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AllenIverson

Juventus, la stagione 2017/2018 dei giovani in prestito: presenze, gol, assist e tutte le news

Post in rilievo

5 milioni di plusvalenza sono tantissimi e non c'entrano nulla con i 500 milioni di fatturato.

Tanto per dire: la Juve, quest'anno, ha "costretto" Marotta a inventarsi due plusvalenze con Romagna e Cassata, anche perché l'alternativa sarebbe che li hanno ceduti sul serio e che sono degli incompetenti.

Siccome non credo siano incompetenti, questo che cosa vuol dire? Che qualcuno di importante ha convocato Marotta a inizio luglio, in una stanzina buia e senza finestre, lo ha preso per un orecchio e gli ha detto: o topino, guarda che in questo mercato tu devi fare tot (e tot sta per una cifra molto precisa) milioni di plusvalenza, altrimenti te ne vai tu per primo, poi il mago Paratici, poi il capopopolo Nedved, poi il genio Allegri e via dicendo.

Altre spiegazioni non ci sono, a parte, ripeto, l'incompetenza, perché sbolognare così presto Romagna e Cassata sarebbe incompetenza, ma non ci credo, per cui vuol dire che nonostante le ricche plusvalenze di Bonucci, Neto e compagnia cantante evidentemente mancava ancora qualcosa al raggiungimento della quota indicata dalla società a Marotta, che quindi è stato "costretto" a "inventarsi" altre operazioni.

Stando così le cose (e occorrerebbe andare off topic per valutare questo modo di fare della società, che francamente qualche perplessità la lascia), capisci bene il riferimento a Margiotta da parte di Cherubini e perché dico che 5 milioni l'anno con queste operazioni sono tanti, come giustamente ti ha detto il buon garrison.

Secondo me, Cherubini, con il riferimento a Margiotta, ci ha voluto dire che, senza il meccanismo dei prestiti, Margiotta avremmo dovuto venderlo subito a pochissimo oppure addirittura svincolarlo, con i prestiti pluriennali, anche all'estero, a volte, invece, si riesce a rivalutare il giocatore di turno e ora forse Margiotta lo troviamo a venderlo a un milioncino, se non in Italia all'estero.

Avendo decine di giocatori in prestito, a cui aggiungi ogni anno quelli che escono dalla primavera, se ti riesce l'operazione 5-6 volte l'anno è tutto grasso che cola.

Ora si capisce il senso delle giovanili per la Juventus, giovanili che utilizzano per questo e anche per tenere rapporti con squadre minori e procuratori che possono tornare bene in futuro (altro fine dei prestiti).

Trovo, piuttosto, assurde le parole di Cherubini su Kean e la seconda squadra.

Quelle sono proprio parole assurde e preoccupanti, tanto sono assurde e fuori dalla realtà.

Ma è un altro discorso

Premesso che il risultato economico è un obiettivo e che la "credibilità" di cui parlavo è uno strumento (sebbene da praticare pienamente) e non un fine (che è ovviamente quello economico), la tua ricostruzione mi pare a dir poco fantasiosa.

Nel senso che penso che Marotta non abbia bisogno di farsi prendere dall'orecchio (ovviamente non in senso fisico ma neanche figurato) da nessuno, ma sia egli stesso, in piena condivisione con il resto della dirigenza, compresa quella più squisitamente contabile (leggasi Mazzìa), a perseguire gli obiettivi che ha avuto come "mandato" da parte dell'assemblea degli azionisti (ovvero i padroni di FC Juventus tra i quali sicuramente Elkann ma anche quella parte che ha acquisito azioni sul mercato azionario come, per dire, Lindsell Train).

Ergo, è quanto mai ovvio che un amministratore esegua il mandato dell'assemblea dei soci senza bisogno di essere preso per un orecchio da chicchesia.

Così com'è ovvio che per centrare gli obiettivi "economici" di un'azienda devi avere chiara e nitida la percezione della sua "Mission" aziendale. Di qua ne discende tutta una serie di ovvi corollari di cui la "Credibilità" nei confronti dei giovani calciatori è parte integrante insieme ad una "Cultura Calcistica".

