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Leevancleef

Quei giornalisti che non si meritano Buffon capitano della Nazionale e quelli che dovrebbero chiedere scusa al calcio

Post in rilievo

Notevole, 90 minuti di applausi più recupero.

 

E "senza polemiche" ,sia chiaro, straquoto che

non sta scritto in nessuna parte del mondo che io sui miei scudetti, sulle bandiere che espongo, sulle insegne, o nei miei pensieri (come il caso di Buffon) non possa mettere, applicare o affermare il numero che sento MIO!

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Per carità, apprezzo anch'io il pezzo. Ma, se Supergigi stesso non si è sentito in dovere di replicare, perchè dobbiamo onorare di cotanta attenzione certa spazzatura ?

 

Perchè SuperGigi (e in genere i destinatari di queste lettere) non rispondono mai. Ma rimane l'articolo, che per noi è spazzatura, ma è sul primo quotidiano del Paese, e riceve da parte di chi lo ha letto già molto più che "cotanta attenzione".

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Nulla mischiato col vuoto? .svengo

Non me lo dovevi fare Leev, si dice nulla mischiato col niente... da buon siciliano ci tengo a queste cose .mandrillaccio

 

 

:p

 

A parte le battute (fino ad un certo punto sefz), grandissimo e pezzo! .allah

 

* vacca! :(

Sarà stato che riferendomi a Pistocchi mi è sembrato più pertinente il concetto di vuoto... non saprei.

Fustigandomi correggo .ok

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Complimenti Lee, come sempre (mi scapperebbe da dire).

Per quanto riguarda la diatriba sugli scudi e qualcosa d'altro che ci sta attorno basterà aspettare Strasburgo e, dopo, "farla finita" da parte di tutti (io non ho eccessive aspettative, ma qualcosa di diverso rispetto ai gradi di giudizio visti sinora me lo aspetto).

Per tutto il resto, ossia il degrado dei rapporti e degli atteggiamenti tra juventini e non ... beh, per questo rivolgersi al benzinaio ed al gommista per le conseguenze delle loro "gesta" : rigettano e ribaltano responsabilità, ma se ne devono prendere in carico almeno l'iniziativa (assieme a loro ci vanno anche i Moggi, i Montezemolo, Facchetti con Nucini, Rossi e diversi altri "minori", ma sono solo comprimari dei due di cui sopra).

Sono sicuro che non basterà una generazione per vedere le cose più serenamente : io ancora ricordo (e non andavo nemmeno alle elementari, ma sentivo - e credevo - alle recriminazioni e smadonnamenti dei "vecchi" di allora) i casini messi in piedi dall'inter che hanno portato a rigiocare la famosa gara del 9-1 con gol di Mazzola ... goduria irrazionale all'epoca, molto inferiore al fastidio che mi danno gli indaisti oggi (e domani e, fin che ci sarà, dopodomani ed oltre).

Mi spiace anche pensarlo, oltre che dirlo, ma é in atto una faida dove tutti sono convinti di avere ragione, e dove tutti pensano che "gli altri" sono dei disonesti anche solo a pensare di avere ragione.

 

Io posso dire che al di là di qualsiasi Strasburgo, Bruxelles o Ratisbona... continuerò sempre a contarli tutti.

Sulle responsabilità relative alle diatribe in parte condivido, ma c'è un fatto: se non fosse stato per uno dei personaggi da te elencati, ovvero Moggi, la storia sarebbe "ufficialmente" finita lì, nel 2006, dopo quella sentenza da manicomio. Ecco perchè relativamente alle "diatribe" tra tifosi ritengo che siano molto più gravi le responsabilità di chi invece non accettò i nuovi elementi emersi con le indagini successive, senza essere nei panni di potersi permettere alcuno snobismo. E mi riferisco agli altri personaggi da te elencati e al corredo di pennivendoli che si portano appresso.

Se persino alcuni giornalisti non juventini modificarono il loro punto di vista (e uno recentemente ci ha lasciato), correttezza vorrebbe che qualunque giornalista si ponesse qualche domanda, si avvicinasse al tema con un'ottica diversa, applicasse un minimo di razionalità difronte ad un quadro generale ben diverso da quello che vollero far emergere in 20 giorni!

Chi non lo fa, chi non si sforza di fare questo (pur magari rimanendo della sua idea originaria... anche se è quasi impossibile, visti i dati di fatto) è disonesto intellettualmente.

