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*Michel le Roi*

Intervista a John Elkann: «Allegri sempre stato juventino, si apre un nuovo ciclo. Il mercato è stato ricco»

Post in rilievo

Sai com'è... quando dici abitualmente solo minkiate, anche se ne imbrocchi una ormai la tua parola parla per te. E stai tranquillo, non manco cert odi criticarlo per quello che merita. Beati voi (o chi per voi) che siete riusciti a passare sopra Calciopoli così, come se non fosse successo nulla. Io no. E nemmeno, soprattutto, sol fatto che questa proprietà (quindi anche lui) non mosse un dito per difendere la Juve ed evitarle l'umiliazione della serie B.

E' assurdo criticarlo per qualunque cosa dica. Ovvimente su alcune cose si può parlarne fino a domani...Altrimenti si scade nell''isterismo...

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Come ogni anno, in occasione dell’amichevole di Villar Perosa, John Elkann, il cancro della nostra amata società, la sintesi di ogni male che ci affligge da quasi vent’anni, la rappresentazione vivente e contemporanea del disprezzo degli aristocratici più cinici e freddi delle monarchie del passato verso il popolo e le sue passioni, non perde l’occasione di dileggiarci pubblicamente e prendersi gioco di noi. Egli non perde occasione per trattarci come esseri inferiori, senza alcuna dignità, troppo “stupidi” e fidelizzati per ribellarci alla sua disgustosa volontà, disorganizzati ed innocui nei confronti del suo malefico progetto di contenimento delle nostre ambizioni.

Nel mare di mediocrità, incapacità e malafede ad ogni livello che è la Juventus dall’avvento di quest’individuo, non esiste circostanza in cui egli non faccia ricorso alle parole migliori per umiliarci agli occhi del mondo del calcio.

 

Veniamo da 15 anni di assenza dal calcio che conta (quasi 20 anni senza trofei pesanti), con continue figuracce dentro e fuori dal campo, anni di ingiurie e calunnie da parte dei media, anni di mercati a basso costo, anni di giocatori, allenatori e dirigenti appositamente scelti per valore e caratteristiche in modo tale da impedirci di spiccare il volo verso mete la cui frequentazione è ritenuta dai nostri carcerieri economicamente troppo rischiosa infischiandosene altamente della nostra credibilità. In questo scenario di desolazione sportiva e di continuo inquinamento della nostra immagine a tutti i livelli, questo soggetto non riesce a resistere alla sadica tentazione di definire un calciomercato da “zero” euro netti spesi (o forse addirittura in attivo) in giocatori difficilmente anche solo minimamente determinanti ai massimi livelli, come “ricco”.

In questo modo costui riesce contemporaneamente a prenderci in giro, umiliarci pubblicamente agli occhi del mondo, sminuire la nostra intelligenza, limitare come di consueto le nostre residue speranze di mercato e soprattutto portare avanti la sua ormai sistematica azione di condizionamento subliminale delle menti dei giovani tifosi juventini volta a ridimensionare strutturalmente le aspettative degli stessi.

Quest’ultimo è il suo vero investimento per il futuro. Non tanto lo stadietto o il centro sportivo utili a raggiungere velocemente quella famosa quota economica di sicurezza che lo metta al riparo da eventuali rischi di ripianamento da parte della proprietà.

Egli raggiungerà veramente il suo scopo solo quando sarà riuscito a costruire una intera nuova generazione di tifosi che percepisca come accettabile o addirittura ottima la sua vergognosa opera continuando nel contempo a considerare la Juventus come uno dei club più importanti del mondo, in accordo con quella disgustosa autoreferenzialità che ci caratterizza e che egli da sempre promuove poiché gli è vantaggioso.

Questi nuovi tifosi, in aggiunta a quelli asserviti e ciechi sempre presenti, a quelli ingenui che caratterizzano ogni tempo, a quelli disinteressati all’eccellenza poiché appagati da quegli stimoli sportivi minori cui la nostra vergognosa società dà astutamente soddisfazione, ed a quelli arrendevoli che pur rendendosi conto della situazione la ritengono immutabile, sono coloro i quali nel suo perverso progetto possano in futuro garantirgli il sostegno ideologico ed economico necessario per rendere definitiva ed irreversibile la modesta dimensione di mera “sopravvivenza” che costui vuole per il club.

 

Questo personaggio verso il quale non intendo sprecare ulteriori dispregiativi (sia perché non merita lo sforzo, sia perché non ne esistono di sufficientemente forti per definirlo) deve essere sconfitto e la Juventus deve finalmente avere un proprietario che la ami e che rispetti le decine di milioni di tifosi che essa ha nel mondo.

Come dico spesso, costui non è invincibile, ed i componenti delle nuove generazioni di tifosi che non si riconoscono né nell’attuale dimensione sportiva della Juventus né nella sua immagine non devono credere a coloro i quali, in buona o cattiva fede, cercano di instillare nelle loro menti l’idea dell’immutabilità dei questa situazione o addirittura la menzogna che si stia facendo qualcosa di buono per i tifosi e per il club.

La soluzione esiste ed è rappresentata dal lento e progressivo costituirsi e gonfiarsi di una opinione pubblica avversa a questa proprietà ed alle sue intenzioni che renda su di essa la pressione insostenibile nell’arco di due o tre decenni. Purtroppo se ciò si verificherà, non sarà una svolta per noi indolore perché sarà quasi certamente pilotata, tanto mediaticamente quanto fattivamente, principalmente dai nostri stessi avversari e detrattori sia in ambito nazionale che internazionale. Arriverà il momento in cui il sistema di menzogne minuziosamente adornato con orpelli e sfarzose decorazioni volte a preservare le apparenze che il nostro proprietario e la sua cricca hanno eretto, crollerà miseramente sotto la spinta dell’intero mondo del calcio che si ribellerà alla nostra cronica mancanza di credibilità. Egli e la sua disgustosa filosofia verranno spazzati via dal calcio stesso, che da anni mostra segnali di insofferenza a tutti i livelli per il nostro essere poco convincenti ed inadeguati per collocarci legittimamente in quella dimensione che noi stessi ci riconosciamo per meriti storici (al netto del disagio di alcuni nostri avversari per il fatto stesso che, almeno in patria, la Juventus vinca).

