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Diritti tv, offerte più basse dei minimi: via alle trattative private con Sky, Mediaset e Dazn

Post in rilievo

17 ore fa, ginopilotino ha scritto:

Ci perdi soldi non fai dividendi te lo puoi permettere? Come lo giustifichi agli azionisti?

Appunto, quindi dovranno per forza di cose acquistare i diritti della Serie A. 
E per far ciò devono per forza venire incontro (nei limiti del ragionevole) alle richieste della Lega...

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7 minuti fa, JugoVladimir ha scritto:

Ovviamente concordo.

Gia la Legge Melandri era stata un capolavoro (con una quota legata alla popolazione residente della città in cui giocava ogni squadra).

Ma direi che con la riforma Lotti si è riuscita fare di meglio: per suddividere i diritti TV, gli ascolti TV pesano l'8%!!!

 

Il bacino di utenza (8% Ascolti +12% Pubblico) fornisce questa classifica:

Inter 28

Milan 26,3

Juve 23,9

Roma 21,1

Napoli 18,4

 

 

 

 

Motivo in più per non far vedere un centesimo 

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15 minutes ago, Trezegol96 said:

Appunto, quindi dovranno per forza di cose acquistare i diritti della Serie A. 
E per far ciò devono per forza venire incontro (nei limiti del ragionevole) alle richieste della Lega...

No 

Parli di fatturato io parlo di utile.

Se un servizio ti porta fatturato, ma un utile negativo, quindi una perdita solitamente ti (direzione) viene chiesto perché e come fare per rientrare. 

La perdita è sostenibile se:

a) esiste un piano di rientro e di crescita, che solitamente prevede costi sostenibili;

b) l'assets è un asset fondamentale per portare a casa altro che ha una marginalità maggiore;

DAZN ha ovviamente interesse a chiudere, ma a cifre che siano per loro molto convenienti: cioè che portino non solo utile, ma che rientrino dele attuali perdite.

Quindi la trattativa ha un tetto massimo, quanto questo sia vicino ai desiderata della Lega è tutto da vedere. Così ad occhio, vista la managerialità nulla della stessa direi poco o nulla.

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18 ore fa, Kandinskij ha scritto:

Ma guarda che io sono d'accordo con te sui motivi delle perdite (non sul discorso sulla marginalità, almeno nelle dimensioni di DAZN, ma siamo ot). Sarai d'accordo tu con me che non è facile vendere a 2,5 ml di clienti uno spettacolo penoso pretendendo 50 ml al mese (CEO di DAZN). Ma questo è certificato dai fatti. Lega e Figc non riescono neanche a mantenere i vecchi prezzi. Puoi operare in perdita fino a un certo punto E se prevedi che in futuro mercato diverrà remunerativo. Non mi pare che sia questo li scenario. E il fatto che si cerchi un accordo quinquennale a prezzo ridotto dimostra che i capo' del calcio italiano sanno di vendere un prodotto deteriorato. 

Guarda, è un discorso veramente molto molto lungo e profondo. Che secondo me è anche interessante da snocciolare. 

Il prodotto calcio in italia è arrivato alla saturazione dal punto di vista della vendibilità e dell'interesse che genera. E questa saturazione, questa puzza di stantio che genera da anni, è causata da molti fattori economici, politici e sociali. Se adesso vogliamo prenderci la "soddisfazione" di dire di essere stati noi la causa della pietra tombale messa sopra al calcio italiano, prendiamocela pure. Ma la fossa se la sono scavata in anni e anni di gestioni sbagliate....

 

Dal punto di vista prettamente economico, dopo la crisi del 2008 e quindi l'indebolimento delle banche nel vecchio continente, i fondi sovrani del Golfo hanno smobilitato molti capitali in valuta straniera, che hanno dovuto per forza investire proprio in Occidente. E dove li hanno investiti? Tra le tante (tantissime) cose, anche nel mondo del calcio. E perché in Inghilterra si ad esempio e in Italia e Germania no? Per quanto riguarda l'Italia, oltre al fatto di non avere stadi e strutture di proprietà (problema secolare a cui nessuno ha mai pensato di mettere una pezza), il calcio italiano si scontra con un sistema fiscale, contributivo e giudiziario che incentiva meno investimenti da quelle zone del mondo. In Germania allo stesso modo non hanno potuto investire perché la Bundes impedisce ad investitori privati di possedere più del 49% delle quote di un club e a questi fondi sovrani non piace avere le mani legate da scelte dettate anche da altri. 
Per cui dove sono andati a sperperare i loro soldi? In Inghilterra, dove hanno trovato un terreno fertile dal punto di vista fiscale e contributivo e un sistema in ampia crescita, con strutture moderne e un pensiero volto al futuro e alla spettacolarizzazione del prodotto [e qui si lega al punto sociale di sotto].

In Francia ad esempio, un campionato simile al nostro dal punto di vista diritti tv e valore del prodotto, solo una squadra è stata acquistata da fondi del Golfo ed è stato fatto in una città che praticamente il Qatar, attraverso il suo fondo sovrano e altre società, praticamente possiede in toto. Alberghi, centri commerciali, palazzi di lusso, sono tutti o quasi proprietà del Qatar. Per il resto le altre squadre sono lasciate al caso e navigano da anni nella mediocrità più assoluta, uccise anche ovviamente dal fatto che il PSG ha scavato un divario imprendibile per le altre che si devono accontentare delle briciole che il colosso qatariota lascia loro.

