affermare che " non ho mai inteso mitizzare "  ... e men che meno ... " ho un chiodo fisso " :

 

molto più semplicemente e banalmente .... " AMO DISCERNERE DI JUVENTUS ... A ... 360° " : Tutto qui ... niente di più ... niente di meno ! 

 

Buon fine settimana a te e famiglia !

 

.salveStefano !

 

sei la nostra memoria storica,grazie Stefano

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Prima o poi raccoglierò tutti gli interventi di Stefano e realizzerò un libro di Storia bianconera!..😁

 

Poi si divide, caro Stefano...è ovvio!.. 👍

 

Non male come idea, vero?..😂

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31 minuti fa, johnmalkovich ha scritto:

Grazie Stefano per la segnalazione di questo bell’articolo.
È proprio vero, non si finisce mai di imparare! .sisi 
Buon fine settimana. ;) 

Grazie a te ! Il fatto che tu abbia gradito, assai mi gratifica e mi onora ! 

 

In passato, quando più e più volte mi sono avventurato in topic di, più o meno, questo tenore, spesso mi è parso di " predicare al vento " .

 

In compenso, finchè Dio vorrà, finchè sarò in grado, e soprattutto finchè ci saranno Utenti/Amici come te, nonostante qualche passata " delusione ", 

( per proporre discussioni del genere, in ordine sparso servono tempo .. ricerca .. memoria .. e .. conditio sine qua non .. tanta tanta Passione )

penso e spero di continuare a trovare lo " stimolo " per avventurarmi in datate " Memorabilia " a tinte bianconere !

 

 

Cordiali e Sinceri Saluti , .salveStefano ! 

 

 

 

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22 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

 Per la prima volta nella storia del calcio italiano il titolo di campione d'Italia veniva assegnato “in segreteria”. Non sarebbe stato l'ultimo.

Due società di accattoni... grazie per questo ricordo che non conoscevo.

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6 ore fa, LE6END ha scritto:

Interessante. Non conoscevo questa vicenda. Grazie Stefano :)

PS: la FIGC faceva "intrallazzi" già oltre 100 anni fa...

.... errata corrige, Amico mio ..... .ehm 

 

.... già ai " Tempi ", con largo anticipo rispetto alla data di fondazione ( 1908 ), i più rinomati e quotati " VEGGENTI " dell' Epoca, 

profetizzarono che il vocabolo " intrallazzo " si sarebbe evoluto in " INTERlazzi " ... e qualcosa mi dice che ci " videro " molto molto bene ! 

 

..... " INTERNAZIONALE "  fondata da " profughi " in uscita dall'altra squadra cittadina il " MILAN " ... ma il " DNA " restò .. resta .. e per sempre

resterà ... " LO STESSO " .... e medesimo è " IL FETORE " che emana ! 

 

Grazie per aver gradito e partecipato ! 

 

Buona Domenica a te e famiglia !  

 

.salveStefano !

 

 

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3 minuti fa, aiace ha scritto:

Due società di accattoni... grazie per questo ricordo che non conoscevo.

...... ed a definirli così ... sei molto molto gentile .... .ghgh

 

Grazie per tua gradita ed ennesima partecipazione ! 

 

Buona Domenica ! 

 

.salveStefano

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2 ore fa, ilcalciononeplaystation ha scritto:

sei la nostra memoria storica,grazie Stefano

Grazie a te che, oltre ad apprezzare questi miei " approfondimenti " , non manchi mai di palesarmi la tua gradita e pregiata Stima ,

sentimento che, peraltro, anch'io avverto nei confronti della tua persona ! 

 

.salve Stefano ! 

 

p.s. - e nel frattempo, dopo 40 minuti di " dominio assoluto " del Verona, il Napoli è passato in vantaggio ! 

 

Niente esiste al mondo di più " irrazionale " del  " Giuoco del Calcio " ! 

 

Pensa te che, incredibile ma vero, c'è in giro un CLUB CHE SI VANTA DI AVER VINTO UNO " SCUDETTO " 

RELATIVO AD UN " CAMPIONATO " AL QUALE, IN PRATICA, NON HA MAI NEANCHE PARTECIPATO ... .uffa

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