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Uchy

Report - Analista finanziario rivela: "A Londra tutti sapevano dei ricavi farlocchi dell'Inter. Anche Figc e Covisoc avevano documento. Agli Zhang ritirato passaporto"

Post in rilievo

1 ora fa, Gek! ha scritto:

Record di 560 milioni di ricavi e utile di 35 milioni. Dal fallimento dato per scontato con rosso da centinaia di milioni a questo? 
mi chiedo come sia possibile..

190 milioni dalla champions e 37 dal mondiale per club.

2025/2026 se non arrivano di nuovo in finale torneranno in perdita.

 

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14 ore fa, Street Spirit ha scritto:

190 milioni dalla champions e 37 dal mondiale per club.

2025/2026 se non arrivano di nuovo in finale torneranno in perdita.

 

esatto. Come minimo faranno 100 milioni di entrate in meno. Se si legge bene, non è un bilancio migliore del nostro in prospettiva, anzi

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6 minuti fa, piglosco ha scritto:

Ema quel bond gigantesco che pende sulla loro testa era e e rimane li.

Gli utili buttano fumo sugli occhi,niente di piu'.

Sul bond possiamo dire poco, adesso ne abbiamo uno anche noi...

 

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2 ore fa, Godai san ha scritto:

Sul bond possiamo dire poco, adesso ne abbiamo uno anche noi...

 

il loro era classificato bond spazzatura.

 

Il nostro è altra roba direi

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4 ore fa, Godai san ha scritto:

Sul bond possiamo dire poco, adesso ne abbiamo uno anche noi...

 

evvai allora tutti zitti senza nemmeno conoscere la differenza

4 ore fa, Stefanov96 ha scritto:

esatto. Come minimo faranno 100 milioni di entrate in meno. Se si legge bene, non è un bilancio migliore del nostro in prospettiva, anzi

ma cosa dici, sono già in finale anche quest'anno d'altronde sono sempre ingiocabili

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Riporto questa notizia, che se fosse vera, si commenta da sola.

 

"Giuseppe Marotta stringe ancora più le mani sulla FIGC. In settimana si vota la sostituzione dell’ex marito dell’attuale signora Agnelli, Francesco Calvo, nel consiglio federale e il Presidente dell’Inter sta brigando per portare al suo posto il sodale nonché testimone di nozze Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo.

La situazione è questa: alla serie A spettano - oltre al presidente Simonelli - tre posti in direttivo, due per le grandi squadre e uno per le piccole.

Al momento i tre sono Marotta in quota Inter, Calvo in quota Juve e Stefano Campoccia dell’Udinese.

Ma Calvo è diventato ceo dell’Aston Villa, e quindi deve essere sostituito.

La Juve aveva proposto Giorgio Chiellini, ma il nome non ha trovato consenso per la poca esperienza, e quindi bocciato.

Visto che la Juve non aveva altri nomi, ecco il colpo di scena: le piccole hanno sostenuto che l’Udinese è ormai una grande, e quindi Campoccia deve passare in quota big, e al posto di Calvo stanno raccogliendo consensi per mettere Carnevali.n questo modo Marotta farebbe scacco matto: in consiglio federale siederebbero lui, il sodale Carnevali e Campoccia, in quota Udinese ma la cui fede interista è nota a tutti. Milan, Juventus, Napoli e le romane rimarrebbero con un palmo di naso…"

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35 minuti fa, VincentJuventus ha scritto:

 

 

Bene, che si inizi a dare risposte.

Certo, ora tutto il sentimento popolare sarà incanalato sul fatto che il querelante ha 93 anni e che tutti gli altri juventini

non hanno le palle di denunciare. 

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Quoto

 

Quoto

Da juventino iscritto alla Fondazione Jdentità Bianconera, sento il bisogno di condividere una riflessione che non potrà piacere a tutti, ma che ritengo necessaria. Invito tutti a riflettere, ma senza perderci troppo tempo, perché la questione è più semplice di quanto sembri.

La sindrome dell'”armiamoci e partite”

Basta. L'”armiamoci e partite” ha stufato. Lo dico chiaramente, senza mezzi termini. Questa retorica del “voi fate, noi stiamo a guardare” è diventata insopportabile quanto contraddittoria.

 

Quante volte l’abbiamo sentita? “Se non si muove la Juve, perché dovrei muovermi io?” Una frase che, in apparenza, sembra sensata. E in effetti, avete ragione. È legittimo chiedersi perché un tifoso debba sobbarcarsi battaglie che dovrebbero essere combattute dalla società stessa. È comprensibile la frustrazione di chi si sente solo davanti a quello che percepisce come un’ingiustizia sistemica.

