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29 MAGGIO 1985

Meteore juventine e non. Presunte "stelle" che non hanno mai brillato come si auspicava, o che si illuminavano a corrente assai alternata

Post in rilievo

3 minuti fa, nomevisualizzato ha scritto:

Buttato così, chiaramente ot, giusto per fare flame sefz 

70 % lo penso veramente, 29 % una battuta, 1 % flame. .fiu

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Il 23/4/2020 Alle 00:06, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Niente " Scuse "

Leggo sempre con estremo piacere i tuoi interessanti post. E, più che portare una testimonianza, la cerco da te.

Il mio nick name arriva, con ben saprai, direttamente da un giocatore degli anni '60 che fece una breve ma intensa apparizione nella Juve per poi svanire nel nulla, o quasi.

Io ero un bambinetto, ma il soprannome di Bercegol datogli da qualche giornalista mi faceva luccicare gli occhi.

Hai una qualche tua testimonianza "vissuta" su di lui? Ricordi qualche aneddoto? Io so di lui giusto quello che si trova in rete, ed è pochino.

 

 

 

Ho visto ora che ne hai già parlato. Vado a leggere!

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Del "passato" mi viene in mente solo Henry, mentre più recentemente Diego è quello che mi ha deluso più di tutti in senso assoluto. Poteva essere l'asso di quella Juve, l'elemento di spicco, e i colpi li aveva anche e li ha fatti vedere, ma probabilmente non aveva la testa giusta per sopportare la pressione o non aveva il carattere. Elencherei anche Amauri e Krasic, anche se avevano più qualità fisiche che tecniche. Il più recente è Bernardeschi, che ha Firenze ha mostrato davvero grandi cose e qua non è riuscito a replicare

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Il 23/4/2020 Alle 14:30, Third stone from the sun ha scritto:

Anche con Aleinikov non si scherzava!

Tuttavia di lui ho un ricordo po' più dolce rispetto a Zavarov. Si era ambientato meglio e Zoff lo utilizzava spesso, anche in mezzo alla difesa...

E pensare che la nazionale sovietica nell' europeo 88 era stata fortissima, grande organizzazione di gioco e ottimi giocatori!

Vero... infatti erano arrivati entrambi con grandissime aspettative. Di Zavarov però ricordo la lentezza, che anche per ruolo era imbarazzante...

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Carissimo Stefano i tuoi post sono sempre interessanti e lo si sa ma come ti ho già scritto non ne avevo voglia di ricordarmi qualcuno perchè quando si tratta di giocatori dei colori amati li ho sempre e li dobbiamo sempre incitare ma "" Jorge Andrés Martínez "" di questo meglio che non ti parli altrimenti dovrei ancora tornare indietro nel tempo e non è bello per quello che ho scritto all'inizio e cioè "" i giocatori che indossano la maglia della Juve devono essere incitati e ricordati per quanto è stato possibile.

.salveOssequi a te e famiglia Stefano,AgostinoKarate.

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16 ore fa, baudolino ha scritto:

...... ...  ... ... ...................  .relax.... ... ... uum ...... : Ormai avete detto già tutto , 

Forse uno dei pochi non ancora ricordati è il mio quasi coetaneo  &  per questo ero anche un suo "fan "    Vinicio Verza Vinicio Verza: Calci & Rimpianti | Storie di Calcio

 

 

 

Vinicio VERZA

 
 
verza%2Blazio.jpg


«Quando gioco con la maglia bianconera vengo rapito dall’esaltazione.

La mia unica preoccupazione è quella di essere utile ai compagni, le soddisfazioni personali vengono dopo quelle legate al collettivo.

Voglio essere all’altezza dei colori che vesto:

consapevole che non è facile, perché la Juve è il massimo.

La Juve ti offre tanto, ma ti chiede, giustamente, di essere degno della sua tradizione e del suo stile. L’influenza della Vecchia Signora non si arresta al terreno di gioco, ma concerne altri aspetti, anche extracalcistici.

Alla Juventus non è assolutamente sufficiente fornire lo stesso tipo di apporto agonistico e comportamentale che potrebbe risultare graditissimo in altri club.

Alla Juventus occorre tendere alla perfezione, perché la Juventus tende alla perfezione».
Nato a Boara Pisani (Padova) il 1° novembre 1957,

comincia a mostrare le sue doti al termine della Scuola Media (Vigliano Biellese) quando, trasferitosi a Borgo San Martino in quel di Casale Monferrato, gioca prima nel San Carlo

 e in seguito nella Junior.
Molti osservatori restano colpiti dalla sua bravura, ed è la Juventus a ingaggiarlo, accogliendolo tra gli Allievi di Viola, i Beretti di Grosso per trovare degno inserimento nella Primavera:

«All’epoca, guadagnavo 25.000 lire al mese, ma dovevo regolarmente restituire 5.000 lire per le multe che la società mi dava, per le marachelle che combinavo con Marangon & Marocchino.

Niente di grave, ovviamente; magari, marinavamo la scuola e facevamo tardi, perché attratti da qualche bella ragazza».
Il tempo passa e giunge il momento di una diversa maturazione, passando attraverso esperienze più complete;

insieme a Paolo Rossi, raggiunge Vicenza per farsi le ossa che, proprio in quell’anno, riprende il suo posto fra le grandi della Serie A.

Rientra a Torino, integrato nell’organico della squadra titolare, nell’estate del 1977.


«Meraviglioso è stato l’esordio al Comunale, ero imbarazzato per quello che mi attendeva, temevo di venir meno alle aspettative dei tifosi della curva Filadelfia.

Dopo l’infortunio di Bologna, temevo di non farcela più a guarire e giocare, avevo esempi di tanti giocatori che avevano dovuto scrivere la parola fine alla carriera e mi disperavo.

Non mi preoccupavo tanto per il posto in prima squadra, quanto per la carriera nella quale volevo dare tanto, tutto me stesso per la mia Juventus».


Giocatore di ottimo talento, in possesso di stile e di ottima tecnica individuale,

sa andare a bersaglio con tiri di rara precisione.

Buonissimo centrocampista, con qualche limite di personalità, il buon Vinicio lascia la firma sullo straordinario scudetto 1980-81,

nella decisiva partita della penultima giornata (a Napoli); subentrato a Marocchino, Verza effettua al 64’ il tiro che, deviato dal napoletano Guidetti, finisce alle spalle di Giaguaro Castellini,

regalando alla Juventus due punti che ne valgono sei.


La Juventus come maestra di vita: «Ho imparato tante cose e tante ne imparerò; quando gioco voglio esprimere sempre nuovi aspetti della mia personalità guardandomi con occhio critico e, devo ammettere, che non sempre tutto è andato liscio come l’olio, ma ho anche avuto la soddisfazione di essermi sentito determinante in alcune azioni da goal.

Se sono stato in grado di far perforare la rete avversaria, ebbene, quella segnatura mi ha dato lo stesso immenso piacere che avrei provato se la palla l’avessi calciata io stesso alle spalle di Castellini o di Terraneo».
Il ruolo ricoperto: «Sono un giocatore eclettico e la prova l’ho data tra le file del Lanerossi ricoprendo quel ruolo che a molti piace indicare con la parola jolly.

