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ValerioBncnr

Tasse al 17%, Pil e investimenti in crescita. La Gran Bretagna post Brexit vola: è presto per fare bilanci, ma gli indicatori sono tutti positivi

Post in rilievo

No ma infatti mica sono per l'appeasement, pero' non vanno nemmeno creati conflitti controproducenti per entrambe le parti.

 

Per quanto riguarda Putin non e' certo un gangster o un filibustiere. Putin e' un patriota russo che ha preso un Paese in ginocchio, diviso, in mano a potentati locali, con le armi nucleari a rischio (all'epoca tutti temevano finissero in mano a possibili gruppi terroristici) e una serie infinita di altri problemi che non sto qui ad elencare e lo ha reso di nuovo rispettabile e rispettato, migliorando le condizioni di vita della popolazione. Certo c'e' ancora molto da fare, la Russia dal punto di vista economico e' un nano rispetto al vicino cinese, ma ha realizzato un capolavoro. Le sue azioni sono nell'interesse del suo Paese, noi dobbiamo tutelare i nostri naturalmente, ma magari avessimo rappresentanti capaci ed intelligenti come lui al nostro governo.

 

E chi ti dice che un altro politico russo non possa fare altrettanto bene?

 

Ma non lo sapremo mai perché ormai da 15 anni la Russia è roba di Putin, c'è sempre e solo lui al comando, la Russia in pratica è sotto una dittatura mascherata e come ben insegna la storia nessun dittatore è patriota.

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E chi ti dice che un altro politico russo non possa fare altrettanto bene?

 

Ma non lo sapremo mai perché ormai da 15 anni la Russia è roba di Putin, c'è sempre e solo lui al comando, la Russia in pratica è sotto una dittatura mascherata e come ben insegna la storia nessun dittatore è patriota.

 

Prima di Putin molti provarono e tutti fallirono.

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Un articolo di Beppe Severgnini sul Corsera di ieri compara la sentenza americana pro Trump con quella inglese pro Brexit e ripropone quella differenza di voto tra aree urbane e aree rurali che già era stata rilevata nei giorni successivi al risultato britannico, che poteva apparire allora estemporanea ma che dopo la sconfitta di Hillary pare essere frutto di una vera e propria tendenza.

 

 

 

 

 

Io credo che come lettura ci possa stare, anche se parlare di semplici stimoli forse è un po' superficiale: perché anche "le campagne" i loro stimoli ce li hanno, solo che sono diversi da quelli delle aree urbane. Io quindi ragionerei sulla loro "qualità" e non sul fatto che vi siano o meno tali stimoli, e non parlerei di "vulnerabilità" a certe idee (cosa che implica un giudizio di valore), quanto piuttosto di un diverso grado intrinseco di "ricettività".

 

La società liquida in cui stiamo vivendo -anzi, a questo punto parlerei addirittura di società molecolare- credo abbia davanti a sé un ultimo argine alla sua completa realizzazione, e questo argine è rappresentato dalle campagne in cui "sopravvivono" comunità ancora in parte caratterizzate da dinamiche relazionali di un certo tipo, diciamo pure alla "vecchia maniera", in cui il singolo non è ancora disperso, come una molecola appunto, in una specie di non-luogo che ingloba tutto ma di fatto nulla, ma è bensì parte di un insieme caratterizzato e identitario, in cui funzionano ancora, per così dire, certi meccanismi sociali capaci di dare un amalgama alle persone, di mantenere il senso della comunità: la conoscenza di tutti con tutti, i problemi locali che bene o male coinvolgono l'intera comunità, l'intreccio delle parentele e dei micro-interessi, il ripetersi delle abitudini quotidiane individuali che inevitabilmente finiscono per interagire con quelle degli altri ecc.

Facile quindi che in un simile contesto possano svilupparsi e radicalizzarsi idee comuni, giuste o sbagliate che siano e che tali idee al momento del dunque siano proiettate in massa nelle urne. E siccome ogni piccolo centro è bene o male la replica di sé stesso, altrettanto facilmente le stesse idee verranno riprodotte, ovvero recepite come una specie di "contagio" trovando in ogni comunità il medesimo terreno fertile. Da qui l'onda populista che pare travolgere tutto e tutti.

