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Leevancleef

29 maggio 1985 - 29 maggio 2025: 40 anni dalla strage dell'Heysel, 40 anni senza i nostri 39 angeli!

Post in rilievo

Giornata maledetta, frammenti di ricordi, Settore M, caldo afoso, polvere, stadio fatiscente, tornelli strettissimi, ore di fila, recinzione scavalcata per impossibilità di entrare in tempo per la partita, finale preceduta da una partita di ragazzini, razzo sparato ad altezza uomo dal settore degli inglesi a quello Z, e subito dopo l’assalto.

Durante la partita in curva non sapevamo nulla dei morti, me lo disse un celerino all’uscita, vomitai e mi sentì male. Mai più.

 

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Chiamarla tragedia è sbagliato, noi tutti dovremmo sempre ricordarla come una strage. La tragedia non implica colpevolezza o responsabilità da parte di qualcuno, quella dell’Heysel purtroppo fú una vera e propria strage, con responsabilità e carnefici riconosciuti e ben definiti. 

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9 minuti fa, Moeller73 ha scritto:

Per chi ha tempo e interesse oggi su Sky sport c'è un documentario che verrà trasmesso per tutta la giornata. Nel tempo ho visto tante immagini di quella tragedia e vi assicuro che anche sul tubo ci sono immagini veramente forti e di indicibile orrore. All'epoca ero praticamente un coetaneo di Andrea Casula. Quel ragazzino mi è sempre rimasto nella mente. Proprio nel 1985 andai con mio padre a vedere le prime partite al Comunale. Tragedia assurda perchè era prevedibile. Sarebbe bastato poco per evitarla, ovvero lasciare gli inglesi in curva da soli. 

Stasera anche su Rai 2 sarà trasmesso "Heysel 1985", un docufilm su quella tragica serata.

 

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Ho immagini sparse della tragedia.

Non potevo essere a casa per l'orario di inzio e quando arrivai mi accorsi che la partita non era ancora iniziata.

Provai quasi sollievo, per poi rendermi conto che il ritardo era dovuto a qualcosa di strano prima, di terribile poi.

Mi porto ancora dentro l'imbarazzo e la vergogna per questo.

Chi ha seguito la vicenda su Rai2 con la voce di Pizzul sa che le notizie arrivavano frammentarie, imprecise, intervallate da parole su parole con l'intento di riempire gli spazi.

E non si parlava di morti ma di feriti lievi, maledetti hooligan che stanno rovinando una giornata di festa.

Inquadravano con primi piani le tribune svuotate dalle persone ma non dei loro oggetti, restati là come testimonianza dell'orrore.

Scarpe, indumenti, carta.

Guardavo quelle tribune e notavo i ciuffi d'erba tra i gradoni, cosa che manco in uno stadio di serie D.

Ed a ogni collegamento le informazioni erano sempre più precise, sempre più tragiche.

Ricordo una manciata di poliziotti davanti alla curva Z, tanto ormai il danno era fatto.

E ricordo un cordone di poliziotti, compresi alcuni a cavallo, schierati davanti alla curva opposta, piena di Juventini che agitavano i bandieroni senza sosta.

Ricordo un giovane alto, magro, coi pantaloni chiari che riuscì a scavalcare le transenne per cercare di raggiungere la curva opposta seguito da una manciata di compagni.

Ricacciato in curva dai solerti (in quella occasione si) poliziotti belgi.

Le notizie sui feriti diventavano sempre più gravi ed erano "una decina", "un centinaio" poi...

"Non vorremmo causare agitazione a chi è rimasto a casa ma voci non confermate parlano di alcuni morti".

"Alcuni morti" che divennero 39.

39.

Juventini, neutrali, interisti e belgi.

Padri, figli.

Donne, ragazzi, uomini maturi.

La partita, secondaria rispetto al tutto, vissuta in trance. Niente può avere più lo stesso gusto.

Le esultanze, comprensibili al momento, meno all'arrivo in aeroporto.

Ma passa tutto in secondo piano, conta solo la tragedia di vite spezzate per la follia di animali che dovevano essere fermati mesi prima.

Ed un paese serio dovrebbe punire in maniera decisa l'infamia  di chi per imbecillità totale continua a sfoggiare cori, magliette, striscioni ed adesivi con il +39.

Siamo chiari: questo vale pure per Superga e tutte le tragedie legate ad un momento di svago quale dovrebbe essere lo sport.

 

 

 

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Avevo dodici anni mentre guardavo scene allucinanti alla tv.. morti e sangue..

Già allora amavo i tuoi colori ma da quella sera il mio attaccamento è diventato ancora più forte.

Ti amo Juve e sempre ti amerò.

Odio Liverpool e sempre ti odierò

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Avevo tredici anni, trasformarono un sogno di ragazzino in orrore; fu una delle mie prime esperienze forti con la morte; il giorno dopo stetti malissimo. 

E per di più - aneddoto insignificante di fronte all'abisso di quella tragedia - dovetti sorbirmi il sarcasmo della prof di italiano che, davanti a tutta la classe mi disse: "Visto la tua Juve?". L'unica cosa che riuscì a dire a tutti noi furono quelle quattro parole con punto interrogativo dirette a me. 

Non scorderò mai quelle parole, nella loro sintesi, così violente, così cattive, così stupide, così fuori luogo, così false, così per me umilianti, da non aver fiato di rispondere; ero un ragazzino di seconda media. Lei sicuramente non si è resa conto della idiozia delle sue parole e di quanto mi ferirono. La peggior professoressa che abbia mai avuto; e a scuola ero un genietto. 

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La ricordo bene vista dalla TV. Ero piccolo e in tv cercarono di non far vedere le immagini più terribili. Tuttavia si intuiva l'orrore che successe. La cosa più amara fu quello che i tifosi di molte squadre italiane provarono nei confronti di noi juventini.