Questo vale per Juventus come per qualsiasi altra azienda del globo terracqueo ed è alla base della sua sopravvivenza.

 

La gestione dei giovani calciatori è un asset della società perchè porta risultati di varia e diversa natura.

Ci sono ovviamente le plusvalenze, anche quelle di poche centinaia di migliaia di euro che però tutto sommato servono a garantire anno per anno la benzina (quei 6/8 milioni) che alimenta il settore giovanile stesso: basta guardarla come Unit Business. Ovviamente per una plusvalenza che devi mettere in conto tutti i costi da coprire per i tanti ragazzi che passano e che plusvalenze non ne portano.

Ci sono poi obiettivi più difficili che sono quelli di avere calciatori di un certo livello e magari anche da prima squadra.

Ma questi obiettivi sono tanto più raggiungibili quanto più la "struttura" che costruisci è in grado di selezionare e vagliare e di sostenere reti capillari. Tutto ciò ha un costo.

Finchè quel costo verrà pagato da plusvalenze crescenti vuol dire che la direzione è quella giusta e si potrà aumentare l'investimento.

 

A fianco a questa azione operativa non puoi non affiancarne una di tipo "etico" perchè tratti calciatori, ovvero uomini, anzi ragazzi e non cose che hanno un cartellino appeso col prezzo. E tanto più li tratti bene tanto più hai probabilità di autoinnescare un meccanismo virtuoso che si autoripaga e ti lascia aperta la porta di poter trovare calciatori forti in erba.

 

Per lo specifico di Cassata e Romagna credo che siano situazioni che si prestano anche ad altre valutazione come, per esempio, una diversa politica verso giovani che hanno bisogno di non sentirsi vincolati o sotto l'ala di una grande squadra.

Ci sono calciatori che appena escono dall'orbita della grande squadra "sbocciano". Riuscire a farli "sbocciare" tenendo comunque un diritto (che può essere di ricompra come anche di futura rivendita) su di essi potrebbe essere una politica interessante.

A quanto pare sta funzionando, per dire, per un Gabriel Appelt che pare destinato in una media squadra della Premiership.

 

.

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Premesso che il risultato economico è un obiettivo e che la "credibilità" di cui parlavo è uno strumento (sebbene da praticare pienamente) e non un fine (che è ovviamente quello economico), la tua ricostruzione mi pare a dir poco fantasiosa.

Nel senso che penso che Marotta non abbia bisogno di farsi prendere dall'orecchio (ovviamente non in senso fisico ma neanche figurato) da nessuno, ma sia egli stesso, in piena condivisione con il resto della dirigenza, compresa quella più squisitamente contabile (leggasi Mazzìa), a perseguire gli obiettivi che ha avuto come "mandato" da parte dell'assemblea degli azionisti (ovvero i padroni di FC Juventus tra i quali sicuramente Elkann ma anche quella parte che ha acquisito azioni sul mercato azionario come, per dire, Lindsell Train).

Ergo, è quanto mai ovvio che un amministratore esegua il mandato dell'assemblea dei soci senza bisogno di essere preso per un orecchio da chicchesia.

Così com'è ovvio che per centrare gli obiettivi "economici" di un'azienda devi avere chiara e nitida la percezione della sua "Mission" aziendale. Di qua ne discende tutta una serie di ovvi corollari di cui la "Credibilità" nei confronti dei giovani calciatori è parte integrante insieme ad una "Cultura Calcistica".

Questo vale per Juventus come per qualsiasi altra azienda del globo terracqueo ed è alla base della sua sopravvivenza.

 

La gestione dei giovani calciatori è un asset della società perchè porta risultati di varia e diversa natura.

Ci sono ovviamente le plusvalenze, anche quelle di poche centinaia di migliaia di euro che però tutto sommato servono a garantire anno per anno la benzina (quei 6/8 milioni) che alimenta il settore giovanile stesso: basta guardarla come Unit Business. Ovviamente per una plusvalenza che devi mettere in conto tutti i costi da coprire per i tanti ragazzi che passano e che plusvalenze non ne portano.

