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Mormegil

Guerra di Siria e situazione mediorientale: news e commenti

Post in rilievo

38 minuti fa, OaOx ha scritto:

Azz...arrivati a questo punto temo che la guerra sia quasi inevitabile.

Nessuno può permettersi la guerra

 

Non Trump (che sarebbe un folle a mandare in anno elettorale l'esercito in Medioriente, dopo aver promesso non più tardi di due mesi fa che l'America non entrerà più in guerre lontane da casa)

 

Non Khomeini e l'Iran, che da una guerra con USA (e quindi anche Arabia, Paesi del Golfo, Israele, Turchia, più quasi certamente i britannici) verrebbero distrutti (causando centinaia di migliaia di morti nell'area certo, ma finendo per fare la stessa fine di Saddam)

 

Questa è semplicemente diplomazia e propaganda, ma nessuno spingerà il "bottone rosso". E anzi, forse i meno scontenti della morte di Soleimani sono proprio i più conservatori del regime iraniano, che ora potranno limitare ancor di più le libertà del proprio popolo con la scusa del "nemico che avanza verso di noi" (Soleimani, pur essendo un generale e nazionalista, aveva gran presa sui giovani, e veniva visto quasi come un "moderato" rispetto agli ayatollah)

 

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13 minuti fa, SuperTalismano ha scritto:

Nessuno può permettersi la guerra

 

Non Trump (che sarebbe un folle a mandare in anno elettorale l'esercito in Medioriente, dopo aver promesso non più tardi di due mesi fa che l'America non entrerà più in guerre lontane da casa)

 

Non Khomeini e l'Iran, che da una guerra con USA (e quindi anche Arabia, Paesi del Golfo, Israele, Turchia, più quasi certamente i britannici) verrebbero distrutti (causando centinaia di migliaia di morti nell'area certo, ma finendo per fare la stessa fine di Saddam)

 

Questa è semplicemente diplomazia e propaganda, ma nessuno spingerà il "bottone rosso". E anzi, forse i meno scontenti della morte di Soleimani sono proprio i più conservatori del regime iraniano, che ora potranno limitare ancor di più le libertà del proprio popolo con la scusa del "nemico che avanza verso di noi" (Soleimani, pur essendo un generale e nazionalista, aveva gran presa sui giovani, e veniva visto quasi come un "moderato" rispetto agli ayatollah)

 

Hai ragione...ma io non mi fiderei molto del buonsenso delle parti....arrivati ad un certo punto è difficile mantenere il controllo.
Vedremo come e se reagirà l'Iran.

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l'Iran ha subito un colpo pesantissimo, perdere un generale di carisma come questo Soleimani che aveva un enorme influenza su tutto il medioriente..... ma come hanno fatto ad individuare la sua auto, sapendo che all'interno vi era lui?

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Adesso, Pogba88 ha scritto:

l'Iran ha subito un colpo pesantissimo, perdere un generale di carisma come questo Soleimani che aveva un enorme influenza su tutto il medioriente..... ma come hanno fatto ad individuare la sua auto, sapendo che all'interno vi era lui?

L'Iraq da dopo la caduta di Saddam è una specie di colonia americana

Gli USA avranno spie, informatori locali etc

 

A quanto ho letto hanno organizzato l'operazione sfruttando il lavoro a terra dell'intelligence, (coprendo nel frattempo l'arrivo degli elicotteri apache con la scusa della "protezione del personale diplomatico")

 

Probabilmente questo tipo di viaggi da parte di Soleimani e delle altre vittime (tutti alti graduati dell'esercito iraniano coinvolti in operazioni all'estero) erano di routine (magari prima erano in Siria o in Libano)

 

A quel punto "basta" osservare e attendere il momento giusto. Tra l'altro, ho letto sempre oggi che il generale era solito viaggiare su convogli molto scarni, convinto di non poter essere colpito in territorio "amico"

 

Diciamo che è un mix di superficialità iraniana e grande lavoro d'intelligence americana. Comunque si, la morte di Soleimani frena tantissimo "l'imperialismo iraniano" in Medioriente (Siria, Libano, Iraq, Yemen), anche solo per il fatto che sarà difficile trovare un militare così bravo e così carismatico in futuro

 

Gli iraniani hanno sottovalutato gli americani, provocandoli e sperando così di indurre gli Yankee ad alleggerire la guerra economica ai loro danni (attacchi ai centri petroliferi sauditi, assedio all'ambasciata Usa in Iraq, sequestro delle petroliere nello stretto di Hormuz, abbattimento del Drone USA, infiltrazioni in Libano e Iraq)

E gli americani hanno dimostrato, ancora una volta, che il loro "Impero" è solido ed efficiente (a dispetto delle promesse isolazioniste di Trump)

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2 minuti fa, SuperTalismano ha scritto:

L'Iraq da dopo la caduta di Saddam è una specie di colonia americana

Gli USA avranno spie, informatori locali etc

 

A quanto ho letto hanno organizzato l'operazione sfruttando il lavoro a terra dell'intelligence, (coprendo nel frattempo l'arrivo degli elicotteri apache con la scusa della "protezione del personale diplomatico")

 