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Un abbraccio a 39 fratelli morti sul campo per onorare la Juve. Sono i nostri martiri.

 

18 minuti fa, Enrico Pallazzo ha scritto:

La ricordo bene vista dalla TV. Ero piccolo e in tv cercarono di non far vedere le immagini più terribili. Tuttavia si intuiva l'orrore che successe. La cosa più amara fu quello che i tifosi di molte squadre italiane provarono nei confronti di noi juventini.

non mancano gli idioti anche a distanza di 40 anni offendono la memoria dei morti.

Come se i morti avessero casacche e bandiere.

Sono trogloditi...nulla più

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Bambino, davanti ad una tv grigia di cornice montata su un supporto a rotelle nella sala di un mio amico d'infanzia al primo piano, fermo a non capire perché non si giocasse e perché lì fosse ancora giorno. È un'immagine che ho di me indelebile. I nostri papà ci evitarono lì per li di capire tutto, ma la tragedia era troppo grande da nascondere e quegli spalti vuoti e quel campo pieno, i cavalli, l'orologio dello stadio, gli sguardi di tanti segnarono tanto quei bimbi da essere ancora qui alla soglia dei 50 anni. 

Erano tutti lì per ciò che porta tutti ogni giorno qui, l'amore per questi colori, le emozioni, l'inspiegabile mossa del cuore per la nostra storia e per il nostro futuro, lo stesso futuro che per quei 39 scomparve quella maledetta sera. 

Un abbraccio ai nostri indimenticabili. 

+39.

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dovevo esserci, poi, preferii un impegno alternativo con la mia ragazza di allora. 

fortuna, null'altro.... 

una passione che si traduce in dramma. 

inconcepibile. 

provo odio contro quelli che inneggiano all'heysel. 

non ho mai perdonato il comportamento tenuto dalla società.

rip 

 

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Avevo 14 ... davanti al televisore con i miei amici e fratelli di tifo ... scene che ci lasciarono il segno, per sempre ...

I hate Liverpool

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Per motivi anagrafici non ho memoria di quella serata, la conosco solo attraverso i ricordi di mio padre e dei miei fratelli che erano bambini/preadolescenti, una tragedia immane che a distanza di quarant'anni fa ancora sanguinare il cuore e sempre lo fara'.
E pensare che ci sono degli * come i tifosi fiorentini che ancora inneggiano a questa tragedia con striscioni, si dovrebbero solo vergognare.

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4 ore fa, Shingo Tamai ha scritto:

I più grandi tifosi della nostra storia.

3 di loro erano interisti.

 

Nino_Cerullo_1.jpg

 

Nino Cerullo

 2-06-1961  Francavilla al Mare (CH)

Titolare di un laboratorio di maglieria a Pescara
Tifoso interista, all'Heysel con suo cognato Rocco Acerra
Acquistarono i biglietti da connazionali emigranti
Fidanzato con Cinzia (Sorella della moglie di Rocco)
A loro intitolata una lapide nello Stadio "Valle Anzuca"

 

Mario_Ronchi_1.jpg

 

Mario Ronchi

19-9-1942  Bassano del Grappa (VI)

Imprenditore Locale
Tifoso interista al seguito di amici juventini
Sposato con Maria Teresa, 1 bambino (2 anni)
Il figlio Alessandro è nell’Associazione Familiari delle Vittime

 

Tarcisio_Salvi_6.jpg

 

Tarcisio Salvi

31-3-1936  Brescia

Originario di famiglia italiana emigrata in Belgio
Titolare di una Pizzeria a Brescia
Tifoso interista, amava il calcio
Sua moglie gli donò il biglietto della partita
Sposato con Marie (belga), 3 figli

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Ricordo che il 10 aprile 1985 a 10 anni per la prima volta assistevo a una partita della Juve al Comunale contro il Bordeaux. Alle 5 aprono i cancelli dei distinti. Ai tempi chi prima arrivava meglio alloggiava e quindi la gente ha cominciato a premere. Io che ero vicino al muro mi sento schiacciare e comincio a piangere come una fontana. Mio papà ed i suoi amici allora, facendo da puntello, mi proteggono e ci consentono di entrare. È stata un'esperienza terribile vissuta da bambino e me la ricorderò per sempre. Era come assistere alla legge della giungla e capisco bene cos'anno provato quelle persone.

Daniele

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3 minuti fa, Montero non fa prigionieri ha scritto:

3 di loro erano interisti.

 

Nino_Cerullo_1.jpg

 

Nino Cerullo

 2-06-1961  Francavilla al Mare (CH)

Titolare di un laboratorio di maglieria a Pescara
Tifoso interista, all'Heysel con suo cognato Rocco Acerra
Acquistarono i biglietti da connazionali emigranti
Fidanzato con Cinzia (Sorella della moglie di Rocco)
A loro intitolata una lapide nello Stadio "Valle Anzuca"

 

Mario_Ronchi_1.jpg

 

Mario Ronchi

19-9-1942  Bassano del Grappa (VI)

Imprenditore Locale
Tifoso interista al seguito di amici juventini
Sposato con Maria Teresa, 1 bambino (2 anni)
Il figlio Alessandro è nell’Associazione Familiari delle Vittime

 

Tarcisio_Salvi_6.jpg

 

Tarcisio Salvi

31-3-1936  Brescia

Originario di famiglia italiana emigrata in Belgio
Titolare di una Pizzeria a Brescia
Tifoso interista, amava il calcio
Sua moglie gli donò il biglietto della partita
Sposato con Marie (belga), 3 figli

Ok, ma non fa differenza. Hanno perso la vita con noi nel dramma epocale dell’Heysel.

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