 

Nelle città questo non avviene. Nelle città i legami sono più blandi, le microdinamiche sono meno invasive, l'individualismo è più esasperato, il senso della comunità è del tutto relativo, e la circolazione delle idee è infinitamente superiore. In questo senso, paradossalmente, le grandi città cosmopolite e vitali sono il paradigma della liquefazione sociale e di decostruzione della relazionalità, dove vi è tanto di tutto ma tutto assai superficiale e provvisorio, idee comprese: che quindi non hanno oggettivamente il tempo per attecchire in profondità, perché subito sostituite da altre, magari più evolute o semplicemente innovative, prodotte da scambi continui e da relazioni multiple, non necessariamente "migliori" ma semplicemente frutto di una elaborazione più vasta e sfaccettata.

 

È un bene? È un male?

Io credo sia ambivalente. Le "campagne" che custodiscono e tentano di difendere un certo tipo di valori rappresentano una specie di argine alla definitiva liquefazione dell'individuo e quindi intrinsecamente sono un bene. Ma allo stesso tempo essendo in qualche modo autoreferenziali e per certi versi "chiuse" sono in grado di "partorire mostri", ovvero produrre idee circoscritte al loro giro l'orizzonte, avulse dai movimenti complessivi, e questo ovviamente è un male soprattutto se si ripercuote sul globale.

Per contro "le città" sono dei laboratori straordinari, continue fucine di idee anche se non tutte necessariamente positive, che soffrono però di una drammatica deidentizzazione, al punto da trasformarsi in immensi, frenetici non-luoghi privi di calore e sicurezza e questo è egualmente un male che un domani o un dopodomani potrebbe arrivare anche a tracimare oltre l'argine.

 

Siamo quindi di fronte ad una dicotomia irrisolvibile?

Forse no. Forse è solo una questione di flussi che cominciano ad alternarsi: dopo gli eccessi della globalizzazione predatoria che hanno portato alla crisi nata dai subprime che stiamo ancora vivendo, questa è la fase dell'onda populista, che tuttavia potrebbe esaurirsi una volta raggiunto il suo apice per poi rifluire lasciando finalmente spazio alla razionalità moderata. Un auspicio più che una certezza, come pure è un auspicio che i due mondi a confronto (le aree urbane e quelle rurali) possano interagire solo con i pregi, depotenziando i rispettivi difetti.

 

É un'analisi quella di Severgnini che condivido solo in parte, nel senso che non sottolinea affatto il fattore economico, secondo me fondamentale. Le città si sono maggiormente sviluppate con la globalizzazione, soprattutto alcune, mentre le periferie e le campagne hanno soprattutto subito. Infatti se guardi Detroit vedrai che le periferie hanno votato Trump, ed é successo anche nelle periferie di altre città, un po' come da noi alle elezioni comunali di giugno, dove il centro ha votato per i partiti tradizionali e le periferie per quelli antisistema.

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Non so se il Brexit sia un male o un bene per la GB

Quello che so è che da quando in Italia è arrivato l'euro tutto è andato un malora

Prima del 2001 le cose non erano perfette anzi, ma poco per poco ma l'economia girava

Adesso la crisi ha devastato un Paese.

E mi fermo qui. Perché dovremmo anche parlare di una classe politica che ha governato guardando gli interessi delle banche e non quelle dei cittadini, ma finirei inevitabilmente OT

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Semplicemente nelle grandi città come Londra e New York non ci sono inglesi e americani, ma soltanto immigrati e loro figli con la cittadinanza.

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.giornale La conclusione di Mody è da imparare a memoria contro i pro-euro: .ehm

 

- " ...ecc. , ecc... Il nesso tra un preciso settore finanziario e la sterlina forte serviva gli interessi di pochi eletti che vivono a Londra. (La sterlina era sopravvalutata ma la sterlina forte era un danno).

... ecc. , ecc.....

I soli che perdono veramente per il deprezzamento della sterlina sono quelli che prendevano in prestito dollari a breve termine per investire in beni immobiliari a lungo termine.

Questa élite continua a comandare la politica .schiaf e le sue parole hanno eco nella stampa economica.

 

In tutti questi anni,

la sterlina forte ha danneggiato la creazione di posti di lavoro e gli investimenti economici.

 

Pochi sono stati avvantaggiati, tutti gli altri sono stati danneggiati.

 

Molti fattori hanno portato al voto sulla Brexit ,

ma non sbagliatevi !!!!

Molti di quelli che protestavano erano stati lasciati fuori dalla tavola dove veniva divisa la " torta " economica.

In sintesi:

L’élite finanziaria trae vantaggio da una moneta forte.

L’élite controlla i media e la politica. .schiaf Ma la moneta forte danneggia i lavoratori e le imprese locali " - ... ecc. , ecc....

