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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 19/12/2022 in tutte le aree

  1. 2 punti
  2. 2 punti
    E gran bel gol aggiungo. Il ragazzo ha ripreso dove aveva interrotto a Perugia 3 anni fa.
  3. 1 punto
    E' stata una gara tutta nella nostra metà campo. Ci sono stati due spunti soltanto. Una discesa di Barbieri che ha provocato l'angolo da cui è nata l'autorete dell'1 a 0. E infine a gara terminata l'azione di Illing con tiro deviato da un difensore per il 2 a 0. Per il resto siamo stati nulli.
  4. 1 punto
    Allora visto che di esempi del cavolo vi nutrite,te lo faccio io un esempio alla vostra portata. Se tu ci provi una volta con una top model e ci vai a letto oggi,sei stato bravo ma se ti riesce una sola volta nella vita,magari è stata solo fortuna. Io ci ho provato 10 volte con Belen oggi è non ci ho combinato nulla,ci provo 7 volte domani con un altra top e ci riesco,in un anno me ne faccio 10 ed in una vita 100. Significa che io sono stato bravo e che per l’appunto a te ti è andata bene una sola volta nella vita. Ma tornando al calcio ed alla partita ci sono i tabellini della partita e sono stati anche riportati qui nel forum,ma se a te fa piacere disconoscerli fa pure,resta pure della convinzione che basta fare un gol a partita per vincere i trofei e non facendo prestazioni positive durante tutto l’anno. Vuol dire che ti sta bene anche non vincere,a me no.
  5. 1 punto
    Diciamo che come centravanti puri abbiamo difficolta proprio in Italia. speriamo che Mancini e Turco possano fare un po’ meglio. e dispiace aver perso il 2008 zanaga
  6. 1 punto
    Non credo proprio che il giovedì giochi a calcio o calcetto. Chi parla come te non ha mai davvero dato il calcio a un pallone.
  7. 1 punto
    Non un rivoluzionario 361 3 passaggi ogni minuto
  8. 1 punto
    Io ho visto solo la prima mezz'ora e non abbiamo passato la meta' campo o fatto 3 passaggi di fila
  9. 1 punto
    Effettivamente abbiamo dominato nel gioco, nel possesso e occasioni..😁 Ma non è qulo rotto..no
  10. 1 punto
    Davvero? Guarda che se vuoi spalare melma puoi farlo, non devi per forza mentire. La Juve nella migliore delle ipotesi ha 2 titolari, l'Arsenal a parte l'attacco è la squadra titolare, mettici che loro ripartono la prossima settimana. Non capisco, ci tirano melma da tutte le parti, sotto tutti gli aspetti e noi da soli ci mettiamo pure il carico da 11. Ora non dico di non farlo anche come sprone, ma vi pare il caso di farlo in un'amichevole del qazzo con la next gen in campo? Mah, sarò strano io...
  11. 1 punto
    Ecco qualche riga sulle mie (poche ) letture del 2022. Lucernario di José Saramago: (almeno) un Saramago all'anno toglie il malanno. Questa è una sua opera giovanile, in cui lo stile è ancora quello "tradizionale" ma la profondità di certi personaggi si intravede già. Il giocattolo rabbioso di Roberto Arlt: un autore argentino di cui avevo sentito parlare all'università e mi incuriosiva leggere. Ma non ricordo assolutamente nulla di questo libro, che quindi definirei facilmente dimenticabile. I giorni del giudizio di Giampaolo Simi: avevo grandi aspettative per questo romanzo in cui i giurati popolari di un processo penale analizzano, ognuno dal proprio punto di vista, uno scabroso caso giudiziario. Ma l'ho trovato molto meno profondo e 'giallo' di quanto immaginassi, Sellerio questa volta mi ha ingannato. L'ultimo giorno di un condannato a morte di Victor Hugo: nomen omen, questo libriccino pone sul tavolo sia questioni morali che squisitamente umane di un prigioniero che sta per essere giustiziato. Letto nel 2022 non fa sicuramente lo stesso effetto di quando uscì. La corsa di Billy di Patricia Nell Warren: opera di fantasia (che però io credevo fosse invece reale ) su un atleta statunitense dichiaratamente omosessuale che ha una relazione con il suo allenatore e deve convivere con l'ostracismo generale fino al culmine delle Olimpiadi di Montreal 1976. Interessante, ma il fatto che sia finzione gli ha fatto perdere un po' di punti ai miei occhi. Lamento di Portnoy di Philip Roth: avevo un pregiudizio nei confronti di Roth, che è sicuramente scemato dopo la lettura di questa che è la sua prima opera dirompente. Il protagonista è un