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Lev

[Topic Unico] L'Angolo del Guru

Post in rilievo

Il 13/11/2025 Alle 18:06, golditrezegol ha scritto:

Se vogliono atta è perché impacchettano Mckennie a gennaio per non perderlo a zero. 

Sarebbe anche giunta l'ora di tormare a comprare i migliori talenti di A a prezzi decenti come avveniva anni fa .ok

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34 minuti fa, tantra ha scritto:

Questo è un Locatelli di 18 anni .

 

Praticamente un recupera palloni 

 

Poi ci devi mettere il regista a fianco 

Oppure un trequartista .uhm

 

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22 minuti fa, Schizo ha scritto:

Se mi permettete vorrei un'attimo commentare alcune affermazioni di Comolli, fatte nella sua ultima intervista.

 

Innanzitutto partiamo da questa:

 

"Trascorro il 30% del mio tempo pensando alla cultura del club, perché penso che non si raggiungano risultati senza una cultura. Ho chiesto a Matuidi e Trezeguet, per citarne alcuni, quale sia il dna della Juve. Tutti rispondono nello stesso modo: "Vincere". La cultura è qualcosa di diverso, è costruita dal basso verso l'alto. Abbiamo avuto un grande meeting questa mattina per capire quale sia la nostra cultura. Ho detto a tutti "voi decidete chi siamo, io posso dare qualche linea di indirizzo, ma la cultura si decide dal basso". La cultura sono i valori del club".

 

Personalmente, sono felice che per l'ennesima volta Comolli abbia confermato che sia un manager culture-driven. E'un discorso che non ho mai sentito fare ai suoi predecessori (Paratici, Arrivabene, Giuntoli), e filosoficamente parlando mi trova d'accordissimo. Qualche settimana fa tralatro, avevo scritto un post dove sottolineavo che i termini "cultura" e "migliorare" devono essere i termini-chiave nel linguaggio dell'ambiente bianconero per una risalita della Juve.

 

Pero la filosofia va trasformata in realta calcistica e su questo Comolli verra valutato col tempo.

 

Passiamo adesso pero al suo punto forte, cioe l'utilizzo dei dati, perche qui e'dove mi trova in forte disaccordo.

 

Strategicamente parlando, dalle sue affermazioni si puo intuire secondo me, che Comolli utilizza i dati in termini descrittivi dell'evoluzione del calcio. Cioe, i dati descrivono qual'e' l'evoluzione attuale del calcio, e poi si prova a seguirla. Ed e'qui che sta il grave errore secondo me. L'evoluzione del calcio non va seguita (siccome non e' delle migliori possibili), ma i dati devono essere utilizzati per identificare le "loopholes" di tale evoluzione e poi sfruttarle a proprio favore, strategia ben diversa da quella applicata da Comolli. E faro alcuni esempi pratici per evidenziare le differenze tra le due strategie usando alcune affermazioni del francese.

 

Cominciamo da questa:

 

"Parlando di campo, al Tolosa vietavamo cross e tiri da lontano".

 

Qui, Comolli ragiona sul lato descrittivo dei dati per quanto riguarda l'evoluzione del calcio moderno. Perche:

 

- Negli ultimi 15 anni i tiri da lontano sono diminuiti in media? Assolutamente si!

- Negli ultimi 15 anni i cross sono diminuiti in media? Si, per quanto riguarda i cross dal fondo, mentre per i cross in generale il discorso si complica, ma siccome non e'questo l'argomento principale e per semplificare le discussione, diciamo di si.

 

Quindi, a livello strategico segue l'evoluzione del calcio e secondo lui la conclusione utilte e'quella di vietare azioni del genere.

 

Mentre se si usa la strategia delle "loopholes", si arriva a conclusioni diverse.

 

Prendiamo per esempio i tiri da lontano. La loophole puo essere evidenziata quando i tiri da lontano non vengono interpretati esclusivamente come una forma di finalizzazione, ma anche come una forma di rifinitura (ad esempio il gol di Van de Beek a Torino nella partita contro l' Ajax), il che significa che quando si valutano i loro dati si deve prendere in considerazione anche la pericolosita dell'azione conseguente al tiro (tra i 2-5 secondi dopo) o la nascita di un azione favorevole (calcio d'angolo o rigore).