Ecco perchè, per quanto tutti pensano di avere ragione, esiste una parte che ha quantomeno la legittimità di lamentarsi, date le parzialità che è stata costretta a subire (per usare un eufemismo, visto che si parla di danni sportivi immani), a differenza di chi invece ha solo tratto benefici da quella farsa senza peraltro avere, come dimostrarono le vicissitudini che ne sono seguite fino ai giorni nostri, nemmeno la capacità di gestirli.

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Ziliani mi fa più schifo di Pistocchi, ed è tutto dire.

 

Ziliani è lo schifo supremo. Un subumano con il quoziente intellettivo di un sacchetto per il vomito appena usato, che sopravvivacchia alla giornata vegetando su Twitter e vomitando tutta la frustrazione che gli ribolle dalle budella, con tutto il livore accumulato in una vitaccia fatta di inferiorità perenne verso chi invece nella vita raggiunge i traguardi che si è prefissato, lavorando quotidianamente per dare vita ai propri progetti e realizzare i propri sogni. Il peggio che esista sulla faccia della Terra.

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Io posso dire che al di là di qualsiasi Strasburgo, Bruxelles o Ratisbona... continuerò sempre a contarli tutti.

Sulle responsabilità relative alle diatribe in parte condivido, ma c'è un fatto: se non fosse stato per uno dei personaggi da te elencati, ovvero Moggi, la storia sarebbe "ufficialmente" finita lì, nel 2006, dopo quella sentenza da manicomio. Ecco perchè relativamente alle "diatribe" tra tifosi ritengo che siano molto più gravi le responsabilità di chi invece non accettò i nuovi elementi emersi con le indagini successive, senza essere nei panni di potersi permettere alcuno snobismo. E mi riferisco agli altri personaggi da te elencati e al corredo di pennivendoli che si portano appresso.

Se persino alcuni giornalisti non juventini modificarono il loro punto di vista (e uno recentemente ci ha lasciato), correttezza vorrebbe che qualunque giornalista si ponesse qualche domanda, si avvicinasse al tema con un'ottica diversa, applicasse un minimo di razionalità difronte ad un quadro generale ben diverso da quello che vollero far emergere in 20 giorni!

Chi non lo fa, chi non si sforza di fare questo (pur magari rimanendo della sua idea originaria... anche se è quasi impossibile, visti i dati di fatto) è disonesto intellettualmente.

Ecco perchè, per quanto tutti pensano di avere ragione, esiste una parte che ha quantomeno la legittimità di lamentarsi, date le parzialità che è stata costretta a subire (per usare un eufemismo, visto che si parla di danni sportivi immani), a differenza di chi invece ha solo tratto benefici da quella farsa senza peraltro avere, come dimostrarono le vicissitudini che ne sono seguite fino ai giorni nostri, nemmeno la capacità di gestirli.

.ok .ok .ok

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Quella di Moggi vinceva molto in Italia, ma i triplete non li ha mai nemmeno sfiorati.

 

quella juve ha solamente stabilito il record di partite consecutive giocate in champions e ha fatto qualcosa come 5 finali europee, 4 di champions, più supercoppe varie, intercontinentale....

 

stravolgimento della realtà e falsità clamorose.

almeno ziliani ci odia, lo sappiamo e amen.

 

ma questo è proprio subdolo

 

PS noto ora che Rocca gli ha fatto la stessa osservazione, alché l'omuncolo ha precisato che "si riferiva alla juve degli anni 2000" con una arrampicata sugli specchi ridicola

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Tra i moltissimi giusti post letti a corredo del super pezzo del nostro Leevancleef (e qualcuno un pò stonato devo aggiungere), mi chiedo perchè mai la nostra società non faccia lavorare un pò i suoi legali, quando certi scarti dell'umanità si dilettano a scrivere o a pronunciare in televisione certi deliri. Godrei da matti a veder tappare la bocca a certa gente e poi andarli a toccare sul portafoglio, far loro pagare caro le infamie che sono capaci di tirar fuori dal loro cervello contaminato. E a certe trasmissioni, negare i nostri tesserati per le interviste pre e post gara. Li odio tutti !

