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*Michel le Roi*

Tifare Juventus nel 2023: il valore delle nostre idee e la fiducia nel futuro

Post in rilievo

Tifo Juve dal 1973 quando avevo 4 anni ed i miei zii volevano costringere me ed un mio cugino a tifare per l'Ajax nella finale di Coppa Campioni. Noi per dispetto ovviamente facemmo il contrario, la Juve quella partita la perse, ma in me si accese una sacra passione e voglia di rivincita per la disperazione anche di mio padre all'epoca napoletano convinto e poi convertitosi ai colori bianconeri pur di vedermi felice e tranquillo nei suoi ultimi 10 anni di vita. Fino alla fine forza Juventus.

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Ognuno vive la Juve a modo suo, certo il tifoso per definizione tifa la maglia e segue la squadra nei momenti di difficoltà ma ci sta che la passione, come tutti i sentimenti umani, scemi.

Poi ci sono i plastic fans che arrivano quando la squadra vince, quando c'è il campione che piace, quando c'è l'occasione di sfottere chi tifa altre squadre. 

A me l'unica cosa che dà fastidio sono le crociate e le offese a giocatori e allenatore, sono cose stupide e masochiste che vanno ben oltre il diritto di critica. 

E mi dà anche fastidio chi dice di boicottare stadio e tutto ciò che riguarda la Juve perché non piace l'allenatore o i giocatori. È una cosa davvero triste e non da tifosi, è più dignitoso farsi da parte e non rompere le scatole a chi ha ancora entusiasmo e voglia di tifare.

La Juve è una azienda come tutti i club nel calcio moderno, è giusto che tenga in considerazione anche il pensiero dei tifosi ma senza esserne succube. 

 

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C'è grave scollamento tra tifosi e società. Uno scollamento che a mio avviso non c'è stato nemmeno quando c'erano solo macerie tra il 2009-10 - che reputo il punto più basso della storia della Juve, peggio della serie B.

Scollamento che si è fatto più forte quando c'è stato il grande salto qualche anno fa da semplice SpA dello sport a brand. Diventato ancora più forte dalla cacciata degli ultras dallo Stadium per le note vicende. Il tifoso si riconosce nell'appartenenza e nell'orgoglio e nell'ambiente caldo che gli faccia provare emozioni appunto di appartenenza ad una "razza" anche attraverso figure mitologiche come un Boniperti o Moggi, ora gli pare di star tifando Coca Cola o Motorola. 

È un po' quello che succede al PSG dove fischiano addirittura Messi o da tanti anni al Manchester United con gran parte della tifoseria a cui fa schifo la proprietà e la contestano.
È uno scollamento che finisce per salvare solo pochissimi giocatori che tra l'altro un domani possono anche non vestire più la maglia della Juve essendo professionisti, addirittura vedono quei pochi giocatori in cui ripongono delle speranza vessati dall'allenatore (un'altra figura che ha solo portato divisione nell'ambiente già quando era vincente, figurarsi ora...). È una continua lotta interna da anni tra tifo e società e addirittura dentro la società in cui la squadra è solo la punta dell'iceberg. 

Il tifoso vuole appartenenza e orgoglio, anche se c'è una squadra meno forte in campo - non gli piace la gente accomodante, fredda, calma, che preferisce il silenzio o la battuta sarcastica al posto della presa di posizione. Ai vertici sono andati invece verso un modello che nel calcio non può funzionare imho (non perché sia sbagliato ma perché NON viene accettato): più clienti, più standard, meno peculiarità. 

 

Ora, come diceva un famoso politico del XX secolo, "che fare?"? Rispondo: nulla: ognuno prenda la via che ritiene più opportuna. 

 

O continuare a tifare o smettere.

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L attuale proprietà rappresenta il declino della famiglia, senza più la Fiat si stanno mangiando le ultime spoglie del fu impero economico 

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Tifo Juve dal 1962, avevo 6 anni. Ultimamente sono sempre un tifoso convinto ma in grande confusione. Preoccupato, arrabbiato, deluso ma andrò avanti sperando che le cose migliorino e, per ora, segnali di miglioramento non ne vedo.