Probabilmente questo tipo di viaggi da parte di Soleimani e delle altre vittime (tutti alti graduati dell'esercito iraniano coinvolti in operazioni all'estero) erano di routine (magari prima erano in Siria o in Libano)

 

A quel punto "basta" osservare e attendere il momento giusto. Tra l'altro, ho letto sempre oggi che il generale era solito viaggiare su convogli molto scarni, convinto di non poter essere colpito in territorio "amico" 

 

Diciamo che è un mix di superficialità iraniana e grande lavoro d'intelligence americana. Comunque si, la morte di Soleimani frena tantissimo "l'imperialismo iraniano" in Medioriente (Siria, Libano, Iraq, Yemen), anche solo per il fatto che sarà difficile trovare un militare così bravo e così carismatico in futuro

 

Gli iraniani hanno sottovalutato gli americani, provocandoli e sperando così di indurre gli Yankee ad alleggerire la guerra economica ai loro danni (attacchi ai centri petroliferi sauditi, assedio all'ambasciata Usa in Iraq, sequestro delle petroliere nello stretto di Hormuz, abbattimento del Drone USA, infiltrazioni in Libano e Iraq)

E gli americani hanno dimostrato, ancora una volta, che il loro "Impero" è solido ed efficiente (a dispetto delle promesse isolazioniste di Trump)

sarà cosi, ciò non toglie che gli americani sono dei guerrafondai e imperialisti di prim'ordine. Davvero vorrei tanto che l'Italia chiudesse ogni genere di rapporti con loro, ma che purtroppo è impossibile per troppe ragione fare....

da tempo credo che abbiamo capito chi sono gli amici e chi i nemici. Quelli che consideriamo amici, sono in realtà i nostri veri nemici ma per convenienza a noi sta bene cosi.

Sinceramente di queste faide, io vorrei che l'Italia si tirasse sempre fuori, anche perchè per esperienza mia e per aver conoscenti in Iran...l'italia ha tantissime aziende e tanti interessi nel paese degli sciiti....tanti! più di quanto immaginiamo.

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Adesso, Pogba88 ha scritto:

sarà cosi, ciò non toglie che gli americani sono dei guerrafondai e imperialisti di prim'ordine. Davvero vorrei tanto che l'Italia chiudesse ogni genere di rapporti con loro, ma che purtroppo è impossibile per troppe ragione fare....

da tempo credo che abbiamo capito chi sono gli amici e chi i nemici. Quelli che consideriamo amici, sono in realtà i nostri veri nemici ma per convenienza a noi sta bene cosi.

Sinceramente di queste faide, io vorrei che l'Italia si tirasse sempre fuori, anche perchè per esperienza mia e per aver conoscenti in Iran...l'italia ha tantissime aziende e tanti interessi nel paese degli sciiti....tanti! più di quanto immaginiamo.

Anch'io vorrei che fossimo una nazione sovrana dal punto di vista della politica estera

 

Ma non sarà mai così

Abbiamo perso la Seconda Guerra Mondiale, e al tavolo dove si sono decisi i nuovi equilibri mondiali non c'eravamo perché a pezzi dopo la guerra

 

Siamo una colonia, o forse è meglio dire una provincia di un Impero (un po come lo erano la Dacia o la Gallia durante l'Impero Romano), e da provincia possiamo muoverci. Ci sono limiti invalicabili (altrimenti perché secondo te in Libia non è permesso ne a noi ne ai francesi di mettere bocca? Perché agli USA non frega niente della Libia, anzi, già nel 2011 furono costretti ad intervenire per evitare una disfatta europea)

 

Quanto ad amici e nemici, sono secondo me concetti astratti. Ognuno (ogni stato, ogni collettività) cerca di preservare il proprio interesse nazionale (con ogni mezzo, lecito o illecito, etico o meno)

 

Ci sono solo due modi per riottenere la nostra sovranità:

1) gli USA perdono il primato mondiale in campo militare (e direi che ad oggi è utopia)

2) noi superiamo gli USA in campo militare (pura fantasia)

 

Ah già, ci sarebbe anche il piccolo dettaglio di circa 12000 soldati americani sul nostro territorio nazionale, più altri 80000 in tutta Europa

 

Possono essere guerrafondai e imperialisti (e sono d'accordo su entrambe le cose) ma sotto il loro ombrello (la NATO) stiamo in pace da 70 anni. Forse è poco, ma non era scontato dopo due conflitti mondiali in 40 anni nel vecchio continente)

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3 minuti fa, SuperTalismano ha scritto:

Anch'io vorrei che fossimo una nazione sovrana dal punto di vista della politica estera

 

Ma non sarà mai così

Abbiamo perso la Seconda Guerra Mondiale, e al tavolo dove si sono decisi i nuovi equilibri mondiali non c'eravamo perché a pezzi dopo la guerra

 

Siamo una colonia, o forse è meglio dire una provincia di un Impero (un po come lo erano la Dacia o la Gallia durante l'Impero Romano), e da provincia possiamo muoverci. Ci sono limiti invalicabili (altrimenti perché secondo te in Libia non è permesso ne a noi ne ai francesi di mettere bocca? Perché agli USA non frega niente della Libia, anzi, già nel 2011 furono costretti ad intervenire per evitare una disfatta europea)

 