A me, personalmente, importa una sola cosa:

giocare, ho desiderio, voglia e necessità di giocare perché intendo dissipare ogni dubbio sul mio rendimento; dalla panchina o dalla tribuna, posso solo dar prova di maturità accettando disciplinatamente gli ordini e le direttive del Mister».
Nella Juventus,

chiuso dai vari Tardelli, Benetti e Furino, si ferma per tre stagioni: totalizza 60 presenze, realizzando 11 goal e contribuendo agli scudetti 1978 e 1981 e alla Coppa Italia 1979.
Nell’estate del 1981 è ceduto al Cesena,

poi si trasferisce al Milan:

<< Andai al Cesena, perché voluto da Gibì Fabbri, che mi faceva giocare con il numero 5, definendomi il nuovo Falçao;

così, mi ritrovavo a dover marcare gente come Tardelli e Bagni. Che fatica !! !! 

A metà campionato, subentrò Lucchi e passai velocemente dalla polvere all’altare. All’ultima giornata di quel torneo incontriamo il Milan, a San Siro;

sono espulso per aver picchiato Novellino e mi becco 4 giornate di squalifica , ... !!!

Ma, ironia della sorte,

l’anno successivo sono acquistato proprio dai rossoneri. Certo, non sono mai stato un bell’esempio per i giovani !! >> .
Dopo un triennio in rossonero approda per la stagione 1985-86 al Verona,

dove lo attende il compito di far dimenticare Fanna, anche lui ex bianconero.
Un ultimo campionato con il Como e poi il ritiro, a soli 31 anni.

<< ... In quel calcio non mi riconoscevo e non mi divertivo più;

non era una questione di stress, con tutti i soldi che danno ai calciatori, è comico addurre a certe giustificazioni.

Ma a Como, dopo una partita proprio con la Juventus, mi ritrovai immeritatamente fuori squadra, nonostante dei trascorsi di buon livello; la cosa mi diede parecchio fastidio, come il prolificare degli avversari che scendevano in campo con il solo scopo di picchiare. Dissi basta una volta per tutte e senza rammarico >> . 


MASSIMO BURZIO, “HURRÀ JUVENTUS” NOVEMBRE 1987
Piede magico, tiro bruciante, invenzioni a gogò.

E ancora: bel dribbling, incedere elegante, ottima struttura fisica, grinta e voglia di lottare.

E anche buona classe, intelligenza e fantasia.

Eppure.
Eppure questa non è la scheda di un brasiliano che ha iniziato a toccare il pallone sulle bianche spiagge di Rio de Janeiro per poi approdare al mitico Maracana.

È la descrizione delle caratteristiche calcistiche di Vinicio Verza che non è nato in Brasile ma in provincia di Padova.
Con il che si dimostra che da noi nascono buoni, anzi ottimi giocatori.

Gente che non avrà il cognome che finisca in “ha” o in “ho” o ha due nomi propri come “family name”.

E come se non bastasse Verza (che fosse di laggiù si sarebbe chiamato Verzinho) è decisamente un giocatore di caratteristiche sudamericane.

Lo era un tempo e lo è anche oggi, anche se la sorte l’ha portato a militare tra le riserve del Verona operaio di Osvaldo Bagnoli.
Nell’estate del 1977 il ventenne Verza si vede recapitare la raccomandata di convocazione della Juve.

Purtroppo per Verza i titolari sono Tardelli, Benetti e Furino. Un tris di campioni inamovibili e insostituibili a cui il bravo Vinicio fa da scudiero, cercando di trovare spazio e occasioni.
Un ruolo, il suo, che nella storia juventina è intermedio. Non uno dei big ma neppure uno dei tanti,

per un centrocampista dalle spiccate attitudini offensive e dalle tante qualità.

Qualità che in una Juve attenta come quella costruita in quegli anni dalla sagacia di Trapattoni,

non ebbero grande spazio,

anche se l’allenatore soleva spesso dire che:

<< ... Vinicio è mezzo brasiliano,  tant’è la sua fantasia e inventiva in campo».
Insomma Verza è un calciatore bravo e divertente.

Ha raccolto molto meno di quanto doveva nella Juve, ma ha avuto la gioia di vincere in maglia bianconera ben due scudetti e una Coppa Italia.
Già, la Juve. Una squadra, un periodo di vita a cui Verza ripensa spesso. Una volta mi disse: «Ti ricordi che Juve, quella Juve?».
Si riferiva alla squadra dei suoi tempi e aveva ragione. Fu una grande Juventus,

fu un team di assoluto valore, anche perché ogni tanto entrava in campo un brasiliano nato in Veneto: Vinicio Verza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caro Baudo, diciamo che abbiamo detto " quasi "  tutto .... anche perchè, com'è giusto e doveroso che sia, " l'ultima parola " spetta a colui che, giustamente, hai chiamato in ballo, e cioè, il VALIDISSIMO  ... VINICIO  VERZA ... che, incredibile ma vero, non è d'accordo con te ! 

 

Prova a  .giornale leggere e guardare un po' qui ... ca va sans dire  .... se ti va .. e .. se puoi ...........  .ehm ( tratto da " Calcissimo " del  08/09/2016 ) 

 

 

Vinicio Verza
Vinicio Verza

 

 

 

In esclusiva per "Calcissimo Amarcord", l'ex fantasista della JuventusVinicio Verza, racconta il suo gol più bello.

Nella stagione 1978/79 Vinicio Verza mette a segno il gol più bello della Serie A con la maglia della Juventus al Comunale di Torino contro la Fiorentina. Ci descrivi quella prodezza?

"Lancio di Causio dalla destra, stoppai il pallone di petto, saltai Galbiati con un sombrero e senza che la palla toccasse terra, la calciai al volo all'incrocio dei pali. Fu una prodezza straordinaria, premiata alla 'Domenica Sportiva' come miglior gol di quella stagione".

Che sapore ha un gol in una sfida così sentita come quella tra Juventus e Fiorentina?

"Un sapore speciale, perchè quelle contro la Fiorentina non erano mai partite banali, essendo sempre esistito tra i due club un forte antagonismo. Ricordo che una volta i tifosi viola tirarono delle monetine contro il nostro pullman e Benetti andò a raccoglierle, quindi per uno juventino era sempre motivo di grande soddisfazione segnare alla Fiorentina". 

 

 

 

 

uum  che dire ?  UN  ALTRO  FANTASTICO CAPOLAVORO ! 

 

Questo gol me lo ricordavo benissimo : ero allo stadio e mi rimase impresso nella mente  ... tant'è che, quando hai citato Verza sono andato a cercarlo ! 

 

Però, c'è da dire, che anche quello che hai postato tu è una VERA E PROPRIA DELIZIA  ... e non lo nego, ahimè, lo avevo quasi rimosso !

 

Seppur trattasi di marcature totalmente agli antipodi sia per ciò che concerne lo sviluppo .. la preparazione  .. l'esecuzione .... trattasi di 2 GOL FANTASTICI !

 

Nel  gol di Como c'è tutto : velocità .. tecnica .. lucidità ... forza e determinazione ... e soprattutto ... è la " prova provata "  che, salvo che in situazioni in cui 

 

vengono effettuati interventi che vanno ben al di là del deciso ma leale contrasto, il giocatore che subisce il fallo, se veramente lo vuole, può restare in piedi 

 

e proseguire nella sua azione :   Verza, nella sua irresistibile " cavalcata "  verso la porta avversaria subisce 3 interventi assai tosti + 1 da " Killer " .... eppure,

 

neanche per un attimo, ha palesato qualsivoglia remora o titubanza nel corso della suo trionfale incedere verso un gesto da collocare in ambito " Apoteosi Calcistica " . 

