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[Topic Unico] L'Angolo del Guru

Post in rilievo

1 ora fa, Maxseven ha scritto:

Chi ha detto che è un minus?

Neanche essere un metro e novanta è un minus ma non determina...

Beh dipende per esempio la Juve di Capello in Europa ha pagato contro Arsenal e United il fatto di avere un centrocampo con due grandi grossi ma lenti come Vieirà e Emerson , ci fecero a fettine col dinamismo...

E le squadre di colossi spesso hanno questa pecca. Ma la corsa è sempre un plus che tu abbia giocatori grandi e grossi o che tu li abbia anche brevilinei.Comunque sono molti anni che in Italia paghiamo a livello internazionale perchè sembra sempre che corriamo meno degli altri. Poi forse è un impressione a almeno per quanto riguarda la Juve gli ultimi anni mi ricordo sempre finali di partita sulle ginocchia e con la lingua di fuori...

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4 minuti fa, garrison ha scritto:

Ma sono anche d'accordo eh, infatti Corvino (che ha cervello fino....scusa la rima) ha sempre preferito stare in provincia, anche perché ha metodi molto artigianali ed accentratori, quindi lavorare dove comanda solo lui.

Ovvio che per lavorare a livelli top devi fare un notevole salto di qualità e saper indivduare giocatori per vincere, non solo per sopravvivere.

Però non mi sembrava nanche giusto dire che alla fine ha preso solo Krstovic o Dorgu ecc....al Lecce non é che può comprare gente nazionale francese o spagnola.

Non era uno sminuire Corvino.

Era per dire che il fatto che sia Bravo a Lecce non vuole dire che lo sia necessariamente per la Juventus.

Io Corvino lo vedrei bene per la Next Gen, per dire...

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6 minuti fa, SpaceOddity ha scritto:

Beh dipende per esempio la Juve di Capello in Europa ha pagato contro Arsenal e United il fatto di avere un centrocampo con due grandi grossi ma lenti come Vieirà e Emerson , ci fecero a fettine col dinamismo...

E le squadre di colossi spesso hanno questa pecca. Ma la corsa è sempre un plus che tu abbia giocatori grandi e grossi o che tu li abbia anche brevilinei.Comunque sono molti anni che in Italia paghiamo a livello internazionale perchè sembra sempre che corriamo meno degli altri. Poi forse è un impressione a almeno per quanto riguarda la Juve gli ultimi anni mi ricordo sempre finali di partita sulle ginocchia e con la lingua di fuori...

Secondo quella classifica si potrebbe dire che anche la liga e il calcio spagnolo pecca, e sappiamo che non è così 

 

Ho evidenziato semplicemente che non è un parametro che di per sé si può prendere ad esempio.

 

È un fattore molto circoscritto, magari dipende semplicemente dal tipo di calcio che fai...

Più verticale e meno di palleggio.

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21 ore fa, el titan ha scritto:

L'algoritmo ha decretato che i DS assunti tra il 29 e 31 del mese con luna crescente sono del 73% più vincenti degli altri.

Direi di aspettare. 

quelli presi il 31 novembre sono i migliori..

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15 minuti fa, Maxseven ha scritto:

Secondo quella classifica si potrebbe dire che anche la liga e il calcio spagnolo pecca, e sappiamo che non è così 

 

Ho evidenziato semplicemente che non è un parametro che di per sé si può prendere ad esempio.

 

È un fattore molto circoscritto, magari dipende semplicemente dal tipo di calcio che fai...

Più verticale me meno di palleggio.

Peccano si ma sopperiscono con la tecnica, per esempio il Barcellona ha da sempre tutti giocatori tecnici e brevilinei ma anche loro non è che corrono poco..Sarri ( per carità non voglio tesserne le lodi) ma disse una cosa giusta quando gli chiesero di una Juve che correva poco e male disse: le gambe sono a disposizione della mente...

E' vero che in Italia si vedono molte partite lente , più che in Spagna, c'è quest disposizione di giocare un calcio molto tattico e quindi che un po' sul piano atletico ci si adagia un po'. Altra sensazione è che per quanto riguarda i preparatori non siamo all' eccellenza...a parte certi casi come per esempio l'Atalanta..