 

Passiamo adesso ai cross. Qual'e' la loophole di questa situazione di gioco? La loophole dei cross riguarda una situazione di gioco indiretta, cioe il tiro di prima su seconda azione. Ad essere precisi non l'azione di per se, ma l'opportunita che ha il calciatore di esprimere la propria creativita. La creativita rimane una delle caratteristiche principali che fanno la differenza in qualsiasi era calcistica. E i tiri di prima su seconda azione (che nella loro stramaggioranza nascono su cross, basta vedere i gol dell' Inter contro di noi in questa stagione) sono una delle poche opportunita dove il calciatore puo eseguire uno schema motorio "novel", siccome sono situazioni di gioco dove l'ambiente non e'mai uguale (velocita/traiettoria della palla, posizionamento difensori, corsa del battitore etc.). Quindi no, non si vietano situazioni di gioco dove il calciatore puo esprimere la propria creativita, e fidatevi che stanno diminuendo sempre di piu (e state attenti che dopo i cross e i tiri da fuori, sta arrivando il turno dei dribbling).

 

Un altro esempio nasce da una sua affermazione sui giovani:

 

"Il passo successivo è usare i dati meglio nel settore giovanile, per capire chi ce la farà, come prevenire gli infortuni o l'utilizzo eccessivo dei giocatori. Nel calcio, per esempio, storicamente si reclutano giocatori nati nella prima parte dell'anno ma i dati dicono che chi ce la fa spesso è nato nella parte finale dell'anno. È così stupido. Al Tolosa, noi per scelta reclutavamo molti giovani nati dopo il mese di agosto".

 

Di nuovo, una frase che descrive l'evoluzione del calcio, anzi ad essere precisi con la frase "storicamente si reclutano giocatori nati nella prima parte dell'anno" Comolli fa riferimento al relative age effect (RAE) che e'un bias globale nella selezione dei giovani calciatori, presente nella maggioranza delle federazioni calcistiche. Quindi, Comolli vuole creare un criterio di selezione sostituendo un bias con il contro-bias? Questa cosa sinceramente non l'ho capita.

 

O ad esempio, rimanedo sul tema giovani, i dati dell'evoluzione del calcio ci dicono che dal 2010 al 2025 la media dell'altezza dei calciatori selezionati e' salita da 182.2 cm a 183.0 cm, quindi si da sempre maggiore importanza alla fisicita del giocatore. Dobbiamo per forza seguire questo trend o sfruttare la loophole che ci offre?

 

Mentre gli altri scelgono le mezzali alte di 1.90, tu cerchi i Xavi, i Pirlo etc.

Mentre gli altri cercano il centravantone alto e grosso, tu cerchi i Romario, i Thomas Muller, gli Inzaghi etc.

 

e lasciamo ai Narcisisti-Modernisti le spiegazioni auto-illusorie di come i secondi non sono adatti al loro Calcio Moderno.

 

Concordo pero su una cosa con Comolli per quanto riguarda il lato strategico delle cose. Posto la seguente affermazione:

 

"La relazione tra management e allenatore spesso è il grande ostacolo, il punto in cui si rompe. Serve un ponte, una persona che abbia la conoscenza dei dati e parli il linguaggio del coach. Se c'è questa persona e un allenatore è aperto, il ponte funziona. Altrimenti no".

 

Qui, Comolli ha ragionissima, ed ha identificato la problematica principale che esiste nelle realte calcistiche odierne. Secondo me, per avere un dipartimento data science competitivo servono tre figure professionali:

  • Data Analyst: e'quello che si occupa di manipolare e interpretare i dati.
  • Computational Analyst: e'quello che si occupa di sviluppare i modelli e sceglieri gli algoritmi da utilizzare nei vari sotto-processi. Ad essere sinceri, questa figura e'rara nel mondo calcistico, ma secondo me e'necessaria siccome personalmente sono un advocate delle soluzioni custom, perche non ritengo che in questo periodo storico ci sono soluzioni globali (one size fits all) a livello di prodotto. Ma da come ha parlato in passato Sarri, credo che la Juve utilizzi prodotti finiti in questo caso, cosa errata secondo me.
  • Figura Ponte: e'la figura alla quale fa riferimento Comolli. La problematica principale e'quella del "lost in translation" dal settore specifico della data science a quello pratico dello staff tecnico e allenatore. Ad esempio, una figura professionale che puo fare da ponte, secondo me puo essere un match-analyst (quindi uomo di calcio), ma con un passato in informatica e/o matematica (laurea in una delle due materie).

