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Cherubini: "Scouting e prestiti all'estero, vi racconto come lavora la Juve con i giovani. Futuro? Invochiamo le seconde squadre"

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Cherubini: "Scouting e prestiti all'estero, vi racconto come lavora la Juve con i giovani"

 

Federico Cherubini è il volto della Juve che verrà. Vice direttore sportivo bianconero e direttore tecnico del settore giovanile, è soprattutto il braccio destro di Marotta e Paratici, e sulle pagine di Tuttosport ha raccontato il mercato di gennaio, basato su quei 48 giocatori in prestito: "Sakor sarà federalmente del Göteborg che eserciterà un suo diritto. Ma la Juve manterrà i diritti futuri sul centrocampista. Come ogni anno almeno 10-12 calciatori in prestito cambieranno maglia per vari motivi: l’adattamento alla piazza, problemi tecnici, il ridotto utilizzo o perché ci sono opportunità migliorative".

 

IL MEGLIO - "Penso ad Audero, in un ruolo difficile come quello del portiere. Poi, a parte i vari Caldara, Spinazzola, Mandragora, c’è chi sta tornando alla ribalta dopo un calvario fisico: come Margiotta, il simbolo del nostro progetto. E’ un attaccante che ha collezionato varie esperienze in Lega Pro e ora si è stabilito a Losanna dove si è completamente ricostruito un’immagine, un valore, tanto che a suon di gol è seguito da club di primissima fascia che partecipano pure alle Coppe europee: Young Boys e Basilea in Svizzera, ma è monitorato anche in Germania e Francia".

 

BELTRAME - "Stefano ha scelto di formarsi in Olanda, lui che con la Juve di Conte debuttò pure. E visto che in Italia avrebbe rischiato di essere bollato come un talento che ha fallito, abbiamo pensato: perché non fare un’esperienza all’estero? Così s’è trasferito in Olanda e ha chiesto di rimanere lì, ma cambiando club al secondo anno: dal Den Bosch al Go Ahead Eagles. Ma siccome è ancora di nostra proprietà e ha tanto talento, non so se riuscirà a tornare alla Juve però di possibilità ne avrà".

 

SECONDE SQUADRE - "Ci sono ragazzi che trovano la consacrazione in breve tempo come Audero, invece Spinazzola è uno di quelli che hanno fatto un percorso più lungo e difficile. Bisogna avere pazienza di accompagnarli e aspettarli: è questo il valore aggiunto. Altre volte rischi di perdere dei ragazzi, ecco perché noi invochiamo le seconde squadre. Si dimezzerebbe il numero dei prestiti e la maturazione dei ragazzi avverrebbe al nostro interno. Altri vantaggi? Si creerebbe una squadra competitiva con il valore aggiunto di fare un percorso veramente completo: se il Kean di turno fosse rimasto alla Juventus, avrebbe potuto allenarsi con la prima squadra, essere eventualmente a disposizione di Allegri, altrimenti giocare con la seconda squadra in B o in C. E addirittura nella Youth League sarebbe potuto scendere in Primavera. A quell’età è importante sfruttare il massimo dell’allenamento, non perdere mai una settimana di lavoro e ogni weekend giocare una partita competitiva. Ora Kean sta seguendo il suo percorso alla grande col Verona, ma se penso a tanti altri ragazzi...".

 

FUORI DALL'ITALIA - "Per un ragazzo che esce dal settore giovanile a 18-19 anni è un’esperienza che umanamente e a livello formativo ti completa, consentendo di conoscere metodologie d’allenamento e culture differenti e di imparare una lingua nuova. Dal punto di vista tecnico si confrontano con realtà dove i giocatori in prestito sono pochi e vengono considerati come quelli di proprietà».

 

LEGAMI ALL'ESTERO - "Lo Zulte Waregem in Belgio, il Den Bosch in Olanda, il Losanna in Svizzera, addirittura abbiamo un contatto diretto con la signora Swarovski proprietaria del Wattens, club di serie B austriaca".