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1 ora fa, davjuve ha scritto:

C'è grave scollamento tra tifosi e società. Uno scollamento che a mio avviso non c'è stato nemmeno quando c'erano solo macerie tra il 2009-10 - che reputo il punto più basso della storia della Juve, peggio della serie B.

Scollamento che si è fatto più forte quando c'è stato il grande salto qualche anno fa da semplice SpA dello sport a brand. Diventato ancora più forte dalla cacciata degli ultras dallo Stadium per le note vicende. Il tifoso si riconosce nell'appartenenza e nell'orgoglio e nell'ambiente caldo che gli faccia provare emozioni appunto di appartenenza ad una "razza" anche attraverso figure mitologiche come un Boniperti o Moggi, ora gli pare di star tifando Coca Cola o Motorola. 

È un po' quello che succede al PSG dove fischiano addirittura Messi o da tanti anni al Manchester United con gran parte della tifoseria a cui fa schifo la proprietà e la contestano.
È uno scollamento che finisce per salvare solo pochissimi giocatori che tra l'altro un domani possono anche non vestire più la maglia della Juve essendo professionisti, addirittura vedono quei pochi giocatori in cui ripongono delle speranza vessati dall'allenatore (un'altra figura che ha solo portato divisione nell'ambiente già quando era vincente, figurarsi ora...). È una continua lotta interna da anni tra tifo e società e addirittura dentro la società in cui la squadra è solo la punta dell'iceberg. 

Il tifoso vuole appartenenza e orgoglio, anche se c'è una squadra meno forte in campo - non gli piace la gente accomodante, fredda, calma, che preferisce il silenzio o la battuta sarcastica al posto della presa di posizione. Ai vertici sono andati invece verso un modello che nel calcio non può funzionare imho (non perché sia sbagliato ma perché NON viene accettato): più clienti, più standard, meno peculiarità. 

 

Ora, come diceva un famoso politico del XX secolo, "che fare?"? Rispondo: nulla: ognuno prenda la via che ritiene più opportuna. 

 

O continuare a tifare o smettere.

A mio avviso queste sono dietrologie che non trovano riscontro nei fatti, soprattutto perche' quando la squadra e' entrata in difficolta' quest'anno il supporto c'e' stato eccome.

Il problema sopraggiunge nel momento in cui sconfessi ogni scelta strategica su cui avevi promesso di puntare, dal patrimonio tecnico, alle ambizioni sportive, la superlega e addirittura la strategia giuridica e in un baleno la dirigenza ha cestinato TUTTO quanto.

Oltretutto in questo contesto confermi un allenatore maledetto che ormai e' riconosciuto come un bluff e un pagliaccio da 9 juventini su 10, per non parlare del fatto che costui nell'ultimo periodo ha fatto e detto di tutto per farsi licenziare, senza riuscirci poverino.

In un contesto cosi' qualsiasi cliente ti abbandonerebbe: proponi un prodotto di *, senza prospettive di miglioramento e con un ottica di forte ridimensionamento e il tifoso ti molla perche' gli risulta palese che lo stai prendendo in giro, come dimostrano i prezzi folli degli abbonamenti al netto di un annunciato periodo di austerita' finanziaria.

Io non so come questa proprieta' possa continuare.

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Io ho solo una domanda:

ditemi voi una singola squadra nel mondo dello sport, di qualsiasi sport, venduta per 2 volte dalla sua proprietà

una squadra che non ha visto difeso la propria dignità da chi ne detiene il possesso

 

poi

 

Forza Juve pure stasera che sarà l'ennesima devastazione

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Celebriamo il 2023 con tre su tre!

Ormai i ns obiettivi sono vedere le altre squadre fallire i loro!

Aspettiamo tweet celebrativo della

Juve!

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Ho seguito la Juventus in serie B, nei suoi anni zoppicanti del dopo Lippi e in quelli neri del dopo farsa. L'ho amata nelle finali perse pur annegando nella disperazione. 

Ma mi ha dato tantissimo, anche quando non vinceva. E tanto mi hanno dato i fratelli bianconeri, forum di VS compreso. 

Purtroppo c'è stata e ci sarà sempre dentro di me una vena pessimista. Probabilmente erronea, visto che avere una passione, non solo calcistica ma sportiva in generale, dovrebbe comportare ottimismo. Pensare che il prossimo appuntamento sarà vincente. Viverla quindi con spirito propositivo. 

