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Contenuti Popolari

Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 01/10/2018 in tutte le aree

  1. 2 punti
    Non credo sia un caso che si sia investito di più e meglio nella primavera. Le adulte a mio avviso sono arrivate al loro picco, che evidentemente non basta per essere top europee. 2 o 3 anni per le pischelle allenate da squadra professionista possono portare risultati migliori
  2. 2 punti
    Marga, ti ho pensato Mi ricordo della tua pasione per i Sigur Ross, ne parlammo nel film di Matt Damon dove la famiglia comprava lo zoo a * trota, non sapevo che una delle mie colonno sonore preferite fosse per gran parte fatta da loro Vanilla Sky ha un paio di pezzi per cui impazzisco (svefn-g-englar per me e' un opera d'arte assoluta, pensa che credevo che fosse una lingua inventata quella utilizzata ) Sono dei grandi questi, fanno una musica unica...metaforizzando a livello cinema, sarebbero a livello di Quentin Tarantino ma 50 anni avanti...fuori come dei meloni, ma che sonorita', che sentimenti che scaturiscono questi suoni....fantastici
  3. 2 punti
    Comunque, accettiamo che non scriva(seppur con dispiacere), che sia impegnato e quant'altro, ma @Quijote non può esimersi dal commentare qui L'uomo che uccise Don Chisciotte, ce lo deve. Chissà quando leggerà, io intanto lancio l'amo.
  4. 2 punti
    Bellucci(con una doppietta)e Devoto a segno nel 4-0 rifilato dall'Under 19 alla Bulgaria nel 1° match di qualificazione alla fase èlite dell'Europeo di categoria 2019.
  5. 2 punti
    È uscita l'edizione superpocket da 6,90 a luglio. Io l'ho preso e a giorni inizio a leggerlo...
  6. 1 punto
    ah ecco, allora non sono scemo e' una lingua inventata, questi stan piu' fuori di me
  7. 1 punto
    Sì, sapevo la storia, infatti non lo considero nemmeno un passo falso, diciamo che gli è andata male e basta. Oh, tra questo e tutta la trafila per arrivare a Don Quijote se ne deduce ce Gilliam è un regista sfigato
  8. 1 punto
    Come io leggerò il tuo parere su Gilliam quando andrò a vederlo al cinema.
  9. 1 punto
    Oltre ad aver rivisto al cinema Raging bull restaurato e in lingua originale, che è sempre una di quelle visioni che fanno piacere ed aiutano mi sono dato un po' a Fassbinder. Katzelmacher, Rainer W. Fassbinder, 1969. Il film ruota attorno a un gruppo di giovani tedeschi degli anni '60. Giovani totalmente disillusi proseguono le proprie vite per inerzia, e là dove ci dovrebbe essere maggiore passione, le relazioni d'amore, c'è solo noia ed etichetta per ben figurare. Poco cambia tra un giovane e l'altro, tutti più o meno insoddisfatti, con le donne che sono o prede o valchirie ma in ogni caso attente più che altro al poco denaro che possono guadagnarsi. A rompere la routine è l'arrivo di uno straniero, un katzelmacher, cioè un fabbrica gattini uno sforna figli. Ecco che allora il gruppetto di giovinastri trova uno sfogo per la propria vita triste, fino a renderlo un capro espiatorio. Ovviamente su di lui cadranno calunnie e maldicenze di ogni genere con sviluppi prevedibili in quanto il film non vuole inventarsi niente, solo renderci spettatori della triste, e direi cattiva, quotidianità. Il film, girato con due soldi, ha una piacevole attenzione per l'immagine: gli attori davanti a una camera sempre fissa appaiono come su di un palco, dove i pochi arredi, in un bianco abbacinante, oltre a ricordare Dreyer, danno la misura della povertà delle loro vite. L'atmosfera, quasi surreale o catatonica di alcune scene, per me è stata di ispirazione per i film di Roy Andersson. Da vedere, anche per certe assonanze con la contemporaneità. Die bitteren Tränen der Petra von Kant (Le lacrime amare di Petra von Kant), R.W. Fassbinder, 1972. Petra è una stilista, più o meno affermata, che ormai non si aspetta più molto dalla vita. La incontriamo a letto in tarda mattinata, quando Marlene "insensibilmente" la sveglia aprendo le tende. Il letto è praticamente il mondo di Petra, si concentra tutta lì la sua vita, non la