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3 hours ago, phoenix said:

Secondo me è giusto ma solo in parte, il calcio italiano non è mai stato come la premier o come quello norvegese o addirittura africano/francese, per carità ci sono degli standard atletici da mantenere, però il vero problema del calcio italiano non lo risolvi imitando la superleague svizzera o l'eredivise.  

Il problema, secondo me, è che in Italia non è solo salito troppo poco il livello fisico,  è soprattutto crollato il livello tecnico.

Il calcio non può diventare una gara di atletica, resta prima di tutto tecnica, controllo, qualità nel gesto. Se perdiamo questo, smettiamo di produrre i Baggio, i Del Piero, i Totti e iniziamo a riempirci di profili che corrono tanto ma hanno poca qualità nel tocco, nella giocata nello stretto, nella rifinitura.

La strada non è “o corriamo come la Premier o siamo finiti”, ma: torniamo a essere una scuola che forma giocatori forti tecnicamente e intelligenti tatticamente, aggiungendo un livello fisico sufficiente a reggere il calcio moderno. Se ci limitiamo a rincorrere la moda degli atleti puri, finiamo per snaturare il calcio italiano senza diventare davvero competitivi a livello europeo.

 

Del Piero ha detto, testuale: «Non giriamoci attorno alle cose, noi cerchiamo giocatori grandi, grossi e veloci perché in giro per il mondo è così oggi. In Italia siamo sempre stati i più bravi perché cercavamo qualcosa di diverso dagli altri, avevamo l’occhio diverso sul talento e sulla tecnica, e queste caratteristiche ce le ha rubate la Spagna.»

 

Non c'è altro da aggiungere.

Vero, ma secondo me alla fine oggi la differenza tra chi vince e chi no in quei campionati è chi aggiunge a strutture atleticamente eccellenti quei 2-3 giocatori che svoltano la squadra sul piano tecnico.

 

Se prendi il PSG, per me quelli sono Vitinha e Neves, per dire. Poi alcuni sono macchine atletiche e tecniche (Mbappé, Diaz, Salah fino a qualche anno/mese fa, ecc). Ma secondo me senza base atletica oggi non competi proprio.

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7 minuti fa, SpaceOddity ha scritto:

Peccano si ma sopperiscono con la tecnica, per esempio il Barcellona ha da sempre tutti giocatori tecnici e brevilinei ma anche loro non è che corrono poco..Sarri ( per carità non voglio tesserne le lodi) ma disse una cosa giusta quando gli chiesero di una Juve che correva poco e male disse: le gambe sono a disposizione della mente...

E' vero che in Italia si vedono molte partite lente , più che in Spagna, c'è quest disposizione di giocare un calcio molto tattico e quindi che un po' sul piano atletico ci si adagia un po'. Altra sensazione è che per quanto riguarda i preparatori non siamo all' eccellenza...a parte certi casi come per esempio l'Atalanta..

Semplicemente il calcio nord europeo è più fisico, quello Spagnolo di palleggio.

 

Non è che uno sia meglio di un altro in assoluto.

 

 

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29 minuti fa, Maxseven ha scritto:

Non era uno sminuire Corvino.

Era per dire che il fatto che sia Bravo a Lecce non vuole dire che lo sia necessariamente per la Juventus.

Io Corvino lo vedrei bene per la Next Gen, per dire...

Io conosco un suo uomo ed insieme abbiamo visto anni fa dei giocatori per suo conto delle giovanili.

Previao che ci andai per fare compagnia e mi ricordo che dopo poco andammo via perche' gia' aveva capito tutto quello che doveva capire di due ragazzi.

Ecco io penso che ci sono persone cosi', preparate e competenti, delle quali i procuratori si fidano ciecamente.

Il cortocircuito si ha quando la societa' di turno "cede" al procuratore e sua organizzazione lo scouting talenti. Costa meno? Non lo so, ma la riflessione che faccio e' che se anche trovi persone cosi', per entrare in sintonia con un gruppo di lavoro hanno bisogno di anni ed anni senza garanzia di risultato.

Un club come la juve puo' aspettare anni per sviluppare internamente certe figure? E poi sicuro te le soffiano i top club.