Ci sono poi obiettivi più difficili che sono quelli di avere calciatori di un certo livello e magari anche da prima squadra.

Ma questi obiettivi sono tanto più raggiungibili quanto più la "struttura" che costruisci è in grado di selezionare e vagliare e di sostenere reti capillari. Tutto ciò ha un costo.

Finchè quel costo verrà pagato da plusvalenze crescenti vuol dire che la direzione è quella giusta e si potrà aumentare l'investimento.

 

A fianco a questa azione operativa non puoi non affiancarne una di tipo "etico" perchè tratti calciatori, ovvero uomini, anzi ragazzi e non cose che hanno un cartellino appeso col prezzo. E tanto più li tratti bene tanto più hai probabilità di autoinnescare un meccanismo virtuoso che si autoripaga e ti lascia aperta la porta di poter trovare calciatori forti in erba.

 

Per lo specifico di Cassata e Romagna credo che siano situazioni che si prestano anche ad altre valutazione come, per esempio, una diversa politica verso giovani che hanno bisogno di non sentirsi vincolati o sotto l'ala di una grande squadra.

Ci sono calciatori che appena escono dall'orbita della grande squadra "sbocciano". Riuscire a farli "sbocciare" tenendo comunque un diritto (che può essere di ricompra come anche di futura rivendita) su di essi potrebbe essere una politica interessante.

A quanto pare sta funzionando, per dire, per un Gabriel Appelt che pare destinato in una media squadra della Premiership.

 

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Mi trovo sostanzialmente d'accordo su tutto. Se i pochi milioni servono da corrolario, a mantenere il giovanile che ha il compito di auto-sodstenersi il business non c'è e tutto il resto trova logicamente il suo posto in un'ottica aziendale, per di più di azienda quotata. Chiaro il riferimento alla Business Unit anche se secondo me è un'ottica aziendale un po' vecchia. Ma io, in tema di management, don un po' rivoluzionario quindi trovo ragionevole una scelta del genere da parte della società

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Sono d’accordo solo in parte. Per me un giocatore “da serie A” a quell’eta’ ha già qualcosa in più a livello tecnico. Può non essere formato ancora caratterialmente e allora li deve essere brava la società a gestirlo bene ma che ha qualcosa in più si vede (prendi Kean ad esempio). È diverso quando un giocatore è troppo più avanti, ma solo fisicamente, allora sai già che si ferma e diventerà solo un giocatore di serie D (mi viene in mente Thiam del 2000 che,infatti, non è arrivato neanche in Primavera).

 

Su questo non sono d'accordo. La mia esperienza personale, nella pallavolo quindi prendi il paragone con tutte le pinze possibili, racconta che fino ai 16-17 anni è molto difficile vedere il potenziale o, al contrario, sono molti i potenziali che si perdono e altri che nascono. Pochissime ragazze vincevano a 13 anni e sono in serie A, diverse che vincevano a 16 anni ora giocano a quel livello. Però, ripeto, la pallavolo femminile è senz'altro differente dal calcio

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Su questo non sono d'accordo. La mia esperienza personale, nella pallavolo quindi prendi il paragone con tutte le pinze possibili, racconta che fino ai 16-17 anni è molto difficile vedere il potenziale o, al contrario, sono molti i potenziali che si perdono e altri che nascono. Pochissime ragazze vincevano a 13 anni e sono in serie A, diverse che vincevano a 16 anni ora giocano a quel livello. Però, ripeto, la pallavolo femminile è senz'altro differente dal calcio

 

E' diversa ma rende l'idea che lo scouting è difficilissimo sotto una certa età. E sopra l'età in cui si sono ormai dispiegate e palesate le potenzialità ed il talento, la concorrenza diventa man mano più forte.

 

In quella terra di mezzo c'è tanto lavoro da fare,

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5 milioni di plusvalenza sono tantissimi e non c'entrano nulla con i 500 milioni di fatturato.

