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Next Gen

La crisi del brand Juventus

Post in rilievo

46 minuti fa, Matthew34 ha scritto:

Suvvia, credo che a livello di brand awareness solo il Manchester United possa giocarsela con il Real Madrid.

Si lo so che loro da questo punto di vista sono praticamente imbattibili però di maglie bianconere sugli spalti ce ne erano veramente troppo poche 

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Topic sfogo anche comprensibile, ma di scarsa rilevanza, basato su una sensazione personale a sua volta derivata dalla delusione. 

 

Come diversi utenti hanno riportato, qualunque dato mostra la crescita del brand e della sua visibilità, a dispetto dei risultati sportivi.

 

Il fastidio semmai nasce dal fatto che con qualche vittoria in più si potrebbe capitalizzare molto meglio questa visibilità

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Da tre o quattro anni siamo ai livelli molto mediocri, non c'è motivo di iniziare a tifare Juventus se sei una persona giovane e vivi all'estero cioè non hai una familia bianconera. Ci sono Vinicius, Jamal, altro giocatori fortissimi ed Juve ha solo Yildiz che finora non è ai livelli mondiali. 

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leggendo diversi commenti di questo topic mi par di essere in uno di quei posti dove ti vogliono convincere che la crisi economica globale non esiste perchè la pizzeria sotto casa è sempre piena .... .salute

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3 ore fa, 0oo-rooze ha scritto:

Bene, sono contento.

Ti pongo una domanda allora, perfetta se tu avessi figli adolescenti: chiedi loro se conoscono e seguono la Kings League.

Se non hai figli, fai la domanda a qualcuno che li ha, e poi fammi sapere.

 

Sono stato alle finali italiane, spagnole e francesi della KL all'Inalpi di Torino (sempre per lavoro) poche settimane fa .... il paradigma è cambiato: Io ho sempre portato i miei figli allo stadio, oggi sono i figli che portano i papà allo stadio, ma a vedere la KL. E' un fenomeno che corre veloce, il bacino di spesa su cui puntare oggi sono loro.

Se non riesci a portarli dalla tua parte, hai perso in partenza.

 

Credimi, sono uno che alla mia età si fa ancora sei-sette trasferte all'anno, oltre ad essere abbonato in SUD .... l'età media allo stadio è alta.... ma mica solo a Torino...

I miei figli sono più piccoli, quindi sono fuori target. Comunque mi informerò.

 

Per quel poco che ho visto della King's League, mi sembra però che punti tutto sulla spettacolarizzazione e sulla forza attrattiva di alcuni content creator; un po' come il wrestling o le partite della nazionale cantanti di qualche decennio fa.

 

Credo, però, che non sia un modo per attirare persone verso il calcio o verso la Juve, perché chi cerca la spettacolarizzazione della King's League non può trovare lo stesso in una partita di calcio. Inoltre, la King's League vive solo perché pompata dai media. Vedrai che, quando i miei figli saranno adolescenti, non se la ricorderà nessuno, perché nel frattempo avranno cambiato moda da pompare, per far girare nuovi soldi.

 

L'età media degli stadi è data soprattutto dal prezzo dei biglietti e dal fatto che allo stadio (soprattutto nel nostro stadio) è osteggiata qualsiasi forma di tifo. Se vai in Germania, dove i biglietti costano meno ed il tifo non è diventato una piaga sociale e, quindi, non è osteggiato, vedrai molti più giovani ed anche donne allo stadio.

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24 minuti fa, Teo9 ha scritto:

Topic sfogo anche comprensibile, ma di scarsa rilevanza, basato su una sensazione personale a sua volta derivata dalla delusione. 

 

Come diversi utenti hanno riportato, qualunque dato mostra la crescita del brand e della sua visibilità, a dispetto dei risultati sportivi.

 

Il fastidio semmai nasce dal fatto che con qualche vittoria in più si potrebbe capitalizzare molto meglio questa visibilità

Tolti i dati "virtuali" (che quindi contano solo per i social media manager per giustificare la loro attività), nel mondo reale quali dati dati mostrano la crescita del brand?