Quanto ad amici e nemici, sono secondo me concetti astratti. Ognuno (ogni stato, ogni collettività) cerca di preservare il proprio interesse nazionale (con ogni mezzo, lecito o illecito, etico o meno)

 

Ci sono solo due modi per riottenere la nostra sovranità:

1) gli USA perdono il primato mondiale in campo militare (e direi che ad oggi è utopia)

2) noi superiamo gli USA in campo militare (pura fantasia)

 

Ah già, ci sarebbe anche il piccolo dettaglio di circa 12000 soldati americani sul nostro territorio nazionale, più altri 80000 in tutta Europa

 

Possono essere guerrafondai e imperialisti (e sono d'accordo su entrambe le cose) ma sotto il loro ombrello (la NATO) stiamo in pace da 70 anni. Forse è poco, ma non era scontato dopo due conflitti mondiali in 40 anni nel vecchio continente)

Concordo su tutto purtroppo....

solo una cosa: per riottenere la nostra sovranità, diciamo che solo due nazioni potrebbero toglierla agli americani è quelle sono Russia e Cina, in particolare quest'ultima, anche se poi c'è il forte rischio di finire sotto al medesimo impero ma quello cinese che piano piano, si sta espandendo....

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1 minuto fa, Pogba88 ha scritto:

Concordo su tutto purtroppo....

solo una cosa: per riottenere la nostra sovranità, diciamo che solo due nazioni potrebbero toglierla agli americani è quelle sono Russia e Cina, in particolare quest'ultima, anche se poi c'è il forte rischio di finire sotto al medesimo impero ma quello cinese che piano piano, si sta espandendo....

La Russia non ci riuscirà mai. Guarda come la NATO gli ha strappato da sotto il naso l'Ucraina (un po lo stesso errore dell'Iran, la sottovalutazione dell'influenza americana)

 

I cinesi stanno migliorando tantissimo, sotto il profilo commerciale e infrastrutturale (e in parte anche militare) ma tanto per citare Dario Fabbri di Limes "Non sono le navi cinesi ad impedire a quelle americane di viaggiare dal Texas alla Florida, ma quelle americane che impediscono alla marina cinese di riprendersi Taiwan"

 

C'è un motivo se per definire gli USA si utilizza il termine "la Superpotenza". C'è un gap enorme tra loro e qualunque altra nazione del mondo (anzi, per essere precisi, la loro spesa militare è superiore a quella di tutte le altre nazioni messe insieme)

 

E poi si, anche ci riuscissimo, passeremmo da un Impero ad un altro (cambierebbe poco, e quel poco in peggio visto che i modelli russi e cinesi sono decisamente più autoritari di quello occidentale-americano)

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1 ora fa, SuperTalismano ha scritto:

E poi si, anche ci riuscissimo, passeremmo da un Impero ad un altro (cambierebbe poco, e quel poco in peggio visto che i modelli russi e cinesi sono decisamente più autoritari di quello occidentale-americano)

Che dio ce ne scampi. I Cinesi sono il male assoluto....a stò punto altri 10000 anni sotto il dominio USA....questo senso anti americano non lo capisco, forse si conoscono poco le altre realtà.

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9 minuti fa, OaOx ha scritto:

Che dio ce ne scampi. I Cinesi sono il male assoluto....a stò punto altri 10000 anni sotto il dominio USA....questo senso anti americano non lo capisco, forse si conoscono poco le altre realtà.

Ma io capisco il desiderio di vedere il proprio paese libero di attuare la propria politica estera senza vincoli

 

Il grimaldello per farlo però non è la Cina (o la Russia) ma semmai l'Unione Europea. Solo consolidando l'Unione, paesi come il nostro, la Germania o la Francia potranno contare qualcosa nelle questioni internazionali (ottenere un seggio permanente all'ONU, da dare di volta in volta a Italia, Germania, Olanda e Spagna, che si aggiunga a quello francese e britannico, sarebbe già un grosso passo in avanti per renderci meno dipendenti dagli USA (e contemporaneamente evitare di finire a fare il paese cliente di cinesi o russi)

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Il post del Persepolis FC su facebook in memoria del Generale ha ricevuto un'enormità di interazioni (per i loro standard) , giusto per fare capire l'importanza del personaggio

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5 minuti fa, paladinoo ha scritto:

Il post del Persepolis FC su facebook in memoria del Generale ha ricevuto un'enormità di interazioni (per i loro standard) , giusto per fare capire l'importanza del personaggio

Era il Napoleone Sciita praticamente (non a caso lo scorso anno fu lui a rispondere a Trump con quella serie di post con frasi in stile Game of Thrones)

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Comunque non era un raid isolato. Hanno ucciso un altro capo delle milizie filo iraniane (Shibl al Zaidi), il fratello e cinque guardie del corpo. Direi che la situazione in Iraq era veramente grave, se Trump (o chi per lui tra CIA, Dipartimento di Stato e Pentagono) hanno deciso di cambiare così rapidamente strategia contro l'Iran (finora si erano limitati alla guerra economica, intervallando aperture e chiusure nelle trattative per il nucleare)

 

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32 minuti fa, SuperTalismano ha scritto:

Comunque non era un raid isolato. Hanno ucciso un altro capo delle milizie filo iraniane (Shibl al Zaidi), il fratello e cinque guardie del corpo. Direi che la situazione in Iraq era veramente grave, se Trump (o chi per lui tra CIA, Dipartimento di Stato e Pentagono) hanno deciso di cambiare così rapidamente strategia contro l'Iran (finora si erano limitati alla guerra economica, intervallando aperture e chiusure nelle trattative per il nucleare)

 

e se invece dietro il cambio di strategia ci sia stata la volontá di forzare la mano a trump da parte di quella "fazione" di .. amministrazione/partito repubblicano identificata genericamente come "i falchi", ovvero i propugnatori di una politica estera piú unilaterale e interventista ? Potrebbero aver visto nel particolare momento (la messa in stato di accusa) un possibile spiraglio per condizionarlo e fargli cambiare "marcia" nella gestione della questione mediorientale..ovviamente in un senso piú vicino a quelli che per loro son (sic) gli scenari ideali ?

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14 minuti fa, blackwhiteduke ha scritto:

e se invece dietro il cambio di strategia ci sia stata la volontá di forzare la mano a trump da parte di quella "fazione" di .. amministrazione/partito repubblicano identificata genericamente come "i falchi", ovvero i propugnatori di una politica estera piú unilaterale e interventista ? Potrebbero aver visto nel particolare momento (la messa in stato di accusa) un possibile spiraglio per condizionarlo e fargli cambiare "marcia" nella gestione della questione mediorientale..ovviamente in un senso piú vicino a quelli che per loro son (sic) gli scenari ideali ?

Più amministrazione che partito repubblicano, però si, credo la tua ricostruzione possa essere realistica

 

Resta il quesito sul perché non l'abbiano già fatto a seguito dell'invasione turca del Rojava

 

Anche allora c'era l'impeachment, ma Trump riuscì ad avere la meglio sui falchi, tenendosi neutrale e lasciando campo libero ad Erdogan

 

Io credo che invece abbiano scoperto che gli iraniani erano vicini a "strappare" l'Iran dal controllo americano (in che modo, se con una serie di proteste in stile Euromaidan, con un colpo di stato o altro non lo so)

 

Quindi hanno accelerato per questo secondo me. Non si spiega altrimenti la presenza di Souleimani a Bagdad, se non per coordinare alcune operazioni (accompagnato tra l'altro dai capi di altri gruppi filo-iraniani iracheni e non solo, anche loro tutti uccisi nello strike)

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9 minuti fa, SuperTalismano ha scritto:

Più amministrazione che partito repubblicano, però si, credo la tua ricostruzione possa essere realistica

 

Resta il quesito sul perché non l'abbiano già fatto a seguito dell'invasione turca del Rojava

 

Anche allora c'era l'impeachment, ma Trump riuscì ad avere la meglio sui falchi, tenendosi neutrale e lasciando campo libero ad Erdogan

 

Io credo che invece abbiano scoperto che gli iraniani erano vicini a "strappare" l'Iran dal controllo americano (in che modo, se con una serie di proteste in stile Euromaidan, con un colpo di stato o altro non lo so)

 

Quindi hanno accelerato per questo secondo me. Non si spiega altrimenti la presenza di Souleimani a Bagdad, se non per coordinare alcune operazioni (accompagnato tra l'altro dai capi di altri gruppi filo-iraniani iracheni e non solo, anche loro tutti uccisi nello strike)

si indubbiamente occorre anche un valido motivo ai "falchi" per approfittare della situazione e convincere il presidente della bontá di un intervento... e comunque in questo caso credo sia piú semplice il loro "lavoro".. un conto é prospettargli un iraq troppo sotto l´ínfluenza iraniana (mi pare una situazione che ritorna ciclicamente nei decenni e su cui gli usa direttamente o indirettamente finiscono con l´intervenire per mettere una pezza) un altro conto é prospettargli una contrapposizione con la turchia...da evitare per quelli che sono gli interessi usa...

 

...credo anch´io non ci sará comunque un escalation militare...per i motivi che citavi in un intervento precedente...gli usa spesso quando fan questi interventi son..come dire.."politicamente chirurgici"..nel senso che operano in un modo per ottenere un risultato ai loro occhi accettabili, correndo non il minimo dei rischi..ma comunque un rischio border line..avendo (buona) ragione per credere che non si andrá poi troppo oltre...non so se il paragone regge ma é come il pilota di f1 che fa "la staccata al limite".. il tutto in genere alla fine diventa piú che altro una dimostrazione "muscolare".. con al limite un escalation nella "dimostrazione muscolare" .. un po´ come accadeva in passato nella guerra fredda..con oggi russia e cina che dalla vicenda prenderanno spunto piú che altro per sentirsi legittimati anche loro nel "mostrare i muscoli" li´ dove il loro "imperialismo" li porta

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12 ore fa, Vonpalace ha scritto:

in siria lIRAN è stato chiamato dal governo gli altri non sono stati invitati

trump non ha una politica estera linera 

questo gli serve per evitare l'impeachment o almeno distorgliere l'attenzione perchè negli le guerre servono anche la vincere le elezioni

gli interessi e problemi giudiziari/elettorali concidono con quelli di bibi

questo è un male per ilmondo

Sul primo punto non sono d'accordo. 