Ma non ci riesco adesso. Per quello che è la Juve oggi, per quella che è stata la sua parabola discendente negli ultimi 6 anni, non vedo spiragli positivi nell'immediato.

Sarà il mio personale bias di conferma, ma non ci posso fare niente. 

Nonostante tutto, forza Juve! 

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Negli ultimi anni vedere le partite della juve è stato tossico. Dopo anni e anni in cui non mi sono perso un minuto quest' anno ho guardato solo un paio di partite di campionato, un paio di champions e un 2-3 di europa league, ed è andata molto meglio. 

Il prossimo anno punto allo 0, potrei ripensarci solo se vanno via : allegri, e gli ex giocatori bonucci, sandro, Cuadrado e de sciglio (però potrei sopportare un allenatore che li releghi in tribuna dalla prima all' ultima giornata..... anzi no perchè sottraggono posti ad eventuali spettatori paganti).

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Sarebbe ora di tifare come si deve o lasciare...inutile dire che abbiamo la tifoseria piu Grande d'italia quando di fatto abbiamo la tifoseria piu brutto, scarsa, vomitevole d'europa...anzi del mondo...a volte mi odio per tifare questi colori sin da bambino.

 

Una tifoseria Vera si fa sentire allo stadio...si fa rispettare al di fuori..e sopratutto alza la voce e quando la alza ci sono effetti...

 

 

Ci hanno buttato in b e 4 gatti a protestare...ci hanno indagato un anno tolto punti, ridati, ma i fenomeni da tastiera (includo me stesso eeh), con hashtag disdettadazn blabla ma Mai dico Mai un evento con 250 mila persone davanti alla sede della figc, ma neanche allo Stadio una coreagrafia da andare virale...niente...il nulla assoluto...

 

Ora ce la paura di Dover proseguire un altro anno con quel essere in panchina...non dico di bruciargli la macchina o la casa ma un po di odio si dovrebbe far sentire..forse la paura lo manderebbe via...ma almeno una mass protest davanti alla sede o lui o noi...

 

Ma nulla... nessuna tifoseria al mondo si Mette cosi a pecora come noi

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19 ore fa, nedved666 ha scritto:

La Juve è una azienda come tutti i club nel calcio moderno, è giusto che tenga in considerazione anche il pensiero dei tifosi ma senza esserne succube. 

 

La Juve non è interessata al pensiero dei tifosi, ma è interessata eccome al pensiero dei clienti…e se io devo essere considerato un cliente allora mi sento in dovere di esprimere in modo civile la mia insoddisfazione.

 

Penso che nessuno possa biasimarmi se decidessi di non spendere più un centesimo fintanto che il prodotto offerto sia di qualità così scadente e non conforme ai miei gusti.

 

Tifoso sempre, cliente solo se mi piace il prodotto.

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Mi sfugge di cosa dovrei essere orgoglioso a tifare Juventus

 

La porcata Super Lega, l'ossessione per un non allenatore come Allegri, mercati psicopatici, la totale inesistenza di una volontà di provare a vincere qualcosa che non sia il solito ennesimo scudetto di cui abbiamo la bacheca stracolma o vedere i primi quattro posti come massimo risultato di una stagione calcistica

 

Una società inesistente, una squadra messa sempre peggio e un totale disinteresse a invertire la rotta

 

In questo momento tifo la Juventus, ma tifo soprattutto un reset globale che riazzerri tutto e ci faccia ripartire. A partire dalla vendita della squadra

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15 ore fa, davjuve ha scritto:

C'è grave scollamento tra tifosi e società. Uno scollamento che a mio avviso non c'è stato nemmeno quando c'erano solo macerie tra il 2009-10 - che reputo il punto più basso della storia della Juve, peggio della serie B.

Scollamento che si è fatto più forte quando c'è stato il grande salto qualche anno fa da semplice SpA dello sport a brand. Diventato ancora più forte dalla cacciata degli ultras dallo Stadium per le note vicende. Il tifoso si riconosce nell'appartenenza e nell'orgoglio e nell'ambiente caldo che gli faccia provare emozioni appunto di appartenenza ad una "razza" anche attraverso figure mitologiche come un Boniperti o Moggi, ora gli pare di star tifando Coca Cola o Motorola. 

