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Aspettavo quel giorno da mesi, era finalmente arrivato, si parte per Bruxelles, domani si gioca la finale di Coppa dei Campioni.

Il percorso della stagione era stato come tutti auspicavano, senza incertezze, decisi a prendersi la coppa maledetta, che ci era sfuggita due anni prima.

Nessun dubbio che questa sarebbe stata la volta buona, ne eravamo tutti convinti, anche dopo aver battuto gli inglesi nella Supercoppa Europea giocata tra il ghiaccio e la neve.

Ho trovato due posti per la finale, per me e mio fratello, grazie a Gianni, un amico di famiglia che conosce personalmente Perruquet, lo storico presidente del Juventus Club di Via Bogino, il più importante d’Italia.

Si viaggia in pullman con partenza da Piazza Castello alle 20 di Martedì sera, siamo con l’autobus numero 1.

Nella piazza ci saranno almeno 20 pullman, una enorme carovana pronta a viaggiare tutta la notte per portare il tifo bianconero in Belgio.

Si notano le bancarelle in tutta la piazza, il clima è festoso, ci sia avvia verso la speranza di una vittoria.

Si parte e partono i cori dentro il bus, comincio a pensare che sarà una lunga notte …

Qualcuno ha perfino una tromba da stadio, con cui ci rintrona ogni 10 minuti.

Passano le ore e la stanchezza prende il sopravvento, e si cerca di dormire, tra un coro, una strombazzata ed uno scherzo. Si scherza con un tifoso, un po’ sovrappeso, che dorme con la bocca aperta. La sorte sarà avversa per questo ragazzo: morirà in un incidente stradale in Corso Appio Claudio a Torino a bordo della macchina guidata da Favero difensore bianconero. La sua passione per la Juve lo trascinerà alla morte, ma purtroppo non sarà il solo …

Ci si sveglia al mattino, molto arruffati (dormire in pullman non è certo il massimo), ma il pensiero della partita serale ci fa ripartire di slancio.

Guardo fuori dal finestrino, siamo ancora in autostrada in Francia.

Arriviamo alla frontiera tra Francia e Belgio, il doganiere non ci controlla grazie ai numerosi regali (sciarpe, foto, bandiere …) e ci fa “Forza Juve” “Forza Platini” !!!

Penso: “Bello passare la dogana così … e se portavamo droga od altro?” !!!

Siamo in Belgio, ed in poco tempo arriviamo a Bruxelles, sono le 12 circa, ed appena si passa per le vie del centro notiamo che tutti i pub sono pieni di inglesi che si stanno riempiendo lo stomaco di birra !!!

Il clima è comunque festoso, noi parcheggiamo non molto distante dalla zona dello stadio, vicino all’Atomium.

Prendiamo un tram ed andiamo verso un ristorante italiano, che ci sta aspettando, per pranzare.

Noto che la polizia belga ci segue, ci controlla assiduamente, forse pensano che possiamo fare qualche casino.

Mangiamo, riesco a telefonare a casa, dico che va tutto bene. Mia mamma qualche giorno prima della partita mi aveva chiesto ragguagli sullo stadio, su come era fatto, se era sicuro. Le faccio vedere alcune foto sul Guerin Sportivo, in cui si vede una struttura abbastanza moderna con seggiolini nelle tribune principali. So che dovremmo avere posto nella tribuna frontale a quella principale, spostati verso la curva dei tifosi della Juve.

Le dico che andremo in una tribuna, facendole capire che è l’equivalente del settore denominato Distinti dello Stadio Comunale.

Finito di mangiare vorremmo andare verso il centro, ma ci dicono che è meglio non andarci, poiché sembra che gli inglesi abbiano mezzo demolita la piazza principale di Bruxelles, la Grand Place.

Volevo vedere il Manneken Pis, la statuetta simbolo della città, praticamente un pupetto che fa la pipì, ma ci dicono che è meglio di no.

 

Passa il tempo, si prende la metropolitana per tornare verso la zona dello stadio, e dentro ci sono parecchi tifosi inglesi. Il clima è veramente molto festoso, ci scambiamo sciarpe, cappellini, praticamente all’uscita dal trenino della metro sembro più un tifoso del Liverpool, che della Juve !!!

Si va verso il bus, e gli addetti del club ci danno una sciarpa a testa, con la scritta che ricorda l’evento, ci danno una bandierina bianconera da mostrare quando entreranno le squadre in campo, insomma ci rivestiamo da juventini.

Poso le sciarpe inglesi ed il cappellino, che ho scambiato prima, nella mia borsa sul pullman: le porterò a casa come ricordo.

Il gigantesco Atomium sovrasta la zona del parcheggio dei bus, è uno dei simboli di Bruxelles, ricorda la struttura atomica del Ferro. Essendomi diplomato da poco come Perito Chimico, lo osservo con curiosità.

Andiamo a piedi verso lo stadio, già penso all’atmosfera dentro l’impianto ed il cuore comincia a galoppare.

Fuori dallo stadio, vediamo decine e decine di tifosi inglesi letteralmente stesi a terra, completamente ubriachi. Si sente nettamente l’odore di Birra, ma non ci facciamo troppo caso, oramai la palpitazione del momento ci assale, la voglia di essere lì dentro ad assistere alla Finale sovrasta ogni altro pensiero.

