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[Comunicato VS] Cara Rai, non ti nascondere dietro Marchisio e ricordati di chi ti paga

Post in rilievo

Claudio Marchisio non si deve scusare di nulla. Un messaggio sarcastico che si chiude con degli emoticons non ha bisogno di scuse, ne verso il giornalista che come tutti può essere criticato, ne verso i non vedenti che non sono stati offesi e non c'era nessuna cattiveria nelle parole.

 

Rai Sport essendo servizio pubblico dovrebbe dovrebbe rivolgersi al pubblico in maniera seria e questo non accade.

Dovrebbe essere la RAI a scusarsi con milioni di telespettatori che pagano il canone e devono subire delle telecronache così fazione e poco professionali.

RAI Sport poteva restare in silenzio e non fare un'altra pessima figura come invece è successo oggi.

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Tanto lo sapete come andrà a finire...vero??

 

Che stasera...in occasione di Zona 11...vedrete tutte le reprimende del caso da parte degli ospituncoli che riempiono quello studio...la difesa di categoria dello Iacobelli di turno che se la prenderà con Marchisio...ci si soffermerà sul vittimismo di cui soffre storicamente lo juventino...ricorderanno che loro non fanno sconti a nessuno citando qualche esempio a capocchia...

 

E naturalmente...ma questo penso non ci sia manco bisogno di dirlo...sarà ospite anche lineffabile Cerqueti che potrà tranquillamente dire le solite ovvietà facendo passare il tifoso juventino come lo scemo del villaggio che vive di complessi...

 

Insomma...come sempre se la canteranno e se la suoneranno da soli...in tipico stile giornalistico...

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Dai "professionisti" è normale aspettarsi una maggiore capacita (lo dice la parola stesso: professionalità)... e quindi se sbagliano il loro errore dovrebbe essere valutato ancora piu gravemente (è cosi anche in diritto). In rai invece funziona diversamente: Sono professionisti e quindi non possono essere criticati

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Approposito della polemica con Marchisio e della strumentalizzazione della parola "non vedente" da parte della RAI..parlano proprio loro!!!.

Proprio loro hanno trattato a pesci in faccia un mio carissimo amico giornalista non vedente e tifosissimo della Juventus, che ha trovato le porte sbarrate in RAI per la sua disabilità, nonostante molto più capace dei giornalisti che vi lavorano.

 

Vi posto un articolo de Il Fatto Quotidiano che riporta proprio la storia e l'intervista di questo mio amico:

 

 

 

 

Giornalista disabile a Bruxelles. “In Italia non posso fare il mestiere che amo”

 

Cervelli in fuga

Maurizio, 34 anni, è non vedente dalla nascita. Nel Belpaese il suo handicap gli impediva di esercitare la professione. Poi, all'estero, la svolta: dopo un master a Liverpool ha iniziato a collaborare con realtà internazionali, tra cui la Bbc. Oggi vive a Bruxelles

 

di Alessio Pisanò | 20 agosto 2013

 

 

Se il lavoro di cronista in Italia è duro per tutti, figuriamoci per un ragazzo portatore di handicap. Maurizio ha 34 anni, è di Pescina, un paesino in provincia de L’Aquila, ed è non vedente dalla nascita. Ha fatto la scuola di giornalismo di Urbino ed è professionista dal novembre 2008. In Italia ha provato ad esercitare il mestiere che ama, il giornalismo, ma non ha avuto fortuna. Troppi gli ostacoli, i problemi, le difficoltà di un sistema che ancora non vuole accettare che non è nient’altro che un “diversamente abile”. Maurizio adesso vive a Bruxelles dove lavora come freelance e collabora con realtà internazionali di prestigio come l’inglese Bbc.

 

Il nome è tutto un programma: Maurizio Molinari, come il corrispondente de La Stampa da New York. Anche il luogo di nascita è significativo, Pescina, il paesino abruzzese che ha dato i natali allo scrittore Ignazio Silone. Maurizio studia interpretazione all’Università di Forlì ma scopre presto la sua vera passione, ed è qui che iniziano i guai. Fa domanda di ammissione presso una delle più importanti scuole di giornalismo in Italia, ma si vede negare l’accesso al test d’ingresso per il suo handicap, a priori. Per questo scrive una lettera indignata alla scuola che scatena le scuse da parte della direzione e la concessione di ammissione al test. Ma Maurizio non vuole fare strada a gomitate, quindi si iscrive e frequenta con successo la scuola di giornalismo di Urbino. Fa il praticantato propedeutico all’esame per diventare giornalista professionista all’Agi e a Radio Rai.

