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Leevancleef

VIDEO - Agnelli: «La Juve ha pagato, altri con lo scudetto in tasca. Moggi rappresenta una parte bella e importante della nostra storia.» E Luciano...

Post in rilievo

Sul trattamento riservato all'inter durante calciopoli:



 

 

 

Su Conte, Moggi e il futuro di Del Piero:



 

 

 

Sulla presenza di Moggi allo stadio:



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Agnelli riabilita Moggi: "E' nella storia della Juve"

 

Il presidente bianconero riabilita l'ex d.g. e tira bordate all'Inter: "Lo juventino non può essere l'unico a pagare. Chi si è comportato allo stesso modo non può uscire con un titolo in tasca"

 

IL CASO — La roboante dichiarazione del presidente della Juve arriva dopo una domanda provocatoria dell'editorialista del Financial Times, Simon Kuper, che nel corso di un incontro sul futuro del calcio italiano in Triennale a Milano, che gli ha chiesto se fosse opportuno invitarlo allo Juventus Stadium, nonostante Calciopoli. Per Agnelli, evidentemente, nessun problema. Anzi: "In una cerchia di 20 società - spiega - c'era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti. Lo juventino non può essere l'unico a pagare se tutti si sono comportati allo stesso modo. 'Se sono stato l'unico a sbagliare è giusto pagare' deve pensare lo juventino. Ma chi si è comportato allo stesso modo, non può uscire con uno scudetto in tasca. Non ci si può dimenticare di questo. A Napoli ci sono due procedimenti penali che stanno arrivando alla fine e le carte dei tribunali danno l'idea di quello che si può fare. Poi ci saranno la Cassazione ecc... A quel punto potremo prendere una prima decisione definitiva su cosa fare in base all'iter processuale. Non ha senso parlare di prescrizione se emergono fatti nuovi. In quella stanza ci sono 20 società, non 7 miliardi". Del resto il tormentone sugli scudetti (32 sul campo), la rinuncia alle tre stelle e le frecciate all'Inter sullo scudetto di cartone del 2006 erano parsi già degli indizi sul cambio di rotta della società che, all'epoca dello scandalo Calciopoli, prese invece le distanze da Moggi e da Giraudo.

 

POGBA, DEL PIERO E TAVECCHIO — Agnelli ha poi toccato anche altri argomenti. Il futuro delle stelle della Juve, in primis: "La nostra volontà è quella di continuare a costruire la squadra con Pogba e Vidal. La serie A, però, è diventata però una lega di transito, i grandi campioni vengono da noi, si consacrano e poi vanno nelle altre 4 o 5 grandi squadre europee". Un passaggio anche su Del Piero: "Se tu hai giocato bene a calcio - ha spiegato - non è detto che tu sappia e che ti senta di svolgere un ruolo manageriale. Sicuramente Del Piero però potrebbe essere una figura giusta per guidare le istituzioni calcistiche". Infine ennesima stoccata a Tavecchio, presidente Figc: "Sono rispettoso delle istituzioni e se Tavecchio mi chiama al telefono rispondo, ma preferivo una soluzione diversa e continuo a sostenerlo. La gaffe su Opti Pobà? L'Italia ha un senso etico molto basso e gli scivoloni non creano particolare sorpresa".

 

Gasport

 

Agnelli: "Juve unica a pagare, ma c'è chi ha fatto la stessa cosa ed è uscita con uno scudetto in tasca!"

 

Il numero uno della Juventus, intervenuto a un convegno alla Triennale, ha attaccato l'Inter: «In una cerchia di 20 società c'era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti. Lo juventino è stato l'unico a pagare e chi si è comportato allo stesso modo, non può uscire con uno scudetto in tasca. Dopo il processo di Napoli capiremo quello che possiamo fare. Non ha senso parlare di prescrizione se emergono fatti nuovi. Moggi? Rappresenta una parte bella e importante della nostra storia. Siamo il paese del cattolicesimo e possiamo anche perdonare la gente".