 

Concludo (scusandomi coi pochi sopravissuti al mio lungo post) dicendo che filosoficamente sono d'accordo con Comolli, strategicamente pero no. Ripeto, l'evoluzione del calcio non va seguita, ma vanno sfruttate le loopholes di essa, a mio modestissimo parere.

l’evoluzione del calcio sono gli sceicchi… prendiamo uno sceicco ed abbiamo risolto sefz

 

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22 minuti fa, Schizo ha scritto:

Se mi permettete vorrei un'attimo commentare alcune affermazioni di Comolli, fatte nella sua ultima intervista.

 

Innanzitutto partiamo da questa:

 

"Trascorro il 30% del mio tempo pensando alla cultura del club, perché penso che non si raggiungano risultati senza una cultura. Ho chiesto a Matuidi e Trezeguet, per citarne alcuni, quale sia il dna della Juve. Tutti rispondono nello stesso modo: "Vincere". La cultura è qualcosa di diverso, è costruita dal basso verso l'alto. Abbiamo avuto un grande meeting questa mattina per capire quale sia la nostra cultura. Ho detto a tutti "voi decidete chi siamo, io posso dare qualche linea di indirizzo, ma la cultura si decide dal basso". La cultura sono i valori del club".

 

Personalmente, sono felice che per l'ennesima volta Comolli abbia confermato che sia un manager culture-driven. E'un discorso che non ho mai sentito fare ai suoi predecessori (Paratici, Arrivabene, Giuntoli), e filosoficamente parlando mi trova d'accordissimo. Qualche settimana fa tralatro, avevo scritto un post dove sottolineavo che i termini "cultura" e "migliorare" devono essere i termini-chiave nel linguaggio dell'ambiente bianconero per una risalita della Juve.

 

Pero la filosofia va trasformata in realta calcistica e su questo Comolli verra valutato col tempo.

 

Passiamo adesso pero al suo punto forte, cioe l'utilizzo dei dati, perche qui e'dove mi trova in forte disaccordo.

 

Strategicamente parlando, dalle sue affermazioni si puo intuire secondo me, che Comolli utilizza i dati in termini descrittivi dell'evoluzione del calcio. Cioe, i dati descrivono qual'e' l'evoluzione attuale del calcio, e poi si prova a seguirla. Ed e'qui che sta il grave errore secondo me. L'evoluzione del calcio non va seguita (siccome non e' delle migliori possibili), ma i dati devono essere utilizzati per identificare le "loopholes" di tale evoluzione e poi sfruttarle a proprio favore, strategia ben diversa da quella applicata da Comolli. E faro alcuni esempi pratici per evidenziare le differenze tra le due strategie usando alcune affermazioni del francese.

 

Cominciamo da questa:

 

"Parlando di campo, al Tolosa vietavamo cross e tiri da lontano".

 

Qui, Comolli ragiona sul lato descrittivo dei dati per quanto riguarda l'evoluzione del calcio moderno. Perche:

 

- Negli ultimi 15 anni i tiri da lontano sono diminuiti in media? Assolutamente si!

- Negli ultimi 15 anni i cross sono diminuiti in media? Si, per quanto riguarda i cross dal fondo, mentre per i cross in generale il discorso si complica, ma siccome non e'questo l'argomento principale e per semplificare le discussione, diciamo di si.

 

Quindi, a livello strategico segue l'evoluzione del calcio e secondo lui la conclusione utilte e'quella di vietare azioni del genere.

 

Mentre se si usa la strategia delle "loopholes", si arriva a conclusioni diverse.

 

Prendiamo per esempio i tiri da lontano. La loophole puo essere evidenziata quando i tiri da lontano non vengono interpretati esclusivamente come una forma di finalizzazione, ma anche come una forma di rifinitura (ad esempio il gol di Van de Beek a Torino nella partita contro l' Ajax), il che significa che quando si valutano i loro dati si deve prendere in considerazione anche la pericolosita dell'azione conseguente al tiro (tra i 2-5 secondi dopo) o la nascita di un azione favorevole (calcio d'angolo o rigore).