Se ciò dovesse accadere gli effetti sarebbero da subito drammatici (come del resto ci è già accaduto, e quella volta non certo per colpa dei nostri avversari, come molti credono) ma sul lungo termine si tratterebbe di una vera forma di liberazione.

La misura di quanto questa svolta (che qualora si realizzasse richiederebbe comunque decenni) possa dipendere in modo indolore da noi stessi piuttosto che in modo dirompente e violento dal resto del mondo del calcio, sarà funzione di quanto noi tifosi juventini innamorati della nostra squadra a tal punto da capire esattamente la situazione in cui siamo, riusciremo a ribellarci all’opera di distruzione posta in essere dall’uomo che siede nella stanza dei bottoni.

Non più una presa in giro dovrà passare. Non più una menzogna dovrà restare priva di critica. Nessun bambino dovrà più versare una lacrima per il soffocamento dei suoi sogni senza che chi ne ha la possibilità, sulla rete, nelle tv, sui giornali od attraverso qualsiasi altro mezzo di informazione cui riesca ad avere accesso, sottolinei negativamente l’operato e stigmatizzi le pessime intenzioni ed il vergognoso comportamento di chi detiene la proprietà della Juventus e di chi ne rappresenta il braccio armato in dirigenza.

Questa e nient’altro, perché niente che ci riguardi è più importante di questo, dovrebbe essere l’unica missione del tifoso juventino. Lo dobbiamo a noi stessi, a quei colori meravigliosi che insieme a noi tifosi sono la vera Juve, al ricordo di una squadra straordinaria che dovrebbe trovarsi nell’Olimpo del calcio e che invece viene crudelmente tenuta in cattività nella stessa gabbia nella quale sono recluse le emozioni di milioni di persone. Lo dobbiamo ai nostri figli, futuri tifosi della Juventus, e gridare pubblicamente i mali interni e profondi di questa società è l’unico modo per essere completamente in pace con le nostre coscienze quando, verosimilmente, saremo noi ad indurli a diventare tali o contribuiremo affinché ciò avvenga.

Anche quando dovessimo accorgerci che ciò non conduca a nulla, o che non possa farlo nell’arco delle nostre vite, dovremo continuare a gridare il nostro dolore nella speranza che, prima o poi, la nostra amata Juventus possa finalmente avere una proprietà che la ama.

 

Come ho già avuto modo di dire in passato, Elkann è veleno per la Juventus, e chi lo sostiene o giustifica fa il suo gioco, sottoscrivendo per la propria squadra del cuore un futuro senza amore né rispetto. Non cadete nell’inganno. Il calcio è passione; il calcio è un sogno che fa volare i bambini con la fantasia, non è e non deve essere una attività imprenditoriale volta a garantire un profitto od anche solo a mantenere in equilibrio i conti per minimizzare il “disturbo” di chi si sia assunto la responsabilità di detenerne la proprietà. L’equilibrio dei conti è il mezzo, non il fine. Deve essere il metodo attraverso il quale ottimizzare l’amministrazione del club, non una filosofia di comodo.

Possedere una squadra di calcio, specie delle dimensioni della Juventus NON E’ UN OBBLIGO, ma una grandissima responsabilità verso decine di milioni di persone appassionate e sincere, fedeli ed accorate, innamorate perdutamente di un’idea. Esserne tifosi, di contro, pur non essendo materialmente un obbligo, è una condizione inevitabile poiché è un ruolo intrapreso con ingenuità ed inconsapevolezza in tenera età. Questa condizione non va sfruttata dal proprietario di un club di calcio, bensì rispettata ed amorevolmente coltivata, con passione, sacrificio e dedizione, almeno pari a quella che i tifosi dedicano al club stesso. Il proprietario che non comprenda o non condivida una visione delle cose di questo tipo DEVE FARSI DA PARTE per il bene delle persone che ripongono nelle sue mani i propri sogni, che, al contrario, non possono fare altrettanto. Se decide di non farlo egli decide di fare del male per sempre a tutti coloro i quali si sentano intrappolati in una dimensione che non appartiene loro, una dimensione non coerente con quella che è la collocazione storica del club per il quale decisero di tifare da bambini e non coerente con l’immagine che la società stessa per interesse cerca di mantenersi cucita addosso attraverso la menzogna e l’inganno. Il proprietario che volontariamente ignori tutto ciò facendosi forte del volume delle opinioni dei nuovi tifosi ai quali sia stata opportunamente inculcata una visione ridimensionata del club secondo la propria convenienza, è una persona malvagia e manipolatrice e come tale va considerata.

Non sarà certo la consueta mancanza di risorse a rovinarci o l’ennesimo mercato da pezzenti. Sarà la mancanza d’amore, ormai cronica, che essa contribuisce a simboleggiare, a farlo. Ma c’è una speranza. Quella speranza siamo noi tifosi. Non dimenticate che la Juventus non è né la sua proprietà né la sua dirigenza; la Juventus è solo due cose: i suoi magici colori ed i suoi tantissimi tifosi.

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Negare tutto ahah

 

ma che mi frega...

