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Er Freddo

Qual è stato il trionfo che vi ha fatto godere di più?

Post in rilievo

Scudetto 2011/12 , dopo 5 anni di oscurità.

 

Annata pazzesca , un capolavoro. Ogni partita ci si giocava tutto , erano intense , pesanti , tutte col cuore alla gola. Ogni partita uno spettacolo per gli occhi.

E alla fine abbiamo vinto.

Buffon stesso disse che fu la sua gioia sportiva più grande assieme al mondiale.

 

 

 

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Anche se il più bello sarà sempre il prossimo ecco la mia list

 

1 Champions 96

2 Cinque Maggio 2002

3 Scudetto 2012

4 Scudetto 95

5 Coppa Intercontinentale 96

6 Supercoppa europea 97

7 Coppa Uefa 93

8 Scudetto 98 (sarebbe uno dei tanti ma fa rosicare i prescritti)

9 Scudetto + Coppa Italia 2015

10 Scudetto 97 anno di un favoloso 1-6 contro il Milan

 

Fuori classifica

Coppa Uefa +Coppa Italia 90, avevo 9 anni, i miei primi trofei da tifoso.

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Credo che sia difficile paragonare trofei e competizioni diversi, perció farei una lista delle maggiori soddisfazioni che ci siamo tolte nelle varie competizioni:

 

Champions:

 

1. Juve-Ajax 1996

 

 

- troppo amara la vittoria del 1985. Per il resto solo piazzamenti d´onore.

 

 

Coppa Uefa:

 

1. La vittoria contro i viola nel 1990

 

2. La vittoria contro il Dortmund nel 1993

 

(io non c´ero nel 1977, e perció non posso mettere quel trionfo nella mia lista personale)

 

 

Supercoppa Europea:

 

1. Bellissima vittoria nel doppio confronto contro il PSG che umiliammo.

 

Ho solo un ricordo sbiadito di Juve-Liverpool del 1985, ma ho visto la partita molti anni dopo. Strana partita giocata sotto la neve.

 

 

 

 

Coppa Intercontinentale:

 

1. Juventus-River 1-0

 

2. Juventus-Argentinos Juniors. Io metto Juve-River prima, perché nel 1985 non ebbi modo di guardare Juve-Argentinos Juniors in diretta, per cui fu una sensazione strana sentire il risultato solo la mattina alla radio. Ma oggettivamente so bene che Juve-Argentinos Juniors fu leggendaria, anche piú di Juve-River (che pure fu bella)

 

 

Coppa delle Coppe:

 

Io non ero ancora juventino nel 1984, lo sono diventato solo l´anno dopo ;)

 

 

Coppa Italia:

 

1. 1990. Bellissimo il trionfo contro il grandissimo Milan di Sacchi.

 

2. 2015. Molto bello tornare a vedere i nostri ragazzi alzare il trofeo dopo vent´anni di astinenza.

 

3. 2016. Brutta partita, ma battere il Milan in una finale dá sempre una grande soddisfazione.

 

4. 1995. Bella vittoria contro il Parma. Ma come emozioni furono partite meno avvincenti ed equlibrate delle altre finali vinte che ho visto in Coppa Italia, visto che abbiamo vinto 1-0 all´andata e 2-0 al ritorno.

 

 

Supercoppa Italiana:

 

1. Juventus-Napoli a Pechino. Partita emozionante e molto drammatica. Bello vedere i napoletani rosicare dopo.

 

2. Juventus-Milan a New York. Vittoria roccambolesca in una gara molto divertente ed emozionante. Piccola rivincina dopo Manchester. Sottolineo PICCOLA.

 

3. Juventus-Parma del 1996. La prima vittoria in Supercoppa in una gara strana giocata sotto la nebbia.

 

4. Lazio-Juventus 0-4. Bella prestazione. Bello fare una partita cosí a Roma contro la Lazio.

 

5. Juventus-Parma 2-1 nel 2002. Partita giocata a Tripoli su un campo pessimo. Ma partita difficile e quindi abbastanza emozionante.

 

6. Juventus-Vicenza 3-0 Grande Pippo Inzaghi in quella gara contro il simpatico Vicenza.

 

7. Juve-Lazio di quest´anno. Fa sempre piacere vincere, ma onestamente la partita é stata brutta, soprattutto perché giocata su un campo di patate.

 

 

Scudetti:

 

 

1. 5 maggio 2002

 

2. 2012

 

3. 1995

 

4. 1998

 

5. 2003

 

6. 2016

 

7. 1997

 

8. 2015

 

9. 2014

 

10. 2013

 

11. 1986 (ho solo un vago ricordo)

 

12. 2005 per calciopoli

 

13. 2006 per calciopoli

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Posso dire la mia da milanista o vengo offeso?

