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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 15/10/2018 in tutte le aree

  1. 4 punti
  2. 4 punti
    Ok, che questo sia tecnicamente di un altro livello credo sia veramente evidente a chiunque. Acquisto pazzesco, con i prezzi attuali addirittura in saldo dato che stiamo parlando con ogni probabilità del miglior terzino al mondo, per tecnica, velocità, facilità di corsa palla al piede, facilità di calcio e visione di gioco. C'è però un aspetto che vorrei rimarcare: io spingevo per il suo acquisto da oltre un anno, perché vedendolo giocare in Spagna si capiva che il potenziale fosse enorme. Ma mai, e dico mai, mi sarei aspettato un miglioramento così netto ed immediato tra la scorsa stagione e questa. Non ricordo quale partita fosse, ma l'anno scorso lo vidi giocare con l'inter a sinistra e mi sembrava diventato veramente un brocco. Ricordo Spalletti a fine gara che addirittura nelle interviste ne parlava male, dicendo che rispetto ad altri giocatori Cancelo avessevla tendenza a "giustificarsi" un po' troppo per alcuni errori, o se secondo lui giocava fuori posizione. Ecco, alla luce di ciò io vorrei, una volta di più, ringraziare e rimarcare il lavoro fenomenale che sta svolgendo Massimiliano Allegri, un allenatore che sta portando gradualmente a livelli top non solo l'intera squadra, ma la maggior parte dei singoli. Ed occhio che se i vari Cancelo, Bernardeschi, Bentancur, Can, Kean ecc... continueranno questa parabola, ci ritroveremo una rosa piena zeppa di top players molto giovani e super versatili.
  3. 3 punti
    E' inutile, non ce la farete a farmi ricordare che "Lazzari è meglio" (più o meno cit). Bel tentativo però.
  4. 3 punti
    Cioè questi sono highlights di 2 mesi di stagione, impressionante.
  5. 2 punti
    Lo volevo già l'anno scorso, ma venni "perculato". " Ahhh è il classico giocatore che sembra buono solo nei video di YouTube". "Ma non sa difenderee". "È più un'ala, mi tengo Cuadrado che è più bravo". Beh, mi sa sono gli stessi di meglio Inler di Vidal😂
  6. 2 punti
    Musica che rende l'idea dello sconforto che prova un indaista quando lo guarda giocare quest'anno
  7. 1 punto
    Nel lungo periodo, io dico assolutamente + crescita
  8. 1 punto
  9. 1 punto
  10. 1 punto
    Sta per iniziare Italia - Tunisia, amichevole dell’U21. Titolari Audero, Mandragora, Kean, Orsolini e Romagna.
  11. 1 punto
    E' l'unico giocatore che io personalmente ricordo che fosse un pallino di Paratici. Il quale è sul taccuino dal suddetto da almeno quattro anni. Bisogna dire che... chi lo ricorda; Cancelo è da quest'anno che sta facendo vedere la sua vera qualità, ad essere precisi dagli ultimi mesi passati all'inda. Ora la maturazione sia fisica che di posizionamento con Allegri sta facendo la differenza. Non è illeggittimo pensare che possa effettivamente arrivare ad essere il top nel ruolo nei prossimi anni e per lungo tempo.
  12. 1 punto
    È incredibile che le 3 top della Liga non si siano accorte di questo giocatore. Meglio per noi In questa stagione potrebbe consacrarsi come il terzino destro più forte al mondo. Molti lo paragonano ad Alves, per me può diventare anche più forte. Infatti dal punto di vista difensivo, già oggi il portoghese è superiore al brasiliano. Incontenibile in fase offensiva. Non sono d'accordo su chi spesso e volentieri sottolinea il fatto che sia carente in fase difensiva, a parte l'ingenuità commessa a Verona non gli ho visto commettere altri errori. Ha l'unico difetto che spesso prova dribbling quando basterebbe una spazzata.