 

credi che sia l'unico a pensarla così su Elkann e su Moggi? :d

 

Il problema è che non hai capito nulla di quello che penso e riassumi in due citazioni-omissioni un discorso che non hai compreso. Ma per quel che mi frega ci puoi pure scrivere che jurgen kohler non ha alcuna stima della Moggentus e dei duri e puri come te, non per questo penso che Elkann sia il salvatore della patria. Ho scritto il contrario. Fai dei corsi serali di logica che ti devo dire ahah

 

Quanti anni hai figlio mio?è vero che qui ti conoscono tutti per le cavolate che scrivi...ma cerca di migliorare se ti ritieni juventino...che poi uno che chiama moggentus che juventino è...vai si interfan li ti troverai bene

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Come ogni anno, in occasione dell’amichevole di Villar Perosa, John Elkann, il cancro della nostra amata società, la sintesi di ogni male che ci affligge da quasi vent’anni, la rappresentazione vivente e contemporanea del disprezzo degli aristocratici più cinici e freddi delle monarchie del passato verso il popolo e le sue passioni, non perde l’occasione di dileggiarci pubblicamente e prendersi gioco di noi. Egli non perde occasione per trattarci come esseri inferiori, senza alcuna dignità, troppo “stupidi” e fidelizzati per ribellarci alla sua disgustosa volontà, disorganizzati ed innocui nei confronti del suo malefico progetto di contenimento delle nostre ambizioni.

Nel mare di mediocrità, incapacità e malafede ad ogni livello che è la Juventus dall’avvento di quest’individuo, non esiste circostanza in cui egli non faccia ricorso alle parole migliori per umiliarci agli occhi del mondo del calcio.

 

Veniamo da 15 anni di assenza dal calcio che conta (quasi 20 anni senza trofei pesanti), con continue figuracce dentro e fuori dal campo, anni di ingiurie e calunnie da parte dei media, anni di mercati a basso costo, anni di giocatori, allenatori e dirigenti appositamente scelti per valore e caratteristiche in modo tale da impedirci di spiccare il volo verso mete la cui frequentazione è ritenuta dai nostri carcerieri economicamente troppo rischiosa infischiandosene altamente della nostra credibilità. In questo scenario di desolazione sportiva e di continuo inquinamento della nostra immagine a tutti i livelli, questo soggetto non riesce a resistere alla sadica tentazione di definire un calciomercato da “zero” euro netti spesi (o forse addirittura in attivo) in giocatori difficilmente anche solo minimamente determinanti ai massimi livelli, come “ricco”.

In questo modo costui riesce contemporaneamente a prenderci in giro, umiliarci pubblicamente agli occhi del mondo, sminuire la nostra intelligenza, limitare come di consueto le nostre residue speranze di mercato e soprattutto portare avanti la sua ormai sistematica azione di condizionamento subliminale delle menti dei giovani tifosi juventini volta a ridimensionare strutturalmente le aspettative degli stessi.

Quest’ultimo è il suo vero investimento per il futuro. Non tanto lo stadietto o il centro sportivo utili a raggiungere velocemente quella famosa quota economica di sicurezza che lo metta al riparo da eventuali rischi di ripianamento da parte della proprietà.

Egli raggiungerà veramente il suo scopo solo quando sarà riuscito a costruire una intera nuova generazione di tifosi che percepisca come accettabile o addirittura ottima la sua vergognosa opera continuando nel contempo a considerare la Juventus come uno dei club più importanti del mondo, in accordo con quella disgustosa autoreferenzialità che ci caratterizza e che egli da sempre promuove poiché gli è vantaggioso.

Questi nuovi tifosi, in aggiunta a quelli asserviti e ciechi sempre presenti, a quelli ingenui che caratterizzano ogni tempo, a quelli disinteressati all’eccellenza poiché appagati da quegli stimoli sportivi minori cui la nostra vergognosa società dà astutamente soddisfazione, ed a quelli arrendevoli che pur rendendosi conto della situazione la ritengono immutabile, sono coloro i quali nel suo perverso progetto possano in futuro garantirgli il sostegno ideologico ed economico necessario per rendere definitiva ed irreversibile la modesta dimensione di mera “sopravvivenza” che costui vuole per il club.

 

Questo personaggio verso il quale non intendo sprecare ulteriori dispregiativi (sia perché non merita lo sforzo, sia perché non ne esistono di sufficientemente forti per definirlo) deve essere sconfitto e la Juventus deve finalmente avere un proprietario che la ami e che rispetti le decine di milioni di tifosi che essa ha nel mondo.

Come dico spesso, costui non è invincibile, ed i componenti delle nuove generazioni di tifosi che non si riconoscono né nell’attuale dimensione sportiva della Juventus né nella sua immagine non devono credere a coloro i quali, in buona o cattiva fede, cercano di instillare nelle loro menti l’idea dell’immutabilità dei questa situazione o addirittura la menzogna che si stia facendo qualcosa di buono per i tifosi e per il club.

La soluzione esiste ed è rappresentata dal lento e progressivo costituirsi e gonfiarsi di una opinione pubblica avversa a questa proprietà ed alle sue intenzioni che renda su di essa la pressione insostenibile nell’arco di due o tre decenni. Purtroppo se ciò si verificherà, non sarà una svolta per noi indolore perché sarà quasi certamente pilotata, tanto mediaticamente quanto fattivamente, principalmente dai nostri stessi avversari e detrattori sia in ambito nazionale che internazionale. Arriverà il momento in cui il sistema di menzogne minuziosamente adornato con orpelli e sfarzose decorazioni volte a preservare le apparenze che il nostro proprietario e la sua cricca hanno eretto, crollerà miseramente sotto la spinta dell’intero mondo del calcio che si ribellerà alla nostra cronica mancanza di credibilità. Egli e la sua disgustosa filosofia verranno spazzati via dal calcio stesso, che da anni mostra segnali di insofferenza a tutti i livelli per il nostro essere poco convincenti ed inadeguati per collocarci legittimamente in quella dimensione che noi stessi ci riconosciamo per meriti storici (al netto del disagio di alcuni nostri avversari per il fatto stesso che, almeno in patria, la Juventus vinca).

Se ciò dovesse accadere gli effetti sarebbero da subito drammatici (come del resto ci è già accaduto, e quella volta non certo per colpa dei nostri avversari, come molti credono) ma sul lungo termine si tratterebbe di una vera forma di liberazione.

La misura di quanto questa svolta (che qualora si realizzasse richiederebbe comunque decenni) possa dipendere in modo indolore da noi stessi piuttosto che in modo dirompente e violento dal resto del mondo del calcio, sarà funzione di quanto noi tifosi juventini innamorati della nostra squadra a tal punto da capire esattamente la situazione in cui siamo, riusciremo a ribellarci all’opera di distruzione posta in essere dall’uomo che siede nella stanza dei bottoni.

