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29 MAGGIO 1985

Come riassaporare il profumo di nobili ed indelebili fragranze a tinte bianconere: Grazie Avvocato! (07/04/2022: in prima pagina aggiunto "secondo" ed ultimo capitolo)

Post in rilievo

Cari fratelli bianconeri, 

cosa volete che vi dica se non che, parafrasando alcuni versi della celeberrima canzone di Ornella Vanoni,

intitolata .. " Domani è un altro giorno " .. per me è proprio .. " Uno di quei giorni che ti prende la malinconia

che fino a sera non ti lascia più .. " 

 

uum Cosa dite ? Sono un po' giù per la mancata qualificazione dell'Italia ai mondiali ? 

No, assolutamente no, ma voglio e devo essere sincero : fin dalla mia più tenera età ho amato, seguito, sofferto

e gioito per la " Nazionale Azzurra ", seppur non proprio in maniera epidermica come da sempre mi accade per

la Vecchia Signora,  ma con fervore ed intensa compartecipazione. Purtroppo, a causa di ciò che avvenne nella 

maledetta estate del 2006, lo confesso, il mio approccio nei confronti degli azzurri è irrimediabilmente mutato. 

 

Per anni non ho più guardato un match della nazionale italiana ( rammento ancora come se fosse adesso:

Ministro/a MELANDRI - A. D. 2006 - " I giocatori della Juventus non dovrebbero far parte della Nazionale " )

 

Da 2/3 anni son tornato a " sbirciare " le partite degli azzurri, ma il " sacro fuoco " che ardeva in me per

la nostra rappresentativa nazionale si è definitivamente spento, e di conseguenza, assisto ai matches

senza coinvolgimento emotivo alcuno .. direi quasi .. " neutro "  : non auguro la sconfitta .. ma neanche

mi eccito per una eventuale vittoria . 

 

Più che altro mi dedico ad osservare le prestazioni dei giocatori della Juventus. 

 

GIOCATORI DELLA JUVENTUS CHE, IN PASSATO, IL PIU' DELLE VOLTE  SONO STATI " FONDAMENTALI " PER

CIO' CHE CONCERNE I SUCCESSI DELLA " NAZIONALE ITALIANA " IN QUELLI CHE SONO I PIU' IMPORTANTI E

PRESTIGIOSI TORNEI/TROFEI A LIVELLO EUROPEO/ MONDIALE . 

 

E poichè, nulla ma proprio nulla vi è di più irrazionale ed imprevedibile del " Giuoco del Calcio ", e ieri sera ne

abbiamo avuto l'ennesima conferma,  ( e ciò riguarda anche Portogallo - Turchia : se i turchi avessero segnato il rigore,

non so come sarebbe andata a finire) nel 1978 - in Argentina - quando la " JUVENTUS " andò a disputare quel Mondiale

in Sud America - ( sì, perchè, in pratica, in quell'occasione la " Juventus " .. era .. a tutti gli effetti .. la Nazionale Azzurra.

ARGENTINA - ITALIA 0-1 con gol di Bettega - con 9 giocatori bianconeri in campo ) - gli azzurri tornarono a casa con un

4° posto che, in maniera assoluta, sottostimò e non premiò le ottime performances di quella squadra ( gran parte di

loro ebbero modo di rifarsi nel Mondiale del 1982 in Spagna : CAMPIONI DEL MONDO ! ) 

 

Fatta la premessa di cui sopra, uum cos'è allora che mi rende greve .. direi quasi .. plumbea questa giornata ?

Non è di certo una questione legata alle condizioni climatiche : sotto questo punto di vista oggi è veramente

una splendida giornata .. cosa che non avveniva da non so quanto tempo .. ma, cosa volete che vi dica, nel mio 

subconscio si è ridestata una " NOSTALGICA NOTA A TINTE BIANCONERE CHE, CICLICAMENTE, VIENE A

TROVARMI E CHE MI LEGA E MI RIMANDA AD EVENTI E PERSONE CHE SONO STATE FONDAMENTALI NEL

MIO PERSONALE ED INFINITO PERCORSO SIA UMANO CHE SPORTIVO .. CON & PER .. L' AMATA VECCHIA SIGNORA " .

 

Tutto iniziò, tanti anni orsono, grazie al mio " Mentore Bianconero ", Mio Padre ( di cui, un paio di giorni orsono,

è ricorso il triste anniversario della sua " dipartita " .. verso .. " Lidi " al momento a noi sconosciuti ) .. poi .. via via,

nel mio percorso di crescita, mi sono sempre più " juventinamente " formato accompagnando ed incrementando la

mia passione per la JUVENTUS grazie alle infinite e pregevoli performances che essa mi/ci ha donato nel suo glorioso 

ed ineguagliato incedere sul terreno di gioco .. ma anche e soprattutto .. grazie a " Uomini " con la  " U " maiuscola che, 

nel loro modo di porsi e di ragionar di JUVENTUS sono stati, e continuano ad essere, " Pietre Miliari " di quello " STILE

JUVENTUS " che ha reso il Club Bianconero .. " Unico al Mondo "  .. così come, peraltro, ancora al giorno d'oggi, 

la " F.I.F.A " recita alla voce " JUVENTUS F.C. " .. .ehm 

 

«In the history of football, Juventus is a club without compare.»

 

 

«Nella storia del calcio la Juventus è un club senza paragoni.» 

 

Insomma, per rendere meno uggiosa questa giornata, mi son detto :

 

uum Hai voglia di sentir parlare/leggere/narrare di JUVENTUS da parte di chi l'ha sempre amata e difesa

sia nella buona che nella meno fausta sorte .. e ciò .. qualunque fosse il ruolo ricoperto nel Club Bianconero ?

Presidente - Vice Presidente - Consigliere - Segretario - Allenatore - Calciatore .. e chi più ne ha, più ne metta .

Hai solo l'imbarazzo della scelta "

 

Tra me e me  uum   mi son detto :  " Facile .. anzi .. facilissimo :  Boniek: 'Boniperti ti caricava coi premi'. Cabrini: 'Si sbagliava solo sui  matrimoni...' | Primapagina | Calciomercato.com  GIAMPIERO BONIPERTI "

 

LUI NELLA .. E PER LA ..  JUVENTUS .. E' STATO " TUTTO " /// COME LUI NESSUNO MAI ///  LUI ERA " LA JUVENTUS "  ED IN  " SAECULA SAECULORUM " SEMPRE LO SARA' /// 

 

 

Però, poichè spesso a lui mi affido, questa volta, non me voglia, chiedendo venia a tutti gli altri " INDEFESSI JUVENTINI " che meriterebbero d'essere citati, 

mi raccomando a chi, così come fecero suo padre, suo fratello, e tuttora fa il nipote ( seppur con qualche " inciampo " ), quando argomentava di JUVENTUS,

lo faceva con sobrietà, eleganza, dovizia di aneddoti, competenza, senso di appartenenza, orgoglio, e soprattutto, tanto, tanto, tantissimo affetto. 

 

uum A chi mi riferisco ?  Ca va san dire .. a .. .ehm    

 

 

Juventus Club "Gianni Agnelli" Isola delle Femmine - Ana Sayfa | Facebook                                  40+ Frasi di Gianni Agnelli: sulla Juve, vita&affari         Juventus Stadium - "Non rispondo a quelli che odiano la Juve, perché il  loro è solo un problema psicologico". Gianni #Agnelli | Facebook                                          

 

 

 

 

 

 

Caro Avvocato, è un po' che non ci incontriamo : spero che lassù tutto proceda per il meglio. 

 

E UMBERTO .. GIAMPIERO .. VITTORIO ? Per favore, porga a loro i miei più cordiali e sinceri saluti !

 

Per me è una giornata un po' " storta " .. e per " raddrizzarla " un po' , sempre che Lei sia d'accordo, desidererei " rispolverare ",

sia per me stesso, che per gli utenti di questa variegata " Agorà a Tinte Bianconere ", alcune delle sue indimenticabili riflessioni

il cui comune denominatore è sempre stato l'indefesso amore che Lei ha sempre nutrito e manifestato nei confronti della 

"" compagna "" che, probabilmente, più ha amato nel corso del suo " passaggio " su questo pianeta che l'uomo ha definito " Terra "

 

Juventus: La Vecchia Signora (The Old Lady) | Pixstory                                        La Vecchia Signora 1897 - Juventus Fc - Sticker | TeePublic

 

 

 

uum Cosa dice .. Avvocato ?  uum E' d'accordo  ? Grazie, Grazie, ed ancora Grazie ! 

 

Io procedo e, Grazie a Lei, spero di poter ritrovare un po' di serenità, anche se, che   .segreto  resti tra noi, 

in questa virtuale piazza juventina, per una ragione o per l'altra, la " serenità " è merce assai rara

Lei ed i suoi familiari li avete abituati un po' troppo bene ... e da un po' di tempo a questa parte, 

 

il celeberrimo   Gino Bartali – Linea Libera  .. di " Bartaliana " memoria .. regna sovrano :tsa:

 

 

A ) Splendida intervista rilasciata a " La Repubblica " il 20 Luglio 1997 - Maurizio Crosetti

 

I MIEI ANNI CON LA JUVE

TORINO - Vista da quassù, la città è un magnifico incrocio di tetti. L' Avvocato la guarda in silenzio, poi parla della grande passione della sua vita. "Se in cent' anni la Juventus ha vinto tanto dipende soprattutto da Torino, da questo ambiente che aiuta a lavorare bene".
Otto piani più sotto, la squadra di Combi e Platini, Boniperti e Zoff, Sivori e Zidane sta per cominciare un' altra avventura. Accadrà oggi, giorno del raduno e del ritiro a Chatillon per la solita caccia a scudetto e Coppe, per la consueta rincorsa di un destino tremendo e bellissimo: vincere, e basta. Prima che il pallone cominci a rimbalzare, Giovanni Agnelli racconta settant' anni di emozione bianconera: è la parola che usa di più, e c' è dentro tutto il mistero del calcio. Tra poche settimane l' Avvocato lascerà questo ufficio per trasferirsi al Lingotto, nella stanza che fu di suo nonno Giovanni, il fondatore della Fiat. E il riferimento, ancora una volta, è sportivo: "Se rimettono a posto il Filadelfia e il Comunale, avremo tutto là intorno". E sarà ancora più facile continuare il viaggio dei ricordi.
Avvocato Agnelli, che cos' è la Juventus? "La compagna della mia vita, soprattutto un' emozione. Accade quando vedo entrare quelle maglie in campo. Mi emoziono persino quando leggo sul giornale la lettera J in qualche titolo. Subito penso alla Juve. Di più: a volte mi emoziono pure con l' Udinese. Sempre per via dei colori". Cent' anni bianconeri: che cosa rappresentano per lei? "Io ho 76 anni, significa che ne ho trascorsi settanta su cento insieme alla Juve. L' ho vista da vicino. E ho cominciato da viziato perchè si vinceva sempre, anzi negli Anni 30 mi pareva inconcepibile poter perdere.
Poi, purtroppo, i nostri argentini fuggirono per la guerra d' Abissinia, mio padre morì e in poco tempo quello squadrone venne distrutto. Ecco, allora compresi che per costruire si impiega moltissimo mentre per crollare basta un momento. Poi divenni presidente dopo la guerra, facendo una grandissima squadra, finchè nel '54 lasciai: ero all' ospedale di Firenze dopo un incidente d' auto, mi allontanai un po' dalla Juve, Valletta non ci teneva. Toccò a mio fratello Umberto ricostruire". La Juventus è stata per lei anche una scuola di comando? "Non so, mi hanno portato via di lì molto presto. Forse, negli anni giovanili è stata un' esperienza più divertente che formativa". A proposito di divertimento: le capita ancora, osservando il calcio? "Non a Torino, perchè in questo stadio non si capisce neppure chi fa gol. Non si vede sudare, non si sente imprecare. Meglio la tv". In generale, le piace il football moderno dove trionfano lo schema e i muscoli? "Mi diverto meno. Certo, il calcio è cambiato. Però si deve partire sempre dai giocatori. Anche Sacchi, perduti certi fuoriclasse, è entrato in crisi". Lei ama i fantasisti, gli artisti del pallone: come spiega che Baggio abbia faticato a trovare una squadra? "Lui gioca poco e benissimo, però troppo poco. Ma è stato, per esempio, determinante nei mondiali in Usa, come pure nella Juventus contro il Paris Saint Germain in Coppa Uefa. Per Cantona, in Inghilterra, hanno straveduto e Zola lo adorano. Per me, Zola è il miglior giocatore italiano. Credo che il calciatore sia il cuore del gioco, non il modulo: il calcio non è il basket". C' è un campione che oggi le accende il cuore? "Zidane.
Unico, atipico, fenomeno assoluto. Nella Juve non fa mai quello che vogliono gli altri, ed è meglio così. Lo definirei un fuoriclasse anomalo". Se Baggio era Raffaello, se Del Piero è Pinturicchio, Zidane chi è? "Mi faccia pensare... direi Delacroix. Pittore francese grandissimo, che dipingeva molto in Nord Africa. Zidane è un calciatore atipico". Ai tempi di Heriberto Herrera, lei definì la Juventus troppo socialdemocratica. Quella di Lippi, allora, com' è? "Restando alle metafore politiche, somiglia al marco di Kohl. Stessa consistenza, stessa solidità. E per gli altri, entrare nella sua Europa è difficile. Fu proprio la forza del marco a determinarci a cedere Moeller e Kohler". Ma poi la Coppa l' hanno vinta loro.
"Perché sono bravi. Qualcuno mi ha detto: 'sette volte su dieci, col Borussia vinceremmo noi' . Ma quando? Se prendi tre gol, significa che hai meritato di perdere. L' arbitro? Dopo, sono state dette tante sciocchezze. Invece, qualche volta perdere può anche far bene".
Perdere: un verbo, Avvocato, che lei ha frequentato poco. "No, più di quanto si pensi. La sconfitta insegna. Io ho paura della gente che vince sempre, peggio ancora di quelli che credono di vincere. Quando si cade da cavallo e si pensava di essere i padroni del mondo, si capisce qualcosa della vita. Non è una metafora, parlo dei cavalli veri". Ma c' è una sconfitta, sportiva e non, che le brucia di più? "Certamente Atene. Una bastonata. Vidi la squadra la mattina della partita, eravamo su una spiaggia, erano tutti tesi, Platini mi disse di essersi svegliato alle sei. Compresi che sarebbe stato difficile".
Platini ha dichiarato: 'Se Gianni Agnelli mi chiama dopo i mondiali, non posso dire di no' . "La Juventus attuale funziona benissimo, non c' è bisogno di toccare nulla. Michel sta lavorando ottimamente per Francia '98. E' appena andato in Brasile con Chirac e la gente guardava più lui che il presidente". Sia sincero: pensava che suo fratello Umberto alla Juve vincesse così in fretta? "Ma non lo pensava neanche lui". La Juventus come strumento di consenso sociale, soprattutto negli Anni 70: era vero? "Si è fatta troppa sociologia.
Io dico soltanto che la gente del meridione veniva a vedere molto volentieri la Juve, come noi andavamo a vedere volentieri l' Arsenal". Però certi ingaggi non li avete mai pagati anche per una ragione 'politica' ? "Cifre enormi, in effetti, abbiamo avuto paura di spenderle. Anche se l' unico giocatore che a quell' epoca volevamo veramente, cioè Gigi Riva, non venne per altri motivi, cioè per sua scelta". Ma anche oggi, uno come Ronaldo non lo prendereste mai. "E' vero, la Juventus deve tenere conto di altri fattori. Però quel brasiliano mi sembra davvero il migliore del mondo. Intanto, è un attaccante. E segna sempre. Imprevedibile". Invece la Juventus è più abituata a vendere: Baggio, Vialli, Ravanelli, Sousa. E adesso Vieri.
"Vendere e vincere. Non è mica facile. Questo dimostra che al team della Juventus sono bravi". Certo che Moggi, su Vieri, ha raccontato una favola anche a lei. "No, sono sicuro che il direttore generale fosse in buonafede. Credeva di tenerlo. Poi è intervenuta la famiglia del ragazzo. Ci hanno detto 'ci fate perdere tre miliardi e mezzo' .
A quel punto, Lippi ha detto di volere solo giocatori entusiasti.
Vieri non lo conoscevo, l' ho scoperto poco a poco, vedendolo giocare sempre di più e sempre meglio. Ancora una volta ho constatato che il calcio non ha certezze. Tutto opinabile, tutto modificabile in poche ore". Del Piero e Inzaghi invece di Vieri e Boksic. Una Juventus più leggera. Le piace? "Inzaghi non l' ho presente affatto. Qualcuno mi ha detto che ricorda Paolo Rossi: sarei già felice se fosse vero all' ottanta per cento. Formidabile Rossi. Quando c' era un gol e non capivi chi l' avesse segnato, era suo di sicuro. Ma sono tanti i volti che tornano nella memoria, per esempio quello di Haller.
Cominciava la partita che era biondo e la finiva rosso come un peperone". La gente si chiede: quanto conta, oggi, l' Avvocato nella Juve? "Mah, se vedo un giocatore che mi piace dico 'cercatemi quello' . Sempre se è possibile. Sulle cose importanti una parola la metto ancora. Sento Lippi con frequenza, mi piace molto come persona, è un uomo di qualità. Ha stile. Mi ricorda altri allenatori che ho amato: Trapattoni prima di tutti, poi Carver e anche Heriberto". Eppure la Juventus non ha sempre vinto: con Maifredi, per esempio. "Guardate, Boniperti e Montezemolo non andavano mai d' accordo su niente. Su un nome, invece, non avevano avuto dubbi: Maifredi". Per nove anni avete perso lo scudetto rincorrendo Berlusconi: com' è potuto succedere? "Ah, Berlusconi. Lo chiamo il grande calmieratore del mondo del calcio, però verso l' alto: ha alzato tutti i prezzi, ha scassato il mercato in un minuto cominciando con Donadoni che era già nostro".
Settant' anni di Juventus: e il Torino, per lei, cos' è? "Fra le due guerre c' era molta rivalità, anche tensione. Ma dopo il conflitto mondiale mi affezionai a quei campioni, in fondo era il successo della città. Mazzola, Castigliano, Bacigalupo: formidabili. E che tragica beffa la loro fine: il radiogoniometro dell' aereo era tarato sul colle più alto, cioè Superga. E proprio lì andarono a sbattere.
Poi ricordo il Filadelfia, un luogo memorabile: che tristezza vederlo in macerie. Ma rinascerà". Avvocato, oggi il calcio è soprattutto show-business. "Troppo. Anche se dev' essere così. Però è meno attraente. Io mi riconosco di più nel calcio di mio padre". E se la Juventus fosse davvero andata a giocare lontano da Torino, lei si sarebbe riconosciuto? "Ma io non ho mai creduto che potesse succedere". E la Ferrari mondiale, succederà? "Molto difficile, però siamo in corsa. Noi e la Williams. Si vincerà in fotografia".
Schumacher le ricorda qualche campione del calcio? "Come tipo somiglia a Scirea, una persona così per bene. Aveva tutto, meno la capacità di picchiare. Mai commesso un fallo, piuttosto lasciava scappare l' avversario anche se accadeva raramente. Contro Boniek in Coppa, per esempio, soffrì ma non lo mise mai a terra. Gaetano Scirea aveva la stessa classe di Beckenbauer". L' etologo Desmond Morris ha scritto che il gol è la metafora dell' atto sessuale: cosa ne pensa? "Beh, sì, è come l' amore perché ci si agita tutti insieme. Ma allora, metafora per metafora, un gol incassato cos' è?" Come definisce l' emozione del calcio? "Una finale di Coppa dei Campioni ai rigori. Non c' è nulla di più. A Roma scesi dalla tribuna e li guardai in tv per gustarli meglio. L' emozione è sempre tanta, allo stadio, ma cerco anche di controllarmi. Lo faccio spesso, però un gol mi fa sempre saltare". Lei lavora con un romanista, Romiti, e con un granata, Cantarella: problemi? "A Romiti credo che il calcio interessi come spettacolo. Cantarella, invece, ha giocato ed è più appassionato". Gli Agnelli e la Juventus: possibile immaginarli divisi, in futuro? "Spero non accada mai. Mi rassicura il fatto che anche i giovani della famiglia sono appassionatissimi, viaggiano a volte con la squadra". Cent' anni di vittorie: forse non dipende solo dai soldi, dal potere. Qual è l' essenza della Juventus? "La città. A Torino esiste un giusto rapporto con l' emotività, c' è spazio per la riflessione, si può lavorare bene. Non distrae e lascia tempo".
Mercoledì ci sarà una parata di vecchie glorie: il passato e il presente. "Certe cose mi mettono malinconia, penso che non andrò.
Vedi i campioni di ieri con la pancia, senza capelli. Erano un ricordo, lasciamoli così". Nessun rimpianto, Avvocato? "Le limitazioni sugli stranieri ci tolsero un sacco di possibilità. Su Puskas c' era un divieto, Kopa lo bocciò Rosetta, altrimenti il grande Real Madrid l' avremmo costruito noi. Hamrin l' avevo preso per 30 mila dollari, per un pezzo di pane, però dovetti cederlo per ingaggiare Charles. Un' altra volta, mi sentivo in colpa nei confronti del Milan per avergli soffiato Ploeger, così li indirizzai su Nordahl". E Maradona? "Accidenti quant' è dimagrito, ho visto le fotografie. Quando era al Barcellona non si poteva più acquistare, quand' era ragazzino invece sì. Ma Boniperti non aveva voglia di rompersi la testa. Il vero rimpianto, però, è stato Vialli, Vialli giovane. La Cremonese l' aveva cresciuto per noi, poi qualcuno mi disse la solita frase: 'non è da Juve' . Anni più tardi cercai il responsabile di quelle parole ma scapparono tutti: Zoff non era stato, Boniperti neppure". Avvocato, cosa augura alla Juventus in questo compleanno centenario? "Un altro secolo così".

