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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione da 29/09/2025 in Messaggi
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44 puntiPer me può fare il trequartista, la mezzala, il mediano o il libero. L'importante è che lo faccia altrove.
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40 puntiL'ha già fatto in carriera, anzi ha iniziato da difensore centrale. Potrebbe rilanciarsi... o affondare definitivamente ... ma tanto peggio di quanto fatto ultimamente Gatti Koop Kelly Ma se riesce... abbiamo uno che imposta alla Bonucci Unica cosa mi pare un pò lento nell'uno contro uno... occorrerebbe giocare con i due braccetti più bloccati per proteggere di più.
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34 puntitre anni indimenticabili , grazie per non aver fatto assolutamente nulla..
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34 puntiLichsteiner, non lo metterei con i vari Cancelo, Caceres e Jarni... Era molto di più!
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32 puntiMichel Platini ha allontanato l'ipotesi di un suo ritorno alla Juventus: "Se devo tornare (a ricoprire ruoli dirigenziali, ndr) è per fare qualcosa di buono per il calcio, per tutto il calcio, non per un solo club - le parole dell'ex fuoriclasse francese al Festival dello Sport di Trento -. Alla Juventus ho già dato tutto: non si vive due volte la stessa storia d'amore". Come noto il club bianconero è nel pieno di un'operazione di riassetto dei propri vertici aziendali e tra i ruoli che potrebbero passare di mano c'è anche quello di presidente, visto che Gianluca Ferrero sembra destinato a farsi da parte, anche se non nell'immediato, per far posto a una figura di maggior peso internazionale. Il nome di Le Roi naturalmente stuzzicava i tifosi, ma i suoi piani sembrano essere altri. Platini ha poi incensato Alex Del Piero, altro candidato al ruolo, e lanciato una frecciatina agli ultimi tecnici bianconeri sull'impiego di Kenan Yildiz: "Alex è stato un grande giocatore, un'immagine della Juventus. Yildiz? Nessuno mette il numero 10 sulle fasce e non al centro. Dovete però chiedere agli allenatori il perché, non a me...". Platini ha poi parlato del suo passato bianconero: "Perché ero simpatico anche a quelli che non tifavano la Juventus? Forse perché non ho mai preso in giro i miei avversari, tanto meno le tifoserie. Ho giocato seguendo la mia filosofia: in Francia le persone che vanno allo stadio sono spettatori, in Italia sono tifosi". "La mia è stata una vita un po’ bizzarra, speciale - ha proseguito -. Quando ho chiuso con la Juve ho detto ad Agnelli ‘Sono stanco, non ne posso più’ e non ho firmato un nuovo contratto. Alle Juve sono costato poco perché ero svincolato. Ha dato più la Juve a me che io alla Juve. Sono stufo dei giocatori che dicono vogliono entrare nella storia. Tu vai e giochi per una società, per i tifosi". È tornato anche sul mancato passaggio all'Inter nel 1980, dopo che i nerazzurri lo avevano opzionato: "Avevo firmato con l'Inter due anni prima di andare alla Juventus ma le frontiere erano chiuse perché in Italia gli stranieri non potevano arrivare. Quando la Juve è venuta a cercarmi sono stato rispettoso e ho chiamato l'Inter per informarli. Non conoscevo Agnelli e mi disse che dovevamo vincere la Coppa dei Campioni. Io gli ho detto 'facile, ci penso io'. Poi, la vicenda processuale che lo ha visto coinvolto negli scorsi anni e che si è da poco conclusa con la sua assoluzione: "Dieci giorni fa ho ricevuto una lettera dalla