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Laura1965

Tevez - L'Apache è a Torino! Le sue prime parole: «La Juventus mi ha voluto più del milan» Le foto ufficiali

Post in rilievo

Troppo brutto per la Vecchia Signora

 

"Marotta è un buon dirigente, ma non sarà mai un fuoriclasse, non sa trattare a certi livelli, e la Juve ne risentirà sempre di questo suo limite, in bianconero non si vedrà mai un fuoriclasse sino a quando ci sarà lui a condurre il mercato".

 

Dall'arrivo in Corso Galfer a ieri sera, era questo quello cheBeppe Marotta era costretto a leggere e sentire del suo operato al comando della Juventus: non sono bastati due scudetti, non sono bastati gli acquisti di calciatori come Vidal, Pirlo e Pogba, ormai la favola aveva preso piede come succede spesso con i luoghi comuni che alla fine se ne fregano della realtà delle cose. "Dov'è il giocatore capace di fare 20 gol all'anno? Non è cosa sua, anch'io saprei fare bene con quei soldi a disposizione": già, non c'è dubbio. E ora che la Juve ha messo due mani su Carlitos Tevez di cosa si potrà parlare per continuare ad alimentare questo mito dell'incapacità marottiana?Tranquilli, c'è spazio. A voi.

 

"La Juventus era una macchina perfetta a livello caratteriale, c'era proprio bisogno di mettersi in squadra una testa calda come Tevez? Creerà sicuramente problemi!".

 

Già da ieri sera era questo uno dei temi affrontati nei saloni del calcio parlato: avrebbe fatto bene Marotta a lasciare stare un elemento come Tevez, un giocatore che sicuramente creerà confusione nello spogliatoio. D'altronde è già capitato con Platini e Zidane, giusto per citarne due, vuoi che non ricapiti con l'argentino? E non state a guardare quello che fece la Juve con i due francesi in campo, quelli sono dettagli insignificanti.

 

"Sono curioso di vedere come Conte si interfaccerà ad uno che ha un'esperienza internazionale superiore a quella della quasi totalità dei giocatori che ha avuto a disposizione nella sua carriera: avrà sicuramente qualche disagio".

 

In effetti Antonio Conte si sta strappando il parrucchino da quella ormai famosa cena del 16 maggio, quando andò personalmente ad illustrare a Tevez quale sarebbe stato il suo ruolo, in campo e fuori, nella sua creatura vincente. Il mister bianconero avrebbe di certo preferito che la dirigenza bianconera gli avesse portato in dote un Olivera, un Forlan, o più semplicemente un Anelka. Vabe', andiamo avanti...

 

"Tevez è capace di giocate importanti, ma cosa c'entra con la Juventus? Sarà difficile che si cali negli schemi di Conte".

 

E perché? A parte il fatto che già sarebbe perfetto per il 3-5-2 con cui la Juve ha vinto gli ultimi due scudetti, maveramente qualcuno ha dubbi sulle capacità di Tevez ad adattarsi ad un attacco a tre, eventualmente? Il tutto ammesso e non concesso che Conte voglia davvero rivoluzionare l'ordine tattico trovato nelle ultime due stagioni.

 

"Tevez non si discute, è un gran giocatore, ma ci rendiamo conto che la Juventus sta spendendo troppo e adesso si ritroverà con difficoltà nel vendere gli esuberi?".

 

Partiamo da una considerazione puramente matematica: l'attacco della Juventus sino a maggio era composto da Vucinic, Giovinco, Matri, Quagliarella, Bendtner e Anelka; oggi è composto da Vucinic, Giovinco, Matri, Quagliarella, Llorente e, appunto, Tevez. 6 vs 6, sino a prova contraria. Detto ciò, tenuto conto che oggi è il 26 giugno 2013, è il caso di ricordare a chi legge che mancano più di due mesi di calciomercato prima della chiusura delle trattative, e che alcuni dei giocatori prima citati sono al centro di più trattative. Spese per Tevez: è possibile sapere il nome di un solo giocatore del calibro dell'Apache che porti a casa con una spesa di 12 milioni (compresi bonus) di cartellino e 5.5 d'ingaggio? Così, giusto per capire di cosa si sta parlando!