La contraddizione di fondo

Ma è proprio qui che casca l’asino. È qui che la vostra posizione perde di credibilità e coerenza.

Non potete – e sottolineo non potete – pretendere giustizia e contemporaneamente voltarvi dall’altra parte quando qualcuno prova a ottenerla. Non funziona così. Non in tribunale, non nella vita, e tantomeno nel calcio.

Se cercate giustizia, se invocate la parità di trattamento, se denunciate doppie velocità e due pesi e due misure, ma poi quando arriva il momento di agire vi tirate indietro, il vostro pretendere non ha senso. Diventa vuota retorica da bar. Diventa il classico “piangere sul latte versato” senza mai provare a tappare la bottiglia.

Fare o lamentarsi: bisogna scegliere

La Fondazione, nel bene e nel male, ha fatto una scelta: agire. Ha raccolto il sentimento di migliaia di tifosi che chiedevano risposte e ha deciso di non restare ferma. Ha trasformato la rabbia in azione legale, l’indignazione in un atto concreto.

 

Potete criticare il metodo, potete discutere sulla strategia, potete anche ritenere che non servirà a nulla. Ma non potete, onestamente, dire “voglio giustizia” e poi chiamarvi fuori quando qualcuno prova a perseguirla.

Un messaggio chiaro

Questo articolo non vuole essere un attacco a chi ha dubbi o perplessità. È un invito alla coerenza. Se credete che ci sia un’ingiustizia, supportate chi la combatte. Se pensate che non valga la pena lottare, va bene, ma allora smettete di lamentarvi.

La strada è una sola: o ci battiamo insieme per quello in cui crediamo, o accettiamo lo stato delle cose in silenzio. Ma l'”armiamoci e partite” – questa continua delega a vuoto, questo eterno scaricabarile – è una terza via che non porta da nessuna parte.

La forza dei numeri

C’è un dato che spesso dimentichiamo: siamo milioni. Milioni di tifosi bianconeri sparsi in tutto il mondo. Eppure, quando si tratta di far sentire la nostra voce in modo organizzato, ci dividiamo, ci frammentamo, ci disperdiamo in mille rivoli.

La Fondazione esiste proprio per questo: per dare unità, per trasformare la rabbia individuale in una forza collettiva. Non si tratta di delegare ad altri la battaglia, ma di combatterla insieme, con strumenti legali, con competenze professionali, con una voce che diventa sempre più forte man mano che cresce il numero di chi decide di farla sentire.

 

Ogni socio non è solo un numero, è un pezzo di quella pressione che può finalmente fare la differenza. È la dimostrazione che non siamo quattro fanatici con la bava alla bocca, ma una comunità che pretende rispetto e parità di trattamento.

Conclusione

Da tifoso juventino, ho sempre creduto in una cosa: la coerenza. La Vecchia Signora ci ha insegnato a non mollare mai, a lottare fino all’ultimo minuto, a non accettare le ingiustizie senza reagire.

 

È arrivato il momento di scegliere da che parte stare. Ma una volta fatta la scelta, bisogna avere il coraggio di portarla fino in fondo. Non da soli, non isolati, ma uniti. Perché è solo attraverso l’unione che una voce diventa un coro impossibile da ignorare.

 

La domanda non è più “cosa può fare la Fondazione per me”, ma “cosa possiamo fare noi, insieme, per la giustizia che pretendiamo”.

E la risposta, in fondo, è semplice: esserci. Partecipare. Far sentire che siamo tanti, che siamo organizzati, che non molleremo.

 

Fino alla fine.

E non è un caso se io ho messo questo articolo perchè è ciò che io, @SkynetRG, @eternobianconero, @Oaktreesfasciali e @Bluesjuve, ossia che se volete fare avere giustizia dovete AGIRE (ossia ISCRIVERVI alla fondazione Jdentità Bianconera e invitare anche gli altri ad iscrivervi a JB) e non stare fermo per dire le solite frasi del cavolo che dicono alcuni anche qua e non solo (anzi facendo cosi VOI SIETE COMPLICI DEL SISTEMA COMANDATO DALL'INTER !).

 

Anche nella live con la fondazione JB di ieri, Luciano Moggi ha invitato tutti i tifosi di AGIRE iscrivendosi alla Fondazione JB e non stare più fermi (questo articolo infatti è tratto in parte anche dalle parole dette da Moggi ieri sera)

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