giustizia svizzera in cui si diceva che è tutto finito, ma quella storia è durata dieci anni. Alla Fifa trovi una serie di persone, poi i procuratori svizzeri... In più i media ne parlano molto ed è complicato vivere. Dopo tu sai che alla fine vincerai, ma passi dieci anni e ti viene tolto tutto il tuo lavoro, tutta la tua passione. Grosso modo la Fifa mi ha pagato e dopo mi ha sospeso perché mi ha pagato (al centro delle indagini c'era una consulenza da due milioni di franchi, ndr). Una cosa che non ho capito, ma è così" "Se fossi stato il presidente della Fifa il Var non ci sarebbe mai stato - ha poi proseguito parlando della mancata possibilità di ricoprire il ruolo attualmente di Gianni Infantino -. Io credo che bisogna lasciare il calcio 'umano'. Con il Var si spostano solo e soltanto i problemi. Per quanto mi riguarda lo manterrei solo per le linee laterali. Tutto il resto è interpretazione e dunque bisogna lasciare che gi arbitri interpretino secondo le regole del calcio". Infine ha ripercorso le strade che lo hanno portato dal campo alla scrivania: "Ero in contatto con la Fifa, ho conosciuto Blatter e un giorno, a Singapore, Blatter mi ha chiesto se volevo diventare presidente della Fifa. Ho rifiutato perché dovevo organizzare la Coppa del mondo in Francia. Lui mi ha detto, va bene, allora mi piacerebbe che tu mi aiuti a diventare presidente. Quando sono stato consigliere di Blatter, mi sono accorto che per avere del peso bisogna avere una legittimità e la legittimità arriva dalle elezioni. Quando sei eletto hai il potere di fare le cose, dunque mi sono presentato alle elezioni per l'Uefa e per la Fifa come membro dell'esecutivo, poi dopo qualche anno il presidente dell'Uefa ha detto che lasciava (Lennart Johansson ricoprì l'incarico fino al 2007, ndr) e quindi mi sono presentato e ho vinto. È stata una battaglia durissima perché dopo che non hanno trovato nessuno per candidarsi contro di me Johansson è ritornato e io gli ho detto guarda non vado via, non mi ritiro". Sportmediaset
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32 puntiilmattino.it 9 ottobre 2025 Salerno, commozione al cimitero: campioni Juventus in visita alla tomba di Andrea Fortunato Tacchinardi, Ravanelli, Tacconi, Tacconi, Rampulla, Di Livio e Torricelli, accompagnati dal fratello dell'indimenticato terzino, hanno reso omaggio al loro ex compagno in bianconero Commozione e forti ricordi, stamattina al cimitero di Salerno. Gli ex calciatori della Juventus, Tacchinardi, Di Livio, Tacconi, Torricelli, il grande amico Ravanelli, Rampulla hanno fatto visita alla tomba di Andrea Fortunato, indimenticato terzino salernitano, loro compagno di squadra morto di leucemia. Sono trascorsi più di 30 anni da quel tragico 25 aprile 1995, ma la voce del compianto Luca Vialli, rotta dal pianto, risuonò durante i funerali celebrati nel Duomo di Salerno e resta scolpita nella mente di tutti: «Ciao, fratello Andrea». Oggi i ricordi si mischiano alle lacrime. Accompagnati da Candido Fortunato, fratello di Andrea, i giocatori della Juventus che sollevarono al cielo la Coppa dei Campioni hanno voluto rendere omaggio all'uomo, al ragazzo speciale, alle giornate vissute insieme. Dopo un momento di preghiera e raccoglimento, la loro visita in provincia proseguirà in giornata ad Angri. Alle ore 19, insieme ai soci dello Juventus Official Fan Club di Angri, con il presidente Carmine Pepe, il vice presidente Pasquale Iovane, Mauro Fusco e gli altri soci presenti in mattinata al cimitero di Salerno, parteciperanno all'evento "Sotto un cielo di Stelle".