 

Passiamo adesso ai cross. Qual'e' la loophole di questa situazione di gioco? La loophole dei cross riguarda una situazione di gioco indiretta, cioe il tiro di prima su seconda azione. Ad essere precisi non l'azione di per se, ma l'opportunita che ha il calciatore di esprimere la propria creativita. La creativita rimane una delle caratteristiche principali che fanno la differenza in qualsiasi era calcistica. E i tiri di prima su seconda azione (che nella loro stramaggioranza nascono su cross, basta vedere i gol dell' Inter contro di noi in questa stagione) sono una delle poche opportunita dove il calciatore puo eseguire uno schema motorio "novel", siccome sono situazioni di gioco dove l'ambiente non e'mai uguale (velocita/traiettoria della palla, posizionamento difensori, corsa del battitore etc.). Quindi no, non si vietano situazioni di gioco dove il calciatore puo esprimere la propria creativita, e fidatevi che stanno diminuendo sempre di piu (e state attenti che dopo i cross e i tiri da fuori, sta arrivando il turno dei dribbling).

 

Un altro esempio nasce da una sua affermazione sui giovani:

 

"Il passo successivo è usare i dati meglio nel settore giovanile, per capire chi ce la farà, come prevenire gli infortuni o l'utilizzo eccessivo dei giocatori. Nel calcio, per esempio, storicamente si reclutano giocatori nati nella prima parte dell'anno ma i dati dicono che chi ce la fa spesso è nato nella parte finale dell'anno. È così stupido. Al Tolosa, noi per scelta reclutavamo molti giovani nati dopo il mese di agosto".

 

Di nuovo, una frase che descrive l'evoluzione del calcio, anzi ad essere precisi con la frase "storicamente si reclutano giocatori nati nella prima parte dell'anno" Comolli fa riferimento al relative age effect (RAE) che e'un bias globale nella selezione dei giovani calciatori, presente nella maggioranza delle federazioni calcistiche. Quindi, Comolli vuole creare un criterio di selezione sostituendo un bias con il contro-bias? Questa cosa sinceramente non l'ho capita.

 

O ad esempio, rimanedo sul tema giovani, i dati dell'evoluzione del calcio ci dicono che dal 2010 al 2025 la media dell'altezza dei calciatori selezionati e' salita da 182.2 cm a 183.0 cm, quindi si da sempre maggiore importanza alla fisicita del giocatore. Dobbiamo per forza seguire questo trend o sfruttare la loophole che ci offre?

 

Mentre gli altri scelgono le mezzali alte di 1.90, tu cerchi i Xavi, i Pirlo etc.

Mentre gli altri cercano il centravantone alto e grosso, tu cerchi i Romario, i Thomas Muller, gli Inzaghi etc.

 

e lasciamo ai Narcisisti-Modernisti le spiegazioni auto-illusorie di come i secondi non sono adatti al loro Calcio Moderno.

 

Concordo pero su una cosa con Comolli per quanto riguarda il lato strategico delle cose. Posto la seguente affermazione:

 

"La relazione tra management e allenatore spesso è il grande ostacolo, il punto in cui si rompe. Serve un ponte, una persona che abbia la conoscenza dei dati e parli il linguaggio del coach. Se c'è questa persona e un allenatore è aperto, il ponte funziona. Altrimenti no".

 

Qui, Comolli ha ragionissima, ed ha identificato la problematica principale che esiste nelle realte calcistiche odierne. Secondo me, per avere un dipartimento data science competitivo servono tre figure professionali:

  • Data Analyst: e'quello che si occupa di manipolare e interpretare i dati.
  • Computational Analyst: e'quello che si occupa di sviluppare i modelli e sceglieri gli algoritmi da utilizzare nei vari sotto-processi. Ad essere sinceri, questa figura e'rara nel mondo calcistico, ma secondo me e'necessaria siccome personalmente sono un advocate delle soluzioni custom, perche non ritengo che in questo periodo storico ci sono soluzioni globali (one size fits all) a livello di prodotto. Ma da come ha parlato in passato Sarri, credo che la Juve utilizzi prodotti finiti in questo caso, cosa errata secondo me.
  • Figura Ponte: e'la figura alla quale fa riferimento Comolli. La problematica principale e'quella del "lost in translation" dal settore specifico della data science a quello pratico dello staff tecnico e allenatore. Ad esempio, una figura professionale che puo fare da ponte, secondo me puo essere un match-analyst (quindi uomo di calcio), ma con un passato in informatica e/o matematica (laurea in una delle due materie).