 

p.s. : Quando il popolo può votare ( senza brogli ed omicidi- "false flag" ininfluenti ) l’élite se lo prende in saccoccia … :patpat:

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l'uscita della GB dall'UE è un processo lungo che per completarsi avrà bisogno di anni..non si esce dall'UE nel giro di pochi mesi..ci sono accordi e patti che prima di qualche anno non verranno mollati del tutto.

per me gli effetti veri della brexit si dovranno valutare tra qualche tempo, fermorestando che non credo saranno negativi e che ho tifato per il loro "leave" perchè a questa europa così malgestita una spallata importante serviva.

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Brexit, McDonald's porta la sede legale a Londra e spera in un buon fisco

 

La multinazionale dell'hamburger ha spostato la sua sede fiscale dal Lussemburgo a Londra nella speranza di ottenere un migliore trattamento fiscale

 

 

 

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LONDRA – L’internazionale della polpetta trasloca sotto il Big Ben. La McDonald’s ha deciso di trasferire dal Lussemburgo a Londra la sede legale per le proprie attività al di fuori degli Stati Uniti: i profitti di migliaia di ristoranti in tutto il mondo arriveranno dunque lungo le rive del Tamigi. Un colpo a favore della Brexit e della manifestata intenzione del governo di Theresa May di trasformare la Gran Bretagna, una volta fuori dall’Unione Europea, in una sorta di paradiso fiscale off-shore, anche se a separarla dal continente c’è solo il canale della Manica, non qualche oceano tropicale.

 

La decisione della più grande catena di fast-food del pianeta, commentano gli esperti, potrebbe portare decine o anche centinaia di milioni di sterline in più di tasse al Regno Unito. Ma riaccende anche polemiche sulle imposte pagate, o eluse, dalle multinazionali. L’azienda fondata nel 1961 da Ray Kroc in California, dove aprì il primo chiosco di hamburger (una storia celebrata proprio in questi giorni da “The founder”, il film con Michael Keaton nella parte del protagonista), lascia infatti il Lussemburgo perché stanca di sentirsi sotto attacco per le sue strategie fiscali. Secondo una stima del Financial Times, dal 2009 a oggi la fabbrica di Big Mac (ma non solo, avendo diversificato i 36 mila ristoranti del suo impero a seconda delle tradizioni gastronomiche locali) ha pagato soltanto l’1,49 per cento di tasse su utili di 1 miliardo e 800 milioni di dollari.

 

Pur citando come ragioni per il trasferimento a Londra “la lingua inglese, le connessioni con altri mercati e la presenza nella capitale britannica di un significativo numero di dipendenti impegnati nel nostro business internazionale”, sembra evidente che la società è attirata anche dalle scappatoie fiscali offerte dalla Gran Bretagna. Scappatoie che il precedente governo di David Cameron si era impegnato a chiudere o perlomeno restringere, ma che – dopo la vittoria della Brexit nel referendum – il nuovo governo May potrebbe riconsiderare. Recenti segnali indicano che l’intenzione di fare scendere le imposte sulle società in questo paese, attualmente al 20 per cento, già uno dei livelli più bassi d’Europa, al 17 per cento, e forse anche di più, fino al 15.

 

Ma i giganti del web, grazie a complicati giochi legali, finiscono per pagare ancora meno: non a caso sia Apple che Facebook hanno recentemente annunciato l’espansione del loro quartier generale a Londra. E la McDonald’s, anche se dichiara di avere pagato 2 miliardi e mezzo di dollari in tasse societarie nella Ue nel periodo 2011-2015, potrebbe spostarsi sotto il Big Ben per motivi analoghi.

 

Forse nel prossimo futuro il suo celebre hamburger verrà ribattezzato McLondon?

 

 

Repubblica

 

 

E' una vittoria per il governo inglese ed una dimostrazione che Brexit non e' detto sia una catastrofe come preventivato. Tuttavia questo comportamento delle multinazionali non e' accettabile, il comune cittadino deve pagare tutto, questi guadagnano e pagano le tasse dove vogliono, e' uno schifo. Poi c'e' chi dice: "Eh non serve lamentarsi, si devono solo abbassare le tasse!" sono *, tanto ci sara' sempre chi ti fara' pagare meno (Apple pagava 0.005% in Irlanda mi pare) quindi devono pagare in base a dove fanno profitto.

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E' una vittoria per il governo inglese ed una dimostrazione che Brexit non e' detto sia una catastrofe come preventivato. Tuttavia questo comportamento delle multinazionali non e' accettabile, il comune cittadino deve pagare tutto, questi guadagnano e pagano le tasse dove vogliono, e' uno schifo. Poi c'e' chi dice: "Eh non serve lamentarsi, si devono solo abbassare le tasse!" sono *, tanto ci sara' sempre chi ti fara' pagare meno (Apple pagava 0.005% in Irlanda mi pare) quindi devono pagare in base a dove fanno profitto.