Insomma la questione scouting io la salterei pie' pari, piuttosto investirei in societa' di B e C amiche ed affiliate  che curino dsi pulcini a salire e scommettendo su qualita' e prospettive lasciando perdere i risultati.

 

 

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4 ore fa, phoenix ha scritto:

Secondo me è giusto ma solo in parte, il calcio italiano non è mai stato come la premier o come quello norvegese o addirittura africano/francese, per carità ci sono degli standard atletici da mantenere, però il vero problema del calcio italiano non lo risolvi imitando la superleague svizzera o l'eredivise.  

Il problema, secondo me, è che in Italia non è solo salito troppo poco il livello fisico,  è soprattutto crollato il livello tecnico.

Il calcio non può diventare una gara di atletica, resta prima di tutto tecnica, controllo, qualità nel gesto. Se perdiamo questo, smettiamo di produrre i Baggio, i Del Piero, i Totti e iniziamo a riempirci di profili che corrono tanto ma hanno poca qualità nel tocco, nella giocata nello stretto, nella rifinitura.

La strada non è “o corriamo come la Premier o siamo finiti”, ma: torniamo a essere una scuola che forma giocatori forti tecnicamente e intelligenti tatticamente, aggiungendo un livello fisico sufficiente a reggere il calcio moderno. Se ci limitiamo a rincorrere la moda degli atleti puri, finiamo per snaturare il calcio italiano senza diventare davvero competitivi a livello europeo.

 

Del Piero ha detto, testuale: «Non giriamoci attorno alle cose, noi cerchiamo giocatori grandi, grossi e veloci perché in giro per il mondo è così oggi. In Italia siamo sempre stati i più bravi perché cercavamo qualcosa di diverso dagli altri, avevamo l’occhio diverso sul talento e sulla tecnica, e queste caratteristiche ce le ha rubate la Spagna.»

 

Non c'è altro da aggiungere.

Allegri sono anni che lo va dicendo a destra e manca...

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25 minuti fa, Maxseven ha scritto:

Semplicemente il calcio nord europeo è più fisico, quello Spagnolo di palleggio.

 

Non è che uno sia meglio di un altro in assoluto.

 

 

Va bene non abbiamo nessun gap fisico rispetto ad altri campionati. Io ho l'impressione che non sia così ma accetto che per altri non lo è.

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4 ore fa, phoenix ha scritto:

Secondo me è giusto ma solo in parte, il calcio italiano non è mai stato come la premier o come quello norvegese o addirittura africano/francese, per carità ci sono degli standard atletici da mantenere, però il vero problema del calcio italiano non lo risolvi imitando la superleague svizzera o l'eredivise.  

Il problema, secondo me, è che in Italia non è solo salito troppo poco il livello fisico,  è soprattutto crollato il livello tecnico.

Il calcio non può diventare una gara di atletica, resta prima di tutto tecnica, controllo, qualità nel gesto. Se perdiamo questo, smettiamo di produrre i Baggio, i Del Piero, i Totti e iniziamo a riempirci di profili che corrono tanto ma hanno poca qualità nel tocco, nella giocata nello stretto, nella rifinitura.

La strada non è “o corriamo come la Premier o siamo finiti”, ma: torniamo a essere una scuola che forma giocatori forti tecnicamente e intelligenti tatticamente, aggiungendo un livello fisico sufficiente a reggere il calcio moderno. Se ci limitiamo a rincorrere la moda degli atleti puri, finiamo per snaturare il calcio italiano senza diventare davvero competitivi a livello europeo.

 

Del Piero ha detto, testuale: «Non giriamoci attorno alle cose, noi cerchiamo giocatori grandi, grossi e veloci perché in giro per il mondo è così oggi. In Italia siamo sempre stati i più bravi perché cercavamo qualcosa di diverso dagli altri, avevamo l’occhio diverso sul talento e sulla tecnica, e queste caratteristiche ce le ha rubate la Spagna.»

 

Non c'è altro da aggiungere.