 

Concludo (scusandomi coi pochi sopravissuti al mio lungo post) dicendo che filosoficamente sono d'accordo con Comolli, strategicamente pero no. Ripeto, l'evoluzione del calcio non va seguita, ma vanno sfruttate le loopholes di essa, a mio modestissimo parere.

.chebotta

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Il 13/11/2025 Alle 18:06, golditrezegol ha scritto:

Se vogliono atta è perché impacchettano Mckennie a gennaio per non perderlo a zero. 

Non accetterà mai il trasferimento .ghgh

 

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1 ora fa, Kandinskij ha scritto:

Tutta gente navigata, con esperienza e vittorie alle spalle, capaci di portarsi dietro la squadra quando le cose vannno male.

Perché dovrebbero andar male sempre? E allora chi prendiamo se non giocatori tecnici? I Vitinha già affermati dubito vengano da noi, da noi ci vengono gli esperti scarsi tecnicamente forse ma quelli già li abbiamo 

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4 minuti fa, Tenente Colombo ha scritto:

Perché dovrebbero andar male sempre? E allora chi prendiamo se non giocatori tecnici? I Vitinha già affermati dubito vengano da noi, da noi ci vengono gli esperti scarsi tecnicamente forse ma quelli già li abbiamo 

Cosa c'entra la tecnica con l'età? A Modric manca la tecnica? A me pare evidentissimo che una squadra per funzionare ha bisogno (anche) di giocatori esperti e di personalità. Guardati il video in cui Tevez parla del primo allenamento alla Juventus...Tevez, non Frcazzidavelletri diciottenne.

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2 ore fa, baggio18 ha scritto:

Zhegrova in forma mi sembra gran lunga di livello superiore a Conceicao 

Lo penso anche io benché non mi convinca ancora al 100%

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1 hour ago, Schizo said:

Se mi permettete vorrei un'attimo commentare alcune affermazioni di Comolli, fatte nella sua ultima intervista.

 

Innanzitutto partiamo da questa:

 

"Trascorro il 30% del mio tempo pensando alla cultura del club, perché penso che non si raggiungano risultati senza una cultura. Ho chiesto a Matuidi e Trezeguet, per citarne alcuni, quale sia il dna della Juve. Tutti rispondono nello stesso modo: "Vincere". La cultura è qualcosa di diverso, è costruita dal basso verso l'alto. Abbiamo avuto un grande meeting questa mattina per capire quale sia la nostra cultura. Ho detto a tutti "voi decidete chi siamo, io posso dare qualche linea di indirizzo, ma la cultura si decide dal basso". La cultura sono i valori del club".

 

Personalmente, sono felice che per l'ennesima volta Comolli abbia confermato che sia un manager culture-driven. E'un discorso che non ho mai sentito fare ai suoi predecessori (Paratici, Arrivabene, Giuntoli), e filosoficamente parlando mi trova d'accordissimo. Qualche settimana fa tralatro, avevo scritto un post dove sottolineavo che i termini "cultura" e "migliorare" devono essere i termini-chiave nel linguaggio dell'ambiente bianconero per una risalita della Juve.

 

Pero la filosofia va trasformata in realta calcistica e su questo Comolli verra valutato col tempo.

 

Passiamo adesso pero al suo punto forte, cioe l'utilizzo dei dati, perche qui e'dove mi trova in forte disaccordo.

 

Strategicamente parlando, dalle sue affermazioni si puo intuire secondo me, che Comolli utilizza i dati in termini descrittivi dell'evoluzione del calcio. Cioe, i dati descrivono qual'e' l'evoluzione attuale del calcio, e poi si prova a seguirla. Ed e'qui che sta il grave errore secondo me. L'evoluzione del calcio non va seguita (siccome non e' delle migliori possibili), ma i dati devono essere utilizzati per identificare le "loopholes" di tale evoluzione e poi sfruttarle a proprio favore, strategia ben diversa da quella applicata da Comolli. E faro alcuni esempi pratici per evidenziare le differenze tra le due strategie usando alcune affermazioni del francese.

 

Cominciamo da questa:

 

"Parlando di campo, al Tolosa vietavamo cross e tiri da lontano".