 

di Andrea Ramazzotti

 

 

MILANO - Intervistato alla Triennale di Milano da Simon Cuper, Andrea Agnelli ha parlato a un dibattito dal titolo "Il futuro del calcio nel paese del calcio". Il presidente della Juventus ha dibattuto su vari temi per un'ora tenendo incollata la platea, ma gli spunti più forti li ha dati riguardo a calciopoli. "Il tema del 2006 è un tema delicato. Senza entrare nel merito che non è quello che vogliamo far oggi perché parliamo del futuro del calcio italiano, nel 2006 il problema è stato la parità di trattamento. In una cerchia di 20 società c'era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti. Lo juventino non può essere l'unico a pagare se tutti si sono comportati allo stesso modo. "Se sono stato l'unico a sbagliare è giusto pagare" deve pensare lo juventino. Ma chi si è comportato allo stesso modo, non può uscire con uno scudetto in tasca. Non ci si può dimenticare di questo. A Napoli ci sono due procedimenti penali che stanno arrivando alla fine e le carte dei tribunali danno l'idea di quello che si può fare. Poi ci saranno la Cassazione ecc... A quel punto potremo prendere una prima decisione definitiva su cosa fare in base all'iter processuale. Non ha senso parlare di prescrizione se emergono fatti nuovi. In quella stanza ci sono 20 società, non 7 miliardi. Moggi? Rappresenta una parte bella e importante della nostra storia. Siamo il paese del cattolicesimo e possiamo anche perdonare la gente".

 

CONTE - "Quello che c'è da dire su di lui l'ho detto nella lettera che ho scritto quando c'è stato l'addio. Non voleva più rimanere con noi e anche il presidente in casi come questo deve lasciare andare via l'allenatore. Sono contento di come si è integrato Max Allegri e di come i giocatori lo stanno seguendo. Allegri ha la fiducia della società e con lui possiamo crescere ancora. Al passato non guardo più.

 

PARMA TRAVOLTO - "Se mi sono divertito nel 7-0 contro il Parma? Sì, mi sono divertito, ci sono cose peggiori... Sono più belle le partite vinte al 92'. Il 3-2 contro l'Olympiacos è stato più emozionate anche con quel rigore sbagliato al 93' che può pesare per la nostra classifica. Una vittoria come quella contro il Parma, però, ogni 30 anni non si offende nessuno".

 

DEL PIERO - "Non so se Del Piero tornerà alla Juventus. Non ne ho parlato con lui. Lui ha scelto di vivere esperienze all'estero in Australia. Questa estate parlando insieme mi ha raccontato dell'Australia e dell'India. Può essere una faccia importante per il calcio italiano, non solo per la Juventus. Con lui ci sentiamo. Quando tornerà parleremo del suo ruolo nel dopo calcio che è delicato: se hai giocato bene a calcio non vuol dire che sei adatto a un ruolo nel dopo calcio. Se un calciatore vuole trasformarsi in un dirigente e ha la voglia di lavorare per far bene, però può essere importante per il calcio italiano".

 

RAZZISMO - "Gli stadi dovrebbero essere luoghi dove trascorrere 4 ore al giorno, le 2 della partita, un'ora prima e un'ora dopo, ma l'età media degli stadi italiani è di 64 anni. Vuol dire che sono strutture fastiscenti, che non hanno posti adatti e attraenti per le famiglie. Costruire uno stadio nuovo è come riqualificare un'area urbana. Il razzismo va debellato, non ha senso di esistere non solo nello sport, ma nella vita. Molte delle sanzioni che sono state applicate lo scorso anno, compresa quella della discriminazione territoriale punita come razzismo che in realtà razzismo non è, sono frutto del campanismo. Peppone e Don Camillo sono parte della nostra cultura... Quando ci sono curve chiuse in Italia, all'estero si parla di razzismo e si fanno danni al movimento. Prendiamo l'esempio di Balotelli. Come è possibile fare il tifo per Pogba o Asamoah e poi odiare Balotelli? Hanno la pelle dello stesso colore. I tifosi sono per caso bi-polari? Il razzismo va combattuto e se ci sono atteggiamenti come quelli contro Balotelli bisogna essere serevi, applicare le regole. Facciamo però differenza tra il razzismo e la discriminazione terroriale. All'interno del nostro stadio verrà installata una nuova telecamera che permetterà di individuare i singoli responsabili di un reato".

