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tommaso

I ragazzini devono giocare a calcio, non imparare le diagonali

Post in rilievo

Ieri sera durante la trasmissione radiovs (a proposito faccio autopromozione, scaricate il podcast e ascoltatela) durante l'intervento di Romeo Agresti è partita una discussione, a dire il vero alla fine è sembrata più una mia invettiva, sul futuro del calcio italiano e su quello che a detta di alcuni è il vero male del nostro calcio e che ne condizionerà il futuro prossimo. Io ho una passione esagerata, forse, per le capacità del singolo giocatore, penso, al contrario di molti professionisti dell'opinione, che tra il saper suonare uno spartito e il saper suonare uno strumento sia più importante il secondo perchè un gruppo di musicisti abili alla fine saprà sia suonare uno spartito che andare a braccio. Il problema è che nelle scuole calcio si stanno insegnando alle future leve dei concetti sbagliati, si formano difensori centrali, terzini, ali etc. ma mai calciatori. Ho ricordato il gol del 3-1 dell'italia con la Germania nell'82 (ringrazio ancora l'utente che me lo ha fatto ricordare) nel quale si vede chiaramente come Scirea (di professione libero) conduca la palla sino alla metà campo per scaricarla a Conti (professione ala) che sfrutta il movimento da punta dello stesso Scirea (che fa sempre il libero) per accentrarsi e poi scaricare a Scirea (sapete cosa faceva vero?) che scarica dal limite dell'area piccola di tacco a quello che è (credo) Bergomi (l'altro difensore). La domanda è quanti in Italia oggi avrebbero le capacità tecniche di fare queste scelte tattiche? Uno? Due? Mi direte: "e ma quella nazionale era fantastica" certo che lo era ma pure quelli che non furono convocati non erano mica male. Oggi invece facciamo fatica a mettere insieme 11 giocatori di livello, perchè purtroppo nei settori giovanili (e parlo proprio delle categorie inferiori) si perde troppo tempo a insegnare a un ragazzino la tattica tralasciando in maniera paurosa la tecnica, lo sviluppo delle capacità cognitive del singolo, la sua capacità di interpretare la situazione. A un atleta ai primi calci sarà l'allenatore a dargli le soluzioni, gli dirà cosa fare se succede questo o questo e quello che mai e poi mai dovrà fare in campo. E' la morte dei settori giovanili e anche del divertimento, il calcio in questo modo diventa lavoro in età sempre più bassa (non per niente c'è una vera e propria tratta dei minorenni che hanno accenni di talento ma su 100 che partono 1 solo vi arriva). E non è questione di allenare il gioco o i giocatori (oddio sconcè, certe cavolate però te le puoi pure risparmiare) e nemmeno di spiegazioni filosofiche su cosa devono fare i 3 in mezzo perchè il gioco è fondamentale (caro Sacchi, hai vinto tanto, tutto ma Ancelotti, gullit, rejkard, van basten, baresi, donadoni, maldini mica erano dei carneadi... anzi)

 

Poi noi, giustamente, che seguiamo principalmente la prima squadra ci interroghiamo anche sulle scelte tattiche dell'allenatore ed è giusto che a quel livello anche la tattica, anche estrema, abbia la sua parte ma non è e non deve essere la stessa cosa a tutti i livelli, "vincere non è importante è l'unica cosa che conta" vale solo all'apice o immediatamente prima ma sotto no, sotto ci deve essere il divertimento e la conoscenza dello sport che si vuol far praticare ai piccoli.

 

Ultima considerazione, strettamente personale:

Cari padri che seguite i vostri figli giocare a calcio due cose:

1) anche se vostro figlio non sarà mai messi non siate ossessivi

2) quando state appesi alle retine per delle partite di under 14 a urlare come scimmie in calore contro arbitri e avversari vi prenderei a bastonate nei reni, siete la cosa parte peggiore del calcio.

Da applausi. Soprattutto gli ultimi due punti

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io vengo da tutt'altro mondo. sono un nuotatore e non ho mai fatto calcio (anche se ovviamente lo seguo e lo pratico a livello amatoriale).