 

Gli spettatori allo stadio stanno aumentando? Gli sponsor fanno la coda per comparire sulla nostra maglia? I giocatori migliori vogliono venire da noi?

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1 minuto fa, Next Gen ha scritto:

Tolti i dati "virtuali" (che quindi contano solo per i social media manager per giustificare la loro attività), nel mondo reale quali dati dati mostrano la crescita del brand?

Quali dati invece dimostrano la crisi del brand Juventus?

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4 minuti fa, Karma Cop ha scritto:

Quali dati invece dimostrano la crisi del brand Juventus?

Numero spettatori che non aumentano, sponsor che non si trovano, i giocatori migliori che non vengono più da noi, allenatori come Gasperini e Conte che hanno preferito Roma e Napoli a noi e l'hanno pure dichiarato, un mondiale dove pure il Wydad portava più tifosi di noi allo stadio, un'immagine di corrotti in virtù dei vari scandali, una evidente perdita d'identità.

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4 minuti fa, Next Gen ha scritto:

Numero spettatori che non aumentano, sponsor che non si trovano, i giocatori migliori che non vengono più da noi, un mondiale dove pure il Wydad portava più tifosi di noi allo stadio, un'immagine di corrotti in virtù dei vari scandali, una evidente perdita d'identità.

Tutte tue supposizioni, a parte lo sponsor che probabilmente ha visto anche molta incapacità dei dirigenti in carica. Le tue ultime due supposizioni poi mi lasciano anche pensare che tu non sia neanche juventino. Non ho dati per affermare che tu lo sia.

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20 minuti fa, Karma Cop ha scritto:

Tutte tue supposizioni, a parte lo sponsor che probabilmente ha visto anche molta incapacità dei dirigenti in carica. Le tue ultime due supposizioni poi mi lasciano anche pensare che tu non sia neanche juventino. Non ho dati per affermare che tu lo sia.

Tocca a te dirmi quali sono gli elementi per ritenere che il brand sia in crescita.

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Adesso, Next Gen ha scritto:

Tocca a te dirmi quali sono gli elementi per ritenere che il brand sia in crescita.

Assolutamente no.

Io non ho aperto alcun topic intitolato La crescita del brand Juventus. Tu, invece, sei quello che ha aperto un topic intitolato La crisi del brand Juventus. E sarei io quello che deve riportare i dati e gli elementi reali e non supposti?

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il problema è che noi tifosi abbiamo un'aspettativa troppo alta, mettiamo eccessiva pressione ad una rosa che obiettivamente si colloca tra il quarto e il quinto posto.  La base è ottima, ci vuole solo qualcuno che faccia delle scelte ponderate e con calma fregandosene dei tifosi che voglio vincere subito. Il nostro DNA è un'arma a doppio taglio in periodi di ricostruzione secondo me. Abbiamo vinto 9 scudetti di fila, abbiamo 60 Milioni di followers su IG, appena torneremo a vincere il brand riavrà subito un bel boost. Bisogna azzeccare 3-4 acquisti e secondo me visto che le risorse latitano, anzichè spendere 75 milioni per il giocatore di turno (che avrà poi una pressione assurda sulle spalle, avendo intorno una squadra di mediocri)  meglio prenderne 3-4 a 20-30 mln che poi potenzialmente si possono rivelare dei campioni.

Pure Haaland o Lewandowski messi nel contesto Juventus sono SICURO che faticherebbero, il calcio è uno sport di squadra, il campione di solito è la ciliegina sulla torta, ma se manca la base allora l'intero dolce farà schifo in ogni caso, e vai di " Tizio X è un pippa"

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3 minuti fa, Karma Cop ha scritto:

Assolutamente no.

Io non ho aperto alcun topic intitolato La crescita del brand Juventus. Tu, invece, sei quello che ha aperto un topic intitolato La crisi del brand Juventus. E sarei io quello che deve riportare i dati e gli elementi reali e non supposti?

Sei tu che hai scritto questa frase "qualunque dato mostra la crescita del brand e della sua visibilità, a dispetto dei risultati sportivi".