Tanto per dire: la Juve, quest'anno, ha "costretto" Marotta a inventarsi due plusvalenze con Romagna e Cassata, anche perché l'alternativa sarebbe che li hanno ceduti sul serio e che sono degli incompetenti.

Siccome non credo siano incompetenti, questo che cosa vuol dire? Che qualcuno di importante ha convocato Marotta a inizio luglio, in una stanzina buia e senza finestre, lo ha preso per un orecchio e gli ha detto: o topino, guarda che in questo mercato tu devi fare tot (e tot sta per una cifra molto precisa) milioni di plusvalenza, altrimenti te ne vai tu per primo, poi il mago Paratici, poi il capopopolo Nedved, poi il genio Allegri e via dicendo.

Altre spiegazioni non ci sono, a parte, ripeto, l'incompetenza, perché sbolognare così presto Romagna e Cassata sarebbe incompetenza, ma non ci credo, per cui vuol dire che nonostante le ricche plusvalenze di Bonucci, Neto e compagnia cantante evidentemente mancava ancora qualcosa al raggiungimento della quota indicata dalla società a Marotta, che quindi è stato "costretto" a "inventarsi" altre operazioni.

Stando così le cose (e occorrerebbe andare off topic per valutare questo modo di fare della società, che francamente qualche perplessità la lascia), capisci bene il riferimento a Margiotta da parte di Cherubini e perché dico che 5 milioni l'anno con queste operazioni sono tanti, come giustamente ti ha detto il buon garrison.

Secondo me, Cherubini, con il riferimento a Margiotta, ci ha voluto dire che, senza il meccanismo dei prestiti, Margiotta avremmo dovuto venderlo subito a pochissimo oppure addirittura svincolarlo, con i prestiti pluriennali, anche all'estero, a volte, invece, si riesce a rivalutare il giocatore di turno e ora forse Margiotta lo troviamo a venderlo a un milioncino, se non in Italia all'estero.

Avendo decine di giocatori in prestito, a cui aggiungi ogni anno quelli che escono dalla primavera, se ti riesce l'operazione 5-6 volte l'anno è tutto grasso che cola.

Ora si capisce il senso delle giovanili per la Juventus, giovanili che utilizzano per questo e anche per tenere rapporti con squadre minori e procuratori che possono tornare bene in futuro (altro fine dei prestiti).

Trovo, piuttosto, assurde le parole di Cherubini su Kean e la seconda squadra.

Quelle sono proprio parole assurde e preoccupanti, tanto sono assurde e fuori dalla realtà.

Ma è un altro discorso

 

Devo ammettere che faccio fatica a interagire con te perché trovo che esprimi spesso pareri con una pretesa di certezza ed un'arroganza che mi indispone.

Però mi rendo conto che è un problema soprattutto mio quindi ci provo.

 

Dire che plusvalenze e ricavi non c'entrano nulla non ha basi finanziarie e nemmeno sportive. Ragionevole se si parla di Business Unit indipendente che deve autofinanziarsi, la Juventus stessa ha questa necessità. In quest'ottica la necessità di fare plusvalenze coi giovani ha un suo senso, più o meno discutibile, ognuno può avere una sua idea a riguardo.

Il discorso su Margiotta invece mi sembra più plausibile: la diatriba cessione controllata-prestito è molto presente tra noi, lo sarà senza dubbio anche nella stanza dei bottoni, e prendere ad esempio Margiotta serve a sostenere una posizione che, come dici tu, può essere condivisibile o meno

 

 

 

E' diversa ma rende l'idea che lo scouting è difficilissimo sotto una certa età. E sopra l'età in cui si sono ormai dispiegate e palesate le potenzialità ed il talento, la concorrenza diventa man mano più forte.