Non più una presa in giro dovrà passare. Non più una menzogna dovrà restare priva di critica. Nessun bambino dovrà più versare una lacrima per il soffocamento dei suoi sogni senza che chi ne ha la possibilità, sulla rete, nelle tv, sui giornali od attraverso qualsiasi altro mezzo di informazione cui riesca ad avere accesso, sottolinei negativamente l’operato e stigmatizzi le pessime intenzioni ed il vergognoso comportamento di chi detiene la proprietà della Juventus e di chi ne rappresenta il braccio armato in dirigenza.

Questa e nient’altro, perché niente che ci riguardi è più importante di questo, dovrebbe essere l’unica missione del tifoso juventino. Lo dobbiamo a noi stessi, a quei colori meravigliosi che insieme a noi tifosi sono la vera Juve, al ricordo di una squadra straordinaria che dovrebbe trovarsi nell’Olimpo del calcio e che invece viene crudelmente tenuta in cattività nella stessa gabbia nella quale sono recluse le emozioni di milioni di persone. Lo dobbiamo ai nostri figli, futuri tifosi della Juventus, e gridare pubblicamente i mali interni e profondi di questa società è l’unico modo per essere completamente in pace con le nostre coscienze quando, verosimilmente, saremo noi ad indurli a diventare tali o contribuiremo affinché ciò avvenga.

Anche quando dovessimo accorgerci che ciò non conduca a nulla, o che non possa farlo nell’arco delle nostre vite, dovremo continuare a gridare il nostro dolore nella speranza che, prima o poi, la nostra amata Juventus possa finalmente avere una proprietà che la ama.

 

Come ho già avuto modo di dire in passato, Elkann è veleno per la Juventus, e chi lo sostiene o giustifica fa il suo gioco, sottoscrivendo per la propria squadra del cuore un futuro senza amore né rispetto. Non cadete nell’inganno. Il calcio è passione; il calcio è un sogno che fa volare i bambini con la fantasia, non è e non deve essere una attività imprenditoriale volta a garantire un profitto od anche solo a mantenere in equilibrio i conti per minimizzare il “disturbo” di chi si sia assunto la responsabilità di detenerne la proprietà. L’equilibrio dei conti è il mezzo, non il fine. Deve essere il metodo attraverso il quale ottimizzare l’amministrazione del club, non una filosofia di comodo.

Possedere una squadra di calcio, specie delle dimensioni della Juventus NON E’ UN OBBLIGO, ma una grandissima responsabilità verso decine di milioni di persone appassionate e sincere, fedeli ed accorate, innamorate perdutamente di un’idea. Esserne tifosi, di contro, pur non essendo materialmente un obbligo, è una condizione inevitabile poiché è un ruolo intrapreso con ingenuità ed inconsapevolezza in tenera età. Questa condizione non va sfruttata dal proprietario di un club di calcio, bensì rispettata ed amorevolmente coltivata, con passione, sacrificio e dedizione, almeno pari a quella che i tifosi dedicano al club stesso. Il proprietario che non comprenda o non condivida una visione delle cose di questo tipo DEVE FARSI DA PARTE per il bene delle persone che ripongono nelle sue mani i propri sogni, che, al contrario, non possono fare altrettanto. Se decide di non farlo egli decide di fare del male per sempre a tutti coloro i quali si sentano intrappolati in una dimensione che non appartiene loro, una dimensione non coerente con quella che è la collocazione storica del club per il quale decisero di tifare da bambini e non coerente con l’immagine che la società stessa per interesse cerca di mantenersi cucita addosso attraverso la menzogna e l’inganno. Il proprietario che volontariamente ignori tutto ciò facendosi forte del volume delle opinioni dei nuovi tifosi ai quali sia stata opportunamente inculcata una visione ridimensionata del club secondo la propria convenienza, è una persona malvagia e manipolatrice e come tale va considerata.

Non sarà certo la consueta mancanza di risorse a rovinarci o l’ennesimo mercato da pezzenti. Sarà la mancanza d’amore, ormai cronica, che essa contribuisce a simboleggiare, a farlo. Ma c’è una speranza. Quella speranza siamo noi tifosi. Non dimenticate che la Juventus non è né la sua proprietà né la sua dirigenza; la Juventus è solo due cose: i suoi magici colori ed i suoi tantissimi tifosi.

C'è da dire anche un'altra cosa, è vero siamo tantissimi noi tifosi e per una volta usiamo la calcolatrice:10 milioni di tifosi prendono dalle loro tasche 100 € cadauno: quanto fanno??? UN MILIARDO di €!!!! COMPRIAMO LA JUVENTUS

Un sogno nostro e come giustamente dici tu, per i nostri figli vale 100 € ???.

Per favore possiamo almeno pensarci ????

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Anche Moratti e' stato sempre juventino

Elkann e ' simpatico e juventino

Aa conta molto nella Juve e incarna perfettamente lo stile agnelli

Su calciopoli ci rifaremo , ci daranno due scudetti eTanti milioni di risarcimento

Giovino e' il nostro top player

Con pepe faremo un c..o così a tutti

Conte e' juventino e non pensa solo ai cassi suoi

Del Piero invece è' un ingrato

Moggi non è' stato silurato da Moratti abete ed Elkann

 

 

 

Se è' vero che allegri e' juventino , allora sono vere anche tutte le affermazioni fatte sopra

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C'è da dire anche un'altra cosa, è vero siamo tantissimi noi tifosi e per una volta usiamo la calcolatrice:10 milioni di tifosi prendono dalle loro tasche 100 € cadauno: quanto fanno??? UN MILIARDO di €!!!! COMPRIAMO LA JUVENTUS

Un sogno nostro e come giustamente dici tu, per i nostri figli vale 100 € ???.

Per favore possiamo almeno pensarci ????