Ho la mia sciarpa, la bandierina, mio fratello ha anche una trombetta da stadio che è stata portata fino a lì quasi senza mai usarla, per non sprecare neanche un alito di gas, con l’idea di usarla solo durante la partita.

Ai controlli, ci sequestrano subito la bandierina alta 40 cm, e chiaramente anche la trombetta, tra lo sbigottimento di mio fratello e la rabbia per questo sopruso.

Se questo serve per garantire la sicurezza, pazienza pensiamo, però cosa ci facevamo con la bandierina di tanto pericoloso ?

Entriamo nella tribuna, ed alla nostra sinistra notiamo la curva completamente piena dei tifosi della Juventus.

Guardo a destra e noto la curva del Liverpool, ma vedo anche che un terzo della curva è piena di altri tifosi della Juve. Il primo pensiero è che siamo talmente tanti juventini, che oltre alla curva, alla nostra tribuna, ci hanno assegnato anche un altro settore.

Praticamente c’erano tifosi della Juve ovunque tranne in quei 2/3 della curva alla mia destra.

Manca un’ora e dalla curva della Juve alcuni ultras cominciano a fare casino, tutti pensano che possa portare bene, poiché la stessa cosa era successa l’anno prima a Basilea per la finale di Coppa delle Coppe vinta con il Porto.

Dopo un po’ di baruffa tra ultras e poliziotti, tutto torna calmo, ed il tifo si accende.

Passa poco tempo e vediamo qualcosa ondeggiare nella curva inglese, e notiamo che i tifosi bianconeri nello spicchio a loro riservato, si spostano verso sinistra. Comincia una serie di cariche da parte dei tifosi inglesi. La rete che divide le due tifoserie ondeggia sotto la spinta degli inglesi.

I tifosi bianconeri si stringono sempre di più. La polizia non fa nulla, anzi è completamente schierata verso la curva dei tifosi della Juve. Cominciamo a gridare alla polizia, di fare qualcosa, di intervenire, basterebbe poco per sedare queste cariche, forse anche solo un idrante, ma niente.

 

Entra sul terreno di gioco la polizia a cavallo, e la scena ha del surreale, continuiamo a gridare verso i poliziotti, ma dopo poco vediamo in lontananza crollare un muretto esterno e vedo precipitare un tifoso fuori. Poi il caos, non capiamo più nulla, non si percepisce cosa stia accadendo. Dopo un po’ vediamo parecchi tifosi in campo, a quel punto interviene la polizia che tenta di respingere questa folla, cercandola di rispedirla nella tribuna. Non capiamo nulla, quello che si era visto bene, erano gli assalti dei tifosi del Liverpool verso quelli bianconeri, ad ondate durate almeno 10 minuti.

 

Mio fratello si volge verso di me e mi dice: “Per una volta che andiamo a vedere una Finale, deve succedere tutto questo casino?”. Lo penso anch’io, ma mi preoccupo, ho la responsabilità di mio fratello che è più piccolo, penso a chi è a casa e teme per noi. Assieme a noi c’è anche Gianni, che ci ha procurato i posti, e con lui il figlio molto piccolo.

A questo punto non si capisce veramente se la partita si farà o meno, passa il tempo, si vede di tutto in campo, poliziotti, addetti alla sicurezza, assistenti sanitari, fotografi: una evidente confusione.

Molti tifosi della curva della Juve cercano di entrare in campo, vengono respinti, ne vedo nitidamente uno indicare con la mano e con disperazione quello che è accaduto ad un poliziotto. Noi non capiamo, l’impressione è che sia crollata la recinzione e che i tifosi siano entrati in campo, spinti dalla foga dei tifosi del Liverpool, non percepiamo il dramma. Dopo un po’ qualcuno in tribuna dice che ha sentito notizie di morti, poi di solo feriti, insomma, nessuna informazione certa.

Ad un certo punto l’altoparlante dello stadio ci informa che parleranno i due capitani delle squadre: finalmente sapremo qualcosa. Parla Scirea: ci dice di stare tranquilli, che si giocherà, che si giocherà per la sicurezza, si giocherà per voi.

Si è persa la concezione del tempo, non ci rendiamo conto che è passata un’ora o un’ora e mezza dall’orario stabilito per l’inizio della partita (allora si giocava alle 20,15). Quello che notiamo è che il settore dei tifosi della Juve nell’altra curva, ora è completamente vuoto, rimangono solo tracce di sciarpe, bandiere, striscioni.

Entrano finalmente i giocatori in campo, si pensa solo alla partita ora, ma non è la stessa emozione che pensavamo di provare, lo sgomento per quello che era successo ci privava di qualcosa atteso febbrilmente da giorni.

La partita inizia, si tifa come fosse una partita normale, si grida, si esulta per il rigore di Platini, si soffre per gli attacchi del Liverpool e per le parate di Tacconi, si gioisce al fischio finale.

Abbiamo vinto la nostra prima Coppa dei Campioni !!

Ma vediamo rientrare velocemente tutti i giocatori negli spogliatoi, ed il pensiero di tutti è: “ma la Coppa ?”

Dopo un po’ rientra in campo Scirea con la Coppa e la porta sotto la curva dei tifosi della Juventus, dietro a lui ci sono gli altri giocatori, ma non si festeggia come al solito, comunque fanno un giro verso le tribune esibendo il trofeo.