La tecnica la si impara solo e soltanto da bambini. non c'è altro. ho visto gente fisicamente al top, iniziare a nuotare a 12 anni e non riuscire minimamente ad imparare la tecnica corretta, anche con tutta la buona volontà del mondo.

non c'è altra via che cominciare a 4 anni e imparare a nuotare bene. si fa solo allenamento tecnico, e rapidità di movimenti, altra cosa che il fisico assimila solo in tenera età.

penso che nel calcio possa valere lo stesso concetto, nonostante siano sport molto lontani dall'essere simili.

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il calcio è un gioco di fatto di tattica, tecnica ed atletismo.

ogni qualvolta si fa prevalere una componente rispetto alle altre 2, allora vuol dire che lo si sta facendo male

Quindi come in tutte le cose della vita l'importante è l'equilibrio con cui le fai. Sono d'accordo con te. E oltre a quello che hai detto aggiungerei anche l'importanza dell'approccio mentale al gioco.

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Certo che si insegna la tecnica, ma che stai a dire?

 

Ma che stai a dire tu...

Se la tecnica si insegnasse uno come Chiellini, dopo dieci e passa anni di Juve avrebbe ancora due ferri da stiro al posto dei piedi?

Come mai nessuno gli ha insegnato a dribblare?

I piedi buoni o li hai o no, e con quelli ci nasci. La tecnica al massimo si affina.

Qualcuno ha insegnato a dribblare a Messi? Hai mai visto un video di Maradona a dieci anni? Qualcuno ha insegnato la tecnica a Del Piero?

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oltre alle diagonali privilegiate a discapito della tecnica il problema dei settori giovanili italiani è che si da troppo spazio a mediocri giocatori africani, sud americani e via dicendo senza lasciaere spazio agli italiani.

 

poi ci lamentiamo che la nazionale è ai minimi livelli. ci credo in serie A si preferisce stipendiare scarponi come badu & company insegnandogli solo diagonali tra l'altro.

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Ma che stai a dire tu...

Se la tecnica si insegnasse uno come Chiellini, dopo dieci e passa anni di Juve avrebbe ancora due ferri da stiro al posto dei piedi?

Come mai nessuno gli ha insegnato a dribblare?

I piedi buoni o li hai o no, e con quelli ci nasci. La tecnica al massimo si affina.

Qualcuno ha insegnato a dribblare a Messi? Hai mai visto un video di Maradona a dieci anni? Qualcuno ha insegnato la tecnica a Del Piero?

 

Guarda che i campioni che hai citato, oltre alle doti naturali, passavano ore ed ore ad allenarsi nei fondamentali.

Che sia una scuola di calcio o di "vita" te ne dovresti render conto guardando brasliani ed argentini.

Oppure credi sia per il clima che nascano là tanti "piedi buoni"?

Eppoi nessuno ha mai detto che insegnando tecnica ai ragazzi questi diventano tutti Messi.

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È una discussione che non esiste in quanto dovrebbero essere insegnate entrambe.

Prendete il Barça ad esempio, già da quando sono piccoli gli insegnano a come trattare la palla, a come muoversi in un determinato modulo e come smarcarsi.

Il Barça puo stare simpatico o meno, ma secondo me non esiste scuola migliore.

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Guarda che i campioni che hai citato, oltre alle doti naturali, passavano ore ed ore ad allenarsi nei fondamentali.

Che sia una scuola di calcio o di "vita" te ne dovresti render conto guardando brasliani ed argentini.

Oppure credi sia per il clima che nascano là tanti "piedi buoni"?

Eppoi nessuno ha mai detto che insegnando tecnica ai ragazzi questi diventano tutti Messi.