 

L'IDEA - "Sei anni fa è stata istituita una divisione su volontà di Marotta e Paratici. Avevamo 46 giocatori di proprietà e nacque l’idea di creare una figura apposita che li seguisse a livello tecnico e personale: un ds dei prestiti. La cosa funzionò, poi casualmente Vryzas, allora presidente del Paok Salonicco, mi invitò in Grecia e dal confronto capimmo che l’estero poteva essere un’opportunità enorme, visto che le percentuali di utilizzo dei ragazzi in B e C erano basse. Con Marotta e Paratici pensammo idealmente alla possibilità di “piantare bandierine” nei 15 Paesi europei più interessanti e tra noi demmo al progetto il nome di Club 15, puntando a valorizzare nel tempo il rapporto con alcuni club. Non conta solo avere un calciatore in prestito, ma far parte di una galassia. Creando questa rete e consolidando i rapporti in un network di club dal livello più basso del nostro c’è la possibilità di avere informazioni, assistenza e supporto su un ambito completamente diverso dallo scouting. Col Den Bosch si è creata una vera e propria sinergia".

 

IN POLE - "Se nel Den Bosch dovesse nascere un nuovo Van Nistelrooy, saremmo in pole position visti i rapporti? Direi di sì, anche se sulla carta nulla vieterebbe al Den Bosch di venderlo altrove".

 

L'ANEDDOTO - "Diagne lo acquistammo dal Bra, in Serie D. In tre-quattro anni ha fatto il giro del mondo (Francia, Arabia Saudita, Ungheria, Cina) e nel frattempo è passato da un rimborso spese da dilettante a un ingaggio milionario".

 

IL SETTORE GIOVANILI - "Se ci sono giocatori da Juve? Sì, ma il salto in una società come la Juventus è molto complicato, pensiamo che ci sono campioni che restano fuori. Intanto se mettiamo in un campetto i giocatori della Primavera degli ultimi tre anni, unitamente ai calciatori di prospettiva e a quelli cresciuti qui alla Juve, abbiamo un valore importante. L’obiettivo diventa quello di generare introiti per la società in un circolo virtuoso: chi lavora nel settore giovanile alla Juventus ha a disposizione strutture e risorse al top".

 

LINEA GUIDA - "Il nostro fine è costruire giocatori di un certo livello, non la vittoria. Questo orienta le scelte: un tredicenne già formato che poi giocherà in Serie D è più forte di un tredicenne che giocherà in serie A, ma che deve ancora svilupparsi. Noi abbiamo scelto la strada più difficile, puntando sulla tecnica. L’innalzamento del livello medio del calciatore trattato a Vinovo ora sta portando a unire formazione e risultati: come avvenuto con lo scudetto Giovanissimi dell’anno scorso. Quest’anno siamo competitivi in tutte le categorie, ma con giocatori molto tecnici, che arriveranno. Alla Juventus per fortuna ci sono professionisti del settore giovanile che non cercano la soddisfazione nella vittoria in un campionato, ma che ho visto in lacrime all’esordio di un ragazzo in prima squadra. Per soddisfazioni così però bisogna saper aspettare anni. Marotta e Paratici in questo sono eccezionali: la finalità non è mai il risultato, quello è legato alla prima squadra".

 

IL LAVORO - "Nell’attività di base, dagli Under 7 agli Under 13, i principi generali sono molto legati al gioco e, a livello fisico, soprattutto allo sviluppo di attività coordinative. Nella fascia agonistica, dagli Under 14 alla Primavera, fissiamo dei principi di gioco che vorremmo vedere, lasciando libertà agli allenatori sul modulo e puntando sulla prevalenza dell’attività con la palla, perché il giocatore cresce e migliora con la palla. Vogliamo quanto più possibile diminuire le ore di esercitazioni tattiche, perché la tattica è importante nelle prime squadre, e privilegiare le attività con il pallone".

 

SCOUTING - "E’ un’area che fa capo a Paratici, che la segue con grande attenzione e tiene con noi riunioni settimanali. C’è un responsabile per l’Italia, Mattia Notari, e uno per l’estero, Matteo Tognozzi, che fanno capo al supervisore Pablo Longoria. In Italia abbiamo circa 20 osservatori, più tre figure specifiche all’estero. Per i ragazzi fino ai 14 anni, che possono essere presi solo nella regione del club, ci basiamo sulle Academy sul territorio. Dai 14 anni in sù si possono tesserare ogni anno 10 ragazzi dalle altre regioni: li seguiamo nei club attraverso i nostri osservatori, che immettono le loro relazioni in un sistema informatico. Tutte sono lette dalla segreteria scouting, filtrate attraverso gradi di giudizio, catalogate e segnalate ai responsabili. E Paratici le legge tutte. Poi mandiamo molta gente in giro, perché ci piace la sensazione dal vivo: l’osservatore, al di là della relazione informatica, deve telefonare ai responsabili e dire, “guardate che ho visto un ragazzo che mi ha colpito”".