Quando escono dal campo, noto che la curva dei tifosi del Liverpool è completamente vuota, hanno approfittato di questi momenti per far andar via i tifosi inglesi e per evitare scontri ulteriori.

Questa sarà l’unica cosa sensata che questa improvvida organizzazione avrà realizzato in quell’infausta giornata.

Ci fanno uscire dallo stadio, ed i pensieri si accavallano tra la preoccupazione per quello che è successo e che non comprendiamo completamente e per la preoccupazione di chi stava a casa ed ha visto ciò in tv.

Il mio pensiero è rivolto ai miei genitori a casa che sanno di avere i loro due figli a Bruxelles, in quella maledetta serata. Mi rasserena il fatto di averli informati riguardo il settore che ci spettava e che per fortuna non era assolutamente stato interessato da alcun problema.

Torniamo al pullman, e qualcuno cerca di telefonare a casa, ma tutta la zona sembra completamente isolata dal resto del mondo. Verso le 3 della notte, il nostro amico Gianni riesce a contattare la moglie e tramite lei la mia famiglia: sono un po’ più tranquillo, adesso sanno che stiamo bene !!!

Si parte in piena notte verso Torino, un viaggio ben diverso da quello del giorno prima.

Mi sveglio il mattino e dopo poco ci fermiamo ad un autogrill in Francia.

Entriamo per fare colazione, ma lo sguardo dopo poco è sui giornali lì presenti.

Vedo foto tremende, corpi travolti uno sopra l’altro, cadaveri, disperazione.

E’ come se mi avessero dato un colpo allo stomaco, rimango esterrefatto, comincio a collegare quello che ho visto con queste foto, ed il risultato è atroce.

Leggo il numero dei morti, ed è un’altra mazzata dentro !

Capisco realmente cosa è accaduto, cosa è successo in quella curva, i pensieri scorrono e ricostruiscono una vicenda che sembrava brutta, ma che ora era completamente devastante.

Riprendiamo il viaggio, ormai più triste che mai, e noto davanti al mio posto, una borsa, mi informo e mi dicono che era di uno delle vittime che aveva viaggiato con noi !!!

Sempre peggio, penso, poteva capitare a ciascuno di noi, solamente la fortuna di avere un posto in una tribuna anziché in quella maledetta curva, ci aveva salvato la vita !

A questo punto non vediamo l’ora di tornare a casa dalla propria famiglia, di non pensare più a nulla, di cercare di sopravvivere ai pensieri e ai ricordi.

Arriviamo verso le 20 di sera a Torino, in Piazza Castello, da dove eravamo partiti due giorni prima, che adesso sembrano una vita fa.

La piazza è piena di gente, sono già arrivati tutti gli altri autobus, e molti chiedono informazioni.

Sembriamo dei reduci da una guerra! Ci chiedono come stiamo, se abbiamo notizie di Tizio e di Caio, scene mai viste prima !

Vedo anche un arbitro famoso che cerca tra i pullman in arrivo probabilmente i suoi figli.

 

Ho fretta di tornare a casa con mio fratello, ho fretta di dimenticare tutto, di cancellare quello che non dimenticherò mai!

Però l’abbraccio di mia mamma a me e a mio fratello non lo dimenticherò mai!

 

Marco Piumi

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se ancora ci penso a quella sera,sto male

 

non posso immaginare cosa abbiano passato quelli che erano li....

 

un abbraccio a chi non c'è più ed anche a chi è sopravvissuto a quella tragedia

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Per fortuna avendo 20 anni posso solo immaginare cosa successe quella sera, un forte abbraccio a chi da Bruxelles non è più tornato.

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Testimonianza davvero commovente. Solo chi era li puo' davvero far capire quello che è successo quel giorno. Noi abbiamo negli occhi le immagini fredde della tv... Voi invece l'avete vissuta dentro.

La vergogna è che c'è pure chi prende questa tragedia come pretesto per accusare il popolo juventino... e chi stipula gemellaggi col Liverpool non per questioni sportive ma solo perchè i loro tifosi hanno ucciso 39 persone la cui unica "colpa" è stata quella di tifare per la Juventus

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Non ci sono veramente parole.

La tua testimonianza (come quella di altri) trasmette una infinità di sentimenti contrastanti...

E' però la rabbia a sovrastare, questa tragedia di accidentale non ha nulla!

 

Un abbraccio a te, a chi era presente e ha vissuto il dramma uscendone da sopravvissuto e alle famiglie delle vittime.

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Testimonianza davvero commovente. Solo chi era li puo' davvero far capire quello che è successo quel giorno.

La vergogna è che c'è pure chi prende questa tragedia come pretesto per accusare il popolo juventino... e chi stipula gemellaggi col Liverpool non per questioni sportive ma solo perchè i loro tifosi hanno ucciso 39 persone la cui unica "colpa" è stata quella di tifare per la Juventus

I non juventini non dovrebbero neanche pronunciare la parola heysel. E io mi ritrovo ancora a discutere con gente che quando si parla di calcio e di successi juventini in Europa se ne esce fuori con questa storia. VERGOGNA

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I non juventini non dovrebbero neanche pronunciare la parola heysel. E io mi ritrovo ancora a discutere con gente che quando si parla di calcio e di successi juventini in Europa se ne esce fuori con questa storia. VERGOGNA

Nessuno è fiero di quella coppa... ma quella coppa va contata proprio per non dimenticare. Sarebbe troppo facile cancellarla. Quella coppa in bacheca ci dovra' ricordare sempre cosa è successo quella notte. Nessuno antijuventino però ha il diritto di parlare.. di dire:"eh ma quella coppa..." Eh ma quella coppa cosa? Sono morte 39 persone ... sono morti 39 juventini. La colpa di quella strage non è della juventus (che gioco' in un clima surreale) o dei suoi tifosi, alcuni dei quaii non ci sono piu', ricordiamolo bene.