 

MERCATO - "Lo scorso anno si diceva che sarebbero andati via sia Vidal che Pogba e invece sono qui da noi. La volontà nostra è quella di costruire una squadra nella quale Pogba e Vidal siano importanti. Due anni fa nessuno conosceva Pogba e adesso abbiamo preso Coman che sta facendo bene. Il calcio però è fatto di giocatori che vanno e vengono. Noi non siamo più una destinazione finale, ma una lega di transito: da noi i campioni vengano, si consacrano e poi vanno via a consacrarti in una delle 4 realtà europee ovvero Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco e Manchester United. La Champions? E' il sogno di tutti, ma se il Real Madrid ha impiegato 12 anni per conquistare la "decima", e ogni anno partiva per vincerla, capite che un po' di tempo sia necessario...".

 

CdS

 

 

Il presidente della Juventus: «Siamo il paese del cattolicesimo: Moggi si può perdonare. L'Italia è in difficoltà, ma ci sono opportunità. Oggi la Serie A non è una destinazione finale, ma una lega di transito. Il mio primo ricordo calcistico è a Villar Perosa nell'82, un pranzo con la squadra, vicino a Paolo Rossi»

 

TORINO - (e.e.) Ospite di Studio in Triennale a Milano, Andrea Agnelli parla del "futuro del calcio nel paese del calcio". Il presidente della Juventus dialoga con Simon Kuper del Financial Times. «La Premier è un modello straordinario. La Liga un'anomalia. L'Italia è in difficoltà, ma ci sono opportunità. Oggi la Serie A non è una destinazione finale, ma una lega di transito. Mi piacerebbe che in futuro le italiane performassero meglio in Europa League». Sugli stadi di proprietà: «Una realtà piccola, ma anche una piccola eccellenza, è il Sassuolo. E pure l'Udinese fa bene». La foto nella memoria: «Il mio primo ricordo calcistico è a Villar Perosa nell'82, un pranzo con la squadra, vicino a Paolo Rossi. Del Piero? Non so se tornerà. Lo scorso anno si diceva che sarebbero andati via sia Vidal sia Pogba e invece sono qui da noi. La volontà nostra è quella di costruire una squadra nella quale Pogba e Vidal siano importanti. Due anni fa nessuno conosceva Pogba e adesso abbiamo preso Coman che sta facendo bene». Andrea Agnelli annuncia anche supertelecamera allo J.Stadium contro i violenti. E su calciopoli: «In una cerchia di 20 società c'era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti. Lo juventino non può essere l'unico a pagare se tutti si sono comportati allo stesso modo. "Se sono stato l'unico a sbagliare è giusto pagare" deve pensare lo juventino. Ma chi si è comportato allo stesso modo, non può uscire con uno scudetto in tasca. Non ci si può dimenticare di questo. A Napoli ci sono due procedimenti penali che stanno arrivando alla fine e le carte dei tribunali danno l'idea di quello che si può fare. Poi ci saranno la Cassazione ecc... A quel punto potremo prendere una prima decisione definitiva su cosa fare in base all'iter processuale. Non ha senso parlare di prescrizione se emergono fatti nuovi. In quella stanza ci sono 20 società, non 7 miliardi. Moggi? Rappresenta una parte bella e importante della nostra storia. Siamo il paese del cattolicesimo e possiamo anche perdonare la gente».

 

tuttosport

 

Andrea Agnelli getta nuova benzina sul fuoco sulle polemiche mai sopite relative a Calciopoli."Luciano Moggi rappresenta comunque una parte importante della nostra storia - ha dichiarato il presidente della Juventus -. Siamo il Paese del cattolicesimo e del perdono. Lo possiamo anche perdonare". "Non può essere l'unico a pagare - ha aggiunto, riferendosi all'Inter -. Chi si è comportato allo stesso modo non può uscire con uno scudetto".

Agnelli ha parlato di Moggi rispondendo alla Triennale di Milano alle domande dell'editorialista del Financial Times Simon Kuper nel corso di un incontro sul futuro del calcio italiano. "Luciano Moggi è venuto allo stadio con i suoi nipotini e possiamo concederglielo", ha dichiarato il presidente bianconero, che poi è tornato ad attaccare l'Inter. "In una cerchia di 20 società c'era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti. Lo juventino non può essere l'unico a pagare se tutti si sono comportati allo stesso modo - ha spiegato -. 'Se sono stato l'unico a sbagliare è giusto pagare' deve pensare lo juventino.Ma chi si è comportato allo stesso modo, non può uscire con uno scudetto in tasca. Non ci si può dimenticare di questo. A Napoli ci sono due procedimenti penali che stanno arrivando alla fine e le carte dei tribunali danno l'idea di quello che si può fare. Poi ci saranno la Cassazione ecc...". "A quel punto potremo prendere una prima decisione definitiva su cosa fare in base all'iter processuale - ha continuato -. Non ha senso parlare di prescrizione se emergono fatti nuovi. In quella stanza ci sono 20 società, non 7 miliardi".