 

Dal punto di vista sociale prendo sempre la Premier come riferimento dato che è il modello più forte al momento. Quando è cominciata la crescita del prodotto calcio inglese? Prima cosa, imborghesendo gli stadi. Il calcio in Inghilterra era il passatempo/sfogo della classe operaia, che buttava tutta la rabbia delle repressioni sociali ed economiche dentro allo stadio. Poi, ad un certo punto, nasce la Premier League e con essa un passo verso il futuro della FA. Ingenti investimenti per modernizzare, ristrutturare e, in alcuni casi, rifare da capo gli stadi, con tutti posti a sedere e nessuno in piedi. Dentro le televisioni con i loro soldi e fuori gli hooligans che, in una società sempre più borghese, rendevano il prodotto invendibile alle televisioni. Terminava un modo di fare il tifo e di seguire il calcio a favore dell'avvento del cliente/consumatore. Già dai primi anni novanta molti studi evidenziavano come negli stadi di squadre storicamente "calde", più della metà degli avventori erano impiegati o liberi professionisti, gente della media borghesia inglese che poi col tempo si è arricchita e ha potuto "investire" nel calcio. Non c'era più la tifoseria "rumorosa", ma quella che spendeva in maglie originali e stuzzichini allo stadio. Che gradiva la comodità dei nuovi seggiolini. Sir Alex Ferguson ha sempre definito la tifoseria dello United come "da tramezzino con i gamberetti" e parliamo di una delle squadre più titolate d'Inghilterra. 

Dall'essere considerati degli uomini primitivi con la clava e le mutande leopardate, hanno creato un prodotto "friendly", adatto a tutti, vendibile, con una bella atmosfera. Stadi puliti, nuovi, rumorosi ma senza episodi deplorevoli. Tutti con le maglie originali della propria squadra che creano un effetto visivo invidiabile. E le televisioni hanno investito vedendo che il prodotto c'era ed era anche bello a vedersi. 

Poi chiaramente questo "terzo secolo del football" è stato aiutato dal tessuto sociale inglese. Perché la Juventus, se manda via i facinorosi dallo stadio, ha un effetto teatro? Perché allo Stadium ci vanno spesso e volentieri tifosi "occasionali" da tutta italia che vogliono vedersi la propria squadra del cuore, vivere l'emozione di essere allo stadio e non dietro la tv, comprare la maglia, fare foto e compagnia. Se non ci sono gli ultras, non c'è "organizzazione" nel tifo. In Inghilterra invece questo fenomeno di "migrazione" del tifo non esiste. Tu tifi nella maggior parte dei casi la squadra della tua città e vai allo stadio tutte le domeniche. Quindi il coro c'è, l'effetto rumore c'è, però nei limiti della legalità e della decenza. E il prodotto diventa ancora più spettacolare e bello da vendere. 

Ricordiamo che viviamo in un contesto sociale in cui l'immagine è TUTTO. Uno stadio di 70 anni fa, pieno di gente che pensa ad insultare la mamma di calciatore o allenatore X o a fare quello che hanno fatto a Brescia qualche tempo fa, che vendibilità ha a livello internazionale? 
E non dico che gli italiani sono incivili. Perché l'inglese medio è l'esempio di inciviltà più palese. Però la Premier, con politiche anche molto pesanti, ha creato un'immagine impressionante del proprio prodotto. Cosa che in Italia non è stata fatta.

 

 

A livello politico non ne parliamo. Un po', come si diceva sopra, un sistema che non invoglia investimenti esteri importanti, un po' le decisioni messe in mano ai soliti 4 che pensano ai loro interessi piuttosto che a quelli del movimento. Il calcio italiano, dal punto di vista politico, è nelle mani di Lotito. Basta questo per capire come un possibile investitore estero, uno di quelli con i soldi veri non i vari Zhang, Tohir e quell'altro che era andato al Milan, in Italia a "scontrarsi" con un pezzente come Lotito non ci viene. E giustamente direi. Perché un sistema vetusto, adatto a fare gli interessi economici di gente come Lotito, come De Laurentis, come Cellino, come Zamparini non è adatto a crescere all'estero. Può rimanere nella sua nicchietta nazionale in un limbo che, se va bene rimane com'è e se va male muore. 

 

A questo si potrebbero aggiungere altre questioni economiche e sociali ma verrebbe fuori un papiro (che già è) per cui mi fermo qui :d

 

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14 ore fa, Z@@M ha scritto:

Puntiamo tutto su Aristoteles allora!

Come dici di sicuro sopravviveranno perché hanno tutti interesse a chiudere questo accordo, ma la situazione che si è creata è un problema in più che dovranno gestire in un contesto già complicato di suo.

Vediamo come evolve, ma noi almeno saremo con la coscienza a posto di aver fatto quello che potevamo fare.

Ci vorrebbe una punta con la fame del gol di Aristoteles!

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9 ore fa, robros ha scritto:

Non credo. O meglio, non restando in Italia. Per me, la possibilità che DAZN si ritragga dal mercato italiano rimane concreta. Questo porterebbe comunque ad un danno per la Lega, perchè un solo interlocutore forte (Sky) è meno ricattabile sul prezzo rispetto a due, soprattutto quando per questo la serie A sarebbe solo un servizio in più, oltre a quelli sui quali già fa ricavo. E l'interesse concreto e reale di nuovi entranti ad ora non lo vedo. Significativo il fatto che Amazon si sia chiamata fuori. Anche fossero chiamati a forza, per evitare situazioni monopolistiche, non sarebbe chiaramente la stessa cosa.