 

La tecnica di base (premesso che stiamo parlando sempre di soggetti superiori alla media, come tutti quelli che fanno un minimo di carriera nel mondo del calcio) si allena eccome, ma è una di quelle cose che va coltivata in giovanissima età

 

Basta guardare gli spagnoli, indipendentemente dalla scuola da cui provengono o dal tipo di calcio che sono abituati a fare, è quasi impossibile trovare calciatori spagnoli di qualsiasi livello che non abbiano una tecnica di base (stop-controllo-passaggio) che non sia ottima

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Ho seguito la trasmissione in diretta e sarei voluto intervenire anch'io per sostenere la tua tesi. Se si chiama Giuoco del pallone significa che devi saperlo usare e non stuprarlo come vedi fare costantemente a Chiellini. In Italia si guarda prima all'aspetto fisico, poi a quello tattico e infine come ultima ruota del carro(che però dovrebbe essere la più importante )a quello tecnico. La prestazione dell'altra sera contro la Spagna dovrebbe farci capire che puoi anche essere basso e non avere il fisico di un bronzo di Riace, ma se sai giocare a calcio come Iniesta dai pastina a tutti. Tutti. Vedere poi Verratti in panchina e Parolo in campo mi ha fatto davvero sanguinare il cuore. Ci vuole una rivoluzione culturale dove i primi a ribellarsi devono essere i tifosi. Il 'vincere è l'unica cosa che conta' è una frase senza senso. Vincere giocando bene e divertendosi facendo divertire è l'unica cosa che conta a mio modo di vedere.

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Il calcio oggi - tra i ragazzi, per non parlare dei professionisti - non è più un gioco.

Vedo ragazzi a 10 anni che giocano con scarpini, calzettoni, maglia e pantaloncini coordinati. Ma prendete un pallone e tirategli un calcio! Inseguitevi tra di voi su una piazzetta con le porte disegnate per terra!

Insomma pensate a divertirvi con spontaneità!

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Guarda che i campioni che hai citato, oltre alle doti naturali, passavano ore ed ore ad allenarsi nei fondamentali.

Che sia una scuola di calcio o di "vita" te ne dovresti render conto guardando brasliani ed argentini.

Oppure credi sia per il clima che nascano là tanti "piedi buoni"?

Eppoi nessuno ha mai detto che insegnando tecnica ai ragazzi questi diventano tutti Messi.

 

Rispetto la tua opinione ma resto della mia idea: la tecnica non te la insegna nessuno. Ci nasci. Poi con l'allenamento affini solo le tue doti.

L'intelligenza corporeo-cinestetica, che consente al calciatore di padroneggiare il proprio corpo, coordinarsi ed eseguire determinati gesti tecnici per controllare la palla, calciarla ecc., è innata, esattamente come l'intelligenza linguistica, quella matematica ecc.

Sono stato 12 anni in nazionale italiana di Karate coreano e per moltissimi anni ho insegnato. Arrivavano in palestra ragazzi che dopo sei mesi erano pronti a gareggiare nelle loro categorie a livello internazionale e altri totalmente negati.

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La cosa peggiore sono le scuole calcio minipulcini pulcini ecc.

Tutto per soldi.

Giocano gente che non tocchera mai piu il pallone nella vita ma ha pagato e gioca.

Dai giovanissimi in su si inizia a intravedere qualcosa.

Ma abbiamo troppa gente che pensa ai soldi.

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Rispetto la tua opinione ma resto della mia idea: la tecnica non te la insegna nessuno. Ci nasci. Poi con l'allenamento affini solo le tue doti.

L'intelligenza corporeo-cinestetica, che consente al calciatore di padroneggiare il proprio corpo, coordinarsi ed eseguire determinati gesti tecnici per controllare la palla, calciarla ecc., è innata, esattamente come l'intelligenza linguistica, quella matematica ecc.

Sono stato 12 anni in nazionale italiana di Karate coreano e per moltissimi anni ho insegnato. Arrivavano in palestra ragazzi che dopo sei mesi erano pronti a gareggiare nelle loro categorie a livello internazionale e altri totalmente negati.

Chiaro che esistono doti innate come e altrettanto vero che l allenamento ti fa migliorare.

A certi livelli si allenano tutti quindi va avanti chi ha qualcosa in piu.

Gli argentini e brasiliani vengono fuori perche sono piu temprati dal posto che vivono.

Da noi troppi bimbominkia viziati tutti futuri messi.

