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Lord Ludwig

No, questi anni non sono come il 1986-1994

Post in rilievo

6 ore fa, Zebramagica ha scritto:

Innanzitutto qui siamo all inizio di stagione del 6 . to  anno , dall ultimo scudetto vinto.   Quindi  non siamo ancora  vicini al nono anno  senza  scudetti. MA non c  e tanto da scherzare.  C e '   da  dare una scossa forte ,  e  cmq un minimo di rischio di arrivare  al nono anno senza  scudi c  e'.   A riguardo  del primo  periodo   c e'  da dire che  in quegli anni, dal 86  al 95 ,  ovvero  9 anni di digiuno,   si vinsero cmq  2  coppe  uefa e  una coppa italia.   E  le  avversarie in italia  erano il milan di berlusconi e   anche il napoli di maradona.

già siamo messi molto peggio di quel periodo, non abbiamo squadra di quel livello (la UEFA a quel tempo era dura come la Champions e aveva 2 partite in più da giocare) le premesse per fare altri 4-5 anni da comprimari ci sono tutte. I soldi la proprietà li ha messi, la dirigenza da Ronaldo in poi ha dilapidato ogni anno tutte le risorse spendendo tanto e male. Negli ultimi 5 anni il tirchio DELA ha fatto 100 volte meglio di noi 🤷🏻‍♂️

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Non sono d’accordo su una cosa… la Juve portò a casa ben due UEFA (sappiamo benissimo il valore di quella coppa) e una coppa Italia, una squadra più tecnica.. infatti la Champions del 96 è frutto del ragionamento di Boniperti. 
 

Quindi direi che questo è il primo vero periodo dove non vedo né tecnica né competenza in nessun reparto dal campo alla dirigenza. 

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9 minuti fa, loropo ha scritto:

La Juve di Zoff del 1989/90 e quella del Trap 1992/93 erano squadre divertentissime e che si facevano amare. Le ricordo bene, erano gli anni spensierati delle medie e del liceo. Il Milan era altra cosa, ma ci siamo tolti grosse soddisfazioni anche contro di loro.

Soprattutto la prima, tecnicamente modesta ma compatta, organizzata, che in campo dava sempre il 100%. La seconda invece ti faceva divertire ma anche incazzare, perché ti dava la sensazione di impegnarsi solo quando ne aveva voglia. Con le piccole spesso si distraeva, tipo il 5-1 beccato a Pescara, e in campionato finimmo quarti ma a un certo punto mi pare fossimo pure sesti nel girone di ritorno. sesti.

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2 hours ago, Lord Ludwig said:

Infatti non ho detto che quel periodo fu esente da errori o pieni di successi (anche se vincere la UEFA non era certo come oggi vincere la coppa Italia come ho letto sopra). Ma prendere i Rush, i Baggio, i Vialli dimostrava che si VOLEVA vincere. Oggi non ho la percezione che la proprietà punti a vincere.

Io ho 41 anni e questa estate è stata la prima  da quando seguo la Juve che non ho avuto neanche la speranza di poter vincere lo scudetto o la coppa dei campioni.

 

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mi fa piacere, nello scorno del momento, che piano piano ci si arrivi. Che ci arrivino in tanti. Certo, forse per i più giovani è più difficile. Qualche piccola precisazione, Baggio e Vialli era sulla carta un'idea stellare. Baggio vinse il pallone d'oro alla Juventus. Vialli aveva disputato la finale di coppa dei campioni e vinto il campionato con la Samp. È come se oggi comperassimo due degli attaccanti più forti del panorama mondiale. Baggio arriva alla Juve a 24 anni. Parliamo di acquisti siderali per correre dietro al Milan. Ma l'altro giorno mi son rivisto i gol dell'1 a 3 a Milano col Milan... Doppietta di Moeller e Baggio. Lo stesso Moeller che poi ci vinse sotto il naso la champions anni dopo, quando voleva era sontuoso. Insieme a Baggio Vialli, Conte e Marocchi in mezzo al campo... ma non scherziamo

Qui si è persa l'idea di superare gli altri e vincere, si è persa la passione e la voglia di chi la Juventus la possiede.. Andiamo a Madrid e nemmeno glie la contano all'allenatore, per decidere se sostituirlo. 