 

ALLEGRI - "Ottimo, è molto attento al settore giovanile. Da quando il rifacimento del campo Ale&Ricky ha consentito alla Primavera di giocare allo Juve Center c’è il vantaggio della continuità e Allegri, Marotta, Paratici, Nedved assistono spesso alle partite. A volte lo fanno anche i giocatori della prima squadra, che spesso vedono la Primavera in tv quando sono in ritiro".

 

cm.com

 

 

Cherubini sui giovani della Juventus: "Audero si sta distinguendo, ma non solo. Invochiamo le seconde squadre"

 

Un’analisi sulle giovanili bianconeri, tra prestiti per “farsi le ossa” e giovani del futuro. È quanto fatto da Federico Cherubini, vice direttore sportivo bianconero e direttore tecnico del settore giovanile, nonché braccio destro di Marotta e Paratici, in una lunga intervista in esclusiva per Tuttosport.Partendo ovviamente da chi si sta distinguendo in prestito con altre maglie: “Penso ad Audero, in un ruolo difficile come quello del portiere. Poi, a parte i vari Caldara, Spinazzola, Mandragora, c’è chi sta tornando alla ribalta dopo un calvario fisico come Margiotta, il simbolo del nostro progetto. A Losanna dove si è completamente ricostruito un’immagine, un valore e a suon di gol è seguito da club di primissima fascia come Young Boys e Basilea in Svizzera, ma è monitorato anche in Germania e Francia”.

 

Per agevolare la crescita dei giovani, secondo Cherubini le seconde squadre sarebbero un toccasana: “Ci sono ragazzi che trovano la consacrazione in breve tempo come Audero, invece Spinazzola è uno di quelli che hanno fatto un percorso più lungo e difficile. Bisogna avere pazienza di accompagnarli e aspettarli, altre volte rischi di perderli. Ecco perché noi invochiamo le seconde squadre, grazie alle quali si dimezzerebbe il numero dei prestiti e la maturazione dei ragazzi avverrebbe al nostro interno. Non solo. Si creerebbe una squadra competitiva con il valore aggiunto di fare un percorso veramente completo: se il Kean di turno fosse rimasto alla Juventus, avrebbe potuto allenarsi con la prima squadra, essere eventualmente a disposizione di Allegri, altrimenti giocare con la seconda squadra in B o in C. E addirittura nella Youth League. A quell’età è importante sfruttare il massimo dell’allenamento e ogni weekend giocare una partita competitiva. Ora Kean sta seguendo il suo percorso alla grande col Verona, ma se penso a tanti altri ragazzi...”.

 

All’estero la Juve per la crescita dei giovani ha una corsia preferenziale con alcune squadre: “Lo Zulte Waregem in Belgio, il Den Bosch in Olanda, il Losanna in Svizzera, addirittura abbiamo un contatto diretto con la signora Swarovski proprietaria del Wattens, club di serie B austriaca”.

 

E se nel Den Bosch dovesse nascere un nuovo Van Nistelrooy“Penso che partiremmo in pole anche se sulla carta nulla vieterebbe al Den Bosch di venderlo altrove”.

 

Per quanto riguarda invece lo scouting giovanile: “È un’area che fa capo a Paratici, che la segue con grande attenzione e tiene con noi riunioni settimanali. C’è un responsabile per l’Italia, Mattia Notari, e uno per l’estero, Matteo Tognozzi, che fanno capo al supervisore Pablo Longoria. In Italia abbiamo circa 20 osservatori, più tre figure specifiche all’estero. Per i ragazzi fino ai 14 anni, che possono essere presi solo nella regione del club, ci basiamo sulle Academy sul territorio. Dai 14 anni in sù si possono tesserare ogni anno 10 ragazzi dalle altre regioni: li seguiamo nei club attraverso i nostri osservatori, che immettono le loro relazioni in un sistema informatico e Paratici le legge tutte. Poi mandiamo molta gente in giro, perché ci piace la sensazione dal vivo: l’osservatore, al di là della relazione informatica, deve telefonare ai responsabili e dire, ‘guardate che ho visto un ragazzo che mi ha colpito’”.