 

Dire Manchester 2003 sarebbe scontato - e anche controproducente sefz - ma purtroppo avevo solo 8 anni e non ricordo molto della serata. Posso dire che i migliori momenti che mi ha regalato il Milan sono le due rivincite, finale di CL 2006/2007 e l'Intercontinentale del 2007

 

Invece per me la serata di Manchester fu la maggiore delusione che ho vissuto da gobbo. Non tanto per la sconfitta in sé, perché ci poteva anche stare di perdere contro quel grande Milan. Ma soprattutto perché fu la terza sconfitta consecutiva in finali di Champions. Ormai non ne potevo piú di vedere la Juve perdere la finale. E poi perdere ai rigori fa sempre molto ma molto male. Anche voi del Milan ne sapete qualcosa (Istanbul).

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eh lo so ma sai, quando hai 20 anni sei più spensierato, e godersi una finale con tutti i tuoi amici come ho fatto io lo scorso giugno è qualcosa di unico secondo me

magari a 50 anni sei impelagato col lavoro, famiglia ecc. ecc. e magari gli amici di un tempo hanno i loro impegni o sono lontani ecc. ecc.

è diverso

Confermo. Oggi ho superato i 40 anni e quando la Juve vince sento soprattutto una soddisfazione interiore, ma non faccio salti di gioia come facevo Quando ero giovanissimo. Ricordo Quando avevo 16 anni e la Juve di Zoff ha vinto Coppa Italia e Coppa UEFA. Quella sí che é stata pura euforia. A 16 anni vivi i trionfi in modo diverso che a 40+ anni. O almeno io....forse non vale per tutti.

 

Il fatto é che oggi ci sono cose ben piú serie, non vivo in modo spensierato come quando avevo 16 o anche 23 anni. Per me il calcio oggi é meno importante, anche se rimango juventino e sono sempre contento quando vince.

 

Poi é anche una questione di ripetivitá. É diverso vedere la tua squadra vincere lo Scudetto per la prima volta rispetto a vederla vincere per la 13a volta. Sí, perché io ho vissuto 13 Scudetti ed i primi rimangono i piú euforici, tranne forse quello del 2012 che é stato in effetti molto speciale. Credo che solo una vittoria in Champions mi potrá mai far tornare ragazzino...cioé ridarmi quell´euforia che ho sentito a 16 anni....

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Non ho dubbi: la champions del 1996, che a livello di goduria viene solo dopo il mondiale del 2006.

 

Lo ricordo come se fosse ieri, avevo 23 anni.

 

L’anno prima avevamo vinto il primo scudetto dell’era Lippi, arrivato dopo dieci anni di pene e sofferenze. C’era la Triade, un giovane Del Piero, Conte senza capelli, Cinghialone Peruzzi in porta, Jugovic in grande spolvero, Ferrara, Vierchowood, Ravanelli, Vialli, Pessotto e il bomber di scorta Padovano.

Una gran bella squadra, negli anni d’oro del calcio italiano. Peccato non aver capitalizzato la nostra superiorità con più coppe.

 

La Juve si presenta a Roma con la maglia più bella che la storia ricordi: quella blu con le stelle gialle sulle spalle. Le maglie sono abbondanti, come si usava allora (della pancetta di Higuain non se ne sarebbe accorto nessuno ai tempi).

 

Non partivamo favoriti, l’Ajax era uno squadrone con una storia gloriosa ed un presente importante. Erano abituati a vincere ed erano allenati da un Van Gaal giovane e con la nomea dello stregone. L’Ajax faceva paura.

Era infarcito di talenti, giovani e non: c’erano Davids, Van der Saar, Finidi, Litmanen De Boeur e tutta una schiera di calciatori dai nomi impossibili che però quando li affronti ti rendi conto che sono forti.

 

Noi non eravamo nessuno a livello europeo. La finale dell’83 non l’avevo vista, ero troppo piccolo, ricordo solo le prese in giro a scuola, ma quella dell’85 la ricordavo eccome. Meglio sorvolare.

Negli occhi di tutti c’erano ancora le immagini dei fasti del Milan di Sacchi e ogni juventino sentiva impellente il bisogno di lavare la macchia dell’Heysel con una vittoria vera. I più giovani non possono capire, ma all’epoca il Milan con le sue coppe era una presenza ingombrante. A confronto il triplete neroazzurro non è niente.