Non è questione di imitare perchè l' andazzo ipertattico del campionato di serie a non lo cambi volendo o con un diktat dalla federazione....è questione forse di mutuare tecniche di allenamento e filosofie, inoltre non credo proprio che stai scrivendo ad un utente che non ama i giocatori tecnici e che vuole che non nascano i Baggio i del Piero i Totti in Italia...perchè ama gli energumeni senza tecnica. Il fatto è che la tecnica con poco atletismo ad oggi è facilmente arginabile e poco efficace, anche perchè pure i difensori vanno fortissimo. Il problema che sottolineava lui è che in effetti oggi il calcio a livello internazionale è questione di transizioni violente e un certo tipo di giocatori sono più adatti di altri.

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2 ore fa, SpaceOddity ha scritto:

Beh abbastanza ovvio che un organico più qualitativo può in parte sopperire ad un atletismo carente, certo che andare a ritmi alti é comunque un fattore che rende più competitivo qualsiasi organico. Non é mai un minus. 

 però quella non è una statistica sull intensità, ma su chi corre più veloce (sopra i 25km/h) e per più tempo (superiore a 0,7 secondi).

 

Potrei per esempio correre , a livello di distanza e tempo, la metà dell avversario ma con smarcamenti/brevi veloci e non far vedere comunque palla all avversario (che poi è il classico gioco spagnoleggiante che infatti è negli ultimi posti in quelle classifica - in cui manca pure il Portogallo, per esempio) 

 

Sono infatti dati "tipici" della tradizione anglosassone - che si è "espansa" anche nei paesi scandinavi (diventati più competitivi) ma sempre di derivazione dello storico "kick and run" che è sempre stato tendenzialmente il loro modo "tradizionale" di giocare (tante corse lunghe, spazi ampi, transizioni continue). 

 

In Spagna - paesi latini si gioca diversamente. In Italia quel che manca è tanto altro , non necessariamente i giocatori che corrono tanti km ad alte velocità, questo ovviamente a mio avviso. Ci sono statistiche del CIES molto più preoccupanti (il dato sui dribbling, o sull impiego dei calciatori U21..) 

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7 minuti fa, baggio18 ha scritto:

peccato però che quella non è una statistica sull intensità, ma su chi corre più veloce (sopra i 25km/h) e per più tempo (superiore a 0,7 secondi).

 

Potrei per esempio correre , a livello di distanza e tempo, la metà dell avversario ma con smarcamenti/brevi veloci e non far vedere comunque palla all avversario (che poi è il classico gioco spagnoleggiante che infatti è negli ultimi posti in quelle classifica - in cui manca pure il Portogallo, per esempio) 

 

Sono infatti dati "tipici" della tradizione anglosassone - che si è "espansa" anche nei paesi scandinavi (diventati più competitivi) ma sempre di derivazione dello storico "kick and run" che è sempre stato tendenzialmente il loro modo "tradizionale" di giocare (tante corse lunghe, spazi ampi, transizioni continue). 

 

In Spagna - paesi latini si gioca diversamente. In Italia quel che manca è tanto altro , non necessariamente i giocatori che corrono tanti km ad alte velocità, questo ovviamente a mio avviso. Ci sono statistiche del CIES molto più preoccupanti (il dato sui dribbling, o sull impiego dei calciatori U21..) 

A mio umilissimo avviso nell' evoluzione che ha avuto il calcio quel tipo di fattore ha una sua ( non estrema ) rilevanza. I dati sui dribbling sono preoccupanti si però va detto pure che i giocatori di difesa sono diventati molto abili veloci e studiano l'avversario , e specie in Italia i sistemi tattici difensivi sono estremamente curati ed elaborati percui mi semra anche normale che vadano a buon fine meno dribbling. Peraltro ho notato che noi come squadra spesso in partita facciamo molti più dribbling dell' avversario e stiamo facendo molta fatica a risultati ed a fare gol, e questo può anche voler dire che il dribbling fine a se stesso non basta perchè specie nel nostro campionato raramente salti un uomo e trovi la prateria, serve aprire spazi e difese perchè qualcuno saltando l'uomo ci si infili, tutto ciò specie quando attacchi contro difese chiuse e trovare campo aperto e ripartenze negli spazi è molto difficile e poco frequente da noi, anche perchè negli ultimi anni da quel che vedo le tattiche qui sono specializzate soprattutto nel non farsi trovare scoperti, oltre all uso smodato del fallo tattico.