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La vittoria del 6° scudetto consecutivo che ci fa entrare (per l’ennesima volta eh… non siamo mica nuovi all’argomento) nella Leggenda del calcio è coincisa, per quanto mi riguarda, con uno di quei festeggiamenti old style che ti portano a passare la notte in bianco per strada, leggermente alticci, diciamo. Di conseguenza ho potuto seguire solo fino ad un certo punto il post-vittoria, risparmiandomi le trasmissioni sportive così come gran parte degli articoli scritti a margine del trionfo.

 

Poi però per curiosità qualcosa vai a spulciare, vai a rivedere, vai a leggere… e così scopri e trovi di tutto! Dai soliti tweet VERGOGNOSI di chi paragona la Juve agli imprenditori che esultavano per il terremoto, pennivendoli infami che dovrebbero chiedere scusa prima al calcio e poi al genere umano, (oltre al fatto che sarebbero dovuti essere già stati espulsi dall’Ordine dei giornalisti, se ne esistesse uno… ma il sindacato esiste solo quando deve proteggere Varriale da Zuliani), a chi, molto più “innocentemente” (doveroso sottolinearlo per prendere le distanze da certi infami), ma con una forte dose di comicità, entra anch’egli nella Leggenda rompendo la tradizione, e per la prima volta, dacché io ricordi, invece di iniziare la trasmissione serale post-scudetto parlando della squadra Campione d’Italia (e che a latere ha giusto un po' riscritto la storia del calcio), preferisce dedicare i primi 40 minuti di trasmissione all’Inter che aveva appena vinto una partita inutile contro la Lazio, salvo poi celebrare la Juve nientedimenoche per 20 minuti abbondanti con spunti che nemmeno il miglior Woody Allen (la perla: “Cuadrado e Mandzukic rendono perché la Serie A è povera di terzini adatti a contrastarli, altrimenti la musica sarebbe diversa. Fino a quando le dirigenze delle altre squadre ragioneranno così…” - poco conta che Cuadrado e Mandzukic siano anche in finale di Champions…). Firmato: Caressa & Sky Calcio Club, che in pratica dedicarono alla Juve molto più tempo quando si trattò di approntare le moviole (“che noi non trattiamo, ma questa volta dobbiamo farlo…”) dopo Juve-Inter e Juve-Milan.

 

Ad ogni modo… roba divertente, algominchiateritmiche, in sintesi.

 

Così come quando scopri che se alcuni giornalisti danno il meglio di sé durante l’anno (inutile citarli, li conosciamo tutti), altri aspettano proprio la fine del campionato per sfogare quell’amarezza che deriva dal vedere sempre gli altri vincere titoli, o come piace dire a loro, tituli.

Con tutto il bailamme sul numero 6, sul “sesto” scudetto, sugli hashtag che sfruttano (giustamente!) le assonanze grafiche per sottolineare l’impresa, è giusto rimarcare un aspetto che dà fastidio ancora a molti (il che a noi dispiace…), ovvero che questo è sì il sesto tricolore consecutivo, è sì un’impresa leggendaria, ma costituisce lo scudetto numero 35, TRENTACINQUE, per chi è poco bravo in aritmetica (cit. Crosetti sugli juventini).

La Juve vincendoli consecutivamente sta facendo in realtà un favore a tanti media che non sanno come districarsi dalla matassa, e che si salvano “neutralmente” in corner citando sempre “la serie” e non “il totale”. Per alcuni è anche un atteggiamento comprensibile, sotto certi punti di vista, perché piuttosto che impelagarsi in una lotta sanguigna si mantengono al di sopra delle parti citando la dicitura più diplomatica.

Non che a me (e, credo, a voi) interessi più di tanto chi o cosa ce ne attribuisce due in più o due in meno. Sentire, per l’appunto, Crosetti che fa un’affermazione come quella di cui sopra non mi fa né caldo né freddo, così come vedere su alcuni portali parlare di 33° scudetto (in altri addirittura di 32°… ma vabbè, non è la cosa peggiore che c’è toccata sentire da quei siti sefz) ha per me la valenza di un tweet di Pistocchi: il nulla mischiato al niente! Anzi, a parte il senso di viscido che scatenano alcuni, si prova quasi piacere a sbattergli in faccia il numero esatto.