È un po' quello che succede al PSG dove fischiano addirittura Messi o da tanti anni al Manchester United con gran parte della tifoseria a cui fa schifo la proprietà e la contestano.
È uno scollamento che finisce per salvare solo pochissimi giocatori che tra l'altro un domani possono anche non vestire più la maglia della Juve essendo professionisti, addirittura vedono quei pochi giocatori in cui ripongono delle speranza vessati dall'allenatore (un'altra figura che ha solo portato divisione nell'ambiente già quando era vincente, figurarsi ora...). È una continua lotta interna da anni tra tifo e società e addirittura dentro la società in cui la squadra è solo la punta dell'iceberg. 

Il tifoso vuole appartenenza e orgoglio, anche se c'è una squadra meno forte in campo - non gli piace la gente accomodante, fredda, calma, che preferisce il silenzio o la battuta sarcastica al posto della presa di posizione. Ai vertici sono andati invece verso un modello che nel calcio non può funzionare imho (non perché sia sbagliato ma perché NON viene accettato): più clienti, più standard, meno peculiarità. 

 

Ora, come diceva un famoso politico del XX secolo, "che fare?"? Rispondo: nulla: ognuno prenda la via che ritiene più opportuna. 

 

O continuare a tifare o smettere.

Questo discorso vale solo per una parte del tifo juventino.

 

Il punto è che la dirigenza può essere pure fredda, distaccata, senza sbraitare o trascinare orde di tifosi inferociti con la bava alla bocca al suon di "querelo tutti", ma può farsi comunque rispettare da tutti perché semplicemente sta lavorando bene. Tra l'altro il modo con cui Moggi interpretava la figura del dirigente juventino a me non piaceva proprio per niente. Mi sono sentito "rappresentato" come tifoso (se può aver senso un discorso simile, forse non ha nemmeno molto senso) solo dall'aplomb di Boniperti. Alla fine Marotta era molto più simile a Boniperti di Moggi, per cui ai miei occhi era una figura nettamente più credibile per il ruolo che ricopriva. Ma resta sempre un discorso marginale, sono stati grandi dirigenti per quello che hanno costruito e vinto.

Detto questo i dirigenti non devono piacere ai tifosi, devono farsi rispettare per come dirigono la società e chi lavora bene è sempre rispettato.

 

 

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Il 9/6/2023 Alle 21:10, *Michel le Roi* ha scritto:

Queste alte percentuali non fanno altro che crearci un'illusione: quella di sentirci in competizione con i professionisti. Basterebbe scaricare il cv di qualsiasi dirigente e confrontarlo con il proprio per far scemare questa illusione, ma il fatto di indovinare che Arthur avrebbe fallito mentre un dirigente professionista decide di puntarci ci illude di poter competere con le sue conoscenze, quando invece dovrebbe farci capire che, se un professionista che valuta un milione di dati può prendere una decisione sbagliata, noi che possiamo valutarne una decina non dovremmo neanche provarci. Perché il bello qui non è dividersi tra chi dice "farà bene" e chi dice "farà male" ma andare a studiare quali sono i parametri valutati da quel dirigente e in generale quale è stato il processo decisionale che ha portato a quella conclusione.

Condivido tutto tranne che questa parte.

Un tempo anche io la pensavo così ma i fatti dimostrano altro. I giocatori li compriamo in parte in ottica finanziaria (plusvalenze e parametri zero) in parte strapagando il giovane di turno che ha fatto bene in una stagione. quello che manca è evidentemente la competenza nel costruire la squadra in maniera organica ( di lì il mister aziendalista). A questo ci aggiungo anche il sistema delle rate che a breve manderà gambe all' aria molte famiglie  che non è sostenibile neanche per una azienda.

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16 ore fa, davjuve ha scritto:

C'è grave scollamento tra tifosi e società. Uno scollamento che a mio avviso non c'è stato nemmeno quando c'erano solo macerie tra il 2009-10 - che reputo il punto più basso della storia della Juve, peggio della serie B.