 

In generale ed a tendere, vedo l'aumento di valore dei tornei internazionali, che Sky si è già accaparrata, rispetto a quelli nazionali, tendenza che parte da lontano e destinata a crescere, con progressiva marginalizzazione di valore della serie A. Con spinte propulsive verso nuove ipotesi di superleghe alternative a tornei nazionali.

Qualcuno l'aveva capito anni fa che bisognava creare un prodotto spettacolare, di interesse unico, che andasse ad arricchire le squadre direttamente e non uefa/federazioni. Però è stato considerato un folle anche dai suoi (che saremmo noi...). Per cui...

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1 ora fa, ginopilotino ha scritto:

No 

Parli di fatturato io parlo di utile.

Se un servizio ti porta fatturato, ma un utile negativo, quindi una perdita solitamente ti (direzione) viene chiesto perché e come fare per rientrare. 

La perdita è sostenibile se:

a) esiste un piano di rientro e di crescita, che solitamente prevede costi sostenibili;

b) l'assets è un asset fondamentale per portare a casa altro che ha una marginalità maggiore;

DAZN ha ovviamente interesse a chiudere, ma a cifre che siano per loro molto convenienti: cioè che portino non solo utile, ma che rientrino dele attuali perdite.

Quindi la trattativa ha un tetto massimo, quanto questo sia vicino ai desiderata della Lega è tutto da vedere. Così ad occhio, vista la managerialità nulla della stessa direi poco o nulla.

A mio modesto parere, solo se la Lega gli regala il prodotto forse rientrano dalle attuali perdite. Se acquistano il prodotto, anche ad un prezzo di "convenienza" le proiezioni di perdita sono comunque in aumento. Anzi, forse il pacchetto che più conviene a Dazn per diminuire le perdite è quello da 5 anni, che conviene anche alla Lega. Infatti, al contrario di come pensano molti, il fatto di estendere i diritti a 5 anni è un favore alle televisioni e alla Lega e non un modo per vendere un prodotto meno vendibile...

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Era difficile che si potessero accordare, l'intento della Lega era di prendere almeno gli stessi soldi dell'anno scorso, con amazon che prendeva il posto Tim  per coprire i soldi che Tim non avrebbe più sganciato, si parlava addirittura della Rai che avrebbe pagato per avere la partita di sabato in chiaro.

Solo che i giorni/orari più importanti fanno gola a tutti.

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31 minuti fa, Trezegol96 ha scritto:

Qualcuno l'aveva capito anni fa che bisognava creare un prodotto spettacolare, di interesse unico, che andasse ad arricchire le squadre direttamente e non uefa/federazioni. Però è stato considerato un folle anche dai suoi (che saremmo noi...). Per cui...

Agnelli era un visionario che avrebbe potuto fare decollare il calcio italiano se gli altri presidenti lo avrebbero seguito, non solo nel discorso SuperLega, anche semplicemente imitando la Juve nella costruzione di stadio e strutture all'avanguardia o nel non snobbare le coppe europee dove per anni andava lontano solo la Juve. 

La Premier è straricca perché i club e la federazione hanno una visione d'insieme, quí invece i vari Adl, Lotirchio,Gravina e simili pensano a coltivarsi l'orticello e ogni tanto affossare la Juve. 

Ora Agnelli passa quasi per scemo da parte di alcuni tifosi però ci ha portato quasi una ventina di trofei e 2 finali di Champions peraltro contro 2 squadroni superiori a questo City campione d'Europa. Ci ha portato gente come De Ligt e CR7 per tentare la scalata Champions mentre gli altri presidenti avevano il pensiero di fermare la Juve. 

Ora siamo un campionato di provincia e non arriviamo neanche a un miliardo di diritti televisivi quando una Premier arriva a 3. E siamo dietro premier e liga negli ascolti e il prossimo anno mi aspetto una debacle in Europa visto che tanti sorteggi favorevoli consecutivi non capitano tutti gli anni. 

Soprattutto in Champions dove nei quarti da un lato del tabellone c'erano tuttee favorite e dall'altro le outsiders.

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1 ora fa, nedved666 ha scritto:

Agnelli era un visionario che avrebbe potuto fare decollare il calcio italiano se gli altri presidenti lo avrebbero seguito, non solo nel discorso SuperLega, anche semplicemente imitando la Juve nella costruzione di stadio e strutture all'avanguardia o nel non snobbare le coppe europee dove per anni andava lontano solo la Juve. 

La Premier è straricca perché i club e la federazione hanno una visione d'insieme, quí invece i vari Adl, Lotirchio,Gravina e simili pensano a coltivarsi l'orticello e ogni tanto affossare la Juve. 

Ora Agnelli passa quasi per scemo da parte di alcuni tifosi però ci ha portato quasi una ventina di trofei e 2 finali di Champions peraltro contro 2 squadroni superiori a questo City campione d'Europa. Ci ha portato gente come De Ligt e CR7 per tentare la scalata Champions mentre gli altri presidenti avevano il pensiero di fermare la Juve. 

Ora siamo un campionato di provincia e non arriviamo neanche a un miliardo di diritti televisivi quando una Premier arriva a 3. E siamo dietro premier e liga negli ascolti e il prossimo anno mi aspetto una debacle in Europa visto che tanti sorteggi favorevoli consecutivi non capitano tutti gli anni. 

Soprattutto in Champions dove nei quarti da un lato del tabellone c'erano tuttee favorite e dall'altro le outsiders.

Guarda, più che del calcio italiano a lui interessava di creare qualcosa a livello Europeo. Dal punto di vista Lega non si è mai voluto immischiare e non penso che un componente di una delle famiglie più potenti d'Italia non avesse buone referenze per entrare all'interno del sistema. 