 

eh vaffancu*o grande idea, siam 60 milioni di italiani, ci mettiamo 1000 euro a testa e ci compriamo la fiat. Così poi posso anche io scorazzare in giro con una ferrari458 mimetica come quel bucho di lapo... dai ragazzi ma non dite vaccate

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Il mercato è stato mediocre

 

Più che mediocre è stato un mercato teso a vivacchiare e fare bella figura nel campionato italiano (tra l'altro in declino) come ampiamente previsto.

Ambizioni oltreconfine zero.

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Vedo con piacere che gran parte del forum condivide quanto porto in firma ininterrottamente da quando sono iscritto a questo forum.

perchè,ti era forse passato per la testa,qualche dubbio?........ uum

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IL COLPEVOLE DELLA CACCIATA DI GIRAUDO MOGGI E CONTE

 

"UN MERCATO RICCO " AHAHAHAHAHAHAAHAH

 

IL * CON LA MAGLIETTINA DI MORATA LA DICE LUNGA SU COSA INTENDONO PER ESBORSI NEL CALCIO

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Come ogni anno, in occasione dell’amichevole di Villar Perosa, John Elkann, il cancro della nostra amata società, la sintesi di ogni male che ci affligge da quasi vent’anni, la rappresentazione vivente e contemporanea del disprezzo degli aristocratici più cinici e freddi delle monarchie del passato verso il popolo e le sue passioni, non perde l’occasione di dileggiarci pubblicamente e prendersi gioco di noi. Egli non perde occasione per trattarci come esseri inferiori, senza alcuna dignità, troppo “stupidi” e fidelizzati per ribellarci alla sua disgustosa volontà, disorganizzati ed innocui nei confronti del suo malefico progetto di contenimento delle nostre ambizioni.

Nel mare di mediocrità, incapacità e malafede ad ogni livello che è la Juventus dall’avvento di quest’individuo, non esiste circostanza in cui egli non faccia ricorso alle parole migliori per umiliarci agli occhi del mondo del calcio.

 

Veniamo da 15 anni di assenza dal calcio che conta (quasi 20 anni senza trofei pesanti), con continue figuracce dentro e fuori dal campo, anni di ingiurie e calunnie da parte dei media, anni di mercati a basso costo, anni di giocatori, allenatori e dirigenti appositamente scelti per valore e caratteristiche in modo tale da impedirci di spiccare il volo verso mete la cui frequentazione è ritenuta dai nostri carcerieri economicamente troppo rischiosa infischiandosene altamente della nostra credibilità. In questo scenario di desolazione sportiva e di continuo inquinamento della nostra immagine a tutti i livelli, questo soggetto non riesce a resistere alla sadica tentazione di definire un calciomercato da “zero” euro netti spesi (o forse addirittura in attivo) in giocatori difficilmente anche solo minimamente determinanti ai massimi livelli, come “ricco”.

In questo modo costui riesce contemporaneamente a prenderci in giro, umiliarci pubblicamente agli occhi del mondo, sminuire la nostra intelligenza, limitare come di consueto le nostre residue speranze di mercato e soprattutto portare avanti la sua ormai sistematica azione di condizionamento subliminale delle menti dei giovani tifosi juventini volta a ridimensionare strutturalmente le aspettative degli stessi.

Quest’ultimo è il suo vero investimento per il futuro. Non tanto lo stadietto o il centro sportivo utili a raggiungere velocemente quella famosa quota economica di sicurezza che lo metta al riparo da eventuali rischi di ripianamento da parte della proprietà.

Egli raggiungerà veramente il suo scopo solo quando sarà riuscito a costruire una intera nuova generazione di tifosi che percepisca come accettabile o addirittura ottima la sua vergognosa opera continuando nel contempo a considerare la Juventus come uno dei club più importanti del mondo, in accordo con quella disgustosa autoreferenzialità che ci caratterizza e che egli da sempre promuove poiché gli è vantaggioso.

Questi nuovi tifosi, in aggiunta a quelli asserviti e ciechi sempre presenti, a quelli ingenui che caratterizzano ogni tempo, a quelli disinteressati all’eccellenza poiché appagati da quegli stimoli sportivi minori cui la nostra vergognosa società dà astutamente soddisfazione, ed a quelli arrendevoli che pur rendendosi conto della situazione la ritengono immutabile, sono coloro i quali nel suo perverso progetto possano in futuro garantirgli il sostegno ideologico ed economico necessario per rendere definitiva ed irreversibile la modesta dimensione di mera “sopravvivenza” che costui vuole per il club.

 

Questo personaggio verso il quale non intendo sprecare ulteriori dispregiativi (sia perché non merita lo sforzo, sia perché non ne esistono di sufficientemente forti per definirlo) deve essere sconfitto e la Juventus deve finalmente avere un proprietario che la ami e che rispetti le decine di milioni di tifosi che essa ha nel mondo.

Come dico spesso, costui non è invincibile, ed i componenti delle nuove generazioni di tifosi che non si riconoscono né nell’attuale dimensione sportiva della Juventus né nella sua immagine non devono credere a coloro i quali, in buona o cattiva fede, cercano di instillare nelle loro menti l’idea dell’immutabilità dei questa situazione o addirittura la menzogna che si stia facendo qualcosa di buono per i tifosi e per il club.

La soluzione esiste ed è rappresentata dal lento e progressivo costituirsi e gonfiarsi di una opinione pubblica avversa a questa proprietà ed alle sue intenzioni che renda su di essa la pressione insostenibile nell’arco di due o tre decenni. Purtroppo se ciò si verificherà, non sarà una svolta per noi indolore perché sarà quasi certamente pilotata, tanto mediaticamente quanto fattivamente, principalmente dai nostri stessi avversari e detrattori sia in ambito nazionale che internazionale. Arriverà il momento in cui il sistema di menzogne minuziosamente adornato con orpelli e sfarzose decorazioni volte a preservare le apparenze che il nostro proprietario e la sua cricca hanno eretto, crollerà miseramente sotto la spinta dell’intero mondo del calcio che si ribellerà alla nostra cronica mancanza di credibilità. Egli e la sua disgustosa filosofia verranno spazzati via dal calcio stesso, che da anni mostra segnali di insofferenza a tutti i livelli per il nostro essere poco convincenti ed inadeguati per collocarci legittimamente in quella dimensione che noi stessi ci riconosciamo per meriti storici (al netto del disagio di alcuni nostri avversari per il fatto stesso che, almeno in patria, la Juventus vinca).