 

La partita era in chiaro su Mediaset (altri tempi) ed io decisi di guardarla da solo, sul televisore piccolo in cucina, lontano da tutti. Ero troppo teso. Non so nemmeno se quel giorno avessi mangiato o bevuto, ricordo solo che al calcio di inizio ero teso come una corda di violino ed avevo già fatto fuori un pacchetto di sigarette.

 

Alla telecronaca Longhi e Bagni. Faceva caldo, la finestra era aperta e pochi attimi prima dell’inizio mi affacciai al balcone per dare un’occhiata in strada. Il deserto. Non una macchina, non un passante, nemmeno per portare il cane a pisciare. Niente. Solo luci azzurre che escono dalle finestre dei balconi di tutti gli appartamenti del quartiere. Sono tutti sintonizzati. Una metà per tifare, l’altra per gufare.

Io abito nella periferia sud di Torino, quindi, tolta una piccola percentuale di tifosi non torinesi (percentuale che è poi aumentata negli anni), la popolazione si divideva tra juventini e granata. Mi correggo: tra juventini e anti-juventini.

Penso che se perdiamo questa partita sarà dura domani. Scaccio il pensiero, a domani ci penseremo domani.

 

Calcio di inizio.

 

Noi siamo veementi e l’Ajax in campo non c’è. Attorno al decimo una palla impossibile va a finire tra Van der Saar e Frank De Boeur e Ravanelli, Dio solo sa perché, ci si butta in mezzo e con il piedino se l’allunga. Se l’allunga troppo, sembra, ma lui, Dio solo sa perché, la insegue lo stesso. Si butta in scivolata, anche se la palla è persa, Dio solo sa perché. Decide di colpirla, anche se da quella posizione è impossibile inquadrare la porta, Dio solo sa perché. Ma la palla entra ed io so perché: perché era un demonio, che non moriva mai e ci credeva ed era un signor attaccante!

 

Abbiamo segnato. Mi si bagnano gli occhi, rimango impietrito un attimo, poi lo scoppio. No, non io. Lo scoppio viene da fuori, come se fosse scoppiata una bomba. Nichelino è saltata letteralmente in aria. Mi affaccio, sono tutti ai balconi, urlano, strombazzano, vedo volare dei fogli di carta. Un delirio. Provo ad urlare, ma non ho fiato. Sono imbambolato, felice, incredulo, affamato e assetato, ma soprattutto orgoglioso. Accendo un’altra sigaretta e torno dentro, hanno ripreso a giocare.

 

Non me la ricordo la partita, ho in mente alcune nostre chiare occasioni, sprecate malamente ed il pareggio di Litmanen alla fine del primo tempo. Mi riaffaccio: qualche antijuventino esulta, ma poca roba.

 

Dominiamo in lungo e in largo sia nel secondo tempo, che nei supplementari. Vialli mi ha tolto cinque anni di vita divorandosi un gol fatto e allo scadere del secondo tempo supplementare Del Piero per un soffio non serve Jugovic davanti a Van der Saar, per un gol già fatto.

 

Si va ai rigori.

 

A me sembra di essere davanti alla TV da due settimane, non ce la faccio più, sto male, sono troppo teso.

Si presenta Davids sul dischetto e sbaglia. Non ho mai voluto così tanto bene a Davids come in quel momento. Sarebbe diventato uno dei miei idoli di lì a qualche anno, ma non l’ho mai amato come in quel momento. Il cinghialone non si fa ipnotizzare e para un rigore tirato apparente male.

 

Ciro Ferrara va a battere e io mi chiedo perché ci debba andare un difensore. Il tempo di criticare la scelta di Lippi e questo segna un rigore magnifico. Lippi, che Dio ti benedica. 1-0.

 

Litmanen segna: 1-1. Peruzzi spiazzato, bel rigore.

 

Pessotto raccoglie la palla e va sul dischetto. Pessotto? No, dico, Pessotto? Ma è un terzino, ma come diavolo si fa a… gol! Meraviglioso, nello stesso angolo. Pessottino mio quanto ti voglio bene. 2-1.

 

Uno spilungone biondo va sul dischetto e segna. Non ricordo il suo nome e per quel che mi frega può rimanere nell’oblio dei miei ricordi. 2-2.

 

Padovano. Finalmente un attaccante. E se poi sbaglia proprio lui? Macché 3-2. Comincio a crederci. Mi trema un po’ la mano.