Lo schifo è che la gente non si indigna per cio' che è successo... si indigna perchè nell'albo d'oro c'è scritto 2 coppe dei campioni. Come se la strage del Heysel si riducesse solo a questo. Se l'albo d'oro non dicesse 2 coppe dei campioni, la gente non saprebbe neanche (non avrebbe alcun interesse a sapere) che quel giorno sono morte 39 persone.

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mi sono venuti i brividi.......io non ero ancora nato e giuro che non riesco nemmeno a immaginare cosa possa essere stato vivere quella maledetta notte..........ma di una cosa sono certo.....chi quella notte è volato in cielo sarà per sempre nei nostri cuori.......doveva essere una serata di calcio.....una partita indimenticabile.....una festa.....ed invece è stata una tragedia......e la cosa che fa più rabbia è che si poteva tranquillamente evitare tutto........ed invece a causa dell'incoscienza altrui (persone che non hanno pagato e probabilmente mai pagheranno le loro colpe) delle persone ci hanno rimesso la vita.......

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E' la prima partita della Juve di cui ho memoria.

 

Avevo 9 anni, ero a casa di un amico di mio padre, guardavamo tutti assieme alla partita. Non capivo cosa accadeva, perchè non cominciava la partita, che cosa stavano facendo. Non capivo. Non capisco neppure ora.

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Nessuno è fiero di quella coppa... ma quella coppa va contata proprio per non dimenticare. Sarebbe troppo facile cancellarla. Quella coppa in bacheca ci dovra' ricordare sempre cosa è successo quella notte. Nessuno antijuventino però ha il diritto di parlare.. di dire:"eh ma quella coppa..." Eh ma quella coppa cosa? Sono morte 39 persone ... sono morti 39 juventini. La colpa di quella strage non è della juventus (che gioco' in un clima surreale) o dei suoi tifosi, alcuni dei quaii non ci sono piu', ricordiamolo bene.

Lo schifo è che la gente non si indigna per cio' che è successo... si indigna perchè nell'albo d'oro c'è scritto 2 coppe dei campioni. Come se la strage del Heysel si riducesse solo a questo. Se l'albo d'oro non dicesse 2 coppe dei campioni, la gente non saprebbe neanche (non avrebbe alcun interesse a sapere) che quel giorno sono morte 39 persone.

.quoto

Va tenuta ancora più forte...sono morte delle persone solo per andarla a vedere.

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dai racconti di mio papà che era là quella sera, dai racconti sentiti in tv e dai filmati visti: è stato un qualcosa di terribile

 

veramente tutto molto toccante

 

eterno rispetto per quelle 39 persone

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Anche 2 miei amici erano li' quella maledetta serata.Uno ha smesso di andare allo stadio,l'altro va' solo a Torino.Ho rivisto le immagini solo i primi 2 anniversari.Poi,basta.Sono passati 30 anni e,pur non vedondele piu',sono sempre stampate nella mia mente.Quella coppa non figura,e mai figurera',tra le cornici che ho dei ns trionfi internazionali.Grazie all'autore della toccante testimonianza.

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Avevo 9 anni.

Aspettavo quella sera dalla finale di Atene...l'attesa era spasmodica.

Ricordo la rabbia per la partita che non cominciava...gli incidenti...il ritardo...

e ricordo l'esultanza al rigore di Platini...frutto dei miei 9 anni...

Il giorno dopo, a scuola, mi picchiai con un compagno che mi disse che ci avrebbero revocato la Coppa.

Avevo solo 9 anni...e la Coppa Campioni era già la mia ossessione.

Solo anni dopo ho capito davvero quello che era successo.

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Aspettavo quel giorno da mesi, era finalmente arrivato, si parte per Bruxelles, domani si gioca la finale di Coppa dei Campioni.

Il percorso della stagione era stato come tutti auspicavano, senza incertezze, decisi a prendersi la coppa maledetta, che ci era sfuggita due anni prima.

Nessun dubbio che questa sarebbe stata la volta buona, ne eravamo tutti convinti, anche dopo aver battuto gli inglesi nella Supercoppa Europea giocata tra il ghiaccio e la neve.

Ho trovato due posti per la finale, per me e mio fratello, grazie a Gianni, un amico di famiglia che conosce personalmente Perruquet, lo storico presidente del Juventus Club di Via Bogino, il più importante d’Italia.

Si viaggia in pullman con partenza da Piazza Castello alle 20 di Martedì sera, siamo con l’autobus numero 1.

Nella piazza ci saranno almeno 20 pullman, una enorme carovana pronta a viaggiare tutta la notte per portare il tifo bianconero in Belgio.

Si notano le bancarelle in tutta la piazza, il clima è festoso, ci sia avvia verso la speranza di una vittoria.

Si parte e partono i cori dentro il bus, comincio a pensare che sarà una lunga notte …

Qualcuno ha perfino una tromba da stadio, con cui ci rintrona ogni 10 minuti.