 

A questo punto, non sapendo quale scegliere tra i 2 gol .. personalmente opterei per un meritatissimo ... " EX AEQUO "  ....  :tsa:

 

 

E  LA   "   V " ... DI  ...  "  Verza " ... MI  RIMANDA  AD ALTRE  3   "    V "   .... DUE LE RICORDO CON AFFETTO  .... UNA, UN PO' MENO ....  .ehm

 

 

 

Fernando Viola - La nostra serie A negli anni 70 | Facebook     FERNANDO   VIOLA  ( troppo presto e tragicamente scomparso a causa di un incidente ) 

 

 

 

Radiosei - 'DOA' – Vignola: “Juve, la Lazio è l'avversaria ...  BENIAMINO VIGNOLA ( il cosiddetto ... Vice-Platinì )  

 

 

 

 

VERZA  ..... VIGNOLA   ... VIOLA  :  3 giocatori che , più o meno, e ciascuno alla sua maniera, occupavano la stessa zona di campo !

 

Lo fecero con perizia dimostrando buonissime doti ma il fatto di giocare tra le fila di " JUVENTUS " formate da Grandissimi Campioni

 

un po' ne limitò la loro crescita, anche se , ad onor del vero, dopo la parentesi bianconera, fecero assai bene anche altrove !

 

 

 

image.jpeg.a0977e561e0aa05b119e68029402b8e3.jpeg  PIETRO PAOLO VIRDIS  

 

 

NON HA MAI AMATO LA JUVE !  SBAGLIO' LA SOCIETA'  AD INSISTERE PER PORTARLO A TORINO ! 

 

MEGLIO SAREBBE STATO CHE RESTASSE IN SARDEGNA  ... O CHE ANDASSE DIRETTAMENTE A MILANO ... SPONDA ROSSONERA .... SENZA PASSARE

 

PRIMA DA TORINO !  CHE IO SAPPIA ... NESSUN AMANTE DELLA " VECCHIA SIGNORA " LO RICORDA CON AFFETTO E/O SIMPATIA !

 

 

 

Buona notte, Caro Amico ! 

 

 

.salve Stefano 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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4 ore fa, Francesca Einaudi ha scritto:

 

 

Tutte le ombre che volete e le poche luci che ancora più volete. Ma questo video per me deve essere più leggendario di Totti a Roma! :d

questo video è penoso. fossi tifoso del genoa mi vergognerei

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Il 24/4/2020 Alle 00:31, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

 ... sto ancora godendo ..... .ehm

 

 

 

 

........... ;)

Sto ancora godendo per quel goal

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Il 23/4/2020 Alle 02:41, Tarmako78 ha scritto:

Probabile,litigare con quella dirigenza e sopratutto con moggi non era una cosa da nulla

Anche il carattere magari non tostissimo del ragazzo puo darsi non lo abbia aiutato

Peccato,talento ne aveva eccome,davvero un peccato

Seguivo la primavera solo x lui. Bravissimo. Ci avrei scommesse come avrei scommesso su Diego che praticamente vinceva da solo col Werder Brema, sembrava Maradona e poi....

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Il 23/4/2020 Alle 16:10, Sentenza ( il Cattivo) ha scritto:

certo capisco il tuo punto di vista però c'è da dire che la cosa è molto soggettiva, cioè io potrei bere e fumare e non riuscire a correre, tu magari fai lo stesso e corri il doppio ( ho visto alcuni miei compagni di calcetto.. con tutte le dovute proporzioni) dipende molto anche dalla predisposizione naturale 

poi parliamo degli esempi che hai fatto: ronaldihno e ronaldo si sono realizzati davvero al massimo? ok nel caso del secondo c'è stato il doppio infortunio, però molti atleti si riprendono e secondo me entrambi potevano fare molto meglio..

e aggiungo che cmq parliamo di due dei più grandi talenti di sempre, imho, cioè roba da olimpo del calcio, cassano aveva talento ma non cosi tanto.

 

boh per me nel caso di cassano oltre che i vizi pure il carattere eh, cioè questo litigava in primis con se stesso poi con tutto il mondo, sceneggiate in campo come le ho viste fare a lui non le ho mai viste fare a best ronaldihno ecc

Diciamo che, in ogni caso, con i vizi ti dimezzi la carriera, finchè sei giovane puoi anche esagerare e se hai un fisico fuori dal comune in campo rendi comunque, ma poi ti spegni come un cerino, citofonare per esempio ad Adriano, altro che in vizi si è giocato metà carriera e soldi

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  Voglio mandare un assist all'amico Stefano che certo riconoscerà in questa foto una vera meteora nell'iperspazio juventino 

Giuliano Musiello..acquistato giovanissimo nell'estate 73..0 presenze in campionato..qualche apparizione in Coppa Italia e poi una carriera in chiaro scuro tra A e B

 image.png.6e879c38092be5c782ec0106ec424b15.png

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Il 23/4/2020 Alle 01:16, Midsummer Dream ha scritto:

Forse al lungo elenco di promesse non mantenute manca Bruno Nicolé, spalla di Charles e Sivori, detentore del record di più giovane calciatore ad aver segnato in Nazionale.

Amico, per prima cosa grazie per aver letto e per aver lasciato  il tuo contributo !

 

Rispetto ciò che hai scritto, e ci mancherebbe che così non fosse, per ciò che può valere la mia opinione ( in pratica ... poco e/o nulla ) non riesco ad essere in linea Con il tuo pensiero ! 

 

Io che ho vissuto appieno quelle " stagioni " ti posso assicurare che BRUNO NICOLE' assolse appieno e con merito ai suoi compiti .

 

La Juve per acquisire  le prestazioni del giovanissimo talento sborsò al Padova quella che all'Epoca era una cifra assai assai cospicua : ben 70 milioni di lire . 

 

(  Non solo, ai " patavini " diede in prestito il validissimo  danese KURT HAMRIN - allora si potevano tesserare al massimo 2 giocatori stranieri - ed i due " forestieri " che giunsero alla Vecchia Signora, non erano due qualsiasi .. si trattava di tali .. OMAR SIVORI  e JOHN CHARLES  .. non so se   .mmm   mi spiego ; oltretutto, sebbene il Club bianconero stimasse assai le pregiate " doti balistiche " di ...   180px-Kurt_Hamrin.jpg ...  Hamrin , a causa di alcuni ripetuti infortuni alle " caviglie ", in Società iniziò ad insinuarsi il forte dubbio che il danese non fosse affatto affidabile dal punto di vista fisico. A Padova fece BENISSIMO, disputò un CAMPIONATO ESALTANTE, ma la Juve, forse, e sottolineo forse , in maniera troppo frettolosa decise di cederlo, questa volta in maniera definitiva, alla FIORENTINA ! A Firenze, ove restò per 9 stagioni, divenne un " idolo " della tifoseria locale,tant'è che fu soprannominato  " L Uccellino che vola " . Segnò tantissimo ma la vittoria in campionato non giunse mai ( anche se, con i Viola vinse una " Coppa delle Coppe " - una " Mitropa Cup "  - una " Coppa delle Alpi " - due " Coppe Italia " ! A 33 anni si accasò al Milan, e nonostante l'età un po' avanzata,  nel 1967,  33 anni, per un calciatore,  si facevano " sentire " assai più di adesso, riuscì a vincere :  SCUDETTO - COPPA DELLE COPPE - COPPA DEI

CAMPIONI ! Alcuni dei suoi gol nelle coppe si rivelarono poi decisivi e fondamentali in entrambi i Trofei Europei ! Ed infine 2 stagioni a Napoli ed una in Svezia ! Insomma, niente da dire se non  .salve CHAPEAU ! Ribadisco e confermo :  un intimo, profondo, ma nel contempo, malcelato rammarico per non avere avuto l'opportunità di poter godere ed apprezzare le sue qualità indossando la gloriosa " DIVISA BIANCONERA ", sebbene siano passati tanti anni, continuo ad avvertirlo ! Mi sbaglierò, ma,la nostra Società non gestì al meglio quello che può essere definito .... " L' AFFAIRE  ... HAMRIN " ! ) 

 

 

...... e tornando a BRUNO NICOLE' .....  .ehm

 

- Nato nel 1940, centravanti di ruolo, seppur giovanissimo, 16 anni, esordisce in " SERIE - A " nelle file del PADOVA di NEREO ROCCO : da  tutti gli " addetti ai lavori ", nessuno escluso, viene unanimamente riconosciuto come il " MIGLIOR GIOVANE ATTACCANTE DEL CAMPIONATO " .