 

In quella terra di mezzo c'è tanto lavoro da fare,

 

Cosa che l'Atalanta fa benissimo e noi potremmo imparare da loro. Come dicevo, però, senza la pretesa di "far soldi" con le plusvalenze perché l'Atalanta ha un moltiplicatore di valore enorme nel proporre in serie A i suoi giovani, noi non possiamo permettercelo. Non potremmo nemmeno con le squadre B

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Sono d'accordo solo in parte. Per me un giocatore "da serie A" a quell'eta' ha già qualcosa in più a livello tecnico. Può non essere formato ancora caratterialmente e allora li deve essere brava la società a gestirlo bene ma che ha qualcosa in più si vede (prendi Kean ad esempio). È diverso quando un giocatore è troppo più avanti, ma solo fisicamente, allora sai già che si ferma e diventerà solo un giocatore di serie D (mi viene in mente Thiam del 2000 che,infatti, non è arrivato neanche in Primavera).

Mi sembra esattamente il discorso dell'intervista. L'obiettivo della Juve (tutto da raggiungere) è quello di individuare quei giocatori tecnicamente dotati da madre natura e coltivarli anche quando nel breve periodo garantiscono meno risultati di coetanei meno talentuosi ma più formati che possono "buttarla sul fisico".

In tutto ciò non abbiamo assolutamente considerato la componente "testa" che spiega perché Torricelli ha vinto una CL con la Juve e Lanzafame neanche è arrivato a giocare in prima squadra.

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E' diversa ma rende l'idea che lo scouting è difficilissimo sotto una certa età. E sopra l'età in cui si sono ormai dispiegate e palesate le potenzialità ed il talento, la concorrenza diventa man mano più forte.

 

In quella terra di mezzo c'è tanto lavoro da fare,

No completamente diverso no. Anche nel calcio dico sempre che a16 anni sei già calciatore. Lascia perdere il risultato, perché si gioca in 11, ma tra tutti uno che spicca c’è! Poi magari a 13 anni non sei ancora tra i professionisti però hai già qualcosa in più...mi ricordo Beltrame che a 14 anni giocava ancora nella Cossatese nel campionato regionale però si vedeva che non c’entrava niente...e non è arrivato in serie A quindi figurati se uno è ancora più talentuoso...

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Mi sembra esattamente il discorso dell'intervista. L'obiettivo della Juve (tutto da raggiungere) è quello di individuare quei giocatori tecnicamente dotati da madre natura e coltivarli anche quando nel breve periodo garantiscono meno risultati di coetanei meno talentuosi ma più formati che possono "buttarla sul fisico".

In tutto ciò non abbiamo assolutamente considerato la componente "testa" che spiega perché Torricelli ha vinto una CL con la Juve e Lanzafame neanche è arrivato a giocare in prima squadra.

 

Bhé onestamente Lanzafame sia pure per poco tempo (per fortuna) in prima squadra c'é arrivato.

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Mi sembra esattamente il discorso dell'intervista. L'obiettivo della Juve (tutto da raggiungere) è quello di individuare quei giocatori tecnicamente dotati da madre natura e coltivarli anche quando nel breve periodo garantiscono meno risultati di coetanei meno talentuosi ma più formati che possono "buttarla sul fisico".

In tutto ciò non abbiamo assolutamente considerato la componente "testa" che spiega perché Torricelli ha vinto una CL con la Juve e Lanzafame neanche è arrivato a giocare in prima squadra.

Si ma nell’intervista si vuol far credere che giocatori da D a 13 anni siano più forti di quelli da A e questo non è vero. Almeno a livello tecnico no, a livello di testa sono da formare ma tecnicamente sono già più forti! Poi c’ Da considerare la testa e allora li è un discorso a parte...

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Si ma nell'intervista si vuol far credere che giocatori da D a 13 anni siano più forti di quelli da A e questo non è vero. Almeno a livello tecnico no, a livello di testa sono da formare ma tecnicamente sono già più forti! Poi c' Da considerare la testa e allora li è un discorso a parte...