 

B ) Tratto da " Tuttosport " 11/03/2021 - a firma Guido Vaciago : 

 

 

Passano gli anni e non invecchiano le interviste dell’Avvocato, carismatico comunicatore e spettacolare cesellatore di aforismi che vengono citati ancora oggi. Eccone una piccola antologia tratta, fra le altre, da tre storiche interviste: a Gianni Minoli (Mixer, 1983); a Omar Sivori (Domenica Sportiva, 1986); a Enzo Biagi (Spot, 1986).

 

LAMA E ORSI «Secondo Lama il più grande giocatore della Juventus è stato Mumo Orsi. Lama ha la mia età, quindi si ricorda Orsi dal ’30 al ’35. Era la squadra di mio padre, che vinse 5 scudetti seguiti e diede cinque giocatori alla Nazionale campione del mondo del 1934. Orsi era bravissimo e mi aveva raccontato una cosa. Nella stagione ’34-35, in una gara di fine campionato a Palermo, c’era un terzino che continuava a picchiarlo. All’ennesimo fallo gli chiese: “Senti, ma quando guadagni?”. Il terzino rispose: “Seicento lire”. Orsi ne guadagnava novemila e disse: “Senti, queste seicento lire te le do io, ma tu non rompermi più le scatole”. Ecco, forse questo a Lama potrebbe non piacere».

I PIÙ GRANDI CALCIATORI «I più grandi giocatori che ho visto nella Juventus sono Carlo Parola e Giampiero Boniperti. Platini? No, viene da un periodo di grande successo, non voglio parlarne bene, se no si monta la testa».

BONIPERTI «Boniperti ha giocato e quindi il suo parere sul calcio vale più del mio. Senza dubbio ne capisce più di me. Ma di sciocchezze ne ha fatte eccome! Lo dico sempre, anche perché voglio confortare i presidenti delle altre squadre come Viola o Pontello perché credano che anche Boniperti ogni tanto sbaglia. La sciocchezza più clamorosa? Forse risale ai campionati del mondo in Argentina. Lo chiamo e gli dico: “Mi hanno segnalato un giocatore, si chiama Maradona”. Lui disse: “Per carità, con quel nome che sembra una bestemmia”. Lo incalzai: “Guardi che deve essere qualcuno”. E lui: “Se fosse qualcuno lo saprei”. Ecco, diciamo che si era sbagliato».

BONIEK «Non è vero che ce l’ho con Boniek. È un fortissimo giocatore e ha le caratteristiche del suo Paese. Vede, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale solo i finlandesi e i polacchi caricavano i tank tedeschi con la cavalleria. La differenza è che i polacchi pensavano di vincere».

MIO NONNO E CHURCHILL «L’uomo più importante della mia vita è stato mio nonno. Quello che mi ha colpito di più è Winston Churchill».

STRANIERI LIBERI «Tre stranieri per me sono pochi, per me ci vuole la liberalizzazione totale. E poi in quello scenario mi piacerebbe che gli italiani siano talmente forti che uno sceglie loro».

NUMERI DIECI «Platini è stato il migliore dieci della Juventus. Giocava meglio di te (rivolto a Sivori che lo intervistava, ndr). Naturalmente se fosse qui Platini, direi che giocavi meglio tu».

LE JUVENTUS PIÙ FORTI «La Juventus più forte era quella con Boniperti ragazzino, Praest e Hansen, nei primi Anni 50. Poi è stata fortissima quella del 1983 con i campioni del mondo azzurri, Boniek e Platini, curiosamente in quella stagione non guadagnò nessuno trofeo».

IL DUCA E MUNERATI «Torino-Roma si faceva sul vagone letto e c’erano tutte le persone importanti. Un giorno accompagnai mio padre, alla stazione c’era il Duca d’Aosta e anche un giocatore della Juventus, non famosissimo, ma molto simpatico: Munerati. E io invece di andare a salutare il Duca d’Aosta mi buttai da Munerati. E mio padre disse: questo è troppo!».

NASCITA DI UNO JUVENTINO «Fin da quando ero bambino, ero abituato ad andare a vedere gli allenamenti della Juventus. Poi mi abituai a vederla vincere, sempre accanto a mio padre, dal 1930 al 1935. Quando morì mio padre, entrai nel consiglio di amministrazione accanto a Mazzonis, Combi, Bigatto e altri illustri personaggi del nostro mondo juventino. Nel Dopo Guerra mi fu chiesto di diventare presidente e, in quel periodo, vincemmo due scudetti, il che significa che investimmo bene il nostro denaro. La differenza fra gli incassi e il costo di gestione della squadra deve in parte essere sopperito da finanza particolare. Ma io non mi considero un mecenate, non mi piace la parola, mi definirei un supporter della Juventus che ha avuto la possibilità di aiutarla. Ma credo che nell’avvenire, dato il tipo di società in cui andiamo a vivere e il tipo di fiscalità che affrontiamo, la possibilità dell’esistenza di mecenati si stia sempre di più affievolendo».

JUVE E AFFARI «Quando mi parlano della Juventus in ambiente di affari mi disturba moltissimo. Primo perché non sono lì per parlare di quello. Secondo perché la gente che arriva e parla di calcio crede di avere una certa intimità per la passione in comune per cui fanno delle richieste in affari. No, di calcio mi piace parlarne nel tempo libero».

BUSCETTA Enzo Biagi gli disse: «Sa che il pentito di Mafia, Tommaso Buscetta, mi ha detto di essere un grande tifoso juventino». Lui rispose: «Se lo reincontra, gli dica che è l’unica cosa di cui non deve mai pentirsi».

I CALCIATORI E I SOLDI «I calciatori cattivi guadagnano sempre troppo, quelli buoni non guadagnano mai abbastanza».

 

C) 

"Quando diventai presidente della Juventus scrissero: una società di 50 anni ha ora un presidente di 25"

 

"L'ho detto pure ai giocatori: per noi la maglia conta più dei nomi"

 

"La passione non cambia e non invecchia. Questo è sicuro"

 

"Di stile Juve, parlano gli altri, non noi"

 

"E' chiaro che a Villar Perosa sono più popolare dei giocatori. Se non lo sono a casa mia..."

 

"Boniperti e Trapattoni meritano riconoscenza"

 

"Ho dato a Del Piero il soprannome di Pinturicchio: per l'estetica, per il modo di giocare. I suoi gol sono sempre eccellenti"

 

"Amo il calcio, forse lo amo troppo, a tal punto da mettere in secondo ordine le alternative domenicali. Sì, amo molto questo sport che non ha rivali"

 

"Prima della partita, sono sempre nervoso. Dopo, quasi sempre soddisfatto"

 

"Mi emoziono perfino quando leggo in qualche titolo di giornale la lettera J. Penso subito alla Juve"

 

D ) Corriere dello Sport - 24 Gennaio 2022 - e - 12/03/2021

 

Diciannove anni fa se ne andava Gianni Agnelli, per tutti l'Avvocato, finanziatore e primo tifoso della Juve. Fu lui a creare e a dare impulso allo stile Juve, essendo un'icona. Fu lui a portare in bianconero campioni come Michel Platini, Roberto Baggio e Alessandro Del Piero. Con Giampiero Boniperti ha formato una coppia storica e vincente. Ma anche dopo l'addio del geometra, ha continuato a sferzare con le battute e ad amare la sua creatura. Diciannove anni dopo proprio la Juve lo ricorda sul sito sito ufficiale- 

Gianni Agnelli, la Juve: “19 anni senza l'Avvocato”

Sul sito ufficiale della Juve si legge: “19 anni senza l'Avvocato”. E poi c'è il commosso ricordo della società bianconera: “Ricordare l’Avvocato Agnelli è qualcosa che non succede solo una volta l’anno. Qualsiasi bianconero, chiunque abbia la Juve nel dna - come ce l’aveva lui - l’Avvocato lo ricorda sempre e non solo il 24 gennaio, giorno in cui, nel 2003, Giovanni Agnelli se ne andava, portandosi via un pezzo della nostra passione, della nostra storia, come della storia di una nazione intera. Perché l’Avvocato ha segnato decenni di vita di Torino, ha vissuto i cambiamenti della storia d’Italia, è stato una presenza costante nell’essenza della Juve. Un Presidente, un’ispirazione, un modello di stile: da quel 24 gennaio “Una stella in cielo che indica il cammino”, come ricordò, pochi mesi dopo l'addio, lo Stadio delle Alpi prima di una memorabile notte di Champions League. Un cammino che, giorno dopo giorno, racconta qualcosa di noi, di quello che siamo. E anche di quello che era lui. L’Avvocato, sempre nei nostri pensieri”.

 

Uomo di indubbio fascino e di curiosa intelligenza, amante del buon vivere e dell’estetica, Gianni Agnelli, nel corso della sua vita, seppe essere influente in settori della società tanto importanti quanto diversi: l’industria, la politica e lo sport del ventesimo secolo italiano hanno sempre fatto i conti con le sue idee e le sue decisioni. Agnelli nasceva a Torino il 12 marzo 1921, precisamente 100 anni fa. Oggi tutto il mondo dello sport, e non solo, lo ricorda con nostalgia.

 

L’Avvocato, soprannome guadagnato essendo laureato in giurisprudenza pur non avendo mai esercitato la professione, frequentava il jet set internazionale: colloquiava con John Fitzgerald Kennedy, andava a cena con Rockefeller, flirtava con le donne più belle e famose del mondo. Ammirava gli Stati Uniti, quell’idea di grandezza e modernità che gli sapevano ispirare e che, in qualche modo, provò a riflettere nelle sue scelte. Faceva vacanze al mare e in montagna, andava a vela e praticava lo sci: lo sport era la sua grande passione, un balsamo di gioventù che coltivò per tutta la vita curandosi di due grandi amori: la Juventus e la Ferrari. Delle rosse amava lo spirito d’eccellenza che le ispirava e la velocità. Della squadra bianconera si occupò sempre, vanto di famiglia che non disdegnava di condividere con i milioni di tifosi che nella Vecchia Signora riponevano le loro aspettative di felicità e di successo. Era un pezzo del suo cuore, un gioco da curare con professionalità maniacale come testimoniano le telefonate che dispensava all’alba a un giovane Trapattoni per avere informazioni sullo stato della squadra e dare suggerimenti. Amò Platini per quell’intelligenza irriverente che lo affascinava e glielo faceva sentire affine. Definendolo “bello di notte” fece di Boniek un cavaliere dimezzato. Svalutò Baggio perché ne intravedeva quelle ombre di timidezza nelle quali non poteva riconoscersi. Dispensava le sue battute sagaci ai giornalisti che lo attorniavano frementi all’intervallo delle partite, dalle quali si allontanava, per vezzo o per necessità, pochi minuti prima del novantesimo. Amato, riverito ma anche detestato da chi ne invidiava l’intelligenza e non ne sopportava il potere, Gianni Agnelli ha saputo rappresentare, dell’Italia del ventesimo secolo, quell’aspetto di esclusività che oggi sembra così difficile replicare.