 

Certo… spiace che persino su Tuttosport del lunedì per trovare una foto col 35 si debba arrivare a pagina 13 (ed è la foto di Licht con Chiello, non una grafica del giornale) quando in altri momenti il numero degli scudetti lo si sbatteva trionfalmente in copertina. Che lo stesso giornale faccia scrivere ai soliti noti un pezzo di completamento sul perché gli scudetti siano comunque 35… insomma… sì, ci sta, ma l’impatto “visivo” è diverso, e non vorremmo che si stesse strizzando l’occhio all’andazzo “neutrale” in voga da altre parti. Ma insomma… anche questa è roba soppiantata dalla goduria pornografica che stiamo vivendo.

 

Diverso è il caso di un articolo del Corriere della Sera (cioè del primo quotidiano nazionale) a firma di Tommaso Pellizzari che scrive (“senza polemica”) una lettera di risposta a Buffon, il quale aveva affermato, sin da pochi minuti dopo il trionfo, che questo appena vinto è il suo 10°scudetto (motivandone anche le ragioni in un equilibrato articolo su La Stampa).

Pellizzari (sempre “senza polemica”) dice chiaramente a Buffon non avrebbe dovuto scrivere quanto ha scritto, che ha commesso un errore.

Ma va oltre. Gli dice anche (sempre “senza polemica”) che non sono frasi degne del Capitano della Nazionale.

Arriva cioè alla delegittimazione di un monumento dello sport (ma facendolo “senza polemica” eh) solo perché ha affermato che questo è il suo 10°scudetto vinto (tra l’altro affermazione correttissima anche da un punto di vista logico-grammaticale, perché persino per chi pensa il contrario è impossibile negare che lui ne abbia vinti 10 e che poi 2, dal -LORO- punto di vista, gli siano stati tolti dall’ingiustizia sportiva).

 

Per fare ciò Pellizzari usa dei paragoni che per gentilezza possiamo definire senza senso:

“che cosa penserebbe se l’ambasciatore statunitense in Italia dicesse che il suo presidente è Hillary Clinton, perché ha preso più voti?”

Paragone che ovviamente c’entra come Carlo Alvino in una facoltà universitaria, dato che nelle elezioni americane non vince chi prende più voti totali (a differenza dei punti totali di un campionato di calcio che premiano il vincitore); sarebbe come se io paragonassi Bruno Peres a Dani Alves, ma questo passava il convento, un paragone più sensato non è riuscito a partorirlo.

 

Poi Pellizzari va oltre, e spara la cartuccia del tormentone molto in voga: “A togliere gli scudetti del 2005 e del 2006 alla Juventus sono stati i tribunali della giustizia sportiva, cioè quelli facenti capo alla Federcalcio e al Coni, di cui la nazionale italiana di calcio è in qualche modo l’emanazione diretta. Attribuendosi due scudetti cancellati, lei nega valore e legittimità agli organi giudiziari delle strutture per le quali lei stesso lavora.”

 

Ecco Buffon, siccome “lo dice una sentenza” (questo è il tormentone), lei non può dire che quegli scudetti li sente suoi. Siccome “lo dice una sentenza” (di un processo fatto in 20 giorni in modo osceno, non ribaltabile 5 anni dopo pena il crollo di tutto il calcio italiano), nessuno ha il diritto di urlare la propria innocenza. Nemmeno se leggendo le carte, (consiglio che dovrebbe valere sempre) viene detto che quei campionati risultano regolari. Siccome “lo dice una sentenza”… in tutti i casi giudiziari del mondo chi crede nella propria buonafede non può continuare a farlo, non può professarla, no. Ce lo dice Pellizzari. Devono uniformarsi al “pensiero” di quella sentenza. Non conta se ti sei fatto la Serie B dando seguito (quello sì, doverosamente, secondo la legge) ad una sentenza, così come non conta se ti fai il carcere ingiustamente (anche lì obbedendo alla legge, anche se ti senti vittima di un’ingiustizia). E mi fermo qui per non arrivare ad esempi ben più gravi, purtroppo. No, anche in quei casi non puoi continuare a professare ciò in cui credi, nonostante tu abbia pagato. Non puoi dire al mondo che non sei un assassino, non puoi dire che non credi al modo in cui ti viene “raccontata” la morte di un tuo caro, non puoi dire che non hai rubato, non puoi dire di essere vittima di un torto, non puoi dire al mondo, rapportandolo al calcio, che quegli scudetti li senti tuoi. Perché “lo dice una sentenza”. La frase che nasconde tutte le ipocrisie.