 

- Attaccante di enormi doti naturali eccelle sia nel tiro .. sia nel breve ma fulmineo scatto ; da contraltare ... una congenita attitudine a metter su peso ed una personalità non proprio di ferro. Va altresì detto che, se tu, in età ancora quasi " puberale " arrivi alla Juve, e nel tuo ruolo naturale, quello di N° 9, ti ritrovi a doverti spostare sulla destra per lasciare spazio ad un GRANDE CAMPIONE DEL CALIBRO DI JOHN CHARLES, volente o nolente, qualche " effetto collaterale ", in qualche maniera, può anche condizionare le tue prestazioni. 

 

- Ciò non toglie che, anche in quel ruolo, seppe destreggiarsi con perizia e fondamentale fu, in quegli anni, il suo apporto alla manovra bianconera :

 

in 6 stagioni, 170 presenze - 61 gol - " 3 SCUDETTI - 2 COPPE ITALIA " . L' Ultima stagione, quella datata 1962/63, " 12 presenze in Campionato - 1 gol " - " 2 presenze in Coppa Italia - 4 gol ",  stagione che faceva seguito al pessimo Campionato 1961/62 ( uno dei peggiori in assoluto della Juventus : si rischiò di finire in " B " , lo score delle ultime 10 partite fu, incredibile ma vero, 1 PAREGGIO - 9 SCONFITTE ) fu quella in cui palese si evidenziò un certo " disagio personale " da parte di Nicolè : ( chissà, forse, chi lo sa , potrebbe aver anche influito il fatto che, del trio BONIPERTI - CHARLES - SIVORI , fosse rimasto solo OMAR ) 

 

- Per farla breve , la Juve cedette Nicolè alla Roma in cambio di Giampaolo Menichelli ( ottima " ala ", fratello del celeberrimo ginnasta Franco Menichelli , plurimedegliato alle Olimpiadi di Roma 1960 - Tokio 1964 - per non parlare delle medaglie vinte agli Europei - Mondiali - Giochi del Mediterraneo : UN GRANDISSIMO ) - la A.S. Roma lo diede in prestito al Mantova - poi tornò alla A.S. ROMA - l'anno successivo alla Sampdoria - e l'ultima stagione fu all'Alessandria - in tutto questo " percorso " post Juve non lasciò nessuna " impronta calcistica " degna d'essere tramandata ai posteri : LA SUA MENTE ERA ORMAI IN TUTT'ALTRE FACCENDE AFFACCENDATA, ED ALL' ETA' DI ANNI 27 DECISE DI LASCIARE IL CALCIO PER INTRAPRENDERE UNA NUOVA VITA ! 

 

 

Da sinistra Nicolè, Boniperti, Charles, Sivori e Stacchini. Dfp

 

 

DA  SX  A  DX : L'INFREDDOLITA ... MA SPETTACOLARE .... OLTRE CHE LETALE ( per gli aversari ) CINQUINA ... .ehm  

 

 

BRUNO NICOLE'    - GIAMPIERO  BONIPERTI   -  JOHN  CHARLES     -  OMAR SIVORI    -   GINO  STACCHINI  ......   .juve   

 

 

27 novembre - 11:01 - MILANO

E’ morto Bruno Nicolè, ala della Juventus a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Aveva 79 anni. Ad annunciarlo con un lungo post su Facebook il figlio Fabio: “Ciao Papà, hai amato lo sport e avevi scelto il calcio, poi hai amato il calcio e scelto lo sport, tutti gli sport. So che lassù sarai felice e potrai condurre il pallone a testa alta, orgoglioso di quello che sei stato e di ciò che hai fatto. Sei stato e sempre sarai per me un modello da seguire in campo e a scuola, con ragazzi e bambini, con uomini e donne, insomma, con tutti coloro che vogliono avvicinarsi a quel pallone cucito a mano che profuma di cuoio... Lui sì, ci legherà per SEMPRE”. 

 

Nicolè, il bel centrattacco che pesava troppo: "Il calcio? Dimenticato"       NICOLE'   &    SIVORI  

 

 

Un cordiale saluto, .salveStefano ! 

 

 

p.s. - Caro Amico, ho appena avuto la fortuna ed il piacere di trovare questo/a  BELLISSIMO/A  " PROFILO - INTERVISTA " di 

BRUNO NICOLE' messo in atto dall'ottimo giornalista/scrittore GIANNI MURA ( R.I.P. ) - Questo articolo è stato pubblicato su

" La Repubblica " del 31/03/2014 ! Se vuoi e se puoi , LEGGILO TUTTO ... NE VALE VERAMENTE LA PENA ! 

 

VICENZA - PER Bruno Nicolè, padovano, classe 1940, si può  partire da un titolo: "Habemus Piolam: Ni-co-lè?". Lo dettò Gianni Brera al Guerino dopo Colombes, nel novembre del '58. Allo stadio di Colombes l'Italia affrontava la Francia in amichevole. Non una Francia qualsiasi, quella terza ai mondiali in Svezia, pochi mesi prima, eliminata in semifinale dal Brasile, ma ancora capace di un 6-3 ai campioni uscenti, i tedeschi, per il terzo posto. Miglior goleador Just Fontaine, 13 reti. Fu lui a pareggiare a 6' dalla fine, perché dopo l'1-0 iniziale di Vincent segnò due gol in pochi minuti (57' e 65') un esordiente in azzurro, bel fisico, capelli ondulati. Nicolè.   "Il primo su angolo battuto da Bean, testa di Galli, il portiere Colonna respinge corto e io la butto entro, sempre di testa. Il secondo: Segato mi passa la palla, prolungo sulla sinistra per Bean che me la ridà sul lato corto dell'area. Appena dentro, destro incrociato, molto forte. Sul 2-1 ho anche preso un palo, forse sarebbe stato il gol più bello. A fine partita un signore mi mette in mano un bigliettino. Grazie a nome di tutti i minatori veneti che lavorano in Francia, c'era scritto".

Il nuovo Piola non dura tanto. A 27 anni ha già chiuso col calcio. Gli restano due record: più giovane marcatore in azzurro (18 anni e 258 giorni) e più giovane capitano della Nazionale (21 anni e 61 giorni). "Fu a Bologna con l'Irlanda del Nord, che ci aveva eliminato nelle qualificazioni per la Svezia. Esordio di Sivori. Giocai con uno stiramentino, come facevo a dire di no?, e poi pagai questa leggerezza. Avevo un fisico imponente ma delicato, e perdipiù se stavo fermo due giorni per infortunio ingrassavo di chili. Un difensore si può dribblare, ma la bilancia no". Storia singolare, quella di Nicolé.