 

Può essere che giocatori che fisicamente si strutturano prima siano anche tecnicamente più validi a 13 anni. Pensa ad un ragazzo che continua a crescere in altezza quindi con muscolatura sempre inadeguata a sostenere quella tipologia fisica oppure che si struttura fisicamente e varia a livello di baricentro. Sono diverse anche le componenti biomeccaniche per cui un ragazzo a 13 anni può essere più incisivo in campo di uno con più prospettiva.

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Può essere che giocatori che fisicamente si strutturano prima siano anche tecnicamente più validi a 13 anni. Pensa ad un ragazzo che continua a crescere in altezza quindi con muscolatura sempre inadeguata a sostenere quella tipologia fisica oppure che si struttura fisicamente e varia a livello di baricentro. Sono diverse anche le componenti biomeccaniche per cui un ragazzo a 13 anni può essere più incisivo in campo di uno con più prospettiva.

Può essere tutto però se vedevi Kean, Pellegri, Cerri a 14 anni vedevi già che avevano qualcosa in più e infatti sono riusciti a diventare professionisti. Poi magari non azzecchi la serie ma quello dipende da tanti altri fattori

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Può essere tutto però se vedevi Kean, Pellegri, Cerri a 14 anni vedevi già che avevano qualcosa in più e infatti sono riusciti a diventare professionisti. Poi magari non azzecchi la serie ma quello dipende da tanti altri fattori

 

Esempi ne puoi fornire un milione ma un esempio non fa regola. Chiaro che se vedi uno così evidenzia quello che dici, se guardi invece il percorso giovanile di altri che si son affermati a 14 anni non mostravano nulla in più di altri e viceversa, alcuni che a 14 anni facevamo la differenza poi non hanno detto al passaggio al professionismo. Vale tutto insomma! Non si può giudicare un ragazzino dalle prestazioni senza tener conto della prospettiva psico-fisica e di quelle caratteristiche che possono non essere sbocciate per vari motivi ma in odore di maturare...ti faccio sempre un esempio se no suona fumosa: under 16, squadra campione provinciale, regionale e seconda nazionale. La capitana era una bimba di 1,70 m con genitori bassi, fondamentali tecnici ottimi ma nessun margine di crescita in forza, in elasticità, in altezza visti i genitori. L'altra giocatrice del suo ruolo era 1,89 m, due genitori armadi ma tecnicamente scarsa (aveva giocato in oratorio fino un anno e mezzo prima), molto rigida articolarmente, fisicamente fortissima.

Il campionato lo iniziammo con la prima ma lo finimmo con la seconda in campo perché mentre la prima garantiva un apporto standard che nel tempo è diventato sempre meno significativo la seconda ha avuto una parabola ascendente quasi verticale. Oggi la prima gioca in serie c da libero, l'altra ha esordito in serie A schiantando al suolo un libero 25enne con un attacco. L'ho fatta un po' semplice, me ne rendo conto, però la storia è questa e le potenzialità ci erano molto chiare per cui il lavoro di impostato in un certo modo...

 

Ma nemmeno in coppa Italia Orsolini gioca titolare? Uff...

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Esempi ne puoi fornire un milione ma un esempio non fa regola. Chiaro che se vedi uno così evidenzia quello che dici, se guardi invece il percorso giovanile di altri che si son affermati a 14 anni non mostravano nulla in più di altri e viceversa, alcuni che a 14 anni facevamo la differenza poi non hanno detto al passaggio al professionismo. Vale tutto insomma! Non si può giudicare un ragazzino dalle prestazioni senza tener conto della prospettiva psico-fisica e di quelle caratteristiche che possono non essere sbocciate per vari motivi ma in odore di maturare...ti faccio sempre un esempio se no suona fumosa: under 16, squadra campione provinciale, regionale e seconda nazionale. La capitana era una bimba di 1,70 m con genitori bassi, fondamentali tecnici ottimi ma nessun margine di crescita in forza, in elasticità, in altezza visti i genitori. L'altra giocatrice del suo ruolo era 1,89 m, due genitori armadi ma tecnicamente scarsa (aveva giocato in oratorio fino un anno e mezzo prima), molto rigida articolarmente, fisicamente fortissima.