Il fatto è che quel sistema è marcio dentro e andava fatto qualcosa di nuovo per far si che le squadre italiane potessero permettersi spese e qualità uguale alle loro controparti spagnole e inglesi. 

Non cito per niente la parte sportiva perché come dici tu in 10 anni ha vinto roba che presidenti di società sportive sognano nelle notti più bagnate. Ma a livello di vista oltre l'orizzonte aveva avuto un'intuizione che poteva veramente poteva limare il gap che si sta aprendo con il resto d'europa. Il problema è che, per un modo di ragionare tutto italiano, se tu vuoi fare una cosa bene e c'è qualcuno che te lo impedisce con maniere mafiose, passi dalla parte del torto tu che volevi qualcosa di nuovo, diverso, probabilmente risolutivo. E non chi ti ha impedito di farlo arrivando a raschiare il fondo del barile e fare una figuraccia pur di fermarti. 

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ll fatto che per distribuire i diritti tv, si tengano in scarsa considerazione gli ascolti tv, spiega molte cose 😁

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Il 16/6/2023 Alle 15:02, el titan ha scritto:

Godo.

Firmato 1 delle 6000 disdette.

Mi dispiace non essere nei '6000'...non ho mai messo Dazn e Sky...

  • Grazie 1

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Italia 7 gold voleva prendere i diritti della serie A.

 

Poi hanno fatto due conti ed hanno visto che con Crudeli avrebbero fatto più ascolti e non hanno partecipato al bando.

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4 ore fa, nedved666 ha scritto:

il prossimo anno mi aspetto una debacle in Europa visto che tanti sorteggi favorevoli consecutivi non capitano tutti gli anni. 

Soprattutto in Champions dove nei quarti da un lato del tabellone c'erano tutte favorite e dall'altro le outsiders.

Quello è stato il regalo di ceferin a gravina...più la vicepresidenza uefa

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6 ore fa, Trezegol96 ha scritto:

Qualcuno l'aveva capito anni fa che bisognava creare un prodotto spettacolare, di interesse unico, che andasse ad arricchire le squadre direttamente e non uefa/federazioni. Però è stato considerato un folle anche dai suoi (che saremmo noi...). Per cui...

Spero che quello che voleva creare un prodotto spettacolare non sia lo stesso che ha fatto un megacontratto a chi dice che per lo spettacolo deve andare al circo

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2 ore fa, Enzyma ha scritto:

Quello è stato il regalo di ceferin a gravina...più la vicepresidenza uefa

"ti metto in condizioni arrivare in Finale ovunque, poi tocca a voi."

 

Perfetto .

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Il 16/6/2023 Alle 15:00, JugoVladimir ha scritto:

Capisco la soddisfazione per la mazzata economica per la Lega A, ma ricordiamoci che una fetta di quei soldi finisce nelle nostre casse della Juve.

 

Modifico così è più chiaro.

godo ancora di più dopo che elkan si è messo a pecora

deve vendere!!!

7 ore fa, Trezegol96 ha scritto:

Qualcuno l'aveva capito anni fa che bisognava creare un prodotto spettacolare, di interesse unico, che andasse ad arricchire le squadre direttamente e non uefa/federazioni. Però è stato considerato un folle anche dai suoi (che saremmo noi...). Per cui...

esatto

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12 ore fa, Trezegol96 ha scritto:

Guarda, è un discorso veramente molto molto lungo e profondo. Che secondo me è anche interessante da snocciolare. 

Il prodotto calcio in italia è arrivato alla saturazione dal punto di vista della vendibilità e dell'interesse che genera. E questa saturazione, questa puzza di stantio che genera da anni, è causata da molti fattori economici, politici e sociali. Se adesso vogliamo prenderci la "soddisfazione" di dire di essere stati noi la causa della pietra tombale messa sopra al calcio italiano, prendiamocela pure. Ma la fossa se la sono scavata in anni e anni di gestioni sbagliate....

 

Dal punto di vista prettamente economico, dopo la crisi del 2008 e quindi l'indebolimento delle banche nel vecchio continente, i fondi sovrani del Golfo hanno smobilitato molti capitali in valuta straniera, che hanno dovuto per forza investire proprio in Occidente. E dove li hanno investiti? Tra le tante (tantissime) cose, anche nel mondo del calcio. E perché in Inghilterra si ad esempio e in Italia e Germania no? Per quanto riguarda l'Italia, oltre al fatto di non avere stadi e strutture di proprietà (problema secolare a cui nessuno ha mai pensato di mettere una pezza), il calcio italiano si scontra con un sistema fiscale, contributivo e giudiziario che incentiva meno investimenti da quelle zone del mondo. In Germania allo stesso modo non hanno potuto investire perché la Bundes impedisce ad investitori privati di possedere più del 49% delle quote di un club e a questi fondi sovrani non piace avere le mani legate da scelte dettate anche da altri. 
Per cui dove sono andati a sperperare i loro soldi? In Inghilterra, dove hanno trovato un terreno fertile dal punto di vista fiscale e contributivo e un sistema in ampia crescita, con strutture moderne e un pensiero volto al futuro e alla spettacolarizzazione del prodotto [e qui si lega al punto sociale di sotto].