 

Poi Agnelli ha approfittato dell'occasione per ribadire la sua posizione sull'elezione diTavecchio alla guida della Figc: "Sono rispettoso del presidente federale, ma avrei preferito una soluzione diversa e continuo a sostenerlo". "L'Italia ha un senso etico molto basso e gli scivoloni non creano particolare sorpresa", ha proseguito, riferendosi alla scelta di Tavecchio nonostante la gaffe razzista.

 

"La federazione è senza un progetto tecnico, ora ha un nuovo presidente e non so se prevarranno le logiche di un'eventuale rielezione o se si porranno le basi di una crescita", ha proseguito, analizzando lo stato del calcio italiano. Infine una bordata anche contro la Lega Calcio: "Ha un meccanismo che crea grandissime difficoltà, tanto che non si riesce mai a trovare un accordo, perdendo una visione più ampia. Si tratta di togliere potere all'assemblea e delegare qualcuno a lavorare soprattutto in tema di diritti tv, ma la governance va sicuramente rivista".

 

sportmediaset

 

Andrea Agnelli, presente oggi alla Triennale di Milano, si è espresso sull'opportunita' di vedere allo stadio l'ex dg dei bianconeri Luciano Moggi, dopo Calciopoli: "Moggi rappresenta comunque una parte importante della nostra storia. Siamo il Paese del cattolicesimo e del perdono. Lo possiamo anche perdonare'. In una cerchia di 20 società - spiega - c'era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti. Lo juventino non può essere l'unico a pagare se tutti si sono comportati allo stesso modo. 'Se sono stato l'unico a sbagliare è giusto pagare' deve pensare lo juventino. Ma chi si è comportato allo stesso modo, non può uscire con uno scudetto in tasca. Non ci si può dimenticare di questo. A Napoli ci sono due procedimenti penali che stanno arrivando alla fine e le carte dei tribunali danno l'idea di quello che si può fare. Poi ci saranno la Cassazione ecc... A quel punto potremo prendere una prima decisione definitiva su cosa fare in base all'iter processuale. Non ha senso parlare di prescrizione se emergono fatti nuovi. In quella stanza ci sono 20 società, non 7 miliardi".

Sul futuro bianconero: "La nostra volontà è quella di continuare a costruire la squadra con Pogba e Vidal. La serie A, però, è diventata però una lega di transito, i grandi campioni vengono da noi, si consacrano e poi vanno nelle altre 4 o 5 grandi squadre europee".

Su Del Piero: "Se tu hai giocato bene a calcio - ha spiegato - non è detto che tu sappia e che ti senta di svolgere un ruolo manageriale. Sicuramente Del Piero però potrebbe essere una figura giusta per guidare le istituzioni calcistiche".

Chiusura su Tavecchio: "Sono rispettoso delle istituzioni e se Tavecchio mi chiama al telefono rispondo, ma preferivo una soluzione diversa e continuo a sostenerlo. La gaffe su Opti Pobà? L'Italia ha un senso etico molto basso e gli scivoloni non creano particolare sorpresa".

 

Tuttojuve

 

- LA RISPOSTA DI MOGGI -

 

Luciano Moggi: "Ringrazio Agnelli, anche se non ho nulla di cui farmi perdonare"

 

Intervistato dai colleghi di tmw, l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi ha replicato alle affermazioni odierne di Andrea Agnelli. Parole concilianti: "Ringrazio il presidente per le parole positive che ha espresso nei miei confronti anche se, non ho niente da farmi perdonare. Andrea è stato vicino alla Juventus nei dodici anni che sono stato nel club bianconero perché era sempre con suo padre e quindi sa molto bene quello che è stato il mio lavoro. Agnelli è un presidente che sa quello che vuole e non è un caso che ha riportato la Juventus alla vittoria. Ha preso il club nel momento più difficile della sua storia e lo ha riportato a vincere".