  13. 1 punto
    Nell'angolo in diversi bestemmiavano in questo modo
  14. 1 punto
    D'Ambrosio è più forte (cit) Il vero affare l'abbiamo fatto noi con Asamoah (cit)
  15. 1 punto
    Cancelo! Ci ho sbavato quando dovevamo prenderlo e poi è finito all'Inda, ed ora me lo godo! *_*
  16. 1 punto
    Ricordiamo che Cancelo era solo un nome "esotico" per bimbimikia che fanno i tricks a Fifa. Meglio qualche superpippa italiana rassicurante.
  17. 1 punto
    Sicuramente, perchè questo qui è un fenomeno però De Sciglio farà la sua part, salute permettendo. In fondo se Sandro raggiungesse il top come 2 anni fa, sarebbe lo stesso anche dall'altra parte pur avendo fiducia in Spinazzola. In ogni caso, dopo Dani Alves, ad appena un anno di distanza, abbiamo un altro campione su quella fascia e lo avremo per diversi anni ancora.
  18. 1 punto
    Si parla, giustamente, tanto di Ronaldo ma questo acquisto è stato mostruoso. Ha 24 anni questo ragazzo ed è il Dani Alves preso da giovane.
  19. 1 punto
    meglio darmian, via "qualcuno"...
  20. 1 punto
    Se Thibaut imparasse a gestirsi meglio il Giro se lo porta a casa (non uno), è proprio la sua corsa. Attenzione anche alla Vuelta, però lo sappiamo tutti quanto tenga alla corsa nel "Bel Paese"... qualora dovesse scegliere non ci saranno dubbi. Intanto chiude l'anno con un secondo posto alla Tre Valli Varesine, vince la Milano - Torino e vince il Lombardia davanti a Nibali (per dire il primo che passa).... roba che ti nobilita una stagione. Considerazioni di fine stagione: -Su Nibali avete già detto voi. A mio modo di vedere Froome, Vincenzo, e Dumoulin sono i più forti e completi ciclisti in circolazione, un vero peccato "bucare" (per quanto si era prefissato) una stagione.... -Su Dumoulin, che corridore... molla un * questo... al mondiale ho temuto per lui, per poco ma ho temuto... cosa? Che dopo Giro chiuso secondo, Tour chiuso secondo, Crono mondiale chiusa secondo, cronosquadre mondiale secondo; si pigliasse un argento anche in linea.... oh grande stagione eh, ma finiva in clinica... Scherzi a parte il 2019 delle corse a tappe lo fa da protagonista e parte tra i favoriti ovunque corra. -su Aru.... eh boh... stagione da catabasi, non saprei... ad oggi ripeterei quanto detto a maggio-giugno -Valverde
  21. 1 punto
  22. 1 punto
    Negli ultimi giorni ho avuto modo di vedere in una rassegna 3 film usciti quest'anno a Venezia, in lingua originale. Ho avuto fortuna perché erano tra i film che ero più curioso di vedere. Tramonto (Napszállta) di László Nemes, 2018. Dopo il successo de "Il figlio di Saul", Nemes è tornato con un altro film storico. In questo caso siamo a Budapest, nell'Austria-Ungheria degli anni '10, prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale; prima del tramonto, appunto, della civiltà. La protagonista, Irisz, dopo tanti anni torna nella capitale con la speranza di essere assunta come modista nell'importante negozio di cappelli che un tempo era appartenuto ai suoi genitori e che ancora porta il nome di famiglia. Da qui ne seguono diverse vicessitudini, la ragazza è determinata ad inserirsi nel contesto in cui era nata e nel quale i genitori avevano vissuto, ma è anche decisa a far luce su alcuni misteri che circondano la sua famiglia. Il film ha lo stesso stile de "Il figlio di Saul", quindi macchina a mano che segue costantemente la protagonista, con continui movimenti e piani sequenza, giocando molto sul fuoco e fuori fuoco, sul campo e contro campo; differisce invece nel formato e nell'inserimento della musica. Anche in questo film il sonoro occupa un ruolo contrale (anche se minore rispetto a Saul) con suoni e voci che arrivano da uno spazio indecifrato, invisibile e che risuonano a diversi volumi come all'interno di una grotta; "Tramonto", a differenza de "Il figlio di Saul", l'ho visto al cinema