I periodi grami ci son stati, ma qui è diverso.  L'ultima Juve, anche nella negatività, è quella di Andrea Agnelli con Allegri in sella. Questa roba qui è diversa . Elkan o investe molto di più, rinuncia all'equilibrio dei conti e delega o deve cedere. 

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7 ore fa, fracaz ha scritto:

Prima c'era una proprietà a cui fregava qualcosa di questa squadra, adesso invece vedo solo indifferenza. Che venda pure, forse saremo economicamente meno stabili (cosa tutta da vedere) ma perlomeno avremmo una proprietà a cui interessano le sorti sportive della squadra e che magari come presidente metterà qualcuno che non si addormenta sugli spalti 

Ma vendere a chi? Ad un fondo americano o a qualche cordata asiatica ? A loro interesseranno le sorti sportive della Juventus ? 

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7 ore fa, Lord Ludwig ha scritto:

E' tutto cambiato. Non abbiamo più gli Agnelli di allora, non siamo più una società che può attrarre i più forti al mondo (o magari potremmo ma non ce n'è la volontà). Quindi inutile dire "ci siamo già passati negli anni ottanta". Era un altro mondo, un'altra epoca. Allora, ventenne, cinque anni mi sembravano lunghissimi, ma c'era la certezza che saremmo tornati a vincere. In Italia come in Europa. Oggi, quasi sessantenne, cinque anni mi sembra passino subito. Ma certezze di glorie future non ce ne sono più.

Cosa è cambiato? Ecco cosa. L'Italia calcistica, tutta, era ai vertici sulle vele della propria tradizione, potevi arrivare a dei top mondiali e potevi attingere dal mercato interno, quantomeno dei gregari, sapendo di poter essere competitivo, perchè quei gregari erano giocatori forti che se la giocavano con chiunque. Oggi l'Italia calcistica, tutta, è paese di seconda fascia, in un mercato coatto dominato da una bolla economica gonfiata da arabi e inglesi. Oggi, se non viaggi a botte di 300 milioni a sessione, molto difficilmente competi a livello europeo. Se non ti qualifichi per la CL vai in apnea per lo stesso motivo. Se cresci un ragazzo di talento, vengono e se lo portano coprendolo di danari, spesso per bruciarlo o magari farlo muffire in panchina dentro rose ipertrofiche o in mezzo ai cammelli.

 

La via per risalire sarebbe una, e sarò impopolare ma me ne frego: costruire squadre con i nostri giovani, chiudere il mercato interno con restrizioni protezionistiche, in stile bulgaro, che impediscano agli under 23 di andare all'estero se non a prezzi spaventosi, e ai club italiani di avere più di tre o quattro stranieri in campo, parallelamente costruire i nostri successi su dinamiche di squadra, di gruppo, di gioco, di identità, non su fenomeni stranieri da un centello l'uno. Così facendo vedresti se nel giro di cinque anni non verrebbero fuori i nuovi Del Piero e i nuovi Baggio...

 

Chiudersi per difendersi, così lo chiamo io. Difendere la propria storia, la propria ricchezza, le proprie tradizioni e le proprie passioni. Almeno quelle calcistiche.

 

Loro, ovviamente, che ai soldi ci tengono, ti racconteranno la fiaba del mercato libero. Il calcio (potrei allargare il discorso) oggi è libero... certo per i pochi che hanno soldi per potersela permettere, quella libertà lì. La libertà di comprare biglietti a cifre vergognose ('pronti per lo spettacolo?') in teatri-frigorifero ('eh, la sicurezza...'), o di farsi un volo trans-oceanico per vedere Milan-Como anche con un abbonamento già pagato in mano ('tranquillo, ti diamo in cambio un cappellino da 4 euro che ne costa 40')

 

In sostanza quello che Andrea Agnelli andava ripetendo spesso, ma dalla sponda sbagliata, si è realizzato. La Juve, come altre storiche top italiane (vogliamo parlare del Milan?) lo sta pagando, e per le me*dacce è solo questione di tempo, ci passeranno anche loro, appena l'ennesimo fondo straniero vorrà capitalizzare l'investimento. Staremo qui (anche noi) a dividerci scudettini di un movimento litigioso (le guerre tra poveri), ridimensionato e retto da quattro ladri da pollaio, mentre si faranno figure da comprimari nel calcio che conta, dominato da figure ancora più pericolose di quelle nostrane