vedremo mai uscire di casa e neppure dalla sua camera da letto. Lì mangia, lì riceve gli ospiti, lì ha ciò che le serve per disegnare... Il film è girato in quest'unico ambiente, e la bravura di Fassbinder e dei suoi scenografi/architetti è quella di aver costruito una camera da letto con pregevoli soluzioni scenografiche per dare ampiezza, o uno sfondo o separare l'ambiente in due. Ed anche qui, come detto per il film precedente, è l'impostazione è quasi teatrale: non c'è un solo punto di vista e la camera non è sempre fissa, ma per come è concentrata in una sola camera l'intera struttura del film il rimando non può non venire. Altra particolarità del film è che sono presenti solo attrici, degli uomini si parla, a volte chiamano, ma non appaiono mai. Sono al massimo dei deus ex machina per far succedere qualcosa nella monotonia della camera, ma mai si sentirà una voce maschile. L'unico argomento del film è l'amore. Petra si innamora, è amata, è stata innamorata, ha avuto delusioni d'amore, dovrebbe amare di più... E così è anche per gli altri personaggi, unica eccezione Marlene. Marlene non è la governante di Petra, Marlene è la schiava di Petra perché di lei innamorata. Un amore assoluto e incondizionato dal sentimento del soggetto del suo amore. Ama fino a rinunciare a parlare, o forse è perché non parla che ama verrebbe da dirsi vedendo il film. Nella tragedia esistenziale e sentimentale che si consumerà nel film, di assoluta potenza, pare che l'unica via per amare sia appunto quella del totale annichilimento di sé; ma il finale sradica questa debole e scomoda asserzione facendo apparire l'amore come semplice nevrastenia umana che per questo può allora condurre all'annichilimento di se stessi. Querelle de Brest, R.W. Fassbinder, 1982. Querelle, marinaio, arriva nel malfamato porto di Brest. Lì ha sede un ancor più malfamato locale/bordello dove tra i tanti marinai spiccano il fratello di Querelle e la moglie, del proprietario del bordello, amante del fratello di Querelle. Si dice, e la diceria è vera, che se si vuole andare a letto con la moglie del proprietario si debba giocare a dadi con lui, se si vince si può accedere al servizio se si perde bisogna farsi "sottomettere" da Nono, il proprietario e marito. Tra gli altri personaggi di rilievo troviamo Franco Nero come capitano della nave con la passione per le note vocali, stile Dale Cooper, innamoratissimo di Querelle. Troviamo il poliziotto Mario, complice della malavita e grande frequentatore del locale di Nono. Troviamo abitanti di Brest innamorati della sorella dell'amico o forse proprio dell'amico... Si fa fatica a scrivere del film senza aggirare blocchi perché tutto quello che ho scritto ambiguamente dovete pensarlo nell'accezione più cruda, e proprio per la sua "crudezza" in Italia uscì tagliato di un paio di minuti troppo espliciti. D'altronde il film è tratto da un romanzo di Jean Genet, un autore che prima di scrivere di certe cose le ha provate di persone. Ladro conclamato, forse il narratore più famoso dei rapporti omosessuali, non lascia mai certi dubbi nel lettore. E il film di Fassbinder non addolcisce nessuno spigolo di Genet. In ogni caso il film, uscito pochi mesi dopo la morte del regista, ha un fascino incredibile. E' tutto girato in studio con una scenografia che mai vuole dare idea di realismo ma che assieme al giallo-arancio dello sfondo che, anche amplificato dalla fotografia, appare come un'eterna alba o forse un eterno tramonto fa rimanere Brest e il film nella dimensione del fantastico, della favola. Un po', per capirsi, come certe scenografie nelle pellicole di Fellini. Per meglio leggere il film è allora utile la frase iniziale: l'idea di omicidio si lega al mare, che a sua volta rimanda all'amore. Sono infatti l'amore e la morte che si sovrappongono e si confondono nelle varie scene, con sottofondo il mare. La tensione fra le due, con le scene spesso sospese tra un'evoluzione a favore della morte o dell'amore, non è data dall'opposizione delle due ma dalla sinergia fra queste. Il risultato è un film difficilmente accostabile a qualsiasi altra opera, può lasciare sia inorriditi che affascinati. Certamente non è per occhi impressionabili, ma chi può lo guardi. 