 

E ) 

ROBERTO BECCANTINI, DA “LA STAMPA” DEL 25 GENNAIO 2003
Fu Edoardo, il padre, a presentargli la Juventus, un pomeriggio del settembre 1925. Aveva poco più di quattro anni. Ne sarebbe nato un romanzo, un’emozione lunga una vita, la sua vita, con digressioni forti e non meno suggestive: la Ferrari, la vela, lo sci. «Vinca la Juve o vinca il migliore? Sono fortunato, spesso le due cose coincidono». Penso che sia questa – soprattutto questa – la frase che più di ogni altra riassume lo spirito di Giovanni Agnelli. La volontà di eccellere, il piacere di riuscirci spesso, il privilegio di partire da una posizione di forza: ereditata e continuamente allenata, sì, ma non urlata. Lo sport gli deve una passione ruspante, una curiosità quasi mai banale, uno stile che esula dal patrimonio e dal potere. Se bastava il nome degli Agnelli ad aprire le porte, l’Avvocato, di sicuro, non si è mai dimenticato le chiavi: e non ha mai sbattuto l’uscio.
Non esiste al mondo una società caratterizzata da una famiglia come la Juventus. Il fratello Umberto ha sempre incarnato la figura del «primo ministro», l’Avvocato ha raccolto via via su di sé le funzioni e le aspettative del «sovrano»: operativo, quando toccava a lui dirigere; distaccato ma vigile, quando era stabilito che toccasse ad altri. Fosse stato un giocatore, penso che avrebbe scelto il «dieci», il numero più fantasioso ed esteticamente più sgargiante, la maglia di Omar Sivori e Michel Platini, i suoi pupilli. Il calcio che «giocava», al telefono o dalla tribuna, era il calcio che aveva respirato in gioventù, molto dribbling e poco lavagna: lampo, non tuono. Era curioso, sapeva ascoltare. Detestava gli specialisti, «così noiosi...», aveva un gusto innato per l’ironia, che spalmava sui taccuini di noi cronisti, golosi e ossequiosi. L’ha detto l’Avvocato: titolo a nove colonne, e la soddisfazione di aver superato un esame.
Prima dell’elicottero di Berlusconi, c’è stato il suo. Quello che, a Villar Perosa, ciondolava sul campo e sanciva (allora) il battesimo della stagione, i titolari della Juve contro i giovani della Primavera. Era diventato un rito, una cerimonia: la sfilata della squadra a casa Agnelli, la processione dei tifosi, gli autografi, la partita e poi l’intervista. Questa non meno attesa, e ambita, di quella. E poi le telefonate. Rigorosamente non dopo le sette di mattina. Un giorno di Juve calante mi disse: «Veda. Bei tempi, quando buttavo giù dal letto Boniperti all’alba. Il guaio è che adesso devo svegliarlo alle quattro del pomeriggio». Si divertiva. Dello sport, detestava soltanto l’aspetto politico, le beghe di palazzo, le volgarità cortigiane. Di politica ne aveva fin sopra ai capelli, il pallone era il suo giardino; la Juve, la sua compagna di vita. Le ha amate tutte, anche le più scalcinate, anche quella che definì «socialdemocratica», la Juve di Heriberto Herrera, un coro senza tenori. Ce n’è stata una, nel 1983, che portò addirittura alla Casa Bianca, e George Bush il vecchio, all’epoca vice di Ronald Reagan, si abbandonò in suo onore a un improbabile palleggio. L’ha offerta in visione agli amici, guardare ma non toccare: a Henry Kissinger parlò di Zbigniew Boniek come del «bello di notte». Ci volevano le serate di coppa, per vellicarne il cuore e i garretti.
L’orologio sopra il polsino e la cravatta sopra il pullover furono colti per la prima volta allo stadio. Non che ci tenesse, ma tutto, dell’Avvocato, faceva notizia. Le sue frecciate, per esempio, e le sue battute. Roberto Baggio è passato da «Raffaello» a «coniglio bagnato». Alessandro «Pinturicchio» Del Piero potrà sempre raccontare di essere stato insignito di un gerundio: «Aspettando Godot». Zidane, «più divertente che utile». Zidane gli era stato consigliato da Platini. Platini, in compenso, era arrivato nel 1982, suggerito personalmente da Agnelli. Michel: glamour francese in salsa italiana. Gli piacevano così. O viziosi come Sivori o eleganti come Platini. I mediani li tollerava al massimo nella Confindustria, non nella sua squadra. Lo snobismo dell’Avvocato ha sempre nascosto competenza e umiltà: la competenza maturata affacciandosi negli spogliatoi, l’umiltà di stare a sentire anche l’ultimo degli scribi. Durante gli Europei del 1996, si avventurò fino a Wembley per Inghilterra-Spagna. Mi telefonò, mi partecipò le sue sensazioni, si divertiva, contento, parafrasando Andy Warhol, di essersi ritagliato «un’ora e mezzo di non popolarità».
Le polemiche non competono ai monarchi, competono ai suoi dignitari. L’Avvocato le ha sempre sorvolate. La Juve è diventata, nel tempo, la società più amata e più odiata, lo stile Juve si è diffuso attorno alla sua persona e alla sua personalità, rispetto, distacco e un amore spruzzato di aristocratico understatement. Lo ricordo choccato all’Heysel, a mattanza appena consumata, abbattuto ad Atene, la sera in cui l’Amburgo sfilò alla Juve una Coppa che sembrava già vinta: e sferzante, sempre, più con i suoi che con gli avversari. E non erano i bersagli ad arrabbiarsi: erano gli esclusi. Trovava «emozionante» il modo in cui difendeva Julio Cesar, e, quando irruppe Silvio Berlusconi, era convinto che lui e Sacchi avrebbero rovinato il Milan. Si sbagliava, si scusò. Berlusconi «ha trasformato il calcio da sport di città a spettacolo televisivo. Il suo Milan lo paragonerei agli Harlem Globetrotters». La Juve di Boniperti gli corse dietro, ma aveva ali di cera e si sciolse come Icaro al sole. «Se solo avessi potuto – confessò Agnelli a Candido Cannavo – avrei preso quel Milan e lo avrei trasferito, in blocco, a Torino». Salvo aggiungere, per tirare su il morale di Boniperti: «Loro, però, hanno vinto due campionati di serie B e tu non ci sei ancora riuscito».
Non gli piaceva perdere, ma sapeva perdere. Uno dei pochi. Era fiero della sua torinesità, cui la Juve assicurava una finestra sul mondo. Detestava il Delle Alpi, il meno inglese degli stadi italiani. Da quando nella conduzione diretta della società era subentrato il fratello, si era riappropriato del rango e dei panni di primo tifoso, navigatore e non più pilota, attento alle curve della suscettibilità. Il calcio e lo sport in genere si erano messi ad andare a velocità folli, soltanto la Juve riusciva a garantirgli un aggancio con il passato: non in quanto tale, ma come periodo più adatto ai suoi ritmi, la mitica Juve del Quinquennio, la Juve di John Hansen e Praest, quella di Boniperti-Charles-Sivori. Dal 24 luglio 1923 fa parte integrante della famiglia. Agnelli ne è stato presidente dal 22 luglio 1947 al 18 settembre 1954. Altri tempi. E che dirigenti, i dirigenti di allora. Fra i suoi amici c’era il principe Raimondo Lanza di Trabìa, presidente del Palermo. Trattava gli affari dalla vasca da bagno. Aveva seguito in vestaglia e pantofole il suo amico e allora ministro degli Esteri Galeazzo Ciano in missione ufficiale a Budapest. Con un tipo così, non ci si poteva proprio annoiare. Si sentivano spesso, lui e l’Avvocato.
La Ferrari è venuta dopo. Molto dopo. La Fiat vi si avvicinò sulle ceneri, calde e tempestose, di un mancato accordo con la Ford. Il matrimonio risale al 18 giugno 1969. La Juve aveva già vinto tredici scudetti. Nel trattare con Enzo Ferrari, Agnelli rimase colpito da quel senso di solitudine che era così palpabile e grandioso da incutere soggezione: o comunque, da costituire una barriera. Entrambi uomini di fabbrica, ma l’uno, la sua, l’aveva costruita dal nulla; l’altro, viceversa, l’aveva ereditata dal nonno: non che l’Ingegnere lo facesse pesare, però l’Avvocato ne avvertiva il misterioso fluido allusivo. Se la Juventus era un affetto, la Rossa è stata un effetto. «Un impegno nazionale. Perché la Ferrari è una realtà molto importante nel mondo. Io l’ho vista sempre sotto questo profilo». Ventun anni senza titolo, senza niente. «Ma adesso che è maggiorenne, vedrete...». Anche qui, fra i motori, molto telefono ed esposizioni mirate. Patti chiari, però: «Confesso che conquistare uno scudetto è tuttora la cosa che mi emoziona maggiormente». A differenza di Platini, Michael Schumacher non è stato pagato un tozzo di pane. Il caviale costa. Per Agnelli, vincere era molto, non tutto. E così quando il tedesco, a Jerez, cercò di buttar fuori Villeneuve nell’ultimo, decisivo, Gran Premio del 1997, operazione fra l’altro fallita, prese il telefono e chiamò Montezemolo: Luca, bisogna assumersi le responsabilità di questo episodio tremendo, sportivamente è una tragedia, per Schumacher, per la Ferrari...
Ecco: è stata proprio questa coscienza del limite, questo «dovere» di fair play riparatorio, ad averne nobilitato la diversità. Più dell’intuizione di affidare il rilancio della Juve sessantottina a Boniperti. Più della scelta di inviare Montezemolo a Maranello per la ricostruzione. Più delle regate al timone del suo «Stealth». Anche i tifosi più faziosi percepivano in lui, non solo o non tanto il potere del casato che di solito trasmette arroganza e alimenta invidie, ma l’arte di sdrammatizzare e di capire le ragioni dell’avversario. Non credo che recitasse una parte per equilibrare gli eccessi dei «sudditi»: era così di educazione, attratto da quel modello anglosassone che, nei cimenti agonistici, ha sempre privilegiato il rispetto delle regole alla giungla degli istinti. Nel 1948, gli avevano segnalato un massiccio attaccante svedese, Gunnar Nordahl. Mancava solo la firma. Nello stesso tempo, però, John Hansen aveva consigliato un danese, Johannes Ploeger, in procinto di arruolarsi al Milan. Con una manovra spericolata, i dirigenti juventini lo indussero a cambiare idea. E così Ploeger, salito sul treno «milanista», scese alla Stazione Centrale di Milano «juventino». Per il Milan, una beffa atroce. Atroce come l’imbarazzo di Agnelli, quando lo venne a sapere. La Juve si tenne Ploeger e, a titolo di risarcimento, girò al Milan Nordahl. Che, al contrario del danese, avrebbe messo a fuoco e fiamme il nostro campionato. Per quanti sforzi faccia, non riesco a collocare un episodio del genere nello sgangherato pollaio del calcio attuale.
Italiano, certo, ma non così miope da negare alla Juve e alla Ferrari il fior fiore dell’ingegno internazionale. Se ai suoi livelli era facile permettersi di tutto, non altrettanto semplice era lasciare tracce di una superiorità capace di farsi accettare anche dai più accaniti rivali. L’ultimo gesto che ha compiuto per la sua Torino è stato l’Olimpiade invernale del 2006, ufficialmente assegnata a Seul nel giugno del 1999. L’olimpismo attraversava un periodo di gravi turbolenze, squassato com’era da gravi e molteplici scandali. Il presidente del Cio, Juan Antonio Samaranch, lo pregò di garantire, con il suo nome e il suo prestigio, il passaggio dalla decadenza alla rinascita. Entrò, con Kissinger, Boutros Ghali e altri personaggi di primissimo piano, in un comitato di riforma olimpica. C’erano Torino e i Giochi di mezzo, «ma avrei accettato l’invito anche se Torino non si fosse candidata», disse. Un atto d’amore: verso lo sport e la sua città. Impossibile stabilire un ordine: l’uno ha sempre affiancato l’altra. Con la Fiat, sullo sfondo, a fungere da pendolo.
Nella scia della Juve e della Ferrari, c’è posto per la Coppa America di vela, «una summa di tutto quello che lo sport può offrire», e per nostalgici frammenti delle Olimpiadi di Cortina, di Roma, di Monaco, quella finita nel sangue. E fra gli atleti che, allontanandosi dai sentieri del calcio, ha più ammirato figurano Ondina Valla, Luigi Beccali, Livio Berruti, Pietro Mennea, Giusi Leone, Sara Simeoni. Su tutti, Jesse Owens e Wilma Rudolph, la gazzella che si mangiò l’Olimpico. Gli sarebbe piaciuto guidare come Tazio Nuvolari. I grandi rimpianti sono stati Alfredo Di Stefano e Diego Maradona: «Con uno di quei due, avremmo potuto giocare senza allenatore». Il destino, prima dolce e poi terribile, l’ha costretto a vivere a passo di carica. Se ne va con la Juve campione d’Italia, Schumacher e la Ferrari in cima al mondo. Da quel pomeriggio di 77 anni fa, quando, bambino, il padre lo accompagnò al campo di corso Marsiglia, scrivere Juventus e dire Agnelli è diventata la stessa cosa. Al timone resta Umberto. L’Avvocato è salito dalla tribuna un po’ più su, immagino la sorpresa di Enzo Ferrari. 
 
 
 
- Gustatevi il video di cui sopra : ne vale veramente la pena - tratto da " Gli Eroi del Calcio " - 
 
- Personaggi ed interpreti : GIANNI AGNELLI - DINO ZOFF - JOSE' ALTAFINI - ROBERTO BETTEGA - MARCO TARDELLI - 
ed altre fugaci apparizioni di persone che hanno amato la JUVENTUS e scritto " Pagine Gloriose " della sua Ineguagliata Storia ! 
 
 
Caro Avvocato, la Ringrazio per la sua pazienza e collaborazione, e come speravo, andiamo già meglio. 
 
Sinceramente non ho la più pallida idea su quale possa essere al momento l'orario dalle sue parti, in compenso, per il sottoscritto, 
da diversamente giovane qual'è, è giunta ormai l'ora che volge al desio. 
 
A Dio piacendo, sempre che Lei non abbia altri impegni, ci risentiamo in giornata : avverto l'obbligo di renderLe ancora qualche
piccolo ma sincero omaggio . 
 
Buon proseguimento, .salve Stefano ! 
 
P.S. - Mi saluti tutti, ma proprio tutti, anche e soprattutto JOHN & OMAR che, sia Lei che suo fratello, avete tanto amato ed apprezzato 
 
P.S.  - A proposito : Omar e Heriberto hanno fatto la pace ? 
 
P.S. - A breve, tra oggi e domani, a Dio piacendo, seguirà una " 2a Puntata " 
 
P.S. - " 2a PUNTATA " edita solo oggi - 07/04/2022 - a causa di imprevisti " impegni " di varia natura
Essa è collocata appena  .imbarazzato qui sotto, dopo il presente post di apertura di questa discussione -
 
 

 

 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       

 

 

 

 

 

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Caro Avvocato, ci rivediamo qui tra qualche ora ! ( scritto il 26 Marzo )

 

Eccomi qui, Avvocato ! 

 

Altro che " ci rivediamo qui tra qualche ora "

dal 26 Marzo rieccomi a Lei .. oggi .. 7 Aprile , chiedo venia !