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ricordo bene quegli anni

 

comunque l'unica stagione oscena fu la 1987-88

 

nelle altre lottammo sempre per qualcosa e arrivarono tre trofei importanti

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1 ora fa, Lord Ludwig ha scritto:

Forse non riesco a spiegarmi: all'epoca si prendevano giocatori che erano titolari nelle grandi nazionali, in top club europei com'era il Liverpool negli anni ottanta. Oggi abbiamo speso cifre enormi, ma su quali giocatori? Vlahovic, all'epoca promettentissimo ma non certo fuoriclasse affermato. Bremer preso dal Torino, al tempo riserva della riserva nel Brasile. Koopmeiners, riserva nell'Olanda.

 

Per prendere gli odierni equivalenti di quelli che all'epoca erano i Rush, i Baggio, i Deschamps, i Paulo Sousa oggi non bastano 50, 60, 70 milioni. Ne dovresti spendere il doppio. All'epoca coi top club europei potevamo competere, economicamente - anche per la ben diversa levatura della serie A - ma ci mancava la competenza, fino all'arrivo della triade. Oggi manca la competenza, ma manca anche la volontà da parte della proprietà di competere.

 

Per fare un esempio: capisco che non puoi andare dal Barcellona ad offrire 500 milioni per Yamal. Ma se poni dei paletti agli stipendi anche un Donnarumma o un Rodrygo che si sente chiuso al Real non li prendi mai. Se poi invece di far crescere in casa gli Huijsen, i Soulè e i Mbangula sperperi per mezze figure è pure peggio.

Questo è vero. E confesso che sul Trap ho sempre il dubbio se abbia vinto tutto quello che si poteva vincere, o perso tutto quello che si poteva perdere.

Si scusa ma del periodo che tu dici chi erano i nazionali che abbiamo comprato?

Schillaci e Casiraghi divennero nazionali dopo. Come conte Dino Baggio ravanelli di Livio Conte Carrera. Baggio ok Vialli ok erano già famosi e nazionali. Poi chi? Galia Demarchi Lippi Marocchi  Barros Napoli Julio cesar Napoli dicanio?

Deschamps e Sousa li abbiamo presi dopo.

Se guardiamo anche alla Juve vincente Vialli Baggio poi? Deschamps Sousa Ferrara

Torricelli pessotto Carrera dilivio conte del Piero Ravanelli non erano nessuno

Oggi se vedi ci sono piu nazionali probabilmente

Dusan openda David yldiz Thuram koop Locatelli Bremer Joao Mario gatti kalulu kostic cico tutti nazionali sono

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Tutto giusto però all’epoca c’erano avversari tosti, tostissimi! Il Milan di Berlusconi, il Napoli di Maradona… e noi per star dietro e non vincere quasi niente dovevamo comunque andare a prenderci i campioni (Baggio, Vialli ecc).

con tutto il rispetto, oggi per vincere questa serie A non ci va chissà che. Se metti su una squadra appena decente con un allenatore serio la vinci. Con tutto che facciamo pena e siamo degli scappati di casa, siamo a quattro punti dalla vetta. 
Facile a dirsi, meno a farsi ed i risultati sono qui a confermarlo.

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1 ora fa, axel77 ha scritto:

Ma vendere a chi? Ad un fondo americano o a qualche cordata asiatica ? A loro interesseranno le sorti sportive della Juventus ? 

Alla ricchissima Tether

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Bel post, Ludwig.

Complimenti.

Ho più o meno i tuoi anni, ricordo bene quel periodo.

Quel che cambia rispetto ad oggi è la percezione, oltre all'aspetto umano e mediatico che ha totalmente cambiato il mondo, e il calcio di conseguenza.

Parto dalla tua ultima considerazione, ovvero che oggi non riusciamo più ad attrarre campioni per tanti motivi.

Credo non sia solo una questione di appetibilità ma di competenza e stabilità dirigenziale.

Ho la vaga sensazione che i nostri dirigenti da un po' di tempo -diciamo dal post Marotta in poi- siano visti un po' come polli da spennare, comprano l'ottone al prezzo dell'oro e (s)vendono a prezzi di saldo. 