Il campionato lo iniziammo con la prima ma lo finimmo con la seconda in campo perché mentre la prima garantiva un apporto standard che nel tempo è diventato sempre meno significativo la seconda ha avuto una parabola ascendente quasi verticale. Oggi la prima gioca in serie c da libero, l'altra ha esordito in serie A schiantando al suolo un libero 25enne con un attacco. L'ho fatta un po' semplice, me ne rendo conto, però la storia è questa e le potenzialità ci erano molto chiare per cui il lavoro di impostato in un certo modo...

Ho capito Lito ma mi hai fatto l’esempio contrario...di solito, nel calcio, hai un energumeno di 1,80 che fa a spallate e porta tutti a spasso che si ferma e quello di 1,70 tecnico che alla lunga migliora il fisico e mette la freccia. Poi ovvio se ha il cervello piccolo fa poca strada. Però ho capito il tuo ragionamento è vero, non c’è una regola fissa, ma bisogna puntare a ricercare il talento e non il fisico per avere giocatori da serie A.

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Ma oltre a disquisire sulle logiche che dovrebbero indurre chi seleziona o solo osserva e segnala i ragazzini, notizie su come stanno andando i nostri in giro per il mondo né abbiamo o da quando 'latita' Allen siamo all'oscuro di tutto?

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Ma oltre a disquisire sulle logiche che dovrebbero indurre chi seleziona o solo osserva e segnala i ragazzini, notizie su come stanno andando i nostri in giro per il mondo né abbiamo o da quando 'latita' Allen siamo all'oscuro di tutto?

siamo in mezzo a una strada

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Premesso che il risultato economico è un obiettivo e che la "credibilità" di cui parlavo è uno strumento (sebbene da praticare pienamente) e non un fine (che è ovviamente quello economico), la tua ricostruzione mi pare a dir poco fantasiosa.

Nel senso che penso che Marotta non abbia bisogno di farsi prendere dall'orecchio (ovviamente non in senso fisico ma neanche figurato) da nessuno, ma sia egli stesso, in piena condivisione con il resto della dirigenza, compresa quella più squisitamente contabile (leggasi Mazzìa), a perseguire gli obiettivi che ha avuto come "mandato" da parte dell'assemblea degli azionisti (ovvero i padroni di FC Juventus tra i quali sicuramente Elkann ma anche quella parte che ha acquisito azioni sul mercato azionario come, per dire, Lindsell Train).

Ergo, è quanto mai ovvio che un amministratore esegua il mandato dell'assemblea dei soci senza bisogno di essere preso per un orecchio da chicchesia.

Così com'è ovvio che per centrare gli obiettivi "economici" di un'azienda devi avere chiara e nitida la percezione della sua "Mission" aziendale. Di qua ne discende tutta una serie di ovvi corollari di cui la "Credibilità" nei confronti dei giovani calciatori è parte integrante insieme ad una "Cultura Calcistica".

Questo vale per Juventus come per qualsiasi altra azienda del globo terracqueo ed è alla base della sua sopravvivenza.

 

La gestione dei giovani calciatori è un asset della società perchè porta risultati di varia e diversa natura.

Ci sono ovviamente le plusvalenze, anche quelle di poche centinaia di migliaia di euro che però tutto sommato servono a garantire anno per anno la benzina (quei 6/8 milioni) che alimenta il settore giovanile stesso: basta guardarla come Unit Business. Ovviamente per una plusvalenza che devi mettere in conto tutti i costi da coprire per i tanti ragazzi che passano e che plusvalenze non ne portano.

Ci sono poi obiettivi più difficili che sono quelli di avere calciatori di un certo livello e magari anche da prima squadra.

Ma questi obiettivi sono tanto più raggiungibili quanto più la "struttura" che costruisci è in grado di selezionare e vagliare e di sostenere reti capillari. Tutto ciò ha un costo.

Finchè quel costo verrà pagato da plusvalenze crescenti vuol dire che la direzione è quella giusta e si potrà aumentare l'investimento.