 

Anche Allegri stesso è molto attento alle giovanili: “Da quando il rifacimento del campo Ale&Ricky ha consentito alla Primavera di giocare allo Juve Center c’è il vantaggio della contiguità e Allegri, Marotta, Paratici, Nedved assistono spesso alle partite. A volte lo fanno anche i giocatori della prima squadra, che spesso vedono la Primavera in tv quando sono in ritiro”.

 

gdm.com

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Speriamo che tutta questa organizzazione porti qualche ragazzo almeno a fare le riserve alla Juve.

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Il fatto che non abbiano ancora messo le seconde squadra è l'emblema massimo della malafede e dell'incompetenza che regna sul calcio italiano

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8 anni di settore giovanile supervisionati da paratici e ZERO giocatori in rosa in prima squadra , non parlo di titolàri ma di rosa dei 25 , ZERO , e' una cosa incredibile , ormai non regge più nemmeno la scusa che i risultati li vedono a lunga gittata perché a quest' ora anche gente entrata nel settore giovanile a 9/10 anni potrebbe essere in prima squadra, in compenso si spendono 15 milioni ( quelli sono stati tra prestito e riscatto ) per gente come sturaro.Gestione del settore giovanile DISASTROSA , e il settore giovanile è l'unica cosa che potrebbe avvicinarci alle big d'Europa , non certo la politica fallimentare di vendere i migliori o prendere parametri zero che ci ha portato a ZERO VITTORIE in 22 anni ( quelli saranno a maggio).

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Sarà. Ma in prima squadra arriva ben poco.

 

se la mia memoria non mi tradisce mi sembra che l'ultimo gran giocatore del vivaio sia stato Bettega e questo e' accaduto circa 50 anni fa......

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Il riferimento alla seconda squadra è del tutto sbagliato.

Figuriamoci se Kean (il nome lo ha fatto lui) ti resta a giocare in serie C e se lo riesci a fregare, lui e il suo procuratore, con questi discorsi che può allenarsi in prima squadra e giocare la Youth League.

Ma via, Cherubini, dai, per favore

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se la mia memoria non mi tradisce mi sembra che l'ultimo gran giocatore del vivaio sia stato Bettega e questo e' accaduto circa 50 anni fa......

 

Marchisio?

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Tante belle parole, tanti bei sogni, tanta bella organizzazione ma risultati concreti...Ooooooopppps dimenticavo: TANTI BEI SOLDINI NELLE CASSE DELLA JUVENTUS. Il nostro settore giovanile è un discount di calciatori di medio/basso livello, da piazzare in giro per il mondo con il marchio "J" a "farsi le ossa". Ma per favore! Dopo Marchisio, il nulla cosmico. Certo, la seconda squadra sarebbe importantissima, maledetta FIGC.

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la storia delle seconde squadre è una scusa.

L'Atalanta non ha la seconda squadra eppure produce giocatori dal SG ogni anno.

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Tante belle parole, tanti bei sogni, tanta bella organizzazione ma risultati concreti...Ooooooopppps dimenticavo: TANTI BEI SOLDINI NELLE CASSE DELLA JUVENTUS. Il nostro settore giovanile è un discount di calciatori di medio/basso livello, da piazzare in giro per il mondo con il marchio "J" a "farsi le ossa". Ma per favore! Dopo Marchisio, il nulla cosmico. Certo, la seconda squadra sarebbe importantissima, maledetta FIGC.

Parole sante.

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la storia delle seconde squadre è una scusa.

L'Atalanta non ha la seconda squadra eppure produce giocatori dal SG ogni anno.

forse perché se fa un campionato anonimo ogni tanto non perde centinaia di milioni di euro?! uum

E imho il miglior settore giovanile d Italia ce l ha la Roma .ok

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forse perché se fa un campionato anonimo ogni tanto non perde centinaia di milioni di euro?! uum

E imho il miglior settore giovanile d Italia ce l ha la Roma .ok

perfetto, parliamo della Roma allora, giusto .ok

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la storia delle seconde squadre è una scusa.