Domanda sincera: come puoi pensare che questo fatto sia una vittoria della Brexit?

A me sembra soltanto un escamotage per approffitarsi di una falla del sistema, sfruttandola a proprio vantaggio e cercando, fondamentalmente, di fregare agli altri paesi una certa somma.

Cioè, parliamoci chiaro: credi sia sostenibile un mondo in cui si giochi a essere il paradiso fiscale più conveniente?

Secondo me no.

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Domanda sincera: come puoi pensare che questo fatto sia una vittoria della Brexit?

A me sembra soltanto un escamotage per approffitarsi di una falla del sistema, sfruttandola a proprio vantaggio e cercando, fondamentalmente, di fregare agli altri paesi una certa somma.

Cioè, parliamoci chiaro: credi sia sostenibile un mondo in cui si giochi a essere il paradiso fiscale più conveniente?

Secondo me no.

 

Non lo credo ed infatti ho scritto che le multinazionali dovrebbero pagare le tasse sul fatturato ottenuto nel Paese in cui operano. Pero' per la Brexit e' una vittoria perche' molti sostenevano che il Regno Unito avrebbe perso aziende e capitali, la decisione di McDonalds invece non va in questa direzione.

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Non lo credo ed infatti ho scritto che le multinazionali dovrebbero pagare le tasse sul fatturato ottenuto nel Paese in cui operano. Pero' per la Brexit e' una vittoria perche' molti sostenevano che il Regno Unito avrebbe perso aziende e capitali, la decisione di McDonalds invece non va in questa direzione.

Ti ringrazio per la spiegazione, non avevo capito.

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Mi scuso se metto il link e non copio l'articolo:

 

http://www.repubblica.it/esteri/2017/02/09/news/la_brexit_avanza_e_spacca_il_labour_rivolta_contr_corbyn_e_sturgeon_patetico_-157920690/?ref=HREC1-5

 

 

Vergognosi gli attacchi a Corbyn: ha semplicemente preso atto della volonta' popolare, pur non essendo d'accordo. Bisogna aver paura di questi nemici della democrazia.

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Ma come, il Parlamento non doveva bloccare la Brexit? Non era tutto un complotto per non far uscire più il Regno Unito?

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Brexit non è ancora iniziata.

Vedremo fra un paio di mesi, ma io che vivo a Londra non sto respirando un'aria positiva.

Sono abbastanza sicuro che molte aziende stanno per spostarsi a Dublino, soprattutto nel settore finanziario e del marketing.

Potrebbe toccare anche al sottoscritto di doversene andare.

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C'è una frangia importante ma minoritaria del partito Labour che si attacca a tutto per provocare un ammutinamento e far fuori Corbyn, visto come ineleggibile. Questo voto è solo l'ultima arma.

 

Ma come, il Parlamento non doveva bloccare la Brexit? Non era tutto un complotto per non far uscire più il Regno Unito?

 

Come il complotto contro Trump, di fronte alla sua quasi certa sconfitta alle elezioni: "Questo non lo faranno mai vincere..."

Boh, e mo?

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Per fortuna Corbyn è un galantuomo

ma mica Corbyn è il padre padrone del partito. I labour quasi il giorno dopo la Brexit avevano accettato il responso popolare.

Ammettiamolo che c'è stata una levata di scudi contro il passaggio parlamentare perché i fan di questa cosa insensata chiamata Brexit temevano di vedersi sottratta la conquista con chissà quale sotterfugio. E quindi complotti ovunque.

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ma mica Corbyn è il padre padrone del partito. I labour quasi il giorno dopo la Brexit avevano accettato il responso popolare.

Ammettiamolo che c'è stata una levata di scudi contro il passaggio parlamentare perché i fan di questa cosa insensata chiamata Brexit temevano di vedersi sottratta la conquista con chissà quale sotterfugio. E quindi complotti ovunque.

 

Certo che si temeva questo ed infatti la reazione scomposta della premier scozzese rivela come molti lo sperassero, compresi quelli che criticano Corbyn. Sul fatto che la Brexit sia una cosa positiva o meno si vedrà, ma non era questo il punto; si tratta di garantire l'applicazione della volontà popolare.

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Ah beh, l'Italia è andata a puttane per l'euro e l'UE, non perché ha una delle classi politiche più corrotte del mondo che ha spolpato la nazione negli anni '70, '80 e '90, regalando soldi in cambio di voti per poi perdere 20 anni a fare i * di Berlusconi ahah

No, è colpa dell'euro e tornando alla lira si risolve tutto haha

 

Vero.