 

Silooy. Si chiederanno i più giovani chi fosse costui. Ragazzi, andate a cercare su internet, fatevi una cultura, stampatevi la foto di questo tizio e tenetela nel portafoglio insieme a quella di vostra madre o della vostra fidanzata, perché Silooy è colui che ci ha regalato la Champions battendo un rigore molle su cui il Cinghialone si è allungato come un serpente. Restiamo sul 3-2.

 

Parte Jugovic e decido di voltarmi, non ce la faccio a guardare. Poi cambio idea, come faccio a non guardarlo? Jugovic è esperto, ha già vinto una Champions, non può sbagliare.

Primo piano su Jugovic che si avvicina al dischetto. Ha il colletto spiegazzato e noto, stupidamente, che ha qualche capello bianco sopra le orecchie. Indossa la 14. Il tempo pare essersi fermato. In casa non vola una mosca, da fuori nessun rumore. Credo che tutti i bianconeri stessero trattenendo il fiato come me. Penso che se non si sbriga a battere impazzirò.

 

Breve rincorsa, piatto di destro e palla a sinistra. Van der Saar intuisce, si allunga, si avvicina, forse la sfiora, ma non ci arriva. Anni dopo gli perdonai la papera su Nakata per questo.

 

Siamo campioni d’Europa, scoppia il delirio.

 

Mi catapulto in balcone e questa volta raccolgo tutto il fiato che ho e urlo. Non so cosa, non sto esultando, sto avendo una crisi di nervi. Urlo al quartiere, al cielo e al mondo intero che siamo campioni d’Europa e il quartiere risponde con un’esplosione di gioia. Fumogeni, petardi, gente in strada che strilla.

 

Un signore in canotta e ciabatte corre per strada impazzito. Per me è l’immagine di quella vittoria, questo signore di mezza età in preda all'euforia, completamente pazzo di gioia. Non ho mai saputo chi fosse e non l’ho mai rivisto, ma ho nitida la sua immagine in mente.

 

Sto piangendo, forse mi sto pisciando addosso, di sicuro non sto capendo più niente.

 

Scendo e prendo la macchina. Mi ritrovo con altre quattro persone, non ho idea di chi fossero e non ricordo dove li avessi raccattati. Quella sera siamo tutti pazzi, tutti fratelli, tutti uniti. Faccio gli otto km che mi separano dal centro di Torino a passo d’uomo, con il clacson perennemente premuto. Negli ingorghi scendiamo dalle macchine e ci abbracciamo tra perfetti sconosciuti. C’è gente che urla, altri ballano ai semafori, due ragazze in costume fanno sventolare un bandierone in corso Moncalieri.

E’ un delirio, un carnevale, un momento di follia collettiva che rimarrà indelebile nella mia memoria.

 

Dieci anni dopo ho visto qualcosa di simile per la vittoria del mondiale. Ne sono passati altri dieci, sarebbe tempo di tornare in strada a urlare di nuovo per cancellare il Borussia, il Real, i rigori di Manchester.

 

Vorrei tanto rivedere quel signore in canotta e ciabatte che correva per strada ubriaco di gioia. Avrei voglia di abbracciarlo forte, dirgli che siamo fratelli e correre con lui.

 

Forza Juve.

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Non ho dubbi: la champions del 1996, che a livello di goduria viene solo dopo il mondiale del 2006.

 

Lo ricordo come se fosse ieri, avevo 23 anni.

 

L’anno prima avevamo vinto il primo scudetto dell’era Lippi, arrivato dopo dieci anni di pene e sofferenze. C’era la Triade, un giovane Del Piero, Conte senza capelli, Cinghialone Peruzzi in porta, Jugovic in grande spolvero, Ferrara, Vierchowood, Ravanelli, Vialli, Pessotto e il bomber di scorta Padovano.

Una gran bella squadra, negli anni d’oro del calcio italiano. Peccato non aver capitalizzato la nostra superiorità con più coppe.

 

La Juve si presenta a Roma con la maglia più bella che la storia ricordi: quella blu con le stelle gialle sulle spalle. Le maglie sono abbondanti, come si usava allora (della pancetta di Higuain non se ne sarebbe accorto nessuno ai tempi).

 

Non partivamo favoriti, l’Ajax era uno squadrone con una storia gloriosa ed un presente importante. Erano abituati a vincere ed erano allenati da un Van Gaal giovane e con la nomea dello stregone. L’Ajax faceva paura.

Era infarcito di talenti, giovani e non: c’erano Davids, Van der Saar, Finidi, Litmanen De Boeur e tutta una schiera di calciatori dai nomi impossibili che però quando li affronti ti rendi conto che sono forti.