 

Evidentemente non hai elementi a supporto.

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3 minuti fa, Next Gen ha scritto:

Sei tu che hai scritto questa frase "qualunque dato mostra la crescita del brand e della sua visibilità, a dispetto dei risultati sportivi".

 

Evidentemente non hai elementi a supporto.

Mai scritto quella frase che hai virgolettato.

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Non vinciamo in Europa da 30 anni, mi sembra normale che i giovani di oggi abbiano poca attenzione per la Juve e che possano essere piú attratte da altre squadre. Io sono diventato Juventino negli anni 80 durante l´era di Platini, Laudrup eccettera. Se fossi stato un ragazzino oggi, dubito che mi sarei fatto ossessionare dalla Juventus perché oggi é una specie di nobile decaduta, tipo il Benfica. Sempre importante a livello nazionale, certo, ma a livello internazionale non vince nulla da tre decenni....

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Adesso, Rettiliano Mutaforma ha scritto:

Non vinciamo in Europa da 30 anni, mi sembra normale che i giovani di oggi abbiano poca attenzione per la Juve e che possano essere piú attratte da altre squadre. Io sono diventato Juventino negli anni 80 durante l´era di Platini, Laudrup eccettera. Se fossi stato un ragazzino oggi, dubito che mi sarei fatto ossessionare dalla Juventus perché oggi é una specie di nobile decaduta, tipo il Benfica. Sempre importante a livello nazionale, certo, ma a livello internazionale non vince nulla da tre decenni....

Esatto, non è poi tanto diversa dal Benfica o dall'Ajax (che però ha più coppe dei Campioni/Champions League).

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10 ore fa, Next Gen ha scritto:

I miei figli sono più piccoli, quindi sono fuori target. Comunque mi informerò.

 

Per quel poco che ho visto della King's League, mi sembra però che punti tutto sulla spettacolarizzazione e sulla forza attrattiva di alcuni content creator; un po' come il wrestling o le partite della nazionale cantanti di qualche decennio fa.

 

Credo, però, che non sia un modo per attirare persone verso il calcio o verso la Juve, perché chi cerca la spettacolarizzazione della King's League non può trovare lo stesso in una partita di calcio. Inoltre, la King's League vive solo perché pompata dai media. Vedrai che, quando i miei figli saranno adolescenti, non se la ricorderà nessuno, perché nel frattempo avranno cambiato moda da pompare, per far girare nuovi soldi.

 

L'età media degli stadi è data soprattutto dal prezzo dei biglietti e dal fatto che allo stadio (soprattutto nel nostro stadio) è osteggiata qualsiasi forma di tifo. Se vai in Germania, dove i biglietti costano meno ed il tifo non è diventato una piaga sociale e, quindi, non è osteggiato, vedrai molti più giovani ed anche donne allo stadio.

Vabbè in Germania praticamente non tifano. È un picnic andare allo stadio. Applaudono anche se perdono male. Uniche eccezioni positive sono lo Shalke, il B Dusseldorf e il St Pauli

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La Juventus diventa un brand globale nel mercato dell’entertainment

 

Oggi è più che mai chiaro: un club di calcio che vuole raggiungere grandi risultati non può limitare i propri competitor agli avversari sportivi. Farlo significherebbe privarsi di infinite possibilità di ricavi, non capendo davvero su che campo si gioca la partita.

Le società di calcio, infatti, non sono più semplici organizzazioni che gestiscono eventi sportivi, ma sono diventate brand che devono offrire una vasta gamma di contenuti e esperienze coinvolgenti per i propri fan. I club, oggi, operano pienamente nel mercato del entertainment. La capacità di intrattenere e coinvolgere il pubblico è diventata una parte essenziale della loro strategia di marketing e di sviluppo.

Questo “cambio di campo” lo ha intuito con largo anticipo la Juventus che già in tempi non sospetti ha messo in piedi una serie di strategie per arrivare ad essere percepita come un brand globale.