Scandita da quattro periodi: l'attesa, l'affermazione (fin troppo rapida), il declino (fin troppo rapido, a sua volta) e la nuova vita da insegnante di Educazione fisica per una trentina d'anni, in centri del basso Friuli: Prata, Brugnera, Pocenigo, San Quirino. Vive ad Azzano Decimo. E' andato in pensione nel 2001. Resta da spiegare perché questo pezzo sia datato Vicenza. Perché al telefono Nicolè m'aveva detto: "C'è nebbia in questi giorni, posso accorciarle il viaggio e ci vediamo a Vicenza, avevo già deciso di andare a trovare mio figlio". Fabio, il figlio, ha seguito le orme paterne (Isef) e lavora in una società calcistica, la Leodari, che cresce 270 ragazzi.   "Gli unici risultati su cui m'informo sono quelli delle squadre di Fabio. Con tutto il resto del calcio ho chiuso. Non m'interessa, non lo dico per snobbarlo. Non guardo le partite in tv. L'accendo per le Olimpiadi e le Paralimpiadi, per i campionati di atletica, di nuoto, di volley, di basket. Vuole una sintesi? Ho amato lo sport e ho scelto il calcio. Poi ho amato il calcio e scelto lo sport. Tanti anni di insegnamento mi hanno arricchito molto più degli anni dedicati al pallone. Forse la scuola, la cultura erano nel mio destino. La mia prima moglie era insegnante di Lettere, la seconda di Matematica. Delle due figlie, Valentina è psicologa e Silvia ricercatrice in biotecnologie agrovegetali all'università di Padova. Spero non sia costretta ad andare all'estero, ma so che ci sta facendo un pensierino".

L'attesa. "A 14 anni mi ha preso il Padova, mi allenavo sul campo del velodromo Monti. Prima giocavo all'oratorio della Sacra Famiglia. Mi piaceva molto leggere e fare sport. Carlo, mio padre, aveva un'edicola in Ponte Molino, non lontano dalla stazione ferroviaria. Teresa, mia madre, mandava avanti una latteria sotto casa, in via Castelfidardo, vicino al campo d'aviazione. Due obiettivi sensibili, si direbbe oggi. Ricordo che un giorno scoppiarono tutte le finestre di casa, mentre stavamo mangiando. I miei rimasero in città, i figli li mandarono in campagna dai nonni, a Bastia di Rovolon. Tenevo al Toro e a Bartali, ero affascinato dalla voci alla radio: Nicolò  Carosio, Mario Ferretti. Il Toro allora era come la Juve oggi, la squadra più forte, normale che un bambino scegliesse il granata. Dopo Superga, diventai juventino. Facevo corse in bici con gli amici, ero un buon saltatore in alto, se ero libero andavo anche a vedere il Petrarca giocare a rugby. Tenevo anche al Padova, ovviamente, già quello di Luisetto, Curti, Prunecchi. Andavo all'Appiani anche due ore prima della partita, già il profumo dell'erba mi emozionava, e la musica dall'altoparlante. Mio padre era un uomo di città, molto mite. Socialista, corrente Saragat perché Nenni gli sembrava già un po' troppo rosso. Mai messo piede in chiesa, lui. Ma ha lasciato che facessi il chierichetto senza protestare. Mia madre era una donna di campagna, sempre in movimento. Sapeva mungere, fare il formaggio, con una gallina dava da mangiare a un sacco di persone. Al Padova mi porta il mio primo maestro, Mariano Tansini. Intanto, studio. Non si può mai sapere" .

L'affermazione. "Nereo Rocco allenava la prima squadra, quella dei famosi manzi che conquisterà un terzo posto. Capitava che verso sera passasse da via Castelfidardo. La prima volta che me lo son visto davanti sulla porta della latteria, accompagnato dall'oste Cavalca, manca poco che svengo. Cosa beve, signor Rocco? Un caffè, grazie. Niente vino, credo che una presenza femminile lo intimidisse. Venire in visita credo fosse un modo per farmi sentire il suo affetto. Umanamente, nel calcio come Rocco non ho trovato nessuno, ancora oggi mi sento coi suoi figli. Avevo 16 anni quando mi dice di aggregarmi alla prima squadra. Solita domenica: messa al Santo, pranzo da Cavalca, poi all'Appiani a piedi. Penso che mi abbia chiamato per fare esperienza più da vicino, invece appena siamo negli spogliatoi mi dice: Cambiati che giochi. Forse faccio una faccia strana, perché aggiunge: se te lo dicevo ieri non dormivi e adesso saresti uno straccio. In campo, fa' quello che ti senti di fare. Battiamo l'Inter 3-2, gioco piuttosto bene. Gira voce che la Juve sia interessata a me, mi ha segnalato Stivanello. Occhio, se vi gioca contro, ha detto a Nay: ha scatto e tiro. E arriva anche il giorno che a Padova c'è  la Juve. L'avevo vista da tifoso vincere 2-0, gol di Mari e Martino, un argentino incredibile, uno dei miei idoli insieme a Boniperti. Stavolta vince il Padova, segno un gol anch'io su lancio di Rosa, dribblando Nay e Garzena e battendo Romano. Dal campo vedo Boniperti e dico che, con Rivera, è il più forte calciatore italiano che abbia mai visto. Sapeva fare tutto, dal centravanti al mediano".

La Juve, altro che interessata: 70 milioni più il prestito di Hamrin. Nicolè va a Torino, il primo anno da solo, poi lo raggiungeranno i genitori che hanno ceduto le rispettive attività.

"E' una Juve che vuole rilanciarsi alla grande, con Charles e Sivori. Il presidente, Umberto Agnelli, è giovanissimo. Gioco le prime partite con l'8, le altre col 7 che non m'è piaciuto ma non è questione di numeri. E' che non sono mai stato un'ala ma una punta centrale. Devo adattarmi e stare zitto, com'è giusto, perché al centro ci sono due mostri sacri come Sivori e Charles. Boniperti a centrocampo, Stacchini o Stivanello con l'11. Con Boniperti capita di fare le ferie insieme, a Lignano, dove ci s'incontra con Bearzot. Quando torno all'Appiani da avversario, Scagnellato mi fa un'entrata terrificante. Ma Aurelio, sei diventato matto? gli dico in dialetto. E lui, sempre in dialetto: la storia della riga la sai, eri dei nostri. Hai passato la riga. Se al posto tuo c'era mia madre con un'altra maglia buttavo già anche lei. Va be', il primo anno 21 partite zero gol, il secondo mi sblocco con il Napoli e tengo una media decente. Bilancio di quattro campionati: tre scudetti e due Coppe Italia, più una Coppa delle Alpi. Più la Nazionale e la Coppa dei Campioni. Indimenticabile il ritorno al Bernabeu. Loro avevano vinto 1-0 a Torino, noi vinciamo 1-0 con un gol di Sivori. Di Stefano, Puskas, Gento incutevano rispetto solo a vederli. Mi spiace di aver sbagliato un paio di gol, ne avessi segnato almeno uno non avremmo perso nello spareggio a Parigi perché non ci sarebbe stato spareggio. Sola consolazione, essere stati i primi italiani a vincere al Bernabeu".