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5 ore fa, Ampiezza&mediocrità ha scritto:

E' da almeno 4 anni che parlo di come il sistema Italia sia destinato all'oblio eterno, non tanto per scarsità dei giocatori (pur palese ma sempre ciclica), quanto per poca conoscenza di come si stia evolvendo il gioco del calcio.

Finalmente stanno arrivando i dati statistici certificati che corroborano quanto si sta cercando di dire da molto tempo. E sono dati che toccano anche la juve, massima esponente di un calcio ormai desueto e totalmente privo di criterio emozionale. 

Spero ne abbiate già parlato, visto che l'Osservatorio del CIES è uscito 2 giorni fa evidenziando dati di sprint sui tutti i campionati europei (attenzione eh, Europei, non mondiali, solo Europei). Sono dati che riguardano la media dei metri percorsi in sprint ossia "azione di almeno 0.7 secondi svolta a velocità superiore a 25 km/h".

La serie A non rientra tra i primi 10 campionati. 

Qui i dati ufficiali:

1 ^ Premier League con 199,6m

2 ^ Eredivise con 193.7m

3 ^ Superleague SVizzera con 190.0m

4 ^ Ligue 1 con 184.2m

5 ^ Eliteserien Norvegese con 183.8m

6 ^ Jupiler belga con 179.6m

7 ^ Allsvenskan svedese con 178.8m

8 ^ Liga spagnola con 177.7m

9 ^ Bundes con 176.8m

10 ^ SUperlig turca con 176.0m

 

Dati che a qualcuno potranno far sorridere, ma non a me visto che questi campionati li studio tutti i giorni anche nei settori giovanili.

Il calcio è cambiato, non c'è più il gioco di possesso sterile e posizionale, ma si va verso la direzione delle transizioni violente e del ritmo, atletismo da gittata. E di riflesso anche lo scouting è cambiato. Ormai i giocatori da concetto tattico e lettura non sono più ricercati se non nella loro tipica funzionalità estremizzante (uno come Koop per esempio non è profilo da alto livello, ma profilo di quarta fascia, idem i vari Locatelli, Kelly, McKennie, Kostic, Rugani, Cabal, Miretti ecc. restando a casa juve).

 

Per restare al passo dobbiamo cambiare tutto. Gli algoritmi come primaria voce di scouting sono da eliminare (se non da vedere come mero supporto). I giocatori vanno analizzati, studiati e visti dal vivo.

I giocatori forti sono quelli che abbinano potenza, tecnica offensiva e atletica, rapidità di esecuzione in corsa, capacità di lavorare per funzioni plurime.

 

 

 

Buonasera e grazie per gli interventi sempre molto interessanti che fai.

Il dato che hai riportato si potrebbe avere anche solo per le squadre di alta classifica dei vari campionati europei?

Sarebbe interessante capire se le squadre più vincenti o che comunque lottano per i primi posti nei vari campionati sono in linea o addirittura migliori rispetto al dato medio del rispettivo campionato

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18 minuti fa, SpaceOddity ha scritto:

Va bene non abbiamo nessun gap fisico rispetto ad altri campionati. Io ho l'impressione che non sia così ma accetto che per altri non lo è.

Che cosa c'entra questo con il dire che il parametro sugli sprint non è indicativo rispetto alla competitivo di un tipo di calcio rispetto ad un altro?

 

Non ho mai fatto riferimento a nostre eventuali carenze atletiche , ho detto che quella classifica analizza un dato assolutamente parziale sul quale non si possono badare considerazioni generali.

 

Magari gli spagnoli sono atleticamente migliori degli svizzeri.

Solo che fanno un calcio di palleggio dove gli sprint sono meno frequenti e necessari.

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12 minuti fa, baggio18 ha scritto:

 però quella non è una statistica sull intensità, ma su chi corre più veloce (sopra i 25km/h) e per più tempo (superiore a 0,7 secondi).