Abbiamo perso un po di spontaneita tipo le partite al parco o all oratorio.

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Rispetto la tua opinione ma resto della mia idea: la tecnica non te la insegna nessuno. Ci nasci. Poi con l'allenamento affini solo le tue doti.

L'intelligenza corporeo-cinestetica, che consente al calciatore di padroneggiare il proprio corpo, coordinarsi ed eseguire determinati gesti tecnici per controllare la palla, calciarla ecc., è innata, esattamente come l'intelligenza linguistica, quella matematica ecc.

Sono stato 12 anni in nazionale italiana di Karate coreano e per moltissimi anni ho insegnato. Arrivavano in palestra ragazzi che dopo sei mesi erano pronti a gareggiare nelle loro categorie a livello internazionale e altri totalmente negati.

Tutto giusto ciò che dici ma il problema resta sempre il solito:l'idea di calcio che si ha e che si vuole attuare.Le scuole calcio servono,almeno nei primi anni,non a trasformare in Messi chi litiga con il pallone,ma a individuare chi è stato baciato da madre natura e può avviarsi a questa carriera.Quando invece vedi anche in A giocatori che hanno difficoltà nei fondamentali,non sanno stoppare decentemente un pallone o non sanno crossare nemmeno con le mani,ti sorge o no la domanda su quali basi siano giunti nel professionismo?

La risposta è che da almeno 20 anni in Italia si prediligono corsa e fisico,il pallone viene dopo,l'importante è correre e vincere fisicamente i contrasti.Questo non è calcio,o perlomeno non è calcio moderno ma ci rimanda al calcio fiorentino in voga durante la dinastia medicea

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ho avuto modo di seguire i settori giovanili juventini avendo un conoscente col figlio che militava in bianconero e vi posso garantire che la severira', l'applicazione, le regole ferre a cui sono sottoposti i tesserati sono impressionanti,nonostante ancora relativamente giovanissimi, ce' un attenzione quasi maniacali nelle regole, la volonta' di incutere fin da subito quali sono le condizioni se devi esser da juve, ricordo che dopo un gol un ragazzo esulto' in modo plateale, venne immediatamente sostituito dal mister, che poi gli disse, alla juve non si fanno scena da pagliacci, ricordati che casacca indossi.

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I talenti migliori sono quelli cresciuti "liberi".

Sono quelli che giocano, nel vero senso della parola, a pallone.

Penso ad esempio a Del Piero che da piccolo giocava (non allenava) in casa con una palletta auto costruita tirando punizioni e spaccando diverse cose in casa.

 

O la storia di Zidane...cresciuto calcisticamente per strada dove ha imparato a difendere la palla come sappiamo.

 

Sono talenti innati come ve ne sono altre centinaia o migliaia.

 

Ma il punto è che secondo me il talento lo sviluppi da piccolo quando ti diverti e lasci volare la mente e il corpo.

 

Invece oggi iniziano subito a giocare come robottini. Lo fanno troppo presto..e troppo presto vengono assegnati i ruoli.

 

Alle scuole calcio non si dovrebbe accedere al di sotto di una certa età per me.

La fase del divertimento da piccoli è essenziale per sviluppare il talento. Non è facendo esercizi tecnici a quella età che si riescono ad ottenere campioni. Per quello c'è sempre tempo...

 

Il ragazzino da piccolo deve divertirsi cercando le giocate da play che vede alla TV...

Deve scimmiottare i campioni...copiarli. Così si allena il cervello a gestire il corpo quando si tratta di calciare bene...a porsi bene quando si tratta di difendere la palla con qualità e così via.

Va coltivato il genio e l'estetismo del gesto in sostanza.

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Rispetto la tua opinione ma resto della mia idea: la tecnica non te la insegna nessuno. Ci nasci. Poi con l'allenamento affini solo le tue doti.

L'intelligenza corporeo-cinestetica, che consente al calciatore di padroneggiare il proprio corpo, coordinarsi ed eseguire determinati gesti tecnici per controllare la palla, calciarla ecc., è innata, esattamente come l'intelligenza linguistica, quella matematica ecc.