 

tuttojuve

 

Edit per chiarire:

la parte riguardante il "perdonare Moggi" che alcuni media riportano, nelle intenzioni del Presidente, probabilmente non è da intendere con riferimento a sè stesso o alla Juve, ma, in senso lato (dato che è stata accompagnata da un sorriso), a chi in Italia lo vede ancora come un "mostro", difatti viene citata "l'Italia come Paese cattolico"...

Il senso è: Moggi è una parte bella e importante della nostra storia. Ha fatto cose che erano abitudini comuni e per le quali hanno pagato solo lui e la Juve, mentre altri hanno indossato addirittura scudetti immeritati pur avendo fatto di peggio. Quindi la vostra opinione comune di "mostro del calcio" è distorta... e va perdonato dato che siamo anche un Paese cattolico no?

Dobbiamo aspettare la fine del percorso processuale per poterci muovere con la giusta dovizia.

(più o meno dovrebbe essere questo il senso... in attesa di completare il tutto con nuovi aggiornamenti)

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Prendere moggi subito.

 

Non ha importanza in che ruolo . Gli anti juventini devono rosicare come le merdé

Moggi è radiato eh, non può avere nessun ruolo nel calcio

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Hmmmm, troppo facilmente strumentalizzabile il "possiamo perdonare Moggi", ci andranno a nozze tutti........

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il presidente spiega bene che Moggi non ha fatto niente di diverso da quello che facevano tutti... perdonare significa solo sottolineare il peccato veniale...

capite bene il senso del discorso e non fate come la stampa di regime che tende solo a criminalizzare il mondo bianconero...

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Hmmmm, troppo facilmente strumentalizzabile il "possiamo perdonare Moggi", ci andranno a nozze tutti........

ecco appunto....ci si è tirati una bella sassata sui maroni!!! Ma pensare prima di parlare no...??😷

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"PERDONARE" nel senso che non ha fatot niente di male e che la Società in senso generale può perdonarlo senza vederlo come un mostro.

 

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Se non ha fatto niente di male cosa c'entra "perdonare"

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Se non ha fatto niente di male cosa c'entra "perdonare"

 

niente di male per te,me,la societa' juventus.Agli occhi dello stato italiano "piaccia o non piaccia" al momento risulta colpevole.E questo e' lo stato dei fatti.

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Frase leggermente decontestualizzata.

Voleva dire ben altro.

 

lo spero.. perchè da quello che leggo pare abbia pisciato fuori dal vaso.. e di brutto

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"PERDONARE" nel senso che non ha fatot niente di male e che la Società in senso generale può perdonarlo senza vederlo come un mostro.

 

LEGGERE PRIMA DI COMMENTARE!

la frase resta lo stesso infelice perchè verrà strumentalizzata e falsificata ad uso e consumo di media e antijuventini che diranno "ecco, il vostro presidente ammette ciò che ha fatto moggi!"..non doveva proprio usare certi verbi e parole sapendo come è la stampa in italia..proprio mentre eravamo tranquilli devono scoppiare queste cose...
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niente di male per te,me,la societa' juventus.Agli occhi dello stato italiano "piaccia o non piaccia" al momento risulta colpevole.E questo e' lo stato dei fatti.

 

Rileggi bene và...

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abitano nello stesso palazzo AA e Moggi si vedono ogni giorno e chi pensate ha portato allegri alla juve ?

 

non inventiamo cazzat.e sul "perdonare"

 

 

Moggi? Rappresenta una parte bella e importante della nostra storia. Siamo il paese del cattolicesimo e possiamo anche perdonare la gente».

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Dato che tanto quei sacchi di letame dei mass-media se lo sbraneranno per quanto ha detto, tanto valeva essere più grati a Moggi.

 

Va anche detto che qualunque cosa una persona dica i media estrapolano quello che pare loro, del discorso (condivisibilissimo) sul fatto che TUTTE le società come minimo parlavano coi dirigenti verrà estrapolata solo la frase del perdonare e passerà sotto silenzio il resto.

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Moggi fa parte della nostra storia. Non è un santo, ma non lo sono stati nemmeno tanti altri, parafrasando Giraudo, i veri banditi hanno preso in mano il calcio odierno. Tavecchio, Lotito, ne vogliamo parlare???

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