 

Potrei per esempio correre , a livello di distanza e tempo, la metà dell avversario ma con smarcamenti/brevi veloci e non far vedere comunque palla all avversario (che poi è il classico gioco spagnoleggiante che infatti è negli ultimi posti in quelle classifica - in cui manca pure il Portogallo, per esempio) 

 

Sono infatti dati "tipici" della tradizione anglosassone - che si è "espansa" anche nei paesi scandinavi (diventati più competitivi) ma sempre di derivazione dello storico "kick and run" che è sempre stato tendenzialmente il loro modo "tradizionale" di giocare (tante corse lunghe, spazi ampi, transizioni continue). 

 

In Spagna - paesi latini si gioca diversamente. In Italia quel che manca è tanto altro , non necessariamente i giocatori che corrono tanti km ad alte velocità, questo ovviamente a mio avviso. Ci sono statistiche del CIES molto più preoccupanti (il dato sui dribbling, o sull impiego dei calciatori U21..) 

Effettivamente la liga è all’8 posto

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15 minuti fa, SpaceOddity ha scritto:

A mio umilissimo avviso nell' evoluzione che ha avuto il calcio quel tipo di fattore ha una sua ( non estrema ) rilevanza. I dati sui dribbling sono preoccupanti si però va detto pure che i giocatori di difesa sono diventati molto abili veloci e studiano l'avversario , e specie in Italia i sistemi tattici difensivi sono estremamente curati ed elaborati percui mi semra anche normale che vadano a buon fine meno dribbling. Peraltro ho notato che noi come squadra spesso in partita facciamo molti più dribbling dell' avversario e stiamo facendo molta fatica a risultati ed a fare gol, e questo può anche voler dire che il dribbling fine a se stesso non basta perchè specie nel nostro campionato raramente salti un uomo e trovi la prateria, specie quando attacchi contro difese chiuse e trovare campo aperto e ripartenze negli spazi è molto difficile e poco frequente da noi, anche perchè negli ultimi anni da quel che vedo le tattiche qui sono specializzate soprattutto nel non farsi trovare scoperti, oltre all uso smodato del fallo tattico.

per me è una cosa grave, se diciamo parto da un assioma (mia convinzione) che il "dribbling" è proprio simbolicamente una dote tecnica indicativa, un fattore statistico importante secondo me sul livello medio.

 

Cioè non voglio dire che i campionati migliori sono quelli dove si dribbla di più,ma comunque un fattore indicativo sul livello "tecnico" medio ..

Se in Italia il migliore in assoluto è palestra con 17 (Yamal 33) secondo me è un fattore ben più preoccupante della distanza media coperta ad alte velocità : è una caratteristica tipica dei paesi nordici che hanno sempre avuto quell imprinting tattico 

 

Ma è anche quello un fattore, sicuramente (le squadre inglesi di premier sono piuttosto storicamente abituate al calcio di Champions, proprio perché lo stile di gioco ricalca abbastanza fedelmente le partite di Premier con tante transizioni) .

 

Solamente che la transizione si può fare in più modi (ce l'hanno insegnato proprio gli allenatori di scuola tedesca: Klopp Tuchel ecc, con le transizioni "collettive" in cui tocca palla mezza squadra praticamente e le "distanze" di corsa sono minori proprio perché coinvolgi più giocatori come in una staffetta) .

 

Il senso che volevo dire è che magari il Fletcher dei bei tempi mi fa 150 metri in 15 secondi, Iniesta e xavi no ma mi corrono comunque 12km a partita facendo 25 smarcamenti velocissimi di 5 metri contati giusto per liberarsi della marcatura e ricevere palla..

 

Il dribbling è una questione un po' più complessa vero, ma di base in Italia abbiamo perso quella tipologia di giocatori (se il migliore è Palestra...) . Quindi secondo me, quel dato sulle corse veloci ad ampio spettro , per me non è un fattore indicativo di competitività assoluta, quanto un dato più "descrittivo" sulla maniera di giocare a calcio e delle caratteristiche maggiori.

 

In Italia il discorso è che il problema è più complesso: non corriamo, non siamo manco tecnici, non facciamo giocare i giocatori giovani, e così via. 