 

A fianco a questa azione operativa non puoi non affiancarne una di tipo "etico" perchè tratti calciatori, ovvero uomini, anzi ragazzi e non cose che hanno un cartellino appeso col prezzo. E tanto più li tratti bene tanto più hai probabilità di autoinnescare un meccanismo virtuoso che si autoripaga e ti lascia aperta la porta di poter trovare calciatori forti in erba.

 

Per lo specifico di Cassata e Romagna credo che siano situazioni che si prestano anche ad altre valutazione come, per esempio, una diversa politica verso giovani che hanno bisogno di non sentirsi vincolati o sotto l'ala di una grande squadra.

Ci sono calciatori che appena escono dall'orbita della grande squadra "sbocciano". Riuscire a farli "sbocciare" tenendo comunque un diritto (che può essere di ricompra come anche di futura rivendita) su di essi potrebbe essere una politica interessante.

A quanto pare sta funzionando, per dire, per un Gabriel Appelt che pare destinato in una media squadra della Premiership.

 

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Buongiorno a tutti,

 

Sono sostanzialmente d’accordo su tutto... aggiungerei che probabilmente la cessione di Romagna e Casaata persegue un obiettivo di bilancio annuale più che di logica finanziaria... vendi a 7 milioni ciascuno 2 giocatori che sono tuoi con la recompra a 20 ciascuno. Se uno esplode te lo ricompri. Finanziariamente un bagno di sangue... a bilancio una plusvalenza di 14 oggi contro (forse) un aumento di 4 milioni di euro annuali domani (alla voce ammortamenti).

 

Volendolo aggiungere in punta di piedi, dato che qui scrivo praticamente mai, solo io considero davvero brutto il termine “carne da plusvalenza” tanto in voga sul forum?

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Ma oltre a disquisire sulle logiche che dovrebbero indurre chi seleziona o solo osserva e segnala i ragazzini, notizie su come stanno andando i nostri in giro per il mondo né abbiamo o da quando 'latita' Allen siamo all'oscuro di tutto?

 

siamo in mezzo a una strada

 

Praticamente inganniamo il tempo in attesa di un segno...la cometa e i Re Magi forse? 😂

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Ma oltre a disquisire sulle logiche che dovrebbero indurre chi seleziona o solo osserva e segnala i ragazzini, notizie su come stanno andando i nostri in giro per il mondo né abbiamo o da quando 'latita' Allen siamo all'oscuro di tutto?

 

Bhé gran parte dei campionati sono fermi...

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Bhé gran parte dei campionati sono fermi...

vero ... ma resta il fatto che abbiamo perso il controllo (report) sull'andazzo da qualche tempo ed era una buona abitudine...

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vero ... ma resta il fatto che abbiamo perso il controllo (report) sull'andazzo da qualche tempo ed era una buona abitudine...

 

Ma si sa che fine abbia fatto Allen e soprattutto quando tornerà?!? :( :( :(

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Ma si sa che fine abbia fatto Allen e soprattutto quando tornerà?!? :( :( :(

È la vessata questio discussa in questi ultimi post ... toccherà guardare le prossime puntate di "Chi l'ha visto"!

 

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Allen non tornerà :(

 

Acc....

siamo definitivamente in mezzo ad una strada

(spero per scelta e non per problemi personali però).

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Allen non tornerà :(

Come non tornerà? Non è neanche che siamo in mezzo ad una strada, è la strada che si è impossessata di noi!

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Acc....

siamo definitivamente in mezzo ad una strada

(spero per scelta e non per problemi personali però).

 

Mi unisco alla speranza. Ma così senza preavviso, senza un commiato?

E soprattutto...non ci mandano un nuovo Armin?!? Lo vogliamo!!! 😵😵😵

 

 

 

Acc....

siamo definitivamente in mezzo ad una strada

(spero per scelta e non per problemi personali però).

 

Mi unisco alla speranza. Ma così senza preavviso, senza un commiato?

E soprattutto...non ci mandano un nuovo Armin?!? Lo vogliamo!!! 😵😵😵

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