Se ciò dovesse accadere gli effetti sarebbero da subito drammatici (come del resto ci è già accaduto, e quella volta non certo per colpa dei nostri avversari, come molti credono) ma sul lungo termine si tratterebbe di una vera forma di liberazione.

La misura di quanto questa svolta (che qualora si realizzasse richiederebbe comunque decenni) possa dipendere in modo indolore da noi stessi piuttosto che in modo dirompente e violento dal resto del mondo del calcio, sarà funzione di quanto noi tifosi juventini innamorati della nostra squadra a tal punto da capire esattamente la situazione in cui siamo, riusciremo a ribellarci all’opera di distruzione posta in essere dall’uomo che siede nella stanza dei bottoni.

Non più una presa in giro dovrà passare. Non più una menzogna dovrà restare priva di critica. Nessun bambino dovrà più versare una lacrima per il soffocamento dei suoi sogni senza che chi ne ha la possibilità, sulla rete, nelle tv, sui giornali od attraverso qualsiasi altro mezzo di informazione cui riesca ad avere accesso, sottolinei negativamente l’operato e stigmatizzi le pessime intenzioni ed il vergognoso comportamento di chi detiene la proprietà della Juventus e di chi ne rappresenta il braccio armato in dirigenza.

Questa e nient’altro, perché niente che ci riguardi è più importante di questo, dovrebbe essere l’unica missione del tifoso juventino. Lo dobbiamo a noi stessi, a quei colori meravigliosi che insieme a noi tifosi sono la vera Juve, al ricordo di una squadra straordinaria che dovrebbe trovarsi nell’Olimpo del calcio e che invece viene crudelmente tenuta in cattività nella stessa gabbia nella quale sono recluse le emozioni di milioni di persone. Lo dobbiamo ai nostri figli, futuri tifosi della Juventus, e gridare pubblicamente i mali interni e profondi di questa società è l’unico modo per essere completamente in pace con le nostre coscienze quando, verosimilmente, saremo noi ad indurli a diventare tali o contribuiremo affinché ciò avvenga.

Anche quando dovessimo accorgerci che ciò non conduca a nulla, o che non possa farlo nell’arco delle nostre vite, dovremo continuare a gridare il nostro dolore nella speranza che, prima o poi, la nostra amata Juventus possa finalmente avere una proprietà che la ama.

 

Come ho già avuto modo di dire in passato, Elkann è veleno per la Juventus, e chi lo sostiene o giustifica fa il suo gioco, sottoscrivendo per la propria squadra del cuore un futuro senza amore né rispetto. Non cadete nell’inganno. Il calcio è passione; il calcio è un sogno che fa volare i bambini con la fantasia, non è e non deve essere una attività imprenditoriale volta a garantire un profitto od anche solo a mantenere in equilibrio i conti per minimizzare il “disturbo” di chi si sia assunto la responsabilità di detenerne la proprietà. L’equilibrio dei conti è il mezzo, non il fine. Deve essere il metodo attraverso il quale ottimizzare l’amministrazione del club, non una filosofia di comodo.

Possedere una squadra di calcio, specie delle dimensioni della Juventus NON E’ UN OBBLIGO, ma una grandissima responsabilità verso decine di milioni di persone appassionate e sincere, fedeli ed accorate, innamorate perdutamente di un’idea. Esserne tifosi, di contro, pur non essendo materialmente un obbligo, è una condizione inevitabile poiché è un ruolo intrapreso con ingenuità ed inconsapevolezza in tenera età. Questa condizione non va sfruttata dal proprietario di un club di calcio, bensì rispettata ed amorevolmente coltivata, con passione, sacrificio e dedizione, almeno pari a quella che i tifosi dedicano al club stesso. Il proprietario che non comprenda o non condivida una visione delle cose di questo tipo DEVE FARSI DA PARTE per il bene delle persone che ripongono nelle sue mani i propri sogni, che, al contrario, non possono fare altrettanto. Se decide di non farlo egli decide di fare del male per sempre a tutti coloro i quali si sentano intrappolati in una dimensione che non appartiene loro, una dimensione non coerente con quella che è la collocazione storica del club per il quale decisero di tifare da bambini e non coerente con l’immagine che la società stessa per interesse cerca di mantenersi cucita addosso attraverso la menzogna e l’inganno. Il proprietario che volontariamente ignori tutto ciò facendosi forte del volume delle opinioni dei nuovi tifosi ai quali sia stata opportunamente inculcata una visione ridimensionata del club secondo la propria convenienza, è una persona malvagia e manipolatrice e come tale va considerata.

Non sarà certo la consueta mancanza di risorse a rovinarci o l’ennesimo mercato da pezzenti. Sarà la mancanza d’amore, ormai cronica, che essa contribuisce a simboleggiare, a farlo. Ma c’è una speranza. Quella speranza siamo noi tifosi. Non dimenticate che la Juventus non è né la sua proprietà né la sua dirigenza; la Juventus è solo due cose: i suoi magici colori ed i suoi tantissimi tifosi.

 

APPLAUSI , MA FORTE FORTE VERAMENTE !!!!!

 

Vorrei aggiungere che questo stesso essere l'anno scorso (e io c'ero) in questa stessa partita ESAUTORO' ANTONIO CONTE DAVANTI A TUTTI , ma tutti fecero finta di niente.

Eppure per me era gia' chiaro tutto. Non arrivarono insieme , non lo avvicino' una sola volta.

Conte rimase chiuso nello spogliatoio 1 ora , solo Paratici con lui e mi sa a discutere animatamente.

