L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI INDOOR
Molti pensano che questa parte finale di stagione, questo scorcio sul Sintetico Indoor, non conti granché, perché sono finiti gli Slam; non ci sono grossi tornei; un paio di 1000 sì, uno nel mattiniero e sonnolento Oriente e l'altro a Bercy, certo, ma, tuttavia, nella sostanza, Il grosso è stato già affrontato.
Beh, in verità chi pensa questo ERRA. Dimostra di non conoscere il Tennis, di non essere un vero intenditore; di essere un turista della racchetta. Infatti, su questa ipersonica superficie, in questo breve respiro stagionale sul duro, si possono vedere i più grandi campioni, i giocatori emergenti; si può scovare il talento. E i match, tra l'altro, sono anche decisivi perché, comunque sia, porteranno poi al Master, che, come sapete, per me rappresenta il terzo Titulo più importante del Tennis, dopo lo Slam verde e il Rolando.
Ma perché, è così importante questo stralcio di stagione? È importante perché sul Sintetico Indoor emergono i dettagli. Voi dovete guardare quelle partite che nessuno vuole vedere, quelle che tutti dicono che siano povere di contenuto tennistico. E li senti berciare: “Ah, che rottura di p.! Non si scambia niente! Solo servizi!!”. Insomma, quelle partite con tonnellate di Tie Break, con pochi punti importanti che decidono il match; con massimo 3- 4 scambi, se va bene; noiose; dove all'apparenza imperano i servizi e basta. Sì, ebbene, proprio quelle.
Proprio quelle dovete vedere, perché questi match, terreno di caccia prediletto dei più tristi Big Server del Pianeta, presentano giustappunto le caratteristiche ideali per far emergere la mentalità, la classe, l'istinto del killer, il talento, la concentrazione feroce del fuoriclasse e del campione. Questo, è ciò che li rende così importanti. Un match sul Sintetico Indoor spesso si decide, infatti, per una manciata di punti: una discesa a rete nel momento giusto; una palla break annullata con un servizio vincente; una risposta rischiata, ma produttiva e spiazzante; una variazione improvvisa e, soprattutto, nervi d'acciaio nelle fasi più delicate. Ci sono alcuni giocatori contro i quali, se si subisce un break, il set è finito. Se ne subisci due, è finita la partita.
Ecco, tutto ciò porta i giocatori a una notevole dose di stress, ad una grandissima richiesta di concentrazione continua; e proprio in quegli interstizi di gioco, in quei piccoli momenti determinanti, il campione, il forte giocatore, emerge, ed ha il sopravvento sul buon giocatore o, ancor più nettamente, sull’onesto mestierante del circuito. Per questo è essenziale che voi guardiate proprio questi match qui: è da questi particolari, infatti, che, se vi allenerete nel visionare, riconoscerete subito le stigmate del fuoriclasse, del campione, e del talento tecnico.
Quindi seguite con attenzione questi tornei: Vienna, Basilea, Bercy e poi ovviamente il Master che rappresenta il Vernissage finale di chiusura della stagione e, con i suoi lustrini d’oro purissimo, la fiera solenne degli Unti del Dio della Racchetta.
Buon Tennis a tutti, ragazzi.