L'Atalanta non ha la seconda squadra eppure produce giocatori dal SG ogni anno.

 

Si, li produce per l'Atalanta.

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Molte risposte evidenziano il basso livello di conoscenza del calcio giovanile, comunque.

La Juve sta lavorando bene, considerato anche che la base dei giovani è limitata specialmente dall'Italia rispetto ad altre realtà.

Ovviamente molti se han letto l'intervista semplicemente non l'hanno capita o vogliono fare le solite polemiche sul nulla.

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La parte la più importante è quella della seconda squadra.

Se si concretizza, farebbe una differenza enorme per la crescita dei giovani.

 

 

PS: E al meno, la nazionale potrebbe avere dei giocatori già validi a 21,22 anni.

 

 

SEMPRE FORZA JUVENTUS.

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Quando sento parlare che dai tempi di Marchisio,non e,arrivato niente dal settore giovanile,mi,metto a ridere.Ogni anno circa 15-20 milioni di euro spesi nella campagna acquisti,derivano dai giocatori delle giovanili,lo stesso Marchisio,senza calciopoli,non avrebbe avuto la possibilita,di entrare in prima squadra,far parte della Juve,negl ultimi 5- anni e molto difficile,perche stiamo parlando di una top 5,e,se il giovane non e un talento naturale,ma da costruire,e impossibile far parte della Juve,perche il sistema-calcio Italia:niente seconde squadre,cultura basata esclusivamente sui risultati,per cui una squadra che si deve salvare,preferisce mettere un senatore,tutto corsa e esperienza,piuttosto,un giovane da formare,ecc ecc,non lo permette,io penso che si sta cercando di massimizzare il prodotto,ma,purtroppo,troppi giocatori sulla media,e,pochissimi,veri talenti.

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Si, li produce per l'Atalanta.

facciamo 2 conti di un po' di italiani giovani che giocano in A?

 

Caldara: All'Atalanta dai pulcini

Locatelli: All'Atalanta fin dai pulcini portato via dal Milan con metodi particolari diciamo

Conti: All'Atalanta dai giovanissimi mi pare

Gabbiadini: all'Atalanta dai pulcini con parentesi quando era allievo e giovanissimo altrove per motivi di famiglia

Bonaventura: all'Atalanta dai 15 anni

Montolivo: Atalanta dai pulcini

 

 

questi sono alcuni..ce ne sono tanti altri

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la storia delle seconde squadre è una scusa.

L'Atalanta non ha la seconda squadra eppure produce giocatori dal SG ogni anno.

 

Il confronto con l'Atalanta è assolutamente ridicolo. A Bergamo, per la realtà sportiva che hanno, non partono con l'obbligo di vincere, ma con l'intenzione di ben figurare affiancando gente da "Atalanta" a giocatori da mettere in mostra per farci i soldi. Sono "costretti" a puntare sui talenti inespressi e da crescere.Quando sei al top e miri a vincere è più difficile dare spazio ai giovani che non siano fenomeni. Le seconde squadre, sulla falsa riga della Spagna aiuterebbero, anche se non sarebbero da sole la soluzione, però ridurrebbero il salto dalla Primavera al calcio che conta. Per esempio Kean lo scorso anno se lo sarebbe fatto in seconda squadra invece di spadroneggiare con il fisico in Primavera e quest'anno, magari sempre al Verona, sarebbe più pronto.

 

Guardiamo un attimo al Barcellona. Dopo anni di profilo più basso, hanno beccato ( con grande merito ) una generazione di canterani fenomenali Puyol, Xavi, Iniesta, Busquets, Messi ( li da giovanissimo ) e Pique ( che prima di sfondare nella sua squadra si è fatto un giro a Manchester e a Saragozza.

Oggi che è al vertice, quanti canterani schiera? Per restarci è andato a prendere Neymar, Suarez, Sanchez, Umtiti, Gomes ( flop ), Rakitic, Dembelè ( probabile flop ) etc....

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