 

Qui, Comolli ragiona sul lato descrittivo dei dati per quanto riguarda l'evoluzione del calcio moderno. Perche:

 

- Negli ultimi 15 anni i tiri da lontano sono diminuiti in media? Assolutamente si!

- Negli ultimi 15 anni i cross sono diminuiti in media? Si, per quanto riguarda i cross dal fondo, mentre per i cross in generale il discorso si complica, ma siccome non e'questo l'argomento principale e per semplificare le discussione, diciamo di si.

 

Quindi, a livello strategico segue l'evoluzione del calcio e secondo lui la conclusione utilte e'quella di vietare azioni del genere.

 

Mentre se si usa la strategia delle "loopholes", si arriva a conclusioni diverse.

 

Prendiamo per esempio i tiri da lontano. La loophole puo essere evidenziata quando i tiri da lontano non vengono interpretati esclusivamente come una forma di finalizzazione, ma anche come una forma di rifinitura (ad esempio il gol di Van de Beek a Torino nella partita contro l' Ajax), il che significa che quando si valutano i loro dati si deve prendere in considerazione anche la pericolosita dell'azione conseguente al tiro (tra i 2-5 secondi dopo) o la nascita di un azione favorevole (calcio d'angolo o rigore).

 

Passiamo adesso ai cross. Qual'e' la loophole di questa situazione di gioco? La loophole dei cross riguarda una situazione di gioco indiretta, cioe il tiro di prima su seconda azione. Ad essere precisi non l'azione di per se, ma l'opportunita che ha il calciatore di esprimere la propria creativita. La creativita rimane una delle caratteristiche principali che fanno la differenza in qualsiasi era calcistica. E i tiri di prima su seconda azione (che nella loro stramaggioranza nascono su cross, basta vedere i gol dell' Inter contro di noi in questa stagione) sono una delle poche opportunita dove il calciatore puo eseguire uno schema motorio "novel", siccome sono situazioni di gioco dove l'ambiente non e'mai uguale (velocita/traiettoria della palla, posizionamento difensori, corsa del battitore etc.). Quindi no, non si vietano situazioni di gioco dove il calciatore puo esprimere la propria creativita, e fidatevi che stanno diminuendo sempre di piu (e state attenti che dopo i cross e i tiri da fuori, sta arrivando il turno dei dribbling).

 

Un altro esempio nasce da una sua affermazione sui giovani:

 

"Il passo successivo è usare i dati meglio nel settore giovanile, per capire chi ce la farà, come prevenire gli infortuni o l'utilizzo eccessivo dei giocatori. Nel calcio, per esempio, storicamente si reclutano giocatori nati nella prima parte dell'anno ma i dati dicono che chi ce la fa spesso è nato nella parte finale dell'anno. È così stupido. Al Tolosa, noi per scelta reclutavamo molti giovani nati dopo il mese di agosto".

 

Di nuovo, una frase che descrive l'evoluzione del calcio, anzi ad essere precisi con la frase "storicamente si reclutano giocatori nati nella prima parte dell'anno" Comolli fa riferimento al relative age effect (RAE) che e'un bias globale nella selezione dei giovani calciatori, presente nella maggioranza delle federazioni calcistiche. Quindi, Comolli vuole creare un criterio di selezione sostituendo un bias con il contro-bias? Questa cosa sinceramente non l'ho capita.

 

O ad esempio, rimanedo sul tema giovani, i dati dell'evoluzione del calcio ci dicono che dal 2010 al 2025 la media dell'altezza dei calciatori selezionati e' salita da 182.2 cm a 183.0 cm, quindi si da sempre maggiore importanza alla fisicita del giocatore. Dobbiamo per forza seguire questo trend o sfruttare la loophole che ci offre?

 

Mentre gli altri scelgono le mezzali alte di 1.90, tu cerchi i Xavi, i Pirlo etc.

Mentre gli altri cercano il centravantone alto e grosso, tu cerchi i Romario, i Thomas Muller, gli Inzaghi etc.

 

e lasciamo ai Narcisisti-Modernisti le spiegazioni auto-illusorie di come i secondi non sono adatti al loro Calcio Moderno.