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32 puntiSe questi sono gli italiani che devono dare l'esempio ai nuovi stiamo freschi. Ennesima prestazione indecorosa dei 2. Gatti è inadeguato, ci metterà l'impegno, ma non è roba da Juve. Non è ammissibile portarsi Mkautadze dal cerchio di centrocampo a dentro la porta temporeggiando una vita, è alto 190 cm e contro l'Atalanta ha perso ogni duello aereo. Cambiaso invece è uno dei mali di questa squadra e lo dico dai tempi in cui parecchi pazzi avrebbero rifiutato l'offerta del City. Gioca sulle nuvole, come i bimbi al parco giochi. Cambiaso è lo stesso giocatore calcisticamente stupido che perde il pallone al 94' contro il Lecce sull'1-0 in piena emergenza ed in crisi di risultato, facendo prendere gol e avendo la faccia di vantarsi per il gol fatto (deviato) su Instagram. Perde palloni su palloni e continua imperterrito a fare errori tecnici su errori tecnici con una superficialità e sicumera che non si può permettere. Ah, e difende da cani, sempre, mica solo stasera. Un giocatore di rara stupidità calcistica erto a professore perchè viene dentro a fare solo del casino. Gli avrò visto fare 3 cross decenti di mancino da quando è qui. Un mistero la sopravvalutazione di questo giocatore.
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31 puntiNon c'è niente da commentare seriamente, non è un club da prendere seriamente questo, non è un club da sostenere, non è la Juventus, per me possono pure perderle tutte, via tutti.
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30 puntiNon importa quanto e' stato pagato. Questo signore non puo' giocare nella Juventus, bisogna accettare la realta' e smetterla di farlo giocare perche' bisogna "recuperarlo".
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29 puntiComolli dove sei? Perché non parli e difendi allenatore e squadra che hai confermato? Perche non ci parli del DS che devi scegliere da mesi? Chi ci mette la faccia in questa Juve? grazie
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28 puntiUn portiere che non para un tiro. Dei difensori che perdono il proprio uomo in area. Dei centrocampisti che non eccellono in nulla. Degli attaccanti che fanno tutto tranne che segnare. Un allenatore che sbaglia tutte le scelte possibile e lascia un attaccante pagato 45 mln in panchina per tutta la partita. Una società inesistente che non ci difende mai dalle porcate che subiamo ad ogni partita (sarei curioso di vedere il tempo effettivo del secondo tempo di oggi). Uno staff che non fa correre ma infortunare i giocatori. E come al solito quelli che ci rimettiamo siamo noi tifosi, solo rispetto per chi oggi l'ha vista tutta nonostante tutto, anche se non se lo meriterebbero
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28 puntiNessun commento. Solo vergogna e disgusto per cosa è diventata la Juventus
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25 puntiMi dispiace dirlo, perché sembra una persona realmente legata alla Juve e di alto spessore umano. Ma ormai sono tanti gli indizi che mi fanno pensare che non sia adeguato al livello della Juve. A livello di comunicazione non mi sembra al livello di molti colleghi, non ultimi i due scivoloni su Cambiaso (a suo dire giocatore da top club, come se noi fossimo altro) e le stentate spiegazioni alle legittime domande sui vari problemi tattici e difensivi della nostra squadra. Venendo, appunto, ai problemi tattici: ormai sembra chiaro che non sia un allenatore versatile, ma adatta i giocatori al suo unico modulo e non viceversa. Tanti giocatori fuori ruolo (Kalulu esterno, ieri Cabal esterno a tutta fascia dopo un anno di stop, David esterno offensivo quando gioca in coppia con altra punta, Openda unica punta contro l'Atalanta a fare a sportellate, Adzic centrale di centrocampo e tanti altri esempi) e modo di giocare privo di qualsiasi equilibrio. Se l'anno scorso con Thiago Motta eravamo eccessivamente prudenti e giocavamo sempre in orizzontale, ora siamo l'esatto opposto, giochiamo solo in verticale, non controlliamo mai i ritmi della partita e subiamo transizioni pericolose come se piovesse. Oltretutto questo modo di giocare mi sembra particolarmente dispendioso, infatti molti giocatori sembrano già stanchi ad inizio Ottobre, non una prospettiva incoraggiante in vista dei prossimi 7 mesi di stagione. So che è ancora presto, però tanti segnali negativi mi portano a pensare che un cambio in panchina immediato potrebbe essere tutt'altro che avventato e potrebbe salvare una stagione che altrimenti potrebbe ricalcare l'andamento delle ultime...