Passano le ore e la stanchezza prende il sopravvento, e si cerca di dormire, tra un coro, una strombazzata ed uno scherzo. Si scherza con un tifoso, un po’ sovrappeso, che dorme con la bocca aperta. La sorte sarà avversa per questo ragazzo: morirà in un incidente stradale in Corso Appio Claudio a Torino a bordo della macchina guidata da Favero difensore bianconero. La sua passione per la Juve lo trascinerà alla morte, ma purtroppo non sarà il solo …

Ci si sveglia al mattino, molto arruffati (dormire in pullman non è certo il massimo), ma il pensiero della partita serale ci fa ripartire di slancio.

Guardo fuori dal finestrino, siamo ancora in autostrada in Francia.

Arriviamo alla frontiera tra Francia e Belgio, il doganiere non ci controlla grazie ai numerosi regali (sciarpe, foto, bandiere …) e ci fa “Forza Juve” “Forza Platini” !!!

Penso: “Bello passare la dogana così … e se portavamo droga od altro?” !!!

Siamo in Belgio, ed in poco tempo arriviamo a Bruxelles, sono le 12 circa, ed appena si passa per le vie del centro notiamo che tutti i pub sono pieni di inglesi che si stanno riempiendo lo stomaco di birra !!!

Il clima è comunque festoso, noi parcheggiamo non molto distante dalla zona dello stadio, vicino all’Atomium.

Prendiamo un tram ed andiamo verso un ristorante italiano, che ci sta aspettando, per pranzare.

Noto che la polizia belga ci segue, ci controlla assiduamente, forse pensano che possiamo fare qualche casino.

Mangiamo, riesco a telefonare a casa, dico che va tutto bene. Mia mamma qualche giorno prima della partita mi aveva chiesto ragguagli sullo stadio, su come era fatto, se era sicuro. Le faccio vedere alcune foto sul Guerin Sportivo, in cui si vede una struttura abbastanza moderna con seggiolini nelle tribune principali. So che dovremmo avere posto nella tribuna frontale a quella principale, spostati verso la curva dei tifosi della Juve.

Le dico che andremo in una tribuna, facendole capire che è l’equivalente del settore denominato Distinti dello Stadio Comunale.

Finito di mangiare vorremmo andare verso il centro, ma ci dicono che è meglio non andarci, poiché sembra che gli inglesi abbiano mezzo demolita la piazza principale di Bruxelles, la Grand Place.

Volevo vedere il Manneken Pis, la statuetta simbolo della città, praticamente un pupetto che fa la pipì, ma ci dicono che è meglio di no.

 

Passa il tempo, si prende la metropolitana per tornare verso la zona dello stadio, e dentro ci sono parecchi tifosi inglesi. Il clima è veramente molto festoso, ci scambiamo sciarpe, cappellini, praticamente all’uscita dal trenino della metro sembro più un tifoso del Liverpool, che della Juve !!!

Si va verso il bus, e gli addetti del club ci danno una sciarpa a testa, con la scritta che ricorda l’evento, ci danno una bandierina bianconera da mostrare quando entreranno le squadre in campo, insomma ci rivestiamo da juventini.

Poso le sciarpe inglesi ed il cappellino, che ho scambiato prima, nella mia borsa sul pullman: le porterò a casa come ricordo.

Il gigantesco Atomium sovrasta la zona del parcheggio dei bus, è uno dei simboli di Bruxelles, ricorda la struttura atomica del Ferro. Essendomi diplomato da poco come Perito Chimico, lo osservo con curiosità.

Andiamo a piedi verso lo stadio, già penso all’atmosfera dentro l’impianto ed il cuore comincia a galoppare.

Fuori dallo stadio, vediamo decine e decine di tifosi inglesi letteralmente stesi a terra, completamente ubriachi. Si sente nettamente l’odore di Birra, ma non ci facciamo troppo caso, oramai la palpitazione del momento ci assale, la voglia di essere lì dentro ad assistere alla Finale sovrasta ogni altro pensiero.

Ho la mia sciarpa, la bandierina, mio fratello ha anche una trombetta da stadio che è stata portata fino a lì quasi senza mai usarla, per non sprecare neanche un alito di gas, con l’idea di usarla solo durante la partita.

Ai controlli, ci sequestrano subito la bandierina alta 40 cm, e chiaramente anche la trombetta, tra lo sbigottimento di mio fratello e la rabbia per questo sopruso.

Se questo serve per garantire la sicurezza, pazienza pensiamo, però cosa ci facevamo con la bandierina di tanto pericoloso ?

Entriamo nella tribuna, ed alla nostra sinistra notiamo la curva completamente piena dei tifosi della Juventus.

Guardo a destra e noto la curva del Liverpool, ma vedo anche che un terzo della curva è piena di altri tifosi della Juve. Il primo pensiero è che siamo talmente tanti juventini, che oltre alla curva, alla nostra tribuna, ci hanno assegnato anche un altro settore.

Praticamente c’erano tifosi della Juve ovunque tranne in quei 2/3 della curva alla mia destra.

Manca un’ora e dalla curva della Juve alcuni ultras cominciano a fare casino, tutti pensano che possa portare bene, poiché la stessa cosa era successa l’anno prima a Basilea per la finale di Coppa delle Coppe vinta con il Porto.