 

La " tabella di marcia " è  saltata a causa di alcuni " imprevisti " di varia natura.

Ciò, mio malgrado, mi ha impedito di poter onorare, nei tempi previsti, il mio impegno di cui sopra.

Mi scuso, ma, a parziale discolpa, ad una certa età i contrattempi sono quasi

sempre all'ordine del giorno. uum Cosa dice ? uum Mi sta perdonando ? La Ringrazio, 

è veramente troppo gentile. 

 

uumHa visto quanti " fratelli bianconeri " le hanno reso omaggio ?

 

E d'altronde, Lei mi insegna, quando si dice AGNELLI .. si dice .. JUVE !

  

UNA GLORIOSA ED INFINITA STORIA D'AMORE CHE NESSUN ALTRO CLUB AL MONDO

PUO' .. E MAI POTRA'  .. .juve..  VANTARE  e/o EGUAGLIARE  !

 

Ora, mi scusi, ma devo tenere fede ad un impegno preso con i nostri comuni

amici che, come noi, hanno la " VECCHIA SIGNORA NEL CUORE " .

 

Avevo fatto accenno ad una " SECONDA PUNTATA " ed avverto l'obbligo

ed il piacere di mantenere la mia promessa .

 

Ci sentiamo presto : Tanti Saluti a Lei ed a tutti coloro che, compresi molti miei

amici che da diverso tempo ormai sono anch'essi giunti da quella parti, 

hanno amato ed amano la Juventus come noi l'amiamo !  uum Stefano ! 

 

SECONDA ED ULTIMA PUNTATA -

 

A ) tratto da " sugonews " del 12 Marzo 2021- a firma Ruben Ganzitti -

 

Attenzione : qui proporrò solo i " passaggi " in cui si fa accenno alla Juventus -

Trattasi di un succinto, ma assai piacevole, riassunto in 4 puntate in cui 

vengono narrate, seppur parzialmente, le infinite e variegate vicissitudini

che hanno vergato e contrassegnato la vita di GIANNI AGNELLI sotto ogni

punto di vista . 10 Minuti di piacevolissima lettura, accompagnate da

splendide ed inedite immagini.  Questo è il link di riferimento ... .ehm 

 

 https://www.sugonews.it/gianni-agnelli-nel-segno-dellavvocato/ 

 

- Incipit iniziale NEL SEGNO DELL'AVVOCATO - L'UOMO CHE PLANO' SUL SECOLO  '900 INDICANDO DALL' ALTO LA VIA -

 

Torinese, italiano, europeista, cittadino del mondo. L’avvocato con il suo stile ha segnato il Novecento Italiano e non solo. Il secolo breve, il secolo dell’industria e della velocità lo ha attraversato con l’orologio sul polsino e la corona da Principe d’Italia in testa su una FIAT che nascondeva il motore di una Ferrari.

 

Oggi, il 12 marzo 2021 Gianni Agnelli avrebbe compiuto 100 anni. Come spiegare alle nuove generazioni questa figura così pregnante che per più di cinquant’anni è vissuta sotto i riflettori?

 

Non è facile certo, ma noi con “NEL SEGNO DELL’AVVOCATO” lo faremo in quattro puntate con articoli scritti, una ogni venerdì. Lo faremo con interviste ai giovani per vedere cosa rimane dell’avvocato nel nuovo millennio.

Negli articoli troverete il racconto dei periodi più salienti della sua vita, di quella della sua città, Torino, e dell’Italia tutta, che verrà infarcito con curiosità e aneddoti sulla sua vita.

Vi porteremo attraverso gli anni ’30 con il suo viaggio in America passando per gli anni ’40 del conflitto mondiale e gli anni ’50 della Costa Azzurra e del suo matrimonio. Passeremo attraverso le cene galanti, le amicizie oltre oceano, i Kennedy, Churchill, Kissinger; per poi approdare negli anni ’60 con la presidenza alla FIAT.

Arriveremo così alle contestazioni operaie e le lotte studentesche, gli anni ’70 degli scontri sindacali e del terrorismo nelle fabbriche, il boom degli anni ’80 e la lenta riconquista della linea di successione per la FIAT negli anni ’90. 

Quello che già iniziamo ad intuire da questo itinerario è che stiamo parlando di un uomo che è andato oltre il suo ruolo di Presidente della FIAT o della Juventus consumando una popolarità da vero e proprio Personaggio, non solo da imprenditore. La figura di spicco italiana: Agnelli, un uomo che è planato sul secolo ‘900 indicando dall’alto la via.

- JUVENTUS

 

Se il 1953 è l’anno del suo matrimonio il 1954 è l’anno del suo divorzio da un’altra signora, “la vecchia signora”, il forse “vero amore”: La Juventus. In quest’anno, viste le maggiori responsabilità nell’azienda, decide di lasciare il posto da Presidente della squadra.

Agnelli era arrivato al vertice dei bianco-neri nel 1947 all’età di soli 26 anni, il periodo era quello del Grande Torino diventato grande anche grazie alla presidenza di Enrico Cinzano; e Gianni iniziò, basandosi sulla matrice Granata, ad investire energie per creare una società ed una squadra degna dell’attenzione nazionale.

L’amore per la vecchia signora nasce molto precocemente; il padre Edoardo nel 1926 aveva da poco acquistato la squadra e portava il piccolo Gianni a seguire gli allenamenti dei calciatori al campo di corso Marsiglia. Tra le maglie a strisce: “correva velocissimo. Mi sembrava una gazzella” c’era l’attaccante ungherese Ferenc Hirzer. E per lui fu subito amore.

Questa passione fu alimentata negli anni in cui Gianni studiava al liceo classico D’Azeglio di Torino quando la Juve irrefrenabile conquistò cinque scudetti consecutivi tra il 1930-1935.

Ma gli “amori” nella squadra non si fermarono lì. Ci fu Renato Cesarini con 53 reti in 147 partite e poi nel ’47 ci sarà un giovanissimo Giampiero Boniperti, appena maggiorenne che corona il suo sogno “per essere felice per sempre”, ovvero giocare una partita di serie A con la maglia della Juventus. Ne giocherà ben 444.

E poi il colpo di fulmine sotto la presidenza del fratello Umberto che porta nella squadra l’argentino Omar Enrique Sivori.

Certo, conosciamo le frequentazioni dell’Avvocato, tutte con personaggi di spicco, e con tali personaggi era abituato a sedere sugli spalti per guardare le partite, in questo periodo uno su tutti fu, nel derby del 18 Aprile 1948, Togliatti, che si godeva la partita forse alleviando lo stress pre-elezioni.

( del " passaggio " che ora seguirà .. mi sfugge il senso : si parla degli operai della FIAT - Lotte Sindacali - ecc.ecc. :

non riesco ben a decifrare se esso debba essere " letto " .. con .. " chiave di lettura " positiva nei confronti della

Juventus  e/o  .. se .. invece .. l'intento che anima e sorregge questa frase  vada proprio nella direzione opposta ) 

 

Il rapporto che avevano con “il capo” era particolare, molti in realtà non odiavano Agnelli, ma odiavano l’azienda; questo naturalmente durante la settimana, perché nel week-end quando la Juve giocava, erano tutti dalla stessa parte: contro l’arbitro!   uum   uum  uum 

 

 

Gli anni Ottanta andarono così bene che sia la Fiat che la Juventus ne guadagnarono. L’azienda aveva abbastanza fondi per potersi liberare di Gheddafi e dei suoi uomini in consiglio di amministrazione, mentre nella squadra arrivò un giocatore il cui nome rimane tutt’ora negli annali del calcio mondiale.

Un vero colpo di genio, l’intuizione di qualcosa di grande Agnelli l’ebbe il 23 febbraio dell’82.

Parigi, l’Italia gioca un’amichevole con la Francia, il gol del vantaggio è segnato da un giovane campione: Michel Platini.

L’avvocato ha occhio buono, e un desiderio si accende, alza subito la cornetta, contatta subito il direttore de l’Equipe, Edouard Seidler, Platini era a fine contratto con il Saint Etienne. Agnelli è pronto ad un’altra telefonata questa volta a Boniperti. Voleva il calciatore tra i suoi. Inizia la contrattazione con Bernard Genestar l’allora procuratore del giocatore. Alla fine, Platini è dentro. Quel Platini con cui strinse poi un’amicizia forte, tanto che ogni volta che passava da Cassis in barca alzava la cornetta e lo invitava a fare due chiacchiere in mezzo al mare.

 

 

Quel Platini che gli regalò per il suo settantesimo compleanno il suo primo pallone d’oro con un biglietto con su scritto

“Questa è l’unica cosa lei non potrà mai avere.”

E Agnelli ricambiò con un pallone interamente in platino. Fu un’amicizia vera e rispettosa -

 

Il 24 gennaio del 2003 Gianni lascia il suo regno.

morte_Agnell

 

Mezzo milione di persone si riversarono al funerale alla basilica di Torino. La bara fu messa sul tetto del Lingotto. Centinaia di migliaia di persone si misero in fila nel freddo invernale di gennaio per pagare tributo a quell’icona del Novecento. Operai, torinesi, istituzioni, tutti in pellegrinaggio per l’avvocato.

 
 

Quello che era Agnelli per molti lo si riconosce nelle parole dette in quei giorni alla sorella, tra le strette di mano di chi si recava per l’ultimo saluto:

Quando le cose andavano molto male a Torino, sentivamo il suo elicottero volare sulla città e questo ci rendeva felici, perché sapevamo che Lui stava arrivando.”

 

La salma fece vela, un’ultima volta, verso il cimitero di Villar Perosa che sovrasta la chiesa di San Pietro, per rimanervi, sia lì che nella storia, per sempre

 

Si conclude così, in quei giorni, il nostro viaggio durato un mese lungo la storia di un personaggio iconico, un playboy, un industriale, un uomo di cultura.

 

 

L’avvocato, immagine internazionale d’Italia, epitome di quello che dovrebbe essere un italiano, stabile, affascinante, delicato, educato, esuberante al punto giusto, che ha attraversato il secolo da protagonista.

Ci sono personaggi che colpiscono per la loro storia, tanto assurda a volte da essere ai limiti tra realtà e finzione. Quella di Gianni Agnelli è stata suggestiva tanto da sembrar frutto dell’estro di uno scrittore di romanzi e della sua fantasia più acuta.

Abbiamo voluto raccontarvi questa storia, perché non solo di cibo e acqua si nutre l’essere umano. Noi tutti siamo fatti di storie, e ogni storia è fatta di momenti, che passano o che rimangono ma che sicuramente ci segnano. In qualche modo la storia di Gianni Agnelli è passata, rimanendo o sfiorando, la vita di tutti gli italiani.

È riuscito a rimanere -connotandosi singolarmente- splendente nel firmamento della storia.

E dopo cento anni con questa rubrica NEL SEGNO DI AGNELLI abbiamo voluto raccontare la storia di un uomo che con il suo stile ha attraversato la storia planando sul secolo e indicando dall’alto la via.

 

  B ) parzialmente tratto da " La Storia della Juventus "  di Bruno Perucca - Gianni Romeo - Bruno Colombero -

Capitolo : " GIANNI AGNELLI e la sua Juve : Fidanzata dell'Avvocato

Almeno tre momenti nella vita di GIANNI AGNELLI dimostrano che il suo rapporto con la Juventus è un legame di sangue perchè intrecciato con i suoi affetti più cari: portano la data del 1925, del 1935, del 1947. Non ha ancora compiuto 5 anni quando il padre EDOARDO, presidente fondatore della " DINASTIA JUVENTUS ", lo porta per la prima volta nel " moderno " stadio che l'impresa di costruzioni PIERO MONATERI ha finito di edificare da soli tre anni in C.so Marsiglia. Non è un pomeriggio qualunque perchè il Club Bianconero presenta il ventunenne fuoriclasse danubiano FERENC HIRZER, appena ingaggiato. Un giocatore già distintosi l'anno prima alle Olimpiadi di Parigi. Dopo la fermezza con cui si è voluto ROSETTA, l'acquisto di HIRZER conferma che la Juventus di Edoardo Agnelli si muove secondo la linea indicata dalla felice intuizione di della espansione del football che la stessa FIFA favorisce introducendo, nel Maggio di questo 1925, la regola del mancato guadagno per i calciatori. E' il primo passo verso il professionismo, è la prova che Edoardo Agnelli attendeva : non sono infatti ancora trascorsi  quattro mesi dalla rivoluzionaria decisione della " Federcalcio Mondiale " ed ecco che l'asso ungherese è già in C.so Marsiglia.

L' atmosfera è festosa ed eccitata, e quel bimbetto tenuto per mano dall' illustre papà e presidente ne rimane talmente colpito che non dimenticherà più questo suo " primo giorno juventino " custodendolo con preziosa memoria e tenerissima testimonianza della " presenza " paterna. E' il mese di Settembre del 1925. Dieci anni dopo tutto cambierà profondamente e dolorosamente. Un destino assurdo ed atroce toglie la vita al " Presidente della Juventus " che, all'epoca, aveva solo 43 anni.

6 SCUDETTI - di cui 5 CONSECUTIVI - stanno a dimostrare quanto geniale sia stata la concezione di EDOARDO AGNELLI inerente un moderno " club calcistico ", e quanto realistica  fu la sua visione  di uno sport destinato a popolarità universale. Di colpo la Juventus si comprime nella malinconia, presaga, se non certa, che non avrà  più gloria prima dell'avvento di un altro Agnelli. I vicepresidenti MAZZONIS & CRAVERI - e gli altri dirigenti che più da vicino avevano condiviso e realizzato idee e programmi di EDOARDO AGNELLI, e cioè, MONATERI-LEVI-ZAMBELLI-TAPPARONE, decidono di compiere un passo che è considerato decisivo per la sorte della JUVENTUS, e cioè : chiedono udienza a GIOVANNI AGNELLI, padre di Edoardo, per esprimergli il desiderio di avere nel " Consiglio del Club " il non ancora quindicenne GIANNI PERCHE' VIVA PER SEMPRE NELLA JUVENTUS L'ESEMPIO DEL BENEMERITO PRESIDENTE COSI' PREMATURAMENTE SCOMPARSO.

" NE PARLERO' CON MIO NIPOTE " è la risposta del Senatore. " La Juventus, nel nome di tuo padre, ti vorrebbe  nel suo consiglio direttivo : ti piacerebbe ? " chiede il nonno GIOVANNI al prediletto nipote GIANNI . " Come vuoi tu, nonno " è la risposta del giovin ragazzo . Sono passati dieci anni da quando, per la prima volta, apparve in C.so Marsiglia col vestitino autunnale alla marinara bianco e blu .. ed ora .. il quindicenne GIANNI AGNELLI torna fra quegli stessi  signori, insuperabili e fedeli collaboratori del padre : la curiosità e l'incanto sono sopraffatti in lui da una struggente nostalgia e da una chiara consapevolezza .. e cioè .. nessuno potrà mai spezzare questo legame " AGNELLI - JUVENTUS " stretto da SUO PADRE e PATROCINATO DA SUO NONNO .

Puntualmente convocato alle riunioni di consiglio, diligentemente Gianni vi partecipa, e quando il Senatore gliene chiede notizie, il ragazzo risponde : " Sono come consigli di guerra, nonno. Si decidono punizioni, premi, provvedimenti di ogni genere. Insomma, si parla un po' di tutto " . " E TU " .. insiste il nonno .. " COME TI COMPORTI ? "  -- " Sto a sentire, nonno. Ma, se vuoi proprio che te lo dica, mi sembrano anche delle grandi perdite di tempo. " -- " Anche a scuola certe lezioni sembrano grandi perdite di tempo .. lo fa riflettere il Senatore .. eppure ti assicuro che non c'è miglior modo d'imparare. HAI UN NOME, MA ANCHE LA RESPONSABILITA' DI MERITARTELO, PERCHE' CON I GRADI NON SI NASCE. I GRADI SI CONQUISTANO ". 