In Francia ad esempio, un campionato simile al nostro dal punto di vista diritti tv e valore del prodotto, solo una squadra è stata acquistata da fondi del Golfo ed è stato fatto in una città che praticamente il Qatar, attraverso il suo fondo sovrano e altre società, praticamente possiede in toto. Alberghi, centri commerciali, palazzi di lusso, sono tutti o quasi proprietà del Qatar. Per il resto le altre squadre sono lasciate al caso e navigano da anni nella mediocrità più assoluta, uccise anche ovviamente dal fatto che il PSG ha scavato un divario imprendibile per le altre che si devono accontentare delle briciole che il colosso qatariota lascia loro.

 

Dal punto di vista sociale prendo sempre la Premier come riferimento dato che è il modello più forte al momento. Quando è cominciata la crescita del prodotto calcio inglese? Prima cosa, imborghesendo gli stadi. Il calcio in Inghilterra era il passatempo/sfogo della classe operaia, che buttava tutta la rabbia delle repressioni sociali ed economiche dentro allo stadio. Poi, ad un certo punto, nasce la Premier League e con essa un passo verso il futuro della FA. Ingenti investimenti per modernizzare, ristrutturare e, in alcuni casi, rifare da capo gli stadi, con tutti posti a sedere e nessuno in piedi. Dentro le televisioni con i loro soldi e fuori gli hooligans che, in una società sempre più borghese, rendevano il prodotto invendibile alle televisioni. Terminava un modo di fare il tifo e di seguire il calcio a favore dell'avvento del cliente/consumatore. Già dai primi anni novanta molti studi evidenziavano come negli stadi di squadre storicamente "calde", più della metà degli avventori erano impiegati o liberi professionisti, gente della media borghesia inglese che poi col tempo si è arricchita e ha potuto "investire" nel calcio. Non c'era più la tifoseria "rumorosa", ma quella che spendeva in maglie originali e stuzzichini allo stadio. Che gradiva la comodità dei nuovi seggiolini. Sir Alex Ferguson ha sempre definito la tifoseria dello United come "da tramezzino con i gamberetti" e parliamo di una delle squadre più titolate d'Inghilterra. 

Dall'essere considerati degli uomini primitivi con la clava e le mutande leopardate, hanno creato un prodotto "friendly", adatto a tutti, vendibile, con una bella atmosfera. Stadi puliti, nuovi, rumorosi ma senza episodi deplorevoli. Tutti con le maglie originali della propria squadra che creano un effetto visivo invidiabile. E le televisioni hanno investito vedendo che il prodotto c'era ed era anche bello a vedersi. 

Poi chiaramente questo "terzo secolo del football" è stato aiutato dal tessuto sociale inglese. Perché la Juventus, se manda via i facinorosi dallo stadio, ha un effetto teatro? Perché allo Stadium ci vanno spesso e volentieri tifosi "occasionali" da tutta italia che vogliono vedersi la propria squadra del cuore, vivere l'emozione di essere allo stadio e non dietro la tv, comprare la maglia, fare foto e compagnia. Se non ci sono gli ultras, non c'è "organizzazione" nel tifo. In Inghilterra invece questo fenomeno di "migrazione" del tifo non esiste. Tu tifi nella maggior parte dei casi la squadra della tua città e vai allo stadio tutte le domeniche. Quindi il coro c'è, l'effetto rumore c'è, però nei limiti della legalità e della decenza. E il prodotto diventa ancora più spettacolare e bello da vendere. 

Ricordiamo che viviamo in un contesto sociale in cui l'immagine è TUTTO. Uno stadio di 70 anni fa, pieno di gente che pensa ad insultare la mamma di calciatore o allenatore X o a fare quello che hanno fatto a Brescia qualche tempo fa, che vendibilità ha a livello internazionale? 
E non dico che gli italiani sono incivili. Perché l'inglese medio è l'esempio di inciviltà più palese. Però la Premier, con politiche anche molto pesanti, ha creato un'immagine impressionante del proprio prodotto. Cosa che in Italia non è stata fatta.

 

 

A livello politico non ne parliamo. Un po', come si diceva sopra, un sistema che non invoglia investimenti esteri importanti, un po' le decisioni messe in mano ai soliti 4 che pensano ai loro interessi piuttosto che a quelli del movimento. Il calcio italiano, dal punto di vista politico, è nelle mani di Lotito. Basta questo per capire come un possibile investitore estero, uno di quelli con i soldi veri non i vari Zhang, Tohir e quell'altro che era andato al Milan, in Italia a "scontrarsi" con un pezzente come Lotito non ci viene. E giustamente direi. Perché un sistema vetusto, adatto a fare gli interessi economici di gente come Lotito, come De Laurentis, come Cellino, come Zamparini non è adatto a crescere all'estero. Può rimanere nella sua nicchietta nazionale in un limbo che, se va bene rimane com'è e se va male muore. 

 

A questo si potrebbero aggiungere altre questioni economiche e sociali ma verrebbe fuori un papiro (che già è) per cui mi fermo qui :d

 

Il papiro è sensato e ben scritto, ho poco da aggiungere. Anzi voglio approfondire il discorso sul 2008 che mi risulta fino a un certo punto. Ho sempre pensato che l'ingresso dei Tycoon mediorientali in alcuni mercati (tra gli altri l'immobiliare a Parigi, Londra, NY...) fosse legato a motivi diversi. Una sola precisazione: non credo che qualcuno di noi pensi di potere uccidere da soli il movimento calcio, ma certamente una spinta glie la puoi dare. A livello personale aggiungo che, semplicemente, alcune battaglie devono essere combattute e a me pare che trasformare il consumo (o il non consumo) in atto "politico" sia un bel modo. Mi spiace che questo messaggio passi solo con alcuni.

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12 ore fa, Trezegol96 ha scritto:

Guarda, è un discorso veramente molto molto lungo e profondo. Che secondo me è anche interessante da snocciolare. 

