Porto qui l'esempio delle regole che il movimento di protesta OTPOR, che ha contribuito a rovesciare Milosevic in Serbia, seguiva nella propria azione. Sono regole base che dovremmo seguire anche noi per ottenere la massa critica necessaria e non esporci a possibili rappresaglie:
Tre principi base: unità (non guardiamo alle ripicchette interne, ma al risultato), pianificazione (non agiamo a caso) e disciplina non violenta.
Elenco dieci delle loro regole che ritengo perfettamente applicabili alla nostra situazione:
Adottare un approccio offensivo: non essere reattivi a ciò che viene detto, ma anticipare le possibili critiche. Evidenziare le incongruenze. Portare alla luce condotte simili di altre società o casi precedenti di assoluzione;
Comprendere il fatto che il potere sta nei numeri, se siamo tanti avremo forza per far valere le nostre posizioni. Dobbiamo mediare le asperità e concentrarci su ciò che ci unisce;
Sviluppare una strategia di comunicazione organizzata: usiamo gli stessi termini, basiamoci sugli argomenti che ci rendono più forti;
Creare la percezione di un movimento di successo: non recedere, non perderci in chiacchiere, sostenere sempre la nostra posizione e l'importanza dei numeri a lungo termine;
Investire nella conoscenza dei partecipanti: dobbiamo TUTTI conoscere bene di cosa si è parlato al processo, quali solo le debolezze dell'accusa e quali le violazioni delle procedure. In questo guardate il mio post in evidenza, benché incompleto;
Coltivare il supporto esterno: abbiamo la possibilità di far valere le nostre ragioni sia nei confronti dei tifosi delle società coinvolte insieme a noi sia nei confronti del sistema calcio italiano ed europeo, perché questa decisione falserà il campionato e paradossalmente anche le coppe Europee: se noi dovessimo rinunciare al campionato e concentrarci solo sulle coppe, quante possibilità in più avremmo di giocarcela fino alla fine?
Indurre sostenitori della farsa a lasciare le proprie posizioni: non molliamo nulla, continuiamo a fare casino e a togliere foraggio al sistema. Più disdiciamo, meno forti saranno le posizioni avverse. Capitalizziamo sui tifosi di altre squadre (e non sono pochissimi) che ritengono il processo discutibile quanto noi;
Resistere all'oppressione: non chiniamo la testa di fronte a chi ha la risposta a tutto o a chi sentenzia senza considerare tutte le dimensioni in causa. Abbiamo ragione noi e non ci zittiremo;
Utilizzare l'umorismo e la comicità per rafforzare le nostre posizioni, supportiamo chi viene messo alla gogna per essere parte del movimento. In questo modo spingeremo sempre più persone con visibilità a sostenere la protesta.
Il nostro obiettivo è il rinnovamento del sistema calcistico italiano e siamo favorevoli a una transizione condivisa a un nuovo modello di calcio, che non passi dal giustizialismo ma dal riconoscimento che se non ci si mette a lavorare tutti insieme, il calcio italiano è destinato al fallimento.