Sono stato 12 anni in nazionale italiana di Karate coreano e per moltissimi anni ho insegnato. Arrivavano in palestra ragazzi che dopo sei mesi erano pronti a gareggiare nelle loro categorie a livello internazionale e altri totalmente negati.

 

Come te, rispetto la tua opinione ma non la condivido per niente.

Ti ripeto, senza andare troppo lontano basta guardare le nazionali giovanili di calcio della Spagna per rendersi conto di quanto sia importante insegnare la tecnica ai giovani e giovanissimi.

Citi il tuo caso "personale", ribadisco che nessuno ha detto che se alleni dieci ragazzi essi diventeranno tutti campioni italiani di karate coreano.

E' chiaro che se sei un bravo maestro, impareranno tutti più o meno le tecniche, alcuni in 2/3 mesi, altri magari in un anno.

Presumo che anche i più pronti ad imparare dovranno continuare ad allenarsi ogni giorno sulle tecniche.

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Ieri sera durante la trasmissione radiovs (a proposito faccio autopromozione, scaricate il podcast e ascoltatela) durante l'intervento di Romeo Agresti è partita una discussione, a dire il vero alla fine è sembrata più una mia invettiva, sul futuro del calcio italiano e su quello che a detta di alcuni è il vero male del nostro calcio e che ne condizionerà il futuro prossimo. Io ho una passione esagerata, forse, per le capacità del singolo giocatore, penso, al contrario di molti professionisti dell'opinione, che tra il saper suonare uno spartito e il saper suonare uno strumento sia più importante il secondo perchè un gruppo di musicisti abili alla fine saprà sia suonare uno spartito che andare a braccio. Il problema è che nelle scuole calcio si stanno insegnando alle future leve dei concetti sbagliati, si formano difensori centrali, terzini, ali etc. ma mai calciatori. Ho ricordato il gol del 3-1 dell'italia con la Germania nell'82 (ringrazio ancora l'utente che me lo ha fatto ricordare) nel quale si vede chiaramente come Scirea (di professione libero) conduca la palla sino alla metà campo per scaricarla a Conti (professione ala) che sfrutta il movimento da punta dello stesso Scirea (che fa sempre il libero) per accentrarsi e poi scaricare a Scirea (sapete cosa faceva vero?) che scarica dal limite dell'area piccola di tacco a quello che è (credo) Bergomi (l'altro difensore). La domanda è quanti in Italia oggi avrebbero le capacità tecniche di fare queste scelte tattiche? Uno? Due? Mi direte: "e ma quella nazionale era fantastica" certo che lo era ma pure quelli che non furono convocati non erano mica male. Oggi invece facciamo fatica a mettere insieme 11 giocatori di livello, perchè purtroppo nei settori giovanili (e parlo proprio delle categorie inferiori) si perde troppo tempo a insegnare a un ragazzino la tattica tralasciando in maniera paurosa la tecnica, lo sviluppo delle capacità cognitive del singolo, la sua capacità di interpretare la situazione. A un atleta ai primi calci sarà l'allenatore a dargli le soluzioni, gli dirà cosa fare se succede questo o questo e quello che mai e poi mai dovrà fare in campo. E' la morte dei settori giovanili e anche del divertimento, il calcio in questo modo diventa lavoro in età sempre più bassa (non per niente c'è una vera e propria tratta dei minorenni che hanno accenni di talento ma su 100 che partono 1 solo vi arriva). E non è questione di allenare il gioco o i giocatori (oddio sconcè, certe cavolate però te le puoi pure risparmiare) e nemmeno di spiegazioni filosofiche su cosa devono fare i 3 in mezzo perchè il gioco è fondamentale (caro Sacchi, hai vinto tanto, tutto ma Ancelotti, gullit, rejkard, van basten, baresi, donadoni, maldini mica erano dei carneadi... anzi)

 

Poi noi, giustamente, che seguiamo principalmente la prima squadra ci interroghiamo anche sulle scelte tattiche dell'allenatore ed è giusto che a quel livello anche la tattica, anche estrema, abbia la sua parte ma non è e non deve essere la stessa cosa a tutti i livelli, "vincere non è importante è l'unica cosa che conta" vale solo all'apice o immediatamente prima ma sotto no, sotto ci deve essere il divertimento e la conoscenza dello sport che si vuol far praticare ai piccoli.