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24 puntiesonero in diretta tv . nemmeno deve arrivarci alla conferenza applausi a fabregas un ALLENATORE serio preparato che mette i migliori nelle condizioni di rendere noi i nostri migliori li imbarazziamo..yildiz a pestare la linea di fondo campo , nico paz a orchestrare le manovre offensive del como.
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24 puntiQuando ho cominciato l'attività giornalistica, 50 anni fa, pensavo di occuparmi soprattutto di un aspetto del calcio, quello più elementare, e cioè il gioco. Non avrei mai immaginato, col passare del tempo, di dovere documentarmi anche su altri argomenti, apparentemente extra-sportivi, come il teppismo, la moviola, l'economia, la finanza, e la giustizia. Ecco, appunto, la giustizia... Quella giustizia sportiva che, negli anni 70, è nota a tutti come un vanto del calcio. Nel senso che la maggiore celerità, rispetto alla giustizia ordinaria, la rende quanto mai efficace, e invidiabile, perché velocità non significa ancora fretta, superficialità, sospetto. Spesso, fra gli anni 70 e gli anni 90, mi capita di imbattermi in campionati, in cui la Juve viene accusata di abusare del potere della famiglia Agnelli, e della Fiat. In sostanza: dei suoi proprietari. Esistono finali di tornei ricchi di episodi controversi, come il famoso gol annullato Turone. Poi, con il nuovo secolo, avviene un autentico ribaltone. Tutto comincia con la scomparsa dell'avvocato Gianni Agnelli (2003), e del fratello Umberto Agnelli (2004). Non a caso, con la perdita di quello straordinario scudo protettivo, si scatena, nel 2006, il ciclone di Calciopoli. Per la prima volta nella storia, la Juve, considerata quasi intoccabile, si trova sul banco degli imputati. È il capovolgimento delle parti. Cade il sistema Moggi-Giraudo, che aveva suscitato tanta ostilità, da parte degli altri club: la loro grande competenza, ma anche la loro grande onnipotenza, che arrreca fastidio. E la giustizia sportiva, proprio sfruttando la prerogativa rappresentata dalla rapidità, spedisce la Juve in Serie B, revocando uno scudetto, e non assegnandone un altro. Ma quello, che sembra un cadavere bianconero esanime al suolo, sorprendentemente, si risveglia, ed è in grado, con Andrea Agnelli presidente, di vincere 9 scudetti di fila, suscitando altre evidenti antipatie. Questo atteggiamento si accentua, nel momento in cui lo stesso Agnelli compie un clamoroso autogol, e cioè tentare l'avventura della Superlega, che lo scredita nei riguardi dell'UEFA. In un clima totalmente sfavorevole, la Juve dà l'impressione a volte di difendersi, e a volte no, tanto da essere coinvolta in 8 casi di giustizia ordinaria o sportiva, in poco più di 30 anni, e cioè dall'avvento della Triade. Questo dossier non vuole proporsi come un museo degli orrori, per forza, di marca juventina, ma semplicemente ricordare una serie di errori, che potrebbe toccare a qualsiasi società, non sufficientemente attrezzata, dinanzi ai poteri forti del momento. In particolare, sono quanto mai sotto accusa le due velocità diverse, alle quali viaggiano giustizia sportiva e giustizia ordinaria, e soprattutto quante volte la giustizia sportiva assume decisioni affrettate, che poi vengono smentite dalla giustizia ordinaria. IL "CALVARIO" BIANCONERO La carrellata si apre con il commissario straordinario della Federcalcio Rossi, destinato a occuparsi, dal maggio all'agosto 2006, di Calciopoli. Un personaggio, che avendo fatto parte del Consiglio di Amministrazione dell'Inter, ed essendo molto vicino alla famiglia Moratti, per quanto professionista stimato, con i suddetti precedenti, non può dare garanzie di obiettività, ed equidistanza dalle parti. Carraro, allora presidente della Federcalcio, si accorge, pochi giorni fa, 19 anni dopo, che lo scudetto tolto alla Juve non andava attribuito all'Inter, ma anch'esso non assegnato. Quando, nel 2011, la palla passa alla giustizia ordinaria, il giudice, una donna, Teresa Casoria, smentisce la giustizia sportiva, e cioè la retrocessione in Serie B, la revoca di uno scudetto, e la non assegnazione di un altro, ai danni della Juve. Questo perché, fin dal primo grado del processo, afferma che "gli eventi accertati di frode sportiva non hanno determinato alcun mutamento nella classifica". Quindi, la gustizia ordinaria smentisce la giustizia sportiva. II procuratore Palazzi sostiene che sono da considerare prescritti i reati, che