E’ inutile elencare la lunga sfilza di sentenze ingiuste degli “organi giudiziari” secondo le quali, per Pellizzari, dovremmo stare muti difronte al supremo giudizio… “umano”! Si va da stupri giustificati perché una donna portava i jeans, a mancati risarcimenti ai familiari di morti sul lavoro che fanno accapponare la pelle (e in mezzo c’è il mondo, ovviamente). Con alcune, o tante, di queste bestialità giuridiche sarà in disaccordo lo stesso Pellizzari, ma quando si parla di calcio no, non si riesce a discernere, non si riesce a fare la differenza tra il “dare seguito” ad una sentenza (quindi giocare in Serie B nonostante un processo-farsa, lo smembramento della squadra, ecc), e il dover essere d’accordo con la stessa.

 

Il lato pruriginoso di questo modo di pensare emerge nell’ultima parte dell’articolo (ricordiamolo: del principale quotidiano nazionale, uno dei più importanti al mondo), da cui traspare come l’essere tifoso spesso venga prima del buon senso. Peccato che mentre noi questo atteggiamento lo conosciamo, la gran parte dei lettori del Corriere della Sera non lo consideri affatto (e dietro questa “autorevolezza” della fonte, che la si reputi tale o meno, cresce e si fomenta il sentimento antijuventino e le * che ne conseguono). Pellizzari conclude così:

“Rivendicare le vittorie della Juve moggiana (ora diventa tutta la “Juve moggiana”, non più quella dei due scudetti revocati, ndr) non è il modo migliore di celebrare i trionfi del ciclo di Andrea Agnelli. Nell’era dei sei scudetti consecutivi, gli episodi arbitrali discutibili si contano sulle dita di una mano - quelle che non bastano per enumerare le vostre vittorie recenti. Tanto che nessuno si sogna di metterne in dubbio la legittimità. Non a caso, questa Juve è diventata una grande d’Europa, in grado di giocarsi due possibili triplete in tre stagioni. Quella di Moggi vinceva molto in Italia, ma i triplete non li ha mai nemmeno sfiorati. Nemmeno con lei fra i pali. Qualcosa vorrà dire. Lo hanno detto le sentenze di Calciopoli. Sportive e della magistratura ordinaria”.

Ecco… a testimonianza dell'ignoranza di questo pezzo basti ricordare che quella Juve "fuori dall'Italia" fece 6 finali europee di cui 5 consecutive (4 di Champions, record assoluto nella storia), venendo più volte nominata squadra più forte al mondo in quel decennio e fungendo da ispirazione per un certo Alex Ferguson e il suo Manchester United (ammesso che Pellizzari li conosca).

 

Detto così, "senza polemica”, Tommaso, ma solo basandosi sui fatti: sei tu a non meritarti uno come Gigi Buffon Capitano della Nazionale!

 

E detto sempre così, “senza polemica”: è anche grazie al grande calderone giornalistico in cui viene “cucinato” questo modo di trattare la Juve, nel quale si trovano tutti gli ingredienti possibili… dall’odio spudorato di alcuni infami, al viscidume di chi ha forse paura che i colleghi lo mettano da parte in redazione, alla parzialità mediatica su tv e giornali, al livore fomentato sui media locali (e l’Italia è una “summa” di media locali), al prurito ipocrita o finto-intellettuale di alcune firme che non conoscono nemmeno ciò di cui parlano…

Ecco: è anche per tutto questo che noi godremo sempre il triplo ad ogni nostra vittoria!

Ma sempre facendolo “senza polemica”.

 

 

- Leevancleef -

 

---------------

 

Nello spoiler il delir… l’articolo di Pellizzari.

 

 

Juventus campione d’Italia: quei 10 scudetti che sono 8, lettera aperta (e senza polemica) a Gigi Buffon

 

Le tre ragioni per le quali il post su Facebook del portiere, in cui rivendica i titoli tolti dai processi di Calciopoli, è un errore non da capitano (anche) della nazionale

 

di Tommaso Pellizzari

 

Caro Gigi Buffon, permetta la domanda un po’ strana, soprattutto all’indomani della conquista di uno scudetto: visto che siamo alla vigilia dell’arrivo di Donald Trump in Italia, che cosa penserebbe se l’ambasciatore statunitense in Italia dicesse che il suo presidente è Hillary Clinton, perché ha preso più voti? Probabile che si sentirebbe un po’ spiazzato, come molti di noi leggendo le parole che lei ha scritto domenica pomeriggio, dopo la vittoria del sesto scudetto consecutivo della Juventus, sulla sua pagina Facebook: «2006/2007 - 2016/2017. 10 anni esatti. Come i 10 scudetti che ho vinto». Inserendo cioè nel conto totale i due scudetti tolti ai bianconeri dalle sentenze di Calciopoli.