Il fatto che l'Iran sia stato "invitato" in Siria dal regime di Assad è questione di lana caprina, del tutto paragonabile all'invasione tedesca in Italia nel settembre 1943 per ripristinare il regime di Ben.

Gli iraniani in Siria hanno puntellato un regime in agonia, che oramai aveva perduto ogni legittimazione popolare. Ma a parte questo, i pasdaran si sono comportati da colonizzatori nei confronti dei siriani applicando di fatto una vasta pulizia etnica in zone tradizionalmente sunnite, che sono state ripopolate e riempite con le famiglie dei miliziani mercenari sciiti assoldati da Soleimani: sciiti afghani, pakistani e iracheni. Il territorio siriano, che era a quasi assoluta maggioranza sunnita, fatta eccezione per la microscopica minoranza sciita alawita su cui si regge il regime criptomafioso di Assad, ha visto in larghe fasce di territorio attorno a Damasco, ad Aleppo e nella.piana a sud una vera e propria sostituzione etnica,  che ha costretto centinaia di migliaia di siriani sunniti ad ammassarsi  a nord, presso il confine turco; dopodiché, il rientro dei profughi ai villaggi d'origine è stato di fatto impedito dal regime di Assad che ha opposto una smisurata serie di cavilli burocratici al loro ritorno alle proprie case, nel frattempo espropriate d'ufficio ed assegnate alla soldataglia sciita. Tutto questo è avvenuto sotto la regia di Suleimani, che di fatto ha imposto il padrinato iraniano su Assad, ridotto a marionetta.

Quindi il discorso che gli iraniani sono stati "invitati in Siria" letteralmente svanisce davanti alla pulizia etnica da loro perpetrata ai danni dei siriani sunniti. Da invitati alla festa gli iraniani sono diventati padroni del castello. Che è poi quello che è successo in Iraq, con l'aggravante che rispetto all' Iraq (dove i sunniti sono una larga minoranza, circa il 40%), i sunniti in Siria sono (erano) l'assoluta maggioranza.

 

Discorso Trump.

Lo scalpo di Suleimani può certamente essere un trofeo da esibire davanti ai propri elettori: tuttavia NON per risolvere i propri problemi interni (quali?) MA per annullare le eventuali obiezioni dei Dem sulla ritirata USA dal MO.

Ora come ora Trump non ha alcun problema di politica interna, stante il fatto - e lo sappiamo benissimo tutti- che l'impeachment non passerà al Senato dove prevarrà il voto di appartenenza. Quindi il GOP voterà compatto per respingerlo. In pratica tutto il discorso dell'impeachment rimarrà un semplice, dimostrativo, atto politico senza alcun effetto pratico.

In questo senso, lo scalpo di Suleimani, come quello di al-Baghadi non servono a Trump per vincere le elezioni (che le avrebbe vinte comunque per inesistenza di rivali) ma solo per vincerle in maniera più netta respingendo le flebili obiezioni del frullato sfidante Dem (chiunque esso sarà).

 

Sono d'accordo invece sul fatto che Trump non abbia una strategia politica chiara bensì semplicemente  affaristica ed opportunistica: ed è quello che, personalmente, da vecchio repubblicano reaganiano, gli rimprovero.

Con certi regimi il gomitino-gomitello non serve a nulla e spesso invece è molto utile una sonora legnata sui denti.

Per questo appoggio invariabilmente azioni come quella di ieri, se fatte bene e su bersagli paganti (i cosiddetti high value target): perché sono avvertimenti a basso costo che possono contribuire ad evitare scelte più estreme.

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7 ore fa, blackwhiteduke ha scritto:

e se invece dietro il cambio di strategia ci sia stata la volontá di forzare la mano a trump da parte di quella "fazione" di .. amministrazione/partito repubblicano identificata genericamente come "i falchi", ovvero i propugnatori di una politica estera piú unilaterale e interventista ? Potrebbero aver visto nel particolare momento (la messa in stato di accusa) un possibile spiraglio per condizionarlo e fargli cambiare "marcia" nella gestione della questione mediorientale..ovviamente in un senso piú vicino a quelli che per loro son (sic) gli scenari ideali ?

Trump rappresenta una relativa anomalia rispetto all'establishment tradizionale americano, innervata su quella particolare, minoritaria tendenza politica trasversale ai due schieramenti e ciclicamente emergente, che è l'isolazionismo, sul quale Trump ha poi aggiunto la propria mercantilista e sostanzialmente antisistemica concezione della politica. 

Tutto ciò ha dato vita ad una specie di "mostro politico" post-ideologico, con effetti soprattutto sulle relazioni estere, dove ha finito per prevalere il concetto di "utilità" rispetto al ruolo tradizionale di superpotenza, anche a costo di sconvolgere assetti e scombinare alleanze ritenute antieconomica e quindi antitetiche al concetto trumpiano di America First.

Questo modo di intendere la politica ha sostanzialmente scardinato gli schemi tradizionali comuni ai due schieramenti basati su mediazioni, rituali ed equilibri stratificati ed assottigliato lo stesso concetto del check and balance in quanto ha sostanzialmente sterilizzato il potere di controllo interno al GOP, costretto alla trincea permanente in Campidoglio e quindi di fatto vincolato all'appartenenza di lista.