I segnali di una insopportazione erano CHIARI gia' allora

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Be’ gentile sig. band61, benché si sappia ormai quasi tutto di questo disgustoso personaggio, lei fa benissimo a ricordare aspetti come questo. Si tratta di uno dei tanti piccoli segnali che si sommano componendo il grande album delle bassezze di quest’uomo e della sua cricca nei nostri confronti. Un uomo che da sempre agisce in aperto contrasto con quelle che sono le nostre esigenze sia sportive che extra-sportive, e lo fa in maniera sprezzante, con quell’arroganza che attinge dalla consapevolezza di poter trarre sostegno addirittura da gran parte di quelle stesse persone che umilia costantemente con le sue scelte e con l’applicazione della sua sporca filosofia imprenditoriale.

Come ebbi modo di dire nelle discussioni apposite, la vicenda Conte è stata semplicemente il risultato dell’ennesima azione autolesionistica (dove tuttavia a farsi del male sono solo i tifosi) ed ostruzionistica di un soggetto le cui scelte e decisioni hanno sempre costituito, negli ultimi due o tre lustri, la corrente contraria che ognuna di quelle poche persone virtuose presenti in società di volta in volta ha dovuto tentare di risalire per riuscire a spostare l’asticella dell’ambizione leggermente più a monte, in accordo con quella che dovrebbe essere la naturale crescita di un club che voglia realmente ricollocarsi ai vertici mondiali.

 

La Juventus, come tutti noi la immaginiamo sulla base della sua storia più remota e del mito che essa ha sempre rappresentato grazie al suo nome ed al consenso popolare, ha ormai da una quindicina d’anni abdicato definitivamente dal suo ruolo nel panorama del calcio mondiale.

Quella per cui siamo costretti a spendere le nostre preziose emozioni imposte dall’amore per i colori (soltanto quelli, non certo per la società in quanto tale) è solo un’accozzaglia di persone dalla bassa statura morale ed intellettuale, un aggregato di soggetti intellettualmente disonesti che hanno ben chiaro quale presente e quale triste futuro riservarci, senza però mai avere il coraggio e l’onestà di dichiarare apertamente le proprie intenzioni.

 

Come spesso ricordo, tutto ha origine da una vergognosa proprietà che limita le ambizioni, spegne i sogni di chi la ama, contiene ogni entusiasmo ed aspirazione, sopprime ogni slancio, soffoca ogni elevazione personale, sminuisce il talento, mortifica il valore dell’abilità individuale e della ricerca dell’eccellenza; essa contestualmente incentiva la normalità, loda l’ordinario, magnifica la mediocrità, esalta la supremazia della quantità sulla qualità, del lavoro e del sacrificio sull’attitudine, della continuità sull’eccellenza; ed ancora umilia il senso estetico e la bellezza artistica proponendo un inesistente antagonismo con la sostanza, promuove il pragmatismo, la marginalità dell’essere convincenti, l’inessenzialità del riconoscimento, l’autoreferenzialità delle opinioni, il disprezzo del gusto per l’immagine e l’emozione. Una proprietà ogni gesto della quale si traduce in una mancanza di rispetto verso i tifosi, più o meno evidente che sia.

Questa disgustosa gente impone rigore e contenimento del rischio aziendale oltre le reali necessità di equilibrio finanziario al solo scopo di contenere le perdite reali e potenziali in pieno accordo con la nullità dell’intraprendenza imprenditoriale che essi professano e che è per loro un dogma imprescindibile in tutte quelle attività in cui il fine ultimo non sia il guadagno.

La loro linea di pensiero si riflette sull’estrazione e sulla volontà dei dirigenti scelti, totalmente incapaci anche solo di pensare all’eccellenza sportiva, ma ottimi equilibratori di conti e liquidatori nelle situazioni di squilibrio, ed a cascata su tutti i dipendenti. Ciò costituisce gli elementi strutturali della filosofia che da anni permea ogni singolo aspetto della nostra sfortunata società: dal mercato calciatori ed allenatori alla gestione delle partite e degli uomini; dal rapporto con i tifosi a quello con i media. Ogni singola scelta e comportamento è frutto di questo equivoco di fondo, di questa sperequazione tra ciò che “noi” (e tutti, avversari compresi, anche se sembra assurdo) riteniamo la Juve debba essere e quello che “loro” pensano debba essere; tra ciò che noi pensiamo animi le loro azioni e quello che in realtà è il vero motore di queste ultime; tra ciò che noi sogniamo e ciò che loro progettano ed attuano.

 

Le dirigenze juventine non hanno mai colpa per il fatto di essere (salvo eccezioni) fortemente incompetenti sul piano tecnico, in quanto sono appositamente scelte per manifestare altre attitudini. La loro colpa è piuttosto quella di non riuscire a ribellarsi al proprietario almeno nella sua volontà di non parlare chiaramente ai tifosi di quello che, di volta in volta, è il progetto di ridimensionamento (o meglio di “dimensionamento”) che scatta inesorabile alle prime avvisaglie di percorso sportivamente virtuoso. Costoro dovrebbero avere un rigurgito, un moto di sensibilità e di affetto verso i tifosi, e far comprendere loro velatamente ma in modo comunque esplicito che la situazione è sempre in evoluzione secondo criteri differenti da quelli che essi si attendono, ma ovviamente ciò va contro i loro interessi e solo persone mosse da un grande cuore e da grande empatia con la gente possono esercitare su se stessi la violenza psicologica necessaria per farlo.

Purtroppo nessuno di essi trova mai un tale coraggio o è mosso da tanto altruismo; solo singole individualità troppo carismatiche o ribelli per essere addomesticate, come determinati allenatori (vedi Conte) od altri minori addetti ai lavori, possono manifestare all’opinione pubblica in modo più o meno eclatante tali sconcertanti verità, ovviamente in modo indiretto e parzialmente interessato, attraverso l’esternazione del loro personale sconforto ed insoddisfazione professionale.