Alla Juventus che, prima di Edoardo, aveva ottenuto un solo scudetto con i " pionieri " del 1905, non riesce più nulla. Il mondo viene devastato da una guerra spaventosa alla quale partecipa anche GIANNI AGNELLI, prima sul fronte russo, e poi, su quello nord-africano. Finalmente torna la pace, ma c'è la FIAT da rimettere in marcia : la Juventus può attendere. MA LA JUVENTUS E' CERTA DI ESSERE RIMASTA SEMPRE NEL CUORE DELLA " DINASTIA " .. E PERCIO' .. SA ASPETTARE. E' la Primavera del 1947 e il Presidente juventino PIERO DUSIO ripete ancora una volta l'invito  " GIANNI, LA JUVENTUS E' TUA,  E' ORMAI GIUNTO IL MOMENTO CHE TU LA RIPRENDA " . 

Che cosa passi per la mente e nel cuore del giovane Agnelli nel sentire quelle parole, lo possiamo solo immaginare. Per lui, la Juventus, vuol dire sentirsi accanto perennemente il Padre, la Madre Virginia che dei colori bianconeri era fervida sostenitrice, il Nonno . Perciò, questa volta, l'Avvocato non vuole e non può negarsi : " VEDREMO " . E' il " Lasciapassare " per  quello che sarà il tanto atteso ed auspicato ritorno alla sua " JUVENTUS ", ritorno che verrà celebrato il giorno 22 LUGLIO del 1947 : GIANNI AGNELLI E' IL NUOVO PRESIDENTE DELLA " JUVENTUS F.C. 1897 " .

Nel discorso inaugurale il neopresidente dice : " Farò le cose adagio e cercherò di farle bene. Inutile tentare cose impossibili. Può darsi, chissà, che tra due o tre anni si vada vicino allo scudetto .. ecc.ecc.. " - Il discorso delude i frenetici delle affermazioni immediate delle affermazioni immediate, coloro che, come al solito, non sanno bene che cosa vogliono, ma lo vogliono subito. ( uum chissà il perchè, tale modo d'agire, nonostante sia passato tanto, anzi, tantissimo tempo, ha molto, ma veramente molto in comune con alcune modalità di pensieri e comportamenti con ciò che viene messo in atto, ancora al giorno d'oggi, da una più che discreta percentuale della tifoseria bianconera )   Ma i " vecchi " riconoscono nelle parole del giovane presidente lo stesso suono di certe frasi pronunziate da suo padre, e guardano più sereni al futuro.

La JUVENTUS sta così tornando sulla strada indicata da EDOARDO , e cioè, " ANCHE UNA COSA FATTA BENE PUO' ESSERE SEMPRE FATTA MEGLIO ". Le prime mosse sono efficaci : dal Friuli il terzino MANENTE - dalla Danimarca uno spilungone che si chiama JOHN HANSEN ( reduce dai " GIOCHI OLIMPICI " del 1948, J.Hansen esordirà in maglia bianconera  il 21 Novembre del 1948 in " Juventus - Bari : 1-0 ") - e se aggiungiamo sia BONIPERTI & MUCCINELLIche già facevano parte della " rosa bianconera ", quelle che potremmo definire le " fondamenta " di una Grandissima JUVENTUS erano ormai in itinere. 

Nel Campionato 1947/48, vinto dal Torino, la Juventus, il cui concreto e valente apporto di MANENTE & J. HANSEN era ancora lungi da venire,  terminò il Campionato alle spalle dei granata con gli stessi punti di Milan-Triestina- e cioè - .. 49 .. - Il Torino ne mise insieme 65 -

Nel Campionato 1948/49, vinto ancora dal Torino, i bianconeri si classificarono al 4° posto in quanto preceduti anche da Inter e Milan. Insomma, un'annata che non ebbe proprio i crismi per poter essere tramandata ai posteri. Tra l'altro, per la serie .. " con il senno di poi sono piene le fosse " ..  affermare che venne commesso un sesquipedale errore di " calciomercato " è un vero e proprio eufemismo . Tradotto in " soldoni " :  lo svedese GUNNAR NORDAHL, grande campione, in pratica, era già della JUVENTUS, mentre, il danese JOHANNES PLOGER, a tutti gli effetti, era  un giocatore del MILAN . Poi, non si sa ancora esattamente il come ed il perchè, il Club Bianconero, in un certo senso, " scippò " Ploger ai rossoneri . Leggenda o verità che sia, si narra che l'Avvocato , o chi per esso, si trovò pentito per  le modalità che avevano portato a quella sorta di " ratto delle sabine " in chiave calcistica. Per porre rimedio ad un gesto ritenuto assai poco in linea con lo " Stile Juventus ", Gianni Agnelli dirottò, non mi è dato sapere se con relative scuse, Nordahl al Milan . PLOEGER alla Juve fallì in pieno : una stagione - 16 partite - 1 gol .. mentre, GUNNAR NORDHAL , dal 1949 al 1956, diventò una delle " colonne " più prestigiose nella Storia del Milan ... capocannoniere della SEIE A per 5 anni di fila  mettendo insieme 257 partite e  210 gol !

Purtroppo, un evento terribile scuote la Città di Torino e la nazione intera. Sulla collina di Superga s'infrange l'aereo che sta riportando a casa il leggendario Torino. Gianni Agnelli è tra i primi ad accorrere sul luogo della tragedia ed è il primo a ribellarsi a così spaventoso destino : " TORINO RIAVRA' SUBITO UNA GRANDE SQUADRA " furono le sue parole . Il ventottenne figlio di Edoardo mantenne fede a tale promessa. LA  " JUVENTUS " DEL CAMPIONATO " 1949/50 "  FU UNA DELLE PIU' GRANDI DI TUTTE .. SE NON .. LA " PIU' GRANDE DI TUTTE " ( così come ebbero più volte a ribadire sia Giampiero Boniperti che Gianni Agnelli : VIOLA-BERTUCELLI-MANENTE-MARI-PAROLA-PICCININI-MUCCINELLI-MARTINO-BONIPERTI-J.HANSEN-PRAEST- ) - ( Allenatore, l'inglese : JESSE CARVER - ed a tal proposito, andate a .giornale leggere qui ..     http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2012/07/jesse-carver.html    ..  basta " cliccare " .. ne scoprirete delle " belle " .. ma anche e soprattutto .. delle " brutte ". ) 

La Juve accelera i tempi . Rientra dal prestito alla Lucchese il portiere VIOLA , ed insieme a lui, l'ottimo terzino BERTUCCELLI. Nella " mediana " a fianco di CARLO PAROLA, giunto all'apice della forma ( nel suo ruolo è il " Migliore d'Europa ".. tant'è .. che veniva definito .. " Carletto l'Europeo " ) si schierano  due validissimi giocatori quali MARI & PICCINI ( sì, proprio lui, il padre di Sandro Piccinini ) -- i due posti in attacco vengono colmati con la validissima mezz'ala destra RINALDO MARTINO ( argentino, di origini italiane, che venne definito " Zampa di velluto ". Dotato di quadricipiti femorali impressionanti, fece una stagione fantastica ma, a causa della nostalgia dell'Argentina da parte della moglie, fu costretto a tornare in sudamerica. Anni dopo dichiarò che alla Juve si era trovato benissimo ed aveva sbagliato a tornare in Argentina. ) e l'altrettanto abilissima ala sinistra KARL AAGE PRAEST.

CAMPIONATO 1949/50 : UNA " JUVE STELLARE " TORNA FINALMENTE A VINCERE LO SCUDETTO - ( unica " macchia " la sconfitta interna con il Milan per 1-7 : se è pur vero che la Juve rimase in 10 per l'espulsione di CARLO PAROLA, è altresì vero che, ancora al giorno d'oggi, difficile, se non è impossibile, è capire e/o trovare una ragione che possa essere definita tale, per comprendere il perchè ed il percome i bianconeri incapparono in una delle giornate più buie della loro storia. E pensare che l'inizio del match tutt'altro fece presagire : dopo neanche 15 minuti la Juve era già in vantaggio grazie ad un gol di John Hansen .. poi .. ahimè .. fu il buio assoluto )

CAMPIONATO 1950/51 : La Juve terminò il Campionato al 3° posto, a 6 punti del Milan del celeberrimo trio " Gre-No-Li ", ed a 5 punti dall'Inter : e se è pur vero che quella squadra, rispetto alla formazione titolare dell'anno precedente, era purtroppo priva del grande RINALDO MARTINO ( se vi perdete questa interessantissima  .giornale lettura vi meritate almeno 3 .redcard giornate di " squalifica " dal forum .ghgh  : http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/10/rinaldo-fioravante-martino.html  ) è altresì vero che alla Juventus arrivò il danese KARL AAGE HANSEN : un ottimo giocatore che sapeva farsi valere in ogni zona del campo . L'anno prima aveva giocato tra le file dell'Atalanta . Non aveva alcun legame di parentela con John Hansen ( Hansen , in Danimarca, è un po' come Rossi in Italia ) . Insomma, pur non essendo stata una stagione fallimentare, c'erano comunque i presupposti per poter competere fino alla fine con le due rivali che la precedettero in classifica.

CAMPIONATO 1951/52 : JUVENTUS " CAMPIONE D'ITALIA " - SCUDETTO N° 9 - I prodromi della stagione paiono essere piuttosto avversi e burrascosi : l'allenatore Carver ( vedi link di cui sopra alla " voce " Carver ) in un'intervista critica aspramente i dirigenti bianconeri, in particolar modo, la loro mentalità che fa di ogni sconfitta una tragedia : suggerisce di cambiare totalmente la squadra cominciando dai giocatori stranieri che ritiene essere  assai poco attaccati ai colori sociali. Già allora, potenza della stampa e delle parole espresse senza tener conto del loro impattante " peso specifico " con accezione tutt'altro che positiva. Morale della tutt'altro che gradevole favola, altro non può portare che a questa decisione : la Juventus preferisce tagliar corto, e visto e considerato che si è creato un clima di forte tensione tra allenatore, giocatori ed i responsabili della società bianconera, senza tanti giri di parole, prega JESSE CARVER di andarsene. La squadra viene affidata ai fedelissimi COMBI & BERTOLINI, sempre e comunque pronti a dire " OBBEDISCO ", anche se queste " nubi " paiono essere piuttosto ostiche da diradare. Nella prima giornata di campionato, la SPAL, neopromossa dalla " B ",  pareggia 1 - 1 al Comunale. Subito ci si ricorda che l'anno prima, alla seconda giornata di Campionato ( la prima venne giocata in trasferta contro la PRO PATRIA  : 0 - 7 per i bianconeri ) la Juve pareggiò in casa per 2-2 contro la Triestina, e nonostante i 103 gol messi a segno, lo scudetto non era approdato a Torino. Sugli spalti la tifoseria non gradisce, i giornalisti mettono " benzina sul fuoco ", l'aria che tira è alimentata da un elevato " peso specifico " di insoddisfazione .. salvo poi .. in parte rasserenarsi grazie ad un raggio di sole che all'improvviso fa bella mostra di sè in quel plumbeo ed oscuro cielo : " Il Dott. GIORGIO SAROSI, ex famoso nazionale ungherese .. e poi .. allenatore in Italia del Bari e della Lucchese .. sarà il NUOVO ALLENATORE della JUVENTUS . Egli subentrerà entro la corrente settimana  a COMBI & BERTOLINI, che, data la situazione lasciata scoperta dal caso " CARVER ", avevano accettato per amore dei colori sociali di curare la squadra. La trattativa si è conclusa dopo una telefonata fra l'Avvocato GIANNI AGNELLI ed il Dott. SAROSI, che attualmente si trova negli Stati Uniti. Il nuovo allenatore ha assicurato che farà il possibile per partire oggi stesso in areo ... " Così, questa Juventus accompagnata da tanti timori, questa Juventus che, per fortuna, si è ben guardata dal seguire i " consigli " di CARVER, ha tenuto compatta la sua intelaiatura inserendovi deliziosi talenti come CORRADI & VIVOLO , oltre che, grintosi lottatori come FERRARIO . Dalla Domenica successiva l'amata JUVENTUS tornerà ad alzare la testa, e come i cavalli di razza feriti nell'orgoglio, fa immediatamente il vuoto : Sette vittorie consecutive la lanciano in testa, e alcune sono sonanti, come lo storico 7-1 all'Atalanta. Come un " orologio di gran marca ", la Juve avanza con precisione tale da annichilire gli avversari che pure si chiamano INTER & MILAN, squadroni che l'anno precedente avevano fatto faville : JUVENTUS 60 punti - MILAN 53 - INTER 49 - 

Tornando un attimo a CARVER & GIANNI AGNELLI

Dalla sponda bianconera l’inizio è già teso animato dalla polemica innescata del tecnico inglese Jesse Carver che nel pieno della preparazione estiva rilascia una stucchevole intervista alla “Gazzetta dello Sport” criticando il mercato della società bianconera.

La cosa non passò affatto inosservata all’”Avvocato” il quale, prima di dare il benservito al tecnico inglese, lasciò alla stampa una delle sue iconiche dichiarazioni sull’avvenuto dicendo “…avevo raccomandato al mister di non imparare l’italiano, purtroppo in un anno ha fatto troppi progressi nella nostra lingua…”.

 

- CAMPIONATO 1952/53 : 1° posto INTER punti 47 -- 2° posto JUVENTUS punti 45 -- 3° posto MILAN punti 43 - ( campionato che passa da 20 a 18 squadre ) - Incredibile ma vero, nonostante quasi 30 gol in meno messi a segno dai nerazzurri rispetto ai bianconeri, a vincere lo scudetto furono i meneghini : la differenza ? probabilmente sta nel fatto che i nerazzurri, guidati da quel grande giocatore che fu FONI, instaurarono la politica del " PRIMO NON PRENDERLE " ( uum mi sbaglierò ma mi par di aver sentito .. ALLEGRI .. o qualcosa di simile ... .ghgh ) ... ergo ... " CATENACCIO  ... ( anche se, in quel campionato, in quel di Trieste, accadde un evento che ha molte .. ma molte similitudini con ciò avvenne un po' di anni orsono a Perugia ... solo che .. allora ... l'evento l'atmosferico che condizionò la partita non fu la pioggia .. ma bensì .. la " bora " : la Juve perse 2-1 .. ma il match doveva , assolutamente doveva, essere sospeso, e come da classifica, ciò influì assai sull'esito finale del campionato ) 

-CAMPIONATO 1953/54 : 1° posto INTER punti 51 -- 2° posto JUVENTUS punti 50 -- 3° posto MILAN/FIORENTINA punti 44 - La Juventus saluta e ringrazia il Dott. SAROSI ed affida la " panchina " a ALDO OLIVIERI . E' un Campionato a " 4 " : Inter-Juventus-Fiorentina-Milan- /// Le squadre si alternano al vertice della classifica - A 3 giornate dalla fine INTER & JUVE sono in cima alla classifica : una " volata " in cui ossigeno/cuore/polmoni .. e quel " pizzico " di fortuna che non guasta mai .. possono rivelarsi decisivi . In pratica, a posteriori poi si scoprirà che, proprio in quel terz'ultimo turno di campionato, verrà decisa l'assegnazione dello scudetto. La Juventus perde a Bergamo per 3-2 - L'Inter pareggia a Palermo 2-2 - e sarà quel " punto " che varrà il titolo di " CAMPIONE d'ITALIA" /// La JUVENTUS esce sconfitta a Bergamo a causa di un gol " ASSAI DISCUSSO " - La JUVE non ci sta e le polemiche prendono il sopravvento : " COM'E' POSSIBILE, si legge sulla stampa, CHE IN UNA PARTITA DI TALE IMPORTANZA SI CONCEDA UNA RETE SENZA CHE LA PALLA ABBIA VARCATO LA LINEA DELLA PORTA ? L'ARBITRO MASSAI ERA AD ALMENO 3O METRI DALL' AZIONE DEL GOL E NON POTEVA CERTAMENTE VEDERE SE LA PALLA AVESSE INTERAMENTE VARCATO LA LINEA BIANCA. INVECE, L'ARBITRO TOSCANO, HA IMMEDIATAMENTE CONCESSO LA RETE, PER POI RIPENSARCI TANTO DA CHIEDERE L'INTERVENTO DEL SEGNALINEE, IL QUALE, IN QUEL MOMENTO, ERA A NON MENO DI 6O METRI DALLA PORTA.IMPOSSIBILE PRETENDERE CHE IL SEGNALINEE, IN QUELLE CONDIZIONI,POTESSE CORREGGERE IL GIUDIZIO DELL'ARBITRO IL QUALE AGGRVAVA COSI' LA SUA RESPONSABILITA' MORALE PER AVER CONCESSO UN GOAL SULLA CUI ESISTENZA GLI ERA RIMASTO UN FORTE DUBBIO .. E POI .. PER AVER RICHIESTO UN GIUDIZIO DI CONFERMA A CHI NON ERA IN GRADO DI DARLO " ( AGGRAVANTE : lo stesso arbitro, in ben altre due occasioni simili .. il 20 gennaio del 1952 .. a Como .. ed il 1° Febbraio del 1953 .. a Bologna .. con i giocatori felsinei che a fine partita confermarono che l'arbitro aveva preso un abbaglio .. aveva già oltremodo penalizzato il club bianconero ) /// Le ultime due partite di Campionato entrambe le squadre le disputarono tra le " mura " domestiche . Sia Juve che Inter vinsero i loro match e quel " PUNTO SCIPPATO " si rivelò decisivo per lo Scudetto : mal che fosse andata ci sarebbe stato lo " SPAREGGIO " . 