 

Noi non eravamo nessuno a livello europeo. La finale dell’83 non l’avevo vista, ero troppo piccolo, ricordo solo le prese in giro a scuola, ma quella dell’85 la ricordavo eccome. Meglio sorvolare.

Negli occhi di tutti c’erano ancora le immagini dei fasti del Milan di Sacchi e ogni juventino sentiva impellente il bisogno di lavare la macchia dell’Heysel con una vittoria vera. I più giovani non possono capire, ma all’epoca il Milan con le sue coppe era una presenza ingombrante. A confronto il triplete neroazzurro non è niente.

 

La partita era in chiaro su Mediaset (altri tempi) ed io decisi di guardarla da solo, sul televisore piccolo in cucina, lontano da tutti. Ero troppo teso. Non so nemmeno se quel giorno avessi mangiato o bevuto, ricordo solo che al calcio di inizio ero teso come una corda di violino ed avevo già fatto fuori un pacchetto di sigarette.

 

Alla telecronaca Longhi e Bagni. Faceva caldo, la finestra era aperta e pochi attimi prima dell’inizio mi affacciai al balcone per dare un’occhiata in strada. Il deserto. Non una macchina, non un passante, nemmeno per portare il cane a pisciare. Niente. Solo luci azzurre che escono dalle finestre dei balconi di tutti gli appartamenti del quartiere. Sono tutti sintonizzati. Una metà per tifare, l’altra per gufare.

Io abito nella periferia sud di Torino, quindi, tolta una piccola percentuale di tifosi non torinesi (percentuale che è poi aumentata negli anni), la popolazione si divideva tra juventini e granata. Mi correggo: tra juventini e anti-juventini.

Penso che se perdiamo questa partita sarà dura domani. Scaccio il pensiero, a domani ci penseremo domani.

 

Calcio di inizio.

 

Noi siamo veementi e l’Ajax in campo non c’è. Attorno al decimo una palla impossibile va a finire tra Van der Saar e Frank De Boeur e Ravanelli, Dio solo sa perché, ci si butta in mezzo e con il piedino se l’allunga. Se l’allunga troppo, sembra, ma lui, Dio solo sa perché, la insegue lo stesso. Si butta in scivolata, anche se la palla è persa, Dio solo sa perché. Decide di colpirla, anche se da quella posizione è impossibile inquadrare la porta, Dio solo sa perché. Ma la palla entra ed io so perché: perché era un demonio, che non moriva mai e ci credeva ed era un signor attaccante!

 

Abbiamo segnato. Mi si bagnano gli occhi, rimango impietrito un attimo, poi lo scoppio. No, non io. Lo scoppio viene da fuori, come se fosse scoppiata una bomba. Nichelino è saltata letteralmente in aria. Mi affaccio, sono tutti ai balconi, urlano, strombazzano, vedo volare dei fogli di carta. Un delirio. Provo ad urlare, ma non ho fiato. Sono imbambolato, felice, incredulo, affamato e assetato, ma soprattutto orgoglioso. Accendo un’altra sigaretta e torno dentro, hanno ripreso a giocare.

 

Non me la ricordo la partita, ho in mente alcune nostre chiare occasioni, sprecate malamente ed il pareggio di Litmanen alla fine del primo tempo. Mi riaffaccio: qualche antijuventino esulta, ma poca roba.

 

Dominiamo in lungo e in largo sia nel secondo tempo, che nei supplementari. Vialli mi ha tolto cinque anni di vita divorandosi un gol fatto e allo scadere del secondo tempo supplementare Del Piero per un soffio non serve Jugovic davanti a Van der Saar, per un gol già fatto.

 

Si va ai rigori.

 

A me sembra di essere davanti alla TV da due settimane, non ce la faccio più, sto male, sono troppo teso.

Si presenta Davids sul dischetto e sbaglia. Non ho mai voluto così tanto bene a Davids come in quel momento. Sarebbe diventato uno dei miei idoli di lì a qualche anno, ma non l’ho mai amato come in quel momento. Il cinghialone non si fa ipnotizzare e para un rigore tirato apparente male.

 

Ciro Ferrara va a battere e io mi chiedo perché ci debba andare un difensore. Il tempo di criticare la scelta di Lippi e questo segna un rigore magnifico. Lippi, che Dio ti benedica. 1-0.

 

Litmanen segna: 1-1. Peruzzi spiazzato, bel rigore.

 

Pessotto raccoglie la palla e va sul dischetto. Pessotto? No, dico, Pessotto? Ma è un terzino, ma come diavolo si fa a… gol! Meraviglioso, nello stesso angolo. Pessottino mio quanto ti voglio bene. 2-1.

