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ufobianconero

Esposito: "Non esiste prova di una nuova intercettazione su Agnelli, se non si trova Pecoraro ha mentito all'Antimafia". Tutti gli aggiornamenti

Post in rilievo

Scherzate vero?

FAMILIARI, famigliari non si può sentire

Ho letto che si può scrivere in entrambi i modi. bah, strano, suona davvero male

Suona male a te forse, io l'ho sempre sentiti usare indistintamente.

Personalmente diversificherei:

famigliare=ciò che concerne la famiglia

familiare=cosa conosciuta

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Scusate, ma com'è possibile che alcune intercettazioni non sono conosciute dalla difesa?

 

La vicenda non mi è chiara: su quali elementi si basa l'accusa di aver rapporti con *? Va bene l'aver sbagliato la modalità di vendita dei biglietti (sfido a verificare le altre società), ma da qui a parlare di rapporti diretti ci vuole un bel coraggio.

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passatemi la battuta, deve essere messo a pecorina all'istante... e cacciato dalla procura federale. .diablo

 

Con annessa richiesta danni alla FIGC da parte della Juventus .the

seeeee

 

Si sogna purtroppo........

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Mmmàh....l'unica cosa che mi pare emerga è che qualcuno quanto prima farà una gran figura di letame:

- Chiappero, se l'intercettazione esiste e non l'ha letta (ma pare che questa versione sia falsa);

- Pecoraro, se l'intercettazione non esiste;

- Bindi, che produce illazioni su una telefonata inesistente;

- Huffington Post, che ha sparato l'intercettazione (forse fasulla) in prima pagina....manco la Gazzetta l'ha fatto...molto strano.

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Mmmàh....l'unica cosa che mi pare emerga è che qualcuno quanto prima farà una gran figura di letame:

- Chiappero, se l'intercettazione esiste e non l'ha letta (ma pare che questa versione sia falsa);

Non l'ha letta semplicemente perché non fa parte di tutto il materiale che gli è stato consegnato dalla procura di Torino. Così come la stessa intercettazione non risulta neanche alla commissione antimafia (da ciò che ha detto Esposito). Così come non fa parte neanche del materiale del deferimento sportivo da parte di Pecoraro.

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Ah quindi adesso 'sta frase "rocco è incensurato" (che tra l'altro non capisco cosa proverebbe) è di D'Angelo che ne parla con Calvo. Non di Agnelli come si diceva... bah

 

si ma chiappero è cascato dal pero (che fa pure rima) quando gliel'hanno letta....il contenuto è praticamente uguale. gli si sarebbe dovuta accendere una lampadina, così come a quelli dell'antimafia, leggendo le carte l'avrebbero trovata, con un soggetto diverso.

quindi non mi sembra una cosa possibile.

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si ma chiappero è cascato dal pero (che fa pure rima) quando gliel'hanno letta....il contenuto è praticamente uguale. gli si sarebbe dovuta accendere una lampadina, così come a quelli dell'antimafia, leggendo le carte l'avrebbero trovata, con un soggetto diverso.

quindi non mi sembra una cosa possibile.

Ma indipendentemente dai soggetti di quella telefonata, questa intercettazione non risulta né tra la documentazione di Chiappero avuta dalla procura di Torino, né nell'atto del deferimento di Agnelli, né tantomento risulta alla commissione antimafia. Quindi dov'è che Chiappero avrebbe dovuto leggerla?

Anche perché cambia uno dei due soggetti ma la frase sarebbe sempre quella. Com'è che a nessuno risulta? Ripeto, non solo a Chiappero ma pure alla commissione antimafia! Tutti smemorati? Mah...

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in passato ho gestito un club doc e vi posso assicurare che è di una facilità estrema avvicinare Agnelli quando si è a capo di un grosso club

e vi posso assicurare che i grossi club hanno canali preferenziali nel reperire biglietti e abbonamenti in settori specifici dello stadio

detto questo sono sicurissimo che il Dominiello volendo poteva avvicinare Agnelli, ora il punto focale è Agnelli sapeva che era un delinquente???