Scollamento che si è fatto più forte quando c'è stato il grande salto qualche anno fa da semplice SpA dello sport a brand. Diventato ancora più forte dalla cacciata degli ultras dallo Stadium per le note vicende. Il tifoso si riconosce nell'appartenenza e nell'orgoglio e nell'ambiente caldo che gli faccia provare emozioni appunto di appartenenza ad una "razza" anche attraverso figure mitologiche come un Boniperti o Moggi, ora gli pare di star tifando Coca Cola o Motorola. 

È un po' quello che succede al PSG dove fischiano addirittura Messi o da tanti anni al Manchester United con gran parte della tifoseria a cui fa schifo la proprietà e la contestano.
È uno scollamento che finisce per salvare solo pochissimi giocatori che tra l'altro un domani possono anche non vestire più la maglia della Juve essendo professionisti, addirittura vedono quei pochi giocatori in cui ripongono delle speranza vessati dall'allenatore (un'altra figura che ha solo portato divisione nell'ambiente già quando era vincente, figurarsi ora...). È una continua lotta interna da anni tra tifo e società e addirittura dentro la società in cui la squadra è solo la punta dell'iceberg. 

Il tifoso vuole appartenenza e orgoglio, anche se c'è una squadra meno forte in campo - non gli piace la gente accomodante, fredda, calma, che preferisce il silenzio o la battuta sarcastica al posto della presa di posizione. Ai vertici sono andati invece verso un modello che nel calcio non può funzionare imho (non perché sia sbagliato ma perché NON viene accettato): più clienti, più standard, meno peculiarità. 

 

Ora, come diceva un famoso politico del XX secolo, "che fare?"? Rispondo: nulla: ognuno prenda la via che ritiene più opportuna. 

 

O continuare a tifare o smettere.

Quoto col sangue.

La Juve è morta, ad oggi. 

 

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per qualche ragione, ho fiducia nella prossima stagione.

mi aspetto che i giovani emersi quest'anno consolidino il rendimento e che ne arrivino di nuovi dalla nextgen.

mi aspetto che con una squadra più giovane e con più gamba, allegri o chi per lui sia in grado di dare un gioco più aggressivo e competere per un posto cl, magari qualcosa in più.

quello che non mi aspetto è un campionato regolare, i nostri nemici non si fermeranno e ancora occupano posti di potere importanti.

la società ha cercato di limitare i danni, con successo, ma mi aspetto che la prossima stagione torni all'offensiva, magari grazie al pronunciamento della corte europea.

 

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Il 9/6/2023 Alle 21:10, *Michel le Roi* ha scritto:

La Juventus per me è una fede,

Lo dovrebbe essere per tutti, tifare Juve non è una scelta, ma molto di più.

 

Quelli che "mi dedicherò ad altro" o "c'è altro nella vita" fanno sorridere.

Hanno capito poco o nulla, essere tifosi è un'altra cosa.

Non si tratta di dare patenti ma semplicemente di prendere consapevolezza di quello che siamo.

 

L emotività del momento porta a reazioni eccessive, francamente anche un po' infantili.

Sono certo che, individuati il Marotta ed il Conte della situazione, la Juventus tornerà a ricostruire e vincere.

Fede.

Il problema è il tempo che ci vorrà, ogni stagione senza titoli è una sofferenza insopportabile.

Speriamo facciano presto.

 

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A livello concettuale condivido ogni pensiero del post iniziale.

Nello specifico io mi sento abbastanza demoralizzato poiché essendo di vecchia data, avendo vissuto la Juve di Boniperti presidente e Platini col 10, faccio fatica a accettare la gestione john elkann (minuscolo voluto). Pur con tutti gli errori che ha fatto, avrei preferito continuare con Andrea Agnelli, vedere Calvo che parla come Secco e Scanavino che sembra un nuovo Cobolli, e sapere che l'anno prossimo ci saranno ancora loro mi dà la nausea. Ora che è saltato definitivamente pure il sogno superlega, e restiamo immersi nella Serie (m&rd)A, mi passa proprio la fantasia di seguire la prossima stagione.

Beninteso che il tifo rimane comunque: quando si tifa una squadra per decenni è impossibile smettere.

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