Dopo un po’ di baruffa tra ultras e poliziotti, tutto torna calmo, ed il tifo si accende.

Passa poco tempo e vediamo qualcosa ondeggiare nella curva inglese, e notiamo che i tifosi bianconeri nello spicchio a loro riservato, si spostano verso sinistra. Comincia una serie di cariche da parte dei tifosi inglesi. La rete che divide le due tifoserie ondeggia sotto la spinta degli inglesi.

I tifosi bianconeri si stringono sempre di più. La polizia non fa nulla, anzi è completamente schierata verso la curva dei tifosi della Juve. Cominciamo a gridare alla polizia, di fare qualcosa, di intervenire, basterebbe poco per sedare queste cariche, forse anche solo un idrante, ma niente.

 

Entra sul terreno di gioco la polizia a cavallo, e la scena ha del surreale, continuiamo a gridare verso i poliziotti, ma dopo poco vediamo in lontananza crollare un muretto esterno e vedo precipitare un tifoso fuori. Poi il caos, non capiamo più nulla, non si percepisce cosa stia accadendo. Dopo un po’ vediamo parecchi tifosi in campo, a quel punto interviene la polizia che tenta di respingere questa folla, cercandola di rispedirla nella tribuna. Non capiamo nulla, quello che si era visto bene, erano gli assalti dei tifosi del Liverpool verso quelli bianconeri, ad ondate durate almeno 10 minuti.

 

Mio fratello si volge verso di me e mi dice: “Per una volta che andiamo a vedere una Finale, deve succedere tutto questo casino?”. Lo penso anch’io, ma mi preoccupo, ho la responsabilità di mio fratello che è più piccolo, penso a chi è a casa e teme per noi. Assieme a noi c’è anche Gianni, che ci ha procurato i posti, e con lui il figlio molto piccolo.

A questo punto non si capisce veramente se la partita si farà o meno, passa il tempo, si vede di tutto in campo, poliziotti, addetti alla sicurezza, assistenti sanitari, fotografi: una evidente confusione.

Molti tifosi della curva della Juve cercano di entrare in campo, vengono respinti, ne vedo nitidamente uno indicare con la mano e con disperazione quello che è accaduto ad un poliziotto. Noi non capiamo, l’impressione è che sia crollata la recinzione e che i tifosi siano entrati in campo, spinti dalla foga dei tifosi del Liverpool, non percepiamo il dramma. Dopo un po’ qualcuno in tribuna dice che ha sentito notizie di morti, poi di solo feriti, insomma, nessuna informazione certa.

Ad un certo punto l’altoparlante dello stadio ci informa che parleranno i due capitani delle squadre: finalmente sapremo qualcosa. Parla Scirea: ci dice di stare tranquilli, che si giocherà, che si giocherà per la sicurezza, si giocherà per voi.

Si è persa la concezione del tempo, non ci rendiamo conto che è passata un’ora o un’ora e mezza dall’orario stabilito per l’inizio della partita (allora si giocava alle 20,15). Quello che notiamo è che il settore dei tifosi della Juve nell’altra curva, ora è completamente vuoto, rimangono solo tracce di sciarpe, bandiere, striscioni.

Entrano finalmente i giocatori in campo, si pensa solo alla partita ora, ma non è la stessa emozione che pensavamo di provare, lo sgomento per quello che era successo ci privava di qualcosa atteso febbrilmente da giorni.

La partita inizia, si tifa come fosse una partita normale, si grida, si esulta per il rigore di Platini, si soffre per gli attacchi del Liverpool e per le parate di Tacconi, si gioisce al fischio finale.

Abbiamo vinto la nostra prima Coppa dei Campioni !!

Ma vediamo rientrare velocemente tutti i giocatori negli spogliatoi, ed il pensiero di tutti è: “ma la Coppa ?”

Dopo un po’ rientra in campo Scirea con la Coppa e la porta sotto la curva dei tifosi della Juventus, dietro a lui ci sono gli altri giocatori, ma non si festeggia come al solito, comunque fanno un giro verso le tribune esibendo il trofeo.

Quando escono dal campo, noto che la curva dei tifosi del Liverpool è completamente vuota, hanno approfittato di questi momenti per far andar via i tifosi inglesi e per evitare scontri ulteriori.

Questa sarà l’unica cosa sensata che questa improvvida organizzazione avrà realizzato in quell’infausta giornata.

Ci fanno uscire dallo stadio, ed i pensieri si accavallano tra la preoccupazione per quello che è successo e che non comprendiamo completamente e per la preoccupazione di chi stava a casa ed ha visto ciò in tv.

Il mio pensiero è rivolto ai miei genitori a casa che sanno di avere i loro due figli a Bruxelles, in quella maledetta serata. Mi rasserena il fatto di averli informati riguardo il settore che ci spettava e che per fortuna non era assolutamente stato interessato da alcun problema.

Torniamo al pullman, e qualcuno cerca di telefonare a casa, ma tutta la zona sembra completamente isolata dal resto del mondo. Verso le 3 della notte, il nostro amico Gianni riesce a contattare la moglie e tramite lei la mia famiglia: sono un po’ più tranquillo, adesso sanno che stiamo bene !!!

Si parte in piena notte verso Torino, un viaggio ben diverso da quello del giorno prima.

Mi sveglio il mattino e dopo poco ci fermiamo ad un autogrill in Francia.