Il primo segnale è stata la costruzione del nuovo stadio, inaugurato nel 2011.  Nel 2017, poi, c’è stato il vero avvio di questa “rivoluzione”, segnato dal cambio del logo, con l’obiettivo di diventare un brand lifestyle.

 

In pochi anni, il pallone è diventato il centro di gravità di un sistema più ampio, che abbraccia territori come l’arte, la moda, il design e lo stile di vita. Non poteva che cambiare, quindi, anche il modo di raccontare il brand. Anche perché l’obiettivo era (ed è) quello di raggiungere nuovi pubblici. In particolare, la Juventus voleva attrarre fans più giovani e fans internazionali, uscendo dai confini nazionali.

Raccontare il proprio brand in maniera innovativa

Infrangendo le barriere del tradizionale marketing sportivo, quindi, la Juventus ha tracciato un nuovo percorso avvalendosi della potenza dei media digitali per consolidare il suo status di icona culturale globale.

Non è un segreto che i giovani, oggi più che mai, trascorrano una notevole quantità di tempo online, spaziando tra diverse piattaforme. Riconoscendo questa tendenza, la Juventus ha intensificato la sua presenza digitale, cercando di rendere i suoi contenuti facilmente accessibili e altamente coinvolgenti sui principali canali come TikTok, Instagram, e YouTube.

La Juventus ha saputo raccontare il proprio brand in modo innovativo. È stata la prima squadra italiana a sbarcare su Netflix con la serie tv “First Team: Juventus”, serie che racconta la cavalcata bianconera verso lo scudetto del 2018, con un serrato testa a testa contro i rivali del Napoli.First Team: Juventus – Netflix

La Vecchia Signora ha anche abbracciato l’influencer marketing, avviando collaborazioni con influencer, streamer e content creator riconosciuti a livello internazionale, sia del mondo dello sport che di altri settori. Khaby Lame, ad esempio, ha pubblicizzato il lancio della quarta maglia 2022/23 e l’acquisto di Locatelli. Con questa mossa i bianconeri hanno dimostrato che l’influencer marketing non riguarda solo i prodotti di bellezza o la moda, ma può essere applicato con successo anche nel mondo dello sport.

Nuovi linguaggi e tanti contenuti: lo Juventus Creator Lab

In questo scenario, la recente creazione del Juventus Creator Lab segna un’evoluzione significativa nella strategia comunicativa del club. Il Creator Lab è uno studio, situato strategicamente nei pressi del centro di allenamento a Torino, che è diventato la “fabbrica” da cui origina una varietà impressionante di contenuti multimediali originali, progettati per captare l’interesse di un pubblico globale e diversificato. Vengono prodotti qui, infatti, una buona parte degli oltre 1500 contenuti che ogni settimana escono sui vari canali social bianconeri, e arrivano a sfiorare le 500 milioni di visualizzazioni.

Con una programmazione content strategica e diversificata, lo Juventus Creator Lab sfrutta la sua posizione unica per esplorare nuovi formati narrativi.

Creando contenuti che spaziano dai video dietro le quinte a quelli più formativi e informativi, il club tocca temi che vanno oltre il calcio, includendo moda, lifestyle, e arte, dimostrando un impegno a costruire un brand che rispecchi le passioni e gli interessi di un pubblico vasto.

Questo è evidente nel recente successo del documentario su Federico Chiesa “Back on Track”, distribuito attraverso Amazon Prime Video, che esplora temi universali come la resilienza e il ritorno alla normalità dopo un infortunio, argomenti capaci di intercettare una platea ben più ampia degli appassionati di calcio.

I Risultati di questa strategia

I cambiamenti messi in atto hanno contribuito a generare un dialogo bidirezionale tra i tifosi e il club, dove i follower non sono semplici spettatori ma partecipano attivamente alla vita del club attraverso feedback e interazioni. Il Creator Lab contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza e la fedeltà dei tifosi, elementi cruciali per il successo a lungo termine di qualsiasi brand sportivo, riuscendo a creare una narrazione autentica e personale che risuona profondamente con il pubblico.