Il prodotto calcio in italia è arrivato alla saturazione dal punto di vista della vendibilità e dell'interesse che genera. E questa saturazione, questa puzza di stantio che genera da anni, è causata da molti fattori economici, politici e sociali. Se adesso vogliamo prenderci la "soddisfazione" di dire di essere stati noi la causa della pietra tombale messa sopra al calcio italiano, prendiamocela pure. Ma la fossa se la sono scavata in anni e anni di gestioni sbagliate....

 

Dal punto di vista prettamente economico, dopo la crisi del 2008 e quindi l'indebolimento delle banche nel vecchio continente, i fondi sovrani del Golfo hanno smobilitato molti capitali in valuta straniera, che hanno dovuto per forza investire proprio in Occidente. E dove li hanno investiti? Tra le tante (tantissime) cose, anche nel mondo del calcio. E perché in Inghilterra si ad esempio e in Italia e Germania no? Per quanto riguarda l'Italia, oltre al fatto di non avere stadi e strutture di proprietà (problema secolare a cui nessuno ha mai pensato di mettere una pezza), il calcio italiano si scontra con un sistema fiscale, contributivo e giudiziario che incentiva meno investimenti da quelle zone del mondo. In Germania allo stesso modo non hanno potuto investire perché la Bundes impedisce ad investitori privati di possedere più del 49% delle quote di un club e a questi fondi sovrani non piace avere le mani legate da scelte dettate anche da altri. 
Per cui dove sono andati a sperperare i loro soldi? In Inghilterra, dove hanno trovato un terreno fertile dal punto di vista fiscale e contributivo e un sistema in ampia crescita, con strutture moderne e un pensiero volto al futuro e alla spettacolarizzazione del prodotto [e qui si lega al punto sociale di sotto].

In Francia ad esempio, un campionato simile al nostro dal punto di vista diritti tv e valore del prodotto, solo una squadra è stata acquistata da fondi del Golfo ed è stato fatto in una città che praticamente il Qatar, attraverso il suo fondo sovrano e altre società, praticamente possiede in toto. Alberghi, centri commerciali, palazzi di lusso, sono tutti o quasi proprietà del Qatar. Per il resto le altre squadre sono lasciate al caso e navigano da anni nella mediocrità più assoluta, uccise anche ovviamente dal fatto che il PSG ha scavato un divario imprendibile per le altre che si devono accontentare delle briciole che il colosso qatariota lascia loro.

 

Dal punto di vista sociale prendo sempre la Premier come riferimento dato che è il modello più forte al momento. Quando è cominciata la crescita del prodotto calcio inglese? Prima cosa, imborghesendo gli stadi. Il calcio in Inghilterra era il passatempo/sfogo della classe operaia, che buttava tutta la rabbia delle repressioni sociali ed economiche dentro allo stadio. Poi, ad un certo punto, nasce la Premier League e con essa un passo verso il futuro della FA. Ingenti investimenti per modernizzare, ristrutturare e, in alcuni casi, rifare da capo gli stadi, con tutti posti a sedere e nessuno in piedi. Dentro le televisioni con i loro soldi e fuori gli hooligans che, in una società sempre più borghese, rendevano il prodotto invendibile alle televisioni. Terminava un modo di fare il tifo e di seguire il calcio a favore dell'avvento del cliente/consumatore. Già dai primi anni novanta molti studi evidenziavano come negli stadi di squadre storicamente "calde", più della metà degli avventori erano impiegati o liberi professionisti, gente della media borghesia inglese che poi col tempo si è arricchita e ha potuto "investire" nel calcio. Non c'era più la tifoseria "rumorosa", ma quella che spendeva in maglie originali e stuzzichini allo stadio. Che gradiva la comodità dei nuovi seggiolini. Sir Alex Ferguson ha sempre definito la tifoseria dello United come "da tramezzino con i gamberetti" e parliamo di una delle squadre più titolate d'Inghilterra. 

Dall'essere considerati degli uomini primitivi con la clava e le mutande leopardate, hanno creato un prodotto "friendly", adatto a tutti, vendibile, con una bella atmosfera. Stadi puliti, nuovi, rumorosi ma senza episodi deplorevoli. Tutti con le maglie originali della propria squadra che creano un effetto visivo invidiabile. E le televisioni hanno investito vedendo che il prodotto c'era ed era anche bello a vedersi. 

Poi chiaramente questo "terzo secolo del football" è stato aiutato dal tessuto sociale inglese. Perché la Juventus, se manda via i facinorosi dallo stadio, ha un effetto teatro? Perché allo Stadium ci vanno spesso e volentieri tifosi "occasionali" da tutta italia che vogliono vedersi la propria squadra del cuore, vivere l'emozione di essere allo stadio e non dietro la tv, comprare la maglia, fare foto e compagnia. Se non ci sono gli ultras, non c'è "organizzazione" nel tifo. In Inghilterra invece questo fenomeno di "migrazione" del tifo non esiste. Tu tifi nella maggior parte dei casi la squadra della tua città e vai allo stadio tutte le domeniche. Quindi il coro c'è, l'effetto rumore c'è, però nei limiti della legalità e della decenza. E il prodotto diventa ancora più spettacolare e bello da vendere. 

Ricordiamo che viviamo in un contesto sociale in cui l'immagine è TUTTO. Uno stadio di 70 anni fa, pieno di gente che pensa ad insultare la mamma di calciatore o allenatore X o a fare quello che hanno fatto a Brescia qualche tempo fa, che vendibilità ha a livello internazionale? 
E non dico che gli italiani sono incivili. Perché l'inglese medio è l'esempio di inciviltà più palese. Però la Premier, con politiche anche molto pesanti, ha creato un'immagine impressionante del proprio prodotto. Cosa che in Italia non è stata fatta.