La scelta dei tecnici va di conseguenza, e parto da Sarri (non tanto la sua scelta, quanto le dinamiche interne che scaturirono sotto forma di fronde fra dirigenti e allenatore/calciatori), per continuare con la follia Pirlo, l'altrettanta follia Allegri-bis (quando un ciclo è finito, basta minestre riscaldate: l'eccezione fu Lippi, ma fu appunto un'eccezione), per poi cambiare con Motta e ora Tudor.

Nel frattempo, il club è passato dalla gestione appassionata ma un po' troppo megalomane -e negli ultimi tempi addirittura sciagurata- di Andrea Agnelli, alla reggenza della proprietà nella persona del nipote dell'Avvocato. Non mi pronuncio sulle qualità umane e professionali di John Elkann se non per dire che per quel che riguarda la Juve di passione non ce n'è, di volontà di riportarla ai vertici mi pare ancor meno.

Unica cosa positiva del suo mandato, ci ha messo il grano quando serviva e quando ancora serve. 

I dirigenti operativi che ci hanno accompagnati in questi anni post Marotta (ottobre 2018, di fatto estate dello stesso anno, affare Ronaldo) rispondono al nome di Paratici, Cherubini, Arrivabene, Giuntoli, Comolli. Con Scanavino a fare la guardia a Giuntoli. In 7 anni 5 manager diversi. Non è una cosa normale in un'azienda ordinaria, figuriamoci in una società di calcio.

Può una società soggetta a questi tipi di variazioni essere considerata affidabile? Non credo.

Ora, tornando al discorso "percezione", mi trovi d'accordo a metà.

E ti spiego perché.

Eravamo più o meno ventenni quando Platini ci lasciò, e se è vero che Boniperti aveva accumulato un certo credito per il suo passato, dobbiamo riconoscere a posteriori che nel giro di 2/3 anni si ritrovò completamente spiazzato non annusando il pericolo che si stava materializzando piano piano.

Un conto era competere con l'Inter di Fraizzoli e il Milan di Buticchi/Colombo/Farina, la Fiorentina del conte Pontello e la Roma di Viola e... Andreotti.

Un altro conto fu contrastare gli investimenti di Pellegrini ("il nostvo cuoco si è compvato l'Intev", disse con un certo snobismo Gianni Agnelli), l'all-in di Ferlaino con l'acquisto clamoroso di Maradona e la costruzione di una grande squadra (chi dice che Maradona vincesse da solo non sa cosa dice: quel Napoli era un grande gruppo, basta rileggere i nomi), lo tsunami-Berlusconi, colui il quale ha inventato il calcio per come lo vediamo oggi nella sua accezione peggiore. Berlusconi era l'Al Khelaifi, il Mansour o il Radcliffe di oggi. Dico Radcliffe perché ieri stavo guardando Liverpool-MUtd e un gol dei mancuniani lo ha segnato un certo Mbuemo, 26enne con 40 gol alle spalle in Premier League col Brentford, acquistato in estate per 71 milioni di sterline.

Cifre che allora -fatte le debite proporzioni- spendeva Berlusconi, che per mettere subito in chiaro le cose scippò Donadoni alla Juve per 13 miliardi (più di quanto 2 anni prima il Napoli spese per Maradona), ponendo fine alla tradizione dello ius primae noctis che la Juventus andava ad esercitare su qualsiasi talento dell'Atalanta.

Ma all'elenco manca un big spender: Paolo Mantovani, che costruì la Sampdoria sul modello del Como odierno, facendo razzia dei migliori giovani talenti italiani: Vierchowood, Lombardo, Vialli, Mancini, Mannini, Fusi su tutti, integrando con campioni stranieri esperti (Francis e Souness all'inizio, Cerezo e Mikhailichenko poi). Quella Sampdoria aprì un ciclo strappando calciatori alle grandi tradizionali, alla Juve in primis (ad es.Vialli sarebbe venuto a Torino da Cremona, se la Samp non avesse vinto l'asta).

In questo quadro, Boniperti rimase spiazzato, e la sua filosofia anacronistica del "firma in bianco e la cifra la metto io" ci portò in una posizione subalterna.