Ovvio quindi che, fin dalla sua elezione, Trump si sia scontrato con quella parte dell'establishment legata agli schemi tradizionali, in una battaglia continua che si è riverberata all'interno dello stesso staff trumpiano, periodicamente epurato da tutti quegli elementi colpevoli di volerlo in qualche modo ingabbiare entro binari più tradizionali. Per questo non credo si tratti di uno scontro tra "falchi" e "colombe" (all'interno dello staff di Trump vi sono/vi sono stati alcuni dei "falchi" più  agguerriti, come quel John Bolton che a suo tempo aveva suggerito di nuclearizzare l'Iran), ma di un tentativo della corrente più realista dell'establishment (Pentagono, dipartimento di stato...), di riportare la schizofrenica politica estera trumpiana nel suo alveo naturale, ristabilendo le gerarchie, recuperando le posizioni perdute e rinsaldando gli alleati regionali. Dando insomma un segnale di forza là dove la forza talvolta è l'unico segnale trasmissibile.

Resta da vedere se si tradurrà in un vero cambio di strategia oppure di un evento estemporaneo: da un lato infatti è stato compiuto un passo che non potrà non avere ripercussioni e quindi ulteriori conseguenze. Dall'altro lato l'imprevedibilità ed il funambolismo trumpiano non consentono di fare previsioni sulla base di schemi razionali.

 

Si tratta a questo punto solo di aspettare gli sviluppi: ma altri 5 anni di disimpegno americano in MO (dando per scontata rielezione di Trump) non credo che possano essere né accettabili né sostenibili.

 

 

 

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3 minuti fa, sol invictus ha scritto:

Trump rappresenta una relativa anomalia rispetto all'establishment tradizionale americano, innervata su quella particolare, minoritaria tendenza politica trasversale ai due schieramenti e ciclicamente emergente, che è l'isolazionismo, sul quale Trump ha poi aggiunto la propria mercantilista e sostanzialmente antisistemica concezione della politica. 

Tutto ciò ha dato vita ad una specie di "mostro politico" post-ideologico, con effetti soprattutto sulle relazioni estere, dove ha finito per prevalere il concetto di "utilità" rispetto al ruolo tradizionale di superpotenza, anche a costo di sconvolgere assetti e scombinare alleanze ritenute antieconomica e quindi antitetiche al concetto trumpiano di America First.

Questo modo di intendere la politica ha sostanzialmente scardinato gli schemi tradizionali comuni ai due schieramenti basati su mediazioni, rituali ed equilibri stratificati ed assottigliato lo stesso concetto del check and balance in quanto ha sostanzialmente sterilizzato il potere di controllo interno al GOP, costretto alla trincea permanente in Campidoglio e quindi di fatto vincolato all'appartenenza di lista.

Ovvio quindi che, fin dalla sua elezione, Trump si sia scontrato con quella parte dell'establishment legata agli schemi tradizionali, in una battaglia continua che si è riverberata all'interno dello stesso staff trumpiano, periodicamente epurato da tutti quegli elementi colpevoli di volerlo in qualche modo ingabbiare entro binari più tradizionali. Per questo non credo si tratti di uno scontro tra "falchi" e "colombe" (all'interno dello staff di Trump vi sono/vi sono stati alcuni dei "falchi" più  agguerriti, come quel John Bolton che a suo tempo aveva suggerito di nuclearizzare l'Iran), ma di un tentativo della corrente più realista dell'establishment (Pentagono, dipartimento di stato...), di riportare la schizofrenica politica estera trumpiana nel suo alveo naturale, ristabilendo le gerarchie, recuperando le posizioni perdute e rinsaldando gli alleati regionali. Dando insomma un segnale di forza là dove la forza talvolta è l'unico segnale trasmissibile.

Resta da vedere se si tradurrà in un vero cambio di strategia oppure di un evento estemporaneo: da un lato infatti è stato compiuto un passo che non potrà non avere ripercussioni e quindi ulteriori conseguenze. Dall'altro lato l'imprevedibilità ed il funambolismo trumpiano non consentono di fare previsioni sulla base di schemi razionali.

 

Si tratta a questo punto solo di aspettare gli sviluppi: ma altri 5 anni di disimpegno americano in MO (dando per scontata rielezione di Trump) non credo che possano essere né accettabili né sostenibili.