 

Concordo pero su una cosa con Comolli per quanto riguarda il lato strategico delle cose. Posto la seguente affermazione:

 

"La relazione tra management e allenatore spesso è il grande ostacolo, il punto in cui si rompe. Serve un ponte, una persona che abbia la conoscenza dei dati e parli il linguaggio del coach. Se c'è questa persona e un allenatore è aperto, il ponte funziona. Altrimenti no".

 

Qui, Comolli ha ragionissima, ed ha identificato la problematica principale che esiste nelle realte calcistiche odierne. Secondo me, per avere un dipartimento data science competitivo servono tre figure professionali:

  • Data Analyst: e'quello che si occupa di manipolare e interpretare i dati.
  • Computational Analyst: e'quello che si occupa di sviluppare i modelli e sceglieri gli algoritmi da utilizzare nei vari sotto-processi. Ad essere sinceri, questa figura e'rara nel mondo calcistico, ma secondo me e'necessaria siccome personalmente sono un advocate delle soluzioni custom, perche non ritengo che in questo periodo storico ci sono soluzioni globali (one size fits all) a livello di prodotto. Ma da come ha parlato in passato Sarri, credo che la Juve utilizzi prodotti finiti in questo caso, cosa errata secondo me.
  • Figura Ponte: e'la figura alla quale fa riferimento Comolli. La problematica principale e'quella del "lost in translation" dal settore specifico della data science a quello pratico dello staff tecnico e allenatore. Ad esempio, una figura professionale che puo fare da ponte, secondo me puo essere un match-analyst (quindi uomo di calcio), ma con un passato in informatica e/o matematica (laurea in una delle due materie).

 

Concludo (scusandomi coi pochi sopravissuti al mio lungo post) dicendo che filosoficamente sono d'accordo con Comolli, strategicamente pero no. Ripeto, l'evoluzione del calcio non va seguita, ma vanno sfruttate le loopholes di essa, a mio modestissimo parere.

A mio modestissimo parere, leggendo certe parole di comolli che hai riportato ho pensato che fossero una sequela infinita di troiate prive di sensatezza...

 

Ah, mai sentito in vita mia un manager domandare quale fosse la cultura in un'azienda, soprattutto a ex dipendenti...

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Ho l'impressione che con il rientro di Bremer, Koop possa definitivamente andare a giocare sulla linea difensiva ed onestamente non mi dispiacerebbe...

Mi immagino un possibile schieramento del genere con Cambiaso a tutti gli effetti a giocare da mezzala in partenza dove con le opportune rotazioni può salire Koop nel mezzo e con le scalate finire con Kalulu Bremer centrali e Cambiaso terzino dx.

 

         Di Gregorio

Kalulu Bremer Koop Cabal

Cambiaso Miretti Thuram

            Openda Yildiz

                Vlahovic 

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6 ore fa, el titan ha scritto:

Se vuoi far fallire una società dalla in mano ad un francese

Concordo, lo sgabello è il ruolo che gli si addice di più. 

Donnet, Babin, Bernier, Mustier a naso non sono di Cesano Maderno…

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36 minuti fa, Dio Zigo ha scritto:

Puarets Caldara...

Aaaaah i bei tempi: quando c'era la rivoluzione perché lo abbiamo dato al Milan riprendendoci BonnieBauer :  vincevamo ancora gli scudettini 1942066870.png

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19 minuti fa, iniesta ha scritto:

Donnet, Babin, Bernier, Mustier a naso non sono di Cesano Maderno…

Tralasciando i disastri di parte dei nomi della lista, che confermo avrebbero fatto meglio stando lontani dal suolo italico come Blanc Vasseur e comolli, sono tutta gente alla elkann, numeri/rottamazione/speculazione/fusioni.

Col calcio c'entrano zero, li si parla di esperienza, conoscenza, conoscenza, intuizione, capacita d'analisi e di rischio, rapporti con esseri umani e non solo con freddi numeri.

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2 minuti fa, el titan ha scritto:

Tralasciando i disastri di parte dei nomi della lista, che confermo avrebbero fatto meglio stando lontani dal suolo italico come Blanc Vasseur e comolli, sono tutta gente alla elkann, numeri/rottamazione/speculazione/fusioni.

Col calcio c'entrano zero, li si parla di esperienza, conoscenza, conoscenza, intuizione, capacita d'analisi e di rischio, rapporti con esseri umani e non solo con freddi numeri.

Beh, la stessa cosa si può dire anche per Giuntoli e Motta lo scorso anno. 