Il declino. "Da calciatore pensavo molto, forse troppo. Pensavo che eravamo trattati benissimo ma bastava un calcio a un ginocchio per essere fuori da tutto, numeri e basta. Pensavo a Boniperti, diceva che conta solo vincere. Ma non si può vincere sempre. La Juve era cambiata, Agnelli si era dimesso, era arrivato Catella. Mi danno alla Roma in cambio di Menichelli. Una stagione in prestito a Mantova, forse sperando che mi ritrovi in provincia, poi torno a Roma. Presidente Sacerdoti, bravissima persona, e situazione economica sottozero, ma queste cose della colletta di Lorenzo gliele ha già dette Losi. Vinciamo una Coppa Italia, torno in Nazionale, insomma me la cavo ma mi ritrovo alla Samp e dopo pochi mesi in B, all'Alessandria. Avrei dovuto smettere prima, non ho smesso solo per il servizio militare da assolvere come atleta: prima il Car a Orvieto, poi a Bologna. Mi alleno poco ma soprattutto mi vergogno: l'Alessandria mi dà quello che prendevo alla Juve più  quattro milioni di bonus anticipato. Qualcosa mi si è rotto dentro, lo intuisco, poi lo capisco bene. E' il momento di darci un taglio. Ho ritrovato l'entusiasmo da ex, giocando una stagione coi dilettanti del Prata. Campionato vinto, nessuna sconfitta. Il mio bilancio col calcio è in parità, ho avuto sfortune e fortune. Altri solo fortune, altri solo sfortune. Non posso lamentarmi. Forse tutto è  ndato troppo in fretta, forse non ero pronto per una carriera da professionista".

La seconda vita. "Ho insegnato alle elementari, mi chiamavano le maestre per i Giochi della Gioventù, ho insegnato ai disabili, alle medie e negli istituti superiori. Ai ragazzi facevo scrivere temi su come vedevano o volevano lo sport, per conoscerli meglio. Magari uno non sa parlare ma sa scrivere, oppure uno è negato per il calcio ma si diverte col basket, importante è tenere accesa la passione nei ragazzi, non lasciarne uno indietro. Ai docenti di lettere il fatto che il professore di ginnastica desse temi scritti faceva arricciare il naso. Fortuna che il preside mi ha difeso: non è un'invasione di campo, è un appoggio al vostro lavoro. Ho portato a scuola le bocce, la dama, gli scacchi, il tennis da tavolo. Credo nelle scuole dello sport, all'estero ce ne sono da tempo e qui siamo in ritardo, ma a Maniago c'è un liceo scientifico con indirizzo sportivo che mi dà speranza. Conte, Mazzarri, Ventura, lo stesso Mourinho escono dall'Isef. Io a fare l'allenatore non ci ho mai provato, non ne sarei stato capace. Mi piace leggere e scrivere. Guardi, questa è la tessera da giornalista pubblicista. Scrivo i pezzi a mano, sui fogli protocollo. Oggi per denigrare i giornalisti li chiamano giornalai, ma per me giornalaio è una parola che profuma, come fornaio. Mio padre era giornalaio, non edicolante. D'inverno si portava lo scaldino. Apriva alle 5, un'ora di pausa pranzo e tornava in bici, alle 9. Alle 6 sono già sveglio e pronto a uscire per comprare i soliti giornali: Repubblica, che adesso mi dà anche la Nuova, Gazzettino e Messaggero Veneto, perché sto in una zona di frontiera. Posso andare alla stazione di Pordenone o a Portogruaro. Se trovo ancora chiuso, penso a mio padre e m'incazzo. Lo so che si vende sempre meno, ma non riesco a immaginare un mondo senza carta, senza il profumo della carta, senza la bellezza delle pagine sfogliate".

Neanch'io. Per gli amanti del genere segnalo che c'è la foto di Levratto e Nicolè nell'ultima riga di una canzone del Quartetto Cetra intitolata "Che centrattacco", composta nel 1959. Uatap  m uatap  m, cosi faceva l'inizio.

LA CARRIERA
Bruno Nicolè è nato a Padova il 24 febbraio del 1940. Ha debuttato in serie A da sedicenne nel Padova di Rocco e dopo un solo campionato passò alla Juve (a sinistra con Boniperti), dove ha vinto 3 scudetti e 2 Coppe Italia. Dal '63 al '65 ha cambiato 4 squadre: Mantova, Roma (1 Coppa Italia), Sampdoria e Alessandria, dove ha chiuso nel '67, lasciando a soli 27 anni. In Nazionale ha debuttato nel 1958 con la Francia segnando una doppietta. In azzurro è stato il più giovane marcatore e il più giovane capitano: solo 8 presenze.

 

 

 

 

 

 

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16 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

 

Caro Baudo, diciamo che abbiamo detto " quasi "  tutto .... anche perchè, com'è giusto e doveroso che sia, " l'ultima parola " spetta a colui che, giustamente, hai chiamato in ballo, e cioè, il VALIDISSIMO  ... VINICIO  VERZA ... che, incredibile ma vero, non è d'accordo con te ! 

 

Prova a  .giornale leggere e guardare un po' qui ... ca va sans dire  .... se ti va .. e .. se puoi ...........  .ehm ( tratto da " Calcissimo " del  08/09/2016 ) 

 

 

Vinicio Verza
Vinicio Verza

 

 

 

In esclusiva per "Calcissimo Amarcord", l'ex fantasista della JuventusVinicio Verza, racconta il suo gol più bello.

Nella stagione 1978/79 Vinicio Verza mette a segno il gol più bello della Serie A con la maglia della Juventus al Comunale di Torino contro la Fiorentina. Ci descrivi quella prodezza?

"Lancio di Causio dalla destra, stoppai il pallone di petto, saltai Galbiati con un sombrero e senza che la palla toccasse terra, la calciai al volo all'incrocio dei pali. Fu una prodezza straordinaria, premiata alla 'Domenica Sportiva' come miglior gol di quella stagione".

Che sapore ha un gol in una sfida così sentita come quella tra Juventus e Fiorentina?

"Un sapore speciale, perchè quelle contro la Fiorentina non erano mai partite banali, essendo sempre esistito tra i due club un forte antagonismo. Ricordo che una volta i tifosi viola tirarono delle monetine contro il nostro pullman e Benetti andò a raccoglierle, quindi per uno juventino era sempre motivo di grande soddisfazione segnare alla Fiorentina". 

 

 

 

 

uum  che dire ?  UN  ALTRO  FANTASTICO CAPOLAVORO ! 

 

Questo gol me lo ricordavo benissimo : ero allo stadio e mi rimase impresso nella mente  ... tant'è che, quando hai citato Verza sono andato a cercarlo ! 

 

Però, c'è da dire, che anche quello che hai postato tu è una VERA E PROPRIA DELIZIA  ... e non lo nego, ahimè, lo avevo quasi rimosso !

 

Seppur trattasi di marcature totalmente agli antipodi sia per ciò che concerne lo sviluppo .. la preparazione  .. l'esecuzione .... trattasi di 2 GOL FANTASTICI !

 

Nel  gol di Como c'è tutto : velocità .. tecnica .. lucidità ... forza e determinazione ... e soprattutto ... è la " prova provata "  che, salvo che in situazioni in cui 

 

vengono effettuati interventi che vanno ben al di là del deciso ma leale contrasto, il giocatore che subisce il fallo, se veramente lo vuole, può restare in piedi 

 

e proseguire nella sua azione :   Verza, nella sua irresistibile " cavalcata "  verso la porta avversaria subisce 3 interventi assai tosti + 1 da " Killer " .... eppure,

 

neanche per un attimo, ha palesato qualsivoglia remora o titubanza nel corso della suo trionfale incedere verso un gesto da collocare in ambito " Apoteosi Calcistica " . 