 

Solo una domanda. La corruzione c'era prima, e continua a sussistere.

 

L'Italia, e soprattutto gli italiani, mediamente, stavano peggio prima, con la lira, o adesso, con l'Euro?

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Vero.

 

Solo una domanda. La corruzione c'era prima, e continua a sussistere.

 

L'Italia, e soprattutto gli italiani, mediamente, stavano peggio prima, con la lira, o adesso, con l'Euro?

 

C'era la tassazione che c'era oggi quando c'era la lira? C'erano un miliardo di bisogni inutili come lo smartphone o il TV da cambiare ogni 4 anni quando c'era la lira? C'era la globalizzazione quando c'era la lira? Erano condizioni di contorno molto diverse eppure sono riusciti a creare un debito insensato che non ha avuto alcun ritorno e che pagano e pagheranno i nati dall'80 in poi.

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C'era la tassazione che c'era oggi quando c'era la lira? C'erano un miliardo di bisogni inutili come lo smartphone o il TV da cambiare ogni 4 anni quando c'era la lira? C'era la globalizzazione quando c'era la lira? Erano condizioni di contorno molto diverse eppure sono riusciti a creare un debito insensato che non ha avuto alcun ritorno e che pagano e pagheranno i nati dall'80 in poi.

 

Ne abbiamo già discusso più volte; ormai va di moda pensare che ai tempi della lira tutti erano ricchi, sereni e felici e non c'è dato che economico che tenga per spiegare a chi sostiene questo che le cose non stavano esattamente così. E' diventata un pò una credenza diffusa tipo quella della Juve che ruba e sappiamo bene che il sentimento popolare non è facile cambiarlo. Tra l'altro poi fanno questo ragionamento molti giovani che la lira manco se la possono ricordare e nulla sanno dell'andamento dell'economia italiana negli ultimi decenni.

Detto questo però, vorrei aggiungere una considerazione sulla globalizzazione. Io credo che su quest'argomento e più in generale sull'economia mondiale, abbiamo una visione molto, troppo, occidentale cioè da abitanti di Paesi dove esiste un diffuso benessere. Senza voler sminuire gli effetti della crisi post 2008 che ha colpito duro anche il nostro Paese, la globalizzazione, lo spostamento di attività economiche in Paesi in via di sviluppo, la crescente interdipendenza tra le economie mondiali, l'aumento nel flusso degli scambi tra i vari Paesi, l'internalizzazione delle attività di produzione di beni e servizi, ecc. hanno prodotto un enorme miglioramento delle condizioni di vita di molte persone che abitano nei Paesi più poveri e, in alcuni casi, l'uscita dalla miseria di molta gente che fino a non tanti anni fa moriva letteralmente di fame. Insomma per noi andava tutto bene finché i poveracci schiattavano nella miseria più nera e se ne stavano nelle loro baracche fatiscenti ma è chiaro che le cose non sarebbero potute andare a lungo in questo modo.

Non ha senso rifarsi a periodi in cui il mondo era completamente diverso, le condizioni politiche, economiche, sociali enormemente differenti, la vita degli individui (nel senso di bisogni, necessità, desideri, aspirazioni) del tutto diversa da come è ora.

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C'è una frangia importante ma minoritaria del partito Labour che si attacca a tutto per provocare un ammutinamento e far fuori Corbyn, visto come ineleggibile. Questo voto è solo l'ultima arma.

 

 

 

Come il complotto contro Trump, di fronte alla sua quasi certa sconfitta alle elezioni: "Questo non lo faranno mai vincere..."

Boh, e mo?

 

Sai com'è, la "santarellina" guerrafondaia si divertiva con le mail ed è stata giustamente sputtanata

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Sai com'è, la "santarellina" guerrafondaia si divertiva con le mail ed è stata giustamente sputtanata

 

Mi fa ridere questa cosa di Hillary Clinton guerrafondaia; Trump manco è arrivato e ha ordinato un raid nello Yemen che ha causato la morte di un Seal, la distruzione di un prezioso e costoso elicottero d'assalto e la morte di non si sa quanti civili.....

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Mi fa ridere questa cosa di Hillary Clinton guerrafondaia; Trump manco è arrivato e ha ordinato un raid nello Yemen che ha causato la morte di un Seal, la distruzione di un prezioso e costoso elicottero d'assalto e la morte di non si sa quanti civili.....

Si e poi domani inizia la 3 guerra mondiale ma smettila.

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