Per questo, al di la dell’aver perso un grande allenatore (non so se tra i migliori al mondo, ma certamente uno molto bravo), ciò che deve dispiacerci e tormentarci in misura più o meno accentuata a seconda della nostra sensibilità sul tema, è che l’addio di Conte è il segnale della vittoria della sporca ed irrispettosa filosofia societaria sulla volontà di un uomo coraggioso di restituirci alla nostra dimensione. E’ la vittoria della filosofia della sopravvivenza su quella dell’affermazione, è la morte dei sogni di grandezza perché è l’affermazione della mancanza di volontà di eccellere. In questo contesto ogni successo di elevato profilo non è che una casualità, peraltro parzialmente indesiderabile per il ben noto personaggio che manovra nella stanza dei bottoni, a causa dei riflessi economici a breve termine.

 

Chiunque abbia veramente a cuore le sorti di questo club, ha capito che l’unica soluzione possibile per estirpare il cancro che ci affligge è alimentare quel movimento d’opinione volto a raccontare senza censure la verità sulle vergognose azioni di questa proprietà, nella speranza che tra decenni la pressione su di essa divenga insostenibile, spazzando via dal mondo del calcio questi vergognosi affaristi senza scrupoli, restituendoci così dopo anni di prigionia la nostra amata Juventus.

 

Saluti.

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APPLAUSI , MA FORTE FORTE VERAMENTE !!!!!

 

Vorrei aggiungere che questo stesso essere l'anno scorso (e io c'ero) in questa stessa partita ESAUTORO' ANTONIO CONTE DAVANTI A TUTTI , ma tutti fecero finta di niente.

Eppure per me era gia' chiaro tutto. Non arrivarono insieme , non lo avvicino' una sola volta.

Conte rimase chiuso nello spogliatoio 1 ora , solo Paratici con lui e mi sa a discutere animatamente.

I segnali di una insopportazione erano CHIARI gia' allora

 

Mi scusi gentile sig. band61, ma avevo dimenticato di quotarla all'interno della mia risposta. Lo faccio ora. Troverà subito sopra la mia risposta al suo messaggio. Un saluto e buon proseguimento.

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E non ti esaltano, sportivamente parlando, tutte queste nuove sfide?

Chiellini ha 30 anni, suvvia, nel calcio attuale arriva ora, come difensore la sua maturità.

Tevez quest'anno farà ancora meglio dello scorso, si é cucito la maglia addosso.

Appagato? Ma se ieri rincorreva fino alla nostra area un primavera.

Mi ha lasciato sorpreso, nonostante già abbiamo conosciuto la sua generosità.

Ma vederglielo fare ieri mi ha strappato un sorriso di approvazione.

Vidal incognita? In che senso? Entrerà in forma a metà settembre, non mi sembra questo problemone.

Magari visto che iniziava sempre forte per poi calare, quest'anno sarà al top in primavera, visto che abbiamo tante alternative per farlo rifiatare.

Io non vedo l'ora di iniziare, altroché.

 

io non ho bisogno di entusiasmarmi...sono entusiasta di mio, io tifo juve pure alla xbox

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Leggere e pensare che per qualcuno Elkann è "oro colato" o la "migliore proprietà in Italia" mi fa pensare alla malafede.

E che si nascondano pure in modo puerile dietro alle storielle del "contesto" della frase e del significato travisato con l'estrapolazione della suddetta dal discorso in origine.

Niente, in qualunque contesto si inserica questa frase è semplicemente ridicola visto quanto accaduto nel 2006 e quanto continua a dimostrare ogni volta apre bocca questo personaggio .doh

 

Anch’io, come lei sig. The Raven, sono sconcertato quando leggo cose simili. Non mi permetto di parlare di malafede nell’esprimere tali opinioni ma devo ammettere che sentire tali affermazioni mi fa veramente male al cuore. E’ per me come constatare che tutto il cinismo, la superficialità e la mancanza d’amore per la nostra squadra si trasferiscano integralmente su alcune persone come per induzione, e rendermi conto che, per volontà delle stesse o meno, è grazie ad esse che il nostro carceriere riesce nella sua perpetua opera di soffocamento di ogni nostro sogno.

Una delle cose che mi fa più male è proprio rendermi conto che, grazie al meccanismo perverso messo in piedi dal nostro pessimo proprietario e dai venditori di fumo al suo soldo, egli riesca a distruggerci con le nostre stesse mani e manipolarci con le nostre stesse opinioni.

L’unica arma è e sarà sempre il dissenso, l’opposizione convinta e determinata, la critica incondizionata contro ogni censura, perché se per ogni persona che non si sente umiliata dal perfido manovratore o che ha interesse a dimostrarsi tale ve ne sarà almeno un’altra che patisce questa frustrazione e la contrasta con la forza delle sue opinioni, il futuro vedrà sempre una speranza, una luce in fondo al tunnel.

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beh mercato ricco in effetti lo è stato! quest'anno per la prima volta con la nuova gestione abbiamo speso 20 mln per un solo giocatore .ghgh

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Leggere e pensare che per qualcuno Elkann è "oro colato" o la "migliore proprietà in Italia" mi fa pensare alla malafede.

E che si nascondano pure in modo puerile dietro alle storielle del "contesto" della frase e del significato travisato con l'estrapolazione della suddetta dal discorso in origine.

Niente, in qualunque contesto si inserica questa frase è semplicemente ridicola visto quanto accaduto nel 2006 e quanto continua a dimostrare ogni volta apre bocca questo personaggio .doh

Cosa vuoi,siamo in Italia,il paese dove la gente continua a dare il 40% dei voti alla solita gente che ha contribuito a mandarci nella medda..

Masochismo allo stato puro!

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Premesso che il buon John Elkann non gode delle mie simpatie, mi chiedo:

 

quanti post passeranno ancora prima di veder comparire i primi riferimenti ai complotti finanziari giudaico-massonici ed alla lobby ebraica internazionale, di cui il nostro sarà sicuramente parte in causa??

 

Essì, perchè dopo gli anatemi futuristico-savonaroliani, mi aspetto di tutto, comprese le accuse di deicidio e relativa scomunica bah

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