4 luni, 3 săptămâni și 2 zile (4 mesi, 3 settimane, 2 giorni), Cristian Mungiu, 2007. E' un film che per essere apprezzato, per avvertirne tutta la tensione, è meglio conoscerne poco o nulla. Quindi sarò brevissimo. Il film è ambientato nel finire degli anni '80 in Romania, ha per protagonista una ragazza universitaria e la sua compagna di camera. Mungiu d'altronde è uno dei grandi narratori della società romena e della storia del suo paese attraverso la vita dei suoi abitanti, direi quasi dei suoi cittadini più banali. Assieme a lui e a registi romeni come Cristi Puiu o altri hanno dato vita negli ultimi quindici anni ad alcune delle pellicole più riuscite del cinema. E questo è forse il titolo più celebre, oltre che vincitore a Cannes della Palma d'oro. Mungiu con la sua regia e i suoi movimenti di camera dà allo spettatore una visione immersiva, come se fossimo sempre accanto a una delle due ragazze. Riuscitissimo il racconto di un'epoca senza l'utilizzo di alcuna didascalia o spiegazione ma soltanto attraverso la vita quotidiana. Le due cose, riuscitissime entrambe, coniugate danno allo spettatore uno choc non indifferente nel momento in cui...
  10. 1 punto
    Se posso...ho letto della vicenda reale, ma Garrone stesso ha detto di essersi solo ispirato a quella storia, per poi trattarla come lui credeva fosse giusto. La madre del ragazzo ucciso ha chiesto un risarcimento perchè quello che si è visto sullo schermo, specie il ritratto del figlio, non corrisponde, a suo dire, alla realtà. Le critiche provengono da questo fronte, nella critica non ce ne son state che io sappia, e non c'era neanche motivo(se parliamo di veridicità quello che sostiene questa donna differisce dalle realtà processuali, lei sostiene quelle sue, di una madre). Garrone non voleva che corrispondesse in tutto e per tutto, è una storia trasposta al cinema che parte da un tragico fatto di cronaca nera. Come detto si avvicina alle realtà emerse dal processo, ma modificando alcune situazioni(e aggiungendone altre per meglio ritrarre i personaggi) a cui, dal punto di vista filmico, non è interessato(e direi giustamente): nella realtà il ragazzo viene seviziato(ti risparmio i dettagli), nel film questo non c'è, si arriva allo stesso punto ma senza nessuna morbosità nel mostrare ciò che non serve.
  11. 1 punto
    Onestamente nemmeno io conosco la vicenda. Lessi qualcosa quando uscì il film, ma ne so pochissimo. Personalmente e generalmente, ho sempre respinto queste diatribe in ambito cinematografico. Nel caso specifico, ho letto delle proteste della madre della persona che fu uccisa in quella vicenda che tramite il proprio avvocato ha addirittura chiesto 1 milione di euro. Ma rispose Garrone in persona. Il film è un film di fantasia, è solo ispirato alla vicenda...prende ispirazione dalla storia di base, ma poi prende strade proprie. Garrone ha detto che in fase di scrittura della sceneggiatura perdeva via via interesse verso quella precisa storia e non era suo interesse replicarla. Infatti comunque i nomi dei personaggi non sono gli stessi, il nome stesso del film è diverso e la storia è una storia universale, che si allarga molto oltre ad un singolo caso...così come le ambientazioni che sono splendidamente metaforiche.
  12. 1 punto
    Il resto del mercato è la Sikora, che è una nazionale polacca e capitano per tre anni, una delle migliori del Brescia dell'anno scorso; la Sanderson che nel gruppo è quella più titolata e di personalità, e già solo per questo sarà un grande valore aggiunto. Infine la Ekroth, che ha il duplice compito, pare, di sostituire la Rood nei nostri cuori per la sua beltà e Juventus TV coi suoi reportage Aspettiamo di vedere come sostituiscono la Isaksen, questo è quello che ci manca in questo momento.
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
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