Non è la prima volta e non sarà l’ultima che un calciatore o un dirigente della Juve rivendica quelle vittorie. Ed è giusto riconoscere che, in un suo successivo intervento sul quotidiano «La Stampa», lei ha meglio chiarito (e con una dolcezza non banale) il suo pensiero: «Sì, dieci. Non mi vergogno a dirlo (...). La Federazione, Wikipedia o la Lega dicono che sono otto. Io non discuto arbitri, giudici e leggi. Ma nessuno può negarmi il diritto di sentirli tutti miei. Il mio primo amore è stata una ragazzina incontrata alle medie. Era un sentimento non corrisposto. Ma cosa importa, per me era amore».

Feelings are facts, i sentimenti sono fatti, ha scritto uno psicologo americano. Quindi massimo rispetto. Però lei è anche il capitano della nazionale. Colui che rappresenta quindi non solo i tifosi juventini, ma quelli di un intero Paese. Per tornare al lessico della politica, lei un po’ «il capitano di tutti», compreso l’80% di italiani che non tifano Juve.

Ma il punto non è nemmeno questo. A togliere gli scudetti del 2005 e del 2006 alla Juventus sono stati i tribunali della giustizia sportiva, cioè quelli facenti capo alla Federcalcio e al Coni, di cui la nazionale italiana di calcio è in qualche modo l’emanazione diretta. Attribuendosi due scudetti cancellati, lei nega valore e legittimità agli organi giudiziari delle strutture per le quali lei stesso lavora.

Non il massimo per un giocatore che nei suoi interventi (fuori dal campo) ama insistere sul rispetto di determinati valori: lo ha fatto di recente, con un bellissimo post in difesa della memoria del Grande Torino sparito nell’incidente di Superga (qui il commento di Massimo Gramellini). Ma anche il rispetto delle sentenze e della legalità è un valore. Lo è in generale. E lo è in particolare se esse provengono da organismi inseriti all’interno di una struttura di cui non solo si fa parte, ma che si rappresenta con la fascia di capitano. Non crede?

Infine, e tra parentesi, permetta un piccolo consiglio, non richiesto come tutta questa lettera aperta. Rivendicare le vittorie della Juve moggiana non è il modo migliore di celebrare i trionfi del ciclo di Andrea Agnelli. Nell’era dei sei scudetti consecutivi, gli episodi arbitrali discutibili si contano sulle dita di una mano - quelle che non bastano per enumerare le vostre vittorie recenti. Tanto che nessuno si sogna di metterne in dubbio la legittimità. Non a caso, questa Juve è diventata una grande d’Europa, in grado di giocarsi due possibili triplete in tre stagioni. Quella di Moggi vinceva molto in Italia, ma i triplete non li ha mai nemmeno sfiorati. Nemmeno con lei fra i pali. Qualcosa vorrà dire. Lo hanno detto le sentenze di Calciopoli. Sportive e della magistratura ordinaria).

Nel congratularmi per le vittorie della Juve, sue personali e per la sua inimitabile carriera, la saluto.

 

Corriere della Sera

 

 

 

 

In quest'altro spoiler i tweet di un esponente di quel giornalismo italiano (scrive regolarmente su un quotidiano nazionale) che dovrebbe chiedere scusa al calcio, e poi al genere umano per l'aria sottratta al prossimo

 

 

Ziliani_VERGOGNOSO_commento_dopo_il_sesto_scudet.jpg

 

Ziliani_che_chiama_ladra_pubblicamente_la_juvent.jpg

 

 

 

 

In quest’altro spoiler… la realtà dei fatti.

 

 

Sudetto_35_img_resize.png ]

 

Sei ENORME Lee. Articolo fantastico.

 

Inviato dal mio ASUS_Z017D utilizzando Tapatalk

 

 

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Fu già ampiamente segnalato a suo tempo, sia qui che sui social ;)

 

...me lo ero perso mannaggia...