Grazie alle strategie messe in atto la Juventus è diventata il primo brand italiano sui social, superando Gucci, con oltre 165 milioni di follower totali. A livello calcistico è il quinto club al mondo.

Il pubblico arriva per una buona percentuale dall’estero. Il responsabile Digital Media della Juventus, Marco Castellaneta ha dichiarato ad Avvenire che «il 90% di chi segue e interagisce con i contenuti non risiede in Italia, tanto che l’italiano è solo la quarta lingua più utilizzata dopo l’inglese, lo spagnolo e l’arabo. Il 37% di chi ci segue ha tra i 13 e i 24 anni, il 41% tra i 25 e i 34 anni». 

Ma l’impatto di queste strategie non si ferma all’aumento dei follower o delle visualizzazioni. La Juventus ha registrato un miglioramento significativo nella percezione del marchio e un aumento dell’interesse commerciale. Questo apre a nuove opportunità di monetizzazione attraverso partnership strategiche e sponsorship.

L’approccio preso dalla Juventus contribuisce, inoltre, a costruire una base solida per il futuro. Il club non solo si posiziona come leader nel marketing sportivo ma stabilisce un benchmark per come i club possono efficacemente sfruttare il potere dei social media per mantenere una presenza rilevante in un panorama in continua evoluzione, riuscendo a trascendere dal mondo dello sport e ad inserirsi con successo in quello più ampio del entertainment e del lifestyle.

 

Anno 2024  www.justbacked.it

 

 

Il Real Madrid è il brand calcistico che vale di più al mondo secondo Brand Finance. Il risultato emerge da uno studio che prende in considerazione la forza del brand come la capacità di influenzare le scelte e le opinioni dei tifosi, sia dal punto di vista economico. I Blancos hanno un valore di 1,7 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto alla precedente edizione dell’analisi.

Sul podio si trovano altre due superpotenze calcistiche. La prima è il Manchester City, che si posiziona al secondo posto con una valutazione del brand di 1,6 miliardi di euro (+7%). La seconda è il Barcellona, che conquista la terza piazza a quota 1,5 miliardi di euro e con una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Nella top 10 non sono presenti club italiani e solamente due (Tottenham e Chelsea) hanno fatto registrare un calo. Questa la classifica con le prime 10 posizioni:

Real Madrid – 1,7 miliardi di euro (+16%)

Manchester City – 1,6 miliardi di euro (+7%)

Barcellona – 1,5 miliardi di euro (+12%)

Manchester United – 1,4 miliardi di euro (+3%)

Liverpool – 1,4 miliardi di euro (+1%)

Bayern Monaco – 1,2 miliardi di euro (+12%)

PSG – 1,2 miliardi di euro (+7%)

Arsenal – 1 miliardo di euro (+10%)

Tottenham – 0,9 miliardi di euro (-3%)

Chelsea – 0,8 miliardi di euro (-3%)

 

Guardando alla Serie A, anche nel 2024 la Juventus è il marchio calcistico più prezioso. Il club bianconero ha un valore stimato di 582 milioni di euro, in calo del 7,8% rispetto alla misurazione precedente. La forza del brand è identificata come la capacità di influenzare le scelte e le opinioni dei tifosi, sia dal punto di vista economico.

 

Anno 2024 www.calcioefinanza.it 

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a miami c'erano un sacco di real perchè ci sono un sacco di latini....

che poi il brand possa essere in crisi ci sta viste le ultime vicessitudini giudiziarie/societarie ed i risultati che non arrivano, anche se da questo punto di vista lo utd continua a crescere anche se nn vince più da una vita!

ci vuole un cambio netto, una nuova visione, un nuovo progetto globale.....  tether? 

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53 minuti fa, Rettiliano Mutaforma ha scritto:

Non vinciamo in Europa da 30 anni, mi sembra normale che i giovani di oggi abbiano poca attenzione per la Juve e che possano essere piú attratte da altre squadre. Io sono diventato Juventino negli anni 80 durante l´era di Platini, Laudrup eccettera. Se fossi stato un ragazzino oggi, dubito che mi sarei fatto ossessionare dalla Juventus perché oggi é una specie di nobile decaduta, tipo il Benfica. Sempre importante a livello nazionale, certo, ma a livello internazionale non vince nulla da tre decenni....