 

 

A livello politico non ne parliamo. Un po', come si diceva sopra, un sistema che non invoglia investimenti esteri importanti, un po' le decisioni messe in mano ai soliti 4 che pensano ai loro interessi piuttosto che a quelli del movimento. Il calcio italiano, dal punto di vista politico, è nelle mani di Lotito. Basta questo per capire come un possibile investitore estero, uno di quelli con i soldi veri non i vari Zhang, Tohir e quell'altro che era andato al Milan, in Italia a "scontrarsi" con un pezzente come Lotito non ci viene. E giustamente direi. Perché un sistema vetusto, adatto a fare gli interessi economici di gente come Lotito, come De Laurentis, come Cellino, come Zamparini non è adatto a crescere all'estero. Può rimanere nella sua nicchietta nazionale in un limbo che, se va bene rimane com'è e se va male muore. 

 

A questo si potrebbero aggiungere altre questioni economiche e sociali ma verrebbe fuori un papiro (che già è) per cui mi fermo qui :d

 

Hai dimenticato il fattore principale, che vince su tutti gli argomenti (giusti) da te citati:in premier si gioca a calcio, con pochi tatticismi e molto spettacolo(il famoso circo) 

... Se vuoi vendere un prodotto fuori dai tuoi confini deve essere una cosa divertente e appassionante, secondo te a chi può fregare in giro per il mondo di vedere una partita di serie a in cui ci sono 3 azioni da gol in croce e magari finisce 0-0

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14 ore fa, kuntz ha scritto:

Spero che quello che voleva creare un prodotto spettacolare non sia lo stesso che ha fatto un megacontratto a chi dice che per lo spettacolo deve andare al circo

E' la concezione del termine spettacolo che cambia.

Non spettacolare perché è bello da vedersi in sé, ma spettacolare perché è una competizione in cui si incontrano le migliori squadre d'Europa. Quindi con un bacino di spettatori potenzialmente immenso dato che anche i tifosi "neutrali" potrebbero voler assistere alla trasmissione di determinate partite. Ma, soprattutto, un prodotto per gli spettatori esteri e per potenziali investitori. Pensa ad una lega dove ogni 2/3 settimane si scontrano le più forti, blasonate, ricche e influenti squadre calcistiche del vecchio continente. Gli sponsor farebbero a gara per comparire fissi in partite del genere. 

Il concetto di spettacolo che interessa a chi crea una competizione del genere è questo. Poi se le partite finiscono tutte 1-1 oppure 4-4 è secondario...

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9 ore fa, Kandinskij ha scritto:

Il papiro è sensato e ben scritto, ho poco da aggiungere. Anzi voglio approfondire il discorso sul 2008 che mi risulta fino a un certo punto. Ho sempre pensato che l'ingresso dei Tycoon mediorientali in alcuni mercati (tra gli altri l'immobiliare a Parigi, Londra, NY...) fosse legato a motivi diversi. Una sola precisazione: non credo che qualcuno di noi pensi di potere uccidere da soli il movimento calcio, ma certamente una spinta glie la puoi dare. A livello personale aggiungo che, semplicemente, alcune battaglie devono essere combattute e a me pare che trasformare il consumo (o il non consumo) in atto "politico" sia un bel modo. Mi spiace che questo messaggio passi solo con alcuni.

Si l'ingresso nel mercato occidentale dei soldi della penisola araba è chiaramente molto più complesso di come l'ho descritto. Chiaramente se parli con un investitore finanziario ti potrebbe dire che i fondi sovrani del Golfo avevano bisogno di diversificare i propri asset economici troppo legati al petrolio e quindi ad una risorsa con una endlife già segnata. 

C'è anche tutta la questione dell'accettazione che noi popolo occidentale abbiamo nei riguardi del mondo arabo. Prendendo per esempio il PSG, il Qatar tramite i suoi fondi sovrani ha monopolizzato l'industria del lusso parigina, entrando praticamente nei più influenti e ricchi salotti sociali. Acquistando il PSG e dando lustro ad una squadra che aveva raccolto nella sua storia molto poco per rappresentare la capitale, si sono fatti accettare e ben volere dal popolo parigino che hanno visto più di buon occhio "l'invasione" qatariota all'interno della città.  Ma anche nel resto dell'europa, ormai l'ingresso di capitali arabi è diventato una normalità e il Golfo si è creato un'immagine nuova, più moderna e pulita rispetto a quella compromessa con cui noi occidentali guardavamo a paesi chiusi, culturalmente e socialmente retrogradi e con un'identità religiosa profondamente diversa dalla nostra. 

Per non parlare poi dell'impulso all'economia locale. Prima dell'ingresso di capitali arabi nel mondo del calcio chi conosceva la potenza economica e il lusso che c'erano in questi luoghi considerati da sempre una spianata di deserto piena di gente in guerra tra di loro e col mondo intero? Così hanno mostrato la loro potenza economica e hanno "invitato" molta gente (soprattutto quella con i soldoni) ad andare da loro a spendere ed investire. Fino a qualche anno fa ottenere un visto per andare in paesi del genere era quasi impossibile se non per motivi di lavoro (e invitati da aziende locali). Adesso si possono ottenere facilmente visti turistici con cui andare in villeggiatura.