possono configurare un illecito sportivo da parte dell'Inter. La Juve, dunque, si ritrova completamente sola, nel dovere pagare le conseguenze delle intercettazioni telefoniche, nelle quali, però, non figurano soltanto voci di dirigenti bianconeri. Il presidente della Juve Andrea Agnelli, visto che la giustizia ordinaria assolve, di fatto, la Juve, si rivolge al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, che, però, dichiara la propria incompetenza, in merito alla revoca dello scudetto 2005-2006. In pratica, quella giustizia sportiva, che ha giudicato colpevole la Juve, adesso, non è più in grado di giudicarla. Voltando pagina, nel 2019, Andrea Agnelli denuncia lui stesso una serie di anomalie in Curva, nel settore che ospita le frange estreme del tifo. Perciò, la Digos di Torino dà vita all'inchiesta Last Banner. Sulla base del filone, riguardante il bagarinaggio, la giustizia sportiva infligge la squalifica di un anno, paradossalmente, a carico proprio di colui che aveva denunciato i reati, e cioè Andrea Agnelli. La Juve, in quel periodo, appare, dunque, l'unica società d'Italia a vivere un fenomeno di questo genere, mentre è il segreto di Pulcinella il fatto che in tutta Italia, al contrario, esistano infiltrazioni malavitose di questo genere. Solo 6 anni dopo, a Milano, nell'inchiesta Doppia Curva, emergono i contatti fra la ndrangheta, e le società di Inter Milan. Nel 2021, il giudice Santoriello, membro del pool di magistrati che indaga sulla Juve, in merito all'inchiesta Prisma-plusvalenze, dichiara, pubblicamente, di essere tifoso del Napoli, e di essere soprattutto "anti-juventino", pronunciando in un convegno la frase: "Odio la Juventus". Sconcertante. Il Procuratore federale Chinè, sempre sul fronte delle plusvalenze, non attende, come dovrebbe, il rinvio a giudizio degli imputati, ma richiede e ottiene dalla magistratura intercettazioni che non gli spettano, non essendo ancora riconosciute come prove. Tratta severamente la Juve, che è costretta a saltare una stagione di Coppe europee, con gravi perdite economiche, ma non adotta altrettanta solerzia nell'affrontare il caso Osimhen. L'amministratore delegato della Juve Arrivabene viene squalificato dalla Giustizia Sportiva per 24 mesi, a causa di operazioni legate alle plusvalenze, ma il grave errore è che quelle imputazioni riguardano un periodo, nel quale lo stesso Arrivabene non aveva ancora assunto la carica. Sono necessari 4 anni perché la giustizia ordinaria determini il "non luogo a procedere" nei riguardi dello stesso Arrivabene, smentendo, per l'ennesima volta, la giustizia sportiva. Berruto, responsabile nazionale dello sport per il Partito Democratico, formula una richiesta di indagine conoscitiva sul tema della giustizia sportiva. Afferma che questo sistema, da riformare, è diventato ormai "una clava per demolire gli avversari delle governance federali, in fantomatici tribunali dove i giudici vengono scelti da chi dovrebbe essere giudicato". CONCLUSIONE Ciò, che ho raccontato, sarebbe una retrospettiva cronistica, e basta, se non servisse per sostenere una battaglia, che Andrea Agnelli sta combattendo non solo per la Juve, ma per tutto il calcio italiano. Infatti, il dirigente, per quanto riguarda il caso plusvalenze, ha patteggiato a livello di giustizia ordinaria, ma non lo ha fatto a livello di giustizia sportiva. Perché? Perché, di ricorso in ricorso, rimasto ormai solo in questa scalata, è arrivato sino alla Corte di Giustizia UE, in Lussemburgo, con il coinvolgimento, come auspicava, della Federazione Italiana Gioco Calcio. Agnelli chiede di valutare la compatibilità normativa della giustizia sportiva italiana con quella comunitaria. Se venisse accolta la tesi dell'ex presidente, sarebbe un altro ciclone, ma stavolta bianconero. La fine della Giustizia Sportiva italiana, per come l'abbiamo intesa, e ben poco apprezzata, in questi circa 25 anni. Sulla base di tanti macroscopici errori, infatti, sarebbe veramente il caso di riportare al passo con i tempi una istituzione, che è diventata inadeguata per dirimere i problemi del calcio, sempre più caratterizzato da enormi interessi economico-finanziari. Ripeto ancora: è una battaglia combattuta per il bene di tutti, cercando di non considerare coloro, che hanno avuto miglior fortuna rispetto alla Juve, e si sono salvati da ingiustizie, che vanno al di là delle divisioni del tifo. Che lo si voglia ammettere, o non lo si voglia ammettere. Amen.