 

Meglio così. Magari a breve ce ne scappa un'altra. uum

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Finchè Gigi risponderà sul campo ... non prendo nemmeno in considerazione questi "denigratori" che, oramai, per scrivere usano la bile al posto dell'inchiostro !!!! .doh

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Sono punti di vista.

Io per esempio trovo allucinante che tu possa dire che scrivendo questo pezzo e mettendo 2 tweet di Ziliani in uno spoiler io stia facendo "pubblicità a Ziliani". Cioè a uno che quotidianamente è letto da migliaia e migliaia di persone sparando indisturbato stronzate sulla Juve senza che nessuno gli dica nulla, e che scrive su un quotidiano nazionale qualsiasi tipo di infamia. Però, a sentire te, criticare questo andazzo in un topic su un forum di VS sarebbe "fare pubblicità". E perchè... secondo te gli juventini compreranno "il prodotto" Ziliani, o casomai continueranno ad alzare la voce per farsi sentire contro chi indisturbato usa Hitler e i pedofili per associarli alla Juve? Contro chi rovina il modo di vivere il calcio in questo (p)aese facendolo pure da iscritto all'albo dei giornalisti? A sto punto chiunque in Italia o nel mondo può fare quello che cacchio vuole, può infamare chi cacchio vuole, trovare (quella sì) la pubblicità che vuole su canali pubblici (molto più visti e seguiti del topic di un forum) e tutti devono stare zitti, muti, e a posto, perchè "gli si fa pubblicità".

Sì, direi che è una visione sufficientemente allucinante.

 

In merito all'articolo forse ti è sfuggito qualcosa nel 2006: la Juve, Buffon, e tutti noi che sui campi della B ci siamo stati, la sentenza l'ha RISPETTATA! Perchè si è dato seguito ad una decisione (pazzesca) della giustizia sportiva. Ma non sta scritto in nessuna parte del mondo che io sui miei scudetti, sulle bandiere che espongo, sulle insegne, o nei miei pensieri (come il caso di Buffon) non possa mettere, applicare o affermare il numero che sento MIO!

Questo per cominciare.

Per continuare aggiungo che l'assunto da cui parte Pellizzari è a dir poco paradossale, ed è strano che sia arrivato a tutti e non a te. Non puoi dire A NESSUNO che, solo perchè "lo dice una sentenza", egli non possa continuare a professarti innocente, specie se le carte di quella stessa sentenza dicono che i campionati sono regolari! E ho fatto tanto di esempi a corredo di questo. A meno che tu non pensi che all'epoca Enzo Tortora dovesse star zitto e non urlare la propria innocenza, pur accettando il carcere (così come la Juve ha accettato la B). E gli esempi potrebbero essere innumerevoli.

Questo senza accennare all'humus da cui nasce la lettera di Pellizzari, facilmente comprensibile dalle boiate espresse nell'ultima parte quando parla di confini e di forza della Juve in Italia e assenza in Europa.

 

E perdonami, ma per uno juventino che conosce un minimo come si sono svolti i fatti, quello che dicono le carte, e la montagna di melma che abbiamo dovuto subire, è un tantino allucinante anche non comprendere tutto questo.

 

carissimo su Ziliani hai ragione. Volevo dire di non dare visibilità ulteriore a questo deficente ma era uno sfogo in generale non un appunto a te.

 

Su Buffon capisco benissimo che ha eseguito come tutta la Juve la sentenza ed è legittimo sentirsi innocente e rivendicare quei trofei. Rimane però una anomalia che il capitano della nazionale, ovvero della squadra della federazione che ha emesso e che riconosce valida quella sentenza, dica certe cose. Puoi notarlo o no nella tua ricostruzione, ma resta un fatto eccezionale, come eccezionale è la vicenda calciopoli, che non esiste in nessun altro paese del mondo. Dispiace che tu e gli altri partiate in quarta senza soffermarvi su questo aspetto e dando le solite etichette di anti juventini e fegati scoppiati. La questione, scusami, è un tantino più complessa, per fare una semi citazione. Ragionare su questo non vuol dire ovviamente dare ragione al corriere ma riconoscere legittimo l'appunto fatto a Buffon e anzi rimarcare la frattura che calciopoli ha creato in questo paese non solo tra tifosi ma anche tra professionisti e adetti ai lavori.