 

 

 

Il disimpegno è più diplomatico che militare

 

Sotto Trump le truppe americane in MO sono aumentate, questo perché il Presidente degli USA ha un'incidenza limitata sulla strategia geopolitica del paese (che invece è gestita dal Pentagono)

 

Manca però una strategia di Trump, che continua a ripetere di volersi ritirare dal MO, sapendo che mai potrà farlo. Anche l'azione turca, visto poi l'esito, era se non coordinata con gli USA, quanto meno partita con il via libera americano

 

Nulla di rilevante è cambiato in Medioriente, sono sempre gli USA che danno le carte (gli USA, non Trump)

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1 ora fa, SuperTalismano ha scritto:

Il disimpegno è più diplomatico che militare

 

Sotto Trump le truppe americane in MO sono aumentate, questo perché il Presidente degli USA ha un'incidenza limitata sulla strategia geopolitica del paese (che invece è gestita dal Pentagono)

 

Manca però una strategia di Trump, che continua a ripetere di volersi ritirare dal MO, sapendo che mai potrà farlo. Anche l'azione turca, visto poi l'esito, era se non coordinata con gli USA, quanto meno partita con il via libera americano

 

Nulla di rilevante è cambiato in Medioriente, sono sempre gli USA che danno le carte (gli USA, non Trump)

Questo perché è in corso lo scontro furioso tra establishment e trumpiani. In questo senso gli apparati cercano di annacquare le iniziative più pericolose di Trump come, per rimanere in MO, il mancato ritiro dalla Siria che tuttavia non credo possa equivalere per il Pentagono, a dare le carte nella regione, ma mi pare assomigli piuttosto ad un affannoso tentativo di limitare i danni, che in Siria sono stati enormi e non tutti provocati da Trump, ma anche dalle indecisioni di Obama.

Come andrà a finire non si sa.

Una cosa credo si possa dire con ragionevole certezza: se quella di eliminare Suleimani è stata una decisione avallata ma in qualche modo subita da Trump potrebbero non esserci particolari conseguenze. Viceversa se dovesse essere stata una scelta convinta da parte di Tump allora potrebbe significare un cambio di strategia presidenziale e non solo una sottomanovra  del "deep state" a lui avverso.

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Adesso, sol invictus ha scritto:

Questo perché è in corso lo scontro furioso tra establishment e trumpiani. In questo senso gli apparati cercano di annacquare le iniziative più pericolose di Trump come, per rimanere in MO, il mancato ritiro dalla Siria che tuttavia non credo possa equivalere per il Pentagono, a dare le carte nella regione, ma mi pare assomigli piuttosto ad un affannoso tentativo di limitare i danni, che in Siria sono stati enormi e non tutti provocati da Trump, ma anche dalle indecisioni di Obama.

Come andrà a finire non si sa.

Una cosa credo si possa dire con ragionevole certezza: se quella di eliminare Suleimani è stata una decisione avallata ma in qualche modo subita da Trump potrebbero non esserci particolari conseguenze. Viceversa se dovesse essere stata una scelta convinta da parte di Tump allora potrebbe significare un cambio di strategia presidenziale e non solo una sottomanovra  del "deep state" a lui avverso.

Pare che già da due settimane gli americani stessero trasportando truppe dagli USA verso le basi in Medioriente (anche i soldati ad Aviano sono stati messi in preallarme)

 

Quindi era un'operazione studiata da tempo. E credo che Trump fosse consapevole e consenziente. Sono convinto che questa eliminazione serva più per rispondere alle provocazioni iraniane degli ultimi mesi, che a tentare un cambio di regime o una guerra. Gli USA (e secondo me anche Trump) vogliono costringere gli ayatollah, con le buone o con le cattive, a trattare per un nuovo accordo sul nucleare (più stringente e limitativo rispetto a quello di Obama)

 

Gli USA sanno che possono spingersi anche ad azioni estreme come questa, perché dall'altra parte l'Iran è isolato nella regione. Se dichiarano guerra, fanno la fine di Saddam (con molti più morti, un guerra decisamente più lunga, ma alla fine gli ayatollah cadrebbero)

 

È un azzardo certo, ma c'è della logica in questo. Come hai detto tu, con questi paesi (comandati da dittatori, guide supreme, generali etc) non puoi usare la diplomazia, se non quella delle armi. Forse anche Trump, dopo un approccio iniziale di tipo "mercantilistico" e "commerciale", ha cambiato modo di fare (forse)

 

In questo momento credo che le strategie del "deep state" e di Trump coincidano (sul fronte iraniano almeno. Su Russia, Corea del Nord, Libia e Cina secondo me divergono pesantemente)

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Razzi sulla Green Zone a Baghdad, allarme all’ambasciata Usa

Colpita anche una base aerea. Cinque i feriti. L’ingresso della strada che porta all’ambasciata americana è stata chiusa

Risuona l’allarme intorno all’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad. Secondo quanto riferiscono fonti della sicurezza irachena ad «Agenzia Nova», due colpi di mortaio sono caduti nella Green Zone, la zona sotto tutela internazionale . La caduta dei due razzi ha provocato, riferisce la Reuters, 5 feriti. Poco dopo è stata colpita anche una base aerea, quella di Balad, che ospita i caccia F16 e soldati statunitensi con tre colpi di mortaio. Secondo il corrispondente di Sky News Arab, l’ingresso della strada che porta all’ambasciata americana è stata chiusa.