 

Uno spilungone biondo va sul dischetto e segna. Non ricordo il suo nome e per quel che mi frega può rimanere nell’oblio dei miei ricordi. 2-2.

 

Padovano. Finalmente un attaccante. E se poi sbaglia proprio lui? Macché 3-2. Comincio a crederci. Mi trema un po’ la mano.

 

Silooy. Si chiederanno i più giovani chi fosse costui. Ragazzi, andate a cercare su internet, fatevi una cultura, stampatevi la foto di questo tizio e tenetela nel portafoglio insieme a quella di vostra madre o della vostra fidanzata, perché Silooy è colui che ci ha regalato la Champions battendo un rigore molle su cui il Cinghialone si è allungato come un serpente. Restiamo sul 3-2.

 

Parte Jugovic e decido di voltarmi, non ce la faccio a guardare. Poi cambio idea, come faccio a non guardarlo? Jugovic è esperto, ha già vinto una Champions, non può sbagliare.

Primo piano su Jugovic che si avvicina al dischetto. Ha il colletto spiegazzato e noto, stupidamente, che ha qualche capello bianco sopra le orecchie. Indossa la 14. Il tempo pare essersi fermato. In casa non vola una mosca, da fuori nessun rumore. Credo che tutti i bianconeri stessero trattenendo il fiato come me. Penso che se non si sbriga a battere impazzirò.

 

Breve rincorsa, piatto di destro e palla a sinistra. Van der Saar intuisce, si allunga, si avvicina, forse la sfiora, ma non ci arriva. Anni dopo gli perdonai la papera su Nakata per questo.

 

Siamo campioni d’Europa, scoppia il delirio.

 

Mi catapulto in balcone e questa volta raccolgo tutto il fiato che ho e urlo. Non so cosa, non sto esultando, sto avendo una crisi di nervi. Urlo al quartiere, al cielo e al mondo intero che siamo campioni d’Europa e il quartiere risponde con un’esplosione di gioia. Fumogeni, petardi, gente in strada che strilla.

 

Un signore in canotta e ciabatte corre per strada impazzito. Per me è l’immagine di quella vittoria, questo signore di mezza età in preda all'euforia, completamente pazzo di gioia. Non ho mai saputo chi fosse e non l’ho mai rivisto, ma ho nitida la sua immagine in mente.

 

Sto piangendo, forse mi sto pisciando addosso, di sicuro non sto capendo più niente.

 

Scendo e prendo la macchina. Mi ritrovo con altre quattro persone, non ho idea di chi fossero e non ricordo dove li avessi raccattati. Quella sera siamo tutti pazzi, tutti fratelli, tutti uniti. Faccio gli otto km che mi separano dal centro di Torino a passo d’uomo, con il clacson perennemente premuto. Negli ingorghi scendiamo dalle macchine e ci abbracciamo tra perfetti sconosciuti. C’è gente che urla, altri ballano ai semafori, due ragazze in costume fanno sventolare un bandierone in corso Moncalieri.

E’ un delirio, un carnevale, un momento di follia collettiva che rimarrà indelebile nella mia memoria.

 

Dieci anni dopo ho visto qualcosa di simile per la vittoria del mondiale. Ne sono passati altri dieci, sarebbe tempo di tornare in strada a urlare di nuovo per cancellare il Borussia, il Real, i rigori di Manchester.

 

Vorrei tanto rivedere quel signore in canotta e ciabatte che correva per strada ubriaco di gioia. Avrei voglia di abbracciarlo forte, dirgli che siamo fratelli e correre con lui.

 

Forza Juve.

Grazie delle emozioni che mi hai fatto rivivere...Grazie bro! :)

Logicamente anche per me è questa la vittoria delle vittorie!

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Purtroppo non posso rispondere "la vittoria di una CL", perché nel '96 avevo due anni :( :( :( ...dunque non posso che dire il primo scudetto di Conte.

 

Quando (e soprattutto se mai....) vinceremo la terza, nulla potrà più spodestarla come trionfo più emozionante in assoluto. Temo che ci resterei secca :d

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Prego! Notte indimenticabile per tutti. La rivivremo presto, ne sono certo!

 

Quella con l'Aiax è stata una notte di magia. Certo, Perché si voleva quella Coppa Campioni con tutto il cuore.

 

Ma io la metto alla pari dell'Intercontinentale 85. Dire che la Juve non fosse nulla in campo europeo (come ha detto un utente qui sopra), anche prima di quella finale, non rappresenta il vero...