C )  Insomma, per l'Avvocato, nella veste di " Presidente della Juventus ", l'ultima stagione calcistica veramente serena fu quella del " CAMPIONATO 1951/52 ".Era un GIANNI AGNELLI ancora convalescente in seguito ad serio incidente automobilistico. Purtroppo, il 1° Ottobre del 1952 viene a mancare PIERINO MONATERI, il più caro e sapiente tra i suoi collaboratori ( tratto da " Il Pallone racconta " Titolare di una qualificata impresa edile – scrive Renato Tavella – aderisce giovanissimo al club Juventus che a lungo sostiene in ambito dirigenziale. A lui si deve la perfetta realizzazione del campo di Corso Marsiglia, primo impianto calcistico italiano costruito con strutture portanti e di sostegno in cemento armato, progettato dell’ingegner Lavini.  

1951. Primi allenamenti della Juve al Comunale di Torino: Gianni Agnelli e il geom. Monateri

 

1951. Primi allenamenti della Juve al Comunale di Torino: Gianni Agnelli e il geom. Monateri ( foto tratta da " calcio.Fanpage" )

 

Mercoledì 1° ottobre 1952 se ne va Pierino Monateri. La Juventus non perde soltanto un dirigente di antica devozione, ma perde un profondo affetto, un benemerito patrocinatore di tutte le più lodevoli iniziative, un esempio di piemontese capace di ingentilire l’austerità con il sorriso ed il buonsenso, un uomo nato per portare l’arcobaleno nelle ore del temporale.
L’uomo che ha costruito il leggendario campo di corso Marsiglia. L’uomo che ha percorso cinquant’anni di Juventus: da Bruna a Bigatto, da Giriodi a Combi, da Rosetta a Hirzer, da Caligaris a Orsi, da Cesarini a Monti, da Varglien a Munerati, da Ferrari a Bertolini, da Farfallino Borel a Foni, da Depetrini a Rava, da Parola a Boniperti, da Martino ai tre danesi.
Pierino Monateri, che tutte le aveva perdonate a quel furbacchione ma gran campione che era stato Cesarini, toccava l’apice della sua beatitudine juventina con un rituale che i giocatori avevano ormai appreso ad assecondare con indulgente complicità. Il rituale era questo: un attimo prima che la squadra lasciasse gli spogliatoi (quand’era sicuro d’essere visto senza però che nessuno potesse più intervenire) l’amabile geometra scriveva dietro la lavagna il suo pronostico per la partita che stava per cominciare. Più tardi, credendosi inosservato (ma questa poteva anche essere una galeotta supposizione dei suoi prediletti campioni) scivolava furtivamente negli spogliatoi e pochi attimi prima della conclusione dell’incontro, se necessario, rettificava la sua previsione in modo da farla corrispondere al risultato reale e trionfalmente la mostrava ai suoi ragazzi appena rientravano dal campo per riceverne puntualmente il più fragoroso plauso.
Mai nella sua vita popolata di partite juventine come di stelle il firmamento, Pierino Monateri aveva scritto un pronostico che fosse diverso dal successo e per questa ragione le sconfitte della Juventus erano anche più tristi: perché erano rare e perché solo in quelle occasioni Pierino Monateri non aveva la forza di cambiare il suo sempre ottimistico pronostico; e quindi veniva a mancare la cerimonia dell’allegro rovesciamento della lavagna, fra battimani e rallegramenti. )
 
La Juventus sembra avvertire queste contrarietà anche se, ad estrometterla dalla corsa per lo scudetto è un arbitraggio scriteriato nella partita di Trieste ( vedi .mandrillaccio sopra quanto riportato nel " CAMPIONATO 1952/53 " ) - Il veto sull'acquisto di giocatori stranieri ed i sempre più incalzanti impegni al vertice della FIAT distolgono le attenzioni dell'Avvocato sulla JUVENTUS, sicchè si arriva al 18 SETTEMBRE del 1954 quando GIANNI AGNELLI rassegna le dimissioni in assemblea.
 
E' un giorno triste per i colori bianconeri, anche perchè, la discordia serpeggia fra gli stessi dirigenti. Il figlio di EDOARDO ne è così consapevole da ravvivare egli stesso egli stesso la speranza .. ma .. contemporaneamente calando un deciso colpo di frusta. Quando CRAVERI ( - Craveri - Cravetto - Giustiniani - componenti " Comitato in Funzione Provvisoria "  di Presidenza e Gestione della " Juventus F.C. 1897 " - stagione 1954/55 ) gli si rivolge accorato chiedendogli " SENZA AGNELLI NON PUO' ESSERE MAI LA JUVENTUS : ADESSO, CHE NE SARA' ? " la sua risposta è da scolpire : " LA FAMIGLIA AGNELLI sarà sempre rappresentata in consiglio da mio fratello UMBERTO che, purtroppo, non può ancora assumere la PRESIDENZA perchè, quest'anno, dovrà assolvere  al servizio militare. Credo però che queste siano anche le condizioni ottimali per consentirvi di far valere il vostro senso di responsabilità, anche perchè, VA BENE LA FAMIGLIA AGNELLI MA NULLA SI OTTIENE SENZA UNA COOPERAZIONE ARMONIOSA ".
 
D )  E qui inizia un altro capitolo della " Storia Bianconera "
 
Umberto Agnelli, 17 anni fa la sua scomparsa: il ricordo della Juve Il giovane UMBERTO AGNELLI, qui allo stadio in compagnia del fratello GIANNI, in quel periodo si trova a Pinerolo, sottotenente in " Nizza Cavalleria ", ma la crisi juventina è così mortificante ( nella stagione 1955/56, una delle peggiori in assoluto della storia bianconera, si rischiò anche di finire in " Serie B " ) che arriva a suscitare fermenti ed impazienze perfino tra i ranghi dell' " Arma " aristocratica. E così, un giorno, il Capitano GIUSEPPE VENEZIANI SANTONIO, Comandante dello " Squadrone ", convoca il sottotenente UMBERTO AGNELLI e, con gran sorpresa dell'ultimo figlio di EDOARDO, gli chiede : " FINO A QUANDO DOVREMO ASSISTERE ALL'UMILIAZIONE DEI NOSTRI COLORI BIANCONERI ? E' GIUNTO IL MOMENTO CHE LEI RACCOLGA L'EREDITA' DI SUO PADRE E DI SUO FRATELLO " .. poi .. con una vena neanche troppo scherzosa, il Capitano VENEZIANI SANTONIO aggiunge : " LO SA CHE RISCHIA SEVERI PROVVEDIMENTI SE NON SI AFFRETTA A TOGLIERCI DAI PIEDI IL RESPONSABILE DELL' ACQUISTO DI QUEL .. COLELLA .. CHE E' IL PIU' GRAN BIDONE DELLA STORIA JUVENTINA ? " - Non c'è molto da ridere e UMBERTO ne è così consapevole che comincia a condividere l'idea di quanti vogliono anticipare i tempi del suo avvento. Il leader dei soci juventini più impazienti è ROMANINI, che incalza il ventiduenne sottotenente fino a supplicarlo : " SE NON VUOL FARE IL PRESIDENTE, FACCIA ALMENO  IL COMMISSARIO  ! ". UMBERTO ne parla con il fratello GIANNI, dichiarandosi disponibile per questa " PROVVISORIA SOLUZIONE " (siamo nella stagione 1955/56 ) e l'AVVOCATO concorda che, per il momento, non esiste soluzione migliore : è necessario porre un freno alla caduta del CLUB prima di poter pensare alla sua ricostruzione. GRAZIE AD UMBERTO ... giungeranno sotto la " MOLE " ... tali ... OMAR & JOHN - ( anche se ciò porterà alla cessione di un altro grande campione quale KURT HAMRIN in quanto, ai tempi, non erano consentiti più di due stranieri - l'Avvocato aveva una vera e propria passione per questo giocatore svedese soprannominato " Uccellino " .. che darà il meglio di sè alla Fiorentina /// detto tra noi, anche al sottoscritto piaceva assai /// ma com'è giusto e doveroso che sia, considerando anche e soprattutto che a Torino giunsero calciatori del calibro di SIVORI & CHARLES, bisogna prendere atto che dalla vita non si può avere tutto .. ma proprio .. tutto ) - e poi .. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ed ancora ecc. ecc. ecc. ecc.  fino ad arrivare all'A.D. 2010 quando .. ANDREA ..  altro componente della " DINASTIA AGNELLI/JUVENTUS ", tornerà ad essere in " PRIMA PERSONA AL VERTICE DELLA JUVENTUS F.C. 1897 " .. e la .. " LEGGENDA BIANCONERA .. TARGATA & LEGATA IN MANIERA INDISSOLUBILE  ALLA " FAMIGLIA AGNELLI & VECCHIA SIGNORA .. NE SE SON CERTO .. COSI' COME SONO CERTO DEL QUOTIDIANO SORGERE DEL SOLE .. SEMPRE E PER SEMPRE CONTINUERA' .. IN SAECULA SAECULORUM ..  .juve .. 
 
( per ciò che concerne il povero e bistrattato italo/brasiliano COLELLA, consiglio questa piacevole .giornale lettura
 
 
( nessuno me lo toglierà mai dalla testa : se nella " MALEDETTA ESTATE " del 2006, GIANNI e/o UMBERTO, fossero
stati ancora tra noi, quell' " INFAME e LURIDA CONGIURA " NON SI SAREBBE MAI E POI MAI CONSUMATA : VIGLIACCHI ! )
 
- Fermo restando che la JUVENTUS HA VINTO TUTTO CIO' CHE AL MONDO C'ERA DA VINCERE, mi garba rammentare ed 
evidenziare che, al di là fatto che, anche quando un " AGNELLI ", per le più svariate ragioni, non era fisicamente ed ufficialmente
ai vertici del CLUB BIANCONERO, la " FAMIGLIA " non abbandonò mai la " VECCHIA SIGNORA " amandola e supportandola sotto
ogni punto di vista, nessuno escluso.
 
- A titolo puramente statistico ed informativo, facendo riferimento ai " 38 " .. diconsi .. " Trentotto " .. " SCUDETTI " VINTI MERITATAMENTE 
DALLA  JUVENTUS F.C.1897 " ... ben .. " 20 " .. diconsi .. " Venti " sono stati conquistati con un " AGNELLI " nella veste di " PRESIDENTE " :
 
EDOARDO AGNELLI : 1926 - 1931 - 1932 - 1933 - 1934 - 1935 - .. e se non fosse venuto a mancare troppo presto .. il " filotto " .. sarebbe stato ancor più consistente
GIANNI      AGNELLI : 1950 - 1952 - più volte ebbe a ribadire che gli sarebbe piaciuto che la JUVE potesse un giorno arrivare a VINCERE " 6 " Scudetti di fila
UMBERTO AGNELLI : 1958 - 1960 - 1961 - nella sua veste di Presidente della " FIGC ", nel 1961 riuscì ad impedire all'INTER di scipparci lo Scudetto.
ANDREA    AGNELLI : 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016 - 2017 - 2018 - 2019 - 2020 - .. 9 SCUDETTI DI FILA : accontentato .. anzi .. stra-accontentato lo ZIO GIANNI ..
 
 
E ) -  tratto da " Corriere Economia " del 21 Marzo del giorno 11Marzo 2021

«Il tifo per il pallone unisce capitalismo e rivoluzione»

«Il tifo per il pallone può anche unire i massimi rappresentanti di due mondi opposti, il capitalismo e il rivoluzionario».
Giovanni Agnelli al fratello Umberto sui rapporti con il segretario del Partito Comunista italiano Palmiro Togliatti nel 1948.

 

image.jpeg.78c97bb0eaa8227b82b146865020a5dc.jpeg 1948 - AGNELLI  E  TOGLIATTI ALLO STADIO : Avvocato al centro - Togliatti alla sx di Agnelli - 

 

 

- tratto da  " Strisciarossa "  del 7 Febbraio 2018

 

’interesse di Lama verso il calcio è un fatto noto e non isolato: narra la leggenda che Palmiro Togliatti ogni lunedì mattina chiedesse a Pietro Secchia (secondo alcuni si trattava in realtà di Longo), che cosa avesse fatto la Juve il giorno prima; se il malcapitato non aveva la risposta pronta, Togliatti – raccontano sempre i ben informati – usava rimbrottare: “E tu, pretendi di fare la rivoluzione senza sapere i risultati della Juventus?”. I più arditi arrivano a raccontare che “Cos’ha fatto la Juventus?” sia stata la prima domanda del segretario comunista al risveglio dopo l’attentato del 14 luglio 1948.Curiosamente, molti capi del comunismo italiano tifavano la Juve di Agnelli. Pare che anche Enrico Berlinguer, pur avendo nel cuore il Cagliari alle cui partite assisteva quando andava in Sardegna per impegni politici, si tenesse sul solco del tifo bianconero, anche se a domanda diretta: “Sappiamo che lei è un tifoso juventino”, lui, secco rispondeva: “No, io tifo la Torres!”.

Racconta nell’ottobre 2008 Vezio Bagazzini, titolare di un bar frequentato da sempre da dirigenti e compagni di Botteghe Oscure, al «Riformista»: “Berlinguer, il sabato mattina, giocava a Villa Ada. Calciava molto bene di destro, ironia della sorte… Era tifoso della Juventus. Quella di Zoff, Furino, Capello e Cuccureddu. Ma la sua scorta, me lo ricordo bene, era tutta di fede laziale, così era costretto ad andare a vedere, allo stadio, le partite della Lazio”. Affermava in proposito l’avvocato Agnelli su «La Stampa»: “Ho mandato al giornale una foto di una partita della Juventus del 1948, dove mi trovavo accanto a Togliatti. Lui, come tutti i leader comunisti di una certa generazione e di una certa classe, era juventino. Non ho mai avuto modo di verificare se Berlinguer amasse la Juventus; ma da alcune sue reazioni, che ho avuto occasione di vedere allo stadio, mi pare che anche il suo cuore fosse bianconero” (dalla lettera aperta a Luciano Lama. Agnelli risponde a Lama sulla Juve, «La Stampa», 6 marzo 1991, p. 33)

 

 

 

.... anche se, la " VECCHIA SIGNORA " , da sempre, con il suo ammaliante ed ineguagliato " FASCINO ", anche in ambito 

" Politica & dintorni ", non è mai incappata in una metaforica ed ideologica " BARRIERA " alcuna : anzi, nell'atavico e solenne

scorrere degli atavici " 90 minuti di gioco ", la " JUVENTUS " ha sempre fatto, e continua a fare, da epidermico ed irrinunciabile

" COLLANTE ". Al ..diablo.. Diavolo .. " DESTRA .. CENTRO .. SINISTRA " .. in quei " 54OO " e passa di secondi sul terreno di

gioco, ciò che più conta in assoluto è il soffrire .. gioire .. sostenere .. incitare .. difendere quelle  Collezione Maglie Storiche Juventus - Home | Facebook

 

GLORIOSE MAGLIE BIANCONERE CHE CI HANNO RAPITO IL CUORE FIN DAL NOSTRO PRIMO VAGITO ! 