 

 

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18 minuti fa, baggio18 ha scritto:

per me è una cosa grave, se diciamo parto da un assioma (mia convinzione) che il "dribbling" è proprio simbolicamente una dote tecnica indicativa, un fattore statistico importante secondo me sul livello medio.

 

Cioè non voglio dire che i campionati migliori sono quelli dove si dribbla di più,ma comunque un fattore indicativo sul livello "tecnico" medio ..

Se in Italia il migliore in assoluto è palestra con 17 (Yamal 33) secondo me è un fattore ben più preoccupante della distanza media coperta ad alte velocità : è una caratteristica tipica dei paesi nordici che hanno sempre avuto quell imprinting tattico 

 

Ma è anche quello un fattore, sicuramente (le squadre inglesi di premier sono piuttosto storicamente abituate al calcio di Champions, proprio perché lo stile di gioco ricalca abbastanza fedelmente le partite di Premier con tante transizioni) .

 

Solamente che la transizione si può fare in più modi (ce l'hanno insegnato proprio gli allenatori di scuola tedesca: Klopp Tuchel ecc, con le transizioni "collettive" in cui tocca palla mezza squadra praticamente e le "distanze" di corsa sono minori proprio perché coinvolgi più giocatori come in una staffetta) .

 

Il senso che volevo dire è che magari il Fletcher dei bei tempi mi fa 150 metri in 15 secondi, Iniesta e xavi no ma mi corrono comunque 12km a partita facendo 25 smarcamenti velocissimi di 5 metri contati giusto per liberarsi della marcatura e ricevere palla..

 

Il dribbling è una questione un po' più complessa vero, ma di base in Italia abbiamo perso quella tipologia di giocatori (se il migliore è Palestra...) . Quindi secondo me, quel dato sulle corse veloci ad ampio spettro , per me non è un fattore indicativo di competitività assoluta, quanto un dato più "descrittivo" sulla maniera di giocare a calcio e delle caratteristiche maggiori.

 

In Italia il discorso è che il problema è più complesso: non corriamo, non siamo manco tecnici, non facciamo giocare i giocatori giovani, e così via. 

 

 

Quindi il discorso sull' ipertatticismo dici che non ha ricadute in questi termini? Mi spiego : stando dentro un calcio ipertatticoe molto attento per cultura a non scoprirsi sin dalle giovanili, calcio  in cui i sistemi difensivi sono forse i più chiusi in Europa non è che alla fine privilegiamo i giocatori fisici a scapito di quelli tecnici e che il modo di giocare che si apprende è quello in cui la giocata con rischio di perdita palla e relativa transizione negativa viene scoraggiato? Il tutto a scapito dello sviluppo del talento...

Cioè sembra un po' un cane che si mangia la coda se giocassimo più aperto forse i giocatori sarebbero più liberi di sviluppare il talento nel dribbling e forse anche allenati a transizioni più violente...ma siccome giochiamo chiuso giocoforza la filosofia è quella di non osare il dribbling e le occasioni di sviluppare lo sprint sul lungo sono molte meno.

Poco da fare si se una transizione è manovrata con tanti giocatori che si passano la palla veloci e di prima sul breve , tantomeno debbono dribblare, se invece voglio ribaltare il campo con due tre giocatori ecco che li posso anche lasciar giocare multitocco e fargli provare la giocata in dribbling , ma resta il fatto che da noi dove raramente trovi chi si scopre questo modo di effettuare una ripartenza è poco efficace. Rimane a mio avviso un problema culturale , perchè in Italia gira e rigira l'attenzione è sempre a prendere meno gol dell avversario invece che farne di più, quindi i giocatori vengono educati e disciplinati a limitare il dribbling, con ricaduta sulle skills che maturano.

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2 ore fa, Maxseven ha scritto:

È tutto da dimostrare, nel senso che alzando il livello le cose cambiano.

Ecco perché alla Juventus è tutto più complicato.

Perché non basta fare bene, bisogna essere eccellenti.

 

Corvino può essere considerato bravo a pescare giovani inespressi, indovinare tra tanti il campione sul quale spendere decine di Milioni , si presume già passato ad un livello più alto, è diverso.

 

Sono proprio step di crescita diversa che devi saper cogliere.