 

Certo, bisognava alzare quella Champions: ma non si possono dimenticare anche le tante altre vittorie internazionali conseguite tra il 1978 ed il 1993 (con l'ultima Coppa Uefa vinta dal Trap) non furono noccioline... Anzi: furono tutte vittorie di altissima qualità visto gli avversari battuti e l'assoluta bellezza di molte delle partite di quelle Juventus vincenti...

 

Ma sotto il profilo della bellezza tecnica pura e di emozioni pazzesche, data l'alternanza del punteggio....

 

(e dell'importanza: perché nel 1985 la Coppa Intercontinentale valeva, eccome se valeva, chiedete a Boniperti il cui desiderio più grande "era quello di veder iscritto il nome della Juve nell'albo d'oro più esclusivo")

 

questa finale non ha eguali...

 

Giudicata, ancora oggi, <<la finale mondiale per club più bella di sempre>>. Che pose la fine del dominio sudamericano durato 8 stagioni....

 

E solo una serata incredibilmente storta, leggasi goal di Pacione sbagliati contro il Barca (Pacione che giocò solo perché Serena e Briaschi erano entrambi infortunati) ci impedì di tornare in finale di Coppa Campioni, presumibilmente vincerla (dato che sarebbe stata la quarta finale europea consecutiva) e tornare a Tokio come avrebbe meritato quella straordinaria Juventus...

 

Con due geni dell'Olimpo: Platinì e Laudrup...

 

https://www.youtube.com/watch?v=AJpf1pE_LeQ

 

Purtroppo non posso rispondere "la vittoria di una CL", perché nel '96 avevo due anni :( :( :( ...dunque non posso che dire il primo scudetto di Conte.

 

Quando (e soprattutto se mai....) vinceremo la terza, nulla potrà più spodestarla come trionfo più emozionante in assoluto. Temo che ci resterei secca :d

 

Quella con l'Aiax è stata una notte di magia. Certo, Perché si voleva quella Coppa Campioni con tutto il cuore.

 

Ma io la metto alla pari dell'Intercontinentale 85. Dire che la Juve non fosse nulla in campo europeo, anche prima di quella finale, non rappresenta il vero...

 

Certo, bisognava alzare quella Champions: ma non si possono dimenticare anche le tante altre vittorie internazionali conseguite tra il 1978 ed il 1993 (con l'ultima Coppa Uefa vinta dal Trap) non furono noccioline: sia per la qualità degli avversari battuti, sia per il gioco espresso in molte partite, al limite della perfezione stilistica (persino quando la Juve non alzò la Coppa: pensiamo alle due sfide straordinarie contro l'Aston Villa, Campione d'Europa, che la Juventus dominò in modo tale che i nostri avversari parvero una squadretta qualsiasi....)

 

E sotto il profilo della bellezza tecnica pura e di emozioni pazzesche, data l'alternanza del risultato...

 

(e dell'importanza: perché nel 1985 la Coppa Intercontinentale valeva, eccome se valeva, chiedete a Boniperti il cui desiderio più grande era quello di veder iscritto il nome della Juve nell'albo d'oro più esclusivo)

 

questa finale non ha eguali... Giudicata, ancora oggi, <<la finale mondiale per club più bella di sempre>>. Che pose la fine del dominio sudamericano durato 8 stagioni....

 

E solo una serata incredibilmente storta, leggasi goal di Pacione sbagliati contro il Barca (Pacione che giocò solo perché Serena e Briaschi erano entrambi infortunati) ci impedì di tornare in finale di Coppa Campioni, presumibilmente vincerla (dato che sarebbe stata la quarta finale europea consecutiva) e tornare a Tokio come avrebbe meritato quella straordinaria Juventus...

 

Con due geni dell'Olimpo: Platinì e Laudrup...

 

Partita da fantascienza del calcio: primo tempo normale, tutto il resto pura magica leggenda....

 

https://www.youtube.com/watch?v=AJpf1pE_LeQ

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Credo che sia difficile paragonare trofei e competizioni diversi, perció farei una lista delle maggiori soddisfazioni che ci siamo tolte nelle varie competizioni:

 

Champions:

 

1. Juve-Ajax 1996

 

 

- troppo amara la vittoria del 1985. Per il resto solo piazzamenti d´onore.

 

 

Coppa Uefa:

 

1. La vittoria contro i viola nel 1990

 

2. La vittoria contro il Dortmund nel 1993

 

(io non c´ero nel 1977, e perció non posso mettere quel trionfo nella mia lista personale)

 

 

Supercoppa Europea:

 

1. Bellissima vittoria nel doppio confronto contro il PSG che umiliammo.

 

Ho solo un ricordo sbiadito di Juve-Liverpool del 1985, ma ho visto la partita molti anni dopo. Strana partita giocata sotto la neve.