e l'effetto è veramente diverso. Il film è opprimente, straniante, sferzante ma soprattutto è un film che nega. Nega inquadrature complete e ampie, ci nega la vista chiara ma al tempo stesso ci nega anche una percezione narrativa definita. Gli eventi ci appaiono oscuri, caotici e persino incomprensibili. Siamo costantemente sballottati con Irisz che non sta ferma un secondo, vagando per i vicoli oscuri di Budapest e tornando poi sempre nel negozio di cappelli, uno dei pochi luoghi apparentemente sicuri e civili in una società in tumulto. Si odono decine di domande a cui nessuno risponde, si cercano risposte a domande che nessuno ha posto, più il film va avanti e più veniamo immersi in un ambiente di mistero, di oscurità, di caos. Sembra quasi di essere in un incubo, tutto è sfuocato, nulla è netto e chiaro ma, almeno io, si viene investiti da una costante angoscia, una sensazione di continua apnea, di minaccia. Per certi versi mi ha ricordato Mother! di Aronofsky, per la protagonista seguita come un'ombra, per il suo continuo vagare e per il trovarsi in situazioni sempre più oscure e incomprensibili. A parte della critica "Tramonto" non è piaciuto e molti lo hanno definito noiosissimo, a me invece è piaciuto davvero tantissimo. L'ho preferito a "Il figlio di Saul", per esempio. Credo che Nemes in questo film abbia perfezionato maggiormente la sua regia e abbia fatto un film più strutturato e complesso. "Il figlio di Saul" è un ottimo film, ma non ero riuscito ad entrare in simbiosi ed empatia con il protagonista; il suo personaggio, le sue azioni e la linearità degli eventi non mi avevano conquistato al 100%. In questo caso la sensazione che mi ha comunicato "Tramonto", nel suo incedere crescente, è incredibile; è uno di quei film che dopo la fine mi ha lasciato un macigno e che mi ha spinto a rifletterci a lungo. Un film che per me è pura magia, con una fotografia splendida. La sensazione è che la protagonista, Irisz, rappresenti l'Europa in quel momento, ma anche noi stessi, anche l'Europa attuale. Un'osservatrice che si muove ingenua, turbata, confusa, trattenuta e sballottata dagli eventi; divisa tra la luminosità, il rigore, il lusso ma anche la depravazione celata dell'Impero al massimo dello svilippo e lo strato di oscurità e violenza crescente, pronta a far esplodere tutte le tensioni con impeti distruttivi. Cerca di capire, cerca di conoscere le motivazioni di questi eventi crescenti ma non ottiene risposte, perchè non ci sono motivazioni ("Cos'hai visto? Niente, perchè non c'è niente da vedere"). Assiste così alla crescita del male, un male risvegliato e che è insito nell'Uomo. Una follia insensata, assurda, senza spiegazione: è la guerra del XX secolo. Bellissimo il finale. Per me è veramente un film bellissimo, con una forza incredibile. Non-Fiction (Doubles vies) di Olivier Assayas, 2018. Il suo film precedente, Personal Shopper, mi era piaciuto molto e secondo me con questo film si è confermato. Nello stile è differente, è una commedia borghese parlata, quasi alleniana in questo senso. Protagoniste sono soprattutto due coppie, un editore sposato con un'attrice e uno scrittore sposato con una collaboratrice di un politico, più altre persone che ruotano attorno. E' un film molto parlato, visto che i personaggi si trovano quasi sempre immersi in discussioni sulla tecnologia, su internet, sul futuro dell'editoria, sui libri, sul digitale, quindi è soprattutto la scrittura ad essere il tema principale, discusso in ogni suo aspetto, con a margine anche alcune discussioni sulla politica. Quindi comunque sono temi molto attuali e al centro della nostra vita. Assayas però si limita a declinare l'aspetto sotto tutti i punti di vista che ci possono essere, non da giudizi e non indica qual'è la verità, perché una verità non c'è, bensì ci sono visioni differenti. Il film dopo