 

A questo punto, non sapendo quale scegliere tra i 2 gol .. personalmente opterei per un meritatissimo ... " EX AEQUO "  ....  :tsa:

 

 

E  LA   "   V " ... DI  ...  "  Verza " ... MI  RIMANDA  AD ALTRE  3   "    V "   .... DUE LE RICORDO CON AFFETTO  .... UNA, UN PO' MENO ....  .ehm

 

 

 

Fernando Viola - La nostra serie A negli anni 70 | Facebook     FERNANDO   VIOLA  ( troppo presto e tragicamente scomparso a causa di un incidente ) 

 

 

 

Radiosei - 'DOA' – Vignola: “Juve, la Lazio è l'avversaria ...  BENIAMINO VIGNOLA ( il cosiddetto ... Vice-Platinì )  

 

 

 

 

VERZA  ..... VIGNOLA   ... VIOLA  :  3 giocatori che , più o meno, e ciascuno alla sua maniera, occupavano la stessa zona di campo !

 

Lo fecero con perizia dimostrando buonissime doti ma il fatto di giocare tra le fila di " JUVENTUS " formate da Grandissimi Campioni

 

un po' ne limitò la loro crescita, anche se , ad onor del vero, dopo la parentesi bianconera, fecero assai bene anche altrove !

 

 

 

image.jpeg.a0977e561e0aa05b119e68029402b8e3.jpeg  PIETRO PAOLO VIRDIS  

 

 

NON HA MAI AMATO LA JUVE !  SBAGLIO' LA SOCIETA'  AD INSISTERE PER PORTARLO A TORINO ! 

 

MEGLIO SAREBBE STATO CHE RESTASSE IN SARDEGNA  ... O CHE ANDASSE DIRETTAMENTE A MILANO ... SPONDA ROSSONERA .... SENZA PASSARE

 

PRIMA DA TORINO !  CHE IO SAPPIA ... NESSUN AMANTE DELLA " VECCHIA SIGNORA " LO RICORDA CON AFFETTO E/O SIMPATIA !

 

 

 

Buona notte, Caro Amico ! 

 

 

.salve Stefano 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

..... .salute 

Non è che Verza non è d'accordo con me , è che ,

logicamente , il gol più importante per Lui , juventino di nascita , è stato quello contro la Fiorentina ,

in serie A

&  giocando con la Juventus (mica con il Verona )  ;

SE togliamo quei 2 fattori ( importanti dal punto di vista mediatico per la Sua carriera   ) non c'è paragone tra la prodezza del gol contro il Como dove si scarta 

mezza squadra avversaria e la "palombella" riuscita contro la Fiorentina ( non c'è bisogno di aver giocato a pallone per capirLo ;) ) 

Anche io mi ricordo di quel gol segnato alla Fiorentina , lo vidi alla Domenica Sportiva  quando ogni settimana assegnavano il premio al gol più bello della giornata di Campionato  ,

poi alla fine del Campionato ci fu una edizione speciale della D.S. dove vennero  premiati  i migliori 3 gol del Campionato e quello di Verza vinse il .primo1 .

Altri tempi , .... , secondo me , il periodo di Verza ( la "classe " dal '51 al '60  + o- ) è stata la classe più forte che abbiamo avuto in  italia ( quella che poi ha 

vinto i Mondiali dell'82 battendo il Brasile , l'Argentina  & la Germania  ) , erano tutti fortissimi !! 

Per quanto riguarda le altre 3 "V" , sono d'accordo con Te : Virdis ( che ho visto dal vivo  almeno 5 o 6 volte ) era proprio scarso !! ( e pensare che Boniperti

lo preferì a P.Rossi .doh !! ) ;  poi però a 27/28 anni migliorò molto tanto che lo prese il Milan di Berlusconi . 

.... Salutissimi : Baudo .qualamano

 

 

 

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40 minuti fa, baudolino ha scritto:

..... .salute 

Non è che Verza non è d'accordo con me , è che ,

logicamente , il gol più importante per Lui , juventino di nascita , è stato quello contro la Fiorentina ,

in serie A

&  giocando con la Juventus (mica con il Verona )  ;

SE togliamo quei 2 fattori ( importanti dal punto di vista mediatico per la Sua carriera   ) non c'è paragone tra la prodezza del gol contro il Como dove si scarta 

mezza squadra avversaria e la "palombella" riuscita contro la Fiorentina ( non c'è bisogno di aver giocato a pallone per capirLo ;) ) 

Anche io mi ricordo di quel gol segnato alla Fiorentina , lo vidi alla Domenica Sportiva  quando ogni settimana assegnavano il premio al gol più bello della giornata di Campionato  ,

poi alla fine del Campionato ci fu una edizione speciale della D.S. dove vennero  premiati  i migliori 3 gol del Campionato e quello di Verza vinse il .primo1 .

Altri tempi , .... , secondo me , il periodo di Verza ( la "classe " dal '51 al '60  + o- ) è stata la classe più forte che abbiamo avuto in  italia ( quella che poi ha 

vinto i Mondiali dell'82 battendo il Brasile , l'Argentina  & la Germania  ) , erano tutti fortissimi !! 

Per quanto riguarda le altre 3 "V" , sono d'accordo con Te : Virdis ( che ho visto dal vivo  almeno 5 o 6 volte ) era proprio scarso !! ( e pensare che Boniperti

lo preferì a P.Rossi .doh !! ) ;  poi però a 27/28 anni migliorò molto tanto che lo prese il Milan di Berlusconi . 

.... Salutissimi : Baudo .qualamano

 

 

 

Baudo, 

 

forse, probabilmente in maniera stolta, io insisto e persisto : si tratta di 2 gran gol - COMPLETAMENTI DIVERSI - che meritano un incondizionato  " 10 & LODE " ! 

 

Anche il gesto " TECNICO " del gol contro la FIORENTINA è di altissimo spessore calcistico ! 

 

Diciamo che l'immagine " schiaccia un po' troppo " e non rende appieno l'esatta percezione di quanto rapidi e precisi siano stati il controllo e l'esecuzione ! 

 

Tempo fa ebbi modo e maniera di vedere un altro video con una ripresa un po' più dall'alto ( tanto per intenderci : io ero a metà dei Distinto del Comunale e tutti percepimmo meglio ed appieno che si trattò di un capolavoro ) .... probabilmente è stato " ritirato " da you tube in quanto non riesco più a trovarlo !

 

E venendo a Virdis , oltre alle doti balistiche, c'è un'altra sostanziale differenza tra lui e Gigi Riva

 

RIVA NON DISSE " NO " ALLA JUVE , anzi dichiarò d'essere onorato dell'interessamento della Juve, DISSE " NO " A TUTTE LE ALTRE SQUADRE : VOLEVA RESTARE IN SARDEGNA E FU COERENTE CON SE' STESSO ! L'altro, invece, disse no, prendendo la " scusa " della Sardegna, ma in verità, alla Juve non voleva venire a prescindere ! Poi arrivò  ... ed in pratica, poi, fu tutta una sorta di farsa !

 

Cordialmente, .salveStefano !