 

52 minuti fa, Matthew34 ha scritto:

Esatto, non è poi tanto diversa dal Benfica o dall'Ajax (che però ha più coppe dei Campioni/Champions League).

Non vinciamo in Europa da 30 anni, ma a differenza di club che possiamo considerare "nobili decaduti", in questi 30 anni grossomodo nell'Europa che conta ci siamo sempre stati.

Nella seconda metà degli anni 90, eravamo il club che dominava la Champions, pur avendone vinta soltanto una.
Nel 2003 eravamo di nuovo in finale.
Poi più di un decennio poco brillante (al massimo i quarti di finale) anche a causa di Farsopoli e dell'anno in B, ma nel 2015 e nel 2017, altre due finalissime, purtroppo perse anche queste.

Purtroppo l'ultima volta che abbiamo raggiunto i quarti di finale è stato nel 2019, da allora solo eliminazioni precoci.

Oltre a questa astinenza dalle fasi che contano in CL, a mio avviso scontiamo, da qualche anno in qua, anche l'assenza di campioni in grado di esaltare la gente, e in particolare di far identificare i giovani.
Il nostro campione al momento è...un embrione di campione. Yildiz è già bravissimo e potrà diventare una star, ma praticamente ha solo una stagione da titolare alle spalle, tra l'altro senza aver vinto titoli. Non è identificato dalla gente come quello che ci ha fatto vincere lo scudetto o ci ha fatto fare tanta strada in Champions. E' sicuramente tra i meno colpevoli dell'annata opaca, ma resta il fatto che non ha "firmato" una impresa di quelle che restano nella mente.

Sono tempi duri....

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18 ore fa, Trezegol96 ha scritto:

Ci credo.

Prima potevano comprare la maglia con il nome di un campione dietro le spalle.

Adesso devono comprare la maglia di Vlahovic, Locatelli, Kelly a 150 euro. 

Le maglie te le fanno vendere i campioni. La maglia di Locatelli se la comprano in 3.

credo qualcuno in piu', ha una famiglia numerosa

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Il 01/07/2025 Alle 23:20, Next Gen ha scritto:

La cosa assurda è che usano la scusa di incontrare i gusti del mercato americano ed asiatico per giustificare le maglie e lo stemma orrendo che ci hanno rifilato in questi anni e poi scopriamo che negli USA non ci fila nessuno.

 

La rinascita della Juventus dovrebbe partire anche con la riscoperta della propria identità, tradizione e radici.

Finalmente un messaggio in linea con ciò che dovrebbe essere la Juventus. Vincere che c'entra ? Vogliamo dire che siamo juventini solo perché nella nostra storia abbiamo vinto tanto ? Allora diamo ragione ai nostri detrattori, il tifoso della Juventus è tale perché gli piace vincere facile, si schiera con il più forte, è abituato male, si distacca adesso che siamo delle comparse. Boniperti diceva che vincere è l'unica cosa che conta, verissimo, ma le sue Juventus non vincevano sempre, se no il resto che ci starebbe a fare ? Vincevano tanto quello si, molto più di altre società, ma anche perdendo, si rimaneva fedeli alla tradizione, a un'ideale, a uno stile che ora è scomparso. A me piace vincere, come tutti noi, ma non è la cosa basilare, almeno non lo è per me. Lo avrò scritto tante volte qui sopra, sono nato nel 1960, e ho iniziato a tifare Juventus facendo le figurine, perché mi paceva la divisa bianconera. Se nascevo oggi, certo non sarei della Juve, con le maglie grottesche che ci realizzano un anno si e l'altro pure e questo da quando ci veste l'Adidas, salvo forse una stagione. Nemmeno sapevo se la squadra vincesse o meno, notavo che in certi anni, sulla maglia c'era un triangolino bianco rosso e verde ma non ne conoscevo il significato, e li mi fermavo. Dal 1970 ho inizato a seguire sul serio, in tempo per beccarmi la prima sberla in Coppa Campioni contro l'Ajax, era il 1973. Questa dirigenza ha fatto di tutto per cancellare la stessa idea di Juventus: maglie inguardabili, stemma ridicolo, dirigenti allo sbaraglio, giocatori allo sbando, disciplina interna ed esterna azzerata, modo di comportarsi in ogni contesto, latitante, ogni tesserato apre bocca e gli da fiato, con concetti espressi aberranti, nemmeno fossimo una squadretta dell'oratorio. Io mi riconoscevo nelle Juventus Bonipertiane, le sento le più mie, le più vere e legate a ciò che dovrebbe essere questa società. Ordine, discipilina, si parla solo se autorizzati e si sta attenti a cosa si dice. Essere all'altezza di ciò che si rappresenta e di come lo si fa, in qualunque contesto ci si trovi. I tempi saranno pure cambiati, non si vive di ricordi, ma il retaggio e la tradizione devono rimanere i medesimi, e non si possono disconoscere, peggio ancora annullare. Vanno tramandati e perseguiti ora come allora, passando il testimone a chi subentra, vietandogli di stravolgere o cambiare quei valori fondanti che sono il nostro DNA. Gli uomini passano, la Juventus resta, così dovrebbe essere, perché noi non siamo eterni, ma la Juventus esisterà anche dopo di noi, così come c'era in precedenza.