 

Ed a tal proposito molti, ma molti politici ci sarebbero da citare tra coloro che ai tempi ( ma anche  ai giorni nostri ) 

si guardavano di malocchio e si rapportavano con reciproca e malcelata/profonda acredine sia in Senato che in

Parlamento ( salvo poi, lontani da occhi indiscreti, condividere il medesimo desco ). Politici che, per ciò che concerne la  

" trasversalità calcistica ", ne fecero ( e ne fanno ) una sorta di sacro e prioritario " Dogma " ( anche se, .segreto detto tra noi, 

a volte mi sorgeva e mi sorge il uum  dubbio che, nella lunga e spesso colorita storia del rapporto tra i politici ed il tifo

calcistico, in un Paese come il nostro in cui il " Giuoco del Calcio " è da sempre ai vertici del coinvolgimento e del trasporto

popolare, qualcuno ci marci un po' in quanto, " Sua Maestà .. Il Pallone .. " è da sempre un formidabile veicolo di consenso

" politico - elettorale " )

 

Ciò detto e premesso, oltre a Togliatti a cui ho fatto accenno in precedenza, mi limito a citare solo un paio di celeberrimi

frequentatori di quei " Palazzi Istituzionali ", anche perchè troppo ampio e variegato sarebbe il " parterre de rois " da 

proporre in questa sede :

 

SINISTRA - PALMIRO TOGLIATTI - ( ne abbiamo già fatto accenno .. e molti altri .. a cominciare da VELTRONI .. ce ne sono stati e ce ne sono )

 

CENTRO   - ALDO MORO  ( addirittura, nel " curriculum vitae  dell'ex Presidente della DC ", elaborato dai suoi infami assassini, incredibile

ma vero, annotarono che MORO era un tifoso della JUVENTUS )

 

DESTRA   - GIORGIO ALMIRANTE ( parzialmente tratto da " La Repubblica " del 5 Aprile 1998 :  " Viaggio nel cuore della Zebra " - 

 

IL citofono c' è ma è come se non ci fosse. Camuffato. Motivi di sicurezza, non si sa mai. Tifare Juventus a Roma non deve essere una cosa facile. Per trovare il loro fortino, un appartamento di tre stanze in zona Stazione Termini, devi conoscere scala e piano, altrimenti è dura. Ma loro ci sono e sono tanti, pronti a sbucare dal nulla e a "macchiare" di bianconero la notte dell' Olimpico. Perché, come recita un cartello alle spalle della poltrona del presidente, "essere juventini è una condizione di vita che coinvolge milioni di persone in Italia e nel mondo". Benvenuti nel feudo capitolino della Signora, uno dei più vecchi d' Italia insieme a quelli di Parma e Milano. Lo Juventus Club Roma intitolato a "Francesco Ghinelli" esiste dal ' 63, ha avuto soci illustri come Palmiro Togliatti e Giorgio Almirante, bianconeri profondi, e oggi con duemila iscritti è il più grande bacino di raccolta del centro-sud. La fede è in realtà un piccolo museo della Zebra. ) 

 

ALMIRANTE che, da sempre, come riportano e certificano più fonti, nel suo studio personale, teneva in bella mostra un " Gagliardetto della Juventus ",

probabilmente, tipo questo ... .ehm  ( tratto da " PennantsMuseum " di Marco Cianfanelli )

 

Gagliardetto della settimana - Archivio - di Marco Cianfanelli

 

STORICO GAGLIARDETTO DELLA JUVENTUS - GAGLIARDETTO CHE VENNE CONSEGNATO DA GIAMPIERO BONIPERTI

AL CAPITANO DELLA SPAL PRIMA DELL' INIZIO DEL MATCH - CAMPIONATO 1951/52 - 1a GIORNATA - STADIO COMUNALE

DI TORINO : JUVENTUS - SPAL 1- 1 ( è il match che ho citato nel mio breve resoconto del Campionato 1951/52 a cui ho

fatto accenno qui .. .mandrillaccio.. sopra )   

 

 

F )  La risposta dell'Avvocato ad uno dei soliti e pretestuosi " attacchi  " di Zeman al Club Bianconero, tipici di coloro che,

rosi dall'invidia, partengono alla categoria dei .. " VORREI MA NON POSSO " .. .ehm 

 

 

 

G )   GIANNI AGNELLI ... IPSE DIXIT ... .ehm  

 

 

«Non rinuncerei a uno scudetto  Bandiera Scudetto Juventus Originale: Acquista Online in OffertaJuve per il mondiale Ferrari» 

E CIO' NONOSTANTE IL SUO CUORE FREMESSE ASSAI ANCHE PER LA MITICA  Gianni Agnelli e la F1 · RaceFans  FERRARI 

 

 

MA  ..  NEL SUO   image.jpeg.868fabc9fc18e77466f877b0abac2585.jpeg  BIANCONERO .. AL .. Come essere al primo posto nella SERP di Google - MG Group Italia .. PRIMO POSTO 

 

C'E' SEMPRE STATA .. E PER SEMPRE CI SARA' .. LA SUA AMATISSIMA .. image.jpeg.855cfad017144ed1aa4e6f3dd56f3559.jpeg

 

 

H )  tratto da " Gli Eroi del Calcio " del 28 Novembre 2019

 

 

 Rileggere i quotidiani del passato regala sempre grandi emozioni; fa riemergere vecchi ricordi oppure ci regala qualcosa di nuovo, che ci era sfuggito o semplicemente non ricordavamo più. Sfogliando La Stampa del 28 novembre 1999, ben venti anni fa, troviamo un trafiletto dal titolo “Gli stadi del futuro? La tv”. Ma chi già 20 anni fa è stato così in grado di affermare questa grande verità? Beh, che se non Giovanni Agnelli, appena eletto da Gente Money “uomo del secolo”?

I club che sopravviveranno ad alti livelli nel mondo, per competere tra loro, saranno non più di venti-venticinque, si legge nell’articolo, e poi l’Avvocato spiega come “Il loro stadio sarà la televisione, con una capienza di miliardi di spettatori. Mi auguro che la Juventus faccia parte di questo ristretto club, ma sono quasi sicuro di sì”.

Ancora una volta l’Avvocato si è dimostrato un passo avanti agli altri…

 

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I ) tratto da " Calciopolis " del 12/03/2021 :  

 

   Gianni Agnelli avrebbe compiuto oggi 100 anni. La Juve, la Fiat, la Ferrari e le passioni di un uomo che anticipò i tempi. Era innamorato dei campioni bianconeri, che ha sempre stimolato e accudito con frasi e paragoni rimasti nella storia. 

 

" TUTTO QUELLO CHE HO L' HO EREDITATO. HA FATTO TUTTO MIO NONNO. DEVO TUTTO AL DIRITTO DI PROPRIETA'

ED AL DIRITTO DI SUCCESSIONE, IO VI HO AGGIUNTO IL DOVERE DELLA RESPONSABILITA' "  

 

Parole di Gianni Agnelli, che avrebbe compiuto oggi 100 anni. Un messaggio che testimonia l’amore per la Fiat, per la Juventus, per la Ferrari .

 

Gianni Agnelli era la Juventus. E lo è tuttora, perché le sue frasi, le sue idee, le intuizioni brillanti, sono ancora le fondamenta del club, e restano nella mente dei tifosi e dei tanti campioni amati e coccolati.

 

L ) Tratto da  " UN ANNO IN PIEMONTE " del 26 Gennaio 2003  La Juve vince per l’avvocato Gianni Agnelli - 

 

Impossibile a Torino, allo Stadio delle Alpi, ri­spet­tare il minuto di silenzio. Un lungo in­ter­minabile applauso dagli spalti ricoperti da due striscioni semplici ma efficaci: Gra­zie Av­vocato” e “Ciao Presidente”. E là, sul­la se­dia che abitualmente occupava Gian­ni Agnelli, il primo tifoso della Vecchia Signora, una ma­glia bianconera. Del Piero e compagni non potevano onorare meglio la memoria del loro presidente, con un primo tempo co­me avrebbe voluto lui: pim­pante, ben gio­cato dalla Juve e con un gol di gran classe proprio di Del Piero. Ed allora si va in­die­tro coi ricordi, all’ultima apparizione del­l’Av­­­vocato al­lo Sta­dio delle Alpi, uno stadio che in fu­turo potrebbe essere in­titolato proprio a Gian­­ni Agnelli. Era il 16 di­cem­bre 2001 per un Juventus-Piacenza, stessa sfida odierna, coin­cidenza misteriosa. Era morto pochi giorni pri­ma un altro grande uomo di sport come Pep­pino Prisco, vicepresidente dell’In­ter. L’Av­vocato al mi­nuto di raccoglimento si alzò in pie­di e ap­plau­dì l’amico-rivale di tanti derby d’Ita­lia. Og­gi lo Sta­dio delle Alpi si è com­­mos­so per lui, in un omaggio al primo dei tifosi bian­coneri ma anche all’intenditore di calcio, che avreb­be voluto alla Juve tut­ti i gran­di cam­pioni di que­sto sport, da Ma­radona a Riva.

 

M )  Non lo nego, anzi, lo confesso : nel rivedere alcuni di questi video che, per vostra fortuna, finalmente 

fanno da " colonna sonora di chiusura " .. A Tinte Bianconere .. in quello che è il mio ennesimo excursus

a ritroso nel tempo in quella che è la " LEGGENDA JUVENTINA ", così come scrisse Felice Romani, librettista

del celeberrimo " L' ELISIR  D 'AMORE " di Gaetano Donizetti , una ( anzi, più d'una ) furtiva lagrima ( rigorosamente

con la " g " ) mi ha solcato il viso  .. :( . Non ce l'ho fatta a trattenermi : troppi, veramente troppi ricordi si sono  

accavallati  e con essi un tourbillion di sentimenti contrastanti per ciò che è stato e che ho avuto l'immensa fortuna

di vivere in prima persona sia nella buona che nella meno fausta sorte . Tuttavia, malgrado questo mio intimo " trambusto

senile ", conscio che al sottoscritto saranno precluse molte delle future " GLORIOSE PAGINE DELLA NOSTRA JUVENTUS ",

di una cosa sono " ORGOGLIOSO " : NONOSTANTE GLI SPORADICI " PERIODI DI MAGRA " CHE HANNO CONTRASSEGNATO 

IL CAMMINO DELLA " VECCHIA SIGNORA " .. MAI E POI MAI HO PENSATO DI INSULTARLA E/O ABBANDONARLA .. ANZI ..

FATTI SALVI I NECESSARI, DOVEROSI E CIVILI " APPUNTI " SUL COME RITROVARE LA " RETTA VIA " .. PROPRIO IN QUEI

" CICLI GRIGI " ANCOR PIU' MI SON LEGATO AD ESSA .. ANCHE PERCHE' .. E' PROPRIO NEL " MOMENTO DEL BISOGNO

CHE LA " FIDANZATA D'ITALIA " NECESSITA DELLA VICINANZA E DEL SUPPORTO DI CHI L' HA VERAMENTE NEL CUORE !  

 

 

Al 30esimo secondo, nel rivedere il geniale e perfido gol di OMAR SIVORI vs SAMPDORIA, non lo nego,

dall'emozione mi sono " sciolto " come neve al sole : " EL CABEZON & JOHN .. PER SEMPRE NEL MIO CUORE " 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gianni Agnelli, fotostoria a dieci anni dalla morte - 10 di 19 -  Repubblica.it

 

GIANNI  .. UMBERTO  .. GIAMPIERO .. VITTORIO .. NON AVETE IDEA DI QUANTO VOI MI MANCHIATE

 

COSI' COME MI MANCANO .. OMAR-JOHN-GAETANO-PIETRO-CARLO-BILLY/SANDRO-FRANCESCO

E TUTTI COLORO CHE .. OLTRE AD AVER INDOSSATO LA " GLORIOSA  MAGLIA BIANCONERA .. L' HANNO

IDEALMENTE CUCITA SULLA LORO PELLE .. AMANDOLA E DIFENDENDOLA CONTO TUTTO E CONTRO TUTTI 

 

Mi raccomando, da " Lassù ", vegliate su chi vi sta a cuore, e di concerto, anche sulla " VECCHIA SIGNORA " .

Da un po' di tempo a questa parte essa ha bisogno .. assolutamente bisogno di avvertire la vostra preziosa vicinanza,

il vostro affetto, il vostro indefesso .. saggio .. nobile e profondo " SENSO DI APPARTENENZA ALLA FAMIGLIA BIANCONERA ".

 

FINO alla FINE .. ed anche oltre .. SEMPRE e SOLO .. FORZA  .juve   JUVE !

 

.salve Stefano ! 

 

 

P.S. - OPS .. :doh:  DIMENTICAVO

 

 

- Vero e condivisibile ciò che ha detto .. però .. mi perdoni : sarò " provinciale ", ma cosa vuole che le dica, se non che, ogni tanto, quando palese è la disparità di " trattamento " ( ovviamente con " accezione negativa " ) nei confronti della sua e nostra JUVENTUS, senza per questo ricorrere a modalità inurbane ma facendo leva su un tono chiaro e risoluto, far intendere a chi di dovere che non siamo gli - UTILI IDIOTI dell' ITALICO CIRCO CALCISTICO  - a   mio opinabile parere, sarebbe cosa " buona & giusta " .. ed anche .. " doverosa " . Anche perchè, così facendo, oltre che a tutelare il " Buon Nome della

JUVENTUS " , di riflesso, si renderebbe un enorme piacere a milioni e milioni di supporters bianconeri che, loro malgrado, da sempre devono confrontarsi, anzi, " scontrarsi ", con un'infinita masnada di " Minus Habentes " che da sempre versano tonnellate di .. diciamo .. melma .. sulla Vecchia Signora !

Che io sappia : non esiste un Paese al mondo in cui una squadra sia così amata da circa il 50% della popolazione .. e letteralmente odiata dall'altro 50%. 

 

 

-  

 

 

.... Caro Avvocato, magari anche nella veste di " maggiordomo ", non so cosa avrei pagato per poter essere presente a quella cena

nella sua dimora per poter " godere di persona "  della reazione del mitico " Albertone " nazionale davanti a quella " foglia di lattuga " .. .asd  

( Mike Bongiorno , grande juventino ) 

 

 

 

-  quando potete e volete prendetevi una pausa di 15 minuti e guardate il video di cui .mandrillaccio sopra : ne vale veramente la pena ! 

 

 

Amici, come promesso, seppur non rispettando i " tempi previsti " ( diciamo che ho avuto a che,

in ambito familiare, ho avuto a che fare con imprevisti impegni di varia natura ) sono finalmente

riuscito a terminare la cosiddetta " SECONDA PUNTATA " di questo topic. E l'ulteriore approfondimento 

è proprio quello in cui, al momento, mi sto mettendo in contatto con voi. E poichè , salvo stravolgimenti,

ogni promessa va mantenuta, sono ora ad informarvi che, se siete ancora interessati, in questo post

potrete trovare spunti di ogni genere che, forse, potrebbero essere di vostro gradimento.

Sto cercando di " citare " tutti coloro che, in un modo o nell'altro, hanno partecipato a questa discussione.

Purtroppo, e non so il perchè, le " citazioni " vanno a rilento in quanto non è possibile proporle tutte assieme.

 

Comincio da voi, sperando che l'opzione " citazione " si ricarichi al più presto ! 

Scusate il disturbo ! Buona serata, .salveStefano ! 