 

"Per quanto mi riguarda, Tevez non è un fenomeno, un buon giocatore sicuramente, ma nulla di più".

 

Qui toccherà al campo esprimersi più che alle parole, ovviamente, ma, limitandosi alle ultime apparizioni dell'Apache perché parlare di tutta la sua carriera sarebbe troppo facile, si vuole ricordare comunque qualche dato di quello che è stato il suo periodo peggiore: 21 gol in 67 partite (non tutte da titolare), praticamente una realizzazione ogni 3 presenze. Per chiarire meglio il dato, solo Quagliarella - e di poco - è riuscito a far meglio con la casacca della Juve sulle spalle in questo periodo.

 

In definitiva, resta un'ultima inequivocabile obiezione da muovere alla dirigenza bianconera per aver portato in Italia Carlitos Tevez:

 

"E' veramente brutto brutto brutto".

 

Oggettivamente giusto, ma in fin dei conti non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace. Dunque, in definitiva, non resta che dare il benvenuto a Carlitos, sperando che, a prescindere dalla fede calcistica, questi ci faccia divertire: il calcio italiano ha bisogno di campioni del genere, con tutto ciò che ci sta nell'orbita trattata.

 

Fabio Mauro Giambò - Fantagazzetta.com

 

Ottimo e interessantissimo articolo dedicato a chi non è mai contento...

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Questo acquisto lo annovero al secondo posto tra più belli della nostra storia recente (il primo rimane quello di Nedved secondo me).

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Secondo voi quanto è possibile, a questo punto, anche la non-cessione di Vucinic, ma quelle sia di Quagliarella che di Matri e la formazione di un attacco stellare formato da Tevez, Llorente, Jovetic, Vucinic e Giovinco?....

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di Lorenzo Longhi

 

E meno male che alla Juve "vogliono solo soldatini", per dirla con Antonio Cassano. Un dribbling verbale tutt'altro che riuscito: chi glielo dice ora, al barese che l'Inter sta sbolognando al Parma, che il club bianconero ha preso Carlos Tevez, non esattamente l'ultimo dei chierichetti?

 

L'acquisto dell'Apache, per la Juventus, significa l'addio definitivo alla politica dello "smile" che tanto piaceva a Elkann, della prona ricerca del consenso post-Calciopoli, dei calciatori tutto campo, famiglia felice e buoni sentimenti. Quelli trasversali, che piacciono agli sponsor. Tevez è la chiusura postuma dell'era dei Del Piero. A Torino, di personaggi così, non se ne vedevano da tempo; un top player - sì, ora si può dire - capace di litigare con chiunque così come di farsi amare dal pubblico, di cambiare una partita così come di togliersi dalla mischia per un capriccio, come sa bene Roberto Mancini.

 

Non aveva la turbolenta storia personale di Tevez il primo Ibrahimovic, neutralizzato dalle lavate di capo di Capello e Moggi, non arrivava al livello di irascibilità dell'Apache il suo connazionale Camoranesi, certo un tipino piuttosto particolare. "Non fosse stato per il calcio, oggi sarei morto o in galera", raccontò Tevez durante la Copa America 2011: in bianconero, un bad boy del genere è quasi una novità. Piacerà, agli juventini, così come piace Conte, che è stato il primo grimaldello per il ritorno a successi e invidie, tanto che Crozza ci ha costruito su un tormentone: "Sono antipatico perché vinco? Chapeau".

 

"I bravi ragazzi vanno bene per farli sposare alle figlie, nel calcio servono i duri", sentenziò un giorno Corrado Orrico, che almeno per questo merita un posto nell'empireo dei pensatori del pallone. Replicò così quando Ernesto Pellegrini gli rifiutò, all'Inter, l'acquisto di Di Canio. La Juventus, con Tevez e se dovesse resistere agli assati per Vucinic, avrebbe una prima linea da far paura. Letteralmente, considerando le phisique du role dei due. Ai quali, nel potenziale tridente, si aggiungerebbe Fernando Llorente, un po' l'intruso del gruppo: occhio ceruleo, aria da tombeur de femmes e un cognome (tradotto significa "piangente") che stona. Ma, in fondo, assieme al Brutto e al Cattivo, anche Sergio Leone ne metteva uno Buono...

 

 

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