Entriamo per fare colazione, ma lo sguardo dopo poco è sui giornali lì presenti.

Vedo foto tremende, corpi travolti uno sopra l’altro, cadaveri, disperazione.

E’ come se mi avessero dato un colpo allo stomaco, rimango esterrefatto, comincio a collegare quello che ho visto con queste foto, ed il risultato è atroce.

Leggo il numero dei morti, ed è un’altra mazzata dentro !

Capisco realmente cosa è accaduto, cosa è successo in quella curva, i pensieri scorrono e ricostruiscono una vicenda che sembrava brutta, ma che ora era completamente devastante.

Riprendiamo il viaggio, ormai più triste che mai, e noto davanti al mio posto, una borsa, mi informo e mi dicono che era di uno delle vittime che aveva viaggiato con noi !!!

Sempre peggio, penso, poteva capitare a ciascuno di noi, solamente la fortuna di avere un posto in una tribuna anziché in quella maledetta curva, ci aveva salvato la vita !

A questo punto non vediamo l’ora di tornare a casa dalla propria famiglia, di non pensare più a nulla, di cercare di sopravvivere ai pensieri e ai ricordi.

Arriviamo verso le 20 di sera a Torino, in Piazza Castello, da dove eravamo partiti due giorni prima, che adesso sembrano una vita fa.

La piazza è piena di gente, sono già arrivati tutti gli altri autobus, e molti chiedono informazioni.

Sembriamo dei reduci da una guerra! Ci chiedono come stiamo, se abbiamo notizie di Tizio e di Caio, scene mai viste prima !

Vedo anche un arbitro famoso che cerca tra i pullman in arrivo probabilmente i suoi figli.

 

Ho fretta di tornare a casa con mio fratello, ho fretta di dimenticare tutto, di cancellare quello che non dimenticherò mai!

Però l’abbraccio di mia mamma a me e a mio fratello non lo dimenticherò mai!

 

Marco Piumi

Come detto tante volte, pure io ero li e quando leggo racconti come questo, i pensieri volano insieme alle lacrime. Noi eravamo in 4 (i soliti 4), e ci salvammo solo perchè il più grande di noi, ci disse: "non avviciniamoci troppo, che se per sfiga dovesse capitare qualcosa, saremo più vicini all'uscita". Ci salvammo solo per quello. Fummo tra i primi ad uscire da quel maledetto stadio, dove quella sera vedemmo un qualcosa difficile da raccontare. Quindi apprezzo molto chi posta questi dolorosissimi ricordi. Non funzionavano i telefoni, non c'era nulla, più nulla, solo morte e devastazione. @@

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Mentre pranzavo,il pensiero mi e' andato ad un'altra immagine.Era quella di un tifoso ingese che si adoperava a salvare uno dei ns.Sempre se ricordo bene,venne ricevuto,tempo dopo, a casa della persona salvata.

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Veramente molto molto toccante.. sono al lavoro e devo trattenere le lacrime! Io ero appena nato ed è incredibile come la mente possa farti vivere quei momenti solo leggendo il racconto di una persona.

Il mio pensiero va a chi è tornato e a chi non c'è più!

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Complimenti a chi ha scritto queste righe. Per chi come me non ha vissuto quella tragedia leggere queste righe aiuta a capire

 

Io ho mio padre che era presente in quella curva quella sera. Però è impossibile parlargli di quella partita. Di quella sera

 

Forse la cosa che più fa capire cosa è successo è quella coreografia dei tifosi del Liverpool quando la Juve prima di Calciopoli ci sfidò in Champions

Mio padre guardò tale coreografia ed esclamò AMICIZIA UN (potete immaginare)

 

Gli Inglesi dopo Hillsborough cambiarono completamente il loro modo di far calcio. Da noi invece l'ambiente è marcio. MARCIO ovunque. Dagli striscioni sulla tragedia di Superga ai cori e striscioni contro l'Heysel fino alla scorsa finale di Coppa Italia con la morte di Ciro Esposito. QUANTE ALTRE PERSONE DEVONO MORIRE PER CAMBIARE IL NOSTRO CALCIO? Perché non è possibile andare allo stadio con la sciarpa della Juve e rischiare di morire (questo succede ad ognuno di noi quando andiamo in trasferta). Si leggono sempre di accoltellati allo stadio e di incidenti. Prendiamo questa giornata come un giorno in cui dobbiamo dire BASTA, SITUAZIONI DEL GENERE NON SI DEVONO MAI PIU VERIFICARE. E NON SI DOVEVANO VERIFICARE

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Buongiorno,

oggi è un giorno triste, ricorre l’anniversario della morte di ben 39 persone, di cui 32 italiani, tifosi della Juve.

Lo ricordo bene ero lì, in quella maledetta curva, sbarbato ventiduenne che con i sudati risparmi dei primi stipendi aveva prenotato, in agenzia viaggio, un pacchetto con tappa prima in Olanda e poi a Bruxell per la finale .

Allorché in Agenzia mi consegnarono il biglietto notai il settore, “curva Z”, ed ebbi una specie di premonizione cattiva, associando la lettera Z ad un ordine cronologico decrescete rispetto alla visibilità. Ma tant’è, il biglietto non si poteva cambiare ed allora confermai il viaggio.