 

 

 

@Vladimiro         @curvafiladelfia      @The Grey       @Gatzu46      @Ken Parker 21      @Gion Gis Kann

 

@italiauno61       @juve 10      @Cjrano    @Parapterois     @bianconero75       ( 1° giro di " citazioni " )

 

 

@Amici Luccicanti    @Helmut     @venti5im73   @pablito77!    @Hadouken!    @serafinociolino 

 

@Jugovic83     @Il Principe di Fleed      @regina   ( 2° giro di citazioni )  

 

 

@Third stone from the sun   @ittonitram    @paulace   @zoff70   ( 3° giro di citazioni )

 

 

@FerFerra     @massimobonini2      @Totik    @fab4gatto     ( 4° giro di citazioni )

 

 

@rafbar   @Spencer    @gobbone    @J Solo   @Batik    @Cesarini_88   @Gobbovero49 

 

@Tudor   @the coach   @Fuorionda   @dankos2   @DarioSen  @Ste70    @causio70    ( 5° giro di citazioni )

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

     

 

                                                                                       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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@paulace   .. & .. @Amici Luccicanti  .. Buongiorno ! 

 

Cari Amici, 

come noterete, da queste parti, non v'è ressa alcuna. 

 

Mettiamola così : staremo più larghi e comodi e ridurremo assai la probabilità di poter contrarre il 

maledetto virus che, in un modo o nell'altro, da un paio d'anni a questa parte condiziona, con accezione

negativa, la nostra esistenza. 

 

Grazie ad entrambi per aver apprezzato, siete stati molto gentili . 

 

Auguro un buon fine settimana a voi ed alle vostre famiglie, .salveStefano ! 

 

P.S. - oggi e/o domani, sempre e comunque in questo topic, proporrò una .. diciamo .. " 2a puntata " -

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Da far leggere obbligatoriamente (come tutti i “pezzi” di autentico juventinismo del grande Stefano) a tutti quelli che con estrema noncuranza, mancanza di rispetto e gratitudine parlano della famiglia Agnelli come di una qualunque altra proprietà calcistica.

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 @zoff70 .. & .. @bianconero75 

 

 

Grazie a voi, cari e cordiali amici che, com'è vostra graditissima consuetudine, 

non mancate mai di onorarmi della vostra graditissima presenza in quelle che 

sono le mie riflessioni a tinte bianconere . 

 

Auguro un buon fine settimana a voi ed ai vostri cari, .salveStefano !

 

P.S. - oggi e/o domani, sempre e comunque in questo topic, proporrò una .. diciamo .. " 2a puntata " -

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..bello stefano come sempre i tuoi topic!!

 

""ma .. a causa di ciò che avvenne nella maledetta 

estate del 2006, lo confesso, il mio approccio nei confronti degli azzurri è irrimediabilmente mutato"" 

idem ste..uguale uguale e pensare che nelle mie collezioni ho anche un libro che ci tengo molto..

Juve Azzurri - I bianconeri che hanno fatto grande la nazionale...rilegato con gli inserti di Hurrà Juventus..nn mi ricordo l'anno

ma fa capire quanto ci tenevamo noi anche agli azzurri...ma ci hanno voluto far disinnamorare della nazionale e ci volevano far fuori anche a noi come tifosi

ma siamo sempre qua...cribbio!!

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12 minuti fa, causio70 ha scritto:

..bello stefano come sempre i tuoi topic!!

 

""ma .. a causa di ciò che avvenne nella maledetta 

estate del 2006, lo confesso, il mio approccio nei confronti degli azzurri è irrimediabilmente mutato"" 

idem ste..uguale uguale e pensare che nelle mie collezioni ho anche un libro che ci tengo molto..

Juve Azzurri - I bianconeri che hanno fatto grande la nazionale...rilegato con gli inserti di Hurrà Juventus..nn mi ricordo l'anno

ma fa capire quanto ci tenevamo noi anche agli azzurri...ma ci hanno voluto far disinnamorare della nazionale e ci volevano far fuori anche a noi come tifosi

ma siamo sempre qua...cribbio!!

Buongiorno, caro amico ! 

 

Come al solito, e com'è giusto e doveroso da parte mia, sono a porgerti i miei più sinceri e sentiti 

ringraziamenti per aver, ancora una volta, gradito ed apprezzato uno dei miei saltuari " viaggi " a

ritroso nel tempo il cui minimo comune denominatore è l'ineguagliata " LEGGENDA BIANCONERA " . 

 

Per ciò che concerne " LIBRI/NAZIONALE AZZURRA ", quasi fosse un cimelio, custodisco il

seguente testo :  

 

image.jpeg.aa61f67c9f606ccf1cb0df80489d41d1.jpeg

 

 

.... e se penso alle lacrime che versai quando la " Nazionale Azzurra ", data tra le favorite, venne eliminata

dalla " COREA del NORD " ... nei Mondiali del 1966 in Inghilterra ...

 

..... non ne avrò mai la controprova, ma ne sono certo così come ho la certezza del quotidiano sorgere del sole, 

se, nella " MALEDETTA ESTATE DEL 2006 " , UNO .. ANCHE UNO SOLO .. TRA GIANNI-UMBERTO-VITTORIO .. 

FOSSERO STATI ANCORA TRA NOI ... QUELLA VIGLIACCA E FETIDA " CONGIURA " NON CI SAREBBE MAI STATA 

 

... Grazie ed ancora Grazie: ti apprezzo e ti " leggo " sempre con gran piacere ! 

 

Buon fine settimana a te e famiglia, .salveStefano ! 

 

P.S. - oggi e/o domani - a Dio piacendo - seguirà una 2a puntata in merito !

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..ste tu sei più in là con gli anni..io della nazionale ho i ricordi del '78..quasi tutti juventini..e già l'invidia dell'opinione pubblica era tanta, altri tempi

poche tv..idem giornali  internet nemmeno la vaga idea...si andava avanti con tuttosport gazzetta corriere e io con guerin sportivo e x la mia signoara hurrà juventus aspettavo il mensile sempre con trepidazione...ai amava la nazionale..nel '82 poi è stata una coa irripetibile festeggiare con dei miei amici interisti milanisti della roma..ora nemmeno ci si saluta più o quasi..il calcio è dimenticato nei ns discorsi!!..quanta juve e sempre nei successi della nazionale..ho una marea di ricordi giornali libri..una soffitta piena..poi una libreria dedicata alla mia juve...e la penso come te di quel maledetto 2006..con gli agnelli fuori hanno potuto colpirci sapendo che sarebbero stati impuniti...un'onta e un disprezzo vs i ns colori una macchia indelebile dove molti di  noi ci si sono rafforzati ancora di più altri hanno paura di sbandierare la propria fede bianconera..

..amo il calcio amo la juve e purtroppo amavo la nazionale...ciao caro e buon week end a te e i tuoi cari

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Grazie Stefano per tenere vivi i ricordi.

Il legame tra la famiglia Agnelli e la Juventus dovrebbe sempre ben presente nella testa dei tifosi Juventus, un unicum nel mondo.

Mi ha fatto piacere rileggere Roberto Beccantini, un giornalista originale nel suo modo di scrivere.

Attualmente mi capita di leggerlo sulla rubrica che tiene nel guerin sportivo e sul suo sito; mai banale.

Buon fine settimana dalle campagne di Firenze!

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Stefano è davvero un piacere leggerti. Il legame tra Agnelli e Juve è un qualcosa che per me è motivo di vanto ma anche di sicurezza, soprattutto adesso che nel calcio italiano tra le "grandi" siamo l'unica ad avere una proprietà Italiana. Ahimè per quanto riguarda la nazionale anche io mi sono disilluso, soprattutto dopo essermi informato bene riguardo al 2006, anno in cui cominciai a seguire la Juve sorpreso dal numero di giocatori juventini presenti nella finale mondiale.

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E come sempre…

Un pezzo di Stefano. Troppo lungo lo leggo domani. Magari dò una sbirciata per vedere di cosa si tratta… E mi ritrovo a leggerlo tutto d’un fiato!!

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3 ore fa, causio70 ha scritto:

..ste tu sei più in là con gli anni..io della nazionale ho i ricordi del '78..quasi tutti juventini..e già l'invidia dell'opinione pubblica era tanta, altri tempi

poche tv..idem giornali  internet nemmeno la vaga idea...si andava avanti con tuttosport gazzetta corriere e io con guerin sportivo e x la mia signora hurrà juventus aspettavo il mensile sempre con trepidazione...si amava la nazionale..nel '82 poi è stata una cosa irripetibile festeggiare con dei miei amici interisti milanisti della roma..ora nemmeno ci si saluta più o quasi..il calcio è dimenticato nei ns discorsi!!..quanta juve e sempre nei successi della nazionale..ho una marea di ricordi giornali libri..una soffitta piena..poi una libreria dedicata alla mia juve...e la penso come te di quel maledetto 2006..con gli agnelli fuori hanno potuto colpirci sapendo che sarebbero stati impuniti...un'onta e un disprezzo vs i ns colori una macchia indelebile dove molti di  noi ci si sono rafforzati ancora di più altri hanno paura di sbandierare la propria fede bianconera..

..amo il calcio amo la juve e purtroppo amavo la nazionale...ciao caro e buon week end a te e i tuoi cari

Amico mio, 

il sottoscritto, ahimè, più che essere ... " più in là con gli anni " ... in realtà, rispetto a te ... " è molto, ma molto più indietro con gli anni ".

 

E' il " ciclo della vita " ( anche se non è una regola fissa ... c'è chi scampa 100 anni .. e chi, purtroppo, viene a mancare ai suoi primi vagiti )

e tu, ne son certo avrai modo di godere di intense emozioni a " tinte bianconere " che a me saranno precluse ( oltretutto non ho idea se

lassù e/o laggiù abbiano messo in atto tutto l'infinito " puzzle " di abbonamenti televisivi al fine di poter .. più o meno ..godere delle 

performances della Vecchia Signora  ... casomai, ti farò sapere ... .ghgh )

 

Ho molto gradito il tuo messaggio da cui, appieno, traspare una profonda juventinità .

 

Solo un " piccolissimo " appunto .. se mi è concesso :

.yahooo festeggiare in compagnia di Interisti - Milanisti - Romanisti - è un modo d'agire che avrebbe potuto ingenerare 

gravissimi " effetti collaterali " ... in ambito sia fisico che psicologico . Meno .faticaccia male che, come mi par d'intuire da ciò

che hai scritto, con costoro hai troncato qualsiasi tipo di rapporto : mi raccomando, non cadere più nel medesimo errore .. .nono

( va da sè che, ovviamente, sto scherzando : anch'io, lo confesso, ho " rarissimi " amici che nutrono passioni calcistiche

diverse dalla mia, però, come spesso a loro ribadisco ... " VOI SIETE CONVINTI DI AMARE UN'ALTRA SQUADRA ... MA SIETE

TALMENTE BRAVE PERSONE CHE, PURTROPPO PER VOI, NON VI RENDETE CONTO CHE, IN REALTA', IL VOSTRO VERO .. DNA ..

E' A TINTE BIANCONERE " ....  :tsa:)

 

Per me è sempre un piacere il rapportarmi con persone come te, .salveStefano !

 

 

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14 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

gran parte di

loro ebbero modo di rifarsi nel Mondiale del 1982 in Spagna : CAMPIONI DEL MONDO ! ) 

 

Non Bettega purtroppo.

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1 ora fa, Cjrano ha scritto:

E come sempre…

Un pezzo di Stefano. Troppo lungo lo leggo domani. Magari dò una sbirciata per vedere di cosa si tratta… E mi ritrovo a leggerlo tutto d’un fiato!!

uum Carissimo amico mio,

sei proprio sicuro di non essere affetto da una latente e subdola forma di inconscio masochismo ?

 

Beh, cosa vuoi che ti dica se non che avverto l'obbligo ed il piacere di Ringraziarti per la ( immeritata ed eccessiva ) stima

che da sempre nutri e manifesti nei confronti del sottoscritto . 

 

Sei veramente troppo gentile !

 

Buon fine settimana a te ed ai tuoi cari, .salveStefano ! 

 

P.S. - tra oggi e domani, con ogni probabilità, aggiungerò una " 2a puntata "- 

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1 minuto fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

uum Carissimo amico mio,

sei proprio sicuro di non essere affetto da una latente e subdola forma di inconscio masochismo ?

 

Beh, cosa vuoi che ti dica se non che avverto l'obbligo ed il piacere di Ringraziarti per la ( immeritata ed eccessiva ) stima

che da sempre nutri e manifesti nei confronti del sottoscritto . 

 

Sei veramente troppo gentile !

 

Buon fine settimana a te ed ai tuoi cari, .salveStefano ! 

 

P.S. - tra oggi e domani, con ogni probabilità, aggiungerò una " 2a puntata "- 

Aspetto la seconda puntata con vivo interesse, come i romanzi d’appendice di un tempo.

Cordialmente ringrazio.

massimo

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7 minuti fa, Totik ha scritto:

Non Bettega purtroppo.

.... La biografia di Brandts: “Bettega mi offrì soldi per farlo segnare in  Olanda-Italia del 78” - ilNapolista   ....   Roberto Bettega, raffinato bomber frenato dalla sfortuna: la leggenda di  'Bobby goal' | Goal.com .... 

 

... E NESSUNO PIU' DI LUI L' AVREBBE MERITATO ... 

 

Ciao, fedele e prezioso amico mio che non manchi mai di onorarmi della tua graditissima presenza ! 

 

Buon fine settimana a te ed a tutti coloro che ti stanno a cuore, .salveStefano !

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13 minuti fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

.... La biografia di Brandts: “Bettega mi offrì soldi per farlo segnare in  Olanda-Italia del 78” - ilNapolista   ....   Roberto Bettega, raffinato bomber frenato dalla sfortuna: la leggenda di  'Bobby goal' | Goal.com .... 

 

... E NESSUNO PIU' DI LUI L' AVREBBE MERITATO ... 

 

Ciao, fedele e prezioso amico mio che non manchi mai di onorarmi della tua graditissima presenza ! 

 

Buon fine settimana a te ed a tutti coloro che ti stanno a cuore, .salveStefano !

Ciao Stefano, sono arrivato anch’io, un po’ in ritardo, perdonami. E’ vero che Bearzot l’avrebbe convocato, ma che fu proprio Bettega a rinunciare, non certo del recupero dopo la rottura del legamento del novembre 1981 nello scontro con Munaron?

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4 ore fa, Third stone from the sun ha scritto:

Grazie Stefano per tenere vivi i ricordi.

Il legame tra la famiglia Agnelli e la Juventus dovrebbe sempre ben presente nella testa dei tifosi Juventus, un unicum nel mondo.

Mi ha fatto piacere rileggere Roberto Beccantini, un giornalista originale nel suo modo di scrivere.

Attualmente mi capita di leggerlo sulla rubrica che tiene nel guerin sportivo e sul suo sito; mai banale.

Buon fine settimana dalle campagne di Firenze!

Carissimo, sono in seria difficoltà : NON SO PIU' COME RINGRAZIARTI ! 

 

Concordo appieno con te per ciò che concerne .. BECCANTINI : piacevolissimo e dotto narratore .. ergo .. UN GRANDE !

 

Per quanto concerne ciò che del tuo messaggio ho evidenziato in rosso, se mi è concesso, apporto quella che, a mio

opinabile parere, è una necessaria e doverosa integrazione, e cioè ... .ehm

 

" Buon fine settimana dalle splendide campagne di Firenze " .... :uhmm:

 

Ti porgo un virtuale ma sincero .. .amici.. abbraccio .. .salveStefano ! 

 

P.S. - se trovo tempo e maniera, entro domani e/o Lunedì al massimo, a Dio piacendo, dovrei aggiungere una " 2a puntata " -

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39 minuti fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Solo un " piccolissimo " appunto .. se mi è concesso :

.yahooo festeggiare in compagnia di Interisti - Milanisti - Romanisti - è un modo d'agire che avrebbe potuto ingenerare 

gravissimi " effetti collaterali " ... in ambito sia fisico che psicologico .

..è vero ste..ma si era fioli..avevo 12 anni era impossibile scalfire il mio amore (festeggiavo il natale col panettone e lo spumante della juve!!)...e sinceramente era puro anche il tifo..purtroppo il troppo calcio parlato ha offuscato anche le menti delle brave persone che ahimè come dico loro-amici miei- che hanno una vita meravigliosa famiglie e figli adorabili "avete fatto un solo errore nella vita...quello di tifare la squadra sbagliata..ahaha"

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