un po' rischia di cadere nell'eccessiva retorica e nella pedanteria, ma molto intelligentemente Assayas cambia registro e sposta l'attenzione sulla vita di queste coppie ed in entrambi i casi ci sono tresche e tradimenti, quasi sempre intuiti dai relativi partner. Questo va un po' a smascherare il teatrino della borghesia intellettuale, va a rendere quasi sciocchi tutti i discorsi sul futuro dell'editoria e dei libri, visto che non sanno tenere saldo il loro di futuro. E infatti l'ulteriore svolta c'è proprio con uno dei personaggi che decide di "metter mano" alla propria relazione abolendo ogni tipo di comportamento scorretto...e questo porta anche a benefici privati. Assayas si dimostra quindi duro con una certa fetta della società ma anche con i personaggi legati ad ambienti culturali o artistici, infatti l'unica che non ha segreti e quella che parla in modo più diretto è la collaboratrice del politico. E' una grandissima sceneggiatura, veramente scritta in modo fine ed egregio, con una sottile ironia costante e con uno schema strutturale che ho trovato bellissimo. Assayas si conferma per me tra i maggiori autori contemporanei. Il messicano Nuestro tiempo di Carlos Reygadas, 2018. Questo film è stato molto apprezzato a Venezia ma a me non è piaciuto particolarmente. Parla di una famiglia che vive nella campagna messicana e lavora in un ranch, allevando tori. E' una coppia aperta e ad un certo punto la moglie si innamora di un americano, a quel punto lei e il marito si troveranno a dover gestire il nuovo momento. E' un film che mi ha detto poco, onestamente, ho sentito molto la durata (3 ore) e i temi non li ho trovati espressi in modo approfondito o coinvolgente. Comunque, in quello che vuole essere e per come è pensato, è un buon film, dal senso molto artigianale narrativamente e visivamente. Ha delle scene di grandissima regia, fuori dal comune. Specialmente la scena iniziale dove ci sono dei bambini e dei ragazzi che stanno facendo il bagno in uno stagno; quella per me è una scena che è fantastica. Già l'ambientazione con questa sorta di terreno fangoso intorno allo stagno anch'esso reso marrone dal fango, ma soprattutto il modo di inquadrare i ragazzi trovo che abbia una sensibilità che raramente si vede. Ma anche altre scene, soprattutto inquadrature degli ampi spazi del ranch o la scena finale con i tori, denotano una grande capacità registica di Reygadas. Ma dai giudizi che avevo letto mi aspettavo di più ed ho preferito di gran lunga i film di Nemes e Assayas. Comunque ogni anno ci sono film non in lingua inglese di ottimo valore, ma quest'anno in particolare, per adesso, il confronto tra film americani e film non americani trovo che sia impietoso. Al di là di qualche buon film sparso, per me le uscite americane non reggono il confronto dei vari Dogman, Un affare di famiglia, Non-Fiction e Tramonto. E anche le prossime settimane sembra che non andranno a capovolgere le cose...non vedo tanti grandi film americani all'orizzonte in questa stagione, mentre sono in uscita i vari Roma di Cuaron, Cold War di Pawlikowski, L'albero dei frutti selvatici di Ceylan più parecchi altri che sembrano interessanti. Questa è un po' anche una sfortuna per noi, perché sarà dura per Dogman rientrare nella cinquina degli Oscar.
  23. 1 punto
    Comunque, accettiamo che non scriva(seppur con dispiacere), che sia impegnato e quant'altro, ma @Quijote non può esimersi dal commentare qui L'uomo che uccise Don Chisciotte, ce lo deve. Chissà quando leggerà, io intanto lancio l'amo.
  24. 1 punto
    Mi speigo' all'epoca Quijotte, che Parnassus (che vidi al cinema) fu un film incompiuto...con la morte del protagonista molte scene sono state cambiate e riviste, alcune tagliate ed alla fine usci' fuori un pastrocchio non molto comprensibile
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