 

“Mi sono trovato a montare dei servizi al posto di persone assunte che, pur vedenti, non erano capaci di farlo”, racconta con un pizzico di ironia. “Ho dimostrato nei fatti di poter fare il mio lavoro, pur essendo conscio dei miei limiti. Il mio sogno era fare il telecronista sportivo, non lo posso fare per motivi pratici, ma non vuol dire che non posso fare altro – spiega – Avrei preferito trovarmi di fronte a persone che mi dicessero, ‘bene vediamo insieme quello che puoi fare e quello che non puoi fare’, ma senza pregiudizi di sorta. Certo che se ogni volta mi fanno un contratto di una settimana non ho nemmeno il tempo di ambientarmi nella nuova realtà e prenderne le misure”. A Maurizio la Rai non dispiaceva, tant’è che, di fronte alle porte chiuse e appellandosi alla legge sul collocamento obbligatorio delle persone disabili, si è rivolto speranzoso all’Usigrai (sindacato dei giornalisti della Rai). Secca e sconcertante la risposta: “La Rai rispetta le quote di collocamento obbligatorie delle persone disabili indipendentemente delle figure professioniste”. Insomma, come dire che i portatori di handicap sono stati messi a fare altro. Quanto basta per farsi una regione che in Italia, tranne qualche collaborazione saltuaria, non c’è proprio spazio.

 

Nel 2008 arriva a Bruxelles per uno stage all’Ansa. Lui avrebbe preferito andare a Pechino, per le Olimpiadi e la sua passione per il giornalismo sportivo, ma ecco le solite difficoltà: “Pechino è lontana, da Bruxelles è più facile tornare a casa”. Insomma, Bruxelles sia. Una scelta tutto sommato azzeccata perché proprio nella capitale d’Europa Maurizio inizia la sua vera carriera giornalistica. Inizia a lavorare nella comunicazione di alcune Ong internazionali come Equinet Eurochild e Transport and Environment, scrive per Equal Times e con l’Italia mantiene una vecchia collaborazione, quella con il Redattore Sociale. Ma la vera svolta arriva dopo un paio d’anni. “Vista la magra situazione italiana, ad un certo punto ho deciso di aprirmi alla realtà inglese. Mi sono iscritto a un master part time intitolato Post graduate certificate in radio and on line journalism a Liverpool. Le lezioni erano ogni martedì, quindi per due anni ho preso il treno il lunedì sera, mi sono fatto dalle 5 alle 8 ore di viaggio per poi tornare a Bruxelles a lavorare il mercoledì mattina”.

 

Durante il master Maurizio ha l’occasione di mettere un piede alla Bbc. “Da allora ho iniziato una collaborazione continua con la radio dell’emittente inglese dove ho incontrato decine di giornalisti non vedenti. In tutta Italia invece conosco una sola persona non vedente che fa questo lavoro, oltre al sottoscritto”, racconta. Alla Bbc la vita per un giornalista non vedente è davvero diversa. “Qui non solo si riesce a lavorare ma un cronista nelle mie condizioni non si deve occupare solo di disabilità. Ad esempio, conosco personalmente un reporter sportivo e un importante analista politico. Anzi, i miei colleghi britannici si lamentano addirittura che alla Bbc c’è solo il 3 percento di disabili impiegati”. Le differenze con le realtà italiane pesano. “Quando stavo in Rai dovevo portare al lavoro il mio computer, alla Bbc anche per una formazione di due giorni mi hanno messo a disposizione un computer con screen reader, programma di lettura dello schermo fatto apposta per i non vedenti – spiega Maurizio – Sempre a Londra, all’inizio mi hanno messo a disposizione per una settimana un assistente personale per farmi familiarizzare con l’ambiente di lavoro. Poi ovviamente ho iniziato a muovermi in totale autonomia”.

 

 

Cosa fa davvero la differenza? Maurizio non ha dubbi: “Le leggi e il farle rispettare. In Inghilterra se discrimini un dipendente perché disabile, o per qualsiasi altro motivo, l’azienda rischia serie punizioni e una pessima immagine di fronte all’opinione pubblica. In Italia magari leggi simili ci sono, ma vengono puntualmente disattese”. Le cose per Maurizio iniziano ad andare davvero bene, tanto che può addirittura rinunciare ad un contratto indeterminato e ben retribuito nel settore della comunicazione per lavorare come freelance. E il futuro promette bene. “La Bbc mi offre delle possibilità che in Italia non avrei mai avuto e forse un giorno potrò anche fare televisione”.