All’arrivo ore 17,30 circa di quella maledetta giornata purtroppo constatai che tutto lo stadio era decadente, nei piazzali antistanti ricordo cataste di bottiglie di birre vuote, consumate dai tifosi inglesi già letteralmente ubriachi dal pomeriggio. All’apparenza non erano ostili e si limitavano a cantarci contro i loro inni, al passaggio di noi italiani .

Entrammo subito dopo nella famigerata curva Z, le gradinate erano di terra !!! ed i gradoni composti da pietre/ mattoni che si distaccavano dalla stessa terra con facilità estrema.

Ad un certo punto notai che la curva era divisa da una rete metallica “tipo pollaio” e da una parte vi eravamo noi Italiani, mentre l’altra parte, quasi del tutto vuota, era stata destinata agli inglesi. Noi Italiani però non facevamo parte di gruppi di tifoserie organizzate, bensì eravamo tutti coloro che avevano acquistato il biglietto con pacchetti delle Agenzie, quindi la maggior parte di noi erano tranquilli turisti, padri di famiglia con mogli, figli e ragazzi al seguito. La curva inoltre “terminava letteralmente con un muro” senza alcuna uscita e/o cancello, non continuando con le tribune che erano distanti e divise da un fossato ….

L’altra curva, opposta alla nostra, era interamente occupata dai tifosi della Juve, ultras e gruppi organizzati.

Allorchè cominciarono ad entrare i tifosi inglesi, notammo che questi non erano tranquilli turisti, bensì trattavasi dei famosi hooligans, letteralmente ubriachi ed in breve divelsero la “rete pollaio” dirigendosi verso noi Italiani in cerca dello scontro fisico, lanciandoci contro pezzi di massicciata, bottiglie vuote e quant’altro.

La decina di poliziotti che presidiavano la rete in un batter d’occhio scomparvero e allora fu la fine. Terrorizzati la gran parte di noi Italiani cercavano scampo fuggendo verso l’estremità della curva, che però presentava il muro descritto, la calca iniziò a fare le prime vittime finchè il muro cedette e la gente cadde da altezze considerevoli nello spazio antistante la tribuna.

Mi salvai perché invece di indietreggiare verso il muro (avendo al mio arrivo notato la struttura fatiscente ed i pericoli connessi ) accettai lo scontro con questi vigliacchi, che correvano con armi proprie ed improprie dietro a inermi genitori e/o ragazzi impauriti, finché raggiunsi dopo vari contatti fisici la parte inferiore della curva, dove alcuni poliziotti dalla parte del terreno di gioco – pista di atletica, avevano divelto l’ulteriore “rete pollaio” facendoci entrare in uno spazio per così dire protetto.

Ricordo lo sconforto di quanti non riuscivano a ricongiungersi con parenti, conoscenti, con i quali erano arrivati nello stadio, con l’incubo di scoprire che fossero tra coloro che, privi di vita, venivano “affilati e coperti alla meglio” dalla gendarmeria e dai primi soccorritori autorizzati, in quel maledetto spazio tra la curva e la tribuna.

Ero letteralmente sconvolto, gli scontri erano stati duri ma ero vivo, a differenza di altre 39 povere vittime di questi squallidi individui e di una assassina macchina organizzativa.

Affinché non succedesse nulla bastava concedere le due curve per intero alle tifoserie più accese, o quanto meno evitare che la tifoseria più debole venisse messa a contatto con queste belve ubriache .

Purtroppo dopo ho sentito e letto di tutto e di più su questa immane tragedia, posso però giurare che le cose sono andate esattamente così come descritto, essendo stato realmente presente nella famigerata CURVA Z… la curva della morte e non davanti la TV o nelle altre Tribune dello stadio, dove la percezione dei fatti realmente accaduti è stata completamente diversa rispetto alla realtà.

Ancora oggi quando sento sfottò e denigrazioni da parte delle altre tifoserie riguardo all’avvenimento provo un senso di rabbia e di tristezza, pensando ad una immane tragedia e a 39 povere vittime della idiozia umana, denigrate ed offese nel loro ricordo .

Un grazie a chi ha avuto la costanza di leggere tutto.

Pasquale Vignola

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Avevo 8 anni e non ricordo in maniera troppo nitida tutta la straziante serata.

Alcuni flash però, li ho impressi nella memoria come se fossimo ancora nell'85.

 

Gaetano col microfono che parla.

La voce stentorea e sommessa di quel grande uomo di calcio di Bruno Pizzul.

Le facce sconcertate di mio papà e mio zio, dai quali cercavo di capire il senso di quel ritardo.

 

Ancora oggi, quei ricordi uniti a queste testimonianze, mi generano dentro un magone insostenibile e la voglia di un pianto liberatorio.

 

Non so; ho qualcosa dentro che mi scombussola e mi emoziona più del normale, ma che provo a togliermi dalla testa pensando quasi di essere blasfemo o di disonorare la memoria dei nostri 39 angeli.

Spero che vi giunga il reale significato intimo di queste mie riflessioni.

 

Come se questa finale, a trent'anni esatti, fosse la naturale chiusura del cerchio per la "liberazione" delle anime di quei poveri cristi che hanno terminato in quella serata la loro esistenza sulla terra.

Quando Gigi alzerà quella coppa nel cielo di Berlino, (ne sono intimamente convinto, al di la di una spiegazione razionale o legata al fatto prettamente calcistico) voglio credere e sperare che le anime di quelle persone trovino quella pace che oggi in troppi cercano di non concedere.

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