 

 

 

 

Coppa Intercontinentale:

 

1. Juventus-River 1-0

 

2. Juventus-Argentinos Juniors. Io metto Juve-River prima, perché nel 1985 non ebbi modo di guardare Juve-Argentinos Juniors in diretta, per cui fu una sensazione strana sentire il risultato solo la mattina alla radio. Ma oggettivamente so bene che Juve-Argentinos Juniors fu leggendaria, anche piú di Juve-River (che pure fu bella)

 

 

Coppa delle Coppe:

 

Io non ero ancora juventino nel 1984, lo sono diventato solo l´anno dopo ;)

 

 

Coppa Italia:

 

1. 1990. Bellissimo il trionfo contro il grandissimo Milan di Sacchi.

 

2. 2015. Molto bello tornare a vedere i nostri ragazzi alzare il trofeo dopo vent´anni di astinenza.

 

3. 2016. Brutta partita, ma battere il Milan in una finale dá sempre una grande soddisfazione.

 

4. 1995. Bella vittoria contro il Parma. Ma come emozioni furono partite meno avvincenti ed equlibrate delle altre finali vinte che ho visto in Coppa Italia, visto che abbiamo vinto 1-0 all´andata e 2-0 al ritorno.

 

 

Supercoppa Italiana:

 

1. Juventus-Napoli a Pechino. Partita emozionante e molto drammatica. Bello vedere i napoletani rosicare dopo.

 

2. Juventus-Milan a New York. Vittoria roccambolesca in una gara molto divertente ed emozionante. Piccola rivincina dopo Manchester. Sottolineo PICCOLA.

 

3. Juventus-Parma del 1996. La prima vittoria in Supercoppa in una gara strana giocata sotto la nebbia.

 

4. Lazio-Juventus 0-4. Bella prestazione. Bello fare una partita cosí a Roma contro la Lazio.

 

5. Juventus-Parma 2-1 nel 2002. Partita giocata a Tripoli su un campo pessimo. Ma partita difficile e quindi abbastanza emozionante.

 

6. Juventus-Vicenza 3-0 Grande Pippo Inzaghi in quella gara contro il simpatico Vicenza.

 

7. Juve-Lazio di quest´anno. Fa sempre piacere vincere, ma onestamente la partita é stata brutta, soprattutto perché giocata su un campo di patate.

 

 

Scudetti:

 

 

1. 5 maggio 2002

 

2. 2012

 

3. 1995

 

4. 1998

 

5. 2003

 

6. 2016

 

7. 1997

 

8. 2015

 

9. 2014

 

10. 2013

 

11. 1986 (ho solo un vago ricordo)

 

12. 2005 per calciopoli

 

13. 2006 per calciopoli

 

Una cosa sola riguardo la Coppa Campioni 1982-83

 

La Juve arrivò in finale da imbattuta, dopo aver regalata, sui campi di tutt'Europa, il miglior calcio assoluto.

 

Incredibile quanto avvenne contro l'Aston Villa, Campione d'Europa in carica: all'andata, fummo la prima squadra italiana a vincere, in Coppa Campioni, in Inghilterra. Al ritorno, distruggemmo letteralmente l'Aston Villa: nel gioco ancora prima che nel punteggio....

 

Tanto che loro dissero: <<Noi eravamo i Campioni d'Europa: ma loro sono marziani...>>.

 

(sintesi)

 

(tutta la partita)

 

Poi, purtroppo, si arrivò alla finale con l'Amburgo dove quella fantastica Juve non scese, di fatto, mai in campo: fu il fantasma di se stessa...

 

Ecco, allora, che nessuno la ricorda più anche se poi si aprì un ciclo internazionale fantastico di vittorie: con la vittoria nel Mundialito ottenuta contro il Flamengo di Zico, alla Coppa delle Coppe, alla Supercoppa Europea, alla tragica Coppa Campioni, ad una magica Intercontinentale. Sino ad una possibile seconda Supercoppa Europea che non venne disputata ed al netto dei goal di Pacione sbagliati con il Barcellona che chiuse quel memorabile ciclo...)

 

Ecco perché, vincere non è importante ma (nota bene: il "ma" nella frase di Boniperti è essenziale. Ruota tutto intorno al "ma") è l'unica cosa che conta...

 

Perché puoi giocare bene quanto vuoi, ma se non alzi il trofeo poi non ti ricorda più nessuno. Anzi: ti prendono anche in giro....

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