uomo che racconta al suo psicanalista il suo rapporto malsano con il sesso, ma non solo. Lettura godibilissima, irriverente a livelli che non credevo possibili per un autore così di successo. Sconsigliata a chi non ama il politicamente scorretto. A questo punto non escludo di leggere Pastorale americana, prima o poi. Il primo che passa di Gianluca Nativo: romanzo inutile che racconta le prime esperienze di un ragazzo napoletano che si scopre gay a quasi 20 anno. Come molta della narrativa italiana contemporanea, una scrittura affettata e che puzza lontano un miglio di artificioso. Una vita violenta di Pier Paolo Pasolini: mi sono finalmente approcciato a questo grande intellettuale italiano partendo da ciò che mi è più vicino, ovvero la narrativa. I protagonisti sono i figli delle classi più povere e che vivono ai margini - fisici e non - della società romana degli anni '50. Purtroppo sia questo romanzo che 'Ragazzi di vita' sono scritti con molte, troppe, parole in romanesco che rendono ostica la lettura per chi vive fuori dalla Capitale. Vero che alla fine è presente un glossarietto, ma va consultato continuamente. Non credo che leggerò anche 'Ragazzi di vita', proverò con il cinema o con gli articoli di giornali per approfondire meglio Pasolini. Due come loro di Marco Marsullo: breve romanzo che non si prende sul serio e apparentemente senza grosse pretese su un uomo che lavora contemporaneamente per Dio e per Satana, facendo desistere o convincendo gli aspiranti suicidi. Il tono è davvero scherzoso e Dio è dipinto con tratti molto sopra le righe, lontanissimo dall'idea cattolica del Padre buono e saggio. Ma ci ho trovato dentro delle riflessioni sul suicidio, e più in generale sulla morte, per nulla banali. Gli anni invisibili di Rodrigo Hasbun: romanzo di un autore boliviano dei nostri giorni in cui due ex compagni di liceo si ritrovano dopo anni e ricostruiscono una vicenda che ha segnato la loro vita e che aveva dato luogo a un romanzo scritto da uno dei due. Interessante la struttura narrativa, promosso. I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni: autore esordiente che ha subito vinto il Campiello, nel suo romanzo il protagonista è una faina che vediamo crescere e maturare attraverso varie esperienze di vita animale. Non troppo originale la scelta di scegliere come personaggi degli animali che parlano, ben di più quella di distinguere alcuni che sono dotati di ragione e sentimenti dagli altri guidati dall'istinto più animalesco. Con il risultato che i primi arrivano a dubitare della loro stessa appartenenza alla specie dei loro simili. Nel complesso si fa leggere. Battle Royale di Koushun Takami (lettura in corso): un po' la madre di tutte le opere - ultima delle quali Squid game - orientali caratterizzate dall'estrema brutalità dei personaggi messi di fronte a una sfida con i loro simili per la sopravvivenza. In questo caso, i protagonisti sono dei ragazzi di scuola media catapultati a loro insaputa su un'isola da cui potrà uscire vivo solo chi eliminerà tutti gli altri. Ai tempi della sua pubblicazione (1999) fu un vero caso editoriale e a tutt'oggi resta il libro giapponese più venduto di sempre. Nella lettura sto procedendo molto a rilento perché, nonostante la vicenda sia in sé abbastanza avvincente, non ci sto trovando particolare pathos che mi spinga a divorarlo. E non è brevissimo, anzi: siamo sulle 600 pagine. Works di Vitaliano Trevisan (lettura in corso): potrebbe essere il mio libro dell'anno. Leggendo le prime pagine sono rimasto folgorato, ma procedendo la sensazione si sta un po' annacquando: comunque sto seguendo con molto interesse il racconto autobiografico di questo autore (morto suicida a inizio 2022 dopo essere stato dimesso da un ospedale psichiatrico in cui era in cura) attraverso i mille lavori che ha svolto fin da quando era un adolescente indeciso su quale traiettoria prendere ma immerso in un tessuto sociale, quello del Veneto degli anni '70-'80, in cui il lavoro era una vera religione di vita e chi voleva tirarsene fuori veniva visto come un reietto. Completerò la recensione quando avrò terminato la lettura: anche qui, si sforano le 600 pagine.
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
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