 

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Personalmente credevo molto in Giovinco per il post-Del Piero...già Capello ne preannunciò l'ascesa dicendo che lo chiamava spesso per farlo allenare con la prima squadra

 

Comunque la storia più emblematica di sempre per me è quella legata al mancato fenomeno Nikon "El Maestro" Jevtić...se avete tempo e volete romanzarvi in una storia alla Holly e Benji (ma in versione triste, tipo il personaggio di Santana, il famoso cyborg del calcio del manga) date uno sguardo alla vita recente di questo ormai 26enne ex calciatore...

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Il 23/4/2020 Alle 12:23, Damian Saravia ha scritto:

Concordo su Krasic.

Conte per me rimane un grandissimo, ma anche lui ha "bruciato" alcuni giocatori.

 

Conte è un allenatore che basa il suo lavoro su giocatori che danno il 110% verso la direzione che indica lui. Se non li “vede” li elimina. Quest’anno all’Inter non ha avuto remore a eliminare definitivamente Icardi e Naingolan.

Krasic forse a noi nostalgici portava un pizzico di nostalgia verso la zazzera bionda di Pavel ma parliamoci chiaro: non è che si parla di un campione. La storia ha dimostrato che Krasic è cominciato e terminato in pochi anni.

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22 ore fa, robbiegobbo ha scritto:

Vero... infatti erano arrivati entrambi con grandissime aspettative. Di Zavarov però ricordo la lentezza, che anche per ruolo era imbarazzante...

Di Zavarov ricordo che aveva la laurea 😀😀

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Comunque molte meteore alla Juventus ricordo sono stati i terzini sinistri. 
Ne abbiamo avuti di bravissimi ma poi era difficile rimpiazzarli.

Uno su tutti : il brasiliano Athirson.

Arrivo’ nel 2001 dal Flamengo su segnalazione di Sivori a Moggi.

Un fantasma.

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Altro fatto clamoroso fu quando in pieno anni di sofferenza ci trovammo a poter scegliere ( dicono) fra Poulsen e Xabi Alonso. Noi chi prendemmo...?

Ricordiamo che erano anni di una Juventus con una scarpa e una ciabatta, anni in cui i campioni non volevano venire sia per soldi che per post calciopoli. 



Oggi chi si lamenta platealmente contro la società Juventus dovrebbe prendere de fosforo e ricordare.

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10 minuti fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Baudo, 

 

forse, probabilmente in maniera stolta, io insisto e persisto : si tratta di 2 gran gol - COMPLETAMENTI DIVERSI - che meritano un incondizionato  " 10 & LODE " ! 

 

Anche il gesto " TECNICO " del gol contro la FIORENTINA è di altissimo spessore calcistico ! 

 

Diciamo che l'immagine " schiaccia un po' troppo " e non rende appieno l'esatta percezione di quanto rapidi e precisi siano stati il controllo e l'esecuzione ! 

 

Tempo fa ebbi modo e maniera di vedere un altro video con una ripresa un po' più dall'alto ( tanto per intenderci : io ero a metà dei Distinto del Comunale e tutti percepimmo meglio ed appieno che si trattò di un capolavoro ) .... probabilmente è stato " ritirato " da you tube in quanto non riesco più a trovarlo !

 

E venendo a Virdis , oltre alle doti balistiche, c'è un'altra sostanziale differenza tra lui e Gigi Riva

 

RIVA NON DISSE " NO " ALLA JUVE , anzi dichiarò d'essere onorato dell'interessamento della Juve, DISSE " NO " A TUTTE LE ALTRE SQUADRE : VOLEVA RESTARE IN SARDEGNA E FU COERENTE CON SE' STESSO ! L'altro, invece, disse no, prendendo la " scusa " della Sardegna, ma in verità, alla Juve non voleva venire a prescindere ! Poi arrivò  ... ed in pratica, poi, fu tutta una sorta di farsa !

 

Cordialmente, .salveStefano !

 

Concordo sul fatto che Verza fece un gran gol contro la Fiorentina , Lì se non ce l'hai nel sangue non fai quel gesto

mezzo stop tra la coscia ed il petto 

poi invece di tirare subito o al volo opp. di sinistro , correndo il rischio della ribattuta del difensore o di sbagliare il tiro per un destro naturale ,

fai una palombella sperando che Ti esca bene & tiri al volo ,

sono gol che in gergo calcistico si dice : " Gol che riesce solo in allenamento del giovedì " , ... , tipo questo ::

 

 

 

Quello con il Verona , invece , per realizzarLo , oltre ad avere l'istinto/il talento del giocatore vero ,  devi avere il "sacro fuoco del campione "

 & Ti deve andare  tutto liscio fino alla fine  , ... , come questo ::

 

 

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1 ora fa, baudolino ha scritto:

Concordo sul fatto che Verza fece un gran gol contro la Fiorentina , Lì se non ce l'hai nel sangue non fai quel gesto

mezzo stop tra la coscia ed il petto 

poi invece di tirare subito o al volo opp. di sinistro , correndo il rischio della ribattuta del difensore o di sbagliare il tiro per un destro naturale ,

fai una palombella sperando che Ti esca bene & tiri al volo ,

sono gol che in gergo calcistico si dice : " Gol che riesce solo in allenamento del giovedì " , ... , tipo questo ::

 

 

 

Quello con il Verona , invece , per realizzarLo , oltre ad avere l'istinto/il talento del giocatore vero ,  devi avere il "sacro fuoco del campione "

 & Ti deve andare  tutto liscio fino alla fine  , ... , come questo ::

 

 

..... Amico mio , concedimi una premessa

 

- il gol di Verza da te postato, e di cui ti ringrazio, è stato da me celebrato come un " Grandissimo gol "  tanto da metterlo al medesimo livello di quello messo a segno con la Maglia della Juve contro la Fiorentina : su questo non ci piove ... e non vorrei essere stato frainteso ! 

 

.... E poi, detto, tra noi, il gol contro il Como, come coefficiente di difficoltà , è perlomeno pari , se non superiore rispetto a quello messo a segno da Maradona, anche perchè, i difensori inglesi, al di là delle doti tecniche dell'argentino, non è che abbiano poi opposto la dovuta e necessaria " contrapposizione " alla discesa nel N°10 avversario ( assai più determinati mi sono parsi,, invece, i giocatori del Como ) .... oltretutto, non so il perchè, seppur siano passati tanti anni, continuo ad aver la sensazione che il tiro finale verso la porta sia stato " sporcato/toccato " da un giocatore inglese ! 

 

Ciò detto, non ho mai creduto e mai crederò a classifiche  del tipo  :

 

 IL GIOCATORE PIU' FORTE DELLA STORIA DEL CALCIO  -  IL GOL PIù BELLO DELLA STORIA DEL CALCIO   -  LA PARATA PIU' BELLA DELLA STORIA DEL CALCIO .. E VIA DICENDO ! Troppi sono i parametri da prendere in considerazione ... e qui apriremmo un " CAPITOLO INFINITO " ! 

 

.salve Stefano !

 

 

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Il 23/4/2020 Alle 02:33, .ste13. ha scritto:

Dalla storia di Chiumiento traspare un ragazzo molto fragile, non avevo mai sentito questa intervista

 mi fa piacere che tu abbia gradito, e soprattutto, che tu abbia aggiunto un ulteriore " tassello " al tuo, peraltro già ben fornito, bagaglio di  nozioni a tinte bianconere . 

 

Buon proseguimento, .salveStefano !

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