E questo, oltre ad aumentare i proventi da un ulteriore asset economico che sarà importantissimo per il futuro di questi paesi, crea posti di lavoro legati al turismo e all'hospitality. Negli ultimi anni la percentuale di giovani senza lavoro era aumentata a dismisura e ciò creava tensioni sociali che le famiglie reali di Arabia, Emirati, Qatar e compagnia vogliono assolutamente evitare per tenersi strette le loro posizioni e i loro benifit infiniti. 

 

Insomma, questi personaggi stanno investendo nel mondo del calcio per comprare rispettabilità, visibilità e quindi mercato in una parte di mondo che li ha sempre visti con gli occhi storti. E ci stanno anche riuscendo bene. 

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10 ore fa, RadioGaGa ha scritto:

Hai dimenticato il fattore principale, che vince su tutti gli argomenti (giusti) da te citati:in premier si gioca a calcio, con pochi tatticismi e molto spettacolo(il famoso circo) 

... Se vuoi vendere un prodotto fuori dai tuoi confini deve essere una cosa divertente e appassionante, secondo te a chi può fregare in giro per il mondo di vedere una partita di serie a in cui ci sono 3 azioni da gol in croce e magari finisce 0-0

Quando la Premier ha cominciato la sua crescita vertiginosa era tutt'altro che il campionato più bello da vedersi. Era brutto, sporco, poco godibile, pieno zeppo di errori tattici. Hanno capito dove andava a parare il mondo del calcio nei prossimi 20 anni e hanno investito in quelle direzioni. E adesso è diventato un bel campionato perché comprano i calciatori migliori sul panorama europeo. Anche la Serie A era un bel campionato negli anni 90...

 

Comunque questa roba che gli 0-0 sono una roba italiana è statisticamente errato. In Serie A finiscono il 7.2% delle partite col risultato di 0-0. La Premier League ha una percentuale di 7.1% di risultati 0-0. La Liga ha la stessa identica percentuale della Serie A. Se vogliamo proprio fare un paragone negativo, possiamo solo prendere la Bundes tra i primi 5 campionati europei dato che hanno una percentuale di 0-0 pari al 6.5% delle partite. Mentre la Ligue 1 ha l'8% di pareggi per 0-0.

Per cui i numeri della Serie A sono molto simili a quelli della Premier per quanto riguarda gli 0-0.

 

 

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13 minuti fa, Trezegol96 ha scritto:

Si l'ingresso nel mercato occidentale dei soldi della penisola araba è chiaramente molto più complesso di come l'ho descritto. Chiaramente se parli con un investitore finanziario ti potrebbe dire che i fondi sovrani del Golfo avevano bisogno di diversificare i propri asset economici troppo legati al petrolio e quindi ad una risorsa con una endlife già segnata. 

C'è anche tutta la questione dell'accettazione che noi popolo occidentale abbiamo nei riguardi del mondo arabo. Prendendo per esempio il PSG, il Qatar tramite i suoi fondi sovrani ha monopolizzato l'industria del lusso parigina, entrando praticamente nei più influenti e ricchi salotti sociali. Acquistando il PSG e dando lustro ad una squadra che aveva raccolto nella sua storia molto poco per rappresentare la capitale, si sono fatti accettare e ben volere dal popolo parigino che hanno visto più di buon occhio "l'invasione" qatariota all'interno della città.  Ma anche nel resto dell'europa, ormai l'ingresso di capitali arabi è diventato una normalità e il Golfo si è creato un'immagine nuova, più moderna e pulita rispetto a quella compromessa con cui noi occidentali guardavamo a paesi chiusi, culturalmente e socialmente retrogradi e con un'identità religiosa profondamente diversa dalla nostra. 

Per non parlare poi dell'impulso all'economia locale. Prima dell'ingresso di capitali arabi nel mondo del calcio chi conosceva la potenza economica e il lusso che c'erano in questi luoghi considerati da sempre una spianata di deserto piena di gente in guerra tra di loro e col mondo intero? Così hanno mostrato la loro potenza economica e hanno "invitato" molta gente (soprattutto quella con i soldoni) ad andare da loro a spendere ed investire. Fino a qualche anno fa ottenere un visto per andare in paesi del genere era quasi impossibile se non per motivi di lavoro (e invitati da aziende locali). Adesso si possono ottenere facilmente visti turistici con cui andare in villeggiatura.

E questo, oltre ad aumentare i proventi da un ulteriore asset economico che sarà importantissimo per il futuro di questi paesi, crea posti di lavoro legati al turismo e all'hospitality. Negli ultimi anni la percentuale di giovani senza lavoro era aumentata a dismisura e ciò creava tensioni sociali che le famiglie reali di Arabia, Emirati, Qatar e compagnia vogliono assolutamente evitare per tenersi strette le loro posizioni e i loro benifit infiniti. 

 

Insomma, questi personaggi stanno investendo nel mondo del calcio per comprare rispettabilità, visibilità e quindi mercato in una parte di mondo che li ha sempre visti con gli occhi storti. E ci stanno anche riuscendo bene. 

Questi i concetti di base, per me. Tra l'altro gli Emirati Arabi hanno beneficiato anche della "migrazione" di molti soggetti che avevano base a Hong Kong che non hanno gradito il passaggio al regime cinese, oltre a essere divenuti il rifugio o l'appoggio della nuova classe imprenditoriale di paesi come l'Iran. Ovviamente tutto questo può accadere perchè nella nostro sistema di valori pecunia non olet, e finchè Sauditi e Qatarioti staranno dalla parte giusta o, perlomeno, riusciranno a barcamenarsi. 

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