 

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1 minuto fa, Tiger Black&white ha scritto:

Beh, la stessa cosa si può dire anche per Giuntoli e Motta lo scorso anno. 

 

Non è che chiunque sia italiano va bene e avrà successo :d

vista la statistica a livello sportivo eviterei dirigenti francesi in Italia.

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2 ore fa, Emanuele99 ha scritto:

Bravo 👏 

Grazie. Non te la prendere, essendo nato da quelle parti mi infastidisce sempre vedere i nomi storpiati. Non ti dico la pronuncia poi.

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3 ore fa, baggio18 ha scritto:

si potrebbe già cominciare, visto che Comolli è affezionato ai numeri,di mettersi un paletto in Italia: più di 50 mln non vale nessuno, è un momento storico così , togli Yildiz e paz magari, Leao , non vedo giocatori che valgono dai 50 in su 

E nemmeno Koop li valeva

Forse solo Diao, sempre del Como 

 

Reijnders che non a caso l'ha preso il city 

In Italia credo oggi funzionano solo gli acquisti di basso profilo, quelli che prendi a poco e magari si rivelano utili 

Ma di big da 60 milioni non c'è traccia, salvo rare eccezioni di cui manco Koop faceva parte 

 

proprio Bonny a quel prezzo è stato un affare secondo me, stesso discorso per Fazzini a Firenze, o il prezzo che voleva l'Atalanta per Palestra 

Sai dove? .ghgh

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1 ora fa, Dio Zigo ha scritto:

A mio modestissimo parere, leggendo certe parole di comolli che hai riportato ho pensato che fossero una sequela infinita di troiate prive di sensatezza...

 

Ah, mai sentito in vita mia un manager domandare quale fosse la cultura in un'azienda, soprattutto a ex dipendenti...

Grazie al piffero, stiamo parlando di una società di PALLONE e di un manager che è stato preso da fuori, non cresciuto dentro. 

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32 minuti fa, el titan ha scritto:

Tralasciando i disastri di parte dei nomi della lista, che confermo avrebbero fatto meglio stando lontani dal suolo italico come Blanc Vasseur e comolli, sono tutta gente alla elkann, numeri/rottamazione/speculazione/fusioni.

Col calcio c'entrano zero, li si parla di esperienza, conoscenza, conoscenza, intuizione, capacita d'analisi e di rischio, rapporti con esseri umani e non solo con freddi numeri.

Dunque immagino penseresti lo stesso di Platini. 

 

Ma pure il razzismo spicciolo ora mi tocca leggere.

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1 minuto fa, Rick Sanchez ha scritto:

Dunque immagino penseresti lo stesso di Platini. 

 

Ma pure il razzismo spicciolo ora mi tocca leggere.

Platini lo farei presidente non operativo, esatto.

 

Razzismo? Quindi dire che imho lascerei fare ristorazione agli italiani piuttosto che agli statunitensi è razzismo? Io dico quello che farei io se fossi al posto di elkann. 

Lui fa quello che ritiene il meglio per juve e Ferrari.

Come sempre parlerà il campo o la pista.

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1 minuto fa, el titan ha scritto:

Platini lo farei presidente non operativo, esatto.

 

Razzismo? Quindi dire che imho lascerei fare ristorazione agli italiani piuttosto che agli statunitensi è razzismo? Io dico quello che farei io se fossi al posto di elkann. 

Lui fa quello che ritiene il meglio per juve e Ferrari.

Come sempre parlerà il campo o la pista.

Dire "non lo sceglierei, in quanto francese" è sì razzista.

 

Un altro conto sarebbe dire "la scuola francese secondo me insegna strategie che alla lunga non ripagano e non sceglierei dirigenti formatisi lì, con quella cultura".

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1 minuto fa, Rick Sanchez ha scritto:

Dunque immagino penseresti lo stesso di Platini. 

 

Ma pure il razzismo spicciolo ora mi tocca leggere.

Platini lo farei presidente non operativo, esatto.

 

Razzismo? Quindi dire che imho lascerei fare ristorazione agli italiani piuttosto che agli statunitensi è razzismo? Io dico quello che farei io se fossi al posto di elkann. 

Lui fa quello che ritiene il meglio per juve e Ferrari.

Come sempre parlerà il campo o la pista.

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