Restaurazione quindi, questa è la parola. Stringersi intorno ai nostri valori, ai nostri simboli, ai nostri ideali, alla nostra storia che è immensa, unica e leggendaria, e alle poche figure ancora degne di essere nominate, che hanno dato il fritto (non dico il sangue, non esageriamo, ma ci starebbe bene) ai vari livelli, per la Juventus. Dipendesse da me è questo che farei, e se fossi ai vertici societari, meglio ancora nei panni della proprietà, partirei da qui, iniziando da:

1) maglia bianconera in linea con la tradizione, esempio (uno a caso) divise del periodo platini, diciamo anni '80, ma anche '90, vedi la Juventus che vinse la Champions a Roma nel 1996, quella di Lippi, Vialli, Di Livio e Ravanelli. La Juventus per essere tale, deve iniziare andando in campo con la sua divisa, evitando di sembrare un'accozzaglia di clown al circo. I nostri giocatori devono essere identificati in atleti della Juventus. Questo non succede più da anni.

2) emblema. Tornare al pre "J" dei miei stivali. Pare brutto cambiare ? Esiste l'autotutela, quando si commettono caz..... le persone intelligenti ne prendono atto, annullano la castroneria commessa, e si riparte dove si era. La Juventus è una società di Torino. Lo devo ricordare io, che sono di Roma ? Scudo ovale con i colori sociali bianconeri, al centro lo stemma della città, il Toro, con sopra la corona a simboleggiare le mura della città vecchia, Augusta Taurinorum, e sopra il nome JUVENTUS.

Il resto tornerà a seguire, o almeno lo spero, perché di questo passo, almeno da me perderanno tutto il supporto, e nel mio piccolo, ne assicuravo parecchio, con i media, i prodotti ufficiali (mai comprato articoli contraffatti, se pago, aiuto la società, non finanzio il sottobosco di delinquenti che gira intorno al calcio), gli abbonamenti. Mi sono fatto prendere la mano, troppo lungo, sicuro nessuno leggerà nemmeno tre righe, che tristezza.

 

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7 ore fa, Txarren ha scritto:

Vabbè in Germania praticamente non tifano. È un picnic andare allo stadio. Applaudono anche se perdono male. Uniche eccezioni positive sono lo Shalke, il B Dusseldorf e il St Pauli

Chi ti ha detto questa cosa? 

Le tifoserie tedesche per tifo e soprattutto correttezza, penso siano il top a livello europeo.

Grosso modo sono quasi tutte pulite da movimenti di estrema destra/sinistra che invece proliferano in italia e nel resto d'Europa.

Ho visto Juve-Stoccarda e in casa giocavano loro, così come in Juve-Friburgo. 

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