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23 puntiOrmai è il nostro più atavico problema. E credo sia sotto gli occhi di tutti noi. La nostra linea di centrocampo è tecnicamente e caratterialmente insufficiente per avere grosse ambizioni di vittoria finale. La linea a 4 è carente in ogni sua pedina, a partire dai centrali per arrivare agli esterni. Tra i centrali, l'unico sopra la media è Thuram, ottimo per sgroppate e fisicità, ma ancora acerbo a livello tecnico e nei passaggi (e sarebbe meglio come mezzala). Locatelli, in un reparto degno, potrebbe essere una riserva, non eccellendo in alcuna qualità tranne che per certe letture difensive (e spesso però ci porta a schiacciare la squadra in area). Koop è il fallimento più grande, totalmente in tilt, un abbaglio sesquipedale. McKennie è un jolly decente, ma ormai va meglio in fascia che al centro (e sarebbe anche lui una mezz'ala). Adzic e Miretti non sono centrocampisti puri ma più mezzali-trequartisti, e devono crescere ancora tanto. Le fasce sono agonizzanti: Cambiaso ha un serio problema di involuzione fisica e tattica ormai da quasi un anno, Kostic è inadeguato, Kalulu è fuori ruolo e Joao Mario non è superiore ad Alberto Costa. Questa è solo una brevissima disamina per centrare il fulcro del discorso: in estate si è rinunciato a prendere un grande centrocampista e un buon esterno e questo è stato un errore capitale. Abbiamo comprato tre attaccanti di cui un esterno alto (Zhegrova), un centravanti (David) ed uno che non si sa ancora che ruolo abbia (Openda). Mi sembra palese che, con la conferma di Vlahovic, sarebbe stato essenziale prendere una punta in meno (David o Openda) per dirottare i soldi su un centrocampista di qualità e possibilmente un esterno. È dai tempi di Pjanic che non abbiamo qualità lì in mezzo e senza qualità non si vince. Dopo l'epoca Pirlo-Pjanic non abbiamo più vinto uno scudetto. Il giropalla attuale è lento, macchinoso, prevedibile. Possibile che in società nessuno abbia messo tutto ciò come una priorità assoluta? Non so neanche se la linea a 4 sia la scelta più giusta o sia meglio a questo punto optare per una linea a 3 e rinunciare ad un esterno (peraltro mediocre) e dare più sostanza al centrocampo. Inoltre, la scelta di Kalulu a destra è sintomo di una rinuncia aprioristica ad imporre il proprio gioco. Una soluzione potrebbe essere portare Cambiaso sulla destra come in nazionale e mettere McKennie sulla sinistra, qualora non si volesse ancora passare a 3. La scottatura del fallimento degli acquisti dello scorso anno in questo reparto nevralgico (Douglas e Koop) non può giustificare la rassegnazione nel rinunciare a migliorare sensibilmente il centrocampo, da sempre fulcro di ogni squadra che ambisce a traguardi importanti.
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