 

Scusa se ho usato il termine "allucinante", ho parlato come se fossimo a un bar e non volevo essere offensivo.

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Beh certo Ziliani, hahahaha, si appella a Calciopoli, quando dopo Calciopoli abbiamo vinto piu di tutte le Società messe assieme in Italia! Ed in piu dimentica un piccolo particolare, le telefonate di Facchetti erano molto compromettenti rispette a quelle di Maggio... Rosicone!

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carissimo su Ziliani hai ragione. Volevo dire di non dare visibilità ulteriore a questo deficente ma era uno sfogo in generale non un appunto a te.

 

Su Buffon capisco benissimo che ha eseguito come tutta la Juve la sentenza ed è legittimo sentirsi innocente e rivendicare quei trofei. Rimane però una anomalia che il capitano della nazionale, ovvero della squadra della federazione che ha emesso e che riconosce valida quella sentenza, dica certe cose. Puoi notarlo o no nella tua ricostruzione, ma resta un fatto eccezionale, come eccezionale è la vicenda calciopoli, che non esiste in nessun altro paese del mondo. Dispiace che tu e gli altri partiate in quarta senza soffermarvi su questo aspetto e dando le solite etichette di anti juventini e fegati scoppiati. La questione, scusami, è un tantino più complessa, per fare una semi citazione. Ragionare su questo non vuol dire ovviamente dare ragione al corriere ma riconoscere legittimo l'appunto fatto a Buffon e anzi rimarcare la frattura che calciopoli ha creato in questo paese non solo tra tifosi ma anche tra professionisti e adetti ai lavori.

 

Scusa se ho usato il termine "allucinante", ho parlato come se fossimo a un bar e non volevo essere offensivo.

 

Io non ho dato etichette se non quelle che erano state date a me ;).

Cmq chiarito .ok

 

Ho capito meglio il senso delle tue parole, ma a mio giudizio rimane l'errore di Pellizzari e spiego perchè.

Tu nel tuo post esponi uno status quo, ed è verissimo, è curioso, anomalo, unico, che in Italia sia esistita ed esista questa situazione. E l'anomalia la ritroviamo anche nel fatto che il Capitano della Nazionale affermi qualcosa (di personale) che è in disaccordo con la Federazione a cui appartiene. Questo, però, lo sappiamo tutti, è "un fatto", un dato, non ci sarebbe bisogno di alcun articolo a rimarcarlo, è il risultato che il calcio italiano deve tenersi dopo l'avvento di Guido Rossi.

Ma un conto è "FAR NOTARE" questo (un'affermazione che è quasi persino "neutrale", la farebbe anche un giornalista straniero... "in Italia c'è un'anomalia tra il conteggio della Federazione e quello della squadra più importante"), e non so, peraltro, nemmeno quanto senso abbia visto che ormai tutti sanno della doppia conta. Un conto invece è dire che chi conta gli scudetti che sente suoi sbaglia e non può farlo, e Pellizzari ha detto questo, motivandolo con paragoni, motivazioni e ricorsi storici che non hanno alcun senso, e il perchè non abbiano senso l'ho spiegato nei post precedenti.

 

Per "estensione", e riprendendo lo stesso spunto che dai tu, si potrebbe dire che in Italia (e non solo) di queste anomalie ce ne sono tantissime. Ad esempio c'è l'anomalia di quei politici che sono stati incolpati ingiustamente dallo Stato che rappresentano (tra i tanti che invece furono puniti giustamente), ma nessuno potrebbe togliergli il diritto di professarsi innocenti se si credono tali (e difatti c'è qualcuno che, dopo addirittura 20 anni e una vita rovinata, è riuscito a dimostrare la propria estraneità). E così via a pioggia con una miriade di giudiziari.

Sempre ricordando che per quanto riguarda il nostro, di caso, ci sono persino le carte processuali a dire che quei campionati furono regolari. Paradosso rafforzativo.

 

In sintesi:

1) Sì, in Italia c'è una situazione anomala relativamente alla conta degli scudetti, è un dato di fatto.

2) No, nessuno può dire a Buffon o alla Juve di non contarne quanti ne sentono propri, altrimenti chi lo fa dovrebbe zittire tutti quelli che lottano contro sentenze inique sentendosi innocenti o vittime di malagiustizia.

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