 

Ultima considerazione, strettamente personale:

Cari padri che seguite i vostri figli giocare a calcio due cose:

1) anche se vostro figlio non sarà mai messi non siate ossessivi

2) quando state appesi alle retine per delle partite di under 14 a urlare come scimmie in calore contro arbitri e avversari vi prenderei a bastonate nei reni, siete la cosa parte peggiore del calcio.

 

è vero a metà:

come nella musica (e perdonami se dico un secco NO a quello che hai detto a proposito di spartiti, ma ne potremmo riparlare in separata sede) le basi del proprio ruolo si devono conoscere fin da piccoli!

quindi se un allenatore, inizialmente, vede in un bambino un difensore è bene che lo educhi a quello...sarà poi la sua carriera a cambiarne il ruolo come succede sovente!

Se un bambino vuole suonare il basso elettrico è inutile lasciarlo libero di strimpellare a casaccio senza meta...una quadratura ci vuole.

Se poi la sua tendenza sarà "solistica" (e forse entro nel particolare) allora gli consiglierò di cambiare strumento...ma non posso assolutamente lasciarlo libero di strimpellare a caso (anche perchè da piccolo di più non fai a meno che tu non sia un "messi" della musica).

In egual misura...lo spartito! Come nella musica, come nella scuola dove in prima elementare non si può dire ad un bambino "scrivi quello che vuoi", ma dobbiamo insegnargli a leggere, ad avere le basi e le armi per affrontare i veri "problemi" successivamente, anche nel calcio è bene "inquadrare" i ragazzi con gli schemi perchè da piccoli siamo spugne che recepiscono quasiasi input in quantità ed a velocità esorbitanti!

non sarebbe per niente normale in una scuola calcio aprire il campo a dei pecoroni che fanno quello che vogliono! anche perchè da bambini non si ha assolutamente il concetto di difesa, centrocampo o attacco...tutti vogliono essere attaccanti, anche i portieri. Invece la squadra è come un'orchestra, ognuno ha il suo ruolo e lo devo cominciare ad assimilare fin dal principio.

 

La cosa che deve cambiare è sicuramente l'atteggiamento del genitore che non deve mai riversare sul bambino le proprie frustrazioni di mancata carriera agonistica...si, in questo (e solo questo) atteggiamento, nel genitore, ci deve essere la completa libertà mentale di lasciar scorrazzare sul campo i propri figli ed i figli degli altri...un genitore se ne deve fregare se il figlio gioca male, se rispetta al massimo il proprio ruolo!

 

Per fare "l'assolo" ci sarà tempo!

 

Tu pensa se andando ad ascoltare un'orchestra, anche di bambini, ad un certo punto si alzasse il basso tuba e cominciasse a spernacchiare a casaccio una melodia solo perchè "sentiva di poterlo fare"! come minimo io insegnante lo prendo a calci nel sedere.