Gli Stati Uniti avevano deciso qualche giorno fa di inviare ulteriori forze in Iraq per difendere il personale dell’ambasciata Usa a Baghdad, dopo che centinaia di manifestanti iracheni filo-iraniani hanno presidiato l’esterno della sede diplomatica per protestare contro i raid Usa sulle basi dei miliziani sciiti. «Gli Usa hanno preso misure adeguate di protezione per assicurare la sicurezza dei cittadini, dei militari e del personale diplomatico americani», ha detto il segretario alla difesa Mark Esper il 31 dicembre, chiedendo al governo iracheno di adempiere alle sue responsabilità internazionali. Ma, dopo l’uccisione di Soleimani ad opera di un drone americano, avvenuta proprio a Baghdad, la tensione si è acuita e il Pentagono ha annunciato l’invio di altri 2800 soldati in Medio Oriente. I 2800 in arrivo, verranno inizialmente dislocati in Kuwait, in attesa di nuovi ordini. La soglia d’emergenza è stata alzata da livello «Bravo» a «Charlie» che, nel codice militare, indica il secondo livello più alto: scatta quando ci sono minacce imminenti di atti terroristici.

 

dopo la siria ora la sarà iraq il nuovo campo di battaglia

gli usa penso non vogliano perdere di nuovo

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23 ore fa, SuperTalismano ha scritto:

Nessuno può permettersi la guerra

 

Non Trump (che sarebbe un folle a mandare in anno elettorale l'esercito in Medioriente, dopo aver promesso non più tardi di due mesi fa che l'America non entrerà più in guerre lontane da casa)

 

Non Khomeini e l'Iran, che da una guerra con USA (e quindi anche Arabia, Paesi del Golfo, Israele, Turchia, più quasi certamente i britannici) verrebbero distrutti (causando centinaia di migliaia di morti nell'area certo, ma finendo per fare la stessa fine di Saddam)

 

Questa è semplicemente diplomazia e propaganda, ma nessuno spingerà il "bottone rosso". E anzi, forse i meno scontenti della morte di Soleimani sono proprio i più conservatori del regime iraniano, che ora potranno limitare ancor di più le libertà del proprio popolo con la scusa del "nemico che avanza verso di noi" (Soleimani, pur essendo un generale e nazionalista, aveva gran presa sui giovani, e veniva visto quasi come un "moderato" rispetto agli ayatollah)

 

una cosa è certa, c'è una strategia in atto... perché questo omicidio avrà conseguenze sicuramente.

ed è qualcosa di grosso... io penso che potrebbe essere iniziata una manovra per diminuire l'espansionismo iraniano e sciita in medioriente, su spinta saudita e per interessi economici strategici.

penso che sia da escludere una guerra con l'Iran, perché significa far esplodere a catena tutto il medioriente... 

iran = sciiti e questi sono sparsi ovunque, in iraq, in siria, dappertutto. 

succede il disastro in prospettiva.

 

 

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Il 3/1/2020 Alle 10:21, sol invictus ha scritto:

Personalmente, fratello, preferisco un Suleimani morto ad un Suleimani vivo, perché si trattava veramente del Deus ex machina di Teheran in MO, colui che aveva letteralmente in mano tutta la mezzaluna sciita da Bassora a Beirut, passando per Damasco. Era stato l'organizzatore dell'intervento iraniano in Siria, dove aveva inviato migliaia di volontari, ed aveva il controllo di Hezbollah e delle milizie sciite irachene che a loro volta hanno ipotecato il governo di Bagdad. Dal suo ruolo di comandante della divisione estera dei Pasdaran disponeva di enormi risorse e quindi potere ed aveva ottenuto per le Guardie Rivoluzionarie l'appalto della ricostruzione siriana. In altre parole la politica estera "black" degli ayatollah passava attraverso di lui che a sua volta muoveva le sue pedine. 

La sua eliminazione quindi, infligge un colpo durissimo alla strategia iraniana: perché non è assolutamente vero che morto un papa se ne fa un altro, non a quei livelli perlomeno, soprattutto per la pesante "eredità" che lascia e che adesso verrà contesa tra chissà quanti aspiranti successori pronti a farsi le scarpe a vicenda. Il Tizio era infatti estremamente carismatico e spietato e si era fatto le ossa durante la guerra Iran-Iraq guadagnandosi credito e rispetto tra i suoi adepti: che adesso verranno a mancare.

In MO le relazioni personali ed il relativo tessuto di scambi e convenienze sono una componente essenziale e Suleimani era sugli scudi da almeno 20 anni: per questo non sarà per nulla facile sostituirlo. Da qui il mio, personale, giudizio positivo sull'operazione.

 

La domanda che mi pongo però è un'altra: questa operazione (che di per sé ha una enorme potenziale magnitudo nello scenario mediorientale) rappresenta un cambio di strategia di Washington nella regione, oppure è semplicemente una specie di "referenza" (non troppo diversa dall'eliminazione di al Baghdadi) che Trump potrà sventolare in campagna elettorale per parare le accuse dei Dem di essersi disinteressato del MO lasciando campo libero alla congrega Russia-Iran-Turchia?

Voglio dire: è l'inizio di una piena strategia di contenimento dell'Iran oppure semplicemente uno scalpo per Trump, da esibire alla pancia dei suoi elettori? 

 

 

 

è l'inizio di una strategia senz'altro... trump non ha il potere di incendiare il medioriente per esibire uno scalpo in campagna elettorale... sarebbe troppo anche per lui... devi pensare che ci sono alleati in gioco... interessi, equilibri...  israele, l'arabia saudita ed altri... non puoi fare di testa tua una cosa così.. è concordata... che poi i tempi siano stati pensati anche per avvantaggiarsi in campagna elettorale, questo si.

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