 

Oggi Maurizio si occupa soprattutto di tematiche sociali e cooperazione e sviluppo. Alla Bbc cura un programma radiofonico dove racconta storie di persone che si sono distinte per i propri meriti. Ha lavorato anche per un programma di diritti dei consumatori e uno sullo sport, per il quale ha realizzato un’intervista in esclusiva ad Antonio Conte, dopo l’ultimo scudetto della Juventus. Quest’estate la passerà in parte in Russia per studiarne la lingua. E l’Italia? “Al momento non ci penso nemmeno a tornare. Non vedo possibilità di fare il mestiere che amo. Ho cercato di trovare spazio ma non c’è stato verso. L’Italia resta un paese con una buona qualità di vita. Però se devo tornare a meno di mille euro e a fare un lavoro che non mi soddisfa, meglio restare all’estero”. E il futuro? “Mi vedo in Inghilterra, mi auguro sempre con la Bbc. Tornerei in Italia solo a condizione di poter essere valutato per quello che faccio e non per altro”.

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Il solo fatto che ieri migliaia di tifosi della Juventus, attraverso i social, hanno espresso delle critiche per la telecronaca della Rai, dovrebbe far riflettere i cronisti e indurli un po' a fare di sana autocritica. Marchisio in realta' ha manifestato tutto cio' che anche altri juventini, in migliaia ieri sera, hanno recepito nel sentire la telecronaca.

 

Occhio che non si tratta di un caso isolato, non e' la prima volta che i cronisti Rai sono poco imparziali quando c'e' da commentare la Juventus( a dire il vero, certi commenti a volte sono inopportuni anche quando c'e' da commentare le partite della Nazionale, l' errore del giocatore della Juventus viene sottolineato di piu' rispetto all' errore per esempio di un giocatore della Roma). Il problema e' loro, non di Marchisio, non il nostro.

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Se la finale sarà commentata dallo stesso uomo di mer.a mi auguro che i giocatori, allenatore e società comunque vada a finire non rilasciano interviste ne pre ne post partita a queste mer.e

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Quello che è successo ieri sera, in occasione di Inter-Juventus semifinale di ritorno di Coppa Italia, è sotto gli occhi di tutti. Anzi, nelle orecchie di chi da casa avrebbe voluto godersi una partita di calcio e, invece, s'è ritrovato inavvertitamente nella "Curva Nord" di San Siro. Un biglietto pagato profumatamente – targato "canone Rai" - un biglietto indubitabilmente non da servizio pubblico. Inutile soffermarsi sui singoli episodi, telecronaca inascoltabile nella sua totalità, etichettata adeguatamente da un tweet di Claudio Marchisio; il quale, da juventino vero, ha solamente voluto esprimere un parere condiviso dall'intero popolo bianconero. Esternazione social, ovviamente, strumentalizzata malamente dai dirigenti Rai. Questa, dal nostro umile punto di vista, è la ciliegina sulla sulla torta di una serata storta per tutti gli antijuventini. Marchisio, probabilmente, avrebbe dovuto ponderare in maniera differente il tweet, valutando le inevitabili conseguenze. Purtroppo, tuttavia, siamo certi che in Rai nessuno farà "mea culpa" sul pessimo – ancora una volta – servizio offerto. E parlare degli 85 caratteri battuti da Marchisio, nascondendo le proprie oggettive lacune, è un giochino semplice nonché pregno di populismo. Intanto, tranquilli, lo stipendio ve lo paghiamo noi.

 

Lo staff di Vs

Vergognosi... L'ho scritto in diretta ieri sera...

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Come accade ormai da diversi anni , nel calcio ed in altri ambiti , ieri non si è vista una professionalità da servizio pubblico .

.ghgh

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.ok

Non si preoccupano neanche di nascondersi.

Credo che una telecronaca come quella di ieri non l'avessi ancora sentita (e di finte telecronache imparziali ne ho ascoltate...)

Molto peggio di caressa e faffaticaffabio Bergomi

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Ieri ho dovuto mettere muto, penso sia la prima volta, una roba imbarazzante,spero che la coppa italia la prenda Sportitalia o un canale random

 

Idem, imbarazzanti.

Per la finale spero di trovare uno streaming decente, basta che non abbia il commento in italiano.

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Io ricordo sempre il Cerqueti in roma juve di coppa:

la roma stava attaccando e disse "adesso attacchiamo... .ehm attacca la roma".

 

Uuuuh, epica quella. Come dimenticare? E chissà come mai il telecronista era il medesimo. Che caso della vita... sefz

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Grazie al cielo non ho Sky, quindi non devo sorbirmeli sefz

Guardi le partite in compagnia di sciabolata morbida e mucchio selvaggio?? uhuh

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il "fallo televisivo" passerà alla storia

 

ah, no.. è andato a nostro sfavore, già è tanto averlo accennato a stento, tra risatine isteriche e minimizzazioni a raffica

 

rubapane a tradimento in rai

faziosi, incompetenti e raccomandati

Il fallo televisivo .doh

Sembra il titolo di un film di Rocco

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