A questa domanda nessuno ha potuto rispondere con certezza quindi al massimo si poteva incolpare la Juve e Agnelli per aver avuto contatti con gruppi ultras, a questo punto scende in campo Pecoraro e parla di questa famosa intercettazione per poter collegare Agnelli alla malavita ora senza prove non si va da nessuna parte, se non esce l'audio Pecoraro è fottuto, poi ce la possibilità che l'audio non riguarda Agnelli in prima persona ma suoi collaboratori e quindi anche in questo caso si deve arrivare al non poteva non sapere ...............altrimenti si torna la primo punto cioè non vi nessuna prova che Agnelli sapesse che Dominiello facesse parte di una famiglia di delinquenti.

e' da questa mattina che dico che questa intercettazione non esiste,ricapitoliamo ci sono biglietti,abbonamenti,bagarinaggio e quindi soldi,qualora ci fosse un intercettazione dove si evince che Agnelli oltre a conoscere favoriva personaggi malavitosi appartenenti alla 'ndragheta,per quale motiva la procura non l'avrebbe dovuto accusare di favoreggiamento?La procura archivia,i carabinieri parlano della società juventus come vittima,è evidente che er pecora sta border-Line

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prima che ti sei azionato la trasmissione è belle che finita eh... .ghgh

 

metti lo streaming di youtube!

fortunatamante c'è chi me l'ha postato invece che fare il solito saputello come te

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nel def. è scritto che AA non impediva [...] e favoriva consapevolmente il fenomeno del bagarinaggio, con riferimento a asssociazioni malavitose

se scrivi una cosa del genere ad Agnelli senza avere prove non certe ma piú che certe sei folle

io non so cosa pensare

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Ma che rapporti ci sono di preciso tra tavecchio e pecoraro?

Qui diamo per scontato che facciano parte della stessa cosca, ma a me pare di capire che il pecoraio se la intenda soprattutto con lotito, il quale ultimamente non sarebbe più nelle grazie di tavecchio. A questo punto ci sarebbe una logica nel voto di Agnelli pro-tavecchio e forse anche in certe possibili reazioni/manovre del pecoraio.

 

Lo so che è dietrologia, ma ho come l'impressione che siamo finiti dentro una faida politica, questa volta in casa figc/lega/procura federale e quant'altro...

 

si sa cosa disse Andreotti del "pensare male"... .ehm

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Che gang criminali e organizzazioni mafiose abbiano da tempo infiltrato le curve italiane è la scoperta dell'acqua calda, come ci ricorda questo articolo di Repubblica vecchio di tre anni che vi allego. Sorprende invece che ora ci si imbastiscano sopra "procedimenti sportivi sperimentali" - per citare AA - con conseguente accensione della macchina del fango. O forse no, non dovremmo sorprenderci.

 

 

 

Da Napoli a Torino, da Roma a Milano e poi Catania, Brescia, Verona. Ogni curva il suo capo. Ogni capo il suo territorio. Ogni territorio le sue regole scritte a suon di botte e minacce. Un uomo solo (o quasi) al comando. Uno che decide, fa e disfa per tutti. Nelle curve metropolitane "tutti" vuol dire anche 10 o 15mila persone. Che ti obbediscono e ti seguono. Pure all'inferno, se occorre.

'A CAROGNA E IL CLAN

Gennaro De Tommaso non è un tifoso come gli altri. Non solo per quel nomignolo "a carogna" che da solo vale più di qualsiasi biografia. Ma per la sua famiglia, la cui storia di criminalità di strada si intreccia con due clan di camorra: i Misso del Rione Sanità e i Giugliano di Forcella. C'è lo zio, Giuseppe de Tommaso, detto "l'assassino". E c'è il padre di Gennaro, Ciro, detto "Ciccione a Carogna", condannato per associazione camorristica e per fatti di droga, per i quali si è beccato in primo grado 24 anni. "È stabile fornitore di stupefacenti dei Giugliano", si legge nella sentenza. Genny cresce in quell'ambiente lì. Ha un bar nel cuore di Forcella ed ha scalato i Mastiffs, diventandone il capo. Per chi non conosce i mastini del Napoli, basti sapere che sono considerati i tifosi più violenti, teste calde, dalla coltellata facile. Si fa conoscere subito, Genny. Si guadagna "sul campo" due Daspo, uno nel 2001, un altro nel 2011, poi revocato. Nel suo passato accuse di rapina e spaccio, ma sulla fedina nessun precedente che lo leghi direttamente alla camorra. "È lui il capo di tutta la curva del Napoli", indicò nel 2008 il pentito Emilio Zapata Misso, disegnando ai magistrati la geografia ultrà del San Paolo, con i nomi degli infiltrati * in curva.