 

Ehm in realtà da noi al momento attuale sarebbe già tanto riuscire a fare bene, cosa che non facciamo da un bel po'.

Poi magari pensiamo a poter essere eccellenti, ma cerchiamo di riuscire a fare bene che sarebbe già moolto

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16 minuti fa, SpaceOddity ha scritto:

Quindi il discorso sull' ipertatticismo dici che non ha ricadute in questi termini? Mi spiego : stando dentro un calcio ipertatticoe molto attento per cultura a non scoprirsi sin dalle giovanili, calcio  in cui i sistemi difensivi sono forse i più chiusi in Europa non è che alla fine privilegiamo i giocatori fisici a scapito di quelli tecnici e che il modo di giocare che si apprende è quello in cui la giocata con rischio di perdita palla e relativa transizione negativa viene scoraggiato? Il tutto a scapito dello sviluppo del talento...

Cioè sembra un po' un cane che si mangia la coda se giocassimo più aperto forse i giocatori sarebbero più liberi di sviluppare il talento nel dribbling e forse anche allenati a transizioni più violente...ma siccome giochiamo chiuso giocoforza la filosofia è quella di non osare il dribbling e le occasioni di sviluppare lo sprint sul lungo sono molte meno.

Poco da fare si se una transizione è manovrata con tanti giocatori che si passano la palla veloci e di prima sul breve , tantomeno debbono dribblare, se invece voglio ribaltare il campo con due tre giocatori ecco che li posso anche lasciar giocare multitocco e fargli provare la giocata in dribbling , ma resta il fatto che da noi dove raramente trovi chi si scopre questo modo di effettuare una ripartenza è poco efficace. Rimane a mio avviso un problema culturale , perchè in Italia gira e rigira l'attenzione è sempre a prendere meno gol dell avversario invece che farne di più, quindi i giocatori vengono educati e disciplinati a limitare il dribbling, con ricaduta sulle skills che maturano.

Per me il problema è stato quello della perdita con il passare del tempo della propria identità "individuale" del calciatore singolo 

Cioè , dal post sacchi , abbiamo iniziato a ragionare troppo per "reparti" e per cura del collettivo, prendendo con il tempo una deriva in cui si sono ribaltate le prerogative (dalla cura del singolo a quella del reparto, dal 1vs1 alla zona.. dal "dribbling e tiro in porta" allo schema di rifinitura nell 11vs0) .

 

Il calcio italiano anche quando andava benissimo,era fiorente, è sempre stato di maggiore attenzione alla "fase difensiva", sono diciamo caratteristiche culturali, quindi per me il problema non è stato quello.

 

Ma che per motivi molteplici abbiamo perso la "cura del singolo" per quella del collettivo. Il collettivo è una fase in cui si dovrebbe concentrarsi solo nelle prime squadre secondo me, non già dall'  età dello sviluppo.

 

Il dribbling inizia a perdersi come "mestiere" nel momento in cui tu obblighi i "2 tocchi" nelle partitelle a tema,o proponi lo schema da imparare a memoria. All opposto, le abilità individuali del difensore (postura - lettura della traiettoria - posizionamento dei piedi, è così via) iniziano a perdersi man mano che col tempo, si passa sempre più alla didattica di reparto (elastico, fuorigioco, diagonali ecc).

 

Prima eravamo "difensivi" ugualmente a livello di filosofia. Per me il problema non è quello, ma com'è cambiata la didattica, cioè di quanto abbia influito lo "sradicamento" della concezione per la cura della tecnica individuale in virtù di quella di reparto - collettiva, coincisa a livello storico con il boom di Sacchi e della zona pura. 

Parlo in ambito di settori giovanili. 

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1 ora fa, MARINES J1897 ha scritto:

Aumento di capitale da 1, 5 mln ...o c'è errore o non capisco 

Avrebbe avuto senso 1.5 mld ma mln....

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Purtroppo ha sbagliato gli ultimi anni della sua gestione ma AA era un visionario rispetto a questi dinosauri

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8 minuti fa, trueloveju ha scritto:

Purtroppo ha sbagliato gli ultimi anni della sua gestione ma AA era un visionario rispetto a questi dinosauri

Anche un orbo in mezzo ai ciechi...

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