Dal punto di vista tecnico facemmo scelte imbarazzanti: un allenatore modesto, difensivista e senza grande personalità come Rino Marchesi, al quale al secondo anno consegnammo un mero finalizzatore come Rush per farlo servire dall'intristito Laudrup e dal sostituto di Platini -il quale probabilmente si ritirò anche per il carico di mestizia accumulato in quella stagione-, tale Marino Magrin.  Soldà/Tricella per Scirea, il pur a tratti entusiasmante (soprattutto contro il Milan) Rui Barros, Zavarov (il Koopmeiners di quegli anni, nonostante le credenziali), onesti mestieranti come Niccolò Napoli (decise persino uno Juve-Inter), il bielorusso Aleinikov, Marocchi, Galia, Pasquale Bruno, Dario Bonetti, Angelo Alessio, e i due centravanti presi dalla serie B, Schillaci e Casiraghi. Ci si arrangiava insomma, ma da parenti poveri. È vero che nel 1990 arrivarono pure due coppe con Zoff, prima del ribaltone montezemoliano con Maifredi e i carneadi Bendoni e Governato in società, ma la sensazione di non essere mai all'altezza era evidente. Eravamo senz'anima, un po' come adesso.

La restaurazione bonipertian-trapattoniana portò in dote la Coppa Uefa del 1993, vinta praticamente da Roberto Baggio, ma stagioni anonime in campionato con il complesso di inferiorità nei confronti dei milanesi ben evidente.

Sì, Moeller (2 stagioni), Reuter (1 stagione), pagati cari come Vialli, ma tutti loro come anche Porrini (13 miliardi) resero meno del previsto. 

Eravamo un club che vivacchiava nella mediocrità accumulando debiti mostruosi -e Giraudo se ne lamentò- e fra le altre cose fummo eliminati in Coppa Uefa dal Cagliari, perdemmo malamente una Coppa Italia contro il primo Parma di Tanzi e rimediammo una sconfitta epocale (5-1) a Pescara.

La cosa bella di quegli anni fu aver costruito un gruppo che con la Triade rappresentò l'architrave di tanti successi:

Kohler e Baggio al principio, per un tempo più consistente Peruzzi, Vialli, Ravanelli, Conte, Kohler, il citato Porrini, Carrera, Torricelli, Di Livio, il giovane Del Piero, l'affidabile secondo portiere Rampulla.

Questo per dirti che secondo me basta poco, e anche in questa squadra di oggi c'è del buono, ci vuole molta pazienza, tanta competenza (ce l'abbiamo? Non lo so) e una buona dose di deretano.

In sintesi, speriamo che prima o poi i Pianeti si allineino di nuovo nel nostro segno, magari prima della scadenza dei 9 anni.

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Analisi che non fa una piega,siamo messi molto peggio ora,all epoca non solo,come hai fatto giustamente notare tu,abbiamo comunque conseguito risultati importanti e acquistato gente che erano considerati campioni ma eravamo in un contesto estremamente più competitivo di quello attuale con la serie a che negli anni 80 e primi anni 90 era una sorta di nba del calcio e poi diciamocelo senza quel super Milan di capello avremmo vinto almeno 2 scudetti mentre ora in una serie a di livello veramente infimo facciamo fatica a entrare tra le prime 4 e abbiamo messo su degli organici che sono uno peggio dell'altro

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Periodi diversi ma sono sempre cicli.
In quei tempi la famiglia era presente se pur colta di sorpresa dalla scesa in campo dell’Uomo di plastica

Oggi da parte della proprietà c’è distacco, pressappochismo, più orientata al processo della globalizzazione

Però sono sicuro che la mia Juve rinascerà forse non più forte come prima ma si riprenderà 

 

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C'erano anche differenze dal lato finanziario: a quell'epoca un Agnelli o un Berlusconi metteva tutti i soldi che voleva, senza vincoli di bilancio o Fair play finanziario. Inoltre i costi erano enormemente inferiori: nel 1984 il Napoli pagò Maradona 13 miliardi di vecchie lire, che tenendo conto della svalutazione sarebbero 22 milioni di oggi. Quanto costerebbe Maradona oggi? 100? 120? 150?

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Altri tempi, altro calcio ma sopratutto altri uomini... e non solo per noi.

 

Pensate ad esempio a che razza di campioni e grandi uomini c erano nel Milan di quel epoca rispetto allo schyfo di oggi. 

 

Assistere a una partita di calcio oggi è diventato veramente difficile, tra Var, giocatori simulatori, perdite di tempo.. una roba inguardabile, almeno in Italia.

 

 

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