L'ASSE MILANO-TORINO

Milan, Inter e Juventus rivali giurate? Sul campo, forse. In curva, un tempo. Poi sono arrivati i nuovi capibastone e con loro l'amore per gli affari, lo spaccio di coca, il business delle trasferte e del merchandising, la politica "nera". Si chiamano Giancarlo Lombardi detto "Sandokan", Loris Grancini, e Franco Caravita, per tutti "Franchino". Dietro di loro pesa da tempo l'ombra della criminalità organizzata. Grancini è a capo dei Viking della Juventus. Campione di poker, è considerato uomo vicino a Cosa nostra e alla cosca calabrese dei Rappocciolo. Gli investigatori della Squadra Mobile milanese lo ritengono "abilissimo a far perdere le proprie tracce soprattutto per il suo inserimento in circuiti criminali di elevato spessore". Grancini e i suoi Viking hanno sede a Milano, dove, nel 2011, sostiene la candidatura in consiglio comunale del pidiellino Marco Clemente.

 

Sandokan gira in Ferrari e va poco in curva sud a San Siro. Però la controlla. Il secondo anello milanista è roba sua. Nel 2007 finisce dentro dopo l'agguato a colpi di arma da fuoco ai danni di un ultrà del gruppo Commandos Tigre capeggiato da Ricky Cardona: è l'atto più eclatante di una violenta faida interna alla curva sud. Oggi sono tutti lì e comandano più di prima. Pestaggi. Lotte per il potere. Quella che ha visto protagonisti in questi anni, sponda Inter, il "teppista" Nino Ciccarelli, fondatore dei Viking neroazzurri, e "Franchino" Caravita, storico capo dei Boys. Una scia di precedenti Ciccarelli e Caravita. Violenze. Agguati. Sprangate.

 

LA PIAZZA DI ROMA

Come "'a carogna", anche Daniele "Gastone" De Santis, il romanista arrestato sabato, gestisce un bar al circolo sportivo Boreale, ritrovo dei fascisti di tutta la città. Ma non è più lui a comandare dentro l'Olimpico. Al centro della Sud, dagli anni Settanta, nessuno smuove i Fedayn, capeggiati da Fabio Catalano. Alle sue spalle, ogni domenica, una fauna di pregiudicati. C'è poi Nicola Follo, leader dei Padroni di Casa. È un gruppo più piccolo, un centinaio di ragazzi o poco più, tutti estremisti di destra di CasaPound. I neri hanno il controllo dello stadio, ormai. Sulla sponda laziale, settore Irriducibili, il gerarca è ancora Fabrizio "Diabolik" Piscitelli: 47 anni, in prigione per traffico di stupefacenti tra l'Italia e la Spagna.

 

Per trovare i rossi bisogna salire a Livorno, terra delle ex Brigate autonome livornesi, oppure nella piccola Teramo. Qui si scopre la storia di Davide Rosci, 31 anni, comunista, guida del "Teramo Zezza", ribattezzata la curva più a sinistra d'Italia. È stato condannato a 6 anni di carcere per l'assalto al blindato dei carabinieri del 2011, durante una manifestazione degli Indignati.

 

DA VERONA A CATANIA

"Il salto di qualità, che è anche un salto nel buio, alcune curve lo hanno fatto quando si sono consegnate alla criminalità organizzata", spiega Maurizio Marinelli, direttore del Centro studi sicurezza pubblica della Polizia. Mafia e pallone, dunque. C'erano i boss di Brancaccio dietro l'esposizione dello striscione "Uniti contro il 41 bis" durante Palermo-Ascoli nel 2002. Ora in Sicilia il tifo più pericoloso è quello di Catania. La curva è in mano a Michele Spampinato. È lui che, a 31 anni, subisce una "puncicata" durante una trasferta a Roma il 21 gennaio del 2008. Ed è lui, a marzo di quest'anno, a firmare una lettera contro il presidente del Catania Pulvirenti, a nome di tutti i tifosi rossoblù. È daspato, ma lo stesso un capopopolo.

 

C'è anche chi dalla curva è scappato e oggi fa il latitante in Costa Rica. Come Andrea Fantacci, ras storico delle disciolte Brigate Gialloblù dell'Hellas Verona. Oggi la curva veronese si autogestisce, tifo spontaneo "all'inglese": basta gruppi e basta capi. Troppo riconoscibili. Troppe grane con la giustizia, quando i magistrati mettono sotto torchio le tifoserie turbolente. È il caso di Bergamo e Brescia. La curva nord atalantina, guidata dal "Bocia" Claudio Galimberti, è stata messa alla sbarra dal pm Carmen Pugliese per anni di violenze, in particolare per l'assalto a colpi di molotov all'ex ministro Maroni reo di aver introdotto l'odiata tessera del tifoso. I cugini bresciani, tra daspo e divisioni interne, non se la passano meglio. "Ma di farci schedare dallo Stato - ripete Diego Piccinelli del gruppo Brescia 1911 - non ci pensiamo nemmeno".

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