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Ieri sera durante la trasmissione radiovs (a proposito faccio autopromozione, scaricate il podcast e ascoltatela) durante l'intervento di Romeo Agresti è partita una discussione, a dire il vero alla fine è sembrata più una mia invettiva, sul futuro del calcio italiano e su quello che a detta di alcuni è il vero male del nostro calcio e che ne condizionerà il futuro prossimo. Io ho una passione esagerata, forse, per le capacità del singolo giocatore, penso, al contrario di molti professionisti dell'opinione, che tra il saper suonare uno spartito e il saper suonare uno strumento sia più importante il secondo perchè un gruppo di musicisti abili alla fine saprà sia suonare uno spartito che andare a braccio. Il problema è che nelle scuole calcio si stanno insegnando alle future leve dei concetti sbagliati, si formano difensori centrali, terzini, ali etc. ma mai calciatori. Ho ricordato il gol del 3-1 dell'italia con la Germania nell'82 (ringrazio ancora l'utente che me lo ha fatto ricordare) nel quale si vede chiaramente come Scirea (di professione libero) conduca la palla sino alla metà campo per scaricarla a Conti (professione ala) che sfrutta il movimento da punta dello stesso Scirea (che fa sempre il libero) per accentrarsi e poi scaricare a Scirea (sapete cosa faceva vero?) che scarica dal limite dell'area piccola di tacco a quello che è (credo) Bergomi (l'altro difensore). La domanda è quanti in Italia oggi avrebbero le capacità tecniche di fare queste scelte tattiche? Uno? Due? Mi direte: "e ma quella nazionale era fantastica" certo che lo era ma pure quelli che non furono convocati non erano mica male. Oggi invece facciamo fatica a mettere insieme 11 giocatori di livello, perchè purtroppo nei settori giovanili (e parlo proprio delle categorie inferiori) si perde troppo tempo a insegnare a un ragazzino la tattica tralasciando in maniera paurosa la tecnica, lo sviluppo delle capacità cognitive del singolo, la sua capacità di interpretare la situazione. A un atleta ai primi calci sarà l'allenatore a dargli le soluzioni, gli dirà cosa fare se succede questo o questo e quello che mai e poi mai dovrà fare in campo. E' la morte dei settori giovanili e anche del divertimento, il calcio in questo modo diventa lavoro in età sempre più bassa (non per niente c'è una vera e propria tratta dei minorenni che hanno accenni di talento ma su 100 che partono 1 solo vi arriva). E non è questione di allenare il gioco o i giocatori (oddio sconcè, certe cavolate però te le puoi pure risparmiare) e nemmeno di spiegazioni filosofiche su cosa devono fare i 3 in mezzo perchè il gioco è fondamentale (caro Sacchi, hai vinto tanto, tutto ma Ancelotti, gullit, rejkard, van basten, baresi, donadoni, maldini mica erano dei carneadi... anzi)

 

Poi noi, giustamente, che seguiamo principalmente la prima squadra ci interroghiamo anche sulle scelte tattiche dell'allenatore ed è giusto che a quel livello anche la tattica, anche estrema, abbia la sua parte ma non è e non deve essere la stessa cosa a tutti i livelli, "vincere non è importante è l'unica cosa che conta" vale solo all'apice o immediatamente prima ma sotto no, sotto ci deve essere il divertimento e la conoscenza dello sport che si vuol far praticare ai piccoli.

 

Ultima considerazione, strettamente personale:

Cari padri che seguite i vostri figli giocare a calcio due cose:

1) anche se vostro figlio non sarà mai messi non siate ossessivi

2) quando state appesi alle retine per delle partite di under 14 a urlare come scimmie in calore contro arbitri e avversari vi prenderei a bastonate nei reni, siete la cosa parte peggiore del calcio.

 

sono d'accordo , anche se aggiungerei che la prima cosa da insegnare ai giocatori sia la passione per questo stupendo sport, e ancora prima l'importanza della squadra, non sulla tattica, ma come sentirsi parte di un tutto pur contando su se stessi e sulla propria bravura.

è vero un buon allenatore dovrebbe insegnare ai bambini soprautto la tecnica, apparte che è anche più divertente da imparare per un bambino, ma poi sono d'accordo sul fatto che se un giocatore impara bene a passarla, a gestire la situazione ecc. ecc dopo gli schemi gli verranno più facili.. altrimenti avremmo giocatori che non sono in grado di stoppare bene un pallone o di fare un passaggio di prima giusto.

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I ragazzini devono giocare liberi di divertirsi e senza patemi di risultato a tutti i costi spesso collegati alle frustrazioni illusorie dei genitori, ma anche degli allenatori. Imparare le diagonali viene da se e da ciò si riesce a capire, se un ragazzino, oltre ai fondamentali, possiede l'idea basilare di come si gioca a calcio; poi più avanti con la crescita inizierà a migliorare e ad acquisire gli schemi; ma da ragazzino (pulcino o poco più), deve solamente giocare serenamente immedesimandosi nei suoi campioni prediletti.

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